J. J. Rousseau - Il suo pensiero pedagogico: il puerocentrismo PDF

Title J. J. Rousseau - Il suo pensiero pedagogico: il puerocentrismo
Course Storia della pedagogia
Institution Università degli Studi di Trento
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Appunti sulla biografia e il pensiero pedagogico (come esposto in Emilio) di J. J. Rousseau, del corso di Storia della Pedagogia....


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JEAN-JACQUES ROUSSEAU 23. Coordinate storico-biografiche e fonti del pensiero pedagogico di Rousseau a. Ginevra 1712 - Ermenonville 1778: * una formazione da autodidatta * il rapporto con la cultura illuministica b. fonti: * il Discorso sulle scienze e le arti (1750) e il Discorso sulla diseguaglianza tra gli uomini (1755) * il Contratto sociale (1762) e l’Emilio o dell’educazione (1762) 24. La Weltanschauung - il rapporto tra natura e civiltà nei due discorsi - bontà originaria dell’uomo e religiosità deista - filosofia politica e pedagogia: il Contratto sociale e l’Emilio 25. Emilio o dell’educazione * fondo autobiografico e storico * genere letterario: romanzo pedagogico tra asserzioni argomentate e paradosso polemico * struttura e contenuti dell’Emilio * principi pedagogici: a. gradualità b. puerocentrismo c. autoeducazione d. azione ed esperienza e. educazione indiretta ed educazione negativa f. “perdere tempo” e “giusto momento” g. integrità dell’umano e modello di vita alternativo 26. Riferimenti bibliografici - G. Flores d’Arcais, Il problema pedagogico nell’Emilio, La Scuola, Brescia 1963 - P. Casini, Introduzione a Rousseau, Laterza, Roma-Bari 2002 - M. Zedda, Rileggendo l’Emilio. Itinerari di pedagogia rousseauiana, Armando, Roma 2003 - Il pedagogista Rousseau, a cura di G. Bertagna, Editrice La Scuola, Brescia 2014 5 W – Dove, Quando, Chi, Cosa, Come (e anche Perche). Biografia: - R nato a Ginevra, nel 1712. Morto nel 1778, ad Ermenonville.  È un intelletuale, filosofo, pedagogista (personalità poliedrica), che vive nel cuore del ‘700. - MANUALE – vita avventurosa Alcuni dettagli essenziali però: 1 Aspetto) Formazione da AUTODIDATTA: - R rimane orfano di madre; la madre muore poco dopo averlo dato alla luce.  DATO BIOGRAFICO IMPORTANTE (la Mancanza di una Figura Materna è una delle costanti psicologiche della vita di R) - R vive con molte donne nella sua vita, sposerà una. La carenza della figura materna è importante capire non solo il suo rapporto con le donne, ma anche la sua formazione in genere. - La sua formazione viene affidata al padre: Isaac Rousseau, che faceva l’orologiaio, e anche maestro di ballo. - Il padre lo educa con una forte predilezione per i romanzi/la letteratura romanzesca – e soprattutto gli fa conoscere molto precocemente “Le Vite Parallele” di Plutarco (aspetto rilevante alla sua vita)  che mettevano a confronto due biografie di personaggi simili (storico del I sec d.C.)  questa componente biografica ed eroica allo stesso tempo diventa imp alla sua formazione (Plutarco sempre – elogio di R).

