KANT appunti filosofia PDF

Title KANT appunti filosofia
Author Irene Costa
Course Filosofia 5 anno
Institution Liceo (Italia)
Pages 12
File Size 493.4 KB
File Type PDF
Total Downloads 89
Total Views 125

Summary

Appunti di Kant sulla "Critica della Ragion Pura" (estetica trascendentale, analitica e deduzione trascendentali, dialettica trascendentale) in riferimento anche ad autori precedenti e con passaggi logici....


Description

KANT INTRODUZIONE GENERALE CONFRONTATO CON HUME La filosofia di Kant parte da quella di Hume e dal problema della corrispondenza tra le nostre rappresentazioni e la realtà. Hume non esclude che ci sia una realtà ma certo solo del fatto che le rappresentazioni siano vere. Critica radicale del principio di causalità (principio base dell’esperienza) Continua a credere in un mondo esterno: mostrare la novità dell’idealismo punto anche più scettici non negano una realtà esterna La matematica continua a essere vera perché porta avanti dei giudizi analitici. Il valore di essa non ha valore conoscitivo, perciò non permette l’accesso alla verità. In poche parole, non ci fa accedere alla verità, ma è immutabile solo perché riguarda i nostri concetti e non la realtà vera.

DIVISIONE DELLA FILOSOFIA KANTIANA Si possono distinguere tre periodi: - Interesse per le scienze naturali - Interesse filosofico orientato all’empirismo inglese -

Filosofia

precritica trascendentale

critica

Kant si colloca nel secondo punto del trinomio, nell’opposizione di certezza e verità al massimo (condizione di possibilità per la scienza). In che modo si arriva al terzo punto? Lo strumento in grado di Strumento conoscitivo perfetto per passare dalle compiere il rappresentazioni alla realtà è illusorio passaggio è Il passaggio degli autori precedenti è inutile Ci muoviamo sempre all’interno del conoscere un -

conoscere, pertanto è illusorio.

Dobbiamo andare dal pensiero ad un oggetto concreto Pensiamo come indipendente un pensato (Berkeley)

Kant si rende conto che non può pensare una cosa indipendente (esterna, indipendentemente e conoscibile ) per definizione. Non possiamo raggiungere qualcosa di non pensato. Impossibilità di raggiungere la realtà al di fuori del pensiero. Se pensiamo un albero come indipendente, lo sto comunque pensando, quindi è un pensato. Pertanto il pensiero di Kant, che si definisce CRITICISMO, si oppone al DOGMATISMO tipico dei razionalisti. Fa della critica lo strumento per eccellenza della filosofia. Critica = giudicare = pensare Interrogarsi programmaticamente circa il fondamento di determinate esperienze umane chiarendone la possibilità, la validità e i limiti. I limiti della Ragione tendono a coincidere con i limiti dell’uomo.

Convinzione che il contenuto conosciuto possa essere l’insieme delle cose reali. Presunzione di poter uscire dal pensiero con il pensiero. Esaltazione della facoltà della Ragione.

1

CRITICA ALLA RAGION PURA La divisione si basa su tre facoltà conoscitive: - SENSIBILITÀ  facoltà con cui gli oggetti ci sono dati intuitivamente attraverso i sensi e tramite le forme a priori di spazio e tempo INTELLETTO  facoltà attraverso cui pensiamo i dati sensibili tramite i concetti puri o le categorie RAGIONE  facoltà attraverso cui, procedendo oltre l’esperienza, cerchiamo di distinguere la realtà mediante le idee di anima, mondo e Dio

Le domande principali cui la Critica tenta di rispondere sono: - Come è possibile la matematica pura? - Come è possibile la fisica pura? - Come è possibile la metafisica in quanto disposizione naturale? - Come è possibile la metafisica come scienza?

PREMESSE Le cose in sé sono inconoscibili. Le caratteristiche della conoscenza a posteriori fanno capire perché è indispensabile interrogarsi sulla conoscenza a priori. - CONOSCENZA A POSTERIORI L’esperienza ci mette di fronte alle verità di fatto, come sono fatte le cose. Sono verità informative, mi dicono come sono le cose e non come devono stare, possono anche essere diversamente. Queste verità non sono sufficienti per l’episteme -

CONOSCENZA A PRIORI La conoscenza a priori diventa la strada per andare a rintracciare questo tipo di conoscenza (universali e necessarie). Non sono verità di fatto. Il carattere a priori della conoscenza risiede nelle forme e non nel contenuto. Sottolineare questo aspetto comporta a eliminare l’oggettività del conoscere.

