Elaborato esame Clair de Lune Debussy PDF

Title Elaborato esame Clair de Lune Debussy
Author Carmen Asanti
Course Teoria e composizione
Institution Liceo (Italia)
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Summary

Elaborato di teoria, analisi e composizione con piccoli collegamenti interdisciplinari
Anno 2020/2021
Clair de Lune - Claude Debussy...


Description

Claude Debussy Clair de lune, Terzo movimento dalla Suite Bergamasque per Pianoforte L.75

Liceo Statale Paolo Emilio Imbriani (AV) Alunna: Assanti Carmen Anno scolastico: 2020/2021 Classe: V AM

Indice Introduzione storica.......................................................................................1 Claude Debussy e la Parigi della Belle Époque.........................................1 Un genio rivoluzionario.............................................................................2 La Suite.........................................................................................................2 L’origine della Suite Bergamasque...............................................................3 Analisi della Suite Bergamasque...................................................................5 I. Prélude.................................................................................................5 II.

Menuet..............................................................................................6

III.

Clair de lune......................................................................................7

Sezione A................................................................................................7 Sezione B................................................................................................8 Sezione C................................................................................................9 Sezione A’.............................................................................................10 Sezione C’ coda.....................................................................................11 IV.

Passepied........................................................................................13

Introduzione storica Claude Debussy e la Parigi della Belle Époque Claude Debussy, nato a Saint-Germain-en-Laye nel 1862, è stato un importantissimo compositore e pianista francese. È considerato il massimo esponente della musica simbolista, anche se numerosi musicologi lo rapportano all’Impressionismo musicale, corrente musicale avente alcune analogie con l’omonima corrente pittorica. Tuttavia,

l’appartenenza

fu

negata

dallo

stesso

compositore. Debussy è, inoltre, l’esponente più rappresentativo della cultura francese della Bella Époque. Infatti, egli appartiene a quella generazione d’artisti pronti a vivere in prima persona il sentimento decadente e bohémien, del quale la Parigi d’inizio Novecento si fece luogo custode ed emblema. Da Manet a Degas, da Van Gogh a Dalì, da Picasso a Modigliani: tutti i grandi artisti passarono dalla città francese. Anche le famose riunioni del «martedì» tenutesi nel modesto salotto della Rue de Rome del poeta francese Stéphane Mallarmé furono meta, di artisti, musicisti, poeti, letterati: ne prendeva parte lo stesso Debussy. Nel 1889 Debussy visitò l’Esposizione Universale di Parigi dove rimase ammaliato dal gamelan giavanese. Il gamelan è un'orchestra di strumenti musicali di origine indonesiana, più precisamente dell’isola di Giava, che comprende metallofoni, xilofoni, tamburi; può comprendere anche flauti di bambù, strumenti a corda e la voce. La musica di Giava si basa su scale di 5 e 7 suoni. Il compositore francese rimase affascinato da questo tipo di musica, e proprio per questo in alcune sue composizioni si possono riscontrare citazioni dirette di scale, melodie, ritmi o tessuti musicali di gamelan. La Belle Époque fu, quindi, sinonimo di grande creatività e di sviluppo delle arti e la Parigi di fine secolo fu riconosciuta universalmente come il “luogo dove tutto era possibile” e dove si aveva la possibilità di esprimersi con forme e linguaggi innovativi. Tale periodo fu anche caratterizzato dal movimento delle suffragette e da varie scoperte

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in campo scientifico. La Belle Époque, però, si concluse con la Prima Guerra Mondiale, e Debussy morì nella Parigi del 1918 minacciata dall’esercito tedesco, otto mesi prima della fine del conflitto.

