Intelligenza emotiva PDF

Title Intelligenza emotiva
Author Tatiana Aloia
Course Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione
Institution Università degli Studi di Firenze
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Summary

Excursus delle principali teorie sull'intelligenza emotiva...


Description

Intelligenza emotiva Il concetto di "intelligenza emotiva" è stato proposto per la prima volta da Salovey e Mayer nel 1990 come "la capacità di esprimere, percepire e valutare le emozioni, usandole per pensare e di regolarle" In questo concetto rientra quindi la possibilità di processare in maniera adeguata le informazioni emotive e di usarle per agire sull'ambiente. Le categorie di intelligenza emotiva di Salovey e Mayer sono 4: - percepire, valutare, esprimere le emozioni -usare le emozioni per facilitare il pensiero -capire le emozioni nelle varie situazioni sociali -gestire e regolare le emozioni Anche lo studioso Bar-On ha parlato di intelligenza emotiva come la somma delle competenze sociali e personali che determinano le modalità con cui l'uomo si rapporta all'ambiente. Per Bar On l'intelligenza emotiva è fatta di: -capacità intrapersonali -capacità interpersonali -adattabilità -strategie per la gestione dello stress -motivazione e tono dell'umore Anche Block nel 1995 ha studiato un costrutto simile all'intelligenza emotiva, "la resilienza dell'ego" ovvero un insieme di capacità che permettono a uomini e donne di vivere le relazioni e la dimensione emotiva in maniera equilibrata e di essere maggiormente inclini al benessere psicofisico e alla resistenza allo stress, rispetto a chi – pur avendo un QI alto – ha punteggi bassi nelle competenze emotive. Gardner, nella sua teoria delle "Intelligenze Multiple" inserisce l'intelligenza intrapresonale e l'intelligenza interpersonale: quest'ultima è composta da 4 abilità: -capacità di organizzare i gruppi (essere leader) -capacità di negoziare soluzioni ( risolvere i conflitti) -capacità di stringere legami ( empatia, ovvero riconoscimento e rispecchiamento di emozioni e stati d'animo che aumenta la frequenza delle amicizie e dei legami personali) -capacità d'analisi delle situazioni sociali ( riconoscimento dei sentimenti, delle motivazioni e delle preoccupazioni, collegato all'intimità profonda delle relazioni) Indubbiamente la conoscenza e l'applicazione del concetto di intelligenza emotiva devono la propria fortuna al libro "Intelligenza Emotiva" di Daniel Goleman del 1995. Lo psicologo statunitense ha sottolineato per primo l'importanza della dimensione emotiva nell'apprendimento e nelle relazioni. Intesa come insieme equilibrato di motivazione, empatia, logica e controllo, l'intelligenza emotiva di Goleman è costituita da 5 dimensioni: autoconsapevolezza non solo delle proprie emozioni ma anche dei propri punti di forza e debolezza; ha a che fare con la fiducia in sè stessi e la consapevolezza degli obiettivi, valori, emozioni, comportamenti – controllo delle emozioni ovvero saper adattare i propri stati emotivi alle situazioni, in particolare quelli negativi; incide sulla flessibilità e sull'adattabilità al contesto, sulla capacità di tollerare le frustrazioni e mantenere le proprie responsabilità – capacità di automotivarsi ovvero saper canalizzare le proprie emozioni verso il



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raggiungimento di un obiettivo riconoscimento delle emozioni degli altri ovvero l'empatia che favorisce i comportamenti prosociali nel rispetto delle diversità gestione positiva delle relazioni interpersonali cioè saper gestire le proprie emozioni per stabilire relazioni solide e soddisfacenti, risolvere conflitti e trovare soluzioni.

Tutte queste abilità possono essere insegnate secondo Goleman sin dall'infanzia, nell'ambito scolastico, con risvolti positivi nel clima di gruppo, nel benessere personale e nell'inclusione. Facendo un passo indietro è bene approfondire come secondo Goleman l'intelligenza emotiva si sviluppi nella prima infanzia, all'interno del contesto familiare. Aspetti prioritari sono da un lato la capacità del genitore di essere un modello adeguato nella gestione delle emozioni e dei sentimenti e dall'altro la modalità educativa e affettiva che il genitore adotta nei confronti del piccolo. Tre sono gli atteggiamenti sbagliati di un genitore: • • •

ignorare i sentimenti del bambino assumere un comportamento lasseiz-fare (della serie, risolvitela come vuoi, basta che ti calmi!) condannare e disapprovare l'espressione delle emozioni

