LA Conquista Italia E Guerre Sannitiche PDF

Title LA Conquista Italia E Guerre Sannitiche
Course Storia romana
Institution Università degli Studi di Messina
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Riassunto schematico sugli avvenimenti della storia romana, dalle origini fino al II secolo a.C....


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LA CONQUISTA DELL’ITALIA E LE GUERRE SANNITICHE

Già pochi anni dopo la fondazione della repubblica, si verificò fra Latini e Romani una fase di ostilità, a causa dei buoni rapporti di Roma con Porsenna, re etrusco, nemico dei Latini. La pace fu raggiunta nel 493 grazie al console plebeo Spurio Cassio e al foedus Cassianum, trattato che sancì la nascita della Lega Latina che consentiva di radunare eserciti federali e fondare nuove colonie, città indipendenti ma membri della lega. Concedeva il diritto di contrarre matrimoni fra Romani e Latini, stabilirsi in una città diversa e commerciare. Nel 486 Roma completò il suo sistema di alleanze stringendo con gli Ernici, abitanti di un territorio che si trovava tra gli ostili Equi e Volsci, un accordo i cui termini riprendevano quelli del trattato Cassiano. Conflitti con Equi, Volsci e Sabini. L’alleanza con la Lega Latina e gli Ernici si rivelò fondamentale per Roma, che poté così fronteggiare l’avanzata delle popolazioni montanare degli Equi, Volsci e Sabini, che dall’Appennino si muovevano verso la piana costiera del Lazio alla ricerca di terre più fertili. Tale migrazione assume la forma dell’istituto della primavera sacra. Si tratta di conflitti che durarono ad intervalli dal 490 al 430. I Volsci, discesi verso la fine del VI secolo, erano riusciti in pochi anni ad occupare tutta la parte meridionale del Lazio, un tempo parte del regno di Tarquinio il Superbo. Alleandosi con gli Equi, avanzarono con la conquista di Tivoli e Preneste, ma nel 431 furono bloccati al passo dell’Algido. Più a nord, invece, i Sabini minacciavano direttamente Roma, con improvvisi attacchi come quello del 460 condotto da Appio Erdonio ma sventato dai Romani. Se gli Equi furono definitivamente sconfitti, più lungo fu il conflitto con i Volsci che si allearono con gli Ernici, vecchi alleati di Roma, che si concluse a favore dei Romani: i primi furono costretti a cedere la Piana Pontina, mentre i secondi parte dei loro territori nella valle del fiume Sacco. Nel 354 cessò anche la resistenza delle latine Tivoli e Preneste. Conflitto con Veio. Per tutto il V secolo, Roma si trovò a fronteggiare da sola la città etrusca di Veio, sita a nord e rivale nel controllo del Tevere e delle saline che si trovavano alla foce del fiume. L’assedio fu lungo, durò 10 anni, durante i quali le altre città etrusche non le prestarono alcun soccorso, anzi alcune si schierarono dalla parte di Roma, come Cere, e si concluse con la presa e la distruzione della città capitanata da Marco Furio Camillo. Questo segnò una svolta per Roma, in quanto fruttò la conquista di un terreno ampio e fertile, anche se il lungo assedio costò ai Romani l’introduzione di una paga per i soldati, detta stipendium, affinché fossero ricompensati per le loro terre trascurate. Il territorio di Veio fu riorganizzato nel 387 in quattro nuove tribù. Invasione gallica. Nel 390 Roma si trovò colpita da un evento improvviso come la calata dei Galli sulla città. Secondo Varrone, furono proprio i Senoni, ultima tribù celtica giunta in Italia (Romagna mer., Marche sett.) ad attaccare Roma. Durante la battaglia sull’Allia, l’esercito romano, arruolato frettolosamente, si dissolse rifugiandosi tra le rovine di Veio. Roma, rimasta priva di difese, fu presa e saccheggiata. La ricerca archeologica non ha rivelato i segni del supposto incendio appiccato alla città, i Galli dopo il saccheggio scomparvero rapidamente.

