Orazio PDF

Title Orazio
Author Riccardo De Cesaris
Course Letteratura Latina Quarto Liceo Scientifico
Institution Liceo (Italia)
Pages 7
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ORAZIO Vita: Quinto Orazio Flacco è considerato il più grande poeta lirico dell’età Augustea  autore di grande versatilità.   

Epodi: poesia aggressiva (esperienza giovanile). Satire ed Epistole: poesia personale e discorsiva. Odi: lirica sublime.

Ars Poetica (epistola-saggio in versi): Orazio definisce principi di estetica letteraria  armonia e misura: punto di riferimento per i “classicismi” d’ogni epoca. Orazio nasce nel 65 a.C. a Venosa  il padre era un liberto che, trasferitosi a Roma con il figlio, divenne esattore nelle vendite d’asta. Nonostante la modesta condizione sociale, Orazio studiò nelle migliori scuole (scuola di Grammatica, Orbilio)  a 20 anni si recherà in Grecia per approfondire le sue conoscenze filosofiche venendo a contatto con filosofi Accademici e Peripatetici. Qui Orazio, infiammato dall’ideale della libertas, si arruolò nell’armata repubblicana di Bruto  ottenendo titolo di “tribuno militare”. 42 a.C: Battaglia di Filippi  Orazio, con amara autoironia, ammetterà di aver abbandonato lo scudo per fuggire e ritornare a Roma nell’anno seguente. 38 a.C: Virgilio e Vario lo presentarono a Mecenate e in breve tempo Orazio entrò a far pare del suo circolo di amici  quando Mecenate si ritirò dalla scena Orazio ebbe modo di avvicinarsi sempre di più ad Augusto stesso che arrivò a proporgli l’incarico di “segretario personale”, incarico garbatamente rifiutato dal poeta. 8 a.C: Mecenate morì raccomandando affettuosamente il poeta alla benevolenza del princeps  Orazio morì esattamente 2 mesi dopo. EPODI: prima raccolta di Orazio  17 componimenti caratterizzati dagli “epodi” (versi corti che seguendo versi lunghi formano dei distici)  utilizzo del verso “giambico”: unità metrica tra sillaba breve e sillaba lunga. Verso Giambico: Andamento “zoppicante” ed aggressivo  leggenda di Iambos (soldato zoppo e dotato di voce spaventosa) e di Iambe (schiava di Cerere che cercava di allietare la dea, abbattuta per il ratto di Proserpina da parte di Plutone). Modelli della Letteratura Greca: Archiloco (versi violenti contro la fidanzata Neobule e il padre Licambe dopo l’annullamento del fidanzamento) ed Ipponatte (modello del propemptikon inverso, poi ripreso da Orazio). VII-VI sec a.C: periodo di silenzio del giambo  funzione aggressiva costituita dalla commedia attica di Aristofane. Callimaco: modello da cui Orazio prende ispirazione  Giambi: 17 componimenti di varie tematiche e scritti in varie unità metriche. Natura degli Epodi: aggressiva (difficoltà personali dopo Battaglia di Filippi, in seguitò scomparirà nella produzione di Orazio) e polimetrica (come nelle Odi).