2

La verità non è altro che un’adeguazione alle cose. Una frase è vera quando unisce due cose che sono tali nella realtà o le disgiunge quando sono disgiunte; è falsa quando unisce due cose che nella realtà sono separate o disgiunge due cose unite.

A PRIORI sa che la sua conoscenza è alterata, ergo non conosce la cosa in sé

Esempio degli occhiali rosa (1) Se i gli sensi sononon limitati finiti, permettono cioè di L’oggetto rimane quello che è ma la nostra percezione cambia. Per Kant occhiali possoetoglierli. conoscere la realtà solo in un certo modo, l'oggetto nella La conoscenza viene sempre dall’esterno e non la invento io. sua realtà originaria, come se i sensi potessero  Con la conoscenza a posteriori tutta la sua totalità, rimane e Non son consapevole di avere gli occhiali quindi è una verità di percepirlo fatto, non in universale: vedo il foglio rosainconoscibile ma può al di là della conoscenza assoluta. essere diverso? Kant distingue quindi l'oggetto in sé e l'oggetto L’esperienza mi dà solo verità di fatto, i colori. percepito. Occorre cioè  Con la conoscenza a priori la percezione Avrei una verità universale: nella definizione di foglio vi è anche il colore come in quella di corpodistinguere vi è l’estensione (il delle cose dalla corpo è esteso = la frase ha una sua universalità perché l’estensione fa parte della sua definizione, ne esplicito una reale essenza delle cose, delle caratteristiche), la frase contraria è contradditoria occorre distinguere il noumeno , l'oggetto in Se so di avere gli occhiali, so che indipendentemente dagli oggetti che ho, questi mi appariranno con una sfumatura di sé, dal fenomeno rosa, non sono nelle condizioni di prevedere quello che vedo. Il noumeno è l'oggetto realtà nella Se però ho percepito. preso coscienza degli occhiali so che, al di là dei contenuti che non prevedo ma che midella dà l’esperienza, ciò sua completezza, allaportando gli occhiali rosa. So a priori che quello che soggettività umana, la che vedo sarà condizionatoinconoscibile dal fatto che sto vedo sarà alterato quale interpreta l'oggetto attraverso la specificità dagli occhiali. suoi sensi. dalle mie strutture conoscitive. Il contenutodei è condizionato Così si concilia soggettività e oggettività. tratta di ammettere cheè ineanche sensi qualcosa di passivo perché io stesso lo altero. umani hanno dei limiti: il Il contenutoSinon lo invento io ma non checonoscere il nostrodelle occhio veda i le metto io, dipendono dalla configurazione che colori non èha dovuto a In anticipofatto posso cose perché la realtà nel qualità l’oggetto. assoluta dell'occhio ma ad una casualità momento inuna cui conosco strutturale che permette agli uomini di percepire solamente determinati intervalli di frequenze della luce. Bisogna immaginarsi di non potersi togliere gli occhiali rosa (vd. Esempio 1).  INCORPORATI l'uomo può che Non conosco leDunque cose in sé proprionon perché nondirsi riesco a toglierli (ciò che vedo è influenzato da altro) sicuro di ciò percepisce con i sensi, non può ammettere che tutto ciò che vede in un oggetto sia realmente il vero aspetto dell'oggetto stesso, l'essere umano è limitato in questo dalla propria struttura di percezioni a priori. Il noumeno viene definito dal Kant in modo sia positivo che negativo, il primo riguarda la deduzione per via intellettuale, concettuale, della cosa in sé, la quale è pensabile grazie alle categorie; il secondo riguarda il carattere non intuibile di esso, carattere più importante del primo che ne attesta l'impossibilita di una conoscenza reale e necessaria. Si viene così a configurare un dualismo: da un lato il mondo sensibile, fenomenico, nel quale le cose percepite hanno caratteristiche comuni a tutti gli uomini, e il mondo delle cose in sé, oggetti che sono ed esistono ma che non vengono percepiti nella loro specificità, in quanto al di là delle rappresentazioni sensoriali possibili.

