I Persiani, Eschilo PDF

Title I Persiani, Eschilo
Author Alice Beretta
Course Letteratura teatrale della Grecia antica
Institution Università degli Studi di Milano
Pages 2
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Summary

Trama e spiegazione della tragedia. Tratto da "Lo spettacolo nel mondo greco" di Marina Cavalli e dalle sue lezioni....


Description

I PERSIANI Anno di rappresentazione: 472 → è la tragedia più antica ad esserci arrivata. Fa parte di una trilogia probabilmente slegata. Tema: battaglia navale di Salamina, 480 = orgoglio ateniese per la vittoria ed esaltazione della democrazia. Eschilo stesso combatté in quello scontro. TRAMA La regina Atossa, vedova di Dario, e il Coro di vecchi dignitari aspettano notizie della spedizione in Grecia condotta da Serse. La donna racconta al Coro la visione avuta durante la notte: due donne aggiogate, una docile (Asia) e l'altra ribelle (Europa). Arriva un messaggero ad annunciare la disgrazia: a Salamina i Persiani sono stati sconfitti, perché Serse è caduto nel tranello dei Greci; tuttavia è riuscito a sopravvivere. Atossa e i dignitari si abbandonano a lamenti e compare l'ombra di Dario, che condanna la tracotanza del figlio e predice una nuova sconfitta a Platea. Infine arriva Serse, con le vesti lacere, che ammette di essere una sciagura per la sua stirpe e la sua patria. IL PUNTO DI VISTA DELLO SCONFITTO Caratteristica importante: si cerca di assumere il punto di vista dello sconfitto. Eschilo chiama lo spettatore a ragionare e a comprendere il diverso → conseguenza: il nemico persiano è visto come un popolo schiacciato • il soldato persiano è colpevole e/o responsabile? • il soldato persiano, ubbidendo, sta agendo nel bene o nel male? • cosa farebbe il soldato persiano se vivesse in uno stato democratico? • cosa farebbe il soldato greco se vivesse in uno stato imperiale? • quanto sono diversi il soldato persiano e il soldato greco? • si può fermare il male, che da Serse discende fino all'ultimo dei suoi soldati? Sono interrogativi a cui non dà risposte: è lo spettatore che deve trovarsele. Quando descrive la battaglia, Eschilo scrive che i soldati persiani cadono in acqua e “boccheggiano come in una tonnara” = groviglio di corpi umani che non riesce a muoversi. Significato: il soldato persiano è mio nemico, ma è un uomo fragile tanto quanto me. Anche nel male bisogna trovare una somiglianza: è la fragilità umana. SERSE E HYBRIS Serse: colpevole di hybris • crede di essere superiore a tutti gli uomini = pensava di poter sconfiggere la flotta greca • crede di essere superiore al suo stato di “uomo” ◦ si definisce un dio ◦ lui e la sua famiglia vengono salutati con l'atto dell'inginocchiarsi riservato agli dei ◦ ignora i vaticini che gli suggeriscono di non combattere → anche l'ombra del padre Dario, storicamente simile di comportamento, ma qui monarca saggio e ispirato dagli dei, lo condanna per questi motivi • crede di essere superiore alla natura ◦ costruisce un ponte di barche su uno stretto di mare → si pone come dio e cambia la conformazione del paesaggio ◦ in realtà è un espediente abbastanza comune, ma serve ad Eschilo per colpevolizzarlo ◦ è un dubbio che si inserisce nel Prometeo: cosa è lecito fare all'uomo nella natura?

Conseguenza della sua presunzione: il dio rende la sua colpa irreversibile → la dea Ate lo acceca e gli toglie il senno. Per questo non è più in grado di vedere il reale e valutarlo. Anche nella massima colpevolezza, Eschilo inserisce elementi di fragilità • vestiti lacere e a brandelli • i simboli della regalità sono diventati stracci = è sconfitto anche fisicamente. La sua fragilità è il rovesciamento ingigantito della sua grandezza passata. Lo spettatore deve sempre essere pronto a comprendere la matrice umana del nemico. Visione del dio nella produzione mitica: • Iliade ed Odissea: il dio è vendicativo → può aiutare l'uomo ma anche volere il suo male ed usarlo come una pedina • Eschilo: il dio agisce secondo una sua personale giustizia ◦ per l'uomo è incomprensibile perché non ne conosce i criteri ◦ il dio non vuole mai il male verso nessuno ◦ il dio porta gli avvenimenti ad uno stato definitivo e migliore ◦ ogni azione del dio ha finalità positiva, anche se all'uomo non appare tale ◦ l'uomo ha una conoscenza del dio limitata, che non corrisponde necessariamente alla realtà → l'importante è rispettarlo, non capirlo • Sofocle ed Euripide: il dio è indifferente verso il genere umano La realtà è determinata dagli dei → ogni uomo greco è chiamato a provare pietà verso gli altri. L'esistenza di ognuno è all'interno di un piano divino: • l'uomo non lo capisce • il dio lo capisce e lo compie = se l'uomo non vede motivazioni per cui una cosa avviene, non è un'ingiustizia ma un difetto. Tutto quello che esiste e succede, esiste e succede perché dio ha voluto che esistesse e succedesse. Riassunto finale: • la sconfitta dei Persiani è stata voluta da Zeus → sia il Coro, che Atossa, che il messaggero sanno che tutto è voluto dal destino • Serse è responsabile perché ha agito da folle e è colpevole di hybris → la sua tracotanza ha portato all'irreversibilità delle sue colpe e quindi alla sconfitta...


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