La lingua italiana storia strumenti Marazzini PDF

Title La lingua italiana storia strumenti Marazzini
Author Annalucia Baruffa
Course Storia 1
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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La lingua italiana 1. L'ITALIANO. L’Italiano appartiene alla famiglia linguistica indoeuropea (prima per numero di parlanti  lingue d’Europa e alcune lingue dell’Asia meridionale). Nel Cinquecento molte indoeuropee arrivarono in altri continenti con le conquiste coloniali (inglese, francese, spagnolo, portoghese). In Europa ci sono tre grandi gruppi linguistici: romanzo, slavo e germanico. Le lingue romanze (neolatine, parlate da 640 milioni di persone) sono figlie del latino e sono italiano, portoghese, spagnolo, catalano, francese, provenzale, rumeno. L’italiano è parlato nella Repubblica Italiana (lingua ufficiale), nello Stato Vaticano (latino lingua ufficiale), nella Repubblica di San Marino, in alcuni Cantoni della Svizzera e in alcune piccole aree di Croazia e Slovenia (italofoni risalenti all’antico dominio veneziano in Istria e sulla costa dalmata). Si parla italiano o almeno si comprende nel Nizzardo e nel Principato di Monaco, nelle ex colonie italiane e nell’ex protettorato di Rodi. Ci sono poi comunità di emigrati italiani in tutto il mondo (grande flusso migratorio dalla seconda metà dell’Ottocento agli anni Sessanta del Novecento, anche se quasi tutti parlavano dialetto e pochi italiano). Anche il turismo e la televisione (in Albania), collaborano alla diffusione dell’italiano. All’interno dei confini politici italiani: gruppi alloglotti  si formano delle penisole di alloglotti quando aree linguistiche più grandi, confinanti si estendono anche nel nostro territorio nazionale (tedescofoni in Alto Adige, francofoni in Valle d’Aosta). Isole linguistiche: comunità di alloglotti molto piccole e isolate. Molti alloglotti parlano lingue del gruppo romanzo: provenzale in Piemonte, franco-provenzale (status di lingua ufficiale) in Val d’Aosta, il ladino (vera e propria lingua) nel Trentino-Alto Adige, friulano in Friuli e in Svizzera (romancio), sardo (vera e propria lingua) in Sardegna. I gruppi alloglotti non romanzi in Italia sono i tedeschi (Valle dell’Adige e Sudtirolo  lingua ufficiale, insegnata, dialetto), greci (Salento, Calabria  eredità della Magna Grecia), albanesi (da immigrati, tra Campobasso e Foggia, Pescara, Taranto, Potenza, Calabria, Sicilia  XV sec per sfuggire ai turchi), slavi (Udine, Gorizia, Trieste, Molise). Nuova ondata di immigrati nel XX sec dall’Albania, dai paesi poveri del Terzo Mondo e dall’Europa dell’Est  nuovi gruppi etnolinguistici (oltre 4 milioni di persone). Flusso tradizionale e antico degli zingari. L’Italia è la nazione europea più ricca e differenziata per varietà linguistica. Per secoli l’italiano è stato solo lingua letteraria, mentre la lingua parlata restava il dialetto locale. In origine l’italiano, ovvero il toscano letterario, era uno dei tanti dialetti. Lingua  dialetto che per cause storiche e abitudini culturali e sociali ha raggiunto uno status superiore. Ha una diffusione maggiore rispetto al dialetto (area ristretta, prestigio minore, simbolo d’identità locali), unifica un territorio più ampio, è simbolo d’identità nazionale, è insegnata a scuola ed è codificata da norme grammaticali. In Italia si distinguono tre aree dialettali, settentrionale, centrale e meridionale, separate da due grandi linee di confine: 1. linea La Spezia- Rimini (vera frontiera linguistica e storica  barriera geografica dell’Appennino tosco-emiliano). Parlate dialettali a nord di questa linea: sonorizzazione delle occlusive sorde in posizione intervocalica (t e k  d e g - p  b  v), scempiamento delle consonanti geminate (no doppie), caduta delle vocali finali (tranne la a), contrazione di sillabe atone, presenza di vocali turbate (u e o alla francese). Tratti tipici del toscano (area centrale) sono: sostituzione della prima persona plurale indicativo presente con il si + 3ps, gorgia (eredità etrusca), assimilazione progressiva di nd>nn e mb>mm. 2. linea Rimini-Ancona. Tratti del romanesco sono: suffissi in -aro, desinenze -amo, -emo, imo in 1pp dell'indicativo presente. Area meridionale: sonorizzazione delle consonanti sorde in posizione postnasale, metafonesi di e e o toniche per influsso di i e u finali, uso di tenere al posto di avere, possessivo enclitico.

