Orazio PDF

Title Orazio
Author Sarah Avveniente
Course Letteratura Latina 
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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Summary

Riassunto dettagliato dell’autore latino Orazio...


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QUINTO ORAZIO FLACCO (8 dicembre 65 a.C.- 8 a.C.) 1. LA VITA

• È un classico che domina l’età augustea accanto a Virgilio. Parte dalle esperienze alessandrine e neoteriche ma le supera per recuperare i grandi modelli della letteratura greca arcaica. Entra nei programmi scolastici ed esercita un influsso notevole sulle letterature moderne per le Satire, Epistole e per le Odi. "

• Le notizie sulla vita si ricavano dalle sue stesse opere ricche di spunti autobiografici; altri particolari si deducono dal De poetis di Svetonio.

• Nasce l’8 dicembre a Venosa (confine Puglia e Lucania), suo padre era un liberto giunto a Roma per fare l’esattore delle tasse: lavoro poco stimato ma redditizio.

• Il poeta è, quindi, di umili origini ma di condizioni economiche non disagiate: può seguire un corso di studi regolare prima a Roma e poi ad Atene dove frequenta le scuole di filosofia.

• Dalla tranquillità degli studi lo distoglie la guerra civile dei cesaricidi Bruto e Cassino e Antonio es Ottaviano: Orazio si arruola nell’esercito di Bruto e partecipa alla battaglia di Filippi (42 a.C.).

• Nel 38 a.C. avviene la svolta della sua vita: Virgilio e Varo lo presentano a Mecenate e dopo 9 mesi entra nel suo circolo >> da questo momento non fa altro che dedicarsi alla letteratura, agli studi e alla frequentazione di una ristretta cerchia di amici, tra i quali molto caro è Virgilio che definisce animae dimidium meae (la metà della mia anima).

• Non si sposa e non ha figli, come Virgilio. • Mecenate prima del 30 a.C. gli regala una villa e un podere in Sabinia dove il poeta ama vivere lontano dagli impegni e dai disagi della vita cittadina che gli appare faticosa e dispersiva.

• Mecenate è un altro carissimo amico oltre che patrono a cui dedica quasi tutte le opere. "

• Dà il suo contributo alla propaganda augustea componendo carmi celebrativi e politicamente impegnati tra cui spiccano le Odi Romane.

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• Nel 17 a.C. in occasione dei ludi saeculares è incaricato da Augusto di comporre un inno agli dei protettori di Roma, un Carmen Saeculare cantato da 27 giovinetti e 27 fanciulle sul Palatino e sul Campidoglio."

• La cronologia delle opere si deduce da indizi interni alle stesse. Negli anni dal 35 al 30 a.C. vengono composti i due libri di Satire in esametri (che il poeta chiama Sermones) e gli Epodi (da lui chiamati Iambi); il I libro di Satire è pubblicato fra il 35 e il 33 a.C., il II di Satire e gli Epodi nel 30 a.C." Poi passa alla poesia lirica e pubblica nel 23 a.C. tre libri di Odi scritti a partire dal 30 a.C.; nel 13 a.C pubblica un quarto di libro di Odi. " Al 17 a.C. risale il Carmen saeculare.! Intanto si dedica alla composizione di Epistole in esametri (I libro fra 23 e 20 a.C. e il II libro, con due epistole di argomento letterario, scritto dal 19 al 13 a.C.) $ Controversa è la datazione dell’epistola ai Pisoni chiamata dopo Ars Poetica, il componimento oraziano più ampio di datazione incerta.

• Negli ultimi anni di vita la produzione poetica diminuisce, fino a cessare del tutto.

• Muore nell’8 a.C., due mesi dopo Mencenate e viene spolto accanto alla sua tomba sull’Esquilino.

2. LE SATIRE I.

LA POETICA DELLE SATIRE.

