Geografia - Appunti di lezione Stefania Bonfiglioli PDF

Title Geografia - Appunti di lezione Stefania Bonfiglioli
Course Geografia
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Geografia - Appunti di lezione Stefania Bonfiglioli...


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Geografia HOMO E HUMUS : Ipotesi etimologica di Quintiliano: Homo, in quanto essere umano deriva da Humus, terra, per il contrasto tra la natura umana e quella divina, tra cielo e terra. Interessante è che c’è un rapporto inscindibile tra l’uomo e la terra. Parlare dell’essere umano significa parlare della Terra. Opera di Tullio Pellicoli  Foto che rispecchia Narciso, paragone non messo in evidenza; si specchia sul mondo. Il mondo riflette l’immagine dell’uomo. Ci specchiamo nel modo di concepire il mondo, proprio come Narciso. Relazione tra Homo e Humus. Secondo disegno; ad di là del mondo; quanto siamo dentro al mondo e quanto fuori: questione ecologica  Per quanto ci si sforzi di uscire dal mondo, ciò non è possibile. Geografia  Complesso di segni con cui gli umani hanno organizzato la superficie delle Terra. Già quando, nell’antichità, si è circoscritto un campo o una casa si parla di Geografia. È un vero e proprio linguaggio dell’abitare, questo di inscrivere sulla Terra. Con Geografia, si intende anche la rappresentazione della Terra. Il nostro modo di concepire e chiamare la terra parla anche del nostro modo di concepire la nostra identità 24/09/2019 Scene da un matrimonio Paesaggio, Mirò  È un quadro che dipinge un matrimonio, non uno tradizionale ma tra cielo e terra. Dipinge i paesaggi estivi della Catalogna, riducendoli all’essenziale, ad una sorta di Genesi. Dipinto diviso in due dalla linea dell’orizzonte. Terra e cielo sono gli elementi essenziali del paesaggio. C’è una correlazione tra terra e cielo: il fiore è aggrappato alla terra da uno stelo, il coniglio si protende verso il cielo. Ferecide di Siro  Presocratico; [studiavano Geografia; Ci raccontano che il primo matrimonio è stato tra cielo e terra. ] Nel suo racconto – uno dei primi della cultura occidentale e che riguarda un velo da sposa -dice che la terra, Ge, inizialmente non si chiamava così, ma Chthòn (In Italiano ctonio-ctonico; che parlano della Terra e della sua profondità; autoctono, che abita la stessa Terra  Significa la profondità, l’abisso, la dimensione verticale). Racconta che Chthon va in sposa al Cielo, il celebrante è l’Oceano. Lo sposo solleva il velo della sposa e si spaventa perché scopre l’abisso, l’infinito. Lo sposo le dona un altro velo, un mantello, su di cui sono ricamate le colline, i fiumi, le città, le case degli uomini. Nel momento in cui la sposa lo indossa, acquista un altro nome, quello di Ge; diventa la superficie della Terra su cui vivono gli uomini. Ge è ciò che conosciamo, che è alla nostra misura, e per questo ride e splende, è la faccia della Terra, la chiarezza, l’orizzontalità. L’idea di una conoscenza superficiale e profonda delle cose deriva proprio dai due nomi della Terra. Il nostro modo di pensare parte dalla concretezza del nostro vivere sulla Terra. Democrazia  Si acquista potere con la parola, e dunque si inizia a studiare il linguaggio (si studia una cosa solo quando serve). Il Novecento si apre anche con gli studi linguistici di Ferdinand de Saussure. Tale svolta, c’era già stata con i Sofisti, i quali erano uomini di potere che studiavano tutti i meccanismi attraverso cui la parola poteva essere strumento di potere. I Sofisti scoprono che la parola (e il linguaggio visivo) può persuadere e creare consenso non per forza dicendo la verità. La post-verità contemporanea è esattamente questo; termine nato per spiegare la campagna elettorale americana di Trump. Importa non la verità, ma quello che le persone vogliono sentirsi dire, non alla testa ma alla pancia. Un discorso può dire il falso ma essere persuasivo. Si iniziano a porre le leggi nello spazio pubblico, ma si iniziano ad interpretare a modo proprio, nasce la dialettica. Lo spazio pubblico di Atene veniva rappresentato da Hermes, dio della comunicazione, con i suoi movimenti veloci, delle transizioni, anche tra regno dei vivi e morti. Tuttavia, per far questo, ha bisogno della superficie della Terra, di Ge, perché non ha ostacoli e permette la comunicazione veloce. Hermes rappresenta il rettilineo, perché una linea retta è sempre il percorso più vicino tra due punti. [Definizione di immaginazione geografica (di David Harvey)  Modo in cui lo spazio e il luogo incidono sulle nostre biografie]

