Percorsi AL Femminile TRA 800 E 900 PDF

Title Percorsi AL Femminile TRA 800 E 900
Course Storia della pedagogia
Institution Università del Salento
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PERCORSI AL FEMMINILE TRA 800 E 900 Da sempre le donne sono considerate deboli e prive di tendenze violente. Quando tali violenze sono esercitate da una madre è necessario assumere una nuova prospettiva x capire cosa porta una madre ad essere assassina. Bisogna partire dall’antropologia criminale che studia i tratti somatici e le caratteristiche fisiche dell’uomo e della donna che delinquono e che si costituisce nel periodo del Positivismo intorno a Cesare Lombroso. Per Lombroso i criminali sono di diverso genere: il delinquente nato, il delinquente occasionale, il delinquente pazzo, il delinquente per passione, il delinquente per abitudine. Lombroso dice che la delinquenza deriva non dalla volontà dell’individuo ma da una diversa organizzazione fisica e psichica dell’ organismo del delinquente rispetto a quello dell’uomo normale. Questa teoria diverrà il fondamento della scuola positiva che vedrà la responsabilità del reo non in base alla sua responsabilità bensì alla sua pericolosità nella società. Per Lombroso i delinquenti erano selvaggi violenti identificabili attraverso le loro anomalie fisiche e morali. Lombroso nella sua opera intende classificare e collegare a ciascun segno fisco un preciso comportamento criminale. Al di là del libero arbitrio del delinquente nato e di cosa la società facesse per prevenire il crimine con Lombroso prende corpo il concetto di ATAVISMO cioè di ereditario e quindi di una scala evolutiva all’interno della quale far rientrare la civiltà, le razze, i popoli. Il concetto di pena per Lombroso deve avere come fine non quello del castigo bensì di difesa sociale. Grazie a Ferri, Lombroso prestò attenzione oltre ai caratteri somatici anche ai fattori psicologici e sociologici che danno una spiegazione alla criminalità. In un primo momento il concetto di pena viene visto come difesa sociale. Con Ferri, la detenzione da Lombroso non è più vista solo in funzione del bene della società ma anche come la possibilità di rieducare e reinserire il delinquente nella società stessa. Alla base del fenomeno criminoso ci sarebbero per Ferri fattori di natura antropologica, sociale o fisica. Nella seconda metà del diciannovesimo secolo si afferma la corrente del Positivismo. Tale movimento si caratterizza per il fatto di non essere una vera e propria scuola. Altra caratteristica del positivismo è dato dall’attenzione che pone al mondo femminile. L’ intera riflessione pedagogica e filosofica dell’ottocento avrà al centro dei propri interessi il problema dell’amore e il rapporto uomo-donna. Il Positivismo italiano assumerà la propria posizione in merito alla questione femminile accettando il fatto che uomo e donna sono diverso non solo a livello biologico ma anche intellettivo ed emotivo. Per i criminologi positivisti la differenza tra uomo e donna sta nella maternità. Essa, infatti non solo racchiude la sessualità delle donne normali, ma fornisce anche la chiave per capire in quale modo le donne possono essere superiori agli uomini per qualità morali quali: la pietà e la modestia. Secondo Lombroso le donne si sono evolute più lentamente rispetto agli uomini, consumando la maggior parte della forza vitale nel parto, nella gravidanza e cura dei figli sono biologicamente incapaci di raccogliere le energie necessarie a rivaleggiare intellettualmente con gli uomini o ad assumere ruoli politici sulla scena pubblica. Mellusi si inserisce nel panorama della scuola positivista italiana e la sua importanza sul modo di concepire la figura femminile nel periodo tra la fine del diciannovesimo secolo e il primo ventennio del ventesimo. La situazione italiana, riguardo la concezione della donna presenta alcune peculiarità: in Italia l’opinione pubblica è contraria a qualsiasi forma di emancipazione della donna. Diversi fattori concorrono ad affermare quest’ostilità: l’educazione, il codice mediterraneo dell’onore e la morale cattolica. Motivi questi che giungono ad assimilare la donna che lavora ad una prostituta, dal momento che la morale comune sottolinea ed esalta solo il ruolo domestico e riproduttivo della donna. Secondo la scuola positiva di Lombroso ogni cambiamento del comportamento è dovuto ad un cambiamento biologico e quindi influisce sul corpo, sulla mente e

