G. Berruto, SL e Ling. formale, in Tempesta VEdovelli16dicembre2013.pdf PDF

Title G. Berruto, SL e Ling. formale, in Tempesta VEdovelli16dicembre2013.pdf
Author Gaetano Berruto
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DI LINGUISTICA E DI SOCIOLINGUISTICA Studi offerti a Norbert Dittmar a cura di Immacolata Tempesta e Massimo Vedovelli BULZONI EDITORE Volume pubblicato con il contributo dell’Università del Salento Dipartimento di Studi Umanistici e del Monte dei Paschi di Siena. TUTTI I DIRITTI RISERVATI È vietat...


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G. Berruto, SL e Ling. formale, in Tempesta VEdovelli16dicembre2013.pdf Gaetano Berruto

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DI LINGUISTICA E DI SOCIOLINGUISTICA Studi offerti a Norbert Dittmar a cura di Immacolata Tempesta e Massimo Vedovelli

BULZONI EDITORE

Volume pubblicato con il contributo dell’Università del Salento Dipartimento di Studi Umanistici e del Monte dei Paschi di Siena.

TUTTI I DIRITTI RISERVATI È vietata la traduzione, la memorizzazione elettronica, la riproduzione totale o parziale, con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. L’illecito sarà penalmente perseguibile a norma dell’art. 171 della Legge n. 633 del 22/04/1941 ISBN 978-88-7870-899-0 © 2013 by Bulzoni Editore S.r.l. 00185 Roma, via dei Liburni, 14 http://www.bulzoni.it e-mail: [email protected]

Norbert Dittmar (Berlino, gennaio 2013).

INDICE

9

Saluto del Magnifico Rettore dell’Università del Salento (Prof. Ing. Domenico Laforgia)

11

Saluto del Magnifico Rettore dell’Università per Stranieri di Siena (Prof. Massimo Vedovelli)

13

Immacolata Tempesta, Presentazione. Di Linguistica e di Sociolinguistica

19

Tullio De Mauro (Università Sapienza-Roma), 1946: presagi di mutamenti nella storia linguistica degli italiani

29

Gaetano Berruto (Università di Torino), Punti d’incontro fra sociolinguistica e linguistica formale nello studio della variazione. Considerazioni dal punto di vista italo-romanzo

49

Rosanna Sornicola (Università Federico II-Napoli), Abbiamo bisogno di una linguistica delle emozioni?

77

Federico Albano Leoni (Università Sapienza-Roma), Delle parti e del tutto: Jakobson, Husserl e la fonologia

93

Emanuele Banfi (Università degli Studi di Milano-Bicocca), Semantizzazione della nozione di ‘città’: un confronto storico-linguistico tra ambienti indo-europeo e cinese

107

Giuliano Bernini (Università di Bergamo), Il plurilinguismo emergente nell’istruzione superiore italiana

117

Marina Chini (Università di Pavia), Scelte di lingua e reti amicali di ragazzi di origine immigrata nel Pavese

149

Patrizia Cordin (Università di Trento), “With our best future in mind”. Lo sviluppo bilingue di bambini con L1 minoritaria

167

Traute Taeschner, Sara Poliani, Sabine Pirchio (Università SapienzaRoma), Saper narrare a due anni

185

Miriam Voghera (Università di Salerno), Tipi di tipo nel parlato e nello scritto

197

Claudia Caffi (Università di Genova), Stile e temperatura emotiva: il caso del principe Myškin

215

Giovanna Alfonzetti (Università di Catania), Il “vizio dell’esotismo” nel varietà della paleo-televisione

247

Gabriella B. Klein, Sergio Pasquandrea (Università di Perugia), Multimodalità nella comunicazione interculturale in contesti istituzionali: la mitigazione dei tecnicismi

277

Karl Gerhard Hempel (Università del Salento), Multilinguismo nella comunicazione scientifica. Il punto di vista degli archeologi classici statunitensi

299

Massimo Vedovelli (Università per Stranieri-Siena), Lingua e emigrazione italiana nel mondo: per uno spazio linguistico italiano globale