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Contrapposizione tra Hermes, che rappresenta il pubblico e Vestia, dea del focolare domestico. Vestia rappresenta il fisso, il chiuso, il privato. È un’idea di circolarità, che esprime l’eterno ritorno: il fuoco crea cenere ed essa scende agli Inferi, dall’altra parte genera fumo che sale verso il cielo. Il focolare è un’idea organizzata del culto verticale, della profondità, dove Chthon si unisce di nuovo al cielo. Parla del regno dei Morti e di come essi, seppelliti sottoterra, siano rigenerazione della vita. A Ge si contrappone Chton, alla superficie la profondità, alla Terra che splende l’ombra. Non stiamo parlando solo di contrapposizioni, ma della nostra concezione degli spazi tra pubblico e privato, tra maschile e femminile  La concezione di genere deriva dalla concezione della spazialità e dai due nomi della Terra. Eterno ritorno della ciclicità si lega a CHTHON, al genere femminile. Una prima distinzione di genere attraverso la spazialità tra GEA e CHTHON Costruzione culturale, si basa su una convenzione (arbitrarietà), è un convenire, un’interpretazione che viene messo in comune. Una definizione è condivisione di significati, punti di vista. Può essere qualcosa che viene abbandonato. Un modo di vedere così che può essere così, ma può essere differente. Ma perché abbiamo sempre avuto l’esigenza di pensare per coppie oppositive? Secondo Platone la chiarezza passa attraverso la contrapposizione binaria. Analogie fra coppie oppositive, un modo di pensare, le opposizioni mettono chiarezza, limiti. Ma questo non vuol dire il pensare diversamente. La consapevolezza di questo pensiero e la vista geografica che è diventata cartografica, con la carta geografica con il suo meccanismo binario. Esempio: Mr e mrs Andrews di Thomas Gainsborough, 1750  Scena di matrimonio conclamata, centro di studi culturali e geografici degli ultimi anni. Matrimonio quando non era d’amore. In questo caso porta in dote tutta la terra che si vede. E il paesaggio serve a mostrare le ragioni di quel matrimonio. La critica marxista e post-marxista parla di un paesaggio dove non ci sarebbe nessuno, ma è terra coltivata, il lavoro salariato che scompare dai due borghesi. In questo quadro si oppone la coppia degli sposi con il paesaggio, ma la coppia mostra comunque una distinzione di genere. Contrapposizione tra i generi: uomo in piedi, pronto per correre e muoversi tra i suoi possedimenti; donna, seduta, con le scarpe che riprendono le stesse forme dei piedi della panchina, ancorata a terra, rappresentata sopra le radici dell’albero, che rappresentano il focolare domestico e la generazione della vita. 27/09/2019 Ecologia  (da Oikia, casa); viene da un modo di chiamare la Terra antichissimo, Ecumene, aggettivo che significa “abitata”, la Terra con noi dentro. Quando si pensa alla terra come a una casa o a un patrimonio viene in mente che bisogna prendersene cura. Nel tempo si è sviluppata una contrapposizione tra natura e cultura, tra il soggetto conoscente e l’oggetto mondo; abbiamo trascurato la terra perché ci sentiamo qualcosa di diverso da essa. Abbiamo sempre concepito il mondo come opposizioni, ma perché? Urge la possibilità di trovare altri modelli. La sovranità dello stato, con i suoi confini, non può funzionare nell’ecologia, c’è bisogno di guardare alla Terra come unità, non come linee tracciate dall’uomo. Oggi, i flussi migratori e i cambiamenti climatici, ci impongono di aggiornare le nostre mappe mentali e non considerare i singoli confini dello stato. La Terra non è solamente terraferma ma ecosistema. Perché allora enfatizzare in questo periodo confini e chiusure? Questa enfasi è un modo per rassicurarsi su ciò che è sempre stato un modo di rapportarsi al mondo che dava sicurezza; si enfatizza questl’idea del mondo perché è con essa che si è sviluppata l’identità umana, e perché è un rifugio mentre tutto il resto è in crisi. Il paesaggio non va pensare per opposizioni, ma è molto vicino al concetto di ecumene. Tuttavia, non è un concetto politico, ed è per questo che non pensiamo sulla base di esso. Perché? In età moderna, è solo grazie allo stato che siamo riusciti a dare un ordine al mondo; l’invenzione dello stato nasce da un’esigenza di pace ed è quello che esso porta; è un modello con cui siamo venuti a patto col mondo, anche se ora è in crisi. 2

