La chiave d\'oro - Appunti di lezione 1,3 PDF

Title La chiave d\'oro - Appunti di lezione 1,3
Author Aniello Giordano
Course Didattica e comunicazione dell'arte
Institution Accademia di Belle Arti di Bologna
Pages 1
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Summary

bho,bello cose di io bo asawagwagahaddhhahAHAEHA HAHAHAEHAHAEHAEHAHAHAHAHA CGAGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGGSADSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS cose di io bo asawagwagahaddh...


Description

La chiave d’oro è una novella tratta dalla raccolta Tutte le novelle di Giovanni Verga. Lui è uno scrittore italiano nato a Catania nel 1840 da una famiglia di proprietari terrieri, giovanni Verga fa notare molto spesso la sua solidarietà verso i contadini siciliani. In questa novella ambientata a Santa Margherita, in Sicilia, alla fine dell’ottocento , la vicenda è narrata in terza persona La storia inizia con il narratore che presenta un gruppo di persone che stavano recitando il rosario con il canonico, quando udirono una schioppettata seguita da un’altra come risposta. All’improvviso sentono bussare alla porta e il canonico dice di non aprire, ma quando sentono che è Surfareddu, aprono accogliendolo in casa. Il canonico preoccupato, chiese cos’era successo e Surfareddu, che era un assassino, gli raccontò che mentre era sulla porta a prendere un po’ d’aria, sentì un rumore nel frutteto e così insieme al cane Bellina e lo schioppo in mano, andò in silenzio a vedere cosa stava succedendo. Era il 31 agosto, ultimo giorno di lavoro di Surfareddu. Dopo che Bellina si era appartata dietro ad un grosso noce, uno dei ladri sparò a Surfareddu il quale rispose con un altro colpo cogliendo in pieno uno dei tre ladri. Preoccupati sia il Canonico che Surfareddu, l’assassino se ne andò di nascosto, su consiglio del suo padrone, ai Grilli. La mattina dopo, il canonico insieme a tutti i contadini andò nel frutteto e vide steso per terra il ladro tutto imbrattato di sangue. Dopo avergli dato l’assoluzione, arrivò il Giudice con la forza e voleva arrestare il Canonico, ma grazie ai numerosissimi testimoni, venne “assolto”. Sul tardi, le donne invitarono il signor Giudice a mangiare qualcosa e mentre se ne leccava le dita, il cancelliere stese un breve verbale e alcuni uomini sotterrarono il morto sotto un vecchio ulivo malato. Il giorno dopo viene comunicato al Canonico che il Giudice aveva perso una chiavetta d’orologio nel frutteto, ma ciò non era vero, si trattava di auto corruzione da parte del Giudice perché se il Canonico gli avesse procurato una chiavetta, al processo sarebbe andato tutto liscio e allora il Canonico procurò la chiavetta al Giudice grazie ad un amico di Caltagirone che gliela fece arrivare e, detto fatto, il processo filò liscio e Surfareddu tornò a lavorare dal Canonico....


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