L\' Europa DEL 500-1 - Riassunto completo e ben eseguito del libro di Tallon per l\'esame di Storia PDF

Title L\' Europa DEL 500-1 - Riassunto completo e ben eseguito del libro di Tallon per l\'esame di Storia
Author Matteo Aromando
Course Storia
Institution Università degli Studi di Milano
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Riassunto completo e ben eseguito del libro di Tallon per l'esame di Storia dell'età del Rinascimento, presso l'Università degli studi di Milano....


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L'EUROPA DEL 500 (Stati e relazioni internazionali)

Alain Tallon

Riassunto a cura di: Matteo Aromando Università degli studi di Milano Introduzione: Per Voltaire il XVI sec avrebbe segnato il passaggio all'Età moderna. In questo secolo si costituirono molte strutture della vita politica e diplomatica dell'antico regime europeo. Un po'ovunque in Europa, lo Stato si fa più presente, più potente, i suoi effettivi crescono più rapidamente, così come il peso della sua fiscalità. In questo periodo la concezione dello Stato è prima di tutto patrimoniale; mentre in ambito ecclesiastico si segnalano tensioni che sfociano, in tutta Europa, in una vera e propria rivoluzione religiosa. Parte prima: "Lo stato delle conoscenze" Dalle guerre d'Italia all'impero di Carlo V Le guerre d'Italia non sono il primo conflitto regionale ad assumere una dimensione europea (si pensi ad es alla Guerra dei 100 anni). Tuttavia la lotta per Napoli e poi per Milano non dà luogo solamente a singoli coinvolgimenti di Stati europei, ma a un vero gioco di alleanze, estremamente mobili, che coinvolgono tutta la cristianità occidentale in vaste ed effimere coalizioni che impediscono al vincitore del momento di approfittare durevolmente del proprio successo. Le prime guerre d'Italia Com'è possibile che una questione secondaria come il possesso della corona di Napoli abbia potuto provocare un conflitto europeo durato più di mezzo secolo? La prima ragione è legata all'importanza dell'Italia nell'Europa del Rinascimento. La penisola appare come la chiave del dominio sull'Europa: paese ricco dalla prestigiosa cultura, sede del papato e postazione avanzata di fronte all'espansione ottomana. La seconda ragione deriva dalla qualità dei protagonisti: il regno di Francia, desideroso di imporre la sua egemonia sul continente e la Castiglia-Aragona, con i suoi progetti di espansione mediterranea. L'Italia e l'Europa del 1494: la fragilità degli Stati italiani e le ambizioni francesi 1494--> l'esercito francese di Carlo VIII scende in Italia--> punto di rottura. Si chiudeva una fase in cui gli Stati italiani riuscivano in un modo o nell'altro a regolare tra loro le proprie contese e a evitare l'intervento di una potenza straniera, che approfittava dei conflitti tra gli Stati della penisola per prendervi piede, temporaneamente o stabilmente. Dopo la pace di Lodi del 1454 e la formazione di una lega italica fra le principali potenze della penisola, si era riusciti a tenere lontani i "barbari" d'oltralpe. I 40 anni che separano la pace di Lodi dall'invasione francese sono visti come un'età dell'oro, un periodo di grande prosperità e tranquillità per la penisola italica. Lo storico Guicciardini sottolinea come mai si era vista tanta prosperità dopo la caduta dell'impero romano. Lo storico vede inoltre nella pacifica

