I discorsi alla nazione tedesca PDF

Title I discorsi alla nazione tedesca
Author Jessika Piccio
Course Storia contemporanea
Institution Università degli Studi di Roma Tor Vergata
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I DISCORSI ALLA NAZIONE TEDESCA

Lingue vive, lingue mor morte te e cultura nazionale

viva" dei primi e quelle "morte" dei secondi. Il popolo tedesco, infatti, parla una lingua viva, ossia una lingua naturale e non convenzionale, che conserva l'originaria unità di linguaggio e pensiero ed esprime perfettamente il carattere nazionale. Al contrario, i popoli neo-latini parlano lingue morte. In esse - Fichte si riferisce in primo luogo al francese degli occupanti - il carattere originario sarebbe stato soffocato dagli apporti e dalle sovrapposizioni di una lingua straniera (il latino) che avrebbe introdotto un'artificiosa convenzionalità nel rapporto pensieroespressione e aperto una frattura tra il mondo dell'esperienza e quello del linguaggio. Se il purismo linguistico fichtiano è oggi inaccettabile - dopo che la filologia e la glottologia hanno mostrato le profonde trasformazioni storiche cui tutte le lingue sono andate storicamente soggette - la distinzione tra "lingue vive" e "morte" conserva nondimeno un importante significato a livello di quella che si potrebbe chiamare "politica culturale". Dalle caratteristiche linguistiche dei due popoli, infatti, conseguono le ben diverse caratteristiche delle loro culture.

Mentre nel caso dei popoli a "lingua morta" la cultura scade a semplice erudizione e a gioco astratto e formale, aprendo con ciò un fossato incolmabile tra le classi superiori e i ceti subalterni, nel caso dei popoli a "lingua viva" è possibile invece una produzione culturale autenticamente "nazionale", ossia capace di venire fruita da tutti i ceti sociali, unificandoli. Solo in questo caso, anziché fattore di disgregazione, la cultura può davvero fungere da polo di aggregazione sociale perché nella "lingua viva" non è tanto l'individuo che si esprime attraverso il linguaggio quanto quest’ultimo che si esprime attraverso di lui, manifestando quello che è il più autentico carattere nazionale dei parlanti Cultura nazionale e critica dell’esterofilia

Il progetto di una educazione nazionale rivolta a tutti i ceti sociali appare, in particolare, adeguato al popolo tedesco che, essendo caratterizzato da una "lingua viva", non può e non deve conoscere alcuna significativa frattura culturale al suo interno, tra le varie classi sociali. La rivendicazione del tedesco come "lingua viva"" e di quella germanica come “cultura nazionale” spinge Fichte a una violenta critica dell'esterofilia e, in particolare, della "gallofilia", allora diffusa in Germania. «Nel momento in cui vengono pronunciati i Discorsi - ha scritto Losurdo - non s'intravede certo la possibilità di una riscossa sul piano militare: si tratta soltanto di fare in modo che attorno agli occupanti si formi un clima di generale isolamento, impedendo che i francesi possano servirsi della cultura per creare una base di consenso attorno al loro dominio... Contro questa sorta di “collaborazionismo” culturale Fichte non si stanca di mettere in guardia.» All'adozione della lingua e della cultura degli occupanti Fichte contrappone l'imperafivo della fedeltà alle proprie tradizioni e della responsabilità della generazione presente di fronte a quelle passate e a quelle future - di fronte agli antichi germani che lottarono, un tempo, per la libertà contro l’occupazione romana e ai tedeschi che, seguendo Lutero e il movimento riformatore, morirono per la libertà di coscienza. E, al tempo stesso, di fronte alle generazioni future che dovranno preservare la memoria storica dei loro padri. LE CARA CARATTERISTICHE TTERISTICHE LETTERARIE E IL METO METODO DO DELL DELL’INDAGIN ’INDAGIN ’INDAGINE E

I due stili filosofici di Fichte: scientifico e popolare

Le diversità di contenuto, forma, metodo d’indagine tra stile scientifico e popolare