sull’ anima. La fisiologia gioca per Mellusi un ruolo fondamentale nella disponibilità al suicidio. La donna ne è più esposta perchè lei si concede di più e quando è abbandonata dall’amato vede il suo mondo crollare. Quindi esso sostiene che il suicidio è più presente nella donna perché ama di più mentre il doppio suicidio è una sorta di esaurimento di entrambi dove l ‘amante più debole subisce l’influsso del volere del più forte. Infine l’omicidio-suicidio etero maniaco consiste nell’uccisione dell’amante seguita immediatamente dal suicidio. La passione è una malattia della psiche mentre l’amore è il mezzo fondamentale per procreare. Quando porti l’amore all’esasperazione provi un senso di frustrazione quindi o uccidi la persona amata o uccidi te stesso e vuoi farti seguire dalla persona amata (doppio suicidio). Quindi in questo contesto nel quale la fisicità influenza la psiche e viceversa, la passione e l’amore vengono vissute in modo diverso dall’uomo e dalla donna. Per i positivisti l’inferiorità esteriore fisica rifletteva un’inferiorità intellettuale e psicologica. Quindi secondo questa convinzione gli antropologi criminali come Lombroso pensavano che la donna sentisse e pensasse meno. Su questa base Mellusi sottolinea l’immagine debole della donna che vive la delusione amorosa come la possibilità di suicidio nelle nature di animo mite e come possibilità di omicidio nelle nature di animo sensuale. Ecco quindi che quando il desiderio non è soddisfatto, gli individui più fragili a livello emotivo (le donne) sono condotti al suicidio o all’ omicidio suicidio. La differenza tra uomo e donna deriverebbe dalla loro differenza anatomica. Lo stesso Mellusi sottolinea la differenza fisiologica tra uomo e donna considerando l’uomo come “essere toracico” destinato al lavoro fisico e la donna come un essere “addominale” destinato alla maternità. Per Sand l’amore è una prigione volontaria in cui la donna si rinchiude per natura. La diversità tra uomo e donna si ha nel passaggio dall’essere uomo da bambino o bambina a uomo o donna, ossia durante la pubertà. Nell’ uomo quindi si sviluppano i caratteri di aggressività e forza fisica che riportano alla mente i combattimenti degli animali maschi. I problemi sopraggiungono però quando una deficienza ereditaria portano ad azioni insensate e criminose quindi l’uomo diventa violento verso gli altri e soprattutto verso la donna. La pubertà femminile consiste nell’ apparizione di una serie di sentimenti che la spingono verso l’altro sesso. Ma queste emozioni conducono ad un’alterazione della psiche della donna che diventa più fragile e soggetta a sbalzi d’umore. Quando il bisogno dell’amore si trasforma in ossessione siamo di fronte alle donne NEUROPATICHE. Nel periodo della pubertà la donna può ammalarsi psichicamente, il che non avviene nelle età precedenti. Proprio perchè non è capace di gestire le sue passioni la donna viene definita priva di razionalità e quindi inferiore rispetto all’uomo. Non che l’uomo sia privo di passioni ma esse sono vissute in maniera più razionale ossia attraverso l’uso della ragione. L’uomo è come se avesse una funzione salvifica della donna: deve salvarla dalle sue passioni. Quando si è parlato di passioni che annullano nella donna la ragione non si è sottolineato il fatto che per Mellusi questo genere di patologie si manifesta in quei soggetti che nel proprio bagaglio clinico e familiare presentano elementi di anormalità. Colpita nel suo amor proprio, la donna perde qualsiasi certezza su di sé e, questo dolore la porta o all’invecchiamento precoce o a fare la prostituta. Proprio per ribellarsi a questo stato di cose l’unica via che la società lascia loro è il delitto. A livello psicologico uomo e donna si differenziano perché, per l’uomo l’amore è solo un’istante fugace che viene vissuto in maniera egoistica; per la donna, invece l’amore è sempre altruistico. La donna, quindi vede l’amore come il fine dell’esistenza. Una donna che ama vuole essere amata a sua volta. L’uomo, invece, vede nell’ amore una soddisfazione dei propri bisogni sessuali. Soddisfazione che, fa diminuire l’amore. Le donne più sensibili in amore son quelle più deboli. Motivo per cui tendono a cadere in amori irregolari. La loro diventa un’ossessione dove l’atto sessuale è solo un accessorio mentre il bisogno di vivere la vita in funzione dell’amato è il contenuto di quest’ossessione.