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politica di Lorenzo il Magnifico, l'ago della bilancia dell'equilibrio italiano. L'invasione francese non è un avvenimento incomprensibile, ma affonda le radici nella grande instabilità politica degli stati italiani della seconda metà del XV sec e nella persistenza di fortissime tensioni. Quadro d'insieme della penisola intorno al 1490: In Savoia regna un bambino e per molto tempo il ducato è posto sotto l'influenza francese. Le repubbliche come Genova o Siena sono dilaniate dalle lotte delle fazioni, al punto che possono passare sotto la sovranità di un principe straniero che assume il ruolo di arbitro pacificatore. Venezia sfugge, almeno in apparenza, a questi disordini interni, ma la sua espansione in Terraferma è una delle principali cause di instabilità. A Firenze i Medici sono riusciti a imporre la propria autorità pur conservando formalmente un regime repubblicano, ma il loro dominio resta pur sempre minacciato dall'opposizione della vecchia oligarchia repubblicana che non esita a servirsi della violenza (1478, congiura dei Pazzi, con il sostegno di Papa Sisto IV e del re di Napoli Ferrante d'Aragona. Lorenzo riesce a salvarsi ma il fratello viene assassinato). Questa stessa fragilità del potere si ritrova a Milano, la dinastia degli Sforza si è imposta con la forza nel 1450, dopo che un'effimera repubblica aveva esautorato i duchi Visconti. Tuttavia il nuovo duca Francesco Sforza non ottiene l'investitura imperiale e si scontra con una virulenta e durevole opposizione interna. Neppure l'Italia centrale e meridionale sfugge a questa fragilità. Nello Stato pontificio i papi hanno ristabilito con difficoltà la loro autorità dopo il ritorno da Avignone. Ogni città, ogni feudo ha un diverso regime di soggezione al potere centrale e il più delle volte cerca di affrancarsene. I grandi feudatari del Lazio, come gli Orsini e i Colonna, sono in grado di imporre la loro autorità al papa. La stessa natura della monarchia pontificia è un fattore d'instabilità: in quanto sovrano eletto, il papa non dà ai suoi sudditi la rassicurante impressione di continuità. Il papato del Rinascimento cerca di ovviare a questo inconveniente praticando sistematicamente il nepotismo: la famiglia pontificia è investita del governo della Chiesa e degli Stati e cerca di trovare un principato territoriale per fondare una nuova dinastia. Nonostante il severo giudizio morale su tale pratica, questa ha consentito al papa di disporre dei mezzi per governare durante il suo pontificato e di suscitare lealtà dinastica. Alla morte del papa, il suo clan familiare conserva una parte dell'influenza politica, il che spiega un fenomeno caratteristico del Rinascimento: la frequentissima elezione al soglio di S Pietro di un parente del papa defunto. Questa pratica ha però sicuramente conseguenze negative: spoil system--> quando un clan ne caccia un altro, lotta delle fazioni cardinalizie legate a questa o quella famiglia pontificia..Il nepotismo fa del papato quasi strutturalmente un fattore di instabilità politica nella penisola. Infine, nel Regno di Napoli il re Ferrante, bastardo di Alfonso il Magnanimo, fa fatica a imporsi sui grandi baroni che altalenano sistematicamente tra il sovrano e i suoi avversari, in particolare gli ultimi Angioini. L'estinzione di quest'ultima dinastia nel 1480 non costituisce una vera liberazione per gli aragonesi, poiché il re di Francia eredita le loro pretese sul regno di Napoli. È per prendere possesso di questa eredità che Carlo VIII intraprende nel 1494 la spedizione nella penisola. In questo momento il regno di Francia appare come la principale potenza europea, forte del suo immenso potenziale demografico (15 milioni) e dell'unità politica ritrovata dopo la guerra dei 100 anni. L'impero è una realtà politica frammenta. L'Inghilterra, un tempo screditata dalle lotte dinastiche conosciute con il nome di Guerra delle Due Rose, aveva ritrovato nel 1485 una fragile unità sotto la nuova dinastia Tudor. Enrico VII aveva però come obiettivo il consolidamento del suo potere e non un cieco espansionismo. Con l'unione dinastica tra Castigliane Aragona emerge però una nuova potenza: aiutata dal consorte, Ferdinando d'Aragona, Isabella si è impostata nella successione al trono. Raggiunto l'obiettivo i Re cattolici si lanciano allora nella grande impresa di Granada, e nel 1492 la presa della città mette fine a circa 8 secoli 2