Orazio si dichiara “l’Archiloco Romano”, ma traendo da lui solamente l’ispirazione aggressiva, non i contenuti  Orazio, nel suo disagiato ed amaro periodo giovanile, va a descrivere una realtà romana e personale  considerate affinità e differenze tra lui ed Archiloco. Il giovane Orazio viveva nella Roma del secondo triumvirato ed era appena uscito da una rischiosa esperienza politica  l’aggressività di Orazio è perciò rivolta a “bersagli minori” (usurai, poetastri, arricchiti, vecchia vogliosa). Epodo 10 – Epodo di Strasburgo  Propemptikon rovesciato: Orazio augura a Mevio di fare naufragio. Probabilmente ripreso da Archiloco stesso  Orazio, lasciando in sordina il carattere personale dell’invettiva (non descrive chi sia questo Mevio), non riesce a riprodurre l’autentica ferocia dell’invettiva Archilochea  minacce a vuoto e in maniera giocosa (epodo 3: giocosa invettiva contro Mecenate e contro l’aglio). Epodi Politici: espressione di ansie, passioni, paure ed indignazioni di una generazione  Epodo 4: insulti ad uno schiavo arricchito (reazione ai repentini rivolgimenti sociali connessi alla “rivoluzione romana”)  Epodi 7 e 16: inquietudini espresse in relazione alle guerre civili. Influsso Callimacheo  Poikilìa: varietà di metri e contenuti  Epodi Erotici (11, 14, 15), riferimenti all’Idillio Rustico Virgiliano (Epodo 2). Linguaggio e Stile: linguaggio teso e carico (rivolto ad aspetti crudi e ripugnanti della realtà anche se Orazio presenta una dizione più “sorvegliata”: poeta degli eccessi ma anche della misura). SATIRE: poesia di tono discorsivo e argomento morale  Orazio non si erge a giudice della moralità altrui, ma sceglie un tono non aggressivo e benevolmente ironico (a volte autoironico)  costruzione dell’ “io lirico” realistico e moderato (presente con maggiore profondità in Odi ed Epistole). Primo Libro (10 Satire) dedicato a Mecenate e pubblicato nel 35-33  il Secondo Libro, contemporaneamente agli Epodi, viene pubblicato nel 30 (in totale più di 2000 versi di varia tematica). Quintiliano: “satura quidem tota nostra est”  “la satira è certamente un genere tutto nostro”: Quintiliano, definisce il genere satirico “genuinamente romano” poiché non riesce ad indicare autori greci serviti come punto di riferimento in questo campo  Lucilio capostipite (Orazio stesso nei suoi componimenti indicherà Lucilio come inventore del genere, ignorando la produzione satirica di Ennio). Per Orazio: Lucilio fissa i due tratti fondamentali della poesia satirica  utilizzo dell’esametro e l’uso della satira come strumento di aggressione/critica politica  per Orazio l’aggressività politica di Lucilio lo collega strettamente agli autori greci della commedia antica (Eupoli, Cratino ed Aristofane, V sec a.C.). Lucilio tratta la società contemporanea (principalmente il ceto dirigente) ponendo però una grande varietà di temi e interessi di discussione (letteratura, filosofia, grammatica…) ma l’elemento principale risiedeva nella componente autobiografica  anche qui Orazio è consapevole di raccogliere l’eredità letteraria di Lucilio stesso. Orazio definisce la sua satira “luciliana” per via della componente autobiografica e per l’aggressività pur non sottovalutando le differenze  Orazio critica lo stile sciatto e troppo semplice di Lucilio. Morale Oraziana: Lucilio e Orazio, interesse per l’indagine morale (entrambi attingono dalla tradizione ellenistica della diàtriba  predicazione filosofica popolare vivacizzata da dialoghi e aneddoti)  in Lucilio la diàtriba è affiancata da un’aggressività propria della commedia attica di Aristofane (componenti non perfettamente integrate).