323

Immacolata Tempesta (Università del Salento), I registri e la rete. Vaghezza sociolinguistica dell’insulto

335

Immacolata Tempesta (a cura di), Bibliografia di Norbert Dittmar

Saluto del Magnifico Rettore dell’Università del Salento

Gli scambi (internazionali) sono vitali per la ricerca. E la ricerca è uno dei fattori chiave per la crescita di un determinato territorio sia in termini di progresso “tecnologico” sia in termini di sviluppo economico, attraverso l’applicazione organizzata dei risultati ottenuti dalla comunità scientifica di quel determinato territorio. Attraverso lo scambio questo potenziale di crescita territoriale si allarga ad altri territori, altre nazioni, altri continenti, che possono usufruire di quei risultati. Per le Università, luoghi preposti alla ricerca di qualità, gli scambi internazionali rappresentano un fattore strategico per il loro sviluppo sia in termini di condivisione di esperienze sia in termini di riconoscimento internazionale dello stesso Ateneo. Se ne accorsero anni fa i legislatori europei quando immaginarono i programmi Erasmus, Socrates, Leonardo, etc., che avevano proprio lo scopo di favorire soggiorni all’estero di studenti e ricercatori in tutta Europa. L’Università del Salento guarda sempre con grande attenzione alle opportunità di scambi con colleghi di altre nazioni, perché portano linfa nuova e opportunità di condivisione/confronto su tematiche di comune interesse. Ed è per noi motivo di vanto annoverare collaborazioni ultradecennali con prestigiosi colleghi, come Norbert Dittmar, già professore ordinario di Sociolinguistica presso la Freie Universität di Berlino, diverse volte nostro ospite per conferenze e progetti comuni. La continua collaborazione del prof. Norbert Dittmar con la nostra Università ha portato un notevole contributo all’evoluzione della ricerca e degli studi nel campo della Sociolinguistica, alla formazione dei nostri studenti, con lo svolgimento di importanti attività didattiche, seminariali e congressuali, non ultima la partecipazione al seminario di alta formazione tenuto proprio presso l’Università del Salento nell’aprile del 2013. Ringrazio, dunque, i Colleghi Immacolata Tempesta dell’Università del Salento e Massimo Vedovelli, Rettore dell’Università per stranieri di Siena, curatori del presente volume per aver voluto lasciare traccia tangibile di un patrimonio di esperienze, che altrimenti sarebbe andato perduto nell’oblio del tempo. 10 giugno 2013

Prof. Ing. Domenico Laforgia Rettore dell’Università del Salento

Saluto del Magnifico Rettore dell’Università per Stranieri di Siena

Pochi, pochissimi, studiosi delle scienze del linguaggio hanno incarnato la figura dello scienziato attento agli usi della lingua nei suoi contesti sociali come Norbert Dittmar, e pochi hanno riscosso tante simpatie, amicizie, collaborazioni come ne ha avute Norbert in Italia. Questo volume ne è una testimonianza, e si unisce a quello edito nel 2008 da B. Ahrenholz, U. Bredel, W. Klein, M. Rost-Roth, R. Skiba (Empirische Forschung und Theoriebildung. Beiträge aus Soziolinguistik, Gesprochene-Sprache- und Zweitspracherwerbforschung. Festschrift für Norbert Dittmar zum 65. Geburtstag, Frankfurt am Main, Peter Lang,), pubblicato per festeggiare i suoi 65 anni. Norbert è studioso la cui attenzione è stata sempre centrata sulla lingua nella sua vita sociale, e proprio questa apertura alla complessità delle relazioni fra gruppi e individui come attori sociali è la ragione della profonda simpatia, unita alla pari stima, con cui la sua opera e la sua persona sono considerate dalla ricerca scientifica italiana di linguistica. Il suo manuale di sociolinguistica, del 1975, è stato tradotto quasi subito in italiano, nel 1978, e ha rappresentato un punto di riferimento per tutti gli studiosi italiani in un momento in cui proprio gli approcci sociolinguistici offrivano importanti strumenti per interpretare i profondi cambiamenti che investivano gli assetti linguistici italiani. Lo scrivente ha avuto la fortuna, molti anni or sono, di vivere un’esperienza di ricerca accanto a Norbert Dittmar, che allora dirigeva un gruppo di ricerca presso l’Università di Heidelberg. L’oggetto era costituito dalle questioni linguistiche dell’emigrazione italiana in Germania, e l’attenzione teoretica di Norbert era sostenuta da una vera, profonda, umana conoscenza dei nostri emigrati in un momento di svolta della condizione italiana come paese di migrazioni. Anche questo colpiva chi collaborava con lui, oltre alle sue qualità di scienziato. Così, gli scenari teorici e metodologici percorsi o aperti da Norbert rappresentano modelli per i lavori di coloro che sono attenti a una realtà così fortemente dinamica qual è quella linguistica italiana, dove le forme e le strutture, gli assetti idiomatici e i contatti fra lingue sono il frutto e insieme il motore della complessa relazione sociale. La lezione di rigore e di creatività, di profondità analitica e di visione strategica proposta da Norbert emerge quando la materia è costituita dagli intrecci fitti e mobili delle lingue e dei linguaggi nella vita dei loro utenti, come, in modo elettivo, accade in Italia. Coloro che presentano i propri contributi in questo volume intendono dare, perciò, una testimonianza di come la presenza di Norbert sia stata costante nella ricerca

