Filosofia della mente - appunti 8 PDF

Title Filosofia della mente - appunti 8
Author Cristian Quattrini
Course Seminario di filosofia della mente
Institution Università degli Studi di Macerata
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lezione 8 in dettaglio...


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EMERGENTISMO L'emergentismo è una dottrina che possiamo collocare a metà strada tra il fisicalismo non riduzionista e il dualismo. Quindi è una via di mezzo tra queste due opzioni. L'emergentismo, nel momento in cui viene applicato alla mente, asserisce essenzialmente tre cose: - intanto che le entità mentali sono distinte dalle entità fisiche e che emergono da esse o da altre entità di livello inferiore - seconda cosa, che emergendo le entità mentali dalle entità fisiche, le entità mentali dipendono dalla loro base di emergenza, quindi se noi andiamo a dire per esempio che le entità mentali, come con entità mentali possiamo intendere come al solito proprietà, sostanze, eventi ...se diciamo che le entità mentali emergono per esempio dalle entità biologiche noi stiamo asserendo che in qualche misura le entità biologiche - che ne so, appunto il funzionamento del mio cervello, costituiscono la base di emergenza delle mie entità mentali e le mie entità mentali dipendono da esse; - però - e questa è la differenza rispetto al fisicalismo non riduzionista - è vero che le entità mentali, in quanto entità emergenti, dipendono dalle loro basi di emergenza ma sono anche sotto certi aspetti nuove rispetto ad esse e rispetto a tutte le entità dello stesso livello, delle basi di emergenza o di livelli inferiori Quindi un'entità emergente è appunto distinta dalle entità fisiche o biologiche o chimiche o di qualche altro tipo da cui emerge, dipende da queste ultime entità ma è anche nuova rispetto ad esse. L'emergentismo evidentemente è una dottrina che non si applica soltanto al mentale, si può applicare anche a tanti altri livelli della realtà. Noi possiamo dire per esempio che a loro volta le entità biologiche emergono dalle entità chimiche nel senso che dipendono dalle loro basi di emergenza poste al livello chimico della realtà ma sono anche nuove rispetto ad esse in qualche misura no? Oppure possiamo dire che le entità chimiche emergono a loro volta dalle entità fisiche nel senso che appunto sono distinte dalle entità chimiche da cui emergono, dipendono da esse e però sono anche nuove, rappresentano un qualche tipo di novità. Quindi quello che mi preme sottolineare è che l'emergentismo non è una dottrina che si applica o si può applicare soltanto al rapporto tra mente e corpo ossia non si può applicare soltanto dicendo che le entità mentali sono entità emergenti. Noi in linea di principio in natura potremo avere tanti tipi di entità emergenti, a loro volta di livelli inferiori o persino superiori alle entità mentali perché potremmo anche avere delle entità come le entità sociali, gli oggetti sociali che dipendono ma sono anche nuove rispetto alle entità mentali dei singoli componenti della società. Ora, in che cosa consiste questa novità? Qui l'emergentismo si diparte in due strade: emergentismo debole ed emergentismo forte, a seconda appunto di come si interpreta questa componente, quest'aspetto delle entità emergenti, che le entità emergenti sono anche nuove rispetto alle loro basi di emergenza e rispetto a tutte le entità dello stesso livello delle loro basi di emergenza o di livelli inferiori. EMERGENTISMO DEBOLE L'emergentismo debole interpreta questa novità in senso debole. Secondo gli emergentisti deboli come vedremo le entità emergenti dipendono dalle loro basi di emergenza - e questo accomuna tutti gli emergentisti ma in maniera speciale, in un qualche modo speciale. Per questo motivo esse possono essere considerate relativamente nuove. Se noi vogliamo infatti comprendere la dipendenza delle entità debolmente emergenti dalle loro basi di emergenza noi dobbiamo chiamare in causa per esempio certe relazioni speciali che sussistono tra le entità della base di emergenza oppure certi parametri speciali oppure certe leggi di natura speciali e