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A 16 anni decide di abbandonare l’ambiente ginevrino (forse frequenta qualche classe delle scuole popolari), scappa di notte e inizia un periodo di vagabondaggio/pellegrinazione – arriva a Torino, poi si trasferisce in Savoia, dove ha un primo periodo importante (dal 1729-1740), ospite da quella che egli chiama Maman – Madam Deavaran – con cui ha un rapporto sentimentale. Questa figura di maman importante x la sua formazione; se non altro che gli consente di trascorrere in Savoia presso di lei un periodo di 11 anni (dai 17 ai 28 anni), che è fondamentale per la sua formazione. - R non frequenta nessuna scuola in quel periodo e la sua formazione è da AUTODIDATTA  un bambino molto precoce, molto sensibile, aveva imparato a leggere e scrivere, e muoversi con dimestichezza nei libri già a Ginevra; e che approfitta di questo periodo savoiardo ad ampliare a dismisura la sua conoscenza e la sua formazione  legge di tutto: musica, filosofia, letteratura. È una formazione non strutturata dalla scuola ma legata eminentemente ai suoi interessi. 2 Aspetto) IL RAPPORTO CON LA CULTURA ILLUMINISTICA: - Dopo il periodo savoiardo, R va a Venezia, poi a Leone, finchè verso la fine degli anni ’40 (quando aveva circa 38 anni) dove si trasferisce a Parigi. Prima di arrivare a Parigi, sposa una giovane cucitrice, Teresa della Vassea – una donna semplice di campagna – con la quale non si sposa inizialmente, ma convive (more uxore) e dalla quale ha 5 figli. Secondo il costume del tempo, R affida i 5 figli all’Orfanotrofio pubblico di Parigi (x ragioni economiche anche – insegnava musica, si trasferirono appena a Parigi – difficoltà a mantenere tutta la famiglia). - A Parigi, entra subito nei salotti buoni della città, attraverso l’amicizia di Diderot e Villac, il più grande filosofo del tempo). Dagli anni ’50 è inserito pienamente negli ambienti illuministi dell’epoca. DUE FASI però:  Dalla fine degli anni ’40 fino a 1758: una fase di sostanziale adesione di R alla nuova cultura illuminista;  Fase successiva: i rapporti si stanno deteriorando e R rompe con i maggiori esponenti della cultura illuminista dopo il 58: Voltaire e D’Alambert (soprattutto). Mantiene un’amicizia con Diderot, anche se non condivide l’orientamento culturale. In ogni caso, rimane il suo grande punto di riferimento inziale e prosegue in qualche modo anche dopo il 1758. Come si spiega questa duplice fase di rapporto di R con la cultura illuminista: si spiega alla luce dei suoi due discorsi soprattutto. Nel Discorso sulle scienze e le arti (1750), che è stata un’opera che ha condizionato tutta la sua vita (ha detto R nell’Autobiografia) un discorso occasionale xk legato ad un concorso indetto dall’Accademia di Digione sul quesito: Se le scienze e le arti abbiano contribuito al miglioramento dell’umanità oppure no. R vi partecipa, (Rinascimento dei costumi pubblici)  risponde no! Il rinascimento delle scienze e delle arti non hanno contribuito al miglioramento, anzi peggiorat la situazione (morale soprattutto). Vince il concorso. Questo discorso fondamentale (costruito ben letterario): qui viene avanzata la tesi fondamentale a cui R non verrà mai meno, e cioè che l’uomo nasce fondamentalmente buono, per natura, e che esattamente il suo inserimento nella società e nella cultura del tempo è a corrompere quella bontà originale. – TESI di questo discorso Esempio di Marangon: bambino che nasce, di pochi mesi, una creatura all’origine della vita – in cui non ci può essere male essenzialmente. Per R tutti gli uomini nascono liberi e uguali. Constatazione della bontà originale di questo bambino che non nasce macchiato da peccati. Il bambino nasce buono per natura (non necess compiuto). Tutti i vizi e le inclinazioni verso il male che acquisisce nel corso del tempo siano frutto dell’educazione (prima di quella familiare, poi scolastica e sociale, di cui la scolastica è il volto principale  che tendono a corrompere irrimediabilmente la bontà originaria di questo fanciullo, che nell’adolescenza manifesta tendenze al male e che non portava con sé al mom della nascita. Il discorso è costruito a dimostrare come nel mom della loro origine i popoli nascono dotati di virtù legate alla vita a contatto con la natura. Solo nella fase successiva in cui si evolvono ed entrano in contatto con culture diverse dalle loro si contaminano come il fanciullo e si degenerano. Es.: popolo romano, atteniese, egiziano  tanti esempi storici a dimostrazione della sua tesi  che fondamentalmente è la cultura a corrompere non solo la bontà originale dell’uomo, ma anche la bontà originale dei popoli. Questo discorso suscita un enorme dibattito nella Francia del tempo (viene accusato di fare elogio dell’ignoranza dei popoli incolti – che non è l’intenzione di R). A questa tesi fondamentale (che viene condivisa anche nei circoli illuministi: come Diderot  in sintonia con le tesi di una nuova cultura illuminista e tende a mettere in questione ciò che proviene dalla tradizione e lo sottopone ad un vaglio razionale) – obiettivamente, questo discorso ha uno spirito illuminista, così come il Discorso sulla diseguaglianza tra gli uomini (1755);