• Il genere satirico non ha un corrispondente nella letteratura greca (Quintiliano dice che fosse un genere interamente nostro) e questo induce Orazio ad una riflessione critica e ad una elaborazione concettuale per precisare ed illustrare le caratteristiche contenutistiche e formali di tale genere tipicamente romano. "

• Perciò il poeta dedica 3 componimenti programmatici per chiarire i contenuti e la forma del genere, scritti in momenti diversi: IV e X satira (chiude la prima raccolta) del I LIBRO e I satira (introduce il nuovo libro) del II LIBRO"

• Orazio presenta Lucilio come l’inventor del genere della satira nella letteratura latina; $ cerca di nobilitare la satira ricollegandola alla fase più antica della commedia greca (arkhàia) di cui cita i tre più celebri rappresentanti (Eupoli, Cratino e Aristofane). 2

• Rapporto Orazio/Lucilio: - Ricorso agli attacchi personali, aspetto peculiare della commedia attica dell’archaia (non condanna l’atteggiamento di Lucilio)."

- Critica Lucilio per la forma: scorre fangoso (cum flueret lutulentus) e lo biasima per la prolissità e scarsa cura dello stile.

- Invece Orazio, applica il principio del labor limae ossia la necessità di un’accurata elaborazione stilistica "

- Riprende l’uso dell’esametro e i toni aggressivi con i quali Lucilio (facente parte del circolo degli Scipioni) attacca gli avversari degli Scipioni. "

- Invece, Orazio attacca i personaggi di secondo piano, di infimo rango (mai i potenti). Poi (nel II LIBRO) gli attacchi diventano rarissimi e la poesia si trasforma in un'arma di difesa nei confronti degli attacchi dei malevoli."

• La differenza tra la commedia antica e la satira, è l’uso di metri diversi: eredita da Lucilio l’uso dell’esametro (non è un metro della commedia).

• Gli aspetti comuni tra i due generi sono l’attacco personale (onomastì komodeìn= deridere chiamando per nome) ed il moralismo intransigente, aggressivo e pronto a colpire i viziosi suoi contemporanei. "

• Può criticare i contemporanei per le esperienze: aveva avuto modo di conoscere sia le consuetudini dei ceti medi che quelle dell’aristocrazia, aveva ricoperto cariche militari importanti con Bruto per poi ritornare a contatto con i romani da scriba quaestorius ed infine era entrato nella cerchia di Mecenate"

• Compresenza di serio e comico: affronta temi moralmente impegnativi in modo arguto e divertente >> caratteristica ripresa dal genere letterario della diàtriba (il discorso di propaganda che i filosofi cinici e stoici, tengono nelle piazze per persuadere gli uditori alle loro idee; poi diventa un genere letterario)."

• L’impostazione soggettiva: consente all’autore di esprimere le proprie opinioni e giudizi, parlando in prima persona. Il precedente è in Lucilio il quale affida ai libri i suoi segreti come se fossero amici fedeli. "

• Al contrario di Lucilio (deride la tragedia e l’epos storico), Orazio riconosce la superiorità dei generi sublimi: con un’ostentata professione di modestia dice di non poter aspirare al titolo di poeta perché compone scritti vicini alla conversazione."

• Dice di scrivere sermoni propriora: accosta le satire ai sermoni (conversazioni vicini al parlare comune), sceglie di un livello linguistici e 3

stilistico non elevato, vicino ai temi trattati e all’uso della lingua parlata. $ >> Rinvia alla commedia che attinge gli argomenti dalla vita quotidiana e alle posizioni di Lucilio che chiama i componimenti sermones.

• I rapporti con il pubblico: la sua produzione è riservata a pochi intimi (nec recito cuiquam nisi amicis, idque coactus = non leggo a nessuno i miei versi se non agli amici e solo se sono costretto); indica i suoi destinatari in Mecenate, Virgilio, Vario, Asinio Pollione e Messalla Corvino. Concezione tipicamente alessandrina di un’arte aristocratica destinata ad una cerchia limitata di intenditori.

• Dimostra un alto grado di consapevolezza critica: indica in Lucilio il capostipite del genere satirico e procede ad un’opera di fondazione teorica del genere; mette la satira in rapporto con la commedia greca; fissa i tratti caratterizzanti nel: 1.moralismo 2.mescolanza di serio/faceto 3.nell’impostazione soggettiva. "

• Mantiene il riferimento luciliano al sermo ma esprime la necessità di un’elaborazione artistica più sorvegliata e raffinata rispetto al predecessore. II. I CARATTERI (intonazione personale, riflessione morale, gusto per l’intrattenimento).