In Orazio perfetta integrazione: attacco personale sempre connesso con intenzione di ricerca morale  l’esigenza di analizzare i vizi (mediante osservazione critica ed ironia) oraziana sostituisce il piacere gratuito dell’aggressione, tipico di Lucilio. Orazio (di umili origini, al contrario di Lucilio) non può permettersi di attaccare personaggi d’alto livello  prende di mira soggetti di basso livello (“impara da chi ti sta vicino”  Orazio, su insegnamento del padre, va ad analizzare la gente che incontrava per strada). Morale Oraziana: materiali filosofia ellenistica + diàtriba  radicata nel buon senso  autàrkeia (autosufficienza interiore) e metriòtes (moderazione ed equilibrio) obbiettivi fondamentali  sostenute dall’epicureismo, di cui Orazio si professava seguace (limitare la voluptas alla soddisfazione di bisogni naturali e necessari  ricerca del piacere non confusa con pratica degli eccessi). La ricerca morale non caratterizza solo le “satire diatribiche” (discussione su specifico problema morale) ma anche le “satire descrittive”  su modello di Lucilio, il poeta descrive una situazione la cui rappresentazione racchiude in se l’interesse morale (satire “del viaggio” e “del seccatore”). Diatriba + Descrizione: satira 1.6  da componenti autobiografiche a riflessioni sul valore della nascita e sull’ambizione. Novità del II Libro: I Libro: confronto tra modello positivo (obbiettivo ricerca morale) e modelli negativi (tipi bersagliati da satira)  nel II Libro viene meno (regresso componente autobiografica)  satire argomentative (dialogiche): la figura del poeta passa in secondo piano, il ruolo dominante spetta all’interlocutore. La coincidenza tra poeta e “voce satirica” (quella che argomenta e confuta) tipica del I Libro era una caratteristica fondante della ricerca morale  Orazio si ritira in secondo piano: tutti gli interlocutori sono depositari di una loro verità, ma le verità sono molte e non equivalenti  generate molte contraddizioni (satira non più strumento adeguato per individuare sistema di condotta affidabile). Orazio non rappresenta più la propria capacità di vivere tra le gente senza perdere la propria identità morale  permette ai suoi interlocutori di denunciare debolezze ed incongruenze delle sue scelte. Vills Sabina unico rifugio: l’autàrkeia si giova dell’isolamento senza dover fare i conti con le contraddizioni della vita di Roma. ODI: capolavoro della poesia lirica (modello per ogni epoca di classicismo)  straordinaria maturità dovuta a temi trattati e alla forma (“io lirico” = poeta saggio ed orgoglioso, malinconico ed umano)  stile calibratissimo ed elegante (varietà di strutture metriche). 3 Libri pubblicati nel 23 a.C. (Orazio ci lavorò per 7 anni, dopo Satire ed Epodi)  nel 17 a.C. su richiesta di Augusto, Orazio comporrà il Carmen Saeculare (coro di 27 ragazze e ragazzi in metro saffico, invocazione agli dei affinché assicurino prosperità a Roma e al regime Augusteo  durante celebrazione ludi saeculares). Disposizione dei componimenti nell’opera: intenti artistici e strutturali (tradizione alessandrina)  odi apertura/chiusura indirizzate a personaggi di riguardo (orgogliosa consapevolezza dell’autore), giustapposizione carmi di contenuto simile (4,8 e 4,9  immortalità della poesia). “Odi Romane”: proemio (3,1) e proemio mediano (3,4)  dedicato a temi dell’ideologia nazionale. Variatio criterio favorevole di organizzazione della raccolta (secondo tono, contenuto e forma metrica  alternanza temi, stile e versi utilizzati).

Le Odi di Orazio hanno impostazione dialogica, rivolte a “tu” reale, immaginario, divino, collettivo, inanimato  a differenza della lirica moderna (libere meditazioni e introspezioni). Imitatio ed Originalità: Odi di Orazio: rapporto organico con tradizione greca  coscienza di dipendenza dai Greci talmente viva da essere esibita dichiaratamente (Orazio = erede romano di Alceo). Dipendenza non pedissequa e priva di originalità  imitatio: obbedienza a lex operis (regole che generano genere letterario scelto dal poeta) e a decorum letterario (eleganze formali)  imitatio = componente linguaggio poetico, non ostacolo a originalità della creazione (poeti romani consapevoli della loro genealogia letteraria, gelosi e vanitosi del loro contributo creativo). Orazio fiero di aver divulgato per primo la poesia di Alceo a Roma, malgrado difficoltà tecniche del trasferire dal greco al latino le strutture metriche ed espressive (nascita del primus ego, topos della letteratura Augustea). Orazio si comporta con molta libertà, unendo a temi e occasioni tradizionali un’ ambientazione e sensibilità tipicamente romane, nonché il suo linguaggio e stile poetico  ricerca originalità nell’imitazione visibile nella ripresa dello spunto iniziale di un componimento. Diverse odi di Orazio partono con una ripresa evidente, ma poi il poeta procede in maniera autonoma (1,9 Ode a Taliarco: Orazio riprende l’ambientazione invernale e l’invito al bere, ripresi da un frammento di Alceo ma poi il componimento di sviluppa in riflessioni gnomiche). Modelli Greci: Alceo (cantore della passione politica, esaltatore etica nobiliare, preoccupazione sorti dello stato  vino come consolazione, malinconiche riflessioni sulla caducità dell’esistenza) modello prediletto di Orazio  attenzione vicende comunità e canto legato alla sfera privata. Differenze: Alceo aristocratico impegnato in prima persona nelle lotte politiche della sua città  Orazio intellettuale interessato per la res publica dopo effimero coinvolgimento nelle tempeste civili e che vive al riparo dei potenti signori di Roma. Alceo compone le sue odi per esecuzione cantata  Orazio scrive per la lettura (evocazione simposio immaginaria e stilizzata, il suo stile può permettersi raffinatezze e sofisticazioni che avrebbero ostacolato esecuzione e fruizione dei carmi di Alceo). Saffo (poetessa del tiaso  educazione prematrimoniale delle giovani aristocratiche a Lesbo) lascia una traccia minore nella lirica Oraziana  Ode 2,13: Orazio immagina Saffo ed Alceo che con il loro canto allietano le ombre infernali, che sembrano preferire Alceo (Orazio condivide questo giudizio  Saffo suggerisce spunti poetici solo episodicamente, influenzerà più profondamente la poesia elegiaca romana). Pindaro (poeta dei “voli pindarici”  componimenti di difficile struttura e comprensione: kairòs (occasione della vittoria), mythòs (episodi del mito) e gnòme (riflessioni sull’esistenza umana e immortalità conferita dalla gloria e dalla poesia)  Orazio riconosce la grandezza di Pindaro ed è conscio dei grandi pericoli a cui si espone emulando il suo stile audace e difficile. Ricerca del sublime si nutre di suggestioni stilistiche tipiche di Pindaro: periodi ampi, solenne gravità delle sentenze, ammonimenti improvvisi, transizioni audaci  Pindaro fornisce ad Orazio idee importanti come coscienza dell’alta funzione della poesia, capacità del poeta di fornire l’immortalità, l’apprezzamento della saggezza etico-politica.