Un genio rivoluzionario Debussy è stato il primo vero avanguardista musicale, uno dei padri della musica moderna. Egli ha attuato una grande rivoluzione del linguaggio musicale. Uno degli aspetti più interessanti e d’avanguardia della scrittura di Debussy è l’utilizzo di scale pentatoniche e scale esatonali. Di conseguenza, anche gli accordi derivanti da queste scale risultano completamente nuovi rispetto alle sonorità dei suoi predecessori. L’elemento più importante delle sue composizioni è il timbro. Il timbro è quella caratteristica del suono per la quale, a parità di frequenza, è possibile distinguere due suoni prodotti da sorgenti diverse. Esso è dato dal numero e dall’ampiezza delle formanti (armoniche). Quindi, data una frequenza di base (fondamentale), le successive armoniche si calcolano moltiplicando la frequenza della fondamentale per il numero dell’armonica. Al contrario del periodo romantico, Debussy prediligeva timbri prevalentemente delicati, non ricercava la potenza del suono, ma la sua chiarezza. Tra i fiati, ad esempio, preferiva i legni agli ottoni, nelle sue composizioni si serviva dell’arpa, della celesta e delle percussioni come il tam tam. Debussy ha attuato una vera e propria ricerca timbrica facendo delle aggregazioni strumentali impensate precedentemente.

La Suite Una delle più famose composizioni per pianoforte di Claude Debussy è la Suite Bergamasque L.75. La composizione, iniziata intorno al 1890, fu terminata in una prima versione nel 1891 e revisionata in maniera definitiva nel 1905. Tale suite presenta due numeri d’opera: L.82 e L.75. Il primo si riferisce al catalogo definitivo delle opere di Claude Debussy contenuto nella biografia Claude Debussy (Parigi, 2003) di François Lesure, massimo studioso dell’opera di Debussy. Invece, il secondo rimanda al Pagina | 2

precedente Catalogue de l'œuvre de Claude Debussy (Ginevra, 1977) sempre a cura di François Lesure. La Suite, in francese “successione”, è una composizione musicale nata in età barocca per uno strumento solista, un complesso da camera o un'orchestra. È formata da un insieme di brani, o meglio di “arie di danza”, poiché ognuno è basato su ritmi di danza; queste ultime sono di origine precedente al barocco, alcune risalgono all’età medievale e della danza in realtà avevano soltanto il nome, dato che di fatto costituivano musica di intrattenimento, di ascolto o di studio. I vari brani della suite erano composti per essere suonati in sequenza e nella musica barocca hanno tutti la stessa tonalità e una struttura identica. La Suite porta anche il nome di Ordre, Partita o Sonata da camera. I movimenti presenti solitamente in una suite sono: Allemanda, Corrente, Sarabanda e Giga. In certi casi è presente un brano introduttivo, chiamato “Preludio” (o anche Ouverture).

L’origine della Suite Bergamasque La Suite Bergamasque è formata da quattro movimenti: Prélude, Menuet, Clair de lune, Passepied. L'aggettivo “bergamasque” può essere considerato un omaggio alla musica barocca e alla cultura italiana delle maschere, dato che la Bergamasca è un’antica danza popolare del XVI secolo attestatasi a Bergamo, patria di Arlecchino e Brighella, due maschere della commedia dell’arte del Settecento. Il titolo della suite deriva dal secondo verso “que vont charmants masques et bergamasques” della poesia Clair de lune di Paul Verlaine, che dà anche il nome al terzo movimento della composizione.

Paul Verlaine è stato un esponente del Simbolismo francese e del Decadentismo europeo.

Il

termine

"Decadentismo"

deriva

dall'aggettivo francese décadent, usato per la prima volta dallo stesso Verlaine per definire il proprio stato d'animo nei confronti della società contemporanea. Il termine ha due significati: quello negativo, usato dalla critica in senso dispregiativo, riferito alla nuova generazione dei poeti maledetti che davano scandalo incitando al rifiuto della morale borghese, ponendosi al di fuori della norma sia nella produzione artistica sia nella pratica di vita; e quello positivo, rivendicato in seguito dai poeti stessi, inteso come nuovo modo di pensare, come diversità rispetto alla società borghese. Nella poetica di Verlaine, la musica è un elemento fondamentale ed è vicina alla pittura impressionista e alle note del compositore Claude Debussy. Clair de lune apre la raccolta di poesie Fêtes galantes di Paul Verlaine. La raccolta, edita nel 1869, racchiude in sé continui rimandi che legano insieme poesia, musica, arti figurative e tradizione letteraria: già il titolo è significativo in tal senso in quanto rappresenta un chiaro riferimento al genere pittorico della “festa di corte”, sviluppato da Jean Antoine Watteau nei primi anni del Settecento, genere che ritrae i personaggi e le maschere della comédie italienne immersi in paesaggi naturali. È chiaro il tentativo di Debussy di voler inquadrare la Suite Bergamasque in una cornice piena di rimandi a un mondo passato, quel mondo vagheggiato appunto nelle liriche delle Fêtes galantes e rappresentato in alcune tele di Watteau. Tale scelta è ribadita dal recupero della Suite e con un Clair de lune precisamente riferito alla fonte poetica verlainiana.