via discorrendo. Ok? Quindi le entità debolmente emergenti dipendono dalle loro basi di emergenza ma dipendono da esse in modo speciale, perché appunto serve una qualche legge di natura irriducibile per spiegarne l'emergenza oppure serve di introdurre qualche relazione speciale per spiegare l'emergenza e via discorrendo. Ora, se il fisicalista ammette che è possibile che un'entità dipenda dal livello fisico della realtà in questo modo speciale allora certamente l'emergentismo debole è compatibile con l'accettazione del fisicalismo. EMERGENTISMO FORTE Per quanto riguarda invece l'emergentismo forte, le entità emergenti certamente dipendono dalle loro basi di emergenza ma aggiungono alle loro basi di emergenza dei nuovi poteri causali oppure dei nuovi poteri determinativi che appunto possono mutare in maniera nuova la storia dell'universo, no? Quindi un'entità fortemente emergente è un'entità che certo dipende dalla sua base di emergenza ma che rispetto ad essa possiede dei nuovi poteri causali o comunque dei nuovi poteri di determinare quello che accade che non sono posseduti, essendo nuovi, dalla base di emergenza né dalle entità dello stesso livello della base di emergenza né da entità di livelli inferiori. Quindi se noi accettiamo che vi siano nella realtà entità fortemente emergenti dobbiamo ammettere poi che queste entità pur dipendendo dalle loro basi di emergenza aggiungano dei nuovi poteri. Ora, visto che la maggior parte delle formulazioni del fiscalismo - appunto quando si dice che "tutto dipende dal fisico" esclude che possano esserci nuovi poteri posseduti dal non-fisico, dalle che cose che non sono fisiche perché appunto l'esercizio di quei nuovi poteri non dipenderebbe dal fisico, ecco che l'emergentismo forte diventa incompatibile col fisicalismo. Se il fisicalista vi dice che tutto dipende dal fisico allora poi non possiamo dire che le entità non fisiche hanno dei nuovi poteri che non sono posseduti dalle entità fisiche ok? Dei nuovi poteri che le entità fisiche non hanno. Perché se si facesse così appunto implicitamente si direbbe che non tutto dipende dal fisico. Perché l'esercizio di quei nuovi poteri non dipenderebbe dal livello fisico della realtà ma dalle entità fortemente emergenti che le hanno. Ora, qui dobbiamo intenderci. Quando parliamo di emergenza noi qui in questa sede parliamo di emergenza ontologica. L'emergenza ontologica dev'essere distinta da un'altra varietà di emergenza che è l'emergenza epistemica. L'emergenza epistemica riguarda entità che hanno a che fare con la conoscenza: le teorie, le rappresentazioni dell'universo, i concetti, i modelli scientifici etc. Quindi, quando parliamo di emergenza epistemica, abbiamo a che fare con il modo in cui queste entità epistemiche vengono prodotte ed eventualmente con i limiti conoscitivi degli esseri umani. Se io dico che una certa teoria, un'entità epistemica, emerge da un'altra teoria, questo mi dice semplicemente qualcosa riguardante le teorie certamente e, al limite, i poteri conoscitivi degli esseri umani che sviluppano quelle teorie ma non mi dice nulla di identità non epistemiche, entità che non siano semplicemente prodotti dell'intelletto umano. L'emergenza ontologica invece pretende di dire qualcosa e pretende di riguardare le entità non epistemiche. Proprietà, sostanze, fatti, eventi che non hanno sostanzialmente a che fare con l'impresa conoscitiva. Quindi quando noi parliamo di emergenza ontologica abbiamo a che fare con stati neurali, con la mente, con gli atti mentali, con le idee, con i pensieri, con cellule, con atomi e via discorrendo cioè appunto con entità che non dipendono essenzialmente dai nostri sforzi conoscitivi, con entità che esistono "lì fuori nel mondo". E noi siamo interessati in questa sede appunto all'emergenza ontologica. Ora, un po' di storia. L'emergentismo nasce e si sviluppa agli inizi del Novecento in Inghilterra in reazione a due posizioni antitetiche: da un lato il materialismo e dall'altro il vitalismo. Materialismo e vitalismo cercavano di fornire risposte diverse a come appunto potesse

