Il sofista PDF

Title Il sofista
Course Classici della filosofia IA
Institution Università degli Studi di Torino
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appunti sul corso sul sofista...


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2018/2019

Rebecca D’Angelo

Appunti di classici IA: Il Sofista di Platone 24/09, LEZIONE 4 216°-218b: Il sofista è un dialogo diretto, me è possibile distinguere delle parti iniziali: prologo dove Platone pone i termini chiave del dialogo. Alla prima lettura non si capisce, dalla seconda sì. COMMENTO AI TESTI CITATI: Setting drammatico e propositio thamatis - personaggi Il sofista è la continuazione del Teeteto. Il primo libro è aporetico, nel secondo viene sostenuta la dottrina delle idee. Il sofista è un dialogo dottrinale perché c’è un nuovo personaggio che sa reggere la dottrina: lo straniero di Elea. Ma è per la presenza di Socrate che non viene sostenuta la dottrina della idee negli altri scritti? Non ci si può basare solo sulla presenza di Socrate, Teeteto e Teodoro sono degli interlocutori di alto livello ma non sono loro il fulcro della questione. Nella Repubblica chi propone la dottrina delle idee? Socrate. Quindi non si può dire che Socrate non parli mai del rapporto tra le cose e le idee. Socrate se non è sollecitato dagli interlocutori, come, anche se sono buoni interlocutori, non fanno Teodoro e Teeteto, non introduce la dottrina delle idee cosa che invece fa lo straniero di Elea. Dialogo aporetico (Teeteto): una serie di definizioni sbagliate vengono debellate. Il Teeteto è una premessa ironica al Sofista. Serve prima una premessa che distrugga le opinioni sbagliate, per costruire una forte dottrina. Teodoro e Teeteto sono purificati dalle loro idee sbagliate nel Teeteto e questo li rende buoni interlocutori con lo straniero di Elea. Per eristica si intende la degenerazione della sofistica, ovvero la degenerazione delle argomentazioni usate per trarre in inganno persone di basso livello intellettuale. Vengono utilizzate delle argomentazioni futili, che però sono utili per persuadere anche persone che non hanno una vasta conoscenza. Lo straniero di Elea discute le tesi di Parmenide e sta volta chi le discute ne è a favore in parte, non ne discute qualcuno di contrario. Proprio perché lo straniero di Elea condivide alcune delle dottrine parmenidee. . Non è una figura tipizzata (come il sofista). E’ un uomo che aspira a far sapere che è prossimo al sapere, non che userà modalità illecite, ma che attraverso il ragionamento vuole giungere alla verità come pretende di fare un vero sapiente secondo la concezione platonica.

. Infatti componeva dei discorsi che giungevano a conclusioni paradossali: tipo di argomentazione che viene condannato come un argomento eristico. C’è un’altra scuola: quella dei megarici, anche chiamata la scuola dei logici, che elabora una tradizione di paradossi (come quello del mentitore) e sostiene che l’essere e l’uno sono analoghi. . E Teodoro è un interlocutore affidabile? Teodoro è una figura che già nel Teeteto si è dimostrata di grande valore. Per Socrate lo è dato che è uno studioso di matematica e per lui significa che ha una solida conoscenza. Ma Teodoro ha legami stretti con Protagora. Platone forse sta dicendo che Teodoro lo sta soltanto aiutando a combattere la dottrina di Protagora? Questo dubbio muore qui, non viene più risolto in seguito. . La sicurezza che sia purificato c’è nell’apertura del Teeteto stesso (T4). Euclide racconta il dialogo di Socrate e Teeteto. Viene sottolineata la brillantezza intellettuale e brillantezza morale come soldato. Ma perché mai Platone