12

MASSIMO VEDOVELLI

scientifica italiana: a ciò si accompagna il ringraziamento per il suo essere stato ed essere il testimone di un dialogo fra culture, dialogo la cui necessità appare ancor più evidente in questo momento storico. 1 luglio 2013

Prof. Massimo Vedovelli Rettore dell’Università per Stranieri di Siena

Presentazione: Di Linguistica e di Sociolinguistica

Questo volume vuol essere un omaggio ‘italiano’ allo studioso che fin dal 1976 è presente sulla scena italiana, scientifica e didattica, della sociolinguistica. A lui è stato già dedicato, nel 2008, il vol., curato da B. Ahrenholz, U. Bredel, W. Klein, M. Rost-Roth, R. Skiba, Empirische Forschung und Theoriebildung. Beiträge aus Soziolinguistik, Gesprochene-Sprache-und Zweitspracherwerbsforschung. Festschrift für Norbert Dittmar zum 65. Geburtstag, edito da Peter Lang, Frankfurt am Main. Poiché l’attività scientifica e didattica dello studioso si è svolta, in più occasioni, in varie sedi universitarie italiane, si è voluto raccogliere e offrire al prof. Dittmar un vol. che raccogliesse i saggi di un gruppo di amici e colleghi che hanno avuto il prof. Dittmar come compagno di viaggio in percorsi di ricerca o di didattica, in Italia. La produzione scientifica di Norbert Dittmar, come si può rilevare dalla bibliografia che chiude il vol., è molto ampia e variata ed ha rappresentato una fonte di spunti e di conoscenze su più temi linguistici e sociolinguistici. Certamente molti altri colleghi hanno avuto modo di collaborare con lo studioso nel suo lungo contatto con l’università italiana. In questo quadro di forte e duratura incidenza della lezione di Dittmar nel quadro degli studi sulla lingua e sulle sue variazioni, con questo volume i curatori e gli autori hanno voluto esprimere allo studioso il proprio ringraziamento, insieme agli auguri per il Settantesimo. Nella lunga attività di ricerca del Nostro colpisce l’interesse per la ricerca sul campo, per la raccolta di dati, per le sperimentazioni dirette, in una pratica continua di osservazione partecipante, di immersione nella realtà oggetto di indagine, in cui lo studioso si è calato totalmente, senza, però, esserne fagocitato. Uno studioso a tutto tondo, osservatore sociolinguista a tempo pieno: tutto è stato ed è oggetto di osservazione, senza che ciò significasse, o significhi, genericità o superficialità, anzi. I suoi studi sono stati anche approfondimenti su specificità linguistiche e sociolinguistiche. Uno studioso attento ai vari aspetti del vivere civile, dello studio, della cultura. Con una insuperata capacità di analisi del rapporto fra lingua e variazione sociale e una grande umiltà nel rapporto umano. La collaborazione dello studioso con le Università italiane è più che trentennale: è passata tanta acqua sotto i ponti, le storie di vita, il volto dell’Università italiana si sono modificati. La passione per la ricerca e l’impegno didattico hanno rappresentato i punti di saldatura in un rapporto che ha visto nell’internazionalizzazione, sempre più importante nel sistema universitario, il suggello di un connubio importante per gli studenti e i docenti. Il Rettore dell’Università del Salento, Prof. Ing. Domenico Laforgia