essersi prodotto il fenomeno della vita da materia non vivente, da elementi e composti non viventi. Secondo i materialisti il vivente non è nulla di più dei suoi componenti inanimati. Secondo il materialista infatti ogni cosa è materiale e inanimata, quindi non vivente o può essere ridotta a ciò che è materiale e inanimato. Quindi i corpi viventi per il materialista in ultima analisi possono essere ridotti e spiegati in maniera esauriente appunto riferendosi ai componenti materiali inanimati che li compongono. Secondo i vitalisti invece gli esseri viventi non possono essere ridotti ai loro componenti inanimati: negli esseri viventi in aggiunta ai loro elementi materiali e inanimati esiste un elemento speciale, che chiamavano spirito vitale, che li rende appunto viventi. Quindi il mio corpo è vivente nella misura in cui certo è composto da tanta materia non vivente e inanimata ma in aggiunta a questa materia c'è un ulteriore elemento che è lo spirito vitale. Finché c'è lo spirito vitale il mio corpo resta vivente, quando lo spirito vitale non c'è più il mio corpo cessa di essere un corpo vivente. Ora, gli emergentisti volevano collocarsi a metà strada tra queste due posizioni, tra i materialisti e i vitalisti. Secondo gli emergentisti, infatti, da un lato ogni cosa è composta interamente da particelle materiali quindi non c'è lo spirito vitale; da questo punto di vista gli emergentisti danno ragione ai materialisti. Però dicono gli emergentisti, in questo contraddicendo il materialismo, alcune cose pur essendo interamente composte da particelle materiali possono presentare delle caratteristiche nuove e speciali che non sono esaurientemente spiegate appunto dalle particelle materiali e dalle loro caratteristiche. Quindi nel caso dei corpi viventi, i corpi viventi sono interamente composti di particelle materiali e inanimate ma queste particelle materiali e inanimate quando si presentano in una certa configurazione danno luogo a caratteristiche nuove e speciali, come per esempio quella di avere vita, che non possono essere spiegate semplicemente riferendosi alle loro caratteristiche materiali e inanimate. Le uniche componenti del mondo che esistono sono quindi materiali e inanimate, non c'è lo spirito vitale. Ma queste componenti materiali e inanimate quando si trovano in certe configurazioni acquisiscono delle caratteristiche nuove, speciali che non possono essere spiegate a partire semplicemente appunto dalle loro caratteristiche inanimate. Gli autori più rilevanti di questa corrente, dell'emergentismo classico, sono Charles Dumber Broad, Samuel Alexander, Conwell Lloyd-Morgan. Il più importante fu Broad, che potreste avere incontrato facendo filosofia del tempo. Nella sua opera "La mente nella natura" Broad individua una posizione che vuole criticare e la chiama "meccanicismo puro". Il meccanicismo puro è la posizione contro la quale si sviluppa l'emergentismo. Che cosa dicono i meccanicisti puri? Dicono quattro cose, dice Broad. 1) Intanto dicono che esiste un solo tipo di materia, "stuff", nell'universo e che le particelle di questa materia differiscono tra loro esclusivamente per la loro posizione e per il loro stato di moto e di quiete. Quindi le uniche caratteristiche che differenziano le particelle di materia dell'universo sono caratteristiche relative alla loro posizione nello spazio e nel tempo e al loro essere ferme, in quiete, oppure in moto; 2) La seconda cosa che dicono i meccanicisti puri è che vi è nell'universo un solo tipo di mutamento, cioè il mutamento di posizione, il mutamento di luogo. Tutti gli altri tipi di mutamento - quando per esempio le particelle accelerano, quando cambiano le loro caratteristiche etc etc - viene ridotto al mutamento di posizione, ok? 3) Terza cosa che dicono. Vi è un'unica legge causale elementare che spiega tutte le interazioni causali tra le particelle ed è questa legge che le particelle si influenzano reciprocamente a coppie. Quindi le uniche interazioni causali che ci sono veramente tra le particelle sono tra coppie di particelle due a due. Le particelle si influenzano causalmente soltanto interagendo a coppie e, appunto, 4) Quarta cosa che dicono i meccanicisti puri: vi è un solo principio di composizione per il quale il comportamento di ogni aggregato di particelle o l'influenza di ogni aggregato di particelle su ogni altro aggregato deriva in modo uniforme dalle influenze reciproche delle particelle costituenti prese a coppie. Il