di Spagna musulmana. La scoperta del Nuovo Mondo accresce il prestigio di Isabella e Ferdinando, anche se le sue conseguenze politiche immediate sono scarse. Nel frattempo, l'espansione ottomana è il principale motivo di preoccupazione della zona orientale. Dopo aver minacciato il Sud Italia, impadronendosi nel 1480 della città di Otranto, l'impero ottomano entra in crisi con la morte di Maometto II nel 1481. Tale crisi concede una tregua ai regni di Polonia e Ungheria. Tuttavia, Bayezid II torna ad essere una minaccia, praticando un'intensa attività di pirateria nel Mediterraneo. Nell'Europa settentrionale, l'Unione di Kalmar (Danimarca, Norvegia, Svezia) si oppose nel Baltico all'Hansa, associazione di città mercantili capeggiata da Lubecca, al culmine della propria ricchezza e potenza. La "calata dei barbari" Luigi XI aveva dato poca importanza all'eredità angioina e si era guardato da intervenire direttamente nei conflitti italiani. Nel 1491, per mettere fine all'ostilità della Bretagna, Carlo VIII sposa la duchessa Anna di Bretagna, matrimonio che segna anche l'emancipazione politica del sovrano, che si dedica alla preparazione del progetto italiano. Viene così firmato un trattato di pace con Enrico VII di Inghilterra e, soprattutto, il giovane re resituisce a Ferdinando d'Aragona il Rossiglione e la Cerdagna e a Massimiliano l'Artois e la Franca Contea. In realtà Carlo VIII non cercava solamente di impedire un attacco contro la Francia in sua assenza. Restituendo le province sulle quali i re di Francia non avevano alcun diritto storico, egli voleva imporre nelle relazioni tra Stati europei il principio in virtù del quale lui stesso rivendicava Napoli: la legittimità del possesso, non per conquista, ma per via ereditaria. Questa concezione patrimoniale, largamente condivisa da tutti i principi europei, costituisce chiaramente anche il fondamento della politica di Carlo V e poi di Filippo II. Al contrario è l'idea di continuità territoriale o di frontiere naturali a essere perfettamente estranea alle concezioni politiche del tempo. La salita al trono di Napoli di Alfonso II alla morte di suo padre Ferrante I nel 1494, inquieta Ludovico il Moro che governa Milano per conto del giovane nipote. Quest'ultimo ha sposato la figlia del nuovo Re di Napoli, che potrebbe approfittare di questo legame familiare per incoraggiare suo genero a emanciparsi dalla tutela dello zio. Per paura di essere estromesso dal potere Ludovico chiama Carlo VIII perché invada il regno Meridionale. Per quanto il re di Francia non avessi bisogno di tale incoraggiamento per lanciarsi in una spedizione già prevista da tempo, la richiesta proveniente dalla stessa penisola facilitava l'impresa. Nel settembre dello stesso anno un esercito francese di 30000 uomini, effettivo formidabile per l'epoca, attraversava le Alpi avanzando verso sud senza difficoltà. Il re passo il Natale a Roma, dove papa Alessandro VI Borgia lo accolse bene e nel febbraio del 1495, Carlo fece il suo ingresso trionfale a Napoli. Numerose profezie fanno di Carlo il sovrano provvidenziale che unirà la cristianità, riformerà gli abusi ecclesiastici, vincerà gli infedeli. È possibile che il re di Francia abbia utilizzato il potente mito della crociata per giustificare la sua impresa su Napoli, senza per questo sognare Costantinopoli e Gerusalemme. Il ruolo della profezia come principale arma politica è uno degli aspetti che maggiormente colpiscono delle guerre d'Italia (la profezia ricomparirà poi anche intorno al 1600 con Nostradamus e Campanella). Questa irruzione delle profezie investe i sovrani di una missione che va ben oltre i loro obiettivi dinastici. Essi devono assicurare la riforma morale della società e della Chiesa, unire la Cristianità, vincere gli infedeli, liberare i luoghi Santi e inaugurare infine il regno di Cristo. Carlo VIII è il primo a essere oggetto di una tale investitura profetica (che poi viene applicata a tutti i principali protagonisti delle guerre, come Massimiliano I). Di converso, l'annuncio dell'Anticristo diviene altrettanto

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insistente, alimentato da molti fenomeni anormali come l'apparizione di creature mostruose (es--> la donna dalla testa d'asino rinvenuta sul Tevere nel 1494). Tale investitura profetica dà alle guerre d'Italia un carattere nuovo, che va oltre le semplici rivalità tra principi e le rende un conflitto di portata escatologica. Dopo la vittoria di Carlo VIII la pri a conseguenza è lo sconvolgimento dell'equilibrio italiano. Ludovico il Moro, il cui nipote è opportunamente deceduto, diventa duca di Milano. A Firenze, l'avvicinarsi delle truppe di Carlo VIII provoca la caduta di Piero de'Medici, troppo esitante per il popolo fiorentino. Inizia così un'esperienza politica inedita, la repubblica detta del Gran Consiglio, che associa tutti i cittadini alla vita politica e sotto l'influenza di Girolamo Savoranola vuol fare della città dei gigli il Regno di Cristo. Carlo VIII accorda la sua protezione alla nuova repubblica, ma la obbliga a restituire la libertà a Pisa. Il fallimento di Carlo VIII 