dovrebbe valutare un personaggio perché ha delle : chi agisce bene in città, significa che ha una buona statura morale interiore e intellettuale, superiore alla media. Questo è un tratto che in PLATONE permane. Lo straniero di Elea quindi non è un dio confutatore. . Dice all’interlocutore che si può fidare di lui. Nel Parmenide un giovane Socrate viene abbattuto da Parmenide. Gli argomenti di Parmenide e di Zenone sono supportati dalla stessa struttura eleatica. Socrate non è in grado di fornire nuove definizioni logiche. C’è un primo scontro diretto tra eleatismo e platonismo. Il Parmenide è enigmatico, è molto più che aporetico: nella prima parte c’è la distruzione sistematica delle idee e poi la seconda parte è la concezione dell’uno e dei molti da parte degli eleatici. (T5) Parmenide gestisce il dialogo e Socrate è ancora troppo giovane per potersi opporre. Socrate ha detto che si può parlare con lo straniero. La figura del filosofo è difficile da distinguere dalle altre, dal sofista, dal politico, finto filosofo. Perché alcuni si fingono filosofi: ovvero generano una immagine finta >modo specifico per definire un finto filosofo: il sofista appare nella più variate sembianze perché sfugge dalla sua definizione. Questi piccoli cenni li porta alla discussione della contraffazione, mentre in altri dialoghi si affronterà in modo più stretto, qui no, stiamo andando verso il cuore del sofista. Chi sono questi filosofi politici? Politico non vuol dire governante ma politico è chi fa politica, nel Gorgia veniva detto che i filosofi erano bambini che volevano parlare da uomini, componendo discorsi stupidi. Mentre Socrate dice che è lui l’unico uomo politico perché riesce a distruggere le idee dei politici. Per filosofi che sembrano sofisti intende l’immagine che Aristofane dà di Socrate: lo rappresenta come un sofista. Ma in cosa Socrate può sembrare sofista? Perché sembra avere un uso del linguaggio simile ai sofisti ma improprio e fallace. Questa vicinanza la vedremo attraverso una serie di definizioni ottenute di come lo straniero e Teeteto proveranno a definire Socrate. Si specificherà sempre di più per arrivare all’arte del sofista e in questa divisione ci avvicineremo molto all’arte di Socrate. Ora analizziamo il sofista, poi il politico e poi il filosofo. Non ci sono scritti che riguardano il filosofo, mentre il sofista e il politico si. Le risposte sono diverse: alcuni cercano di capire quale sia il dialogo più filosofico, altri dicono che non c’è un dialogo del filosofo perché in realtà il filosofo è il corpus di Platone, altri ancora dicono che la descrizione del filosofo è nelle dottrine non scritte. Tre generi che comunicano tra loro, tre nomi che comunicano tra loro, tema della comunicazione tra generi è un tema fondamentale. Tentare di svicolare rispetto al dialogo: trattenere il filosofo e lo si prega di non andare via ad un prezzo (in questo caso il filosofo trattenuto è lo straniero di Elea, negli altri è Socrate, la bocca di Platone). Riferimento al Parmenide.

(Andare a cercare) COMMENTO AI TESTI CITATI: Teoria del dialogo Protagora nega di andare per dialoghi ma solo per orazioni (bracheologia) perché avrebbe rinunciato alla fama se avesse proceduto per dialoghi e ad un platonico invece interessa che il discorso arrivi alla verità, attraverso domande e risposte. (T6) Ironia di Socrate che non sta solo protestando in modo sterile ma attraverso il rifiuto di Protagora del dialogo, fa emergere la sua stupidità nel suo definirsi un sapiente. Ogni lettore può dedurre da solo che Protagora non è un sapiente.

Subito dopo l’inizio del dialogo, domandarsi che cosa sia la “thecne”. Gorgia viene invitato a parlare da Socrate. Non solo Gorgia dice di essere capace di parlare a tutti di qualsiasi argomento ma qui Gorgia dice di essere il più brachilogico possibile. Socrate inizia con l’ironia. Quando Socrate inizia a parlare di ciabattini, tessitori, macellai vuol dire che si va incontro ad un massacro totale dell’interlocutore. (T7) Ma è vero che Socrate parla per macreologie= discorsi brevi (?) o non lo fa mai? Si, non lo fa mai!!!! Socrate si giustifica dicendo che spesso è necessario un lungo discorso per determinati argomenti. Ma se Platone dovesse fare discorsi lunghi, ne sarebbe capace? Si, ecco i due esempi: 1. Mito di Protagora è scritto da Platone: è scritto in modo migliore rispetto agli stessi sofisti. 2. Menèssero: ironicamente Socrate affida il discorso funebre dedicandolo ad Aspasia, la moglie di Protagora e lo fa in modo migliore rispetto agli altri sofisti. Platone rispetta i due aggettivi che vengono solitamente citati per indicare un sapiente. Anzi potrebbe essere il migliore tra i sofisti. Lo straniero dice che se si sente il male alla testa, la fatica del discorso, significa che si sta andando verso il discorso giusto. Nel Teeteto è presente Teeteto che dialoga con Socrate e si purifica; nel Sofista Teeteto purificato è interlocutore dello straniero di Elea (mentre c’è un giovane di cui non si dice il nome che assiste ai discorsi); nel Proclo sarà lo stesso giovane purificato che ora assiste al dialogo tra Teeteto e lo straniero di Elea ad essere interlocutore nel dialogo.

