La Dichiarazione di Salamanca didattica generale professoressa Muscarà PDF

Title La Dichiarazione di Salamanca didattica generale professoressa Muscarà
Author Eleonora Bruccoleri
Course Didattica Generale
Institution Università degli Studi di Enna Kore
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Summary

Traduzione dichiarazione di Salamanca Libro di testo della materia didattica generale della professoressa Muscarà, facoltà scienze della formazione primaria, università degli studi di Enna kore...


Description

La Dichiarazione di Salamanca Più di 300 partecipanti che rappresentano 92 governi e 25 organizzazioni internazionali si incontrano a Salamanca , Spagna, dal 7 al 10 Giugno 1994 per promuovere l’obiettivo di una educazione per tutti, considerando fondamentali i cambiamenti politici per promuovere l’approccio dell’istruzione inclusiva, a tutti i bambini ma in particolare i bambini con bisogni educativi speciali. Organizzato dal Governo Spagnolo in cooperazione con l’UNESCO, la conferenza ha riunito i funzionari di istruzione superiore, amministratori, politici, produttori specialisti, cosi come i rappresentati delle nazioni unite e agenzie specializzate, altre organizzazioni governative internazionali, organizzazioni non governative e agenzie donatrici. La conferenza ha adottato la Dichiarazione di Salamanca sui principi, sulla politica e sulla pratica nell’educazione come quadro d’azione per i bisogni speciali. Questi documenti sono informati dal principio di inclusione, riconoscendo la necessità di lavorare verso una scuola per tutti-istituzioni che includono tutti, celebrano le differenze, sostengono l’apprendimento e rispondono ai bisogni individuali. Come tale, costituisce un contributo importante all’obiettivo per raggiungere un’educazione per tutti e per rendere le scuole più efficaci e più educative. L’istruzione per i bisogni speciali- una questione di pari interesse riguardante i paesi del nord e del sud- non può avanzare in maniera isolata. Deve far parte di una strategia educativa globale, e di fatti, di nuove politiche economiche e sociali. Essa richiede una grande riforma della scuola ordinaria. Questi documenti rappresentano un consenso mondiale sulle direzioni future per l’educazione dei bisogni speciali. L’UNESCO è orgoglioso di essere associato a questa conferenza e alle sue importanti conclusioni. Tutti gli interessati devono affrontare la sfida e lavorare per garantire un’educazione efficacia a tutti, in particolare per quelli vulnerabili e i più bisognosi. Il futuro non è un destino, ma sarà modellato dai nostri valori, pensieri e azioni. Il nostro successo nei prossimi anni dipenderà non tanto su ciò che facciamo ma su ciò che otteniamo. E’ questa la mia speranza, che tutti i lettori di questo documento aiuteranno a promulgare le divulgazioni della conferenza di Salamanca, sforzandosi di tradurre questo messaggio nei propri campi di responsabilità. La Dichiarazione di Salamanca sui principi, le politiche e le pratiche in materia di educazione e di esigenze educative speciali Riaffermando il diritto di tutti all’educazione, come sancito nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo del 1948, e rinnovando l’impegno preso dalla comunità internazionale durante la Conferenza mondiale del 1990 sull’educazione per tutti , di garantire l’applicazione universale di questo diritto, indipendentemente dalle sofferenze individuali. Ricordando le diverse dichiarazioni delle Nazioni Unite che hanno condotto all’adozione nel 1993 delle regole delle Nazioni Unite per offrire pari opportunità ai disabili che esortano gli Stati a garantire che l’educazione delle persone con deficit sia parte integrante del sistema educativo. Notando con soddisfazione la crescente partecipazione di governi, di gruppi di sostegno, di gruppi comunitari e associazioni di genitori e in particolare di organizzazioni di persone disabili agli impegni sostenuti per facilitare l’accesso all’educazione della maggioranza delle

