Discorsi Anatomia PDF

Title Discorsi Anatomia
Course Anatomia
Institution Università degli Studi di Verona
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appunti anatomia...


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NUCLEO ROSSO: Dorsomedialmente alla sostanza nera, nel tegmento del mesencefalo si trova un raggruppamento neuronale pigmentato in una sezione trasversale del mesencefalo passante per i tubercoli quadrigemini superiori entro la callotta del mesencefalo è presente il nucleo rosso. Questo appare come un voluminoso nucleo che è interposto tra il rafe della callotta del mesencefalo, rafe formato dall'incrociamento delle fibre nervose lungo la linea mediana, ed il lemnisco mediale; esso deve la sua tipica colorazione rossastra, oltre che alla ricca vascolarizzazione, ad un pigmento contenente ferro che è presente nelle sue cellule. Visto in sezione trasversale, il nucleo rosso ha forma perfettamente circolare; se considerato invece nel suo insieme, esso risulta di forma cilindrica, estendendosi dal livello dei tubercoli quadrigemini superiori fino sotto al diencefalo. Il nucleo rosso è formato di una porzione inferiore a grandi cellule nervose, chiamata parte magnicellulare, e di una porzione superiore a piccole cellule nervose, denominata parte parvicellulare. Quest'ultima, che è quella maggiormente sviluppata nell'encefalo dell'uomo, è filogeneticamente più recente rispetto alla parte magnicellulare, che è formazione più antica. Il nucleo rosso riceve come sistemi afferenti: le fibre cortico-rubre, che provengono dalla corteccia cerebrale dell 'area motrice secondaria (o area 6) del lobo frontale dell'emisfero cerebrale omolaterale; le fibre pallido-rubre, che nascono dal globus pallidus e si portano al nucleo rosso seguendo il fascicolo lenticolare e l'ansa lenticolare; il fascio cerebello-rubro che, originato dal nucleo dentato e dai nuclei globoso ed emboliforme(nucleo interposito) del cervelletto controlaterale, entra nel mesencefalo tramite il peduncolo cerebellare superiore e raggiunge il nucleo rosso dopo essersi incrociato nella decussazione del Wernekink. I sistemi efferenti che prendono origine dal nucleo rosso sono i seguenti. Il fascio rubro-spinale (del Monakow) nasce dalla parte magnicellulare del nucleo rosso e si incrocia con quello eterolaterale entro la callotta del mesencefalo, formando la decussazione del Forel; dopo avere attraversato il ponte ed il midollo allungato cedendo fibre ai nuclei somatomotori dei nervi encefalici. scende nel midollo spinale scomposto nel fascio rubro-spinale anteriore, alquanto esiguo, e nel fascio rubro-spinale laterale, più voluminoso, i quali mettono capo al corno anteriore del midollo spinale stesso, di cui però non oltrepassano la parte cervicale e le fibre rubrospinali terminano nelle lamine V , VI e VII del midollo spinale. Il nucleo rosso è dunque una delle sedi di motoneuroni superiori, origine di vie di controllo per il movimento volontario. Le fibre rubro-reticolari originano prevalentemente dalla parte parvicellulare del nucleo rosso et dopo incrocia mento, terminano nella zona mcdiale della formaz.ione reticolare del mesenccfalo, di quella del ponte e di quella del midollo allungato, costituendo il primo tratto della via rubro-reticolo-spinale; questa via, che rappresenta il sistema efferente maggiore del nucleo rosso, prosegue dalla formazione reticolare, oltre che con fibre per i nuclei somatomotori dei nervi encefalici alcune fibre efferenti dal nucleo rosso infatti terminano nel tronco encefalico nei nuclei motori somatici di nervi cranici oculomotore, trocleare, trigemino, abducente e facciale). Alla stessa funzione primaria che vede il nucleo rosso come stazione interposta nel controllo motorio è correlata l'afferenza che esso riceve dalla corteccia telencefalica (fascio corticorubro)., con i fasci reticolo-spinali anteriore a laterale destinati al corno anteriore del midollo spinale. Le fibre rubro-olivari, dirette, entrano nella costituzione del fascio centrale della callotta e si portano al nucleo olivare inferiore del midollo allungato. Infine, il fascio rubro-talamico