I Capitolo - Riassunto Soft skills. Con-vincere con le competenze trasversali e raggiungere i propri obiettivi PDF

Title I Capitolo - Riassunto Soft skills. Con-vincere con le competenze trasversali e raggiungere i propri obiettivi
Author Erika Arcadipane
Course Scienze dell'Educazione
Institution Università degli Studi di Palermo
Pages 36
File Size 346.1 KB
File Type PDF
Total Downloads 94
Total Views 142

Summary

Didattica universitaria e sviluppo delle soft skills
...


Description

Testo: Didattica universitaria e sviluppo delle soft skills

Domande Capitolo 1, PARAGRAFO 1: Lo sviluppo delle soft skills

1. In che cosa consiste l’autoconsapevolezza? L’autoconsapevolezza è il riconoscimento di sé, del proprio carattere, delle proprie forze e debolezze, dei propri desideri e delle proprie insofferenze. Sviluppare l’autoconsapevolezza può aiutare a riconoscere quando si è stressati o quando ci si sente sotto pressione. Si tratta di un prerequisito di base per la comunicazione efficace, per instaurare relazioni interpersonali, per sviluppare empatia nei confronti degli altri. L’autoconsapevolezza può essere ritenuta una delle skills of life fondamentali poiché la mancanza di questo tipo di abilità e competenze, insieme ad altre, può causare nei ragazzi e nei giovani l’instaurarsi di comportamenti negativi e a rischio in risposta di stress. Il nucleo fondamentale delle skills of life, oltre ad esser costituito dall’autoconsapevolezza, è costituito da: 

decision making( capacità di prendere decisioni): competenza che aiuta ad affrontare in maniera costruttiva le decisioni nei vari momenti della vita. La capacità di elaborare il processo decisionale, valutando le differenti opzioni e le conseguenze delle scelte possibili;



problem solving( capacità di risolvere i problemi): questa permette di affrontare i problemi della vita in modo costruttivo;



pensiero creativo: esso agisce in maniera sinergica rispetto alle due competenze precedenti, mettendo in grado di esplorare le alternative possibili e le conseguenze che ne derivano dal fare e dal non fare determinate azioni. Aiuta a guardare oltre le esperienze dirette, può aiutare a rispondere in maniera adattiva e flessibile alle situazioni di vita quotidiana;



pensiero critico: è l'abilità ad analizzare le informazioni e le esperienze in maniera obiettiva;



comunicazione efficace: sapersi esprimere, sia sul piano verbale che non verbale, con modalità appropriate rispetto alla cultura e alle situazioni. Quindi significa essere capaci di manifestare opinioni e desideri, bisogni e paure ,esser capaci, in caso di necessità , di chiedere consiglio e aiuto;



capacità di relazioni interpersonali: aiuta a mettersi in relazione e a interagire con gli altri in maniera positiva, riuscire a creare e mantenere relazioni amichevoli che possano avere un forte rilievo sul benessere mentale e sociale. Tale capacità può esprimersi sul piano delle relazioni con i membri della propri famiglia, favorendo il mantenimento di un importante fonte di sostegno sociale; può inoltre voler dire essere capaci di porre fine alle relazioni in maniera costruttiva;



empatia: è la capacità di immaginare come possa essere la vita di un'altra persona anche in situazioni con le quali non si ha familiarità. Provare empatia può aiutare a capire e accettare i "diversi", questo può aiutare a migliorare le interazioni sociali. La capacità empatica può inoltre essere di sensibile aiuto per offrire sostegno alle persone che hanno bisogno di cure e assistenza o di tolleranza o di disordini mentali;



gestione delle emozioni: implica il riconoscimento delle emozioni in noi stessi e negli altri; la consapevolezza di quanto le emozioni influenzino i comportamenti e la capacità di rispondere alle medesime in maniera appropriata;



gestione dello stress: consiste nel riconoscere le fonti di stress nella vita quotidiana, nel comprendere come queste ci "tocchino" e nell'agire in modo da controllare i diversi livelli di stress.