mio corpo per es. secondo loro è un aggregato di particelle e il comportamento del mio corpo deriva dalle influenze reciproche delle particelle che lo costituiscono prese a coppie. No? Una particella influenza un'altra, un'altra influenza un'altra ancora e via discorrendo e di questo deriva il comportamento di quest'enorme aggregato di particelle. Quindi per studiarlo basterà studiare il comportamento delle coppie di particelle. Se noi vogliamo vedere come un qualche aggregato di particelle influenza un qualche altro aggregato di particelle (es. il mio corpo cadendo influenza la sedia che si sposta) dobbiamo semplicemente fare lo stesso: andare a vedere che cosa accade nelle interazioni a coppie tra particelle del mio corpo e le interazioni a coppie tra particelle appunto della sedia, che compongono la sedia. C'è una versione più moderata del meccanicismo, che lui chiama meccanicismo moderato, per la quale il comportamento e le caratteristiche di ogni complesso possono essere spiegati unicamente a partire dal comportamento e dalle caratteristiche dei suoi costituenti - quindi dalle particelle che lo compongono - considerati isolatamente o in particelle più semplici. Perché Broad introduce il meccanicismo moderato? Perché in effetti il meccanicismo puro è una posizione molto estrema. È difficile dimostrare che da ogni interazione tra singole coppie di particelle deriva tutto ciò che accade in natura. E allora il meccanicista moderato vi dice, va bene anche togliendo questa cosa delle coppie, noi possiamo dire che per il meccanicismo è comunque accettabile che il comportamento e le caratteristiche di ogni aggregato e di ogni complesso di particelle possono essere spiegati a partire dalle caratteristiche delle particelle prese isolatamente l'una dall'altra o appunto da aggregati più semplici. Quindi io posso spiegare il comportamento e le caratteristiche del mio corpo per esempio a partire dalle caratteristiche delle particelle del mio corpo considerate isolatamente una ad una oppure considerate all'interno di composti più semplici, per esempio all'interno del mio fegato o del mio cervello o di qualcos'altro. ok? L'emergentista, secondo Broad, nega sia il meccanicismo moderato che evidentemente poi anche il meccanicismo puro. L'emergentismo è qualificato dall'accettazione di quattro tesi: 1) intanto che esistono in natura dei complessi come R-ABC, formato da tre particelle o costituenti che stanno tra loro in una precisa relazione di qualche tipo R. 2) Tutti i complessi che hanno costituenti di questo stesso tipo come ABC e che stanno in una relazione dello stesso tipo di R hanno certe proprietà caratteristiche. 3) I costituenti (del tipo di ABC) possono trovarsi in relazioni di tipo diverso da R - non è detto debbano stare per forza nella relazione R - e 4) Le proprietà caratteristiche di questo complesso R-ABC non possono essere dedotte neppure in linea di principio dalla completa conoscenza delle proprietà di A, B e C considerate isolatamente o considerati in complessi di tipo diverso da R-ABC. Questo nega il punto aggiuntivo dei meccanicisti moderati. Vedete? Perché secondo quel punto "iI comportamento o le caratteristiche di un complesso possono essere spiegati unicamente a partire dal comportamento e dalle caratteristiche dei suoi costituenti considerati isolatamente o in complessi più semplici". Invece l'ultima vi dice "Le proprietà caratteristiche di un complesso come R-ABC non possono essere dedotte neppure in linea di principio dalla completa conoscenza delle proprietà di A, B e C considerate isolatamente o considerati in complessi di tipo diverso da R-ABC". Facciamo un esempio: una molecola d'acqua, H2O: due atomi di idrogeno e un atomo di ossigeno che stanno in una certa relazione spaziale tra loro, "R". Tutti i complessi fatti così, con due atomi di idrogeno (H) e uno di ossigeno (O) che stanno in relazione in questo modo, tipico delle molecole d'acqua, hanno evidentemente determinate proprietà caratteristiche. I costituenti del tipo H e O potrebbero trovarsi anche in altre relazioni differenti da R. Anche in molecole diverse da molecole di acqua.