nasce dalla parte parvicellulare del nucleo rosso e mette capo al nucleo ventrale laterale dci talamo omolaterale. La componente parvicellulare del nucleo rossoè anchèssa coinvolta nel controllo motorio esercitato dal cervelletto. Essa riceve importanti afferenze dal nucleo dentato del cervelletto controlaterale e a sua volta invia fibre efferenti, che seguono la via del tratto tegmentale centrale, dirette al nucleo olivare inferiore. I neuroni del nucleo olivare inferiore proiettano al cervelletto controlaterale (fibre rampicanti), concludendo così un anello completo. coinvolto nel controllo motorio, che comprende regioni cerebellari, la componente parvicellulare del nucleo rosso e il nucleo olivare inferiore. I neuroni parvicellulari del nucleo rosso ricevono anche fibre dalla corteccia premotoria. Il nucleo rosso è in connessione bilaterale con i collicoli superiori. Concludendo, il nucleo rosso è un importantissimo centro motore che fondamentalmente è intercalato sulla via cortico-strio-pallido-rubro{reticolo-)spinale e sulla via cortico-ponto-cerebello-rubroreticolo-spinale, che appartengono al sistema delle vie extrapiramidali, inoltre sulla via cerebello-rubrotalamo-corticale, che collega il cervelletto all'area motrice primaria (o area 4), nonché anche all'arca motrice secondaria (o area 6) della corteccia cerebrale. Il nucleo rosso provvede a mantenere e a regolare il tono

muscolare, inoltre a regolare la motilità volontaria ed i movimenti automatici che accompagnano i movimenti volontari, esplicatldo anche un'azione moderatrice sull'attività muscolare. Immediatamente di lato al nucleo rosso vi è il lemnisco mediale. FORMAZIONE RETICOLARE: La formazione reticolare è una porzione filogeneticamente antica del tronco encefalico la cui struttura è quella di un aggregato diffuso di cellule di vario tipo e nuclei spesso non ben distinti, separati da fasci di fibre che decorrono in diverse direzioni. E’ localizzata centralmente lungo l'intero tegmento del tronco encefalico e, come già evidenziato, in essa non vengono compresi gruppi ben circoscritti di cellule altrimenti definiti, come i nuclei propri del tronco encefalico e i nuclei dei nervi cranici. FORMAZIONE NEL BULBO La parte centrale del midollo allungato, retrostante ai fasci piramidali ed ai nuclei olivari inferiori e che può essere considerata come callotta del midollo allungato, è occupata dalla formazione reticolare del midollo allutzgato, la quale giunge posteriormente fino alla sostanza grigia centrale che sta presso il pavimento del IV ventricolo. La formazione reticolare è disseminata di cellule nervose sparse o riunite in piccoli nuclei, le quali sono inframmezzate da fibre nervose singole o riunite in fascetti. Nella formazione reticolare del midollo allungato si considerano la zona mediana e, a ciascun lato di questa, la zona media le e la zona laterale. La zona mediana della formazione reticolare del midollo allungato, che si trova in corrispondenza del rafe del midollo allungato ed immediatamente ai lati di questo, è connessa con il cervelletto. Essa riceve infatti le fibre cerebello-reticolari, provenienti dai nuclei del cervelletto, ed invia le fibre reticolo-cerebellari alla corteccia cerebellare. La zona mediale della formazione reticolare del midollo allungato è fondamentalmente caratterizzata dalla presenza di grosse cellule nervose; essa ha funzione motrice, essendo intercalata lungo il sistema delle vie extrapiramidali. Vi origina principalmente il fascio reticolo-spinale laterale che scende al corno anteriore del midollo spinale, recando impulsi nervosi inibitori dell'attività motrice, del tono muscolare e del1e attività riflesse sia somatiche che viscerali. La zona laterale della formazione reticolare del midollo allungato, che possiede piccole cellule nervose, ha funzione sensitiva. Essa riceve come afferenze fibre nervose dai fasci sensitivi ascendenti del midollo spinale, quali il lemnisco spinale ed il lemnisco viscerale, nonché fibre nervose che provengono dai nuclei sensitivi dei nervi encefalici. Da essa partono fibre nervose che si recano ai nuclei intralaminari del talamo, da cui