2. Che cosa sono le soft skills? Quali vantaggi apportano alla persona? Le soft skills sono competenze integrative di carattere trasversale che consentono allo studente di migliorare le proprie performance nello studio e sono anche competenze necessarie per affrontare con successo il mondo del lavoro. Dunque le soft skills rappresentano una combinazione dinamica di abilità cognitive, metacognitive, interpersonali, intellettuali e competenze pratiche. Le soft skills aiutano le persone ad adattarsi e ad affrontare efficacemente le sfide della loro vita professionale e quotidiana. A livello nazionale, lo stato dell’arte sulle soft skills varia da Paese a Paese. In Finlandia, le Università hanno attivamente sviluppato nuovi modi di organizzazione (CONTINUAZIONE DOMANDE N.13) 3. Quali sono le abilità che costituiscono il nucleo delle “skills of life”? (RISPOSTA NELLA DOMANDE N.1) 4. Come sono state definite le soft skills da Heckman?

Heckman osservò che per molti anni in America si è ritenuto che la dimensione del successo si potesse misurare e predire attraverso test attitudinali e di intelligenza, come quello del QI, oppure attraverso misurazioni come il SAT (il test di accesso alle università americane) usato per poter misurare il valore di una persona. Solo coloro che avevano un alto punteggio a questo test, potevano accedere ad Harvard. Questo metodo viene riconosciuto da tutti in quanto vi sono delle skills da prendere in considerazione. Si tratta delle skills non cognitive, denominate talvolta soft skills, come per esempio le abilità sociali, comunicative, di lavorare con gli altri, di avere autocontrollo ecc. Le soft skills, definite da Heckman character skills, possono essere non solo valutate, ma anche insegnate. Soltando analizzando il character degli studenti in interazione con i risultati dei test si potrà comprendere se possiedono le caratteristiche necessarie per una buona riuscita nello studio, nel lavoro e nella vita. (COMPLETA CON LA N.20) 5. Cosa si intende per Hard Skills e che cosa si intende per Soft Skills? Oggi nel mondo del lavoro è presente la distinzione tra competenze culturali, tecnologiche e tecnico-pratiche, definite hard-skills, e competenze più generali e trasversali chiamate soft-skills. Le hard-skills dipendono dal bagaglio formativo e dalle esperienze lavorative pregresse. Si tratta quindi di competenze professionali più specifiche che differenziano i lavoratori operanti in aree diverse. Le soft skills sono appunto competenze integrative di carattere trasversale alle diverse discipline e inerenti le capacità relazionali, il senso critico, la creatività, la flessibilità, gli aspetti del carattere e l’apertura alla realtà. Quindi non sono altro che capacità personali che vanno oltre il semplice possesso di conoscenze, tecniche e abilità. Una formazione attraverso lo sviluppo di soft skills può contribuire a formare, nello studente, una chiara coscienza della propria identità personale e professionale in modo da divenire capace di prendere decisioni libere e responsabili. È necessario, quindi, che il sistema formativo se ne prenda carico e ne verifichi la crescita nel corso degli anni. Un altro motivo per il quale è importante formare sulle soft skills gli studenti è dovuto al fatto che un numero consistente di raccomandazioni UE hanno sottolineato come queste soft siano fondamentali nel mercato del lavoro e hanno suggerito alle università di puntare alla formazione integrale della persona. 6. Per aver successo nella vita è sufficiente avere un buon livello di intelligenza. Commenta questa affermazione. (RISPOSTA DOMANDE N.20)

