Eracle e le 12 fatiche PDF

Title Eracle e le 12 fatiche
Author Noemi Bonoldi
Course Greco
Institution Liceo (Italia)
Pages 3
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Summary

Appunti d ricerca su Eracle al liceo classico Virgilio...


Description

Eracle e le 12 fatiche Eracle(passato a noi come “Ercole” dal latino) è forse, insieme a Perseo, una degli eroi più conosciuti della tradizione greca. Egli compì 12 grandi imprese, meglio conosciute come fatiche (dal greco dodekathlos), per espiare il peccato di aver ucciso tutta la sua famiglia. Furono originariamente raccolte in un poema a noi mai pervenuto scritto intorno al 600 a.C. da Pisandro di Rodi. Attualmente le imprese non sono raccolte in un unico testo, ma bisogna fare riferimento a diverse fonti. Il mito, come per la maggior parte delle storia mitologiche, ha origine da un altro mito a esso collegato. Si dice infatti che Perseo e Zeus resero gravida Alcmena, proclamando che il primo bimbo nato fra i due sarebbe divenuto re di Tirinto e Micene. Era, sentito ciò, anticipò la nascita del figlio di Perseo, Euristeo, di due mesi e posticipò quella di Eracle di tre mesi. Zeus andò su tutte le furie, ma il proclama rimase valido. Anni dopo, in un momento di follia provocato da Era, Eracle uccise tutta la sua famiglia e appena reso conto di ciò l’eroe decise di ritirarsi in una vita di solitudine e isolamento. Raggiunto da Teseo, suo cugino, il quale lo consiglia di andare a Delfi, si reca dalla Pizia. Essa gli riferisce di dover servire il tanto odiato Euristeo per dodici anni e di acconsentire a tutte le richieste da lui fatte per espiare i suoi peccati e raggiungere l’immortalità. Durante le sue fatiche Eracle viene spesso accompagnato da, secondo alcuni, un Eromenos di nome Licinio, secondo altri dal nipote Iolao. In verità le imprese sarebbero dovute essere solo dieci, ma proprio a causa di questo compagno enigmatico diventano dodici, poiché egli giudica non valida l’uccisione dell’Idra. I FATICA La prima impresa fu l’uccisione del leone di Nemea. In questa cittadine dell’Argoide, vi era un gigantesco e feroce leone dalla pelle invulnerabile. Non potendolo uccidere con clava e arco, lo trascinò in una grotta e dopo una sanguinosa lotta corpo a corpo lo uccise e lo strozzò. Con la sua pelle si fece un vestito. II FATICA La seconda impresa al contrario previde l’uccisione del grosso drago a nove teste del lago di Lerna. Il mostro aveva una testa immortale dalla cui soffiava miasmi pestilenziali e divorava uomini e greggi, pertanto rendeva la zona inabitabile. Eracle lo affrontò con la spada, ma con sua grande meraviglia notò che da ogni testa decapitata ne uscivano altre sue perfettamente

identiche. Allora si servì del fuoco. Bruciò tutte le sue teste fino ad arrivare a una: quella immortale. Per sbarazzarsene la tagliò di netto e la schiacciò sotto un macigno. III FATICA In questa impresa catturò un cinghiale sul monte Erimanto in Arcadia, poiché il suino devastava i campi e i raccolti della zona. Dopo averlo preso, inseguendolo per boschi e crepacci lo portò a Tirinto. IV FATICA Nella quarta fatica Eracle inseguì, ferì e catturò un cerva dalle corna d’oro e dagli zoccoli di rame nella zona di Cerinea, animale desiderato per altro da tutti i cercatori del luogo e mai preso. V FATICA Nell’impresa numero cinque, l’eroe scacciò dal bosco di Stinfalo degli uccelli demoniaci, dotati di rame, piume e becco di bronzo i quali divoravano qualunque essere vivente. Riuscì nel suo intento solamente per mezzo di un sonaglio molto rumoroso che li disturbò allontanandoli. VI FATICA Per accontentare la figlia di Euristeo, che desiderava ardentemente il ricco cinto della regina delle Amazzoni, l’eroe fece strage di quel popolo e ottenne il prezioso oggetto. VII FATICA In Elide vi era un re di nome Augia che possedeva molti buoi molto sporchi e l’intera zona era appestata da un tremendo odore di letame. Eracle doveva pulirle e per riuscirci deviò il corso del fiume Alfeo, la quale corrente trascinò via in fretta gli strati di letame. VIII FATICA Stranamente l’ottava impresa non previde nessuna uccisione. L’eroe doveva semplicemente catturare un toro sull’isola di Creta, dono di Poseidone, e riportarlo a Tirinto a nuoto. IX FATICA Diomede, re di Tracia e figlio di Ares, aveva la brutta abitudine di dare in pasto ai suoi cavalli la carne umana dei viaggiatori. Eracle lo uccise dandolo come cibo agli stessi quadrupedi e poi legati ad una corda li portò a Tirinto. X FATICA Gerione era un mostro a tre teste che possedeva bellissimi buoi rossi, custoditi dal gigante Eurizione e dal cane a due teste

Ortro nell’isola di Eritea, in mezzo all’oceano. Passando dallo stretto di Gibilterra, l’eroe pose due colonne sulle sponde come segno del suo passaggio e da allora si chiamarono per l’appunto “Colonne di Eracle”. Approdato uccise con facilità i tre mostri impadronendosi del bestiame. XI FATICA In una valle africana si trovava un meraviglioso giardino appartenente alle Esperidi, figlie della stella della sera, nel quale crescevano frutti d’oro. Per raggiungere il giardino si fece aiutare dal dio marino Proteo che gli indicò la strada per il regno. A guardia del giardino vi era di guardia un drago, il quale ucciso non molto facilmente, permise all’eroe di impradonrisi dei frutti. XII FATICA Fu l’ultima e la più impegnativa, dato che Eracle doveva portare a Tirinto il mostro infernale Cerbero, cane a tre teste. Si fece aiutare da Ares e Atena nella sua discesa e riuscì a convincere Ade, che mise l’unica imposizione di catturarlo senza armi. L’eroe lo catturò con una rete, lo portò a Tirinto e poi di nuovo agli Inferi. La sua vita si concluse nell’Olimpo dove visse da immortale....


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