persone che hanno esigenze speciali non ancora soddisfatte, e considerando la partecipazione attiva dei responsabili di alto livello, di un considerevole numero di governi, istituzioni specializzate e di organizzazioni intergovernative alla presente Conferenza Mondiale. 1°Noi rappresentanti di 92 governi e di 25 organizzazioni internazionali alla Conferenza sull’educazione e sulle esigenze speciali riuniti a Salamanca (Spagna) dal 7 al 10 Giugno 1994, riaffermiamo con la presente il nostro impegno a favore dell’educazione per tutti, consapevoli che è necessario ed urgente garantire l’educazione, nel sistema educativo normale, dei bambini, dei giovani e degli adulti che hanno Bisogni Educativi Speciali, e approviamo il Piano di Azione per l’educazione e i Bisogni Educativi Speciali, con la speranza che lo spirito delle sue disposizioni ed esortazioni guidi i governi e le organizzazioni. 2°Siamo convinti e proclamiamo che: • L’educazione è un diritto fondamentale di ogni bambino che deve avere la possibilità di acquisire e di mantenere un livello di conoscenze accettabili. • Ogni bambino ha caratteristiche, interessi, predisposizioni e necessità di apprendimento che gli sono propri. • I sistemi educativi devono essere concepiti e i programmi devono essere messi in pratica in modo da tenere conto di questa grande diversità di caratteristiche e bisogni. • Le persone che hanno bisogni educativi speciali devono poter accedere alle normali scuole che devono integrarli in un sistema pedagogico centrato sul bambino, capace di soddisfare queste necessità. • Le scuole normali che assumono questo orientamento di integrazione costituiscono il modo più efficace per combattere i comportamenti discriminatori, creando delle comunità accoglienti, costruendo una società di integrazione e raggiungendo l’obiettivo di un’educazione per tutti, inoltre garantiscono efficacemente l’educazione della maggioranza dei bambini, accrescono il profitto e, in fin dei conti, il rendimento complessivo del sistema educativo. 3°Invitiamo ed esortiamo tutti i governi a: • Dare la priorità nelle politiche e nei bilanci al miglioramento dei sistemi educativi al fine di poter accogliere tutti i bambini, indipendentemente dalle differenze o difficoltà individuali. • Adottare, come legge o politica, il principio dell’educazione inclusiva, accogliendo tutti i bambini nelle scuole normali, a meno che non si oppongano motivazioni di forza maggiore. • Mettere a punto progetti pilota e favorire scambi con i Paesi in cui esistono già scuole di integrazione. • Stabilire meccanismi decentralizzati e di partecipazione per la pianificazione, il controllo e la valutazione dei servizi creati a favore di bambini e adulti con esigenze educative speciali. • Incoraggiare e facilitare la partecipazione dei genitori, della comunità e delle organizzazioni di disabili, alla pianificazione di misure prese per soddisfare le esigenze educative speciali e le decisioni prese in materia. • Dedicare un impegno crescente sia alla messa a punto di strategie che permettono di identificare rapidamente le necessità e di intervenire senza ritardi, sia all’orientamento professionale dell’educazione integrata.

