ICONOGRAFIA E LEGGENDA. IL LINGUAGGIO MONETALE DI CARTAGINE PDF

Title ICONOGRAFIA E LEGGENDA. IL LINGUAGGIO MONETALE DI CARTAGINE
Author L. Manfredi
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ME D IT E R RANEA Rivista annuale fondata da Francesco Roncalli diretta da Filippo Delpino * Comitato scientifico Maria Giulia Amadasi · Marìa Eugenia Aubet Sandro Filippo Bondì · Dominique Briquel Giovanni Colonna · Carlo de Simone Mohammed Hassine Fantar Dieter Mertens · Annette Rathje David Ridgw...


Description

M ED IT E RR AN EA

Rivista annuale fondata da Francesco Roncalli diretta da Filippo Delpino * Comitato scientiico Maria Giulia Amadasi · Marìa Eugenia Aubet Sandro Filippo Bondì · Dominique Briquel Giovanni Colonna · Carlo de Simone Mohammed Hassine Fantar Dieter Mertens · Annette Rathje David Ridgway · Francesco Roncalli Redazione Laura Ambrosini · Vincenzo Bellelli Massimo Botto · Ida Oggiano Bianca Lea Zambrano (Segretaria) * «Mediterranea» is a Peer-Reviewed Journal

M E DI TERRANEA quader ni a nnua l i de l l ’ i st i t uto di studi s u l l e c i v i lt à i ta l i c h e e del m edi t e rr a ne o a nt i co de l con s i gli o naz ionale d elle r ic erc he già « qua der n i di a rc heolo gia etru s co- italic a»

v i · 200 9

pisa · roma fabrizio serra editore mmx

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SOMMARIO Alessandro Mandolesi, Claudio Castello, Modellini di navi tirrenico-villanoviane da Tarquinia Elena Acampa, Avella in età orientalizzante: aspetti del rituale funerario e delle dinamiche di genere Laura Ambrosini, Uno specchio da una tomba di Corchiano, ritrovato nella Collezione Gorga Giuseppina Capriotti Vittozzi, L’Egitto a Praeneste: alcune note Carlo de Simone, Etrusco e tirrenico di Lemnos (stele): le forme verbali marvas ~ maras

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immagini e parole. convergenze e divergenze: etruria, cartagine, roma (xvii congresso aiac, roma, 24 settembre 2008) Filippo Delpino, Introduzione Vincenzo Bellelli, Enrico Benelli, Un settore “specializzato” del lessico etrusco: una messa a punto sui nomi di vasi Laura Ambrosini, Raigurazioni e didascalie in etrusco sugli specchi di età ellenistica: il caso-studio dello specchio con thevrumines Adriana Emiliozzi, Dialoghi prenestini su cista e specchio igurati Ida Oggiano, Paolo Xella, Comunicare con gli dei: parole e simboli sulle stele del tofet Lorenza-Ilia Manfredi, Iconograia e legenda. Il linguagio monetale di Cartagine

137 139 153 173 185 203

note e discussioni Alessandro Morandi, Sul calice inscritto “di Magliano”: una precisazione Maria Luisa Agneni, Il calice inscritto da Magliano: circostanze del rinvenimento

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ICONOGRAFIA E LEGGENDA. IL LINGUAGGIO MONETALE DI CARTAGINE Lorenza-Ilia Manfredi * Abstract This paper is about how the cultural, political and economic monetary language adopted by Carthage was inluenced and arose from the necessity for the Phoenicians to adapt to the Greek and Roman worlds maintaining at the same time typical oriental characteristics. The irst Punic coins in the West, which date back to around the 5th century B.C., were minted to facilitate integration into the Greek political and cultural reality in Sicily at that time, where each town produced its coins in almost complete autonomy and where each emission relected the economic level reached by each single centre. This explains why the Phoenicians chose to use an iconography more or less of Greek inspiration and whose legends, though written in the Phoenician language, expressed a Sicilian semantic and political context. It was only in 410 B.C., due to the necessity to pay the mercenary troops engaged in war on the island, that Carthage began minting the irst Silver coins that allude to the Carthaginian Military Administration present on the island. Nonetheless, the iconography remained predominantly similar to the Greek model though not exclusively. For instance, the Siculo-Punic tetradrachm, 320-306 B.C., which bore a female head wearing a oriental tiara and a lion standing in front of a palm tree, is a traditional Oriental Persian theme where the tiara and lion are symbolic of the ruling power of the Satrapes. The fact that coinage was introduced in North Africa and in Carthage itself at a much later date, highlights, on the one hand, the willingness of the Phoenicians to adapt to the economic system prevalent in North Africa where a monetary system was inexistent, and, on the other hand, the fact that in the Phoenician Administrative context money, as a means of exchange, was rare as was the case not only in the Achaemenid Empire but throughout the entire Middle East. The iconography adopted by the various Neopunic centres, from the end of the 3rd century B.C. to the 1st century A.D was of traditional oriental inspiration.