• Parte dall’io per trattare temi generali: non sempre l’impostazione soggettiva è autobiografia (registrazione di fatti personali e sentimenti), ma serve a rivelare aspetti significativi dell’io interiori per sviluppare considerazioni di validità generale. "

• Aderisce agli ideali augusteo: moralizzazione dei costumi, difesa della piccola proprietà (latifondo), valorizza gli uomini nuovi non condizionati dall’ideologia repubblicana e sono artefici della loro fortuna come Orazio stesso e Mecenate (grazie alle doti arriva in alto senza cursus honorum)"

• È impegnato moralmente nell’etica pratica." • Offre la sua vita come modello e guida del giusto comportamento • L’attacco personale non è rilevante: perde molta della sua importanza perché si occupa non tanti dei viziosi, quanti dei vizi di cui le persone sono esempi concreti >>nei confronti dei difetti umano c’è comprensione perché tutti gli uomini sono facile preda dell’errore.

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• Spirito di giustizia: momento insostituibile della vena moraleggiante e soggettiva che tende affermarsi in modo autonomo in alcuni componimenti e offrono una rappresentazione arguta e divertente della realtà. "

• Vasta gamma di argomenti che coinvolgono la quotidianità nelle diverse manifestazioni

• Ci sono due tipi di satire: la satira narrativa che prende le mosse da un fatto o aneddoto, raccontato in modo diffuso e brillante per intrattenere il lettore;$ la satira discorsiva che svolge una serie di argomenti e riflessioni grazie ad un interlocutore fittizio che presenta obiezioni esponendo il punto di vista del poeta >> è simile alla diatriba (fusione di serio/comico e presenza di esempi, aneddoti e favole)." III. I CONTENUTI

• I LIBRO contiene 10 satire (4 narrative e 6 discorsive) - La prima, tratta dell’incontentabilità umana per avidità di denaro: proclama la necessità del giusto mezzo nelle ricchezze; (discorsiva diatribica)"

- La seconda, svolge spunti di etica sessuale: ci vuole misura e discrezione e stare alla larga dalle donne sposate di alto lignaggio; (discorsiva diatribica)"

- La terza, constata l’imperfezione umana ricavata dall’analisi dei difetti degli amici, giudicati con buon senso e serenità senza il principio stoico delle colpe tutte ugualmente gravi; (discorsiva diatribica)"

- La quarta, presenta una sezione autobiografica sulla formazione ricevuta dal poeta nella fanciullezza per merito del padre; (discorsiva applicata ai casi personali)"

- La sesta, parla dell’amicizia che Mecenate concede ad Orazio (nonostante le umili origini) grazie alle qualità acquisite per l’educazione che gli permettono di ampliare il discorso con temi più vasti: la superiorità del merito sulla nobiltà di nascita, la follia dell’ambizione e l’accettazione della propria condizione di vita; (discorsiva applicata ai casi personali)"

- La quinta (Iter Brundisinum) parla di un viaggio da Roma a Brindisi compiuto da Orazio nel 37 a.C. in compagnia di amici come Mecenate e Virgilio. $ Emula Lucilio (nel libro III aveva esposto l’Iter Siculum) descrivendo episodi di cui è stato protagonista e spettatore; (narrativa)"

- La nona, prende spunto dalla circostanza futile della passeggiata durante la quale incontra un seccatore di cui cerca di liberarsi. Si sviluppa secondo uno 5

schema dialogico che conferisce autonomia e vivezza alla figura del poeta che contrappone il suo ideale di vita equilibrato e tollerante al rozzo e aggressivo arrivismo del suo interlocutore; (narrativa)"

- La settima, narra lo scontro in tribunale tra due personaggi (Persio e Rupilio Re) in uno scontro “magnum spectaculum”; (narrativa)"

- L’ottava, descrive per bocca di Priapo, una scena di stregoneria: due fattucchiere Canidia e Sàgana si impegnano in pratiche magiche; (narrativa)"

• II LIBRO composto da 8 satire: tutte sotto forma di dialogo con una pluralità di voci recitanti (centralità di altri personaggi e arretramento del poeta)

- La sesta, è l’unica ad avere carattere di monologo soggettivo che parte dal dono da parte di Mecenate della villa in Sabina. Questo introduce il tema di contrasto fra la vita affannosa e vuota della città e la modesta serenità dell’esistenza in campagna che è il luogo ideale di saggezza imperniata sull’autàrkeia (autosufficienza interiore)."