È sempre forte la variabilità dei dialetti; oggi bassa percentuale d’italiani parlanti esclusivamente dialetto. Prima descrizione sistematica e scientifica dei dialetti italiani  Ascoli, 1885. Isoglossa: linea che delimita il confine di un dato fenomeno linguistico nello spazio geografico. Italiani regionali  varietà dell'italiano, sono il risultato storico dell'incontro tra dialetti e lingua nazionale. La caratterizzazione più immediata si ha a livello di prosodia. Le principali varietà di italiano regionale sono la settentrionale, la toscana, la romana, la meridionale e la sarda. Italiano popolare  parlata degli incolti (o semicolti) di aspirazione sopradialettale e unitaria (anni 70). È il tipo d’italiano imperfettamente acquisito da chi ha per madrelingua il dialetto (popolo postunitario: modesta lingua italiana piena di errori ed elementi dialettali) Tullio De Mauro collega strettamente la storia linguistica ai fatti sociali, assegnando alle masse popolari il ruolo di protagoniste. Italiano standard  lingua italiana corretta e regolata, di tipo neutro e codificato in base a principi riconosciuti, a cui è attribuito prestigio da parte della comunità. È diffuso a livello scritto, mentre per quanto riguarda la pronuncia non ne esiste una davvero standard. Il toscano è la parlata regionale che più si avvicina alla lingua letteraria, che deriva dal toscano trecentesco, ma toscano e italiano non sono la stessa cosa. Ciò che hanno in comune è: 1. anafonesi (è tonica si trasforma in i davanti a -gn-, -gli-, -ng-; ò tonica si trasforma in u davanti a -ng-); 2. dittongazione di E e O brevi del latino in sillaba libera; 3. passaggio di e atona protonica a i; 4. passaggio di -ar- atono a -er- nel futuro di prima coniugazione; 5. passaggio di -rj- intervocalico a -j-; 6. assenza di metafonesi. Ci sono anche elementi di distinzione: gorgia, tendenza alla monottongazione di -uò-. All’interno dell'italiano standard (ufficiale e astratto) non vi è comunque assoluta omogeneità (elementi di substandard, informali, regionali, parlati anche dai parlanti colti). Francesco Sabatini ha elaborato la categoria di “italiano dell'uso medio”  italiano oggi comunemente parlato anche dalle persone colte nelle situazioni di media formalità, che accoglie anche fenomeni colloquiali (italiano neostandard).

2. Gli strumenti della disciplina: 1992  ASLI, Associazione per la storia della lingua italiana. Profilo di storia linguistica italiana, 1953  Devoto, sintesi completa di storia dell’italiano. Questione della lingua, 1960  Vitale. Storia linguistica dell’Italia unita, 1963  De Mauro, storia linguistica successiva all’Unità, che si lega alla storia sociale (vicende delle classi popolari); rilevante l’uso di dati statistici ed economici. Storia della lingua italiana, 1960  Migliorini (prima cattedra universitaria su questo tipo di studi, 1937-38, Firenze), documentazioni su tutte le fasi storiche della nostra lingua, dalla latinità imperiale a inizio Novecento, un capitolo per ogni secolo (Dante capitolo a parte). Grande attenzione al lessico, alle parole e alla loro origine. Paragrafi su eventi storico-politici, vita culturale, contatti con altre lingue, discussioni linguistiche, fatti grammaticali, grafia, forme, costrutti, consistenza del lessico, latinismi e forestierismi: gli scrittori sono solo uno dei tanti fattori che agiscono sulla lingua. La trattazione si chiude al 1915  poi sconvolgimenti politici e sociali, influenze dei nuovi mezzi di comunicazione (è richiesto un altro “discorso”)  Lingua contemporanea, 1938 e Saggi sulla lingua del Novecento, 1941. Dagli anni ‘70 in poi  varie sintesi di storia della lingua italiana, per pubblico colto e uso universitario. Negli anni '90  altri libri di riferimento per questo tipo di studi. Storia della lingua italiana  Bruni, collana di monografie, impianto per secoli (eccezione del tomo dedicato a Manzoni), attenzione anche alle aree non toscane, pensata come manuale per

