Title | La de-strutturazione dell'ideologia architettonica. Gli anni di Contropiano, in Orazio Carpenzano, Marco Pietrosanto, Donatella Scatena, Lo storico scellerato. Scritti su Manfredo Tafuri, Macerata: Quodlibet 2019, 291-98. ISBN 9788822902252 |
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Author | Donatella Scatena |
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18 Manfredo Tafuri (1935-1994), architetto e storico dell’architettura è stato una figura di riferimento nel dibattito architettonico e politico a partire dalle DiAP PRINT / TEORIE rivolte studentesche del ’63 e del ’68. I suoi interessi storici, cui ha dedicato l’intera esistenza, hanno spaziato da...
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Lo storico scellerato. Scritti su Manfredo Tafuri
con Marco Pietrosanto Donatella Scatena
978-88-229-0225-2 Quodlibet
euro 28,00
a cura di Orazio Carpenzano
Scritti su Manfredo Tafuri
Testi di Gianni Accasto, Lucio Valerio Barbera, Angela Raffaella Bruni, Cinzia Capalbo, Orazio Carpenzano, Enrico Fattinnanzi, Cherubino Gambardella, Andri Gerber, Alfonso Giancotti, Anna Giovannelli, Lina Malfona, Gabriele Milelli, Luca Montuori, Valerio Paolo Mosco, Alessandra Muntoni, Rocco Murro, Alfredo Passeri, Giorgio Piccinato, Marco Pietrosanto, Luca Porqueddu, Paolo Portoghesi, Franco Purini, Vieri Quilici, Manuela Raitano, Giusi Maria Letizia Rapisarda, Antonio Riondino, Federico Rosa, Piero Ostilio Rossi, Antonino Saggio, Donatella Scatena, Herman van Bergeijk.
ISBN
Lo storico scellerato
a cura di Orazio Carpenzano con Marco Pietrosanto Donatella Scatena
Manfredo Tafuri (1935-1994), architetto e storico dell’architettura è stato una figura di riferimento nel dibattito architettonico e politico a partire dalle rivolte studentesche del ’63 e del ’68. I suoi interessi storici, cui ha dedicato l’intera esistenza, hanno spaziato dall’architettura rinascimentale a quella contemporanea. L’intento del volume è quello di restituire l’attualità della figura e la complessità del pensiero di Tafuri a venticinque anni dalla sua scomparsa. Quello che emerge è l’idea che la sua opera sia molto di più di una esplorazione dell’architettura in senso stretto, ma una lunga e ragionata riflessione sulla storia urbana dalla modernità ai nostri giorni.
Quodlibet
DiAP PRINT / TEORIE
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DiAP PRINT / TEORIE
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Lo storico scellerato Scritti su Manfredo Tafuri a cura di Orazio Carpenzano con Marco Pietrosanto Donatella Scatena
Quodlibet
DiAP Dipartimento di Architettura e Progetto Direttore Orazio Carpenzano Sapienza Università di Roma
© 2019 Quodlibet srl via Giuseppe e Bartolomeo Mozzi, 23 Macerata www.quodlibet.it
Indice
PRIMA EDIZIONE
/ TEORIE Collana a cura del Gruppo Comunicazione del DiAP Coordinatore Cristina Imbroglini
D iAP PRINT
marzo 2019 ISBN
978-88-229-0225-2
9
Nota introduttiva
COPERTINA COMITATO SCIENTIFICO
Carmen Andriani Roberta Amirante Jordi Bellmunt Renato Bocchi Giovanni Corbellini Giovanni Durbiano Carlo Gasparrini Sara Marini Luca Molinari Alessandra Muntoni Franco Purini Joseph Rykwert Andrea Sciascia Zeila Tesoriere Ilaria Valente Herman van Bergeijk Franco Zagari Ogni volume della collana è sottoposto alla revisione di referees esterni al Dipartimento di Architettura e Progetto scelti tra i componenti del Comitato Scientifico.