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Tra il 1750 e il 1755, R scrive per l’Enciclopedie di Diderot e D’Alambert: la voce e l’economia politica – una delle voci più significativi. Quindi il rapporto di R con la cultura illuminista è fondamentalmente un rapporto di sintonia. Questo rapporto dura solo nella prima fase, fino all’incirca la metà degli anni ’50. Dopo il discorso del 1755, comincia in R un periodo di ripensamento. Xk si accorge che la nuova cultura illuminista è diventata essenzialmente una cultura dei salotti  osserva in seguito al grande successo della cultura illuminista, la possibilità che forse questa cult illum sia complice al mantenimento dello status quo – ovvero lo stato politico di quel tempo, negli anni di Luigi XV, e poi Luigi XVI – gli anni immeditatamente precedenti allo scoppio della Riv Fran. Negli anni del maggior rivoglio della monarchia assoluta. R vede questo status e regime politico che mantiene gli uomini, il popolo in un regime di schiavitù effettiva, di sudditanza – a R sembra schiavità. E una cultura illuminista che si diffonde ma non mette in discussione gli aspetti di potere della monarchia assoluta gli sembra una cultura che legittima quei tipi di potere – non li critica, non li discute. Dove vanno a finire l’uguaglianza e la libertà inziale dell’uomo in una tale cultura?? – Dubbi che R inizia a coltivare in seguito alla pubblicazione del secondo discorso. Questo suo tumultuoso rapporto con la cultura illuminista ormai trova il suo culmine con una lettera a D’Alambert (1758), nella quale R prende le distanze dalle tesi che D’Alambert aveva sostenuto nell’Enciclopedie trattando la voce Ginevra.  dissenso crescente che provava per la cultura illuminista che sembrava aver sostituita quella precedente arcaica, ma senza mutare in alcun modo gli assenti di potere: la libertà e uguaglianza di tutti gli uomini. Dopo questo, inizia un periodo critico per R – dal 1758 al 1762 R vive un travaglio personale molto profondo. Abbandonando Parigi, e ritirandosi all’Ermitage (villino isolato nella solitudine boschiva), - messo a disposizione gratuitamente da una donna, Madam de Pine. In questo periodo, R produce i sui capolavori: nel 1761 esce la Nuova Eloisa; nel 1762 escono come da un unico fruscio di riflessione Il Contratto Sociale e l’Emilio  sono le risposte alle domande fondamentali che si era posto nella crisi di rottura con l’Illuminismo e cioè: Come si possa far crescere un uomo libero e uguale a tutti gli altri, da un pdv personale (educazione secondo l’Emilio) e dal pdv sociale (Il Contratto Sociale).  Due facce della stessa medaglia in cui R cerca di trovare un modo di garantire l’uguaglianza e la libertà originaria degli uomini. L’EMILIO  disegna i tratti dell’educazione nuova, e a giudizio di R era NECESSARIO xk un uomo conservasse la sua libertà e uguaglianza (e ciò equivale alla bontà) originarie. La tesi che sostiene nell’Emilio è che solo con l’educazione secondo natura, e non secondo i costumi della società, può conservare a Emilio la sua bontà originaria, e quindi farlo diventare veramente uomo, e di seguito cittadino. EDUCAZIONE SECONDA NATURA – per R. Questa educ non è naturale – è secondo NATURA. La natura di per sè non educa, offre elem di educ come fonte, insieme alle COSE e agli UOMINI. La natura offre una serie di impulsi cognitivi  nello sviluppo naturale dell’uomo. L’educ e la cultura contribuiscono ovviam a questo sviluppo, soltanto che secondo R queste devono essere secondo le leggi di NATURA (non qlcs di estrinseco, che il ragazzo assorbe dalla società che lo corrompe). (Educ naturale è l’educ affidata interamente allo sviluppo spontaneo e naturale del ragazzo, un’educ in cui emergono e si sviluppano gli impulsi in modo selvaggio, naturale. R dissente completamente da questo tipo di educ.--> Educ negativa opposta a questo tipo spontaneo di educ. L’Educ seconda Natura: è l’educ che partendo dalle dinamiche di sviluppo naturale del ragazzo coltiva in lui, a misura dell’età che vive, gli impulsi che la natura manifesta.  ma li coltiva, non lascia che crescano e si sviluppino in modo selvaggio. Educ seconda natura xk è a misura della gradualità imposta dallo sviluppo biologico del ragazzo: bisogna rispettare questi ritmi di natura e le facoltà che emergono gradualmente in seguito al suo sviluppo. Ma rispettarle non vuol dire lasciarle allo stato brado, ma vuol dire incannalarle, senza tradirle. Educ seconda Natura è unica per tutti – essendo lo sviluppo naturale del ragazzo uno sviluppo comune a tutti i ragazzi, infanti e fanciulli; è un’educazione che ha validità generale. Emilio – che emerge come una figura di uomo, e poi di cittadino, portatore di grandi novità rispetto all’educ tradizionale. V libro – educazione delle ragazze. Educ di Sofia – sottomissione al maschio, un’educ perfettamente funzionale alle esigenze maschili. La figura di Sofia emerge in luce di un’educ conservatrice secondo i canoni tradizionali. Fonti:

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Due discorsi fondamentali: * il Discorso sulle scienze e le arti (1750) e il Discorso sulla diseguaglianza tra gli uomini (1755); - * il Contratto sociale (1762) e l’Emilio o dell’educazione (1762) - Nuova Eloisa (1761); - L’Autobiografia di Rousseau (opera incompiuta)/Confessioni  una delle più importanti fonti x la ricostruzione della vita di R. Fonti su di lui: -

Carteggio con Diderot; carteggio con Voltaire; giudizi di Voltaire su Rousseau; una gran quantità di fonti che lo riguardano.

L’EMILIO: 2 premesse: Nell’Emilio è evidente un fondo autobiografico. Estremizzando un po’, Emilio è un autodidatta – come lo è stato R. Però cmq accanto alla figura di Emilio, abbiam la figura di un precettore.  non c’è spazio dato invece al padre e alla madre (della famiglia) – è il precettore che assume la figura paterna (dato autobiografico, per certi tratti). Emilio – opera di grande successo fin dalla sua pubblicazione: critica, esaltazione, demonizzazione, interpretazione. Letteratura secondaria molto ampia – pietra miliare nella storia dell’educ. Man mano che si procede nella lettura di Emilio, si accentua la dimensione autobiografica. Dietro ai panni del precettore, compare il volto sempre più evidente di R.  Il genere letterario: in genere si dice che l’Emilio è un romanzo pedagogico. Che è vero ma solo in parte (i romanzi pedagogici nascono con Pestalozzi nell’800 e altri pedagogisti in cui l’intento pedagogico è molto evidente.). L’Emilio è si un romanzo pedagogico in quanto ha elem costruiti secondo una logica romanzesca/immaginaria (situazioni difficili da immaginare nella realtà concereta). Cornice immaginaria, in cui R poi inserisce una serie di argomentazioni – sezioni argomentative in cui si rivolge direttamente con il lettore asserendo pratiche giuste o sbagliate dell’educazione. Queste argomentazioni si intrecciano al racconto generale del romanzo. Queste sezioni essenziali – xk rilevano le convinzioni di R. Oltre ad essere un romanzo pedagogico in cui ci sono queste sezioni argomentative; però proprio in queste sezioni R utilizza un’ironia sgarzante nei confronti dell’educ del tempo – che si manifesta con la logica del paradosso. Per cui una serie di situazioni vengono costruite in modo paradossale per dimostrare l’assurdità dell’educ del tempo. TRA FANTASIA; ARGOMENTAZIONI; E PARADOSSI, L’EMILIO SI SVOLGE IN MODO AVVINCENTE – in 5 libri, che riescono a far capire pienamente le convinzioni di R riguardo all’educazione. Genere letterario misto!!!  una cosa nuova per la letteratura del tempo. Modo di scrivere: molto avvincente; Voltaire: miglior penna di Francia, quella di R  lo scrittore che scrive meglio in tutta la cultura francese. Pur avendo un genere letterario così misto di vari aspetti, l’Emilio ha una sua profonda unità. 

LA STRUTTURA E I CONTENUTI:

Ci sono 5 stadi evolutivi secondo R. Questi stadi dello sviluppo, ed insieme dell’educazione dell’Emilio sono caratterizzate da attività molto precise. 1) I LIBRO: le sensazioni che Emilio acquisisce attraverso il tatto (ed altri) - e il precettore gli insegna a parlare, in modo assolutam essenziale (no grandi discorsi): si limita a dare nomi a cose che Emilio vede; alle cose che E fa, e che tocca  Linguaggio molto CONCRETO, ADERENTE ALLE SENSAZIONI. Non c’è alcuna traccia di INNATISMO – ovvero delle categorie mentali impresse nella mente (come lo era di moda la tempo). La sua mente è una sorta di tabula rasa. Il suo sviluppo mentale e fisico avviene attraverso le sensazioni, e in un secondo momento attraverso il linguaggio.

