IL Libro Dei Dettati PDF

Title IL Libro Dei Dettati
Author Micol Brembilla
Course Disturbi dell'apprendimento
Institution Università degli Studi di Bergamo
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Riassunto del libro dei dettati...


Description

IL LIBRO DEI DETTATI Capitolo 1: scrittura e competenza ortografica L’ortografia di una lingua è il modo corretto in cui si transcodifica la forma orale in forma scritta. È un insieme di regole, ma che diverse da una lingua all’altra e quindi le regole cambiano in base alla cultura. Questo ha tratto in inganno i primi studi sui DSA. La scrittura è un apprendimento complesso poiché dipende da numerosi fattori che ancora prima dell’ingresso a scuola iniziano a costruirsi. In italiano, la scrittura è una rappresentazione diretta della forma orale, dell’organizzazione dei suoni contenuti nelle parole. A causa di ciò, la percentuale di persone dislessiche in italiana è leggermente più basse rispetto agli altri paesi. In un sistema alfabetico come il nostro, i bambini ci impiegano un anno di scolarizzazione per imparare a scrivere a scrivere parole che corrispondono a 1 suono 1 segno. In media il bambino ci metterà altri due, tre anni a completare l’apprendimento che prevede la transcodifica di più unità in sillabe. Modelli teorici di apprendimento della scrittura Modello a due vie_ Patterson Il modello a due vie si basa sull’ipotesi che l’accesso al lessico possa avvenire per via: visiva (scritto) e fonologica (suono). La via lessicale fonologica è una via segmentale poiché permette di convertire una stringa di suoni in una stringa di grafemi. La stringa di suoni viene conservata in un magazzino di memoria breve (buffer fonemico) per consentire la traduzione nei corrispondenti simboli grafici. Questa via permette di scrivere parole regolari conosciute o non conosciute, ma è inefficacie per le parole ambigue. La via lessicale semantica prevede una prima fase nella quale avviene il riconoscimento della parola udita sia nel suo contenuto sonoro che del significato. Ciò attiva il magazzino della memoria a lungo termine dove sono presenti le regole ortografiche già apprese. In questa via, la parola da scrivere è recuperata nella sua forma integrale da un magazzino lessicale, in cui le parole conosciute sono depositate secondo la loro forma grafemica codificata in forma visiva astratta, attraverso un accesso dal lessico fonologico. Modello evolutivo di Uta Frith Uta Frinch ha teorizzato un modello di apprendimento della lettura valido per tutte le lingue di tipo alfabetico. Questa teoria spiega come i neo-apprendenti passino dalla totale ignoranza dei rapporti tra linguaggio e letto-scrittura alla completa automatizzazione del processo. Secondo questa teoria l’apprendimento avviene tramite quattro fasi (o stadi) i quali sono interdipendenti tra loro. Se un bambino non ha raggiunto il primo stadio, non potrà acquisire il secondo e quindi vige un ordine gerarchico tra le quattro fasi. 1. Stadio logografico (o pre alfabetico): precede l’apprendimento della letto-scrittura e coincide con l’età della scuola dell’infanzia. Il bambino impara a riconoscere un limitato repertorio di parole in modo globale, come se memorizzare un’immagine. 2. Stadio alfabetico: il bambino inizia ad imparare a discriminare le parole scritte e i suoni delle parole dette. Attraverso questo stadio riesce a riconoscere sia parole conosciute che parole nuove. 3. Stadio ortografico: inizia a riconoscere entità più complesse come le sillabe, la lettura diventa più rapida perché l’interiorizzazione dei due stadi precedenti aiuta la decodificazione. 4. Stadio lessicale: il bambino riconosce le parole scritte che fanno già parte del suo lessico, senza dover associare il suono della parola. In questo stadio la letto-scrittura è collegata direttamente al significato delle parole.

In questo modello le due fasi di lettura e scrittura non procedono contemporaneamente, ma in modo asincrono. In alcune fasi, come nello stadio alfabetico, il bambino prima riconosce visibilmente la parola e solo successivamente sarà in grado di riprodurla sottoforma di scrittura.