Manfredo Tafuri fotografato dalla moglie alla Biblioteca della Facoltà di Storia a Cambridge, 1969. STAMPA
11
Lo storico scellerato Orazio Carpenzano
21
Industria grafica Bieffe, Recanati
L’uomo, l’intellettuale, l’accademico Giusi Maria Letizia Rapisarda
COURTESY
Vieri Quilici, p. 98 Giusi Maria Letizia Rapisarda, copertina, pp. 12, 23, 32, 36, 54, 118, 132, 138
Letture e testimonianze Il senso di un progetto storico 37
Manfredo Tafuri Paolo Portoghesi
45
Un’amicizia asimmetrica Franco Purini
55
Il più attivo, il più esposto, il più agguerrito Colloquio con Giorgio Piccinato
67
L’architetto e la memoria. Un frammento su Manfredo Tafuri giovane Lucio Valerio Barbera
83
Architettura e metropoli, le seduzioni della critica Alessandra Muntoni
INDICE
99
L’architettura militante
INDICE
197
107
Austromarxismo e città: dalla “gaia apocalisse” a Vienna Rossa
211
Agli albori delle convenzioni
Progetto e critica della città. I primi anni di attività di Manfredo Tafuri 1959-1968 Federico Rosa
Alfredo Passeri 119
Prima che tutto cominciasse Colloquio con Gianni Accasto
Colloquio con Vieri Quilici
221
Valerio Paolo Mosco
L’anticamera tafuriana. Riflessioni sul metodo e sulla città territorio Luca Porqueddu
127
Boschi fatati Cherubino Gambardella
Frammenti di una ricerca trasversale 133
La distanza critica dal contemporaneo Colloquio con Antonino Saggio
139
235
Manfredo Tafuri: from Criticism to History. Breaking the Solid Mandala Herman van Bergeijk
Il confronto con la scuola di Warburg. Per cambiare l’idea di Rinascimento come età dell’oro Andri Gerber
245
Manfredo Tafuri e la sostenibile debolezza di via Giulia Luca Montuori
Il giovane Tafuri Sintesi di una ricerca più ampia 149
Manfredo Tafuri, Ludovico Quaroni e Bruno Zevi. Anatomia di una microstoria in margine al verbale di un Consiglio di Facoltà
257
I conti con la storia. Manfredo Tafuri sul Concorso per i nuovi uffici della Camera dei Deputati a Roma Manuela Raitano
271
Piero Ostilio Rossi
Tafuri vs Sacripanti, o della questione ideologica in architettura Alfonso Giancotti
169
Gli anni della formazione Colloquio con Enrico Fattinnanzi
183
Gli esordi romani di Manfredo Tafuri. Dalla didattica del progetto a un diverso approccio alla Storia dell’architettura Antonio Riondino
6
281
Il “progetto” storico oltre confine. Manfredo Tafuri negli Stati Uniti Anna Giovannelli
291
Il disinganno. Manfredo Tafuri e il lavoro immateriale Lina Malfona
7
INDICE
299
Manfredo Tafuri legge Giovan Battista Piranesi
Nota introduttiva
Angela Raffaella Bruni 313
Rossi attraverso Tafuri: “Cose che sono solo sé stesse” Cinzia Capalbo
323
Storia e Progetto allo specchio. Il desengaño rossiano negli occhi di Manfredo Tafuri Rocco Murro
335
L’elaborazione della crisi, da “Contropiano” alla Sfera e il labirinto Marco Pietrosanto
349
La de-strutturazione dell’ideologia architettonica. Gli anni di “Contropiano” Donatella Scatena
Documenti 366
La Facoltà di Architettura di Roma nel 1963 Foto di Gabriele Milelli
372
Documenti e foto della mostra Vienna Rossa Foto di Alfredo Passeri
378
Manfredo Tafuri progettista. Attività di sperimentazione progettuale. 1961-1963
402
Attività didattica di Manfredo Tafuri. 1961-1994
408
Manfredo Tafuri. Studi, incontri, opere. 1935-1994
419
Indice dei nomi
8