Sentimenti ed emozioni necessitano innanzitutto di convalida e rispecchiamento. A questi dovrebbero seguire momenti in cui i genitori offrono esempi di regolazione emotiva adeguati al contesto e momenti di rielaborazione che servono al bambino per imparare a distinguere le emozioni e le situazioni antecedenti. Per fortuna l'intelligenza emotiva può essere implementata tutta la vita. Daniel Goleman descrive nel manuale esempi di educazione alle emozioni svolte nella scuola elementare "Nueva Learning Center" di San Fracisco, dove viene insegnata la Scienza del sè che ripercorre tutti i punti del costrutto di intelligenza emotiva. Si tratta di esperienze in cui ai bambini viene affidata la risoluzione di un compito cognitivo da risolvere in picccolo gruppo. Per quanto riguarda il contesto scolastico europeo attuale, molti programmi di educazione socioemotiva si rifanno all'approccio SEL che si ispira appunto al pensiero di Goleman. Il Sel ha proprio l'obiettivo di sviluppare le cinque competenze di base e da alcuni anni sta diventando una realtà consolidata anche in Italia. Si sottolinea come le competenze di base negli alunni siano fondamentali nel costruire un clima di classe positivo che favorisce l'inclusione. All'interno dell'approccio Sel ci sono approcci fortemente strutturati come il PATHS e il Second Step che prevedono un vero e proprio training e che sono molto in voga negli USA. Altri approcci invece, sono più flessibili e maggiormente adattabili alle nostre scuole, perchè prevedono l'insegnamento delle cinque competenze chiave in due modalità: in primo luogo con specifiche lezioni e in seguito, integrando i concetti nelle diverse discipline scolastiche. Sicuramente il metodo migliore è un misto tra i due. Alcuni principi del Sel sono irrinunciabili: – formazione degli insegnanti su contenuti specifici – insegnamento graduale delle competenze – apprendimento centrato sullo studente tramite modalità "attive" ed esperienziali – approccio universale all'apprendimento, ovvero rivolto anche ad alunni con bes – attività di supporto ad allievi con difficoltà emotive, sociali e comportamentali – interventi educativi coordinati

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inizio precoce generalizzazione degli apprendimenti a contesti di vita reali e a momenti vissuti della routine scolastica ( es. Un litigio) costruzione di un ambiente cooperativo, positivo, inclusivo coinvolgimento delle famiglie e dell'intera comunità scolastica

Per quanto riguarda l'insegnamento graduale è bene affrontare prima il riconoscimento e l'autoregolazione delle proprie emozioni ovvero la dimensione intrapersonale rispetto a quella interpersonale. Fedeli ha indicato 4 fasi nel lavoro intrapersonale riunendole in un lavoro chiamato STEP: sentire le emozioni, tollerare le emozioni, elaborare le emozioni, pianificare le emozioni ( in base alla situazione) Questo lavoro sull'intrapersonale può essere favorito tramite la narrazione e il racconto del vissuto personale da parte degli studenti. Non è importante tanto la precisione del racconto quanto l'apertura che esso comporta. L'insegnante per primo si pone come modello, raccontando la propria vita affettiva. Si fa sempre in lavori di gruppo, ad esempio con attività di laboratorio: i piccoli gruppi producono un cartellone, un file, un finto articolo di giornale, ecc su un'emozione ( fase 1) poi i lavori vengono discussi tutti insieme (fase 2). Può seguire la costruzione di una storia sull'emozione, sempre in piccolo gruppo (4); infine ogni gruppo presenta la propria storia alla classe. Tutto aumenta la capacità metacognitiva oltre che le competenze emotive come il riconoscimento dei segnali corporei e dei pensieri connessi alle emozioni, il riconoscimento dell'emozione come di un vissuto estremamente soggettivo e differente, l'accettazione degli altri. PER quanto riguarda il raccordo tra le discipline curricolari e l'educazione socio-emotiva, si possono svolgere delle attività che contemporaneamente formano da entrambi i punti di vista, ad esempio: • • • • •

materie letterarie: prestare attenzione alle competenze socio-emotive dei personaggi reali o fantastici diritto, educazione alla cittadinanza: dare risalto al rispetto delle regole sociali e alle abilità necessarie per vivere nella comunità sociale matematica: prestare attenzione alle fasi necessarie alla risoluzione di un problema; sollecitare il pensiero divergente e consequenziale geografia, sociologia, antropologia: valorizzare le differenze e le somiglianze tra i popoli routine scolastica, ad esempio in caso di conflitti: sollecitare la riflessione sulle abilità sociali ed emotive necessarie alla risoluzione e sulle modalità socialmente accettate per confrontarsi ( nb riduce l'acting out in adolescenti)