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e prime esperienze monetali fenicie in Occidente si manifestano durante la prima metà del v sec. a.C. nelle città fenicie di Mozia, Solunto, Palermo sotto l’impulso e il confronto con il mondo greco rispetto al quale, come avviene in Oriente, si registra un signiicativo ritardo di un secolo. Il divario diventa ancora * Primo Ricercatore. Istituto di Studi sulle Civiltà italiche e del Mediterraneo antico, cnr; [email protected]; [email protected]. Si ringrazia il geom. Laura Attisani dell’iscima cnr per l’elaborazione graica delle igure.

maggiore nel territorio nord-africano e a Cartagine stessa, dove la prima coniazione attribuibile alla metropoli risale alla metà del iv sec. a.C. L’attardamento è imputabile non tanto alla mancata conoscenza del mezzo, ma alla sua sostanziale estraneità come strumento di scambio nel contesto politico-amministrativo punico, in sintonia con quanto avviene nelle città della Fenicia, dove, nonostante la consistente tesaurizzazione delle monete greche anche prima della metà del v sec. a.C., si preferiva,

204 lorenza-ilia manfredi per l’uso interno, lo scambio del metallo greco tanto da far ritenere difuso l’utia peso. Nell’impero achemenide e in gelizzo di maestranze greche nelle zecche nerale in tutto il Vicino Oriente, infatti, fenicie.4 Un esame attento dei vari elela moneta è prevalentemente utilizzata menti igurativi rivela, tuttavia, un’elaper il commercio con il mondo greco e borazione dei prototipi e una scelta di il pagamento delle truppe ellenistiche temi non certo occasionale, dettata da arruolate nell’esercito persiano.1 motivazioni politiche precise con un La sostanziale diversità strutturale dei obiettivo propagandistico perseguito due sistemi economici, impone, quindi, coscientemente dall’autorità statale di una rilessione sui processi che hanno riferimento.5 portato all’assunzione nelle emissioni Tra le iconograie adottate in tale confenicie, soprattutto in Occidente, delle testo, la raigurazione dell’apobates è iconograie greche e sulla reale portata presente sulle serie di Mozia e Panormo della loro interpretatio. Il problema non è della ine del v sec. a.C. Sui didrammi di di facile approccio a causa della carenza Mozia, il cavaliere è associato alla testa di fonti dirette che rende diicile propordi ninfa eponima e leggenda greca Motre ipotesi ricostruttive sull’economia, la vaion,6 mentre sul rovescio delle litre di società, le dinamiche di popolamento e, Panormo il giovane nudo con in mano di conseguenza, sulla politica monetale un caduceo che scende da un ariete andel mondo fenicio-punico. droprosopo in corsa e leggenda greca Per l’Oriente, emblematico è il caso Panormos è associato al dritto con Poseidel gufo con lagello e scettro delle modone e leggenda punica s.ys..7 La rielabonete di Tiro di ispirazione fortemente razione del tema, al di là del formalismo egiziana reso secondo il modello atenieiconograico, pone il problema se la ise della civetta. L’iconograia è comunegurazione sia sentita e propagandisticamente attribuita all’“eclettismo tipolomente utilizzata anche nel contesto fenigico” della monetazione e in generale di cio come riferimento ideologico al tutta l’arte fenicia,2 ma l’analisi delle di«giovane principe che deve assicurare la verse componenti iconograiche suggecontinuità dinastica» che «svolge il ruorisce che il portato greco sia limitato al lo-chiave del “servitore” o del vicario insolo aspetto formale che non altera il va4 Guzzetta 2007, p. 151. lore ideologico della regalità di stampo 5 Caccamo Caltabiano 1998, pp. 57-74; Cacvicino-orientale espressa attraverso concamo Caltabiano 2004, pp. 11-40; Caccamo solidati e conosciuti simboli di tradizioCaltabiano 2005; La moneta è quindi un’“unità sene egiziana.3 Più complessa la situaziomantica” di cui sono parte integrante i simboli accessori e la leggenda. Quest’ultima in particolare, ne in Occidente e in Sicilia dove la svolge un ruolo determinante per l’identiicare e sintassi iconograica delle monete fenil’autenticazione della moneta stessa, facendo in cie trae diretta ispirazione dal repertorio molti casi esplicito riferimento all’autorità emitten1 Manfredi 2006, pp. 75-78. 2 Sole 1998, pp. 81-102; Elayi, Elayi 2004, Elayi 2007, pp. 47-54. 3 Gubel 1996, pp. 131-156.