- La seconda, cede la parola al contadino Ofello che fa l’elegio della frugalità." - La terza, Orazio subisce la critica di Damasippo che tratta in termini stoici i vizi e le follie umane (l’avarizia, l’ambizione, l’amore del lusso e la superstizione) con riferimenti al poeta stesso.

- La settima, lo schiavo Davo approfitta della tolleranza concessa durante i Saturnali per improvvisare un discorso contro il duo padrone Orazio. Gli rimprovera di essere incoerente, incostante e soggetto ad una schiavitù più dura della propria cioè quella delle passioni. " Per Davo (che vuole dimostrare di avere più sennò del padrone) gli uomini vanno divisi tra quanti perseguono il vizio e quanti ondeggiano continuamente. " Orazio si colloca fra gli uomini privi coerenza per l'atteggiamento contraddittorio (elogia l'antico senza metterne in pratica i principi). " A Davo piacciono le donne di mal affare, mentre ad Orazio piacciono le signore ma con cui ha relazioni fatte di paure e sotterfugi. $ Solo il saggio è libero perché padrone di sé e Orazio non può dirsi veramente tale perchè è una marionetta delle passioni alle quali non sa resistere; Cerca di vincerle col vino, con sonno senza riuscire ad allontanare le preoccupazioni. $ A questo punto Orazio sbotta promettendo a Davo un trasferimento tra gli schiavi che lavorano nel potere Sabino.

- La quarta, è un parodia, in cui il poeta ascolta con attenzione i precetti di saggezza culinaria esposti da Cazio.

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- L’ottava, si muove nel terreno dell’alta cucina. Riceve da Fundanio, il resoconto di una cena svoltasi in casa di Nasidieno >> il tema della cena (attestato in Lucilio) è materia di intrattenimento con il susseguirsi di portate, di vini, i commenti che accompagnano e gli inconvenienti del banchetto.

- La quinta, il tema satirico scompare. Troviamo Ulisse che chiede consiglio all’indovino Tiresia nell’oltretomba su come recuperare le sostanze dilapidate dai Proci; Tiresia gli propone il mestiere di cacciatore di eredità (diffonde le tecniche della difficile arte)." IV. IL MESSAGGIO

- Le satire oraziane (soprattutto le discorsive) presuppongono un sostrato di concetti morali che fornisce un termine di riferimento.

- Si coglie l’adesione all’epicureismo (che afferma esplicitamente nelle Epistole)

- TEMI LIBRO I: • concetti generali e diffusi condivisi da tutte le correnti filosofiche: la metriòtes (giusta misura) e l’autàrkeia (autosufficienza) capisaldi da cui si sviluppa la riflessione della satira oraziana verso la morale pratica che mira alla serenità, armonia dell’animo e all’essenza della felicità. • La metriòtes o mesòtes (senso della misura) ripreso da Aristotele: la virtù consiste nel giusto mezzo e nell’equilibrio tra gli opposti; Orazio riprende tale virtù nelle prime sue satire e si esprime nel detto est modus in rebus = c’è una misura in ogni cosa. • L’autàrkeia (autosufficienza) consiste nella limitazione dei desideri e delle passioni politiche per evitare i condizionamenti esterni che impediscono di raggiungere la libertà interiore. $ È un invito ad accontentarsi del proprio stato e a cercare di soddisfare le esigenze naturali (descrizione che l’autore fa della sua vita nella sesta satira del libro I);" • Il personaggio satirico: l’autore riflette aspetti della sua personalità e si presenta come un individuo (un saggio) che ricerca la verità per se stesso, mosso da un’esigenza di miglioramento spirituale. • Ha una saggezza aristocratica (missionaria) • Elementi autobiografici: la fanciullezza e l’adolescenza dominate dalla memoria del padre, i rapporti con Mecenate e la sua cerchia improntati su un’affettuosa 7

amicizia, sul rispetto e libertà reciproci >> la modesta serenità della vita quotidiana colta nel fluire dei fatti di ogni giorno.