• Fare attenzione affinché, nel contesto di un cambiamento di sistema, la formazione degli insegnanti, iniziale o durante l’incarico, tratti delle esigenze educative speciali nelle scuole di integrazione. 4°Invitiamo anche la comunità Internazionale; in particolare, facciamo appello a: • Governi con programmi di cooperazione internazionale e agenzie di finanziamento internazionali, in particolare gli sponsor della Conferenza Mondiale sull’educazione per tutti, l’organizzazione educativa, scientifica e culturale delle nazioni unite (UNESCO), il fondo per i bambini delle nazioni unite (UNICEF), il programma di sviluppo delle nazioni unite, e la Banca Mondiale. • Approvare l’approccio della scuola inclusiva e sostenere lo sviluppo dell’istruzione per i bisogni educativi speciali come parte integrante di tutti i programmi educativi. • Le Nazioni Unite e le sue agenzie specializzate, in particolare l’ufficio Internazionale del Lavoro (ILO),l’Organizzazione mondiale della Sanità (WHO),l’UNESCO e l’UNICEF: • Per rafforzare i loro input per la cooperazione tecnica, nonché per rafforzare la loro cooperazione e networking per un supporto più efficiente alla fornitura ampliata e integrata dell’istruzione per i bisogni educativi speciali. • Organizzazioni non governative coinvolte nella programmazione nazionale e nella fornitura di servizi: • Per rafforzare la loro collaborazione con gli organismi nazionali ufficiali e intensificare il loro crescente coinvolgimento nella pianificazione, implementazione e valutazione di servizi inclusivi per bisogni educativi speciali: • L’UNESCO, come agenzia delle Nazioni Unite per l’educazione - deve assicurare che l’educazione dei bisogni speciali e da parte di ogni discussione che riguardi l’educazione per tutti nelle varie forme, - deve mobilitare supporto delle organizzazioni alla professione insegnante migliorando l’educazione dell’insegnante riguarda la clausola per i bisogni educativi speciali, - deve stimolare la comunità accademica per rafforzare la ricerca e stabilire centri regionali di informazione e documentazione; anche inserire come stanza di compensazione per tali attività e per la diffusione dei risultati specifici e del progresso raggiunto a livello regionale nel proseguimento di questa dichiarazione, - per mobilitare fondi attraverso la creazione all’interno del suo prossimo piano di un programma allargato per le scuole inclusive, i programmi di supporto della comunità che permetterebbe il lancio di progetti sperimentali che mostrano nuovi approcci alla diffusione e per sviluppare indicatori che riguardano il bisogno e la clausola di bisogni educativi speciali. 5° Infine noi esprimiamo i nostri più caldi apprezzamenti al governo della Spagna e all’Unesco per l’organizzazione della conferenza e li sollecitiamo per fare ogni sforzo per portare questa dichiarazione all’attenzione della comunità mondiale specialmente a importanti forum come il vertice mondiale per lo sviluppo sociale e la conferenza mondiale sulle donne.

Introduzione

1. Questa cornice di lavoro per l’azione sull’educazione dei bisogni speciali fu adottata dalla conferenza mondiale dal governo della Spagna in cooperazione con l’Unesco, tenuta a Salamanca dal 7 al 10 giugno nel 1994. Il suo scopo è avvertire la politica e l’azione guida da parte dei governi, da parte delle organizzazioni nazionali e internazionali, agenzie d’aiuto, organizzazioni non governative e altri corpi nell’implementare la dichiarazione di Salamanca sui principi, politica e pratica, nell’educazione dei bisogni speciali. Il quadro di riferimento traccia in maniera estesa l’esperienza nazionale dei paesi che hanno partecipato come anche risoluzioni, raccomandazioni e pubblicazioni del sistema delle nazioni unite e altre organizzazioni specialmente le regole sull’uguaglianza delle opportunità per le persone con disabilità. Esso anche tiene in considerazione le proposte, le linee guida e le raccomandazioni sollevate dai 5 seminari regionali tenuti per preparare la conferenza mondiale.

2. Il diritto di ogni bambino a un’educazione proclamata nella dichiarazione universale dei diritti umani è stata fortemente riaffermata dalla dichiarazione mondiale sull’educazione per tutti. Ogni persona con una disabilità ha diritto ad esprimere i propri bisogni riguardo la propria educazione fino a che questa possa essere accertata. I genitori hanno un diritto inerente ad essere consultati sulla base dell’educazione da offrire ai bisogni, alle circostanze e alle ispirazioni dei propri figli.