Il successo francese provoca una coalizione di tutti gli Stati italiani, con l'eccezione di Firenze. Nel 1495 a Venezia si conclude una Lega tra la Serenissima, il papa, il duca di Milano (che cambia campo), ma che coinvolge anche i Re Cattolici e Massimiliano d'Asburgo. Ufficialmente la Lega è diretta contro il Turco, ma in realtà il primo obiettivo è Carlo. A rischio di vedersi tagliato fuori dal regno, quest'ultimo lascia Napoli e si dirige a Nord. Il 5 luglio incontra l'esercito della Lega a Fornovo e dopo un confuso scontro riesce a forzare il passaggio. Il regno di Napoli viene riconquistato da Ferdinando II, figlio di Alfonso II, mentre l'ultima guarnigione francese capitola a Taranto nel 1497. Sembra che la spedizione francese sia stata una breve parentesi senza conseguenze e che lo status quo debba ristabilirsi nella penisola. Nel frattempo.. Savonarola aveva voluto fare di Firenze il cuore del rinnovamento della Chiesa mediante un modello politico rigorista che vedeva nel vero cristiano l'ideale del buon cittadino. Lo scontro presto prodottosi con il papato, accusato dal domenicano di corrompere la Chiesa, portarono Savonarola al rogo il 23 maggio 1498. Nonostante la sua morte i suoi sostenitori (piagnoni) continuarono a diffondere in Europa il suo messaggio esaltato di riforma politica e morale. Le vicissitudini fiorentine non sono però l'elemento principale che spiega l'instabilità. Se il conflitto riprende è dovuto a molteplici fattori: Le alleanze sono estremamente instabili, poiché ogni protagonista di queste guerre ha soprattutto obiettivi a breve termine, la cui realizzazione può portarlo a opporsi agli alleati del momento. Così la repubblica di Venezia è stata l'anima della Lega antifrancese del 1495, ma la sua prima preoccupazione era mantenere il dominio sull'Adriatico, cosa che le determinò presto l'ostilità di Milano. Il frequente rovesciamento delle alleanze rende impossibile la vittoria duratura di una coalizione stabile, prolungando il conflitto. Un altro fattore è l'impossibilità di ottenere un vantaggio militare decisivo. Anche Stati di dimensioni più ridotte e sovrani dai mezzi limitati trovano il modo di finanziare il proprio sforzo bellico, specialmente con il massiccio ricorso al prestito. L'instabilità politica italiana è stata aggravata dall'invasione francese. Oltre al caso di Firenze, sia nella Pianura Padana, sia in Italia centrale, numerose città si emancipano dalla tutela della metropoli. Il figlio di papa Alessandro VI, Cesare Borgia, si ritaglia un'effimero principato in Romagna, che però crolla con la morte del padre nel 1503. Tali ambizioni personali si spiegano

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anche con il ruolo dei condottieri, mercenari alla testa di eserciti sempre più grandi. Figura importante nell'Italia del Rinascimento, il condottiero proviene spesso dalle dinastie regnanti dei microstati o dalla grande nobiltà feudale, che acquisiscono con le armi un'importanza politica. Molti di loro si legano esclusivamente a un principe o a uno stato e abbandonano il servizio solo in caso di manifesta violazione degli impegni assunti. Il ritorno allo status quo ante è reso impossibile anche dall'europeizzazione del conflitto. Lo scontro ha coinvolto tutta l'Europa occidentale.