Le proprietà caratteristiche delle molecole d'acqua non possono essere dedotte neppure in linea di principio dalla completa conoscenza delle proprietà degli atomi di H e di O presi isolatamente oppure in complessi diversi dalle molecole di acqua. Cioè io posso andare a vedere le loro proprietà prese isolatamente oppure in molecole di anidride carbonica o di acido cloridrico o quello che volete. A partire da quello non posso capire, spiegare, dedurre neppure in linea di principio le proprietà caratteristiche delle molecole d'acqua. Questa forma di emergentismo è una forma debole: perché? Perché appunto Broad ci sta dicendo: se io voglio spiegare le proprietà caratteristiche delle molecole d'acqua io devo considerare non solo ABC ma anche R, la precisa relazione che c'è tra A, B e C: troviamo R solo nelle molecole d'acqua e non in altre molecole. E' quella [la relazione] che fa sì che abbia certe caratteristiche e non altre. Ed è quella relazione lì che ci serve per spiegare le proprietà caratteristiche delle molecole d'acqua. Se R non c'è, infatti, noi effettivamente non possiamo dedurre le proprietà caratteristiche delle molecole d'acqua. Le proprietà caratteristiche delle molecole d'acqua dipendono in modo specifico dai loro costituenti. Non ci sono qui nuovi poteri causali: quindi emergentismo debole. Per fare un esempio con gli stati mentali: il mio pensiero del teorema di Pitagora dipende dal fatto che i miei neuroni si trovano in una certa relazione e non in altre. In questo caso il fatto che io penso (la proprietà di pensare) al teorema di Pitagora emerge debolmente dai miei neuroni e dal fatto che i miei neuroni si trovino in una determinata relazione. Se si trovassero in un'altra relazione, oppure se considerassi i miei neuroni separatamente, la mia proprietà di pensare al teorema di Pitagora non emergerebbe. Non è detto che questa mia proprietà di pensare al teorema di Pitagora che emerge vada poi a causare qualcosa in natura che non possa già essere causato, prodotto e spiegato a livello fisico. Quindi emerge debolmente Ora, questa era la forma più basilare di emergentismo. Poi negli anni Novanta si è cominciati a tornare sull'emergentismo e per spiegarlo si è cominciato a chiamare in causa la sopravvenienza. Per cominciare a spiegare almeno il tipo di dipendenza che c'è tra le entità emergenti e le loro basi di emergenza. Qui vi ricordo la nozione di sopravvenienza. In questo caso ci interessa la sopravvenienza individuale forte. Le proprietà mentali sopravvengono individualmente e fortemente sulle proprietà fisiche se e solo se dati due qualsiasi mondi possibili W1 e W2 e dati due qualsiasi individui x che sta in W1 e y che sta in W2 - se x e y sono fisicamente indiscernibili allora essi sono anche mentalmente indiscernibili oppure equivalentemente se sono mentalmente discernibili (cioè se hanno qualche differenza riguardo al mentale) allora sono anche fisicamente discernibili. Cioè hanno anche qualche differenza fisica. Con questo richiamo semplicemente delle cose che abbiamo già detto. Ora per interpretare l'emergenza si può utilizzare appunto la nozione di sopravvenienza individuale e forte: infatti si può dire che le proprietà emergenti sopravvengono individualmente e fortemente sulle loro basi di emergenza ma in modo particolare, speciale. Jim Van Cleeve suggerisce quanto segue: le proprietà emergenti sono proprietà che sopravvengono individualmente, fortemente ma solo nomologicamente sulle loro basi di emergenza. Ciò significa che se io dico: certe proprietà emergono su certe altre proprietà, dati due qualsiasi mondi possibili W1 e W2, che condividono tutte e soltanto le stesse leggi di natura dati due qualsiasi individui x che sta in W1 e y che sta in W2 - se x e y sono indiscernibili quanto alle loro proprietà emergenti allora essi sono indiscernibili anche quanto alle loro basi di emergenza. Ma questo appunto accade soltanto in mondi possibili ch...


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