7. Perché le soft skills sono importanti? (RISPOSTA DOMANDA N.2) 8. Quale deve essere il compito dell’università oggi e perchè? Dal momento che le soft skills sono alla base delle capacità di orientare se stessi sia nel mondo universitario, sia nel mondo delle professioni, è importante che il sistema formativo se ne prenda carico. In questo quadro, la sfida principale rivolta all’università è quella di promuovere nello studente universitario, che si prepara a diventare insegnante, capacità personali che vanno oltre il semplice possesso di conoscenze, tecniche e abilità, ma che proponga agli studenti una riflessione su se stessi e un atteggiamento proattivi nei confronti della propria esistenza e del contesto sociale di riferimento. La necessità di incrementare la qualità e l’efficacia della formazione universitaria induca i docenti universitari ad interrogarsi selle condizioni che preparano lo studente a diventare una persona saggia, prudente, cioè capace di giudicare situazioni e di affrontare problemi, attraverso attività, stimoli intellettuali e esperienze operative. 9. Come si può accrescere la componente motivazionale dello studente? Per la progettazione di un’attività formativa diretta allo sviluppo delle soft skills non è solo importante sollecitare, guidare e sostenere l’attività riflessiva, interpretativa, di una concettualizzazione e di sviluppo di abiti adeguati di governo del proprio apprendimento, ma è altrettanto importante tener conto della necessità di nutrire la componente motivazionale e volitiva dell’azione. Per accrescere la componente motivazionale dello studente in particolare occorre sostenere: la percezione di autodeterminazione, cioè il senso di essere all’origine delle proprie scelte e delle proprie azioni; la percezione di avere a disposizione le risorse interne necessarie al conseguimento degli obiettivi desiderati, il sentirsi capace di gestire se stessi nel portare a termine i compiti affidati o scelti; il senso di progresso; il percepire che attraverso il proprio impegno si può migliorare; una percezione più chiara del significato delle competenze sviluppate e de ruolo nella vita attuale e futura. 10. Secondo Heckman, in che modo il docente può insegnare le soft skills (o character skills)? (RISPOSTA DOMANDA N.4) 11. Cosa e quali sono le soft skills? (RISPOSTA DOMANDA N.2) 12. Perché si può dire che l’autoconsapevolezza è una delle skills of life fondamentali?

(RISPOSTA DOMANDA N.1) 13. Le soft skills variano da Paese a Paese, ma vi sono alcune competenze comuni e condivise: quali sono? In tutti i Paesi c’è una carenza di attenzione nei percorsi scolastici per un esplicita attività educativa diretta allo sviluppo di conoscenze, abilità e disposizioni relative alla capacità di autoregolazione del proprio apprendimento; ma anche relative alla capacità di gestire il proprio comportamento. Le soft skills rappresentano una combinazione dinamica di abilità cognitive, metacognitive, interpersonali, intellettuali e competenze pratiche. Le soft skills aiutano le persone ad affrontare efficacemente le sfide della loro vita personale e quotidiana. Nelle varie regioni d’Europa le soft skills vengono interpretate in maniera differente da Paese a Paese. In Finlandia, le università hanno attivamente sviluppato studi su tali competenze e vari progetti sviluppano nuovi modi di organizzare i corsi universitari basati su conoscenza collaborativa e tecnologia digitale. In Germania, ci sono varie iniziative che organizzano e implementano le competenze trasversali

nel campo dell’istruzione superiore. In

Belgio, al contrario, il decentramento della formazione e il fatto che alle soft skills venga dato un ruolo secondario nell’agenda politica, fa sì che la mancanza di competenze trasversali per migliorare l’occupabilità dei laureati è all’ordine del giorno. Anche in Francia ci sono fattori che rendono le ricerche sulle competenze ‘soft’ difficili, l’argomento è emergente e non esiste un termine francese comune per indicare le soft skills; in generale, l’insegnamento delle competenze trasversali nelle università non è ben sviluppato e non ci sono politiche nazionali. In Spagna c’è molto materiale di ricerca proveniente da università che hanno trattato il tema di come introdurre le soft skills nei curricula accademici. In Grecia, le istituzioni educative hanno compreso di dover preparare i loro studenti per un mercato del lavoro complesso e incerto, ma vi è una notevole incertezza sulle metodologie di approccio. Anche nel caso dell’Italia, lo sviluppo delle soft skills suscita l’interesse delle università che talvolta offrono formazione mirata e sono in corso politiche nazionali per regolare il sistema nazionale di certificazione delle competenze. In Polonia, nonostante negli ultimi anni vi sia stato un ampio dibattito su questo tema, non ci sono molte iniziative politiche a livello nazionale. Dall’analisi condotta nei diversi paesi, si è ricavato che le competenze soft più comuni e condivise sono lavoro di squadra, capacità di adattamento-flessibilità, leadership, creatività-innovazione, capacità di comunicazione, iniziativa, capacità di problem-