25/09, LEZIONE 5 Tentativi di definizione del Sofista per diaresis e sintesi. Lo straniero dà una serie di indicazioni metodologiche. 218b: Si cerca che cosa è il sofista attraverso una definizione: logos. In Platone le cose sono complicate, nel Sofista saremo tentati di tradurre il logos con ragione ma dobbiamo pensare che significhi definizione, ovvero ciò che risponde a che “cos’è?”. La sua formulazione più chiara è applicata alle idee. La dialettica è volta a scoprire una definizione (logos). Platone ha definito la differenza tra nome e cosa, tutti noi abbiamo la definizione di asteroide ma pochi avranno la definizione di asteroide in senso scientifico. Le nozioni generiche le sappiamo nominare tutti ma questo non significa che ne abbiamo definizione specifica e che quindi conosciamo l’oggetto in questione. Perciò occorre stabilire un accordo sul nome, ovvero sul rapporto tra cosa e nome, tra gli interlocutori del dialogo, dialetticamente. E’ un accordo che si basa sul mettere progressivamente alla prova la definizione nei passi successivi, per dimostrarne l’efficacia. Fallacia socratica: 218c. Tipico dei socratici: prima di dire qualsiasi cosa di un oggetto dobbiamo conoscerne l’essenza, molti hanno detto che è una fallacia. L’essenza dell’uomo sarà ciò che definisce l’uomo in quanto uomo al di là di una specificazione particolare. Platone ricondurrà la definizione all’idea, tutte le correlazioni ideali di una cosa devono essere ricondotte ad una sola idea. Lo straniero propone a Teeteto di utilizzare un nome più semplice per esercitarsi con l’utilizzo del metodo d’indagine per giungere ad una definizione specifica. Invece di definire subito il sofista che è un nome complicato decidono di definire il pescatore con la lenza. E’ un nome più semplice da definire ma non è inferiore come nome da analizzare. Metodo di indagine che utilizza Platone è quello del paràdigma: viene utilizzata una definizione che toglie le difficoltà che nella prima potevano verificarsi. Tipo pescatore con la lenza che attira i pesci →sofista. E’ più facile dare la definizione di pescatore con la lenza che di Sofista. Posso essere più sicura che il metodo dicotomico ricalca la struttura del reale. Con il sofista spesso siamo in