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Analisi della Suite Bergamasque I.

Prélude

Il primo movimento in Fa Maggiore, che porta come indicazione Tempo rubato, è un brano ampio, animato e gioca su diversi contrasti; ha per certi versi analogie con le toccate del XVIII secolo. Il Prélude si presenta composto da 4 sezioni formali: A (da battuta 1 a 19), B (da battuta 20 a 43), C (da battuta 44 a 66), A’ (da battuta 66 a 89). Accorpando la sezione B e C in un'unica sezione, risulta possibile ricondurre il movimento al modello della forma ternaria (A-B-A'). Infatti, la sezione A si apre e si chiude in Fa Maggiore, tonalità d’impianto; la sezione B (ovvero le sezioni B e C del Prélude) presenta un allontanamento dal centro tonale di A; invece, la sezione A' propone nuovamente le tappe armoniche fondamentali della prima sezione. Il percorso armonico della sezione A risulta piuttosto lineare poiché si muove sui gradi armonici principali della tonalità d’impianto Fa Maggiore. A battuta 10 vi è una cadenza perfetta di Si bemolle Maggiore. La sezione A si conclude a battuta 19 con la cadenza perfetta di Fa Maggiore. La sezione B si apre a battuta 20 ( a tempo). La presenza del Si bequadro e l’impiego delle dominanti secondarie dell’accordo di Mi Maggiore, tra battute 28 e 29, inquadrano la sezione nella tonalità di La minore, confermato anche dalla cadenza perfetta tra battute 35 e 36. La sezione C si differenzia all'istante dalla zona precedente per la ricomparsa del Si bemolle che sposta di nuovo l'armonia in Fa Maggiore. A battuta 56 vi è l’armonia di La Maggiore che introduce l’accordo di Sol minore (battuta 60), ponte per il ritorno della tonalità di Fa Maggiore, confermata anche dalla cadenza perfetta tra le battute 65 e 66. La sezione A’ si apre ripresentando, ad eccezione delle voci interne nelle battute 68 e 69, le prime 8 battute di A. Inoltre, le ultime 9 battute del Prélude svolgono la funzione di coda.

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II.