3. Il principio guida su cui si basa questo quadro di riferimento è che le scuole dovrebbero accogliere tutti i bambini senza distinzione delle loro condizioni fisiche, intellettuali, sociali, emotive e linguistiche. Questo dovrebbe includere bambini disabili e dotati, bambini di strada che lavorano, bambini che provengono da popolazioni lontane o nomadi, bambini provenienti da minoranze linguistiche, etniche e culturali, bambini che provengono da gruppi svantaggiati o emarginati. Queste condizioni creano un livello di diversi cambiamenti al sistema scolastico. Nel contesto di questo quadro di riferimento il termine “bisogni educativi speciali” si riferisce a tutti quei bambini e giovani i cui bisogni derivano dalle disabilità e dalle difficoltà di apprendimento. Molti bambini fanno esperienza con le difficoltà di apprendimento e così hanno bisogni educativi speciali a un certo punto durante la loro istruzione. Le scuole devono trovare modi per educare tutti i bambini con successo inclusi quelli che hanno seri svantaggi e disabilità. C’è un consenso che emerge che i bambini e i giovani con bisogni educativi speciali dovrebbero essere inclusi nei preparativi educativi fatti per la maggioranza dei bambini. Questo ha condotto al concetto di scuola. La sfida che affronta la scuola inclusiva è quella di sviluppare una pedagogia centrata sul bambino, capace di educare con successo tutti i bambini, inclusi quelli che hanno seri svantaggi e disabilità. Il merito di tali scuole non è soltanto che essi sono capaci di fornire educazione di qualità a tutti i bambini; la loro costituzione è un passo cruciale per aiutare a cambiare gli atteggiamenti discriminatori, a creare comunità accoglienti e nello sviluppare una società inclusiva. Un cambiamento nella prospettiva sociale è necessario. Per troppo tempo il problema della gente con disabilità è stato costituito da una società che rende incapace e che ha focalizzato l’attenzione sulle loro minorazioni piuttosto che sul loro potenziale.

4. L’educazione dei bisogni speciali incorpora i principi comprovati della pedagogia

del suono di cui tutti i bambini possono beneficiare. Essa presuppone che le differenze umane siano normali e che l’apprendimento deve essere adattato ai bisogni del bambino, piuttosto che il bambino adatto ai preordinati presupposti per quanto riguarda la natura del processo di apprendimento. Una pedagogia centrata sul bambino è benefica a tutti gli studenti e di conseguenza a tutta la società. L’esperienza ha dimostrato che può sostanzialmente ritirarsi la ripetizione che sono parte del sistema educativo mentre assicurare livelli più alti di media di raggiungimento. Una pedagogia centrata sul bambino può aiutare a evitare lo scarto delle risorse e il disastro delle speranze che è troppo frequentemente una conseguenza dell’istruzione di scarsa qualità e una misura che si adatti a tutta la mentalità verso l’educazione. Le scuole centrate sul bambino sono inoltre il campo di allenamento per una società orientata sulle persone che rispettino sia le persone che la dignità degli esseri umani. 5. Questo quadro di azione comprende le seguenti sezioni: I. II.

III.

il nuovo pensiero nell’educazione dei bisogni speciali linee guida per l’azione a livello nazionale (politica e organizzazione, fattori scolastici, reclutamento e allenamento del personale scolastico, servizi di supporto esterno, aree di priorità, prospettive della comunità, requisiti della risorsa)3 linee guida per l’azione a livello regionale e internazionale linee guida per l’azione a livello regionale e internazionale. IL NUOVO PENSIERO SULL’EDUCAZIONE SUI BISOGNI SPECIALI

6. La tendenza nella politica sociale durante gli ultimi due decenni è stata di promuovere l’integrazione e la partecipazione e di combattere l’esclusione. L’inclusione e la partecipazione sono essenziali alla dignità umana e al godimento e all’esercizio dei diritti umani. All’interno del campo di educazione, questo è riflettuto nello sviluppo delle strategie che cercano di portare una genuina uguaglianza di opportunità. L’esperienza in molti paesi dimostra che l’integrazione di bambini e giovani con bisogni educativi speciali è raggiunta meglio all’interno di scuole inclusive che sono a servizio di tutti i bambini all’interno di una comunità. È all’interno di questo contesto che quelli con bisogni educativi speciali possono raggiungere il progresso educativo più completo e l’integrazione sociale. Mentre le scuole inclusive forniscono un ambiente favorevole per il raggiungimento di pari opportunità e completa partecipazione, il loro successo richiede un confermato sforzo non soltanto da parte degli insegnanti e dallo staff della scuola ma anche dei pari, dei genitori, dalle famiglie e dei volontari. La riforma dell’istruzione sociale non è solo una consegna tecnica; essa dipende, soprattutto, dalla convinzione dall’impegno e dalla buona volontà degli individui che costituiscono la società.

