LA Natura Benigna E Malvagia PDF

Title LA Natura Benigna E Malvagia
Author Ugo Francesco Mollo
Course Italiano anno 5
Institution Liceo (Italia)
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Summary

Leopardi natura...


Description

LA NATURA BENIGNA E MALVAGIA La prima fase del pensiero leopardiano è basata sull’antitesi tra natura e ragione tra antichi e moderni . Leopardi si appropria del concetto ragione e natura per giustificare delusione e inganni. Secondo Leopardi la ragione profonda era credere che esiste una realtà primaria che opera sempre il bene; questa realtà si chiama natura: se gli uomini si rivolgono a lei prendono coscienza di quelli che essi dovrebbero essere. Per spiegare i mali del secolo in cui vive, ovvero la tristezza ed il dolore che sono espressi nelle sue opere, e l’inerzia dell’Italia politicamente asservita, egli si serve di un rigido dualismo: la natura è buona, la ragione è corruttrice; gli antichi virtuosi e felici, i moderni ignavi ed egoisti. (La ragione è nemica d ogni grandezza: la ragione è nemica della natura; essa è grande, la ragione è piccola ). Gli antichi, nutriti di generose illusioni, erano capaci di azioni eroiche e magnanime; erano anche più forti fisicamente, e questo favoriva la loro forza morale. La colpa dell’infelicità dei moderni è dunque attribuita all’uomo stesso che si è allontanato dalla via della natura benigna, in quanto il progresso ha generato meschinità, egoismo e corruzione dei costumi. Questa fase del pensiero leopardiano è stata designata con la formula di pessimismo storico. Leopardi si rende conto che, più che al bene dei singoli individui, la natura mira alla conservazione della specie, e per questo fine può anche sacrificare il bene del singolo e generare la sofferenza. Il male rientra nel piano stesso della natura. Il poeta si rende conto che la natura ha donato all’uomo un desiderio di felicità infinita senza dargli mezzi per soddisfarlo (Dialogo della natura e di un Islandese). Leopardi propone una concezione dualistica diversa da quella precedente (Natura buona- ragione corruttrice), infatti la natura è benigna, il fato è maligno. Ben presto Leopardi si rende conto che questa sua concezione è sbagliata arrivando alla conclusione che non si deve più concepire la natura come madre amorosa e provvidente, ma come meccanismo indifferente alla sorte delle sue creature. Di conseguenza è una concezione non più finalistica ma meccanicistica e materialistica. Al pessimismo storico della prima fase del pensiero di Leopardi, subentra così un pessimismo cosmico nel senso che l’infelicità non è più legata ad una condizione storica e relativa dell’uomo, ma ad una condizione assoluta....


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