Isabella, William Hunt, 1868  Soggetto ripreso da una novella di Boccaccio, nella giornata in cui si parla degli amori infelici. Boccaccio affronta la tragedia, in particolare quella greca. I fratelli di Elisabetta uccidono l’amante di lei e ripongono la testa in un vaso. Segre afferma che Boccaccio non si misura con la parola, ma con l’eloquenza del silenzio (Elisabetta che piange). Vi è una geografia del silenzio  fondata su una mancanza totale di comunicazione tra dentro e fuori, fra l’ambito del maschile e del femminile: tutti perdono, non c’è un vincitore e un vinto. Novella di Boccaccio  Nella Novella, l’unico discorso diretto è quello dei fratelli nei confronti della sorella per zittirla e intimidirla; la sorella non parla mai in modo diretto. Quando scopre il cadavere, fuori dalle mura, quindi nell’ambito del fuori, decide di portare la testa dell’amato di nuovo con sé, nel mondo del dentro; decide di seppellire la testa in un vaso contenente una pianta di basilico. Dato il comportamento strano, i fratelli le sottraggono il vaso; lei li implora di darglielo nuovamente. I fratelli scoprono la testa dell’amato nel vaso; a questo punto i fratelli capiscono, lasciano la sorella a struggersi a Messina, ormai ammalata irrimediabilmente, e se ne andarono a Napoli. La novella si conclude con una nenia, una filastrocca, che si diffonde quando la vicenda comincia a sapersi. I toni macabri della tragedia si stemperano col passare del tempo in tono elegiaco, quello del lamento. Questa novella può essere vista alla spazializzazione binaria tra il dentro e il fuori, fondata sull’incomunicabilità fra dentro e fuori: lo spazio dei fratelli, quello del commercio, della paura della parola di fuori; lo spazio di Elisabetta, quello del chiuso, dell’ombra. Ci sono due intersezioni: quando Elisabetta chiede di andare nello spazio del fuori, in cui si comporta come Chton, perché scava; c’è poi un tentativo dei fratelli di scavare nel dentro, quando provano a scavare nel vaso, e anche qui il tema del macabro ci dice che siamo nella rottura dell’ordinario; questa indagine nello spazio del dentro dei fratelli determina la tragedia finale, che riguarda prima di tutto i fratelli stessi, i quali, incapaci di dialogare con lo spazio che per loro è femminile, non sanno far altro che rispostarsi di nuovo nello spazio del fuori ma è questo che determina la loro sconfitta: si trasferiscono e perdono tutto, non solo la sorella ma tutta la loro azienda e ciò che hanno costruito a Messina. Una geografia del silenzio fondata sull’opposizione binaria degli spazi, in cui c’è un muro invalicabile; e quando lo si valica si attua una tragedia macabra. Elisabetta è propriamente Chton il tutti i sensi: la dimensione ctonica viene legata al continuo processo di morte e di rigenerazione (pianta di basilico), che i greci vedevano attraverso il fuoco. Elisabetta è una figura molto contemporanea  è l’eloquenza del silenzio in quanto figura del compianto su chi è morto (come la Madonna, figura della pietà). Elisabetta riflette molto i tratti di Antigone, figura del pianto e del compianto, non per un innamorato ma per il fratello. A Tebe si scatena una guerra fratricida. Mentre Eteocle difende le mura dal di dentro, Polinice le attacca dal di fuori. Entrambi muoiono, Antigone vuole avere pietà per entrambi i fratelli, non solo per Eteocle; ma Polinice viene considerato un traditore: Antigone deve essere punita e rinchiusa in una caverna, dove si uccide. Anche qui c’è una polarità tra il dentro e il fuori: le ragioni di Creonte sono le ragioni di Stato; quelle di Antigone sono le ragioni del sangue, della pietà, della famiglia. Molto spesso, queste opposizioni, tra quello che viene definito umanitario, e quello che viene definito della Polis, ritornano anche nelle opposizioni moderne dei flussi migratori. [Non finito di Michelangelo Progressiva ricerca dell’essenza; tutto ciò che lo separa dall’infinito e dal divino è il blocco di marmo, ma quando esso è perfettamente scolpito, l’infinito è perso. L’infinito deve passare attraverso il non finito, perché deve andare oltre, non deve fermarsi al finito dell’umano, ma andare verso l’infinito del divino. Attraverso l’imperfezione, si può andare oltre e non fermarsi al blocco di marmo.] La Geografia è il linguaggio originario, il più concreto, da tutti gli altri linguaggi derivano. Tre esempi: Geometria; cultura; legge.