- TEMI LIBRO II • Mostra la persistenza di temi ed idee del I LIBRO • Ma rivela la crisi del poeta satirico che si rifugia sullo sfondo diventando ascoltatore/relatore di opinioni altrui o soggetto di osservazione per altri personaggi. " • Sorridente autoironia: rifiuta la parte del protagonista e si cala tra comprimari; insiste sui propri difetti e prende in giro l’atteggiamento da persona esperta che ha visto e compreso tutto (assunto nel I libro).$ Agli occhi del servo Davo non è un signore assennato, tollerante e moraleggiante che vorrebbe far credere ma un individuo incline al vizio." V. LO STILE

- Livello linguistico e stilistico non elevato ma medio (altezza rarefatta dei generi sublime—naturalezza della lingua parlata) : usa termini della lingua familiare (caballus e non equus; bellus e non pulcher; caldus e non calidus), espressioni colloquiali (si me amas ecc.); evita vocaboli greco e grecismi e sono rifiutate le grossolanità del sermo vulgaris che non mancano in Lucilio >> stile curato e urbano e una conversazione fine ed elegante nutrita di cultura senza affettazione e di spirito non grossolano.

- Andamento apparentemente casuale e svagato di alcune satire in cui il corso dei pensieri non è rigido e metodico.

- La brevitas: il principio che mediante un severo autocontrollo della forma tende ad eliminare il superfluo e ridondante."

- La callida iunctura che teorizza nell’Ars Poetica, un’accorta ed originale associazione di termini, un nesso ingegnoso capace di trarre effetti nuovi da materiali linguistici comuni.

3. GLI EPODI I.

I CARATTERI

• L’esperienza giambica di Orazio è rappresentata dai 17 componimenti raccolti nel libro degli Epòdi e parallela alla produzione satirica.

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• Alcuni Carmi riportano alla battaglia di Filippi 42 a.C. ma vengono pubblicati nel 30 a.C. (stesso anno del II libro di Satire)

• Non sono una fase giovanile ma una tendenza autonoma della poesia oraziona."

• I precedenti greci: nell’epodo sesto allude ad Archiloco ed Ipponatte come ai propri modelli;

• Dichiara in un’epistola di essere stato il primo ad introdurre nel Lazio i giambi di Archiloco seguendo l’antico poeta nei metri e nello spirito.

• I metri: metri giambici (già usati da Catullo) e impiega per primo l’epòdo (già usato da Archiloco) in cui al primo verso più lungo, se ne aggiunge uno più breve;$ Es. trimetro e poi dimetro entrambi giambici >> la raccolta è indicata con il titolo di Iambi."

• È il primo esponente di un’arte veemente e ferocemente aggressiva; • Si ricava una grande varietà di contenuti che riprende da Callimaco, tramite per recuperare Archiloco e Ipponatte; veemenza delle invettive, espressionismo delle poesie di argomenti magico e sessuale, foga dei Carmi politici e pacatezza degli gnomici (sentenziosi) ed erotici >> la varietas è l’aspetto più importante (l’aggressività). II. I CONTENUTI

• Il filone dell’invettiva" - Solo il 10 ė contro una persona precisa (Mevio) a cui viene augurato di morire in un naufragio;"

- Nel 4 e 6, non viene fatto il nome degli avversari contro cui il poeta si scaglia con aggressività letteraria senza passionalità dei giambografi greci. "

- Epodo 3: giocosa maledizione contro l’aglio rimediato al poeta da Mecenate a cui sono attribuiti effetti più devastanti dei veleni di Medea."

- Epodi 8 e 12: contro una vecchia libidinosa (Canidia) che concupisce il poeta e sollecita prestazioni sessuali. $ Descrizione impietosa della decadenza fisica della donna con attenzione per il brutto, deforme e per particolari osceni >> tendenza espressionistica. "

• Filone della magia con epodi 5 e 17: la protagonista è Canidia, il tema è trattato con realismo verso l’eccessivo, l’orrendo e il repellente. "

• Filone della poesia civile (segue Archiloco): 9

1. Confusione e scompiglio dopo la battaglia di Filippi;

- Epodo 7, r...


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