Tutta la comunicazione filosofica fichtiana, fin dal periodo di Jena, si muove su due registri: da un lato, le lezioni “private” - riservate ai soli studenti di filosofia - e le opere rigorosamente "scientifiche" e, dall'altro lato, le lezioni “Pubbliche” e le opere "popolari", rivolte a un destinatario non specialistico. Le differenze tra i due stili riguardano sia il contenuto sia la forma sia il metodo d'indagine. Per quanto riguarda il contenuto si può dire che, mentre le lezioni private e le opere scientifiche trattano dei fondamenti del sistema e delle sue articolazioni interne, le lezioni pubbliche e le opere popolari si occupano dell'applicazione della filosofia a temi specifici o di attualità. Relativamente alla forma, va rilevato che il primo tipo di comunicazione privilegia un lessico specialistico, procede con un apparato metalinguistico alla rigorosa definizione dei termini ed evita un linguaggio figurale, concreto, metaforico. La comunicazione appare "neutra", "oggettiva" e svolge una funzione strettamente referenziale. Nelle lezioni pubbliche e nelle opere popolari, invece, l'attenzione si sposta dalla precisione e dal rigore formale dell'esposizione al contenuto trasmesso, per cui la forma linguistica si fa, da un lato, meno specialistica e astratta e, dall'altro, più figurale ed espressiva. Infine, è importante sottolineare la differenza di metodo presente nei due tipi di produzione filosofica. La prima si svolge attraverso una rigorosa procedura logica dimostrativa che deduce i propri teoremi da principi primi e incondizionati. La seconda, invece, non adotta una forma

deduttiva ma poggia le proprie affermazioni su situazioni e valori condivisi dall'autore e dal pubblico che, proprio per questo, non appaiono bisognosi di dimostrazione. I motivi che spinsero Fichte a orientarsi verso una produzione di tipo e popolare

La forma e il contenuto dei Discorsi sono coerenti con lo stile popolare di Fichte

Fichte – intellettuale romantico dà voce aisentimenti più profondi dei suo pubblico

Con il trasferimento a Berlino Fichte verrà privilegiando sempre più questo secondo tipo di comunicazione filosofica come dimostrano le più note pubblicazioni di quel periodo: dalla Missione dell'uomo del 1800 alla triade popolare del 1806 composta dai corsi Caratteristiche fondamentali dell'epoca presente (1804-1805), L'essenza del dotto e le sue manifestazioni nel regno della liberà (1805), Introduzione alla vita beata (1805-1806). I motivi di questa scelta stilistica sono molti: le critiche ricevute durante la "polemica sull'ateismo" del 1798-99, che spinsero Fichte, da un lato, a pensare di essere stato frainteso e di vivere in un'epoca corrotta, incapace di comprendere la verità, e, dall'altro, a rivedere profondamente i fondamenti stessi del sistema; l'influenza dell'ambiente romantico berlinese che spingeva ad abbandonare un linguaggio concettuale, ormai sentito come "artificioso", a vantaggio di un linguaggio più espressivo e “naturale”; l'oggettiva mancanza di una cattedra universitaria stabile (fino alla fondazione dell'Università berlinese nel 1810) e, quindi, di un pubblico specialistico cui rivolgersi. Tutti questi motivi spinsero Fichte a non pubblicare le nuove esposizioni della Dottrina della scienza del periodo berlinese e a confessare, nel 1804, a Jacobi: «quanto alla dottrina della scienza, col mio più recente lavoro credo di averle dato ormai la forma più perfetta, anche esterna, e di essere giunto a padroneggiarla fino al massimo della comunicabilità; ma non la offrirò mai stampata alla nostra epoca: mi limiterò a comunicarla oralmente a coloro che avranno abbastanza cuore per comprenderla». Di qui la scelta di concentrarsi solo sulla comunicazione "popolare" e, insieme, l'insistenza sul problema pedagogico. La nuova generazione patriottica, formata dall'educazione nazionale teorizzata dai Discorsi, avrebbe rappresentato anche il pubblico finalmente capace di comprendere appieno la filosofia fichtiana che «non è di casa nella generazione presente. [...] Alla generazione attuale (essa) deve rinunciare; ma per non restare intanto oziosa deve accettare il compito di forgiarsi la sua generazione. I Discorsi rientrano perfettamente in questo stile "popolare" privilegiato a Berlino. Vi rientrano, innanzitutto, per il contenuto, in quanto si tratta di riflessioni relative alla situazione storica presente che si impone per la sua urgenza politica ed esistenziale. In secondo luogo, vi rientrano per la forma. Il linguaggio dei Discorsi rifiuta ogni terminologia specialistica e l'uso di massicci apparati metalinguistici, adotta poche parole chiave già presentate nelle altre lezioni "popolari" berlinesi (amore, vita, immagine ecc.) e le fa intervenire in modo quasi dimesso, utilizzandole, per quanto possibile, nel significato comune; il linguaggio è concreto, figurale, metaforico e fortemente emotivo; la comunicazione utilizza tutte le tecniche retoriche necessarie a tenere vivo il contatto tra l'oratore e il suo pubblico: ripetizioni e riepiloghi, anticipazioni dell'ulteriore svolgimento dei discorsi, domande retoriche e ipotetiche obiezioni per riaffermare la propria posizione ma anche per coinvolgere il pubblico, appelli diretti all'uditorio ecc. La comunicazione, inoltre, non è mai neutrale e solo descrittiva ma intende coinvolgere e spingere all'azione, cosicché la funzione conativa risulta sottesa a tutta l'opera.