14

IMMACOLATA TEMPESTA

e il Rettore dell’Università per Stranieri di Siena, Prof. Massimo Vedovelli, hanno sostenuto fin dall’inizio la progettazione di questo volume, testimonianza della validità dei rapporti internazionali nella ricerca e nella didattica. L’opera raccoglie, oltre ai saluti introduttivi dei Rettori di Lecce e Siena, sedici contributi, su temi di grande rilevanza di linguistica e sociolinguistica. Ne viene fuori un quadro quanto mai aggiornato su vari focus, tutti centrali nella ricerca contemporanea, con una delineazione, da parte degli eminenti studiosi dei temi trattati, delle più recenti conquiste scientifiche, delle tendenze emergenti nella nuova configurazione dei repertori linguistici in Italia o all’estero. Alcuni contributi, collocati nella prima parte del vol., sono trattazioni su temi di carattere più generale, riguardanti aspetti e problemi che attraversano interi comparti concettuali, se non disciplinari. Alcuni contributi presentano un approfondimento su temi più specifici. In entrambi i casi si tratta di temi quanto mai interessanti, centrali nella ricerca linguistica e sociolinguistica contemporanea. Chiudono il volume i contributi dei due curatori, come vogliono le regole dell’ospitalità editoriale, e la bibliografia di Norbert Dittmar. Tullio De Mauro, con 1946: presagi di mutamenti nella storia linguistica degli italiani, apre il vol. con una panoramica, storica e sociolinguistica, sugli anni che portarono alla svolta istituzionale del 1946, al passaggio a un regime democratico, ad una trasformazione profonda dell’assetto sociolinguistico della nuova Repubblica. Gaetano Berruto, in Punti d’incontro fra sociolinguistica e linguistica formale nello studio della variazione. Considerazioni dal punto di vista italo-romanzo, tratta dell’avvicinamento fra due prospettive di ricerca che nella linguistica della seconda metà del Novecento risultavano del tutto separate: la sociolinguistica da un lato, la linguistica formale di matrice generativista dall’altro. Il luogo empirico principale della convergenza dei due approcci è la variazione intralinguistica, che sta nell’interfaccia fra sistema e uso. L’Autore, che pone fra i punti di riflessione la possibile tripartizione fra “grammatica”, “uso” e “sociale”, contro la semplice bipartizione fra “grammatica” da una parte e “uso sociale” dall’altro, si sofferma sulla specificità della situazione italo-romanza, in cui importanti variabili sintattiche e morfosintattiche presentano uno spiccato significato sociale. Rosanna Sornicola risponde alla domanda Abbiamo bisogno di una linguistica delle emozioni?, che dà anche il titolo al contributo, ponendo in evidenza le difficoltà di un approccio scientifico alla linguistica delle emozioni. Non c’è, in psicologia, un consenso ampio su che cosa si debba intendere con “emozione”. I linguisti, fino agli inizi del XX sec., si interessarono poco delle manifestazioni linguistiche e degli effetti delle emozioni. Le emozioni e i fattori espressivi sono stati considerati soprattutto in alcuni ambiti, come la sintassi e la prosodia. Un importante momento di riflessione sulle influenze delle emozioni su atteggiamenti e comportamenti linguistici è rappresentato dagli anni Sessanta, in particolare con la teoria di Halliday, in cui le emozioni entrano a far parte della intelaiatura funzionale della grammatica. Particolare attenzione è dedicata al tema delle emozioni negli studi sul multilinguismo. Testimonianze preziose delle componenti emotive del linguaggio si ritrovano nelle raffinate descrizioni di alcuni scrittori. L’Autrice evidenzia la lunga strada da fare