L’influenza della lingua sull’apprendimento della scrittura L’italiano è una lingua trasparente, i bambini non faticano a imparare questa lingua, ma imparare a scrivere è una fase più complessa. Nelle lingue alfabetiche la prima fase di apprendimento avviene generalmente con procedure di segmentazione dei suoni delle parole e per queste lingue tale livello è già efficace, in quanto permette di applicare regole di corrispondenza sia a livello di un suono-un segno, sia a livello sillabico. Le lingue trasparenti presentano comunque delle irregolarità come i suoni cu/qu/cqu oppure a/ha. Per creare un modello didattico di intervento queste irregolarità devono essere spiegate e chiarite in modo esplicito. Lo sviluppo della competenza ortografica L’apprendimento della lettura e della scrittura non inizia con l’ingresso alla scuola primaria, ma ha origine nei processi mentali, alle ipotesi che il bambino fa sulla lingua. Prima che i bambini abbiano la consapevolezza che si scrivono i suoni delle parole, i bambini devono capire che le parole sono fatte di suoni separabili perché nelle lingue a scrittura alfabetica questo è il punto di incontro tra i due sistemi linguistici e simboli. Questa abilità si chiama abilità metafonologica, ovvero è la capacità di pensare, riflettere, manipolare le strutture linguistiche facendo riferimento alla forma del linguaggio e non al suo significato. Ad esempio i bambini possono esercitarsi su frasi come “la scimmia mangia la banana, ma la banana non mangia la scimmia/ pino, vino, fino, sono simili, ma non uguali”. Ovviamente ogni bambino ha i propri tempi, sapere già tutto l’alfabeto alla scuola dell’infanzia non significa che il bambino sia già pronto a scrivere poiché è un processo che deve interiorizzare e fare suo, quindi deve essere pronto sotto il punto di vista linguistico. Il vantaggio di sistemi di scrittura alfabetica rispetto alla scrittura sillabica sta nel minor numero di segni da imparare e tracciare. Infatti, i segni che vanno dai 20 ai 30 circa, a seconda della lingua, per le scritture alfabetiche, mentre variano da alcune centinaia a diverse migliaia come per il cinese moderno e per le lingue sillabiche. L’apprendimento ortografico segue una linea temporale in cui la corretta trascrizione fonologica dei suoni rappresenta lo scalino iniziale, questo apprendimento richiede pochi mesi. Poi segue l’apprendimento un suono-più segni e questo si conclude a fine seconda elementare. Degli studi recenti affermano che insegnare l’alfabetizzazione tramite le sillabe favoriscono tutti quei bambini che hanno difficoltà di apprendimento e che non riescono a concepire il fonema in modo astratto. Parlando dello sviluppo metafonologico è già stato individuato il livello a cui il bambino accede per sviluppo linguistico, la sillaba, rispetto alle acquisizioni culturali relative al fonema. La sillaba è l’unità minima linguistica con elevato gradiente di riconoscibilità percettiva; il fonema è una rappresentazione cognitiva, percettivamente instabile, facilmente confondibile. ESEMPIO: La parola TAVOLO per noi è composta da 6 pezzi (lettere), sono semplici da riconoscere nel momento in cui vengono letti, se presi in modo astratto è più complicato. Invece se la parola tavolo fosse divisa in 3 pezzi (sillabe) sarebbe più semplice da riconoscere. La memoria verbale richiesta per l’assemblaggio sillabico è inferiore a quella richiesta dalla fusione fonemica e questo introduce il bambino all’accesso lessicale. La lingua italiana riconosce diverse tipologie sillabiche classificabili in sillabe aperte quelle che terminano con una vocale e sillabe chiuse quelle che terminano con una consonante.