te, agli organi di controllo amministrativo o alle città di riferimento. Manfredi 1995, p. 9. 6 Manfredi 1995, 114-115; Tusa Cutroni 2004, pp. 491-493. 7 Gandolfo 1998, 348-359; Manfredi 1995, pp. 112-114.

iconografia e leggenda. il linguaggio monetale di cartagine

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Fig. 1. Emissioni in argento di Mozia, Panormo e Selinunte, v sec. a.C.

caricato della divinità del prossimo rinnovamento: realizza se stesso nell’agire per una grande causa» e ino a che punto questo possa implicare un’adesione o un adattamento alle forme di governo della Sicilia greca e/o di controllo della produzione monetale1 (Fig. 1). Ancora a Panormo si possono individuare altri interessanti esempi di elaborazione di prototipi greci. È il caso del dio luviale di prospetto nell’atto di sacriicare su di un altare, con dietro un ariete, che compare sul rovescio dei tetradrammi del 410/409 a.C., con al dritto la quadriga di ispirazione siracusano. Il tema è mutuato dal repertorio di Selinunte con signiicative variazioni stilistiche nel panneggio del personaggio divino, nelle sostituzione del toro con un ariete e della foglia di selinon con la pal1 Caccamo Caltabiano 2006, p. 24.

ma. La presenza dell’ariete non sembra casuale, già nelle litre d’argento l’apobates cavalca l’animale, riprodotto anche sulle più tarde emissioni della città, così come la sostituzione del selinon “simbolo parlante” della città di Selinunte2 con la palma elemento distintivo della cultura fenicia con «valeur religieuse interne à la civilisation punique et une valeur de signe de reconnaissance entre communautés, ce qui en fait un thème excellent pour igurer sur un moyen d’échange»3 (Fig. 2). L’“eclettismo” tipologico delle monete di Mozia e Panormo, ma anche di Soluto, quindi, è tutt’altro che casuale ed è testimonianza della volontà di esprimere precisi messaggi che esaltino la rag2 Guzzetta 2007, p. 154. 3 Guzzetta 2007, p. 155; Alexandropoulos 2000, p. 46.

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Fig. 2. Tetradrammi cartaginesi in Sicilia dal 410 a.C. al 320 a.C.

giunta competitività economica della città e al contempo rendano espliciti i rapporti privilegiati con determinate città greche.1 In particolare, le tipologie adottate da Mozia nella sua prima fase, in cui prevalgono i temi di tradizione imerea, sembrano evidenziare un legame privilegiato con la colonia calcidese, con la quale Mozia convide il controllo delle rotte tirreniche e le vie di penetrazione verso l’interno dell’Isola. In tale contesto, si pone l’adozione a Mozia sul1 Manfredi 2001, pp. 11-13; Di particolare rilevanza le tre fasi individuate da A. Tusa Cutroni nella quale sembra articolarsi la produzione monetale moziese in base ai legami stilistici: la prima fase deinita “imerea” caratterizzata dal citato apobates; la seconda legata a Segesta con i didrammi che raigurano il cane che annusa a leggenda greca e punica; la terza deinita “agrigentino-siracusana” con didrammi e tetradrammi con i tipi dell’aquila e del granchio e testa femminile ad esclusiva leggenda punica. Tusa Cutroni 2004, p. 493.

