Italia tra 800 e 900 PDF

Title Italia tra 800 e 900
Course STORIA CONTEMPORANEA
Institution Università degli Studi di Sassari
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L'Italia tra l'800 e il 900: riassunto

Le condizioni di vita in Italia all'inizio del 900, l'emigrazione, l'analfabetismo, l'istruzione, l'evoluzione del sistema scolastico, la cucina italiana, Governo Giolitti e il Liberalismo progressista. Riassunto della storia d'Italia tra l'Ottocento e il Novecento (2 pagine formato docx)

L'ITALIA TRA L'800 E IL 900: RIASSUNTO Le condizioni di vita in Italia all’inizio del ‘900. Nei primi del ‘900 l’Italia iniziava il suo cammino verso la modernità. Nonostante questo l’Italia era ancora un paese rurale, composto da contadini che lavoravano le loro terre ancora con vanga e zappa. L’Italia settentrionale era integrata nell’economia internazionale, mentre il meridione era sempre più periferico a livello economico. Inoltre si lottava ancora contro l’analfabetismo (soprattutto al sud). L’emigrazione. Tra il 1875 e il 1920 quasi 9.000.000 di italiani migrarono (di cui 5.000.000 in America). Fino al ‘900 erano gli italiani del nord a migrare, poi in seguito furono i meridionali (prevalentemente siciliani).

FINE 800 E INIZIO 900 RIASSUNTO Furono due i fattori che spinsero gli italiano a migrare: 1. Nella prima fase dell’industrializzazione ci fu un incremento della popolazione, e questo provocò disoccupazione in seguito; 2. Lo sviluppo industriale non era ben ripartito quindi il nord-est e il sud erano sottosviluppati. Ma queste migrazioni piegarono migliaia di bambini italiani in schiavitù. L’analfabetismo. L’Italia era tra i paesi europei più analfabeti. Con gli anni il tasso di alfabetizzazione aumentò ma l’Italia rimase comunque tra i paesi con il tasso più alto. La distribuzione dell’alfabetizzazione era inoltre mal distribuita (il sud era più arretrato). CONTESTO STORICO FINE 800 INIZIO 900 L’istruzione.

La scuola elementare durava 4 anni 2 erano d’obbligo (i bambini iniziavano a frequentare la scuola a 6 anni). Chi voleva poteva continuare gli studi dopo le scuole elementari. Le scelte si dividevano in due rami: Il ginnasio preparava gli studenti alla letteratura, lingue classiche e filosofia. Si poteva accedere all’università solo se si aveva frequentato il liceo. La scuola italiana non era certo tra le più avanzate se pensiamo che solo in Germania l’obbligo scolastico era di 8 anni. I comuni si occupavano della costruzione e il mantenimento degli edifici. Il problema era che non tutti i comuni avevano la possibilità di finanziare la costruzione della scuola ne per pagare i docenti. Il risultato fu che non tutti i bambini potevano frequentare la scuola. EVOLUZIONE DEL SISTEMA SCOLASTICO L’evoluzione del sistema scolastico. 1. Nel 1877 la legge coppino portò a 3 anni l’obbligo scolastico. 2. Nel periodo che andava dal 1901 al 1914 il governo Giolitti portò ulteriori miglioramenti:obbligo di frequenza fino ai 12 anni compiuti; finanziamenti ai comuni per costruire le scuole. 3. Nel 1911 ci fu una svolta importantem, la legge DANEO – CREDARO stabiliva che lo stato avrebbe assunto il controllo diretto delle scuole elementari per garantire a tutti i bambini italiani la possibilità di frequentare la scuola. Inoltre ci fu l’introduzione di nuovi indirizzi: Liceo moderno (corrisponde al nostro scientifico); I diplomati tecnici potevano accedere ad alcuni corsi universitari. L'Italia era un paese povero, la popolazione si nutriva prevalentemente di cereali e vegetali, la carne e il pesce si mangiavano di rado e nelle festività.

I 10 anni del governo Giolitti Dopo il fallimento della svolta autoritaria della fine del 19° secolo, e dopo aver superato lo scontento per l'assassinio di Umberto I, Vittorio Emanuele III comprese la necessità di un cambiamento, quindi nel 1901 affidò il governo a Giuseppe Zanardelli, un liberale progressista. Dopo due anni subentrò Giolitti. Iniziò quindi l'età giolittiana che portò uno sviluppo economico e una maggiore libertà politica. Egli offrì l'opportunità ai contadini e agli operai di partecipare attivamente alla vita politica. Il liberalismo progressista di Giolitti I L’ obbiettivo di Giolitti fu quello di consolidare lo stato liberale favorendo lo SVILUPPO ECONOMICO e la LIBERTA' POLITICA. Il governo di Giolitti era neutrale davanti ai conflitti sindacali. sosteneva che il governo non doveva affiancarsi agli imprenditori contro i lavoratori; aveva un atteggiamento particolarmente moderato di fronte agli scioperi perché credeva che se il governo avesse represso questi movimenti si sarebbe arrivati ad una lotta sindacale mettendo in pericolo lo stato. Il riformismo giolittiano (riforme sociali ed economiche) · · · · ·

Giolitti attuò alcune importanti riforme sociali ed economiche quali: tutela del lavoro delle donne e dei ragazzi, proibendo il lavoro minorile; miglioramenti dell'assistenza infortunistica e pensionistica; diritto al giorno di riposo per i lavoratori; gestione pubblica delle ferrovie che diventano statali; gestione dello Stato dell'istruzione elementare. Giolitti trascurò però le problematiche fiscali e non affrontò lo squilibrio tra il nord e il sud. I suoi interventi sul MEZZOGIORNO alimentavano la corruzione e il clientelismo. La questione meridionale quindi si aggravò ulteriormente....


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