Menuet

Il secondo movimento della Suite Bergamasque, in La minore, si riallaccia formalmente allo stile settecentesco poiché ritroviamo le suggestioni della danza attraverso una rivisitazione costruita su elementi ritmici molto marcati. Il Menuet si presenta suddiviso in 6 sezioni: A (da battuta 1 a 18), B (da battuta 18 a 41), A’ (da battuta 42 a 49), C (da battuta 50 a 72), A’’ (da battuta 73 a 81), B’ (da battuta 82 a 104). Tali sezioni possono essere accorpate e disposte secondo il modello formale del Minuetto nel seguente modo: A+B+A’ (Minuetto), C (Trio), A’’+B’ (variante del Minuetto). Il Menuet, come quasi l’intera Suite, presenta varie scale modali. Le scale modali si costruiscono riferendosi alla disposizione dei toni e dei semitoni nell’ambito dell’ottava; infatti partendo di volta in volta dai sette suoni della scala diatonica Maggiore avremo sette modi diversi, i quali ci rimandano ai modi medievali, derivati a loro volta dagli antichi modi greci usati nel canto gregoriano. I modi sono i seguenti: ionico, dorico, frigio, lidio, misolidio, eolio, locrio. Per quanto riguarda il percorso armonico del Menuet, già nelle prime tre battute si individua l’uso di tre diverse scale modali. A battuta 5 si ha il cambio della scala modale (modo ionico di Fa) e successivamente un altro cambio di scala a battuta 8 (modo lidio di Fa). Alle battute17 e 18 viene introdotto il modo eolio di La che apre la sezione B. Qui sono presenti il modo misolidio di Do, il lidio di Mi bemolle, il dorico di Re, il misolidio di Fa e il dorico di Sol. Il Si bequadro di battuta 38 evidenzia un nuovo cambio di scala modale che introduce la sezione A’ (battuta 42). Tale sezione si muove sostanzialmente sull’ambito del modo misolidio di Re. Il movimento discendente dei bassi e l’alleggerimento della texture tra le battute 49 e 50 sono il segnale per l’apertura della sezione C. La zona C si distingue sia per l’impiego di tutte le tipologie di modi riscontrati nelle sezioni precedenti che per l’intersezione di scale modali e inserti di armonie tonali. Il cambiamento dell’armatura in chiave segna l’inizio della nuova sezione A’’. La battuta 81 rappresenta una sorta di crocevia tra le precedenti sezioni dal carattere modale e la seguente sezione B’. Il movimento V-I al basso, tra battuto 81 e 82, crea la possibilità di considerare le battute successive della nuova sezione come una zona tonale dal momento che essa si muove saldamente sui gradi dell’impianto tonale di La Maggiore.

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III. Clair de lune Il terzo movimento della Suite è il celebre Clair de lune in Re bemolle Maggiore, probabilmente il pezzo più noto di Debussy. Qui il clima settecentesco dei due movimenti precedenti si dilegua e lascia il posto a sonorità magiche e incantate, che avvolgono l'ascoltatore in una specie di dimensione onirica. Il Clair de lune è composto da tre sezioni formali principali: A (da battuta 1 a 15), B (da battuta 15 a 27), C (da battuta 27 a 50). Inoltre, presenta una variante di A e di C: A’ (da battuta 51 a 66), C’ coda (da battuta 66 a 72). É interessante notare che il componimento lirico Clair de lune di Paul Verlaine, al quale Debussy fa esplicito riferimento, è formato da 3 strofe. Ciò potrebbe avere influenzato il compositore nella definizione della forma del brano: 3 sezioni formali principali che ricalcano la successione delle 3 strofe dei versi di Verlaine.

Sezione A Il Clair de lune (Andante très expressif) inizia con un pianissimo con sordina in un'atmosfera evanescente. Tale movimento, caratterizzato da un incipit acefalo e da una forte suggestione timbrica, si apre con l'accordo di Re bemolle Maggiore in primo rivolto e per le prime 8 battute non compare mai la tonica al basso: ciò genera una sorta di sospensione dell'armonia. Ritmicamente la linea melodica presenta fin dalla prima battuta la sua caratteristica più lampante, ovvero l’uso della sincope che le permette di evitare il tempo forte per l’interno

svolgimento della sezione. Le parti

dell’accompagnamento, invece, marcano il tempo forte. Il tessuto musicale della sezione A si presenta sotto forma di melodia accompagnata: alla mano destra è affidata la lunga linea melodica discendente mentre la mano sinistra fornisce la base armonica mediante l’uso di bicordi di terza minore discendente per gradi congiunti. Tra le battute

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8 e 9 vi è la cadenza perfetta di Re bemolle Maggiore che introduce la riproposizione della melodia principale. A battuta 11 si può osservare il movimento ascendente del basso per gradi congiunti che, seguito dal movimento cadenzale V-I in ambito del modo dorico di Mi bemolle, traghetta la sezione A verso B.

Sezione B La nuova sezione (Tempo rubato) è costruita sfruttando il modo dorico di Mi bemolle. La texture si caratterizza per la diffusa omoritmia tra le parti melodiche e le parti dell’accompagnamento. Ritmicamente la sezione presenta l’uso di gruppi irregolari come la duina (già presente nella sezione precedente) e la sestina. Da battuta 15 a 18 possiamo notare un modulo ritmico fisso costituito da questi gruppi irregolari così disposti: duina, terzina, terzina, terzina, duina e semiminima col punto.