Il richiamarsi di Orazio alla lirica greca arcaica esprime la volontà dell’autore di distinguersi dall’alessandrinismo dei poetae novi  Orazio non ignora l’esperienza della poesia ellenistica (da cui infatti deriva vasto repertorio di temi, immagini e situazioni)  ritiene importanti aspetti fondamentali della sua cult ura e poetica: primo fra tutti la cura formale (labor limae). Meditazione Filosofica: Orazio poeta dell’equilibrio e della moderazione  meditazione e cultura filosofica al centro  nelle Odi, al contrario delle Satire, ricerca morale non fondata su osservazione critica degli altri, ma raccolta meditazione su poche e fondamentali conquiste della saggezza (epicurea)  le Odi iniziano dove terminano le Satire. Punto centrale: coscienza della brevità della vita  necessità di appropriarsi delle gioie del momento senza perdersi in speranze o paure (carpe diem)  il saggio affronta qualsiasi evento e sa accettarlo: egli conta solo sul presente, che cerca di cogliere nella sua fugacità, comportandosi come se ogni giorno della sua vita fosse l’ultimo  il carpe diem non è un banale invito al godimento. Il “Canto della propria serenità”: l’autàrkeia  condizione del poeta-saggio libero da tormenti della follia umana e benedetto dalla protezione divina  favore divino connesso con vocazione di poeta (dei e Muse salvano Orazio per riservarlo a quel destino). Serenità da difendere: il saggio è sereno, equilibrato e padrone di sé (aurea mediocritas)  sa fuggire gli eccessi e adattarsi a tutte le fortune  non ignora forza insidiosa delle passioni, conosce debolezze dell’animo e sa a cosa aspira. Saggezza si scontra con dati immutabili della condizione umana: fugacità del tempo, vecchiaia, morte  nessuna saggezza ha la capacità di eliminare pesi tanto negativi  contro le angosce della vita si può solo lottare energicamente per trasformare l’inquietudine del destino in accettazione. Dimensione Intima: Principi di saggezza riscontrarti in pratica di vita all’insegna di pochi e fidati amici, luoghi appartati e distacco dalle passioni  “Odi Erotiche”: poesia di Orazio, a differenza di Catullo ed elegiaci, si distingue per l’ironico distacco dalla passione. Amicizia ruolo fondamentale  i singoli componimenti hanno ampio ventaglio di destinatari (ognuno nella sua specificità di amico). Campagna = luogo di elezione dell’equilibrio oraziano  locus amoenus: gradevole paesaggio italico (convito, riposo e vita rustica) ma anche paesaggi “dionisiaci” e non ancora domati dall’uomo. Luoghi più propriamente oraziani: spazio limitato e racchiuso del podere personale (spazio caro perché noto e sicuro, inattaccabile, appartato e modesto)  figura simbolica dell’esistenza del poeta (simbolo dei suoi pochi ma sicuri affetti) e dell’esperienza poetica (forma estetica, rappresentazione ordine e senso)  angulus (luogo deputato a canto, vino, saggezza ed amici  il pensiero della morte è meno amaro ed attenuato il forma malinconica). EPISTOLE: esametro della conversazione ( sermones, lettere in versi che trattano di argomenti morali). I Libro (pubblicato nel 20 a.C.), 20 componimenti in esametri  II Libro (pubblicato postumo, composto tra 19 e 13), 2 lunghe epistole di argomento letterario (ad Augusto, criticando ammirazione per poeti arcaici e commentando sviluppo letteratura romana e a Giulio Floro  congedo dalla poesia + quadro della vita quotidiana del letterato romano + ampia riflessione su ricerca saggezza filosofica.