7. Il principio fondamentale della scuola inclusiva è che tutti i bambini dovrebbero imparare insieme, ovunque possibile, senza distinzione di difficoltà o differenze che essi possono avere. Le scuole inclusive devono riconoscere e rispondere ai diversi bisogni dei loro studenti, accogliendo i diversi stili e i livelli di apprendimento e assicurando educazione di qualità a tutti attraverso appropriati curriculi, preparativi di organizzazione, strategie di insegnanti, uso di risorse e associazioni con le loro comunità. Dovrebbe esserci un continuo di supporto e servizi da collegare al continuo dei bisogni speciali incontrati in ogni scuola.

8. All’interno delle scuole inclusive, i bambini con bisogni educativi speciali

dovrebbero ricevere qualunque supporto extra che essi possono richiedere per assicurare la loro educazione efficace. L’istruzione inclusiva è il mezzo più efficace per costruire solidarietà tra bambini con bisogni speciali e i loro pari. L’assegnazione dei bambini a scuole speciali -o a classi speciali all’interno di una scuola su una base permanente- dovrebbe essere l’eccezione, essere raccomandata soltanto in quei rari casi in cui è dimostrato chiaramente che l’educazione in classi regolari è incapace di incontrare l’educazione del bambino o i bisogni sociali o quanto è richiesta per la salvaguardia del bambino o quella degli altri bambini.

9. La situazione che riguarda l’educazione dei bisogni speciali varia enormemente da un paese a un altro. Ci sono, per esempio, paesi che hanno istituito sistemi di scuole speciali per quelli con menomazioni specifiche. Lo staff di queste istituzioni speciali possiede le abilità necessarie per lo screening precoce e l’identificazione dei bambini con disabilità. Le scuole speciali possono anche servire come centri di allenamento e di risorsa per lo staff nelle scuole regolari. Infine, le classi speciali all’interno di scuole inclusive possono continuare a fornire l’educazione più adatta al relativamente piccolo numero bambini con disabilità che non possono essere adeguatamente seguiti nelle scuole regolari. L’investimento nelle scuole speciali esistenti dovrebbe essere orientati verso il loro nuovo allargato ruolo di fornire sostegno professionale alle scuole regolari nell’incontrare bisogni educativi speciali. Un importante contributo alle scuole ordinarie che lo staff delle scuole speciali può fare è l’abbinamento del contenuto curriculare e del metodo ai bisogni individuali degli alunni.

10.I paesi che hanno poche o nessuna scuola speciale, dovrebbero, in generale, essere ben consigliati a concentrare i loro sforzi sullo sviluppo di scuole inclusive e sui servizi specializzati necessari per consentire loro di servire la grande maggioranza di bambini e giovani, in particolare la fornitura di formazione per insegnanti nei centri di risorse per l’educazione dei bisogni speciali a cui le scuole potrebbero rivolgersi per il sostegno. L’esperienza, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, indica che l’alto costo delle scuole speciali significa, in pratica, che solo una piccola minoranza di studenti, solitamente un’élite urbana, ne trae beneficio: la stragrande maggioranza degli studenti con bisogni speciali, soprattutto nelle aree rurali, di conseguenza non sono forniti da alcun genere di servizi. Infatti, in molti paesi in via di sviluppo, si stima che meno dell’1 % di bambini con bisogni educativi speciali siano inclusi nelle disposizioni esistenti. L’esperienza, più che altro, suggerisce che le scuole inclusive, che servono a tutti i bambini di una comunità, sono quelle che hanno maggior successo nel suscitare sostegno della comunità e nel trovare il modo immaginativo e innovativo di utilizzare le risorse limitate disponibili. 11.La pianificazione educativa dei governi dovrebbe concentrarsi sull’educazione per tutte le persone, in tutte le regioni di un paese e in tutte le condizioni economiche, attraverso le scuole pubbliche e private. 12. Perché in passato relativamente pochi bambini con disabilità hanno avuto accesso all’educazione, specialmente nelle regioni in via di sviluppo de...


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