Il presente volume è composto da quattro parti: “Letture e testimonianze”, “Il giovane Tafuri”, “Frammenti di una ricerca trasversale” e “Documenti”. L’obiettivo è offrire alle nuove generazioni di architetti e ricercatori un arcipelago di segnali e testi che configurano prospettive e problemi sulla complessa figura di Manfredo Tafuri, cercando di raccontare, a partire dalla sua formazione, il suo rapporto con la Facoltà di Architettura di Roma prima dell’approdo allo iuav di Venezia. La struttura del lavoro, per parti autonome, si sviluppa attraverso contributi di architetti e studiosi che comprendono più generazioni, tra quelli attivi sulla scena romana dagli anni ’60, contemporanei di Tafuri, coloro i quali lo hanno conosciuto come professore, maestro, fino a quelli che invece lo hanno perlopiù apprezzato attraverso i suoi scritti. Il contrappunto, tra le diverse percezioni generazionali, produce ipotesi e riflessioni che rendono evidente la complessità, la ricchezza e l’attualità del suo pensiero. La geografia che scaturisce da questa coralità di saggi si caratterizza per l’indagine sulle elaborazioni teoriche e l’azione culturale del periodo romano e sugli elementi di continuità/ discontinuità con la produzione allo iuav. Tafuri emerge come riferimento culturale per la generazione delle rivolte studentesche di Valle Giulia, quelle del ’63 e del ’68, e poi come lo studioso di architettura più in sintonia con lo Zeitgeist della società italiana dalla metà degli anni ’60 almeno fino alla fine degli anni ’80. Il volume osserva la radicalizzazione della sua posizione, attraverso l’adesione alla linea operaista e successivamente a quella del pci, verso il marxismo. Parallelamente affiora il suo distacco dal progetto, osservato da un’altra prospettiva, per comprenderne meglio il ruolo, le implicazioni e le conseguenze politiche, economiche e sociali. Emerge, inoltre, che Tafuri abbandona il progetto in coincidenza con il suo trasferimento a Venezia e il suo graduale e inesorabile allontanamento dalla critica militante; viene analizzato il suo “scellerato” attacco verso quei tanti architetti che si erano spesi, dal suo punto di vista, a 9
MARCO PIETROSANTO
estetici rappresentativi di quella specifica cultura popolare. Di converso, individua nel lavoro dei Five Architects esattamente la riduzione ad effimero, a maschera, dei caratteri ideologici e stilistici della modernità appena passata40. L’ironia e l’indifferenza nel maneggiare il materiale della tradizione del moderno rappresenta in modo paradigmatico la nuova prospettiva dell’intellettuale, il ruolo laterale nei meccanismi di formazione del potere. La critica militante della fine degli anni ’70, in tutto il mondo occidentale, rifluisce in una dimensione di tipo privato: al protagonismo della classe operaia si sostituisce quello dell’individualismo come nuovo metodo di integrazione al sistema. All’intellettuale politico e militante negli anni intorno al ’68 si sostituisce la figura dell’intellettuale che teorizza la crisi e la non linearità dei fatti storici e che assume il postulato dell’impossibilità della rivoluzione come prospettiva storica concreta. La liberazione dal lavoro coatto diviene l’anticamera per una società modellata e regolata sul sistema capitalistico basato sui flussi finanziari. La conseguenza che Tafuri ne trae è la presa d’atto dell’impossibilità, per l’architetto, di determinare attraverso il suo lavoro intellettuale i meccanismi della struttura su cui è fondata la società. L’architetto, occupandosi di vicende sovrastrutturali, può, attraverso l’esercizio dell’autonomia della disciplina, rivelare le utopie regressive della città capitalista41. Ripensando al viaggio intellettuale di Tafuri viene alla mente la rappresentazione di Ulisse nel celebre quadro di Böcklin Ulisse e Calipso: ritratto come una sagoma scura, quasi irriconoscibile, mentre pensoso guarda verso il mare che dovrà attraversare.