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1. Geometria  È, con le sue figure perfette, la quintessenza dell’estrazione. Se guardiamo al solo termine, in realtà significa misura della terra. L’inventore della Geometria è un fiume, il Nilo (lo racconta Erodoto). Il Faraone, nell’antico Egitto, aveva diviso le terre intorno al Nilo e aveva assegnano un lotto a ciascuno da coltivare, con cui ciascuno si sostentava a pagava al faraone un tributo proporzionale; ma ogni anno il Nilo straripava e andava a nascondere i confini delle proprietà. Allora, ogni volta gli agrimensori ricalcolavano i lotti. Da qui si dice sia nata la misura della Terra, la geometria. La Geometria, che in realtà sembra la massima astrazione, nasce per riscrivere la terra. 2. Cultura  Oggi la pensiamo come quell’insieme di contenuti condivisi, astratti. Ma il nome cultura deriva da colo (coltivare; abitare; venerare). La cultura prevede un linguaggio, perchè è solo attraverso il linguaggio che ci può essere condivisione di idee; ma il primo linguaggio è quello dell’abitare, del segnare la terra per definire un confine, o per coltivare la terra. La coltivazione racconta la presenza dell’essere umano su quella terra. 3. Legge  da nomos, che designa la prima misurazione, da cui derivano tutti gli altri criteri di misura; la prima occupazione di terra, con relativa divisione e ripartizione dello spazio. La legge ha origine dalla tracciatura di confini. Si tracciano linee in terra per dare ad ognuno il suo. L’ordine è prima di tutto spazialmente inteso, per dividere ciò che è proprio da ciò che è altrui. L’ordine, con la legge, diventa ordinamento. La distribuzione dei diritti e dei doveri consente un ordine nel nostro vivere insieme. Il confine è ciò che rende la terra un territorio, nell’ambito dell’esercizio politico. Rectus collega le linee rette con il retto, il corretto. L’angolo retto non esiste in scrittura ma si inscrive perché diventi civiltà. La regola deriva dalla squadra, che veniva utilizzata dagli agrimensori. Tutto a partire dalla scrittura della Terra. Quando si tracciava un confine si tracciava non solo la terra da un territorio ma si distingueva chi era fuori da chi era dentro. [New York: riscrittura e rigenerazione dello spazio frequente. Risemantizzazione: dare nuovi contenuti e significati ad un luogo. Bisogna saper sfruttare al meglio il suolo. Gentrificazione: rigenerazione di un’area che però comporta un aumento del costo della vita, significa che molte persone lasciano quel quartiere per andare in zone meno care, così le case vengono vendute a prezzi più cari: non sempre la rigenerazione è positiva, ma possono crearsi anche molti conflitti. Le rigenerazioni portano con sé un racconto del nostro modo di vivere in società, in senso positivo o negativo. Ogni risemantizzazione è ricca di contenuti politici e sociali.] La città è un gigantesco simbolo che unisce cielo e terra. Quando si fondava la città, nell’Antica Roma, veniva chiamato un augure. Costui aveva un bastone, il lituus, e con esso disegnava due assi in cielo, il primo seguiva il corso del sole, il secondo perpendicolare, che voleva riprendere l’asse intorno a cui ruotava il cielo, secondo le conoscenze di allora. Poi, quando si era orientato nel cielo, trasponeva il corso del sole sulla terra, incidendola con il lituus e tracciando un primo asse, il decumano, intorno a cui si organizzava la nuova città. Si incidevano sulla terra gli assi della città per raccontare conoscenza del cosmo che il popolo aveva. Per questo la città comincia a diventare un simbolo: è la rappresentazione di ciò che si sa del