IL Pensiero DI Derrida app PDF

Title IL Pensiero DI Derrida app
Author Ilaria Casteletti
Course Filosofia morale
Institution Università degli Studi di Bergamo
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Il pensiero di Derrida ...


Description

Filosofia morale

IL PENSIERO DI DERRIDA app. pag 59 a 74 “Dalla grammatologia” di Derrida, testo che ha un carattere polemico e innovativo. Testo critico nei confronti della tradizione filosofica, che ha assunto il logos come esaustivo della realtà. Critica al logocentrismo

Spostamento dal logos, al gramma ossia la scrittura

Tema fondamentale nella lettura di Derrida è DIFFERANCE, ossia differenza. Il termine francese esprime molti significati rispetto alla parola differenza, per questo motivo ci furono molti problemi nella traduzione italiana. Si tentò inizialmente di caratterizzare la scrittura, traducendo la parola con dif-ferenza. Successivamente si tentò di lasciare la parola originale e infine adottare il termine DIFFERAENZA Testo di Derrida : LA FARMACIA DI PLATONE  Platone sostiene che la scrittura è un PHARMAKO = un farmaco, che ha un duplice significato:

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Positivo Negativo  la scrittura ha un ASPETTO MORTIFERO per diversi motivi: la scrittura presuppone il non essere

essa è FONETICA  la scrittura fonetica possiede l’ASTRAZIONE della realtà. Essa diviene CONCETTUALIZZAZIONE togliendo materialità alla realtà. La tradizione occidentale, mette al centro la “fonè”, la voce e ciò ha conferito alla scrittura un valore strumentale; ossia uno strumento puramente

empirico, uno strumento necessario per dare permanenza alla voce, per conferire ad essa una portata universale. Derrida vuole denunciare il ruolo che la tradizione occidentale ha fatto della scrittura. In questo senso, egli si concentra sulla DECOSTRUZIONE.

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Su questo termine si costruisce tutta la filosofia di Derrida.

Il termine non indica distruzione, ma smontare i pezzi che hanno portato al concetto di scrittura giunto a noi

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NON È NICHILISMO!!! DERRIDA NON INTENDE ANNULLARE TUTTO!!

Derrida sottolinea la potenzialità della scrittura definendola ARCHI-SCRITTURA,intesa come struttura di RELAZIONE; la pagina prende significato/senso dalla RELAZIONE e dalla PRESENZA, ossia nella relazione tra spazio bianco e parola presente, quest’ultima acquisisce senso dall’unione con le altre parole. Derrida successivamente paragona la testualità e la tessitura. Egli dice “ rimanendo nascoste alla percezione, regole di composizione e di gioco rischiano di scomparire” ; Derrida sta dicendo che se un dono viene oggettivato, ossia diviene oggetto, perde di significato dimenticandosi così ciò che è impercettibile ( es. anello di fidanzamento). Quindi la scrittura empirica non esaurisce la realtà; la realtà è il testo e quindi è necessario cercare il suo significato. (vedi p. 63 app)

Filosofia morale

Cosa si deve fare ogni volta che si legge un testo? Leggere significa fare emergere il significato del testo, a cui si aggiunge la propria interpretazione del testo stesso. Ogni testo è portatore del suo filo rosso, che è nascosto e difficile da essere percepito. Secondo Derrida, il senso di qualcosa è inscritto nella realtà, come TRACCIA. Non esiste senso al di fuori del testo, ossia non è una trascendenza fisica che da senso alla realtà, ma il senso è già inscritto in essa.  3 termini: testo, traccia e senso  TESTO = insieme di tracce che contengono il senso, la realtà Leggere il testo quindi significa appropriarsi e comprendere il senso. L’interpretazione non è soggettiva, ma oggettiva, ossia far venire verso di me il senso nascosto nel testo. TEMA della FIRMA : la firma indica l’unicità del soggetto, ha valore della singolarità. Quando si firma ci si assume la responsabilità del testo. Leggere è una controfirma, ossia è un modo per affiancare la mia unicità a quella dell’altro. (p. 66 app)