40 41
Cfr. M. Tafuri, Le ceneri di Jefferson, in Id., La sfera e il labirinto, cit. M. Tafuri, La forma come utopia regressiva, in Id., Progetto e utopia, cit. 348
La de-strutturazione dell’ideologia architettonica. Gli anni di “Contropiano”* Donatella Scatena
Il capitale non gestisce più la propria ideologia, la fa gestire al movimento operaio […]. Ecco perché diciamo che oggi la critica dell’ideologia è un compito interno al punto di vista operaio, che solo in seconda istanza riguarda il capitale. M. Tronti, Operai e capitale, 1966
È del luglio 1968 la prima uscita di “Contropiano”, rivista diretta da Alberto Asor Rosa, Massimo Cacciari e Toni Negri. Considerata dai suoi fondatori “un organo di riflessione teorica”1, “Contropiano” ebbe appena il tempo di vedere la luce che fu subito travolta dai movimenti rivoluzionari del ’68 e del ’69, che sconvolsero anche la sua direzione editoriale. Già nel secondo numero Toni Negri andò via, diviso dagli altri due direttori soprattutto dalla “valutazione da dare dell’ondata di lotte studentesche ed operaie”2 che stavano esplodendo nel paese. Manfredo Tafuri, portato dentro “Contropiano” da Massimo Cacciari e da un giovanissimo Francesco Dal Co, pur con gli “strumenti specifici della sua formazione disciplinare”3 aderì completamente alle due principali linee di ricerca che possiamo così riassumere: la scienza operaia, ovvero l’analisi storica e teorica dei rapporti di classe; e la critica dell’ideologia di stampo * Il saggio nasce a seguito di un colloquio avuto dall’autore con il prof. Giorgio Ciucci il 31 maggio 2016 e dal suo invito ad una lettura analitica del contributo di Manfredo Tafuri nell’esperienza di “Contropiano”. 1 A. Asor Rosa, Critica dell’ideologia ed esercizio storico, “Casabella”, 619620, 1995. 2 Ibid. 3 Ibid. 349
LA DE-STRUTTURAZIONE DELL’IDEOLOGIA ARCHITETTONICA
DONATELLA SCATENA
marxista, ovvero l’analisi della società capitalista attraverso le sue “sovrastrutture ideali e culturali”4. Tafuri scrisse il primo saggio su “Contropiano” nel n. 1 del 1969, dove la caustica apertura dell’articolo conteneva in sé già “un’ipotesi di lavoro”5 che sarà presente in tutta la sua ricerca successiva. Per Asor Rosa, infatti, i quattro articoli su “Contropiano”, pubblicati tra il 1969 e il 1971, rappresentano un chiaro manifesto programmatico del pensiero di Tafuri e possono essere letti come un inizio ed un passaggio del suo “intero percorso scientifico”6, sebbene, riletti oggi, alla luce anche di alcune folgoranti pre-visioni dell’autore, puntualmente realizzate, testimoniano che l’impianto critico era già in nuce nel giovane Tafuri, come pure affermato in molte testimonianze contenute in questo volume. Tafuri aderì alla linea operaista e frontista di “Contropiano”, in coerenza anche con le sue battaglie radicali da studente all’interno della Facoltà di Architettura di Roma verso la fine degli anni ’507. Nei quattro scritti di “Contropiano”8 la rigorosa ricerca critica di Tafuri, sostenuta da una altrettanto austera passione politica, lascia inoltre emergere vere e proprie scoperte “nel campo della storia dell’architettura e dell’urbanistica moderna”, in un rimando 4
Ibid. G. Ciucci, Gli anni della formazione, “Casabella”, 619-620, 1995. 6 A. Asor Rosa, Critica dell’ideologia ed esercizio storico, cit. 7 “Da studente aveva fatto parte di gruppi radicali di protesta contro l’arretramento e la pessima qualità della didattica, promuovendo occupazioni da registrare tra le prime nelle Università italiane del dopoguerra. Polemicamente, egli presentava alla Commissione di laurea, formata ancora da vecchi accademici a loro tempo compromessi con il regime fascista, una tesi in Storia dell’Architettura, e non, come era prassi comune, un elaborato progettuale… Continuando il suo impegno politico nei gruppi formatisi all’Università, e poi nel Partito Socialista Italiano, Tafuri si è dedicato, sin dai primi anni ’60, unicamente alla storia dell’arte (cui era stato iniziato da Giulio Carlo Argan, presso la Facoltà di Lettere di Roma) e dell’architettura”, M. Tafuri, Autobiografia, in O. Di Martino (a cura di), Manfredo Tafuri oltre la storia, Clean, Napoli 2009. 8 I quattro saggi pubblicati da Manfredo Tafuri su “Contropiano” sono: Per una critica dell’ideologia architettonica, 1, 1969; Lavoro intellettuale e sviluppo capitalistico, 2, 1970; Socialdemocrazia e città nella Repubblica di Weimar, 1, 1971; Austromarxismo e città. “Das rote Wien”, 2, 1971. 5
350