Vedendo che l’amore non è corrisposto in quanto si ha di fronte un uomo leggero, volubile, malvagio e che la abbandona o la schernisce in seguito all’abbandono porta la donna a maturare ‘idea del delitto perché disprezza il mondo in cui vive fatto solo di egoismi. Una donna innamorata abbandonata tende ad invecchiare prima sia nel corpo che nell’ anima. La privazione della vita sessuale porta ad un’esistenza malinconica. Lo stesso Freud ha dimostrato che le isterie e le nevrosi nelle donne hanno come origine le alterazioni delle funzioni genitali, o meglio l’astinenza. Quindi nelle ragazze tradite o abbandonate sono frequenti gli sbalzi d’umore: si passa da uno stato di esaltazione esagerata ad uno stato di depressione totale e da questo ad una nuova fase di esaltazione che porta a ragionare con idee false fino ad arrivare ad un decadimento delle facoltà mentali. Ciò produce nella fanciulla, una totale mancanza di fiducia in se stessa che si esprime in una condizione di tristezza e scoraggiamento e, per un futuro, in una condizione di liberazione di tali sofferenze tramite il suicidio. Diverso è il caso in cui la fanciulla tradita non riesce a provare più alcun sentimento piacevole e, addirittura non prova alcun amore per la sua famiglia. In questo caso la fanciulla in un primo momento si mostra irascibile, agitata, inquieta. In un secondo momento, si concentra totalmente su se stessa. In un terzo momento la fanciulla perde qualsiasi facoltà di ragionamento pertanto il delitto diviene l’unica soluzione a questo suo stato. Sia la gravidanza che l’allattamento possono creare a livello fisico e psicologico dei turbamenti. Nella donna qualsiasi parte del corpo ha uno scopo riproduttivo. La differenza tra i due sessi è ancora più evidente. Mentre la donna con il concepimento prova un’emozione di nuova produzione, nell’uomo questo momento è solo passeggero. Mellusi afferma che mentre la maternità è un fenomeno fisiologico, la criminalità è un fenomeno patologico. Difficile quindi che i due possano fondersi. Lo stesso Lombroso diceva che: la maternità riduce i casi di delitto perché la madre ha paura ad abbandonare il figlio e inoltre per offese fatte ai figli stessi conduce questi ultimi a perdonare l’offesa ricevuta per paura di perderli. Mellusi dice che la donna commette un infanticidio solo se l’afflusso di sangue al cervello provocano accellerazioni dei battiti cardiaci in gravidanza e ciò porta la donna a non capire quello che compie. Nei casi di parto illegittimo, invece, vergogna e rimorso per l’onore sessuale perduto portano la donna a compiere l’infanticidio. Persino le donne che aspettano con ansia l’arrivo del figlio cadono in uno stato di depressione. Mellusi dice che nelle migliori condizioni, lo stato mentale della partoriente subisce delle alterazioni molto forti che hanno esito favorevole grazie all’amore del figlio, l’affetto per il marito e l’amore dei genitori. Quando a dover partorire è una giovane disgraziata abbandonata dall’affetto dei cari essa partorisce lontano dai suoi cari appunto, con la coscienza del disonore che la minaccia. La disperazione la portano così al suicidio o all’ infanticidio. Nella maggior parte dei casi la donna che sopprime il frutto del concepimento è spinta dal vedere il bambino davanti che produce in lei un senso di angoscia e arriva ad ucciderlo per liberarsene. Ci sono poi madri che non ricordano di aver commesso tale delitto. C’ è chi sostiene che le infanticide mentre commettono l’azione criminosa siano completamente coscienti in questo caso Mellusi parla di sdoppiamento della personalità e della coscienza. C’è invece chi sostiene che le fanciulle- madri non possono pensare all’ infanticidio senza commetterlo. In questo caso l ‘infanticidio avviene senza la volontà della donna che si stupisce degli effetti della propria azione. L’ infanticidio può essere considerato come (dice Mellusi) un istante di smarrimento della ragione piuttosto che come un opera di malvagità. Vi è una profonda differenza psicologica tra UOMO E DONNA. Una donna comprende le esigenze del proprio sesso amando e il suo desiderio nei confronti di un uomo si sveglia dopo essersene innamorata. In un uomo, invece, accade il processo contrario: il desiderio che egli ha nei confronti di una donna giunge prima dell’amore per lei. Il giudizio negativo che Mellusi ha del matrimonio