Prima guerra sannitica (343-341). Bisogna premettere che la critica moderna tende a mettere in discussione la veridicità della prima guerra sannitica, sulla base sia di incongruenze cronologiche, che mostrerebbero date anacronistiche, sia di testimonianze poco esaustive. Nel 354 Roma concludeva un trattato con i Sanniti che definiva le corrispettive zone di potere dei due popoli, fissando il confine al fiume Liri. Nonostante il Sannio corrispondesse ad un’area geografica più estesa rispetto al territorio controllato dai romani, il terreno era di fatto incapace di sostenere una forte crescita demografica. Questo comportò l’emigrazione, nel V secolo, di alcune popolazioni nelle zone costiere della Campania che, per l’influenza di etruschi e greci, finirono con l’adottare usi e costumi lontani da quelli originari. Tuttavia, le ostilità sfociarono in una guerra quando nel 343 a.C. i Sanniti attaccarono la città di Teano , occupata da una popolazione osco-sabellica, i Sidicini. Questi chiesero l’aiuto della Lega campana, la quale, a sua volta, incapace di affrontare l’offensiva sannita, si rivolse a Roma. Pur avendo da poco concluso un trattato con i Sanniti, Roma non si lasciò sfuggire l’opportunità di impadronirsi di una delle regioni più ricche di Italia. Come testimoniano le date, la prima guerra, 343-341, si risolse rapidamente a favore dei romani che conclusero con i sanniti un trattato di pace che stabiliva che a Roma spettasse la Campania, mentre ai sanniti la città di Teano. La grande guerra latina. (341-338) È tra gli esiti della prima guerra sannitica che si possono individuare le cause della grande guerra latina che durò dal 341 al 338 e fu decisiva per l’organizzazione della nuova Italia Romana. L’accordo del 341 portò ad un ribaltamento delle alleanze: -si creò una coalizione antiromana composta dai vecchi alleati Latini, Campani e Sidicini, Volsci e Aurunci (insediati tra i Volsci e i Campani) -Roma invece trovò nuovi alleati proprio nei Sanniti. La guerra si concluse a favore dei romani che, con una serie di trattati, legarono a sé tutte le popolazioni nemiche, secondo forme e gradi di dipendenza differenti, ampliando la propria egemonia e potenza militare, senza, tuttavia, assumere i compiti del governo locale.  La lega latina fu sciolta  Nacquero le colonie latine, composte anche da Romani e da alleati che perdevano la precedente cittadinanza. Erano costrette a pagare tributi e fornire truppe in caso di guerra  Ai Volsci e ai Campani venne concessa la civitas sine suffragio Seconda guerra sannitica (326-304). La causa scatenante della seconda guerra sannitica, durata dal 326 al 304 a.C., è da ricercare nelle divisioni interne della città di Napoli, ultima città indipendente in Campania, dove le masse popolari che si dimostravano favorevoli ai Sanniti, riuscirono con il loro intervento a scacciare le classi più agiate di orientamento filoromano. -Rapidamente, i Romani riuscirono a ripristinare l’ordine a Napoli ma incontrarono una cocente sconfitta nel loro tentativo di invadere il Sannio. All’umiliazione delle Forche Caudine seguì una tregua durante la quale avvenne una ristrutturazione dell’esercito romano, che adottò il sistema manipolare (ogni legione: 30 reparti, detti manipoli, schierati in 3 linee; ogni manipolo: 120 uomini), maggiormente flessibile, e che cambiò l’equipaggiamento adottando lo scudo rettangolare e il giavellotto sannita.

- nel 316 le ostilità si riaccesero per responsabilità dei Romani che attaccarono Saticula, località ai confini tra la Campania e il Sannio. Ancora una volta, agli iniziali successi dei sanniti seguì la vittoria dei Romani, che misero in atto una strategia a lungo termine che un organismo debole come quello sannita non era in grado di sostenere. - il conflitto si concluse nel 304 con la vittoria dei Romani a Boviano, uno dei centri maggiori del Sannio. Fu rinnovato il trattato del 354 Saticula, Fregelle e Cales definitivamente in possesso dei romani Gli Ernici in seguito all’accusa di ribellione vennero inglobati nello stato romano come cittadini senza il diritto di voto Gli Equi sterminati Trattati di alleanza con le popolazioni osco-sabelliche