Una questione di termini Gli autori Tressoldi e Cornoldi hanno diviso i possibili errori per la lingua italiana in tre categorie: -errori fonologici (es.cata invece di carta, patatate invece di patate)  tutti quelli che fanno riferimento al vestito sonoro del linguaggio scritto: la forma ortografica corretta corrisponde alla forma fonologica della parola. Sono tutti errori fonologici quelli in cui non è rispettato il rapporto tra fonemi e grafemi. -errori non fonologici (es. lalbero invece di l’albero, nome proprio di persona con la minuscola)  quelli nei quali manca l’applicazione di una regola che non riguarda i suoni. La forma di scrittura corretta dipende dall’individuazione di componenti metalinguistiche e metacognitive che regolano il rapporto tra linguaggio orale e scritto. -errori altri, quelli legati ad esempio al raddoppiamento consonantico o l’uso dell’accento (es. pala invece di palla, caffe senza accenti ecc)  quelli nei quali la forma ortografica non corrisponde alla fonetica della parola: raddoppiamenti e accenti. A queste modalità di classificazione degli errori corrisponde un’azione didattica volta al loro superamento attraverso la comprensione del meccanismo deficitario che sostiene l’errore e impedisce la corretta rappresentazione convenzionale della lingua. L’intervento didattico in ambito scolastico è indispensabile perché la scuola è l’ambiente ecologico nel quale si realizza l’apprendimento formale della scrittura ed è possibile la maggior parte dell’esercitazione pratica di questo apprendimento. LABORATORI SCOLASTICI PER L’INTERVENTO DIDATTICO 1° LIVELLO: Metafonologia consideriamo di primo livello, per quel che riguarda l’apprendimento della letto-scrittura, tutti i bambini che non hanno ancora raggiunto la fase nella quale si comprende che ciò che viene scritto non è il significato delle parole ma sono i suoni che le compongono. Il laboratorio coinvolge tutti i bambini di 4-5 anni e permette loro di comprendere i suoni delle parole. È un lavoro prima di tutto verbale e non prevede l’uso del codice scritto. Avviene attraverso l’esercitazione di fusione prima e poi di segmentazione delle sillabe delle parole e successivamente di fonemi per realizzare parole. Quando la metafonologia è consolidata, si procede con la mappatura del rapporto grafema-fonema, ripartendo dalle parole più semplici, bisillabe e con struttura CVCV; se il bambino non è in grado di scrivere si possono utilizzare lettere mobili. Se il livello mentale o una grave patologia linguistica non concede di utilizzare i fonemi, è possibile procedere con una metodica sillabica, ma in questo caso si proporrà soltanto la lettura, rimandando la scrittura un livello maturativo più adeguato 2° LIVELLO: Laboratorio delle parole. Quando il bambino ha superato il primo livello, il bambino inizierà a leggere tramite la fusione delle sillabe e non più seguendo i grafemi singoli ed a scrivere autodettandosi una sillaba alla volta, che verrà realizzata un grafema alla volta, ma sempre con l’unità sillabica ben presente. La scansione di lavoro prevede che dopo aver consolidato la lunghezza (memoria verbale), si passi al consolidamento della complessità (struttura fonetica) poiché le parole non sono formate sempre e solo da sillabe piane. Tutto questo avviene inizialmente ancora in rapporto un suono-un segno, la sillaba diventa più complessa, ma non contiene ancora difficoltà ortografiche. Quando il bambino ha imparato a dividere sempre le parole in sillabe prima di procedere alla scrittura, potrà lavorare con la dettatura di parole, al fine di automatizzare la competenza appena acquisita. Anche quado lavora sotto dettatura sarà importante che ripeta la parola, la divida in unità sublessicali e proceda con la scrittura in autodettato. È a questo punto che le parole on raddoppiamento potranno trovare una collocazione, attraverso l’automazione della divisione sillabica, che scomporrà le più semplici parole bisillabe in due unità CVC-CV. 3° LABORATORIO: Laboratorio dell’ortografia fonologica Al bambino vengono presentati suoni più complessi, come cia/gia, chi/ghie cc, il rapporto fonologico non è

più un suono-un segno, ma un suono-più segni. Poiché a questo punto il bambino è allenato a riconoscere le unità più grandi di due grafemi (CV), sia nella forma uditiva (segmentazione sillabica e fonologica) sia nella forma visiva (le griglie grafiche), la presentazione di queste unità sublessicali non richiede spiegazioni particolari se non l’esercizio. Un ultimo elemento all’interno di questo laboratorio, che dal punto di vista cronologico possiamo far corrispondere al secondo quadrimestre della prima, è da dedicare al carattere della scrittura. Non si tratta di un problema ortografico in italiano, ma lo diventa quando nella classe sono presenti bambini di altra lingua o cultura. 4° LABORATORIO: Laboratorio delle frasi Il bambino dopo aver appreso le regole grammaticali e fonologiche, adesso inizierà a scrivere seguendo le regole di sintassi. L’evoluzione delle tre forme di ortografia che abbiamo già individuato nel capitolo precedente è diversa, sia nei tempi sia nei modi: -