studenti universitari; parte saggistica e parte antologica di testi commentati, si chiude con una sezione di esercizi. Storia della lingua italiana  Serianni–Trifone, grande varietà di argomenti, si compone di monografie affidate a diversi specialisti; I volume “I luoghi della codificazione” (storia della grammatica, lessicografia, grafia, teorie linguistiche e lingua letteraria), II volume “Scritto e parlato” (monografie sulle varie forme di italiano settoriale, commistione di italiano parlato e scritto), III volume “Le altre lingue” (saggi sugli antichi dialetti italiani, varietà linguistiche regionali, incontro dell'italiano con lingue straniere). L'italiano nelle regioni  Bruni, primo volume di monografie, ciascuna dedicata alla storia dell'italiano in una regione, e secondo volume di testi commentati e annotati; ideata per aree geografiche, attenzione ai rapporti che l’italiano ha intessuto nei secoli con le culture e i dialetti locali. Riviste scientifiche (specifiche della disciplina)  Lingua nostra 1939 (Devoto e Migliorini), Studi linguistici italiani 1960 (Castellani, oggi Serianni), Lingua e stile 1966 (Heilemann e Raimondi), Lid’O – Lingua italiana d’oggi 2004 (Arcangeli), Studi di grammatica, di filologia, di lessicografia (Accademia della Crusca). Grammatiche storiche  sviluppo diacronico della lingua dalla formazione dal latino (evoluzione fonetica, morfologica e sintattica). Tra le prime grammatiche storiche: di MeyerLubke, limitata all'italiano letterario e ai dialetti toscani. Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti 1966-69 (Rohlfs), 3 volumi  fonologia; morfologia; sintassi e formazione delle parole. Esempi da tutti i dialetti italiani, da forme del parlato a forme letterarie. Grammatiche descrittive e normative  la grammatica è uno strumento che descrive la lingua, ne illustra le regole, suggerisce e impone scelte di carattere normativo e di stile. Trabalza 1908, affiancato dalle sintesi di Patota 1993 e Fornara 2005 (per ripercorrere la storia della grammatica); Serianni 1988 (per dubbi sulla corretta applicazione della norma); Renzi Salvi 1988-95 (grande grammatica di consultazione, uso reale della lingua nei livelli comunicativi, segnala varianti considerate “scorrette” dalla grammatica normativa, ma possibili nel parlato, testo di uso specialistico). Manuali di metrica e retorica  prima norme incorporate nelle grammatiche, oggi più raro. Beltrami 2002 (profilo storico dalle origini al Novecento), Beccaria 2004 (scienze linguistiche, lessico tecnico), Garavelli 2003 (dizionario di linguistica e filologia metrica e retorica). Atlanti linguistici  forma cartografica su base lessicale o grammaticale, variazione dialettale di un’area (ogni cartina: registrazione di una stessa parola o frase in luoghi diversi). Primo atlante: Galliéron 1902-10. Primo atlante dialettale italiano in 8 volumi: AIS (atlante linguistico ed etnografico dell’Italia e della Svizzera meridionale) 1928-40, Jaberg e Jud con inchieste di Rohlfs. Ancora in corso (di recente pubblicati i primi 7 volumi): ALI dal 1920, Bartoli. Alcuni atlanti linguistici regionali (ALSicilia, ALEPiemonteOccidentale). Dizionari dell'uso  strumento lessicografico, documenta la lingua corrente, serve per risolvere problemi pratici. Tra i più noti in unico volume: Zingarelli, Devoto-Oli, Sabatini-Coletti, De Mauro. Tra quelli in più volumi: vocabolario Treccani, GRADIT diretto da Tullio De Mauro (introduzione di marche d'uso, per indicare il grado di diffusione su base statistica: FO lessico fondamentale, AD alta disponibilità, CO vocaboli comuni, TS tecnico-specialistici, DI voci dialettali). Dizionari storici  documentano il passato della lingua sulla base dei testi scritti (usi e significati delle parole nei secoli). Battaglia o GDLI, 21 volumi tra 1961 e 2002: impostazione fortemente letteraria, esempi da un corpus di scrittori di tutti i secoli, compresi i minori. Struttura della voce come in un dizionario d'uso: lemma seguito da specificazione grammaticale e indicazione dell'ambito d'uso, ogni definizione è seguita da esempi, gli autori sono ordinati cronologicamente, i rinvii alle opere sono abbreviati mediante un'apposita chiave, in chiusura c’è l'etimologia della parola. TLIO Tesoro della lingua italiana: vocabolario storico di tutte le