Infine, i Discorsi risultano "popolari" anche per il metodo d'indagine impiegato. Fichte non incarna più, adesso, il tipo dell'intellettuale

illuminista che, in nome della ragione, afferma la verità anche in contrasto con l'opinione popolare, caratterizzata essenzialmente dal "pregiudizio" ma, piuttosto, il tipo dell'intellettuale romantico che, in forza della sua genialità creativa, riesce a esprimere i più profondi e veri sentimenti del suo pubblico. «Io spero - afferma Fichte - di essere stato precisamente compreso da voi relativamente alla cosa essenziale che vi esposi; spero che molti avran sentito, avran pensato: “costui non esprime e non definisce a parole che ciò che noi abbiamo da un pezzo nell'animo”, e voglio credere che sia così di tutti i rimanenti tedeschi che un di leggeranno questo.» Di conseguenza, l'argomentazione destinata a dar forza alle tesi esposte non pretende neppure una validità universale e indeterminata ma si rivolge a un destinatario specifico e sa di valere solo sul fondamento di una "complicità emotiva" presupposta. -Chi sentirà come me - dice Fichte - sarà convinto; chi non sentirà come me non potrà essere convinto, giacché appunto sul presupposto di quella comune basilare sensibilità si fonda la mia dimostrazione.» I Discorsi sono diretti alla formazione della coscienza nazionale della borghesia tedesca

Resta un'ultima domanda cui rispondere: chi è il destinatario dei Discorsi? In quanto opera "popolare" essi non si rivolgono a un pubblico definito dalla propria specializzazione intellettuale, come avviene per le lezioni private e le opere scientifiche. Non si rivolgono, cioè, a un pubblico specificamente filosofico. Si tratta, invece, di un pubblico ben più composito, comprendente sia giovani sia anziani, ma reso omogeneo da una comune estrazione sociale "borghese" (“uomini dell'alta finanza e dell'industria”, “pensatori, dotti, scrittori”) e, soprattutto, caratterizzato da una "coscienza nazionale" in formazione. Se quest'ultima risulta estesa, potenzialmente, a tutti i ceti sociali, tanto che anche gli Junkers e i principi tedeschi sono esplicitamente invitati a unirsi alla causa comune, l'accento cade, però, sul "popolo" ossia sulle classi borghesi delle quali Fichte mostra l'eccezionale importanza storica per la Germania facendo riferimento all'esperienza cittadina medievale e al seguito popolare della Riforma. Il tono "popolare", pertanto, si unisce qui all'individuazione di un destinatario "popolare", borghese, e anche questo spiega la continuità dell'atteggiamento antiassolutistico e antifeudale, democratico e repubblicano della posizione politica fichtiana, nonostante tutte le profonde trasformazioni intervenute rispetto ai primi scritti....


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