solving, gestione dei conflitti, negoziazione, imparare ad imparare e capacità di analisi. 14. Che cos'è il “life skills education in schools”? L’OMS nel 1993 pubblica il “life skills education in schools”, ossia il documento che contiene l’elenco delle abilità personali e relazionali utili per gestire positivamente i rapporti tra il singolo e gli altri soggetti. Si tratta di competenze sociali e relazionali che permettono ai ragazzi di affrontare in modo efficace le varie situazioni; di rapportarsi con autostima a se stessi, con fiducia agli altri e alla più ampia comunità (dalla famiglia, alla scuola, al gruppo degli amici e conoscenti, alla società di appartenenza ecc.). La mancanza di tali skill socio-emotive può causare in particolare nei ragazzi e nei giovani, l’instaurarsi di comportamenti negativi e a rischio in risposta a stress il nucleo fondamentale delle skills of life è costituito da abilità e competenze come: (CONTINUAZIONE NELLA DOMANDA N.1) 15. Cosa si intende per soft skills? (RISPOSTA DOMANDA N.2) 16. Che cos'è l’empatia? (DOMANDA N.1) 17. Che cosa sono le competenze “strategiche”? Lo sviluppo delle soft skills, competenze trasversali che consentono allo studente di migliorare le proprie performance nello studio e nel successivo inserimento nel mondo del lavoro, implica un processo formativo e auto-formativo che comprende gran parte della prima giovinezza. Per sviluppare quest’ultime occorre focalizzare l’attenzione sullo sviluppo delle capacità di autoregolazione nell’apprendimento sulle competenze “strategiche”: cognitive, di pianificazione e organizzazione del tempo e del lavoro, di partecipare alle gestione dei doveri universitari, di relazione e di collaborazione con gli altri. Nel processo di formazione di tali competenze è importante sollecitare, guidare e sostenere l’attività riflessiva, interpretativa, di concettualizzazione e di sviluppo di abiti adeguati di governo del proprio apprendimento, ma è altrettanto importante tener conto della necessità di nutrire la componente motivazionale e volitiva dell’azione. In particolare occorre sostenere la capacità di autodeterminazione, cioè il senso di essere all’origine delle proprie scelte e delle proprie azioni; la percezione di avere a disposizione le risorse interne necessarie al conseguimento degli obiettivi desiderati, il sentirsi capaci di gestire se stessi nel

portare a termine i compiti scelti o affidati; percepire il significato delle competenze sviluppate e del ruolo che si ha nella vita attuale o/e futura. Il fine della formazione di tali competenze è promuovere una capacità autonoma di gestione del proprio apprendimento scolastico e/o professionale in maniera tale da essere in grado di interagire positivamente con i vari contesti o livelli di influenza, da quello generale e istituzionale, a quello dei proprio docenti o formatori, a quello dei propri compagni o colleghi di lavoro, a quello della fruizione di materiali e strumenti di studio e di lavoro, anche tecnologicamente avanzati. 18. Da quali abilità e competenze è costituito il nucleo fondamentale delle “skills of life”? (DOMANDA N.1) 19. Cosa si intende per soft skills? (RISPOSTA DOMANDA N.2) 20. Quali sono le opinioni di James Heckman e Robert Sternberg sul SAT (Scholastic Aptitude Test)? (DOMANDA N.4) + Contro il SAT si è espresso anche Robert