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2) II LIBRO: Prevale l’attività fisica – E corre, gioca, si muove, sale sugli alberi, è libero di esprimersi in tutta la sua ricchezza di energie vitali. È l’attività fisica al centro del II libro. Con l’attività fisica, Emilio comincia ad accorgersi che alcune cose sono piacevoli ed altre invece producono dolore. La POLARITA’ PIACERE/DOLORE è una prima distinzione che fa Emilio stesso. 3) III LIBRO: c’è una sovrabbondanza di energia che porta E a un’ ATTIVITA’ PRATICA  incannalata dal precettore nell’apprendimento di un lavoro manuale, quello del falegname. E la coppia piacere/dolore evolve in UTILE/DANNOSO. Facendo certe cose in certo modo si trae un’utilità da ciò che si fa, altre cose in altro modo – si trae un danno. È la naturale evoluzione della Diade Piacere/Dolore, ma sperimentata sul piano pratico. 4) IV LIBRO: L’età in cui si sviluppa la sua facoltà razionale – che qui diventa preminente. E comincia a fare le cose xk vuole farle/è convinto di farle. (Professione di fede del vicario Savoiardo, cappellano della Savoia – tratto autobiografico, due preti conosciuti in Savoia - : le convinzioni in campo filosofico e religioso che R aveva, e comunica a Emilio. Ci sta il credo di R qui nella professione.) Que l’ATTIVITA’ RAZIONALE mette capo a una diade superiore dell’utile/dannoso  ci si sposta dal campo solamente utilitaristico, nel campo etico: Emilio comincia a ragionare e fare riflessione sul BENE/MALE. Al termine di quest’educazione, che diventa un’EDUCAZIONE POSITIVA, che arriva a 18 anni, Emilio viene ritenuto da R come UOMO FORMATO. 5) V LIBRO: Dopo la formazione dell’uomo, poi si tratta della formazione del cittadino – cioè l’INSERIMENTO NELLA SOCIETA’ di Emilio. La formazione del cittadino avviene attraverso l’assunzione delle responsabilità nei confronti di una donna (Sofia, che poi Emilio sposerà  R riconosce una funzione fondamentale al matrimonio/rapporto di coppie). E inoltre, il precettore consiglia a Emilio di scegliere prima di sposarsi, di scegliere la nazione in cui vivere (non è detto che E voglia vivere nella Francia)  deve farsi il giro, viaggi per CONOSCERE I VARI COSTUMI SOCIALI DELLE VARIE SOCIETA’. Questi viaggi sono fatti con scopo di EDUCAZIONE CIVICA di Emilio. Emilio è chiamato a capire quali sono i costumi sociali (le leggi effettiv praticate nella società – regole di comportamento sociale) x capire se rimanere in Francia, o cambiare nazione, in una società in cui a suo giudizio la libertà e l’uguaglianza degli uomini sono meglio garantite. Questa decisione finale di Emilio di sposare Sofia e di rimanere a vivere in Francia (ma non è scontato) rappresenta la FASE DI MATURITA’ di Emilio. I PRINCIPI PEDAGOGICI, che R fa trasparire nell’Emilio: a.

Se l’educ di Emilio deve essere PER NATURA, questo non può non essere un processo graduale, un’educ graduale. Xk la natura non fa salti (natura non facit saltis): c’è un’evoluzione biologica, psicologica del fanciullo che va assecondata a misura dello sviluppo stesso (che è uno sviluppo graduale). Ci sono mom di passaggio/cambiamento, ma fondamentalmente l’educ di Emilio è secondo natura e quindi secondo i ritmi di sviluppo della natura e anche quando la natura (come nell’adolescenza) introduce cambiamenti profondi nel soggetto, la natura segue il proprio corso di sviluppo, e quindi si passa ad uno stadio successivo (xk è la natura che comanda questa cosa). Quindi alla base sta lo sviluppo naturale, biologico e psichico del bambino, ragazzo. b. Se la natura è fondamentalmente buona; ogni fase di vita del bambino ha una sua ricchezza e specifità che rendono buona quella fase. IL PUEROCENTRISMO = significa che ogni fase di sviluppo della vita/crescita di Emilio ha la sua bontà relativa; la sua maturità relativa; ha le sue ricchezze e i suoi limiti. Ogni età/stadio ha le sue potenzialità, che vanno sviluppate, e i suoi limiti  che non significano diminuzione di umanità di Emilio; non c’è nessun ideali di adulto a cui Emilio deve essere educato  LA MAGGIOR NOVITA’ e CRITICA dell’Emilio. Non c’è nient...


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