Esistono altre metodologie di educazione socio-affettiva che hanno sempre l'obiettivo di aumentare l'autoregolazione e il problem soving emotivo, ad esempio quelli che seguono: Educazione razionale emotiva: in Italia si sviluppa grazie allo psicologo Mario Di Pietro ma proviene da Usa dove è nata come estensione della Terapia razionale Emotiva di Ellis. Aiuta l'alunno a sviluppare consapevolezza sulle proprie emozioni con un percorso di razionalizzazione sull'Abc dell'emozioni: A: antecedente, l'evento che scatena l'emozione B: il pensiero sottostante C: la conseguenza comportamentale L'obiettivo non è modificare l'emozione ma il pensiero irrazionale che scatena la reazione emotiva

inadeguata ( ad esempio la rabbia eccessiva). Ciò significa che il bambino impara a sotituire i pensieri irrazionali negativi ( es ho preso 5 al compito quindi non valgo nulla) con pensieri razionali positivi e di conseguenza a modulare la propria reazione alle difficoltà. Si può fare in classe in tre modi: -in maniera informale: i concetti di benessere emotivo vengono discussi nel momento in cui si sta affrontando la difficoltà -lezioni strutturate: a carattere esperienziale, ad esempio con focus group o role-playing -integrazione nelle materie curricolari con contenuti che meglio si collegano all'educazione sulle emozioni: esempio scienze, educazione motoria, scienze umane, lettere (qui si può ad esempio divertirsi a trasformare un testo, sostituendo i pensieri negativi del personaggio con quelli positivi!)

Educazione socio-affettiva che si ispira alla psicologia umanistica Il metodo educativo in questo caso si propone di incrementare uno sviluppo globale della personalità attraverso la conoscenza e l'accettazione di sè. Una comunicazione autentica e una modalità interattiva accogliente, non giudicante permettono lo sviluppo dell'autostima, dell'autoefficacia e ovviamente, dell'empatia. Fattori che per Rogers, sono le basi dell'autorealizzazione. Coinvolge tutta la persona: livello cognitivo, affettivo, comportamentale. Come Gordon insegna, è possibile usare alcune tecniche di comunicazione efficace come il circle time , l'ascolto attivo, il metodo senza perdenti e i "messaggi-io" I messaggi io vengono utilizzati per trasmettere le emozioni senza sottoporre l'interlocutore al giudizio ( quando tu fai quella cosa, io mi sento..... piuttosto che tu sei....) Il metodo senza perdenti è un momento in cui i ragazzi devono risolvere un problema e ognuno ha il suo turno per esporre la propria opinione ( è una forma di problem solving) Il circle time è la disposizione in cerchio di tutti i ragazzi, è eterocentrato e si basa su una libera discussione o sulla soluzione di un problema.

Tecniche di laboratorio I laboratori esperienziali sono parte del metodo attivo per aumentare la conoscenza di problemi specifici della sfera emotiva; prevedono un coinvolgimento diretto e la collaborazione finalizzata alla produzione di materiali o di una rappresentazione finali. Ci sono tecniche trasversali che vanno bene per aumentare la conoscenza non solo cognitiva ma anche emotiva e corporea: circle time, braistorming, role playing, simulazioni e veri e propri laboratori teatrali. Più l'alunno si immedesima e simula, più si attiva il vissuto emotivo con un cambiamento reale e generalizzato. Si potenziano competenze emotive e creative attraverso l'attivazione corporea e psico-motoria. In generale prima si fa la discussione e dopo si utillizzano i metodi attivi. La discussione può avere come stimolo anche materiali ( esempio foto con le diverse espressioni delle emozioni, disegni, suoni, canzoni), la parte laboratoriale può prevedere una lista di emozioni per scrivere accanto il vissuto corrispondente e per favorire l'empatia si fanno scambiare di posto per la prospettiva dell'altro. Nb è possibile coinvolgere le famiglie presentando i risultati...


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