La categorizzazione - Riassunto Psicologia generale PDF

Title La categorizzazione - Riassunto Psicologia generale
Author Gianluca Macchi
Course Psicologia Generale
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Summary

Riassunto del capitolo sul Pensiero del manuale di psicologia generale, integrato con spiegazione della Prof. Ciceri, docente dell'Università Cattolica di MIlano. ...


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CAPITOLO 7: CATEGORIZZAZIONE 1. PROCESSI A. Pre-attentivo estrazione delle caratteristiche di base B. Segmentazione o articolazione figura-sfondo C. Riconoscimento e categorizzazione D. Identificazione classe specifica  Per passare dall’organizzazione percettiva al riconoscimento sono stati individuati due stadi: 1. Segmentazione: Processo primario di organizzazione dell’input sensoriale. In questa fase non interviene la conoscenza, si tratta di un processo automatico, in parallelo, simultaneo, veloce. 2. Ricomposizione che dà luogo al riconoscimento: processo secondario di riconoscimento di configurazioni, interpretazione e attribuzione del significato. Richiede il confronto dell’output della fase 1 con una rappresentazione contenuta in memoria.

2. MODELLO DI INTEGRAZIONE DELLE CARATTERISTICHE DI TREISMAN ( Object o pattern recognition)

Il riconoscimento di un oggetto si basa su due stadi: 1. Stadio preattentivo. Individuazione ed elaborazione in parallelo e automatica di caratteristiche fisiche (features). La scena visiva è prima codificata in base ai differenti attributi (colore, orientamento, frequenza spaziale, lucentezza, direzione di movimento). Fase automatica e inconsapevole. 2. Stadio dell’attenzione focalizzata. Integrazione delle caratteristiche fisiche (feature integration). Grazie all’attenzione, ogni attributo (con la stessa collocazione nello spazio) viene combinato per formare un oggetto unitario.  Il sistema visivo umano è in grado di riconoscere forme ed oggetti in modo sorprendentemente veloce e flessibile.  Attraverso l’analisi delle informazioni ricevute viene attribuito un significato a ciò che compone l’ambiente che ci circonda.  L’individuo impiega circa 1/10 di secondo nel riconoscere il significato di una nuova scena visiva.

3. TEMPLATE MATCHING THEORY DI NEISSER Come passiamo dalle caratteristiche sensoriali elementari (forma, colore, orientamento, ecc.) al riconoscimento di un oggetto? Il riconoscimento è la capacità di comprendere che cosa rappresenta una scena (= un insieme di pixel, pattern di luce), di riconoscere oggetti significativi. Si basa sulla corrispondenza tra immagine retinica di un oggetto e la sua rappresentazione in memoria. I punti di vista determinano una continua variazione delle proiezioni retiniche.  Confronto tra l’immagine percepita e una sagoma depositata in memoria (template): se combaciano ha luogo il riconoscimento.  Richiederebbe un numero elevatissimo di “sagome” per ognuno dei diversi pattern visivi che incontriamo nella realtà: l’oggetto è identificato solo se è già stato percepito in quella stessa forma e prospettiva.

4. TEORIA DELL’ANALISI DELLE CARATTERISTICHE di GIBSON  

Si basa sull'assunto che lo stimolo visivo è costituito da un insieme di caratteristiche, proprietà ed attributi essenziali che lo distinguono rispetto ad un altro. SELFRIDGE (1959) ideò un programma per computer per l'identificazione di pattern: i neuroni, ognuno con una propria funzione, organizzati secondo una scala gerarchica, sono specializzati per riconoscere caratteristiche specifiche sequenza di stadi: dalla registrazione dell'immagine retinica, alla rilevazione delle linee, all'elaborazione cognitiva, fino all'identificazione.



Seguendo questo modello, GIBSON elaborò un sistema di identificazione delle lettere dell'alfabeto basato sulla analisi delle caratteristiche. Il riconoscimento di una lettera avviene confrontando le caratteristiche contenute nella lettera-stimolo con quelle proprie delle lettere dell'alfabeto, depositate nella memoria.

5. TEORIA DEL RICONOSCIMENTO PER COMPONENTI DI BIEDERMAN 



Componenti: sono costituite da “primitivi volumetrici” chiamati geoni. Sono stati identificati 36 geoni che costituiscono una sorta di “alfabeto” per il riconoscimento degli oggetti. Essi possono essere combinati tra loro in modi diversi, per il riconoscimento di oggetti complessi. Il riconoscimento avviene grazie alla costruzione di una descrizione strutturale 3D delle parti dell’oggetto, ricavata a partire dall’informazione 2D.