Ars Poetica: trattato di poesia posto dopo le 2 epistole del II Libro  datata dopo il 13 a.C. (probabilmente tra Epistole, 20, e Carmen Saeculare, 17)  esposizione teorie sulla poesia (drammatica)  struttura interna: vv 1-294 sull’ars, vv 295-476 sull’artifex. Rapporto tra Epistole e Satire: conversazione Epistole = discorso a due (tutti i componimenti hanno un destinatario)  non hanno funzione provata (come epistole Cicerone) ma è possibile che singole lettere siano poi state inviate come “omaggio letterario” ai rispettivi destinatari. Componente epistolare assicura al sermo oraziano intonazione personale  Epistole di Orazio novità: sappiamo di epistole in versi (Lucilio e Catullo) ma non di temi filosofici e di epistole di temi filosofici (Platone, Epicuro…) ma in prosa  sperimentazione originale. Differenza da Satire a livello di contenuti: nelle Epistole manca l’aggressività comica del genere satirico (Orazio rinuncia a osservazione critica della società contemporanea e sembra prendere coscienza di debolezze e contraddizioni della propria morale)  equilibrio tra autàrkeia e metriotes (su cui si reggevano le Satire) appare irrecuperabile. I Libro – Epistole Morali: sensibilità oraziana per inesorabile trascorrere del tempo (accentuata da impressione di precoce vecchiaia) fa apparire urgente e improcrastinabile la conquista della saggezza  Orazio non è più in grado di costruire modello di vita soddisfacente (ritiro da vita sociale di Roma e raccoglimento nella campagna sabina  lontano da passioni e sollecitazioni). Esigenza Autàrkeia più vivace che mai, ma neanche questa sembra garantire al poeta un atteggiamento coerente e costante (Orazio oscilla tra rigore morale di matrice stoica ed edonismo di derivazione cinicoepicurea). Alle aporie della ricerca morale oraziana è da collegare lo spazio notevole accordato all’insoddisfazione di sé, incostanza, noia angosciosa  non è possibile trovare rimedio alla malattia morale che contagia la Roma della sua generazione. Alla debolezza della propria posizione etico-filosofica fa fronte un’accresciuta impostazione didascalica del discorso oraziano  forma epistolare = posizione di intellettuale eminente e rispettato (punto di riferimento dell’èlite sociale augustea)  nell’epistola c’è spazio per confessare, ammonire ed insegnare.ù II Libro – Epistole Letterarie: aspetto didascalico accentuato nel II Libro  nella società augustea problemi di critica letteraria e politica culturale erano vivacemente discussi  Orazio entra nel dibattito con l’autorità garantita da un sicuro prestigio e dal suo personale rapporto con Augusto stesso  Augusto, per assicurare base ideologica e culturale al difficile compromesso sociale del principato vedeva con favore una produzione letteraria nazionale e popolare (Eneide aveva offerto nuova epica, rimane aperta la questione del teatro latino  forma d’arte capace di rappresentare ed influenzare valori e modelli culturali). Epistola 2.1: Orazio polemizza contro il favore indiscriminato nei confronti dei poeti del teatro romano arcaico resistendo alle preferenze di Augusto stesso e consigliandogli piuttosto un’attenzione per la poesia destinata alla lettura (unica in grado di raggiungere altissimi livelli di eccellenza formale  la Roma Augustea necessitava di cultura e prestigio). Orazio non è fiducioso nella rinascita del teatro poiché pubblico romano, abituato a spettacoli di mimi ed acrobati, non riuscirebbe ad apprezzare produzione drammatica di qualità. Ars Poetica: l’analisi dell’arte e della poesia è orientata sui problemi della letteratura drammatica (tra...


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