cielo. Si passa poi al tracciare un confine in terra, che si carica di così tanti significati da poter significare vita o morte per determinate persone (Romolo e Remo). Quando un cittadino romano attraversava un decumano, sapeva di star compiendo il corso del sole, sentiva di far parte di una cultura che su quella terra si impiantava e che su quella terra si raccontava. La modernità riprenderà tanto dal modo di pensare di Roma. Il medioevo, invece, era un altro tipo di società, e scriveva sulla terra in modo diverso. Dobbiamo cercare le ragioni del perché vi sia una determinata pianta, quanto questa pianta sia una scrittura e cosa vada a significare. I Romani attraverso questi due assi non organizzavano soltanto le città, ma anche gli accampamenti e tutta la campagna. L’agrimensura si fondava su assi rettilinei e perpendicolari: tutta la terra che i romani occupavano e conquistavano, veniva scritta nel loro modo di essere civiltà. Raccontano tanto di quella società considerata pragmatica. Anche se la pianta a scacchiera è universale, ma mai nessuno come i Romani ha diffuso questa 4

pianta ovunque andasse e arrivasse. Gli spazi quadrangolari sono gli spazi di Hermes, perché la linea retta è la distanza inferiore tra due punti: racconta la necessità della velocità, della celeritas (Cesare, Veni, vidi, vici). Avevano bisogno che la comunicazione facesse il più presto possibile. Con questa inscrizione nella terra, i romani vincono dove Alessandro Magno ha perso. Si vince la paura dell’ignoto attraverso la modularizzazione della scrittura sulla Terra, data da assi e paralleli. La pianura ha ancora l’impostazione quadrangolare dei romani, che è diventata terra di cultura romana. Uno dei termini che riguardava la formazione della città è mundus: tutte le interpretazioni ci portano verso Chton, un fosso scavato che fungesse da focolare, intermediazione tra il mondo dei morti e dei vivi. Quando si formava una città, ognuno si portava una zolla di terra dalla propria provenienza e la gettava nella fossa che avrebbe dato vita alla nuova città perché si pensava che non si poteva abbandonare fino in fondo la terra da cui si proveniva. Il mescolarsi delle zolle di terra era il simbolo di una mescolanza che era integrazione delle persone che andavano ad abitare la nuova città. Il mundus racconta del proprio modo di vedere il mondo. Definizioni di città: 1. come polis: unione tra stato e città 2. Tasso distingueva la vita in campagna e città: in campagna si viveva, in città si viveva bene. 3. Nell’enciclopedia illuminista la città è un insieme di case, di strade, di mura. Da quella che veniva definita nel rinascimento “radunanza d’uomini”, diventa un insieme di strade. Gli uomini scompaiono nella definizione. Quando la cultura abbandona la geografia e diventa astrazione, c’è una separazione. Perché è successo questo? GEOGRAFIA – 9/10/2019 Geografia come identità dell’uomo segnata e iscritta sulla terra. Iscrizione dell’identità in varie forme: - legame con la costruzione dell’identità di genere - manifestazioni di cultura come coltura: i due assi ortogonali che hanno costruito l’umanità - Cardo e Decumano: città, il suo senso - legame delle città come mundus tra contemporaneità e origini - articolo di Bettini “Quella lezione dell’Antica Roma” I MODELLI DEL MONDO Il gioco del mondo Scrittura come scrittura della Terra, ma non concreta, come modellizzazione e descrizione: i modelli del mondo. “Il gioco del mondo” non è scherzoso, è un titolo spietato; la geografia è considerata attraverso la satira e caricatura del comico. -

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