6. MODELLI ODIERNI DI TEMPLATE MATCHING 

 

La rappresentazione interna utilizzata per il riconoscimento non è costituita da descrizioni della struttura 3D degli oggetti, ma da una sorta di sagoma (template) “ricca”, ovvero, una sorta di fotografia dell’oggetto, così come esso si presenta da un particolare punto di vista. Questa rappresentazione (il template) non è quindi indipendente dal punto di vista, ma piuttosto legata a esso. Si ipotizza che il riconoscimento sia basato su un numero molto limitato di template, che rappresentano l’oggetto da alcuni punti di vista “canonici”, e su meccanismi interni come la rotazione mentale per il riconoscimento da punti di vista diversi.

7. MEMORIA SEMANTICA   

Rappresenta e “contiene” le conoscenze riguardo all’esperienza. E’ organizzata in categorie o concetti. Guida e offre supporto nelle operazioni mentali e compiti cognitivi (riconoscimento di oggetti, pensiero, apprendimento, ecc.).

8. LA CATEGORIZZAZIONE Categorizzare significa ricondurre un esemplare ad un concetto, che ci aiuta a classificare nuovi oggetti sulla base delle esperienze passate. La categorizzazione avviene in maniera automatica, indipendentemente dalle intenzioni, dalla consapevolezza dell’osservatore e in modo spontaneo.  Il sistema cognitivo elabora gli stimoli in maniera tale da raggruppare oggetti differenti sulla base degli attributi significativi che questi condividono. Non trattiamo, quasi mai, ogni stimolo come se fosse un’entità a sé stante, ma, il sistema cognitivo procede cercando di individuare a quale insieme più ampio questo stimolo possa appartenere.  La realtà che ci circonda è costituita da un infinità complessa di fenomeni: attraverso un processo di segmentazione, la mente elabora un sistema di categorie all’interno delle quali inserire gli oggetti per raggrupparli e distinguerli. L’attività di categorizzazione è uno dei processi fondamentali del pensiero e assolve diverse funzioni: 1. Riduzione della complessità ambientale Categorizzare serve a semplificare le informazioni che la percezione fornisce al pensiero. Tale semplificazione è indispensabile poiché il sistema cognitivo è a capacità limitata. Semplificare il flusso percettivo significa non memorizzare tutto ciò che incontriamo come unico, ma considerarlo come esemplare di un concetto di cui conosciamo i tratti salienti. I concetti sono categorie di oggetti, eventi o persone con caratteristiche comuni tra loro. Mediante i concetti, riusciamo a organizzare fenomeni complessi in forme più semplici e quindi facilmente utilizzabili. 2. Fornire informazioni, funzione inferenziale Assegniamo a un oggetto molte delle caratteristiche del concetto a cui appartiene, incluse quelle che non sono direttamente percepite, poiché un oggetto appartiene a una certa categoria, inferisco che possiede alcune caratteristiche proprie di quella categoria. Possibilità di riconoscere stimoli percettivi nuovi confrontandoli con quelli che già si conoscono. Aumento della prevedibilità ambientale: dalla classificazione di un elemento si può prevedere il suo comportamento.

3.Guida all’azione La categorizzazione consente di stabilire una continuità tra esperienza presente e passata e a orientare l’azione futura. Riconoscere stimoli percettivi nuovi confrontandoli con quelli che già conosciamo serve a farcene una rappresentazione in grado di farci prendere una decisione riguardo all’azione più giusta da intraprendere. Categorizzare significa ricondurre a un esemplare a un concetto. Il concetto ci aiuta a classificare nuovi oggetti sulla base dell’esperienze passate. I concetti ci aiutano a comprendere e pensare meglio il mondo complesso in cui viviamo e influiscono e orientano il nostro comportamento.

9. IL CONCETTO DI CONCETTO – TEORIE Come arriviamo a formare concetti che usiamo poi nella vita quotidiana? A. Teoria delle condizioni necessarie e sufficienti (CNS) Teoria secondo la quale il concetto può essere descritto da un insieme di tratti definitori. Tali tratti costituiscono un inventario limitato di termini primitivi che vengono combinati mediante operatori di congiunzione, disgiunzione, negazione, dando luogo a concetti differenti.  Accettare che il concetto sia interamente scomponibile in un insieme di CNS implica che: - Nessun tratto può essere cancellato - Nessun tratto può essere aggiunto - Il concetto è dato da un elenco di tratti che si presenta come una lista non strutturata e priva di relazioni gerarchiche - E’ dato dalla presenza di confini di delimitazione netta B. Tassonomie e prototipi Più recenti orientamenti psicologici fanno riferimento alle competenze di organizzazione delle conoscenze, descrivendole come processi di categorizzazione. La categorizzazione è un processo attraverso il quale l’individuo selezione e organizza il flusso dell’esperienza in modo da gestire e ridurne l’enorme variabilità. Questa teoria si oppone all’idea che i concetti siano unità stabili definibili a priori sulla base di CNS  L’organizzazione di categorie si basa su due principi: 1. Economia cognitiva: la nostra mente tende ad usare processi di comprensione meno gravosi e più funzionali. Diventa essenziale per l’individuo semplificare la realtà categorizzandola. 2. Struttura del mondo percepito: il mondo non si presenta a noi come un insieme casuale e destrutturato di informazioni tutte importanti, ma gli oggetti vengono percepiti come dotati di una struttura correlazionale.  I sistemi categoriali che ci costruiamo sulla base di questi due principi hanno dimensione - Orizzontale: riguarda la struttura interna delle categorie che sono organizzate intorno ad un prototipo, cioè l’esemplare di una categoria che presenta il numero maggiore di caratteristiche proprie di quella categoria e il numero minore di caratteristiche di membri di altre classi. Gli elementi di una categoria non sono tutti equivalenti, ma assomigliano più o meno al prototipo. I confini delle categorie non sono netti e precisi, ma sfumati, in quanto un membro può anche condividere tratti di più categorie ed essere posto in un’area ci confine -