irradiano poi fibre nervose all'intera corteccia cerebrale con funzione attivatrice. Tali fibre attivanti la corteccia cerebrale influenzano tra l'altro gli stati di veglia, di sonno, di attenzione, ecc.; determinano inoltre in tutta la corteccia cerebrale quello stato di attivazione che è necessario per una migliore valutazione degli impulsi delle sensibilità epicritica e protopatica che le vie sensitive trasmettono all'area sensitiva primaria della corteccia cerebrale.FORMAZIONE NEL PONTE Dietro ai lemnischi mediali, la callotta del ponte mostra un'ampia zona occupata dalla formazione reticolare del ponte. Come quella del midollo allun· gato, essa presenta una zona median.a, di lato alla quale si trovano una zona mediale a grandi cellule, con funzione motrice, ed una zona laterale a piccole cellule, con funzione sensitiva. La zona mediana e la zona laterale della forma· zione reticolare del ponte hanno le stesse connessioni delle corrispondenti zone della fprmazione reticolare del midollo allungato; la zona mediale della formazione reticolare del ponte dà invece origine a fibre nervose che passano nel fascio reticolo·spin.ale anteriore e mettono capo al corno anteriore del midollo spinale, dove esercitano un'azione sollecitatrice sui motoneuroni ed un'azione facilitante sulle attività riflesse. Posteriormente alla formazione reticolare del ponte si estende la sostanza grigia centrale del pavimento del IV ventricolo. FORMAZIONE NEL MESENCEFALO A livello della callotta del mesencefalo la fonnazione reticolare del mesencefalo, costituita da numerosi, piccoli nuclei inframmezzati da fibre nervose e da fascetti di fibre nervose, sono distinguibili una zona mediana, centrale, e, da ciascun lato, una zona mediale ed una zona laterale, le quali hanno fondamentalmente la stessa costituzione e le stesse connessioni delle corrispondenti zone della formazione reticolare del midollo allungato e di quella del ponte. Dalla zona mediale della formazione reticolare del mesencefalo ha inizio il fascio reticolo-spinlale anteriore, che si ingrandisce poi per l'apporto di fibre nervose dato dalla zona mediate della formazione reticolare del ponte e mette infine capo al corno anteriore del midollo spinale, esercitando un'azione attivatrice sui motoneuroni.

FORMAZIONE IN GENERALE: La posizione centrale lungo tutto il tronco encefalico della formazione reticolare la rende adatta a elaborare informazioni provenienti da diversi sistemi sensitivi e a integrare quelle provenienti dall'intero nevrasse; la formazione reticolare produce quindi una vasta gamma di effetti di regolazione, che comprendono il controllo di funzioni proprie del sistema nervoso vegetativo, la modulazione dei riflessi muscolari e della nocicezione, la regolazione del livello di coscienza e di vigilanza corticale, la regolazione delle fasi del sonno e del risveglio. i nuclei della formazione reticolare, questi possono essere distinti, sulla base di criteri citoarchitettonici, chemoarchitettonici e funzionali, in tre colonne longitudinali principali che attraversano affiancate l'intero tronco encefalico per continuare in basso con le lamine grigie intermedie del midollo spinale. NUCLEI DELLA COLONNA MEDIANA DEL RAFE : I neuroni di questi nuclei sono disposti in lamine verticali bilaterali che si fondono sul piano mediano lungo tutto il tronco encefalico. Sono molto abbondanti i neuroni serotoninergtct, benché siano presenti anche neuroni contenenti neuropeptidi come la colecistochinina. I nuclei del rafe possono essere suddivisi in un gruppo rostrale, disposto nella porzione rostrale del ponte e nel mesencefalo, e un gruppo caudale, situato nella porzione caudale del ponte e nel bulbo. Nel gruppo rostrale, dall’alto verso il basso, si trovano il nucleo dorsale del rafe, il nucleo tegmentale dorsale, il nucleo centrale superiore, il nucleo del rafe pontino. In generale, i nuclei rostrali sono connessi in doppia via con il sistema limbico, il setto, la corteccia prefrontale e l'ipotalamo, svolgendo probabilmente un ruolo di controllo su una vasta gamma di attività del proencefalo, quali la regolazione dei ritmi sonno-veglia e