continuo agli interventi di Cacciari, di Asor Rosa, di Dal Co, di Ciucci, di Abruzzese e di tutti gli altri autori della rivista. Il dibattito aperto da “Contropiano”, dibattito che presto supererà i confini delle pagine della rivista, affronta, in modo trans-disciplinare, la critica del sistema. Le analisi marxiste destrutturanti l’ideologia furono compiute da tutti gli intellettuali aderenti a “Contropiano”, ma le dichiarazioni di crisi operate da Tafuri furono grossolanamente intese dagli architetti come un atto di “morte dell’architettura”9. Al contrario invece, in queste pagine Tafuri attua una trasformazione totale della denuncia passiva della crisi in una critica dell’ideologia, attraverso una destrutturazione ideologica della stessa disciplina architettonica in quanto attività intellettuale e borghese. Si consolida però sempre più, nell’autore romano, la capacità di tracciare un affresco di grandi scenari di storie compresenti; e il suo monito “agli architetti, agli architetti storici, agli storici architetti e agli storici dell’architettura”10 di non rappresentare più il futuro attraverso il passato, ma anche di non esaminare la storia attraverso il presente e soprattutto di non strumentalizzare più la storia a favore “di ricordi autobiografici”11, sancirà, anche attraverso la compilazione dei saggi qui analizzati, la completa trasformazione del suo apparato teorico in progetto storico. Lo scopo di questo scritto è quello di operare una ri-lettura a distanza dei quattro contributi da presentare alle nuove generazioni di architetti che non hanno mai sentito parlare di contropiani e controsistemi. La scelta è dettata dalla considerazione che in essi Tafuri pone una riflessione profonda sul ruolo intellettuale dell’architetto poiché, come scrive Asor Rosa, “anche l’architettura moderna […] è stata accompagnata da una costante produzione di ideologia”12; inoltre questi scritti testimoniano un passaggio fondamentale del suo autore, che si compie anche fisicamente, da Roma a Venezia.
9
G. Ciucci, Gli anni della formazione, cit. Ibid. 11 Ibid. 12 A. Asor Rosa, Critica dell’ideologia ed esercizio storico, cit. 10
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DONATELLA SCATENA
1. Per una critica dell’ideologia architettonica “Contropiano”, 1, 1969 Quando, con un folgorante inizio, Tafuri afferma che l’arte borghese aveva come imperativo categorico quello di “allontanare l’angoscia introiettandone le cause”, egli intende da subito svelare la contraddizione profonda insita nell’ideologia stessa, riportando alla luce le strutture nascoste della “tacita intesa” che era venuta ad instaurarsi “fra le avanguardie del capitale e le avanguardie intellettuali”. Innanzi tutto egli ci pone di fronte ad una interpretazione contro-corrente rispetto alla storiografia classica che associa la crisi moderna a quella economica degli anni ’30 e alle colpe politiche di fascismo, nazismo e stalinismo. Ciò che normalmente viene ignorato, scrive Tafuri, rimandando allo scritto di Antonio Negri del primo numero del 1968 di “Contropiano”13, è l’introduzione a livello mondiale della “riorganizzazione internazionale del capitale e l’affermazione dei sistemi di pianificazione anticiclica” che irrompono dopo il default economico del 1929. L’architettura, a sua volta, è venuta meno al suo ruolo di guida al Piano, non a causa di debolezze o dissipazioni esterne, ma dei “patetici rilanci etici” da parte degli architetti i quali, dopo aver sostenuto ideologicamente la dura legge del Piano, adesso si ribellavano alle conseguenze dei processi che essi stessi avevano contribuito ad innescare. Poiché, scrive Tafuri, essi temevano la “proletarizzazione dell’architetto e il suo inserimento, senza più remore tardo-umanistiche, nei programmi pianificati della produzione” e poiché la classe operaia, allora ancora protagonista, anzi meglio, antagonista del sistema unitario urbano, era invece stata esclusa dagli ideali di progresso e razionalizzazione di cui l’architettura moderna si era fatta promotrice, agli architetti non restava che allearsi con il circuito progettazione-produzione-consumo. Tafuri rilegge le avanguardie dell’arte moderna degli anni ’60 del ’900 come avamposti della retroguardia, dove l’imagina13 A. Negri, La teoria dello stato nel ’29: John M. Keynes, “Contropiano”, 1, 1968, pp. 3 e sgg.
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LA DE-STRUTTURAZIONE DELL’IDEOLOGIA ARCHITETTONICA
tion au pouvoir decreta “solo” il concordato fra cont...