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Verticale: si riferisce al livello di inclusione della categoria e si centra dunque su una strutturazione intercategoriale. Si struttura gerarchicamente su tre livelli 1. Livello subordinato i cui membri condividono essenzialmente le caratteristiche del livello base, ma se ne differenziano per alcuni attributi più specifici 2. Livello base i cui membri condividono il maggior numero di attributi distintivi del prototipo 3. Livello superordinato i cui membri condividono soltanto pochi attributi gli uni con gli altri. Questo livello corrisponde al concetto di classe. La priorità cognitiva assegnata a questo livello si incentra su due criteri Percettivi e morfologici: il livello di base è il primo livello di astrazione in cui gli oggetti sono percepiti come dotati di una forma generale unitaria che vale per tutti i membri di una categoria. Funzionali: gli oggetti di base rimandano ad atti intenzionali, sequenze d’azione e programmi motori unitari pensati ed eseguiti dal soggetto nell’ambiente contestuale dove gli oggetti sono collocati. Linguistici e comunicativi: i termini che designano gli oggetti di base tendono ad essere lessemi più corti.



Informativi: informativo in quanto possiede il più alto numero di attributi significativi in comune tra gli oggetti ROSCH: descrive il livello base come il più usato poiché favorisce la decodifica della forma e della funzione degli oggetti. Le categorie di base e i termini ad esse connesse vengono appresi prima delle altre categorie.

C. categorizzazione tematica o situata Si tratta di un’organizzazione in categorie schematiche cioè legata a contesti e situazioni specifiche.  Modelli recenti si oppongono all’organizzazione di tipo talassonomico, in quanto la categorizzazione non si serve di un unico principio invariabile, ma è dinamica, mediata dai contesti, dagli scopi (categorie goal-derived) e influenzata dall’esperienza  Il tipo di uso degli oggetti a cui i concetti fanno riferimento ne influenza la categorizzazione. Non ci basiamo solo su regole logiche, ma siamo sensibili a relazioni di somiglianza tra membri di una categoria  Anche se la categorizzazione iniziale è economica sul piano cognitivo, quella tematica risulta più flessibile e rimanda direttamente agli eventi supportando l’azione. D. Teorie embodied della simulazione situata Teoria secondo la quale la rappresentazione dei concetti è collegata all’esperienza percettiva e motoria dell’individuo.  Questo approccio è basato sull’idea di simulazione situata, ovvero simulazione percettiva dell’oggetto, secondo la quale un concetto non è una rappresentazione astratta di una categoria, ma l’abilità costruire rappresentazioni che si adattino agli obiettivi delle azioni situate, cioè repertori d’azioni.  Il sistema concettuale viene descritto come un simulatore in grado di costruire un insieme virtualmente infinito di simulazioni specifiche  Le informazioni di cui il sistema concettuale si avvale per costruire queste simulazioni sono molto varie e provengono dai sistemi di elaborazione coinvolti nel percepire e nell’usare oggetti di quella categoria.  I concetti derivano da pattern di parziale riattivazione neurale di sistemi sensoriali e motori che sono attivi durante la percezione.  Quando ci rappresentiamo un oggetto o un evento ricorriamo a processi mentali modalità-specifici come se esso fosse presente, ovvero simuliamo l’oggetto percettivamente  In base alle informazioni il sistema concettuale può poi simulare rappresentazioni in funzione degli obiettivi da perseguire. L’organizzazione di queste rappresentazioni è quindi orientata all’azione  Il sistema concettuale è quindi una sorta di manuale delle istruzioni: i concetti guidano l’interazione del soggetto con specifici rappresentanti di categorie in particolari contesti.  A partire dai dati della realtà la mente sceglie in funzione dei propri scopi e della situazione quale percorso di categorizzazione attuare tra i percorsi attivabili....


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