dell'atteggiamento emotivo. Molte delle loro eff erenze seguono la via del fascicolo prosencefalico mediale. li nucleo dorsale del rafe e il nucleo del rafe pontino inviano fibre al cervelletto. Nel gruppo caudale, dall'alto verso il basso, sono disposti il nucleo magno del rafe, il nucleo pallido del rafe, il nucleo scuro del rafe. Questi nuclei ricevono informazioni somatosensitive (prevalentemente sensibilità dolorifica) dal midollo spinale e dai nuclei trigeminali; Risulta quindi evidente che i nuclei del rafe e soprattutto il nucleo magno del rafe svolgono un ruolo centrale nella trasmissione del dolore. Gli effetti derivanti dall'attività dei nuclei del rafe sono mediati dal loro neurotrasmettitore, quasi esclusivamente la serotonina che, liberata dalle fibre provenienti dai nuclei del rafe, svolge un ruolo di controllo della trasmissione dolorifica nel midollo spinale e nel nucleo della radice spinale del nervo trigemino. Questo effetto si realizza sia tramite un'inibizione diretta dei neuroni funicolari di questi nuclei tramite fibre serotoninergiche che provengono dal nucleo magno del rafe. NUCLEI DELLA COLONNA PARASAGITTALE MEDIALE: Questa regione occupa circa i due terzi della formazione reticolare ed è costituita per lo più da cellule di grandi dimensioni. Dall'alto verso il basso comprende i nuclei cuneiforme e s11bcimeiforme, i nuclei reticolari rostrale e caudale pontini, il nucelo reticolare del tegmento del ponte, il nucleo gigantocellulare (magnicellulare). Le afferenze ai nuclei della colonna parasagittale mediale provengono essenzialmente dai nuclei della colonna parasagittale laterale della stessa formazione reticolare, potendosi così schematizzare la colonna laterale come la via effettrice di uscita dalla formazione reticolare e la colonna mediale come la sede in cui vengono raccolte le afferenze. I neuroni in uscita da questi nuclei reticolari costituiscono vie multisinaptiche ascendenti e discendenti. La principale via ascendente partecipa al sistema reticolare ascendente attivante, che decorre lungo il tratto tegmentale centrale e giunge, per la maggior parte delle fibre, ai nuclei intralaminari talamici. Questi hanno diffuse proiezioni in tutta la corteccia telencefalìca . Due vie discendenti partono da questi nuclei reticolari per raggiungere il midollo spinale. Il tratto reticolospinale pontino (tratto reticolospinale mediale/anteriore), proveniente essenzialmente dai nuclei rostrale e caudale pontini, discende omolateralmente, dapprima nel fascicolo longitudinale mediale e poi nel cordone anteriore del midollo spinale, per raggiungere gli interneuroni spinali della lamina VII e VIII. Il tratto reticolospinale bulbare (tratto reticolospinale laterale) nasce dal nucleo gigantocellulare per scendere bilateralmente nella porzione ventrale del cordone laterale spinale e raggiungere interneuroni nella lamina VII e nella lamina IX. i sistemi reticolospinale pontino e reticolospinale bulbare svolgano ruoli antagonisti (eccitatorio quello pontino e inibitorio quello bulba re) sul controllo del tono muscolare dei muscoli antigravitari. NUCLEI DELLA COLONNA PARASAGITTALE LATERALE : La gran parte della colonna parasagittale laterale è costituita dall'area reticolare parvicell11lare, che attraversa tutto il bulbo e il ponte, e da altri

raggruppamenti neuronali meno chiaramente individuabili. Essa occupa approssimativamente il terzo laterale del tegmento ed è costituita per lo più da piccoli interneuroni che ricevono afferenze da nuclei sensitivi troncoencefalici e da assoni collaterali di tutte le vie sensitive, comprese le vie di senso specifiche, che attraversano il tronco encefalico. I circuiti locali, di cui questi neuroni sono parte, rielaborano le informazioni ricevute con l’effetto di regolare attività riflesse proprie di nervi cranici e funzioni viscerali, come risposte gastrointestinali, respiratorie, cardiovascolari. NERVO ABDUCENTE: Subito sopra le piramidi, nel solco bulbopontino, a ciascun lato del foro cieco (fossetta preolivare). emerge il nervo abducente (VI nervo cranico). Il 11udeo del 11ervo abduce11te è disposto nella porzione caudale