RIVOLUZIONE COPERNICANA Sono gli oggetti che devono regolarsi con la conoscenza umana e non il contrario È l’oggetto (in senso di rappresentazione) che ruota intorno al soggetto. La rappresentazione è vincolata/condizionata dal soggetto rappresentante (io). Io, soggetto conoscente, ho strutture rappresentative che fanno sì che la mia rappresentazione sia dipendente da me e che ruoti intorno a me (metafora rivoluzione copernicana). La rappresentazione che io ho degli oggetti esterni è in qualche modo condizionata dalla mia struttura conoscitiva che Kant chiama FORMA. 3

TERMINI

SENSIBILITÀ

(RICEVO PASSIVAMENTE IL CONTENUTO) Ha come caratteristica la passività: io ricevo gli oggetti, i contenuti, tramite le sensazioni. Gli oggetti si imprimono nel mio animo. Le leggi che regolano questo contenuto sono prodotte da me. Da questo punto di vista sono creativo (facoltà dell’intelletto)  L’OGGETTO È INTUITO INTELLETTO (PRODUZIONE DI LEGGI) Dispongo le informazioni con un certo ordine. L’aspetto creativo lo aggiungo io nel momento in cui creo le condizioni di esistenza. L’intelletto può produrre le leggi solo se l’oggetto è dato.  L’oggetto è pensato (non conosciuto perché ricadremmo nel problema della conoscenza in sé. Sono consapevole che quel materiale, fenomeno, è riferibile a qualcosa di esterno) La conoscenza a priori è una sintesi di sensibilità e intelletto Intuisco l’oggetto

Penso l’oggetto

“Senza intuizioni i pensieri sono vuoti, senza i concetti le intuizioni sono cieche” Integrazione tra forma e contenuto.

conoscenza= sensibilità+ intelletto Capacità dello spirito di mettersi in contatto con la realtà esterna

Facoltà che contribuisce alla messa in FORMA della realtà

MATERIA = deve essere messa in forma

FORMA La strutturazione che noi diamo alla rappresentazione. La conoscenza è SEMPRE rappresentazione (fenomeno). Esempio 2 Il peso è caratteristica intrinseca dell’oggetto. Il colore non c’è nella realtà esterna, ci sono delle onde. Il colore esiste, però, come rappresentazione. - Il colore esiste nel momento in cui percepisco la realtà - C’è perché ci sono io e c’è una realtà Io non invento il colore, lo codifico Il fenomeno è basato su contenuti esterni (le onde) le quali io percepisco (sotto forma di colore) solo nel momento in cui lo “conosco”. Codifico la realtà esterna.

Rappresentazione =materia + forma Rappresentazione=quello che ci mettela realtà + quello che ci metto io I GIUDIZI Quanto detto in precedenza si articola nei giudizi. Kant li divide in tre: analitici, sintetici a priori e sintetici a posteriori.  GIUDIZI ANALITICI A PRIORI  sono universali e necessari ma esplicano quanto già contenuto per definizione nel soggetto - Fondamento: principio di non contraddizione  GIUDIZI SINTETICI A POSTERIORI  dicono qualcosa in più sul soggetto ma attingono dall’esperienza, privo di universalità e di necessità - Fondamento: esperienza  GIUDIZI SINTETICI A PRIORI  dicono qualcosa in più sul soggetto e non derivano dall’esperienza - Fondamento: forme a priori - Nascita di una problematicità Io devo riferire ciò di cui faccio esperienza ad una causa cui esso si lega ma che non conosco. Pensare è giudicare, e su questo si intuisce l’importanza dei giudizi ossia dei miei modi di pensare.

4

Se unisco i giudizi posso ricavare da essi le varie categorie (= forme) che la mente dà alla realtà. A differenza di Aristotele usa un criterio di elencazione diverso (vd libro).