Terza guerra sannitica (298-290). Tra il 298 a.C. e il 290 a.C. le ostilità tra Roma e i Sanniti, si riaccesero quando i Lucani, attaccati dai Sanniti, chiesero aiuto a Roma, con la quale forse conclusero un trattato. Nel tentativo di indebolire la potenza romani, i Sanniti provarono ad accendere un conflitto su due fronti, coalizzandosi a nord con Etruschi, Galli e Umbri. -Lo scontro decisivo avvenne nel 295 a Sentino con la vittoria dei romani, che sconfissero in un’altra battaglia epocale ad Aquilonia i Sanniti, che si videro costretti a chiedere la pace nel 290. -A nord, l’attacco dei Galli e degli Etruschi fu bloccato nel 283 nella battaglia del lago Vadimone. conquista dell’Etruria e dell’Umbria - Nella marcia verso l’Adriatico, furono sconfitti i Sabini e i Petruzzi (Abruzzo sett.). Nella parte settentrionale, venne annesso il territorio dei Galli Senoni, noto come ager Gallicus, dove fu fondata la colonia di Rimini - i Piceni (Marche centro-merid.) furono sconfitti nella guerra del 269 che ebbe come conseguenza la deportazione di una parte di loro nella regione di Salerno, mentre il resto ricevette la civitas sine suffragio. Nel giro di 30 anni, Roma estese i confini settentrionali lungo la linea Arno-Rimini.

La guerra contro Taranto e Pirro.

-La scintilla che portò allo scontro dei romani contro Taranto, una delle poleis più ricche della magna Grecia, risale al 282 a.C. quando Roma prestò aiuto a Turi, città sulle coste calabresi del golfo, attaccata dai Lucani. Non prestando fede al trattato del capo Lacinio, che di fatto impediva ai romani di penetrare nelle acque del golfo di Taranto, Roma inviò una flotta nelle acque antistanti la città, la quale rispose con un attacco per il prevalere della fazione democratica, ostile ai romani. -Dopo andamenti non molto favorevoli, i tarantini chiesero l’aiuto di Pirro, re dell’Epiro, condottiero della madrepatria greca, famoso per abilità tattiche e grande ambizione. Molto abilmente, questi, riuscì a legittimare la propria impresa con un’abile propaganda, che conferiva all’azione la fisionomia di una grande crociata a difesa della grecità d’occidente contro i barbari. Inoltre, vantava la leggendaria discendenza da Achille (prima affermazione origini troiane di Roma) e parentele utili ai suoi scopi, come quella con Alessandro Magno e il matrimonio con la figlia del re di Siracusa. - nel 280 Pirro sbarcò in Italia, impressionando i romani con l’espediente tattico degli elefanti da guerra, che ebbe un forte impatto a livello psicologico. Seguirono due vittorie: 1) 280 ad Eraclea, con la conseguenza di un’alleanza anti-romana costituita da città greche, Sanniti, Lucani e Bruzi. Furono proposte condizioni di pace molte dure per i romani, come il riconoscimento della libertà delle città greche e la restituzione dei territori per gli alleati, che il senato considerò di accettare prima del rifiuto di Appio Claudio Cieco. 2) 279 Ofanto Nonostante ciò, anche le perdite epirote furono consistenti e la guerra continuava a sussistere, per via dell’impossibilità di assediare Roma ma anche per il fatto che le ingenti richieste di denaro avevano portato Pirro ad inimicarsi i suoi alleati. -Pirro spostò, allora, i propri interessi espansionistici in Sicilia, sia per costruire la forza necessaria per sconfiggere i romani sia perché era costretto a prestare formalmente aiuto ai siracusani contro i cartaginesi, affinché non crollasse la sua propaganda. La situazione era, inoltre, aggravata dal trattato di alleanza stipulato nel 279 tra i romani e i cartaginesi. Passando di vittoria in vittoria, i cartaginesi furono costretti a rinchiudersi nella fortezza di Lilibeo, il cui assedio fu però inutile poiché poteva essere rifornita dal mare dove i cartaginesi avevano il controllo totale. Pirro pensò di poter sbloccare la situazione invadendo l’Africa, progetto irrealizzabile dal momento che anche in Sicilia il comandante epirota perse l’appoggio degli alleati. - nel frattempo, in Italia, i romani erano riusciti a recuperare posizioni, pertanto Pirro fu costretto a ritornarci. Lo scontro decisivo avvenne nel 275 nei pressi della colonia romana di Maleventum, ribattezzata poi Beneventum per la vittoria conseguita dai romani. - Pirro ritornò in patria e morì nel 272 a.C. in una scaramuccia per le vie di Argo, nel Peloponneso....


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