Da battuta 19 a 25 vi è la ripetizione di un altro modulo: una sestina seguita da due terzine (la prima delle quali ha una pausa sul battere) e da una semiminima col punto.

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Inoltre, è interessante notare come ogni singolo suono della melodia venga raddoppiato dal suono più grave dell’accompagnamento affidato alla mano sinistra e dal suono più grave della parte affidata alla mano destra. Da battuta 19 a battuta 24 è nuovamente presente il moto ascendente al basso che porta alla cadenza perfetta di Re bemolle Maggiore (battute 26 e 27), che conclude la sezione B e introduce C. La sezione appena terminata rappresenta quindi una parentesi modale all'interno del movimento.

Sezione C La sezione C si apre a battuta 27 nel tono di Re bemolle Maggiore, ma presenta subito una sfumatura modale come si deduce dal Fa bemolle e dal Do bemolle, note che rimandano al modo eolio di Re bemolle. Il tessuto musicale è caratterizzato dalla presenza costante della sestina di semicrome sotto forma di arpeggio con funzione di accompagnamento. I valori ritmici sui quali si muove la zona Un poco mosso sono la minima col punto e la semiminima seguita dalla croma. A battuta 29 torna l'armonia di Re bemolle Maggiore seguita da una battuta costruita sul modo misolidio di Mi bemolle. Le battute 31, 32 e 33 sono costruite sul modo misolidio di La bemolle, lo si evince dal Sol bemolle. A battuta 33 compare un nuovo gruppo irregolare: la quartina. A battuta 34 si notano poi due triadi eccedenti: una con fondamentale Sol bemolle (Sol bemolle - Si bemolle - Re bequadro) e l'altra con fondamentale La bemolle (La bemolle -

Do

-

Mi

bequadro).

Alle battute 35 e 36 si osserva la riproposizione del profilo delle battute 27 e 28 all’ottava superiore nel tono d’impianto. A battuta 37, con il cambio dell’armatura in chiave (Mi Maggiore), si apre una nuova zona della sezione C: En animant. A battuta 39 inizia un movimento discendente del Pagina | 9

basso per gradi congiunti che si conclude sul Fa diesis di battuta 41 (modo dorico di Fa diesis). Al cambio dell'armatura in chiave (Re bemolle Maggiore) di battuta 42 corrisponde l'inizio di una nuova zona del movimento ( Calmato) e l'utilizzo del modo misolidio di La bemolle. La nuova zona inizia in un pianissimo e per le prime battute la mano sinistra presenta una texture insolita rispetto all’intero movimento, ovvero l’utilizzo del bicordo spezzato introdotto già dall’ultimo movimento della battuta 42 (appartenente alla zona precedente). Da battuta 43 a 46 il basso presenta un pedale di dominante (I-V) nell’ambito del modo misolidio di La bemolle. Alle battute 47 e 48 l’accompagnamento viene distribuito ad entrambe le mani. A battuta 49 ci spostiamo verso un registro più acuto e delicato che ci porta alla riproposizione della sezione A.

Sezione A’ La sezione A' (a Tempo 1°) inizia a battuta 51 con un piano pianissimo nel tono di Re bemolle Maggiore. Viene ripresentato il motivo iniziale della sezione A all’ottava superiore, ciò conferisce un’atmosfera onirica. La mano destra rimane invariata, mentre l’accompagnamento subisce un cambiamento. Debussy anziché ripresentare i bicordi della sezione A, inserisce degli arpeggi e un pedale di Fa.

Tra le battute 58 e 59 troviamo la cadenza perfetta di Re bemolle Maggiore. Il Do bemolle a battuta 59 è il segnale della modulazione in Sol bemolle Maggiore. La cadenza perfetta di Re bemolle Maggiore tra le battute 65 e 66 conclude la sezione A' e inaugura la sezione finale C' coda.

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