Intelligenza - Riassunto Psicologia generale PDF

Title Intelligenza - Riassunto Psicologia generale
Course Psicologia generale e laboratorio
Institution Università degli Studi di Bergamo
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Summary

riassunto del capitolo sull'intelligenza del libro Psicologia Generale di Feldman...


Description

L’intelligenza È la capacità di comprendere il mondo, pensare razionalmente e usare con efficacia le risorse disponibili in caso di necessità. ? è una facoltà unitaria (unica abilità) o è multidimensionale (connessa ad altre capacità specifiche)? In un primo periodo, gli psicologi hanno ritenuto che alla base di qualsiasi manifestazione di intelligenza ci fosse un unico fattore di abilità mentale (prospettiva unidimensionale). Per spiegare tale ipotesi, veniva utilizzata l’analisi fattoriale, metodo statistico molto importante utilizzato per la prima volta da Spearman, il quale proponeva come unico fattore generale alla base dell’intelligenza, il fattore g. Successivamente, i modelli hanno incominciato ad articolare al loro interno diverse accezioni di intelligenza. Tra essi ricordiamo la teoria di Cattel che distingue due categorie di intelligenza: (modello bidimensionale) 1. Intelligenza fluida che riflette la capacità di elaborare l’informazione, di ragionare e di memorizzare; l’individuo ne è dotato sin dalla nascita ed ha una componente genetica molto alta, di fatto presenta un declino nelle ultime fasi della vita. 2. Intelligenza cristallizzata si riferisce alle informazioni, abilità e strategie apprese attraverso l’esperienza e riflette la cultura nella quale l’individuo cresce. Contributo importante nello studio dell’intelligenza è il modello dell’elaborazione dell’informazione della psicologia cognitiva, secondo cui l’intelligenza può essere misurata attraverso l’osservazione delle modalità con cui gli esseri umani memorizzano informazioni e le utilizzano per risolvere problemi. Ricerche su tale studio hanno dimostrato che la velocità con cui l’individuo è in grado di recuperare informazioni è legata all’intelligenza verbale. Il modello più accreditato per la valutazione dell’intelligenza è la teoria delle intelligenze multiple di Gardner, secondo cui esistono un minimo di otto diversi tipi di intelligenza, ciascuno relativamente indipendente dall’altro. Ogni tipo di intelligenza è legato a dei sistemi presenti nel nostro cervello: 1. 2. 3. 4.

Intelligenza Intelligenza Intelligenza Intelligenza

musicale; corporeo-cinestetica; logico-matematica; linguistica;

5. 6. 7. 8.

Intelligenza Intelligenza Intelligenza Intelligenza

spaziale; interpersonale; intrapersonale; naturalistica;

Ciascun individuo può essere descritto in base al grado di possesso di tali dimensioni ed inoltre, l’integrazione tra i diversi livelli di intelligenza può fornire la somma dell’intelligenza posseduta dall’individuo stesso.  Possibile differenziazione tra le persone Secondo lo psicologo Sternberg, l’intelligenza pratica è quella più utile, poiché legata ad un successo generale della vita, mentre secondo altri, come Goleman, è quella emotiva ad essere più utile, poiché regola l’abilità di stare bene con gli altri, fornisce una sorta di empatia verso gli altri e ci permette di rispondere adeguatamente a quest’ultimi. Data la presenza di varie teorie e modelli sull’intelligenza, gli psicologi si sono impegnati anche nel valutare l’intelligenza individuale mediante la somministrazione di test. I primi veri test di intelligenza furono formulati da Binet. Egli si rese conto che oltre ad un’età cronologica, doveva esistere un’età mentale, che corrispondeva al livello di prestazione tipico che possiamo associare ad una determinata età (ovvio che se un bambino si discosta dalla media dei bambini della propria età, egli potrà avere un’età mentale minore o maggiore a seconda delle proprie capacità). Il primo test che venne proposto aveva lo scopo di aiutare i bambini che avevano maggiore difficoltà durante il percorso scolastico. Logico che un buon test di intelligenza deve saper misurare l’intelligenza del bambino e l’intelligenza media di coloro che hanno la sua età, perciò deve essere risolvibile per molti.  Tuttavia, esso non fornisce un adeguato mezzo di confronto tra persone di età cronologiche diverse e per tale motivo funziona bene nel momento in cui trattiamo di individui che hanno tra gli 0 e i 18 anni. Tale caratterizzazione del concetto di età mentale ha portato altri studiosi, prima Stern e in seguito Terman, a creare una formula per il calcolo del quoziente di intelligenza, ossia il rapporto tra età mentale ed età cronologica di un individuo moltiplicata per 100. Per i soggetti adulti, vi sono altre formule per calcolarne il Q.I. Il punteggio medio e il più comune è 100 e i ¾ della popolazione presentano un punteggio tra 85 e 115.