dubbio e ci servono fino a 7 sette divisioni ma se semplifichiamo il nome semplificheremo anche la divisione ma il metodo sarà lo stesso (l’idea è che la realtà ha una struttura omogenea). Inizia la prima divisione del sofista che non riguarda il sofista ma il pescatore con la lenza. COMMENTO AI TESTI: L’uso del paradigma Ancora una volta è importante il processo della ricerca: il punto è applicare un metodo razionalmente corretto per giungere ad una giusta conclusione. Due agenti possono avere due livelli di difficoltà diversi ma lo stesso metodo per comprenderli. Non è l’unica forma di paràdigma: nella repubblica è diversa (T2). Infatti nella Repubblica si considera il confronto, del concetto di giustizia, tra il piccolo e il grande. Non c’è un oggetto più facile e un oggetto più complesso c’è una specie di dualità: non ha valore per quanto riguarda analisi razionale della realtà e analisi intrinseca della realtà. Somiglianza tra divisione anima e divisione Stato. COMMENTO AI TESTI: La dialettica Peculiarità nella scelta dell’uomo con la lenza, ironia di scegliere un oggetto così avvalora l’idea che ci sia una omogeneità della realtà. La dialettica platonica: Si dice divisione per genere e specie: poniamo che ci sia un nome da definire, per dare la definizione io riconduco la definizione da definire all’arte, ovvero al genere, poi divido all’interno del genere per divisione dicotomiche, definire delle altre specie di arti, per arrivare ad una definizione atomica di arte che rispecchierà quella che sto cercando. Genere è il gruppo più generale a cui appartiene il nome e specie sono quelle divisioni più specifiche, che affinano la ricerca. In genere si tratta di divisioni dicotomiche. La formulazione più chiara di questo ragionamento c’è l’abbiamo nel Fedro: conoscenza che ha l’anima delle idee. (T3) Chi è che era stato definito un Dio? Il filosofo. C’è un riferimento esplicito alle idee. E’ evidente che le idee rappresentano il luogo in cui questo metodo rappresenta massimamente il suo scopo, perché le idee sono quei modelli che forniscono una stabilita struttura razionale al metodo sensibile. Quindi utilizzare le idee fa sì che non ci sia alcun riferimento alla corruttibilità materiale. Dopo aver ottenuto la serie di definizioni le rimetto insieme ed ottengo una grande definizione. Questa struttura è legata a quella delle idee che viene riflessa nella realtà. L’importanza delle idee nel metodo: nella Repubblica. La dialettica consente di astrarre lo studioso dalla materialità del mondo. La reminiscenza trova tutta il suo fondamento nel paradosso del Menone: non posso ricercare ciò che non so. Qualcosa c’è l’ho nell’interiorità perché le idee vengono apprese dall’anima prima dell’incarnazione. Ma reminiscenza e dialettica hanno qualcosa in comune o sono due metodi di ricerca alternativi? Tra tutte le arti si isolano le arti che producono e dall’altra arti che acquisiscono qualcosa, dividiamo le arti in due specie. Tutte le arti possono essere ricondotte o alle arti produttive o alle arti che acquisiscono qualcosa. Si possono comunque fare diversi tipi di divisione. Si divide per contrari, la divisione è puramente dicotomica, per non lasciare nessun oggetto al di fuori delle classi. Divisione tra la caccia di oggetti inanimati e animati. Tutto quello che possiamo nominare corrisponde ad una parola? Benché noi abbiamo un nome non si può considerare come specie ma ci dice solo che oggetti non vengono contenuti in esso. L’importante è che la specie sia colta attraverso la definizione. (T4) Qui nel Politico viene criticata: viene definito il genere degli animali e quindi dato che si sta parlando nel politico si sa che si è in riferimento agli uomini. Non posso in questo caso dividere i bipedi dagli altri animali perchè non è una corretta divisione dicotomica, non posso dividere bipedi e non bipedi. Lo sappiamo che noi arriveremo all’uomo ovvero all’animale bipede razionale ma non si può saltare direttamente a quella definizione. Bisogna percorrere tutte le tappe giungere alla

corretta divisione. Questa è un esempio di cattiva divisione (bipede e non-bipede). A volte un nome non definisce una specie, tipo il nome non-bipedi non può indicare una specie. RIASSUNTO DIVISIONE 1: arte→ acquisitiva→ →appropriativa→ caccia→ genere animale→ caccia acquatica→ → pesca→ caccia mediante colpi→pesca mediante un colpo dal basso verso l’alto = PESCA CON LA LENZA. Arte Produttiva