ESTETICA TRASCENDENTALE Studia la sensibilità e le sue forme a priori. Considera la sensibilità ricettiva perché essa non genera i propri contenuti ma li accoglie per intuizione. La sensibilità è anche attiva in quanto organizza il materiale delle sensazioni in spazio e tempo. Perché spazio e tempo sono intuizioni e non concetti? Spazio e tempo non esistono li mettiamo noi nella realtà perché sono la base dell’esperienza. Devon precedere i singoli oggetti (non posso immaginare un oggetto non collocato nello spazio). Io non posso pensare lo spazio e il tempo come una somma dei singoli spazi e tempi che si possono pensare. I singoli li ricavo dall’intero. Spazio e tempo, forme a priori della conoscenza, sono intuizioni perché hanno dentro di sé (e non sotto di sé) le singole parti di spazio e tempo. SPAZIO E TEMPO  Sono alla base dell’esperienza  Arrivano come intuizione intera  Sono due forme della sensibilità (le cose che percepisco mi arrivano con esse)  Lo spazio è senso esterno e può essere incluso nel tempo (succedersi delle contemporaneità) che è un senso interno Per Kant la conoscenza è sintetica a priori e di basa sui giudizi sintetici a priori di spazio e tempo, basi sui quali formulare qualcosa riguardo la realtà. Sono a priori perché li metto io.

ANALITICA TRASCENDENTALE Ha come specifico oggetto di indagine delle conoscenze a priori che sono proprie dell’intelletto e della ragione. I concetti sono funzioni che consistono nell’ordinare, o unificare, diverse rappresentazioni sotto un’unica rappresentazione comune. I concetti puri si identificano con le categorie, cioè quei concetti basilari della mente che costituiscono le supreme funzioni unificatrici dell’intelletto. Hanno una portata gnoseologica-trascendentale in quanto rappresentano dei modi di funzionamento dell’intelletto che valgono solo per i fenomeni. Ricapitolando: conoscenza, per Kant, è sia sensazione (informazioni disperse) sia creatività (non ho la possibilità di affermare che quello che dico è una affermazione adeguata della realtà). I giudizi mi forniscono delle strutture dalle quali ricavo le categorie. Per i razionalisti i concetti puri sono una caratteristica dell’oggetto. Per Kant no, i concetti puri sono determinazioni (caratteristiche) delle cose in sé perché hanno lo statuto delle qualità secondarie  Problema della legittimità di tali concetti alla realtà L’accesso alle cose in sé sarebbe il contrario della realizzazione della scienza  sapere di quanto di universale e necessario c’è in una conoscenza che è consapevole dei limiti che lo caratterizza. Bisogna pertanto indagare le forme a priori (strutture conoscitive della mente) perchè sono universali e necessarie Quindi, conoscere significa individuare delle leggi per organizzare il molteplice sensibile (empirico) Come arrivo a formulare le leggi, sintetizzare le informazioni?

5

DEDUZIONE TRASCENDENTALE PROBLEMA La regolarità con cui le rappresentazioni si presentano non è più casuale. I dati arrivano da fuori, io li strutturo. Spazio e tempo sono applicati al fenomeno senza giustificazione perché per arrivare l’informazione, deve percorrere lo spazio e il tempo  ha una sua oggettività Lavorando sulle rappresentazioni devo dimostrare come quello che succede nelle mie rappresentazioni sia conforme alla realtà e non irrelate alle cose in sé, che vi sia un riscontro. La realtà deve obbedire alle regole che io le do. Perché il mio modo di pensare la realtà è condizionante la realtà stessa? Se la causalità la metto io, perché la realtà si muove conformemente ad essa? Si tratta di cercare di capire come le strutture mentali risultino limitanti la realtà e del perché essa non mi appaia in modo confuso. Cercherà di dare una risposta nella deduzione trascendentale. -

Indagine critica delle possibilità del conoscere Mostrare il modo in cui le nostre leggi si applicano alla realtà Legittimità dell’applicazione delle categorie alla realtà e del perché essa si muove con queste leggi prodotte da me

Mostra il fondamento della scienza.

L’intelletto unisce le sensazioni con le 12 categorie, ma come faccio a sapere che l’unione da esso operata coincide con la realtà? L’io è legislatore della natura (insieme dei fenomeni non delle cose in sé) No creatività perché i nessi che li costituiscono sono collegati alla cosa in sé

Esempio 3 – NINFEE Serve per evidenziare che non siamo di fronte ad una copia identica della realtà come invece suppongono i razionalisti. Le ninfee non coincidono con le radici ma si somigliano, sono approssimate. Ha lo scopo di dare una “sintesi” al problema risolutivo di Kant.