le litre in argento del 425-397 a.C. e sulle serie in argento e bronzo del 413-397 a.C. del tipo del gorgoneion2 che riporta all’Etruria e a Populonia e della palma che sancisce l’inserimento del centro nel più ampio rapporto privilegiato instauratosi nello stesso periodo tra Cartagine e l’Etruria.3 Non mancano tra le città fenicie temi di ispirazione comune: Panormo e Solunto condividono le tipologie del gallo, del cavallo al galoppo, del toro, di Atena e tra Panormo e Mozia, in particolare 2 Per la monetazione di Imera del 450 a.C., Tusa Cutroni 2004, pp. 491-493; inoltre, Tusa Cutroni 1998, pp. 127-132; Visonà 2006, pp. 239-245. La gorgone compare anche sulle monete fuse di Selinunte del 435-415 a.C. Calciati 1983, 233-235. 3 La rotta tirrenica toccava anche il versante occidentale della Calabria. Al proposito interessante è la presenza nel relitto di Porticello di anfore di probabile provenienza moziese. manfredi 2008.

iconografia e leggenda. il linguaggio monetale di cartagine 207 quelle del cane di origine segestana, del città fenicie di organismi assembleari, di granchio, del toro androprosopo e evidente origine vicino-orientale, predell’aquila. Ciò nonostante, è interesposti anche al controllo della produziosante notare che pur recependo tipone monetale. Signiicativa è la leggenda logie greche analoghe, nella generale š b‘l s.ys., che compare sulle monete di «…“globalizzazione” di motivi e raiPanormo dal 409 a.C.3 (Fig. 2), dove il gurazioni (…) di matrice ellenica»,1 le termine b‘lm trova ampia e interessante città non assumono in nessun caso icoattestazione a partire dal v sec. a.C., nei nograie speciiche degli altri centri fetesti aramaici dell’Asia Minore in riferinici. Manca a Panormo il riferimento ad mento ai proprietari terrieri. I «signori» Eracle, predominante a Solunto, al gor( i b‘ln) delle iscrizioni della Licia congoneion e alla palma caratteristici di Motrollavano e avevano la responsabilità zia. Analogamente non sono individuadei loro latifondi come territori indibili, almeno tra le emissioni a leggenda pendenti dalle città, ma tributari della punica, iconograie comuni tra Mozia e satrapia nell’ambito della politica perSoluto. L’attenta diferenziazione persesiana che, in questa regione dell’impeguita dalle città fenicie evidenzia la voro, privilegia tiranni e oligarchie locali. lontà di dichiarare le proprie alleanze e In ambito siciliano, la carica sembra escircuiti commerciali, senza poter stabilisere l’espressione dell’autonomia cittare, tuttavia, se ciò implichi anche l’adedina e della capacità decisionale dei sinsione ai loro signiicati politici e sociali. goli «ottimati» riuniti in un collegio a Quest’ultima considerazione vale in cui era stato aidato anche il controllo particolare per il tema della quadriga della produzione monetale civica. La adottata in tutti i tetradrammi delle zecpresenza sulle monete greche di Panorche fenicie e che in ambito greco risulta mo successive al 254 a.C. della leggenda «correlata all’ideologia della vittoria e Panormiton intesa come riferita all’auinserita in un sistema semantico gerartorità emittente e alla comunità con cui chizzato, in cui il Capo viene rappresensi pone in relazione, fa ipotizzare una tato o comunque assimilato all’auriga correlazione del genitivo greco con del carro».2 l’espressione fenicia š b‘lm e una possiCon il iv sec. a.C. e l’adozione di legbile ellenizzazione dei b‘lm «gli abitanti, gende puniche più complesse rispetto i cittadini» come polivthoi. Da qui proal solo toponimo precedentemente ribabilmente, la scarsa valorizzazione portato, si evidenzia l’esistenza nelle dell’istituto da parte di Cartagine, che vedeva nell’assemblea l’espressione dell’autonomia cittadina svincolata dal 1 Nel mondo fenicio e punico gli incisori delle rapporto di «cittadinanza» con la mapietre dure erano gli stessi che preparavano i conii drepatria, rappresentato, diversamente, monetali, come confermato dal rinvenimento a Cartagine, in un’area interpretata come l’archivio di un tempio punico, di cretule datate al iv sec. a.C. Di particolare rilevanza il tema del cavallo al galoppo e della protome presente nelle monete, nella glittica e nei gioielli. de Simone 2007, p. 33. 2 Caccamo Caltabiano 2004, p. 23.