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L’ortografia fonologica (F), che regola il rapporto tra i suoni e i segni, è controllata da aspetti linguistici di metafonologia e ha la sua espressione nelle parole. È la prima forma di corretta scrittura appresa, è gerarchicamente la più importante. Oltre a questo tempo sono ancora possibil apprendimenti e correzioni, ma basati sul controllo metacognitivo e pertanto più lenti e faticosi. L’ortografia non fonologica (NF), o delle regole, ha la sua espressione nelle frasi. Organizza il rapporto con le componenti metalinguistiche e metacognitive del linguaggio; è l’ortografia di “a” preposizione rispetto ad “ha” forma verbale, degli apostrofi, della corretta divisione delle parole, delle maiuscole, ecc. tutte queste regole che fanno riferimento non al suono delle parole ma a un controllo cognitivo che decide quale sia in quel preciso caso la regola da usare, che dipende non solo dalla singola parola ma anche dal posto che essa occupa nella frase. L’ortografia fonetica (A), è relativa agli accenti e ai raddoppiamenti, cioè ad aspetti sonori che vengono controllati in parte con il laboratorio fonologico e in parte con il laboratorio delle regole. È importante conoscere questo tipo di ortografia e insegnarla rispettando le tappe corrette.

In questo quarto laboratorio ci si occupa in particolare dell’ortografia NF, che trova la sua espressione nelle frasi. L’intervento sarà inizialmente di tipo strumentale con la proposta di dettati di frasi o piccoli brani; successivamente si procederà a stimolare l’uso delle regole apprese secondo una scansione ragionata: -

Dettato di piccoli brani privi di ortografia NF che richiedono al bambino l’uso delle unità sublessicali di tipo F e, attraverso la suddivisione delle parole, di accedere al raddoppiamento. Dettato di brani che richiedono l’applicazione di regole ortografiche NF (e del controllo accenti) Proposta di parole con le quali il bambino in autonomia deve costruire delle frasi.

Le prime due proposte fanno riferimento all’apprendimento strumentale: il bambino non deve ideare nulla, ma solo applicare le modalità di transcodifica corretta da sonoro a scritto. L’ultima fase fa riferimento a un apprendimento funzionale, cioè il bambino usa lo strumento scrittura per realizzare una produzione che viene dalla sua mente. I laboratori proposti coprono un arco temporale che va dalle fasi precedenti all’inizio della prima classe della primaria fino all’inizio della seconda classe. La proposta di lavoro che questo testo traccia riguarda in maniera particolare una tipologia di attività didattica, il dettato, presente da sempre nella vita scolastica, ma qui presentato con una nuova veste. LE DUE VIE DEL DETTATO La scrittura sotto dettatura è un’attività strumentale in contrapposizione all’attività funzionale, il bambino utilizza la scrittura come mezzo per poter esprimersi in forma scritta. Il dettato può assumere due vie: il dettato di verifica e il dettato per apprendere. Il dettato di verifica viene utilizzato dagli insegnati per verificare se i bambini hanno appreso le regole

ortografiche in modo corretto. Questo tipo di verifica è vincolata dal fatto che la prova è superata solo quando il bambino scrive tutto correttamente. Non è sbagliato considerare il dettato come strumento di verifica, ma occorre mutuare da altre discipline il concetto di misurazione delle competenze e ripensare il dettato di verifica: la sua costruzione deve rendere possibile una valutazione che vada oltre l’unità didattica proposta e permetta l’esame del risultato ottenuto alla luce del consolidamento di tutti gli apprendimenti fin a quel momento raggiunti per concatenare le future proposte didattiche. È importante che il dettato di verifica sia utilizzato per il suo corretto scopo, cioè fornire informazioni per l’azione didattica, e che ad esso facciano seguito proposte adeguate con esercitazioni ripetute. La verifica deve essere fatta con cognizione di causa, con cadenza bimestrale o trimestrale. Il dettato per apprendere non viene quasi più utilizzato, è uno strumento ecologico usato soprattutto nelle classi molto numerose. Il dettato per apprendere, non verifica, ma insegna ciò che ancora non è stato appreso oppure ciò che è appreso ma non ancora consolidato. Il docente durante la dettatura provvederà a ricordare al bambino il tipo di errore che potrebbe incontrare o il tipo di regola applicare, per prevenire l’errore. Nel dettato proposto con questa modalità lo scopo è insegnare l’uso applicativo dell’ortografia fonologica, delle regole non fonologiche, dei raddoppiamenti e degli accenti, non verificarlo. È importante agire in modo tale che il bambino eviti di compiere errori. È importante, inoltre, procedere dall’apprendimento strumentale a quello funzionale con gradualità, senza improvvise richieste di lavoro in autonomia....


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