TEMPO E TRACCIA. UNA RIFLESSIONE SUL PENSIERO DI JACQUES DERRIDA di Andrea Potestio (p. 121 a 136 libro e p. 69 a 74 appunti) Derrida: riflessione sul tempo accompagna spesso la critica alla tradizione metafisica che egli accusa di fondarsi sulla presenza e sulla voce. Obiettivo di questo saggio: dimostrare la connessione fra scrittura

e tempo. DECOSTRUZIONE = metodologia di accesso al senso dei testi ( scrittura e lettura). Con questo termine Derrida intendeva un’analisi critica delle categorie della metafisica per mostrare il senso della filosofia Le fonti principali del pensiero di Derrida sono: la FENOMENOLOGIA di Husserl e ERMENEUTICA FENOMENOLOGICA di Heideger Nell’opera “Ousia e grammè” ( Sostanza e scrittura), Derrida critica una nota presente nell’opera di Heideger “ Essere e tempo”. Egli accusa la tradizione metafisica di LOGOCENTRISMO,ossia sostiene che nella metafisica tradizionale vi sia un’eccessiva presenza di Logos = tempo presente Secondo Derrida, la metafisica ha attribuito eccessiva importanza al tempo presente. Il compito della decostruzione consiste nel mostrare le condizioni materiali che mettono in evidenza la presenza; Derrida vuole quindi indagare le condizioni che permettono di manifestare la presenza. Una di queste condizioni è la SCRITTURA, che la tradizione classica usa come strumento, come prolungamento della voce ( ruolo importante). Platone infatti sosteneva che la scrittura non poteva riportare il discorso parlato, in quanto manca la persona che era presente al momento del discorso. La scrittura agisce nell’assenza!!! Al contrario la metafisica tradizionale ha dato importanza alla voce intesa come presenza. Al contrario, la filosofia ha dato importanza alla voce interna che non può essere colta nella dimensione esterna e porta immediatamente alla realtà, verità senza mediazioni. A tale proposito Deerida introduce il termine TRACCIA

Filosofia morale

TRACCIA ≠ SEGNO  Indica un ente, una presenza Indica un’assenza. Indica che manca qualcosa, disseminando la mancanza, ossia lasciandola agire. La traccia ha nel suo interno un elemento simbolico; essa da un lato mantiene questa assenza, ma dall’altro lato l’assenza è generativa, ossia produce un nuovo segno  MANCANZA HA VALORE GENERATIVO.

SENSO del SIMBOLO ≠ SENSO della TRACCIA  la mancanza non solo riunisce al passato,ma genera Qualcosa di nuovo. la mancanza mi riconduce al passato. Nell’interpretazione di un testo, il lettore, a partire da delle tracce, pone qualcosa di nuovo. Dopo aver mediato, confrontato il suo pensiero, il lettore/filosofo scrive il suo pensiero e scrivendo egli produce

nuove tracce. Un’altra categoria derridiana è il SUPPLEMENTO =ciò che cerca di colmare l’aspetto mancante della

realtà La scrittura è supplementare perché è l’aspetto generativo che cerca di colmare l’assenza originaria. Il supplemento però non riempirà mai il vuoto originario, ma modifica ciò che c’era prima in modo irremovibile. La scrittura produce il nuovo, ma generando “ perde” ciò che c’era prima. Per questo motivo la scrittura è VELENO, PHARMAKO; due significati:

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positivo: guarisce la mancanza

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negativo : indebolisce la memoria ( X es. leggendo un testo si può cogliere l’interpretazione che l’autore da del test (asp. Positivo) ma allo stesso tempo si può cadere nel fraintendimento (asp negativo)).