acquisitiva Permutativa appropriativa Agonistica

caccia

Genere animato

genere inanimato

Animali terrestri Caccia mediante chiusure Pesca con le lampare

animali acquatici

caccia mediante colpi pesca con l’amo

26/09, 6 LEZIONE 221c: ricondurre il sofista all’arte è ricondurlo ad un genere. A che tipo di arte può essere condotto il sofista? Si dice che la dialettica non sia arte e nemmeno la sofistica sia arte. Uno che pratica in modo appropriato la sofistica è in possesso di una certa competenza che riguarda la sofistica. Differenza con il passo del Gorgia. La sofistica e l’arte del pescatore della lenza sono nello stesso insieme di arti ma si dividono quando si fa differenza tra arti riguardanti gli animali acquatici e le arti che riguardano gli animali terrestri. Ma fino ad un certo punto sono insieme. Problema: 1) c’è una caccia di animali domestici? Non ci sarebbe alcun motivo di cacciarlo. 2) problema della caccia in sé, come rimane sensato associare la caccia al pescatore con la lenza mentre non ha senso farla riferire al sofista, perché per lui dovrebbe essere in senso metaforico. 3) lo stesso termine caccia ha un duplice significato: in senso pratico e in senso metaforico. Se non si considera la divisione tra animali domestici e animali selvatici ma in questo caso comunque l’uomo finirebbe negli animali selvatici. Oppure il problema non lo poniamo dicendo semplicemente che l’uomo è un animale domestico. Oppure il problema è applicare la caccia all’animale domestico. Nella stessa specie abbiamo la sofistica, l’oratoria e la giudiziaria. Questa divisione per specie è puramente formare, non da una qualificazione delle arti comprese. ACQUISITIVA-APPROPRIATIVA-CATTURA-OGGETTO ANIMATO-TERRESTRE-DOMESTICI-PERSUASIVI-IN PRIVATO-GUADAGNO (CONTRO IL DONO CHE E’ ARTE EROTICA) – SOFISTICA (LARGAMENTE CORRELATA ALLA ADULAZIONE) Platone avrebbe utilizzato il termine caccia e poi descritta come arte erotica proprio per dare una connotazione negativa. Il termine caccia negli altri dialoghi vengono riferiti spesso a Socrate. RIFERIMENTI AD ALTRI TESTI: T1.CARMIDE: Scena insiste sulla bellezza fisica, Socrate cerca di definire quali siano i giovani belli esteticamente e intellettualmente. Crizia si basa subito sull’aspetto fisico, il più bello è Carmide. C’è una

insistenza sulla bellezza fisica, solo dopo emergerà la bellezza intellettuale di Carmide quando Socrate parlerà con lui. Dove Socrate porrebbe una differenza platonica, Crizia invece implica che bellezza esteriore sia simbolo di bellezza interiore (kalokagathòs) Inoltre Socrate dice tutti i giovani sembrano belli esteticamente, perché per lui sono materiale umano su cui lavorare, potenzialmente educabili. Tutti i giovani sono belli perché tutti i giovani sono educabili, ma non con tutti funziona perché dipende dalle condizioni esterne: la famiglia, la disposizione degli stessi giovani… Apologia si intende perché per Socrate tutti i giovani potevano essere educabili. Su Socrate pende la colpa di aver educato Alcibiade che è stato un grande traditore per Atene. Qui si vuole difendere Socrate: l’educazione è un dono che Socrate cerca di fare a tutti i giovani, a volte finisce male perché non c’è la giusta disposizione da parte del giovane ma non è colpa di Socrate. T2. SIMPOSIO: Socrate prima c’è la confutazione e poi c’è la descrizione dell’eros. Socrate dice che scrive ciò che le ha detto la sacerdotessa. Dopo livelli ontologici molto alti in cui viene descritto l’eros. Poi ad un certo punto entra Alcibiade completamente ubriaco e si vede perché cambiano i tempi verbali. Socrate accusa Alcibiade di occuparsi delle leggi ateniesi, perché non ha conoscenza e quindi non dovrebbe occuparsene. L’accusa di Socrate è forte e questo va a minare la figura di Alcibiade e quello che è qualcosa di ovvio per la società ateniese. Quello che fa Socrate è donare la verità ad Alcibiade, per smantellare la sua finta bravura politica. Qualcosa che è già scontato per la società ateniese: giovane rampollo di una famiglia nobile che prende il potere e fa carriera politica nonostante non abbia capacità politiche. Mentre nel Carmide abbiamo il primo passo della caccia filosofica, nel simposio abbiamo che cosa comporta la caccia erotica di Socrate: la bellezza esteriore non importa nulla della bellezza esteriore, della ricchezza e degli onori. Questo vuol dire andare oltre, raffina progressivamente l’interesse di Socrate. Questa caccia partirà da chiunque possa essere educato andando a restringere il campo di chi veramente ha bellezza interiore. Questo ha un ruolo apologetico. Se non si arriva l’ultimo salto si potrebbe pensare che il sofista e Socrate siano nello stesso gruppo di arti: differenza tra caccia in privato per il guadagno e caccia per il dono. E’ importantissima quest’ultima divisione.

ADULAZIONE E SOFISTICA T3. GORGIA: Si sta parlando con Poro che è un allievo di Gorgia e lo stesso Gorgia è già stato confutato da Socrate. CURA CORPO GINNASTICA EST...


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