deriva dal fatto che esso non sia un atto d’amore volontario tra uomo e donna, bensì un’unione dettata da motivi economici o di politica familiare. Chiaramente a fare le spese di questa situazione è il più delle volte la donna. Una donna che è stata costretta al matrimonio cerca di farsi rivalere con L’ADULTERIO. IL CRIMINE commesso da una donna adultera è l’omicidio del marito o amante. Il reato passionale è quando l’adultera uccide l’amante che l’ha abbandonata per difendere il suo onore sociale. Manifestazione passiva della delinquenza passionale è il suicidio. Questo genere di reato (passionale) è compito da donne che già soffrono di problemi di natura isteropatica. Spetta ai tribunali distinguere tra le donne che compiono questi delitti in preda a determinati stati psichici e le donne vere e proprie criminali. Se si appartiene alle classi sociali basse si è più propensi al peccato. Con un educazione morale adeguata è possibile secondo Mellusi, non solo recuperare un criminale passionale ma anche prevenire determinati delitti. Per questo dice Mellusi che è il contesto sociale che andrebbe modificato in modo che la donna non venga trasformata in una criminale passionale per l’onore perduto. La società deve essere in grado di saper individuare il vero colpevole che non è la donna bensì l’uomo che la seduce per poi abbandonarla ed esporla al disonore. L’educazione deve educare il reo. Gli educatori devono avere una competenza psicologica: gli adolescenti vanno educati al sesso. Per Mellusi, l ‘educazione deve agire sia sull’ individuo che sulla società. Necessario è curare il carattere per far capire che nella vita sono sempre presenti le diversità e il dolore deve fortificare una persona per poter poi affrontare tali avversità. Scopo della rieducazione, per Mellusi, deve essere la prevenzione. La delinquenza è quindi una sorta di involuzione. Lombroso studiava il corpo delle detenute e studiando le dimensioni del cranio, statura, peso dimostra l’inferiorità della donna. Lombroso cerca perciò nella donna quei caratteri in grado di rilevare una base genetica circa la minore capacità di delinquere della donna rispetto all’uomo, ed in grado di giustificare i comportamenti devianti. Il punto di riferimento dello studio è L’ATIVISMO. Lombroso e Ferrero seguendo tale modello si trovano di fronte ad una contraddizione rappresentata dalla mancanza di corrispondenza tra modello dell’ativismo con le caratteristiche delle donne delinquenti. Tale contraddizione viene risolta con la spiegazione che la donna ha avuto una minore evoluzione rispetto all’uomo e quindi passano all’ analisi delle prostitute e del fenomeno della prostituzione. Quindi per loro il criminale nato corrisponde alla prostituta perchè la prostituta oltre alla propensione naturale alla degenerazione lo rappresentava per il semplice fatto di prostituirsi. Il fenomeno della prostituzione veniva interpretato come una caratteristica della donna, quando poi veniva a mancare il senso della maternità la donna diventava una prostituta. Sarebbe proprio questo (la maternità) l’ elemento in grado di spiegare la minore evoluzione della donna vista maggiormente propensa ad un tipo di vita da svolgersi prevalentemente in ambito domestico, nel segno di una minore attività sociale, che non ne avrebbe favorito l’evoluzione, contrariamente all’uomo. Viene trascurato cosi la sfera affettiva della donna considerando solo l’amore materno o l’amore per un uomo che sarebbe animato da sentimenti di sottomissione. Da questo