del ponte presso il piano mediano e, come si è visto, sporge sul pavimento del quarto ventricolo insieme con le ftbre del nervo facciale che lo avvolgono nel coUicolo facciale. Le sue ftbre emergono in corrispondenza del margine inferi ore del ponte ai lati del foro cieco, dopo aver attraversato il tegmento pontino in posizione mediale rispetto al fascio corticospinale. Il nucleo del nervo abducente consiste di due popolazioni neuronali: la prima innerva il muscolo retto laterale; la seconda è costituita da interneuroni che attraversano la linea mediana per poi farsi ascendenti nel fascicolo longitudinale mediale e terminare nel complesso nucleare del nervo oculomotore dove raggiungono i neuroni che innervano il muscolo retto mediale: questa connessione coordina la contrazione dei muscoli retto laterale di un lato (nervo abducente) e retto mediale controlaterale (nervo oculomotore) nel movimento laterale coordinato degli occhi. Il nucleo dell'abducente svolge quindi un ruolo cruciale nel coordinamento dei movimenti coniugati orizzontali degli occhi. A sua volta, il nucleo dell’abducente è coordinato a questo fine dalla vicina formazione reticolare paramediana pontina. Il nervo abducente è un nervo motore somatico le cui fibre, originate dal nucleo omonimo posto nel ponte, emergono anteriormente dal solco bulbopontino sopra alle piramidi del bulbo. Il nervo provvede all'innervazione del muscolo retto laterale omolaterale. Immerso nel liquido cefalorachidiano dello spazio subaracnoideo, il nervo si porta in avanti, in alto e lateralmente fino all'apice della rocca petrosa dove si immette, perforando la dura madre, nel seno cavernoso. Ponendosi lateralmente all'arteria carotide interna, percorre da dietro in avanti il seno cavernoso da cui fuoriesce per portarsi in cavità orbitaria attraverso la fessura orbitaria superiore. Ponendosi tra i rami superiore e inferiore dell'oculomotore comune e inferolateralmente al nasociliare, passa all'interno dell'anello tendineo (di Zinn). Raggiunge infine la superficie profonda del muscolo retto laterale al quale cede le sue fibre. Anche il nervo abducente, come altri nervi motori encefalici, contiene un piccolo contingente di fibre sensitive somatiche che trasportano stimoli propriocettivi dal muscolo retto laterale. Tali fibre sensitive passano nel nervo oftalmico, nel tratto cavernoso del suo percorso, attraverso un ramo anastomotico; nello stesso tratto il nervo abducente riceve anche fibre simpatiche postgangliari dal plesso della carotide interna. POLPA ROSSA MILZA: La milza è un grosso organo linfoide localizzato nella cavità addominale, a sinistra, sotto al muscolo diaframma. Essa è circondata da una spessa capsula connettivale da cui si dipartono numerosi e spessi setti connettivali che, pur addentrandosi profondamente nell’organo, non lo dividono in lobi e che diventano progressivamente più piccoli fino a formare una sottilissima trama reticolare che ne sostiene il parenchima. Le principali funzioni della milza sono quelle di organizzare una risposta immunitaria verso microbi che si trovano nel sangue (funzione linfopoietica, polpa bianca) e di distruggere le emazie non funzionali o deteriorate (funzione emocateretica, polpa rossa). Il parenchima della milza viene suddiviso in polpa rossa e polpa bianca con, interposta, la zona marginale, ricca di arterie e di macrofagi in attività.La polpa bianca è caratterizzata da noduli linfatici, formazioni ovoidali composte da linfociti B, e da guaine periarteriolari composte, invece, da linfociti T. L’arteriola risulta solitamente centrale rispetto al manicotto periarteriolare. In un preparato istologico la polpa bianca è facilmente distinguibile per il colore più scuro, sia con l’Em-Eo che con le altre colorazioni convenzionali a causa dell’alta affinità dei linfociti ai coloranti acidofili.La polpa rossa è costituita da una fitta rete di sinusoidi circondati da cellule endoteliali, macrofagi e plasmacellule, ed è distribuita uniformemente nell’organo. Al microscopio questa zona si riconosce perchè più chiara, per la minor concen...


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