3 Si rimanda alla discussione sull’attribuzione delle monete a leggenda .sys. alla zecca di Panormo a Manfredi, Viola 2007, pp. 87-88; sull’idea di in generale di élites cittadine nell’Italia meridionale cfr. Silvestrini 2003, pp. 65-80.

208 lorenza-ilia manfredi dall’assemblea dell‘m.1 La “assembla del quest’ultima Cartagine si confronta anpopolo” mantiene, infatti, costanteche sul piano numismatico coniando mente il valore di istituto «statale», codal 410 a.C. tetradrammi a leggenda me collegio di magistrati con poteri qrth.dšt e (Cartagine) e mh.nt (il campo civili e/o militari, sia che designi l’asnel senso di «amministrazione militare semblea deliberante di Cartagine o di cartaginese») (Fig. 3) per le truppe meraltri centri punici, sia quella operante cenarie impiegate nell’isola.4 L’adozionell’esercito. In tale ottica diventa evine sul dritto della parte anteriore di cadente il messaggio politico scelto dalla vallo imbrigliato e del cavallo libero metropoli con la registrazione del entrambi incoronati da Nike, simboli ‘mmh.nt «il popolo del campo» cioè l’asdella vittoria e della potenza militare, semblea dei cittadini presenti nell’eserassumono, nel pieno delle operazioni cito cartaginesi, sui tetradrammi punici militari, un evidente valore propagandidi Sicilia a partire dal 320 a.C. (con al stico raggiunto con l’utilizzo di temi dritto la testa di Core circondata da delancora di forte ispirazione greca.5 Tutini o la testa di Eracle-Melqart e al ro- tavia, i già citati tetradrammi a leggenvescio la protome equina e albero di da ‘mmh.nt con l’assunzione della protopalma) (Fig. 3) come garante, per conto me equina al posto della quadriga dello stato cartaginese, della produziosottolineano la volontà politica di “pune monetale in argento destinata al panicizzare” i temi iconograici scelti per gamento delle truppe mercenarie.2 Ma la Sicilia.6 Nell’ambito di tale linea progià dalla ine del v sec. a.C. Cartagine grammatica sembrano porsi anche i teaveva imposto la sua presenza in Sicilia tradrammi con testa femminile con coalterando i precedenti equilibri e dando pricapo frigio e il leone con dietro origine ad un nuovo regime economico palma e leggenda š‘mmh.nt del 320-306 e politico i cui i maggiori poli saranno a.C. fortemente ispirati a temi vicinola metropoli punica e Siracusa.3 Con orientali di tradizione persiana: la tiara e il leone sono, infatti, simboli di co1 L’atteggiamento è tanto più ipotizzabile nei rimando riservato ai satrapi.7 Il persoguardi di un’istituzione espressione, in Oriente, di naggio femminile divino del dritto,8 gruppi aristocratici non fenici, organici all’impero persiano, probabilmente giunti in Occidente con funzioni politiche, amministrative o militari, indipendenti dal controllo di Cartagine. Poco accettabile sembra, quindi, l’ipotesi che vede nei b‘lm dei cittadini cartaginesi «borghesi» facenti parte dell’assemblea del popolo da distinguere dagli aristocratici imprenditori e proprietari terrieri. Manfredi 2003, pp. 356-361. 2 Manfredi 2003, pp. 386-388; Péré-Noguès 2004, pp. 145-155; Hoyos 2007, pp. 6-12; Manfredi 2008. Nell’ambito dei cittadini cartaginesi presenti nell’esercito sembrano rientrare anche i s...


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