L'imperatore Massimiliano è il primo a voler approfittare del proprio impegno per riaffermare la tutela imperiale sull'Italia del Nord. Il progetto neoghibellino s'inscrive in una strategia politica più globale di affermazione del potere imperiale, che si traduce in alcune scelte spettacolari: per mostrare la propria indipendenza rispetto al potere pontificio, Massimiliano non si fa consacrare dal papa come i suoi predecessori; ma difficilmente l'imperatore può spingersi oltre non avendone i mezzi e il suo tentativo di spedizione in Italia nel 1496 per raccogliere i frutti della disfatta francese è un pietoso fallimento. "Massimiliano senza danari" non dispone di risorse sufficienti per potersi imporre come arbitro della situazione. Ferdinando il Cattolico appare ben presto come il principale beneficiario dell'espulsione dei francesi dal Regno di Napoli, condotta dal "Gran Capitano" Consalvo di Cordova. La dinastia Aragonese di Napoli viene ristabilita, Ferdinando tiene a bada la nobiltà castigliana assegnando cariche e permettendole di usufruire dei profitti del regno. La partecipazione dei Re Cattolici alle guerre d'Italia lì ancora fermamente a una rete di alleanze europee messe in atto da Ferdinando D'Aragona Fin dagli anni 80 del 400 e che, dall'Inghilterra all'impero, teneva a bada il Regno di Francia. Questo non impedisce al re d'Aragona di concludere occasionali accordi con la Francia; il pragmatismo era infatti il filo conduttore della politica dell'epoca. Anche nel caso francese gli obiettivi vengono adattati alle circostanze, malgrado l'ostentata volontà di recuperare Napoli e poi Milano. La morte accidentale di Carlo VIII il 7 aprile del 1498 porta sul trono suo cugino Luigi d'Orléans, discendente dagli ex duchi di Milano per via della nonna Valentina Visconti. Considerando ormai Ludovico Sforza un usurpatore, la Francia aggiunge alle proprie rivendicazioni territoriali Il Ducato di Milano e Luigi XII nel fa dirittura una priorità, accettando un compromesso con l'Aragona su Napoli e alleandosi con i veneziani e il papa. Nell'agosto del 1499 l'esercito francese si impadronisce di Milano; l'anno seguente una controffensiva di Ludovico il Moro finisce con la sua cattura, che promette la duratura instaurazione della dominazione francese in Lombardia. Egemonia o spartizione tra le potenze? Tra Luigi XII e Ferdinando il Cattolico La vittoria di Luigi XII si spiega ampiamente con le alleanze concluse con la maggior parte degli antichi membri della Lega Santa del 1495. A prezzo di importanti concessioni territoriali, una parte del milanese torna a Venezia, nel 1501 il Regno di Napoli viene smantellato tra la Francia, alla quale va il Nord e l'Aragona, che si installa a Sud. Tuttavia, si tratta di aggiustamenti territoriali effimeri e a partire dal 1503 vengono rimessi in discussione da un offensiva di Consalvo di Cordova contro i francesi, che porta alla conquista Aragonese del Regno di Napoli e dalla morte di papa Alessandro VI, che provoca il crollo del potere di Cesare Borgia in Italia centrale. Il vuoto politico così determinatosi suscita l'intervento di

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Venezia che cerca di estendere il proprio dominio in Terraferma. La Repubblica, dal 1499, è paralizzata da un conflitto con gli Ottomani e vuole compensare sul continente le perdite subite nel Mediterraneo orientale. La Serenissima si scontra con il nuovo Papa Giulio II, ben deciso a recuperare le terre appartenute al figlio del suo predecessore. La tensione provocata dall' espansione Veneziana diventa il principale fattore di conflitto. In Italia nel 1506, Giulio II dirige personalmente l'assalto condotto dalle truppe pontificie contro le città ribelli di Perugia e Bologna, meritandosi il soprannome di "papa terribile" e la riprovazione di una parte del mondo Cristiano. Accanto a questi sviluppi militari la rivalità francoaragonese sembra attenuarsi, i due sovrani paiono accontentarsi di una situazione che vede a nord Luigi XII conservare Milano e assicurare il proprio dominio su Genova e a sud Ferdinando il Cattolico recuperare tutto il Regno di Napoli. La spartizione sembra suggellata dal cordiale incontro tra i due sovrani a Savona nel 1507. Si delinea allora una vasta alleanza contro Venezia tra la Francia, l'Aragona, il papa Giulio II e l'imperatore Massimiliano, desideroso di estendere i propri possedimenti verso sud. Talee alleanza viene formalizzata nella Lega di Cambrai, costituita il 10 dicembre 1508 tra queste potenze cui si aggiungono l'Inghilterra, l'Ungheria e vari stati italiani. I membri della Lega si lanciano in un'offensiva contro il territorio Veneziano e nel 1509 l'esercito francese sbaraglia le truppe della Repubblica ad Agnadello. Ma la Serenissima res...


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