DI LINGUISTICA E DI SOCIOLINGUISTICA

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per trovare un ponte tra linguistica e psicologia per lo studio dell’interazione tra fattori emotivi e strutture linguistiche, anche se una linguistica delle emozioni sarebbe quanto mai auspicabile per conoscere meglio il funzionamento delle lingue e le abilità dei parlanti, per definire meglio le politiche linguistiche, i problemi di identità e di appartenenza nelle società contemporanee. Federico Albano Leoni, in Delle parti e del tutto: Jakobson, Husserl e la fonologia, considera alcuni aspetti del pensiero fonologico di Jakobson e del rapporto con la fenomenologia husserliana. L’Autore si sofferma, in particolare, sul saggio di Jakobson sulla struttura del fonema e su un articolo riguardante il rapporto fra il tutto e le parti in linguistica. Da un’attenta analisi delle contraddizioni e delle incertezze del binarismo e della teoria dei tratti, risulta che la questione della natura asemantica del fonema continua ad essere una questione irrisolta, anche perché l’adesione di Jakobson alla fenomenologia husserliana sembra più di superficie che di sostanza. Emanuele Banfi, con Semantizzazione della nozione di ‘città’: un confronto storico-linguistico tra ambienti indo-europeo e cinese, tocca un argomento tra i più appassionanti delle scienze umane, quello relativo alla nozione di ‘città’. Anche se esistono elementi comuni e ricorrenti, in ambienti diversi, di questa nozione, è interessante notare che le difficoltà di definire il concetto vanno al di là del rapporto fra nozioni generali, comuni, e contenuti variabili da civiltà a civiltà. L’analisi riguarda le modalità di semantizzazione della nozione ‘città’ nell’ambiente indoeuropeo e in quello cinese: in entrambi la città risulta un luogo di assembramento per scopi diversi, per scambi commerciali o per difesa, ma in ambiente cinese con un modello più accentratore, la città è, soprattutto, il luogo in cui si soddisfano i bisogni alimentari o il luogo deputato alla gestione del potere amministrativo. Giuliano Bernini, in Il plurilinguismo emergente nell’istruzione superiore italiana, partendo dalle Sette tesi per una politica linguistica democratica, in particolare dalla Quinta, dedicata al plurilinguismo degli individui inteso come valore da tutelare e promuovere, tratta del plurilinguismo emergente nell’istruzione superiore italiana. Ne studia il valore, le politiche linguistiche, con l’auspicio di una convergenza verso l’uso di una lingua pubblica e ufficiale che garantisca il mantenimento della vitalità delle lingue nazionali. Marina Chini, Scelte di lingua e reti amicali di ragazzi di origine immigrata nel Pavese, mette a confronto i dati sulla presenza e gli usi dell’italiano con quelli delle lingue di origine degli immigrati. I dati si riferiscono ad un’indagine condotta nel 2002 nel Nord-Ovest italiano, con 171 adulti e 414 minori immigrati in Lombardia e in Piemonte, e a quelli ottenuti con la replica dell’indagine nel 2012, con 556 soggetti immigrati fra i 9 e i 17 anni, in provincia di Pavia. L’analisi si sofferma su alcuni dati sociolinguisticamente rilevanti: sulla composizione delle reti amicali degli alunni intervistati, sulle frequentazioni extrascolastiche, sui luoghi di incontro degli amici italiani e di quelli connazionali, quindi, per i minori interpellati nel 2012, sulle lingue parlate in famiglia, nelle reti amicali non italiane. Oltre ai dati raccolti con la somministrazione del questionario si analizzano dei case study, basandosi su interviste familiari. Patrizia Cordin, “With our best future in mind”. Lo sviluppo bilingue di bambini con L1 minoritaria, ritorna sul tema del bilinguismo, ponendo come

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IMMACOLATA TEMPESTA

oggetto del suo intervento l’evidenziazione dei collegamenti tra i vari aspetti dello sviluppo linguistico dei bambini di famiglie migranti. Dopo aver presentato alcuni dati quantitativi sulla presenza di bam...


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