Scale di intelligenza che possiamo riconoscere sono: -

-

La scala di intelligenza Standford-Binet, idealizzata da Terman, la quale presenta un insieme di Item che variano a seconda della persona che si sta esaminando. La scala di WAIS (Wechsler about intelligence scale) per gli adulti e la WISC (Wechsler intelligence scale for children)

Oltre ai test d’intelligenza, possiamo riconoscere i test di profitto (ideati per determinare il livello di conoscenza di una persona in un’area specifica) e i test attitudinali (ideati per predire l’abilità di una persona in una particolare area o campo di lavoro). Un test è utile se è: o Attendibile, ovvero deve mostrarsi coerente; perciò una persona sottoposta più volte a tale test deve mantenere lo stesso punteggio. o Valido, ci deve essere concordanza tra il contenuto del test e il costrutto (concetto standard) che bisogna valutare. o Standard, deve essere uniforme sia nella procedura di somministrazione che nella determinazione del punteggio. Tuttavia, il contesto e l’esperienza di una persona sono fattori che possono potenzialmente influenzare il risultato. È stato infatti riscontrato che, membri di gruppi culturali specifici raggiungono solitamente risultati più bassi rispetto a membri di altri gruppi. Chiaramente ciò non indica maggiore intelligenza rispetto ai primi. Per tale motivo, alcuni studiosi hanno tentato di redarre test di QI culturalmente equo, ossia che non presenti al suo interno elementi culturali, ma esperienze comuni a tutte le culture.

? Ma l’intelligenza è legata a fattori genetici o all’esperienza? Ciò ha suscitato un enorme dibattito che si è concluso senza una risposta effettiva, poiché l’intelligenza dimostra una grande percentuale di ereditabilità, ma non esiste alcuna prova che possa affermare che fattori genetici determinino differenze di intelligenza riconducibili all’appartenenza ad una determinata etnia. Le differenze più evidenti si trovano nel confrontare gli individui, più che i gruppi. ? E il ritardo mentale? Il ritardo mentale è un disturbo caratterizzato da significative limitazioni sia delle funzionalità intellettuali, sia del comportamento, sia nello svolgimento di attività quotidiane.

Il 3% della popolazione americana presenta ritardo mentale o cognitivo. Occorre classificare gli individui in base al loro ritardo mentale:    

Ritardo Ritardo Ritardo Ritardo

lieve  valori di Q.I compreso tra 55-70 moderato  valori di Q.I tra i 40 e 54 punti grave  valori di Q.I tra i 25 e i 39 punti profondo valori di Q.I al di sotto del 25.

Importante sottolineare che all’interno della stessa categoria di ritardo mentale (ex. Sindrome dello spettro autistico) ci può essere una variabilità delle abilità degli individui che ne fanno parte. Da cosa è causato un ritardo mentale? In quasi un terzo dei casi il ritardo mentale è riscontrabile in cause di tipo biologiche, mentre in altri a cause di tipo genetico, come un’anomalia nella struttura del cromosoma (ex. la sindrome di Down). Altre cause possono essere dovute a complicanze presenti durante la gravidanza o legate al parto. Tuttavia, la maggior parte dei casi deriva da forme di ritardo familiare, non è chiaro se tale ritardo sia soggetto a povertà di stimoli nell’ambiente o sia dovuto alla presenza di un fattore genetico particolare....


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