varietà dell'italiano antico, dalle origini al 1375; il corpus contiene testi dei grandi maestri del '300 e di molti minori; ci sono 21.500 voci consultabili da internet. Lemma: seguito dalla categoria grammaticale e da indicazioni varie, poi da passi del corpus che attestano l’uso. Dizionari etimologici  l'origine delle parole di una lingua, informazioni dettagliate e precise. Battisti-Alessio, 1950-57 (il più ricco di lemmi). Devoto, 1968 (piccolo, ma unico che ricerca le origini prima del latino). DELI (Cortelazzo-Zolli), in 5 volumi tra il 1979 e 1988, poi nel 1999 in unico volume con CD-Rom  1. definizione e data della prima attestazione delle parole a lemma; 2. trattazione etimologica in funzione della storia; 3. Breve trattazione con rimando alla bibliografia degli etimi controversi o discussi. LEI (Pfister): uso altamente specialistico, parole raccolte su base etimologica, attenzione per le forme dei dialetti antichi e moderni, riferimenti a scrittori illustri. Ogni articolo: 1. forme con evoluzione fonetica popolare; 2. forme dotte; 3. prestiti da altre lingue. Lunga redazione (dal 1979 solo fino alla lettera C), voci consultabili su internet. Consultazione in internet, dizionari elettronici, CD-Rom  Letteratura Italiana Zanichelli, 1000 testi della letteratura (origini - primo Novecento); possono essere letti o interrogati tramite un programma di ricerca lessicale in varie combinazioni. Primo tesoro della lingua letteraria italiana, DVD: testi di 100 romanzi del Premio Strega (De Mauro). Dizionario Ortografia Pronuncia, 1969 (rinnovato nel 2010): internet, indicazioni sulla pronuncia standard, trascrizione fonetica e registrazione vocale dei lemmi. Sito dell’Accademia della Crusca, nella Biblioteca virtuale: cinque edizioni del Vocabolario degli Accademici (redatto nel ‘600 e più volte ampliato).

ORIGINI E PRIMI DOCUMENTI DELL’ITALIANO Documenti: Indovinello Veronese VIII sec – Graffito della catacomba di Comodilla tra VI-VII e metà IX sec – Placito Capuano 960 d.C. – Iscrizione di San Clemente fine XI sec 1. DAL LATINO ALL’ITALIANO L’italiano deriva dal latino, ma non dal classico degli scrittori, ma dal latino volgare, che però non è una lingua omogenea, ma un’astrazione: è l’equivalente del latino plebeo repubblicano e del latino spontaneo imperiale. Anche il latino aveva diversi livelli linguistici: già le fonti classiche distinguono tra lingua letteraria e vari sermo dei soldati, dei rustici, degli abitanti delle provincie. Il concetto di latino volgare mescola quindi una componente sociolinguistica sincronica (i livelli d’uso diversi in una medesima epoca) e una componente diacronica (i mutamenti avvenuti nel corso del tempo)  il latino, lingua viva, non è rimasto sempre uguale e non aveva unità linguistica assoluta: risentì di fenomeni di differenziazione geografica e sociolinguistica, era esposto a tensioni e influenze, soprattutto nei territori di frontiera, e a variabilità sociale. Per ricostruire gli elementi del latino volgare all’origine degli sviluppi romanzi  comparizione tra lingue neolatine. Il latino volgare conteneva parole presenti nel latino scritto, ma altre furono innovazioni del latino parlato, non attestate nello scritto. In altri casi ancora si ebbe un cambiamento nel significato della parola latina letteraria, la quale assunse un senso diverso nel latino volgare. Ex: Testa(m) = vaso di terracotta, poi sostituì Caput  Testa(m)  in un primo tempo significato ironico, scherzoso (Zucca, Capa...), poi la sfumatura ironica sparì e il termine assunse il significato nuovo. Ex: fuoco  da focus = focolare domestico  ignis = fuoco. Esiste anche una serie di testi di alcuni autori classici che hanno scritto a volte in maniera meno formale (trattati di agricoltura, cucina, medicina, veterinaria). Anche i testi teatrali contengono elementi di parlato (Plauto); importante è il Satyricon di Petronio (forme come Pulcher, destinato a svanire, e Formosus e Bellus, all’origine delle forme romanze). Per la conoscenza del latino quotidiano: scritture occasionali (graffiti, scritte murali fatte da gente comune). Appendix Probi, collocata nel V o VI secolo d.C., lista di 227 parole o forme o grafie non corrispondenti alla buona norma, tramandate da un codice scritto a Bobbio intorno al 700