Sternberg, lo

psicologo statunitense famoso per la sua teoria triarchica delle intelligenze, che da alcuni anni ha iniziato un coraggioso tentativo di mettere in pratica la sua teoria dell’intelligenza che ha successo (successful intelligence) misurando con una serie di test appropriati il potenziale di intelligenza pratica e creativa degli studenti iscritti all’università di Boston. Dai risultati dei primi due anni di ricerca, i valori dell’intelligenza analitica degli studenti, tradizionalmente misurata con il classico test del SAT, sembrano non riflettere a pieno l’intelligenza. 21. Che importanza assume l’esercizio per la formazione di una competenza? (RISPOSTA DOMANDA N.7) 22. Come avviene il processo di formazione di una competenza? (RISPOSTA DOMANDA N.7)

Domande PARAGRAFO 2: L'esercizio per lo sviluppo delle soft skills 23. Cosa si intende col concetto di “abito’’? Lo sviluppo delle competenze culturali e professionali può esser letto nella prospettiva di una tradizione antica, riprendendo il concetto di abito. Il concetto di abito si fonda in quanto Aristotele ha elaborato intorno all’idea di una qualità propria della persona acquisita attraverso l’esercizio, qualità che però viene distinta dalla sua

messa in pratica. Dalla tradizione aristotelica il concetto di abito (habitus) è stato ripreso da Tommaso D’Aquino per sviluppare il concetto di virtù considerata come una qualità dell’animo umano che orienta stabilmente la persona ad agire secondo una specifica modalità pratica. La cultura scolastica classica si proponeva lo scopo di addestrare il pensiero a strategie mnemoniche che consentivano di tenere a memoria molto materie compresso. Così come nel passato si puntava ad un modello di addestramento inefficace perché ripetitivo e conservatore che distorceva la comprensione ed impediva l’innovazione, si assiste oggi ad un fenomeno inverso che privilegia l’offerta di molto materiale che, pur esseno capace di stimolare la curiosità e l’interesse partecipativo, a lungo andare aumenta il disorientamento. 24. Quando una persona si può definire competente? Per la formazione di una competenza a volte si commette l’errore di far esercitare lo studente nelle singole abilità costitutive di essa; ma la padronanza delle singole abilità, anche sotto forma di automatismi consolidati, di procedure di base che svolgono un ruolo significativo nella risoluzione di problemi complessi, è insieme radicalmente necessaria e tuttavia insufficiente. È necessaria dal momento in cui gli allievi non riescono a svolgere attività di livello complesso se non padroneggiano le abilità di base; ma queste sono insufficienti, dal momento che il loro semplice possesso non permette di affrontare situazioni più complesse. Se si iniziasse la costruzione di una competenza per mezzo degli esercizi su ognuno dei procedimenti elementari che essa esige, si rischierebbe di far compiere da parte degli allievi delle attività molto spezzettate di cui non vedrebbero ancora né il fine né il senso (Rey) Siccome una persona è definita competente quando svolge una serie di attività orientate verso un fine di cui è consapevole, è opportuno che il processo didattico inizi con la presentazione complessiva di una situazione, significativa per lo studente, ma che egli non è ancora in grado di affrontare adeguatamente per mancanza di competenza. Conviene iniziare il processo di formazione di una competenza, non tanto con l’esercitazione ripetitiva di operazioni parziali ma mettendo gli studenti di fronte ad un compito globale. La percezione del globale permette loro di vedere lo scopo dell’apprendimento e quindi il senso degli esercizi parziali che devono fare. Solo dopo questo momento fondamentale che comincerà l’esercitazione sistematica dei procedimenti semplici. 25. In che modo si sviluppano le competenze trasversali?

(RISPOSTA DOMANDA N.24) 26. Quali sono le finalità didattiche dell’esercizio? Quando si esegue un esercizio, è importante la capacità della persone di individuare gli aspetti salienti, cruciali, fondamentali sia degli stimoli che deve elaborare sia del lavoro mentale che si deve compiere. A seconda che sia proposto per motivare lo studente nell’apprendimento, per consolidare o per verificare il suo apprendimento, l’esercizio è costituito da un insieme di azioni realizzate per il conseguimento di una di queste tre finalità didattiche: • All'inizio di un'attività formativa si deve offrire al...


Similar Free PDFs