discorso si intuisce come la donna per Lombroso avesse un’importanza relativa soltanto ad essere moglie o all’essere madre. L’ elemento dell’intera ricerca dell’opera di Ferrero e Lombroso è lo sforzo continuo di ritrovare una causa di tipo organico nella spiegazione del comportamento criminale sia maschile che femminile. Riconducendo la criminalità ad un fatto biologico, nella loro analisi manca l’attenzione al dato sociale, economico e legislativo della problematica delinquenziale. Loro riscontrano il fatto che la donna compie meno delitti dell’uomo perché grazie alla maternità essa ha sviluppato il senso della pietà. Secondo loro inoltre la prostituta considerata uguale al vero criminale è peggio del vero criminale perchè va contro la sua natura che doveva essere solo quella di madre e moglie. Nella

visione di Lombroso il modello psicologico maschile viene considerato il modello ideale, a fronte di quello femminile come deviante. Così l’assommarsi di caratteristiche maschili alla psicologia femminile darebbe origine alla criminale nata intesa come doppiamente deviante. Il limite di Lombroso e Ferrero è che essi non si distaccarono dalla concezione negativa che si aveva prima della donna. LA MECCANICA DEL DELITTO Mellusi prende le distanze dalla teoria di Lombroso. Egli riesaminando al scuola positiva Lombrosiana cerca di comprendere il meccanismo psichico che è alla base di un delitto. Lombroso riteneva la delinquenza propria delle razze inferiori, meno civilizzate. Esso fa una classificazione dove nel gradino più basso vi erano i neri africani fino ad arrivare alla sommità dove aveva posto i bianchi europei. I neopositivisti al contrario ritenevano che l’origine della delinquenza fosse si nell’ativismo ma poteva comunque riguardare tutti. Mellusi quindi traccia un quadro della psiche della donna madre, mostrandoci come le condizioni fisiologiche e patologiche non facciano che facilitare e rendere possibile il reato. Per fare ciò egli parte dalla concezione dell’amore che ha una donna. Tenendo conto che una donna è tanto più debole quanto più è sensibile all’ amore, non riuscendo ad essere ricambiata allo stesso modo è in balia di un uomo superficiale che, dopo aver soddisfatto i propri appetiti sessuali, la abbandona, ecco che tende a trasformare quello che all’inizio è amore in ossessione amorosa. È l’emotività secondo Mellusi ciò che differenzia i due sessi. Secondo esso ciò che induce una donna, in gravidanza a non avere la totale coscienza delle loro azioni sia la modificazione della cinestesia. La fanciulla tradita e abbandonata che vede la sua vita distrutta a causa di un uomo e di una conseguente gravidanza, che porta anche allo scompiglio della coscienza, prova, spesso, tanto odio per se stessa o per il nascituro da volersi o volergli fare del male. il pregiudizio sociale dell' onore sessuale diventa per lei uno spettro pervicace che avvelena i pensieri e come un incubo doloroso si sovrappone alla coscienza. Vittima della tragedia d’amore, la fanciulla è sorpresa da quella forma terribile di psicosi che la conduce al delitto. La fanciulla madre si trova in uno stato di debolezza generale prodotta dal parto o dal puerperio in uno stato di subcoscienza. Questo stato di debolezza, l’attenzione e la volontà affievolita, la visione del bambino la portano a commettere l’atto ancor prima che la coscienza ne abbia percezione. Lombroso e Mellusi dicono che la donna infanticida non è una rea nata ma una rea d’occasione in quanto non è una fredda assassina ma un anima in pena per la sua situazione. Mellussi, ritiene che siano pochissimi i caratteri di degenerazione, pochissimi gli antecedenti ereditari(atavismo) al contrario rinviene caratteri psichici. Nella profondità della psiche vi è un lavorio incessante che ad un tratto potrebbe esplodere facendo compiere, a soggetti considerati normali, delle azioni cri...


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