Intelletto e Concetti puri

Strutturate in spazio e tempo  percezioni singole Perché la realtà fenomenica dovrebbe obbedire loro? Vedo confermate le 12 categorie

sensibilità sono due cose eterogenee.

Kant capisce che c’è bisogno di uno strumento che unisca le categorie e le sensazioni. Usa l’ immaginazione: ha la caratteristica di creare qualcosa di universale ma non posso dare una concretezza (i concetti puri non hanno contenuti).

1.

Creo degli SCHEMI (trascendentali) grazie ai quali faccio passare i concetti nella sensibilità Gli schemi NON sono: penso ad un triangolo. Se lo immagino come una particolare immagine non funziona (Berkeley). Kant con schemi non parla di un’immagine universale e generale perché ricadrebbe nella contraddizione di Berkeley. SCHEMA è: DESCRIZIONE DELLE REGOLE COSTRUTTIVE O DELLE CARATTERISTICHE FORMALI ( del triangolo)

6

Questo schema diventa la traduzione temporale delle categorie (per esempio, la sostanza è il permanere di qualcosa nel tempo).  schema temporale

INTUIZIONI EMPIRICHE si basano

Le intuizioni si basano sempre su qualcosa, pertanto anche quelle pure

INTUIZIONI PURE (SPAZIO + TEMPO) si basano Prodotti dall’immaginazione

SCHEMI TEMPORALI traducono in linguaggio temporale

CATEGORIE Le categorie erano già intuizioni pure senza che ce ne accorgessimo. Le configurazioni sensibili sono stabili per quanto detto: la superficie del lago (vd esempio ninfee) è fatta da tutti gli schemi che mi si presentano sotto forma delle categorie. Le configurazioni sulla superficie possono essere diverse dalle radici ma a noi non importa poiché conosciamo il fenomeno. La realtà non smentisce le categorie perché tutto ciò che vedo era già influenzato dalle categorie attraverso schemi temporali. L’immaginazione è il tramite tra concetto e sensazione. È indispensabile per ordinare la realtà. Attraverso l’immaginazione la categoria entra in vigore con la sensibilità con la dimensione tempo che è già preformato dalle categorie. Qualcosa di vero nella conoscenza della realtà che è inconoscibile, c’è. Esiste ma ha a che fare con la messa in forma, ossia la MATERIA DELLE SENSAZIONI. Non la metto io. Ha una oggettività nel momento in cui deriva da qualcosa che viene da fuori. C’è un elemento che è esterno. Il materiale della messa in forma lo aggiungo io.

APPERCEZIONE = accorgersi in modo trascendentale del pensiero, rilevanza di esso La sensazione ci dà tante cose, la conoscenza è sintesi operata dall’intelletto. Alla base vi è il pensiero. L’io penso deve accompagnare tutte le mie rappresentazioni. Quando conosco un oggetto esterno devo essere consapevole della mente come luogo di elaborazione del pensiero altrimenti non sarebbe pensato. Se non ci fosse la mente non potrei pensare l’oggetto (ritorno al trinomio). Se non c’è una mente che pensa non esiste una realtà

Kant sembra tornare al Cogito cartesiano, al punto di Devo riunire il molteplice sensibile in un’unica rappresentazione.

partenza.

IL PENSIERO UNIFICA TUTTO AD UN UNICO OGGETTO. L’unità dell’oggetto è possibile dall’attività unificatrice (necessaria) della mente (non viene dall’esperienza). Se non lo fosse saremmo pieni di molteplici e sarebbe maggiore la confusione Esempio 4

“Non è guardando un esagono che si conoscono le regole per trovare l’area della figura”

La geometria ha senso perché obbedisce alle regole a priori della mente. Ha una validità soggettiva che è l’identica per tutti gli uomini e non è arbitraria.

7

L’unità è la regola della conoscenza: senza di essa la conoscenza è impossibile.  SU QUESTO ASPETTO INSISTONO GLI IDEALISTI L’io penso non è una cosa in sé ma è il funzionamento della mente. La conoscenza intellettuale può solo pensare le cose, per conoscere serve l’esperienza. L’intelletto se non si riferisce alle cose sensibili è vuoto, proprio come la sensibilità senza l’intelletto ...


Similar Free PDFs