d.C.  un maestro di quell’epoca raccolse le forme errate in uso presso i suoi allievi, affiancandole alle corrette (modello “A non B”, speculum non speclum, oculus non oclus). L’Appendix Probi è l’occasione per riflettere su una serie di tendenze aberranti rispetto alla norma classica, che tuttavia contenevano gli sviluppi della successiva evoluzione verso la lingua nuova. L’errore è una deviazione rispetto alla norma, ma nell’errore possono manifestarsi tendenze innovative importanti; quando l’errore si generalizza, l’infrazione diventa norma. “Sostrato”  azione esercitata dalla lingua vinta su quella dei vincitori (ex: il latino si impose su parlate preesistenti, come etrusco, osco-umbro, etc., che però influenzarono il suo apprendimento). “Superstrato”  influenza esercitata da lingue che si sovrapposero al latino, al tempo delle invasioni barbariche (goto, longobardo, franco). ”Adstrato”  azione esercitata da una lingua confinante. 2. NASCE UNA LINGUA Caduta dell’Impero Romano d’Occidente: 476  Invasione Ostrogoti di Teodorico: 489 (circa 70 termini gotici entrati nell’italiano)  Invasione Longobardi: 568 (oltre 200 parole longobarde entrate nell’italiano)  Invasione Franchi: VIII secolo (nobili con i fedeli, élite ai vertici del potere civile e militare: termini relativi a organizzazione politica e sociale). Genesi della lingua  fenomeno lungo e complesso, trasformazione che durò secoli . Il latino mantenne per molto tempo il dominio della cultura e della scrittura. Lungo tempo durante il quale il latino volgare esistette nell’uso  ma si usava il latino medievale per scrivere (diverso dal classico). Poi l’esistenza del volgare si fece sentire, in maniera indiretta, proprio nel latino medievale, che lascia trapelare volgarismi (a seconda del livello di cultura dello scrivente). 3. I PIU’ ANTICHI DOCUMENTI Problema: volevano scrivere in italiano o in latino? Primo documento della lingua francese: Giuramenti di Strasburgo 842, Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo giurarono alleanza contro il fratello Lotario, ognuno nella lingua dell’altro (tedesco e gallo-romanzo, ossia francese).  Volontarietà dell’uso del volgare legata ad una situazione pubblica e ufficiale. Italiano: Placito capuano 960  atto di nascita dell’italiano (per la sua ufficialità)  chiara e cosciente separazione tra volgare e latino usati per scopi differenti, datazione precisa. Verbale notarile su pergamena relativo a una causa discussa davanti al giudice Arechisi. Formula volgare (già assoggettata a una certa formalizzazione) connessa a un giuramento (dibattito orale con intervento di testimoni già in volgare), nel mezzo della verbalizzazione in latino. Non si lega a un evento storico di rilievo (piccola controversia giudiziaria locale). Non è una formula isolata: serie di Placiti campani, altre tre carte notarili analoghe del 963. Notai: più frequente occasione di scrivere e transcodificare la lingua quotidiana alla formalizzazione giuridica in latino, quindi tra i primi a lasciare spazio al nuovo volgare. Indovinello veronese  non si riesce ad essere certi se lo scrivente usasse un latino scorretto o volutamente abbandonasse il latino corretto, adottando forme popolari. Iscrizione della catacomba romana di Comodilla  graffito sul muro, sembra conservare un aspetto latineggiante, ma rivela la registrazione del parlato con il raddoppiamento fonosintattico “a BBoce”. Affresco della basilica sotterranea di San Clemente, Roma  natura murale di scritta esposta, parole con funzione didascalica (frasi pronunciate dai personaggi), latino per le parti più elevate (intenzi...


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