La decostruzione ha il compito di tenere unite e in dinamica queste categorie in quanto entrambe appartengono alla realtà. Altra categoria: DIFFERANCE ( francese), Derrida la scrive volontariamente con la “a”  diffarance e sottolinea la differenza fra i due termini:

differance e diffarance foneticamente sono simili, si pronunciano allo stesso modo. La differenza si coglie nella scrittura, segno che la scrittura sta producendo qualcosa di nuovo che manca nell’oralità. In questo senso è realizzato l’atto della scrittura. Ciò porta Derrida a riflettere sulla TEMPORALITÁ  tema importante in “sostanza e scrittura”. Derrida decostruisce l’idea di temporalità della metafisica tramite Heidegger. Heidegger prende in considerazione Aristotele e Hegel. Hegel affianca alla TEMPORALITÁ 3 categorie: ora, limite e punto. Esse sono concatenate e assorbite dalla dialettica dell’ASSOLUTO. Secondo Heidegger, Hegel riprende nella sua tesi il concetti di tempo secondo Aristotele; che anch’egli aveva individuato 3 elementi:

Filosofia morale punto,ora e assoluto. Ma per Heidegger, Hegel riprendendo il concetto di Aristotele, ha dimenticato una domanda: il presente è o non ente? Il presente per essere ente deve esistere, nel momento in cui dico ciò, il presente è già passato. Secondo Derrida, Heidegger si è dimenticato del fatto che il presente può essere ente e non ente allo stesso tempo; la metafisica aveva attribuito al presente troppa importanza. Così facendo la metafisica ha prodotto apertura alla presenza generando l’assoluto. Da qui Derrida propone una nuova idea di TEMPORALITÁ , da lui definita APORETICA.

APORETICO = qualcosa che pone due questioni che possono essere entrambe vere Dal punto di vista della temporalità, alla domanda “ il presente è ente o non ente?” non c’è nessuna risposta esatta, in quanto rispondendo si corre il rischio di cadere nell’errore della metafisica. Occorre, secondo Derrida, tenere in considerazione la duplice temporalità del tempo. Cosa significa mantenere tale aporia ( duplice dimensione)?

1. Criticare un’eccessiva importanza alla presenza 2. Criticare le conclusioni che H. e Aristotele danno della temporalità ( Per Aristotele  MOTORE IMMOBILE, Per Hegel - ASSOLUTO) 3. Criticare l’idea di IDENTITÁ, ossia l’idea di un IO presente che in realtà è un illusione. 4. Criticare la pretesa che il soggetto di conoscersi attraverso la voce della coscienza che può generare fraintendimento, illusione. Derrida inizia a riflettere sulla propria presenza e sulla temporalità aporetica. Per il filoso la presenza è

TRACCIA di TRACCIA  Si tratta di un lavoro di continua cancellazione di tracce, generando così nuove tracce e nuove cancellazioni, in un ciclo continuo. Ogni uomo è sempre in gioco: è sempre in questo movimento costante di cancellazione di tracce. Tutto ciò, cosa ci dice sul rapporto con gli altri? L’alterità permette la costruzione del soggetto, essa è ontologica nel senso che l’alterità è già situata nel soggetto! Essa mi attraversa e ognuno è fatto delle tracce dell’altro. Il soggetto è OSPITE, nel senso che ospita, ossia è fatto delle tracce dell’altro.

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IMPORTANZA della METAFISICA : per Derrida non è possibile uscire dalla metafisica, in quanto è solo nella metafisica che si costituisce la duplice dimensione della temporalità e solo nella metafisica si costruisce la decostruzione. Le due dimensioni ( assenza-presenza) danno origine alla memoria: ciò che può essere ripetuto espone al pericolo del fraintendimento.

Filosofia morale Ciò porta nella traccia l’idea che la traccia non è mai completamente padroneggiabile, può essere cancellata e generata, si può avere l’illusione di dominarla, ma non è possibile. Emerge quindi l’idea di tempo che non si può padroneggiare.

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Immagine TEMPORALITÁ del MARRANO  il marrano è un ebreo che è stato convertito con la forza, ma che in realtà custodisce il suo segreto, ossia la sua vera religione è quella ebraica....


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