LA SCUOLA AL BIVIO DI Massimo baldacci PDF

Title LA SCUOLA AL BIVIO DI Massimo baldacci
Author serafina gallo
Course Pedagogia Generale
Institution Università degli Studi di Salerno
Pages 55
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Summary

IL RAPPORTO TRA PEDAGOGIA E POLITICA: LA QUESTIONEDELL’AUTONOMIA E DELL’ETERONOMIA DELLA PEDAGOGIADALLA POLITICA SU PIANO EPISTEMOLOGICOIL RAPPORTO SUL PIANO EPISTEMOLOGICOIL PIANO EPISTEMOLOGICO SI RIFERISCE ALL’ORGANIZZAZIONE INTERNA DI UNA DISCIPLINA e si esprime inUN’ONTOLOGIA REGIONALE = un sis...


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IL RAPPORTO TRA PEDAGOGIA E POLITICA: LA QUESTIONE DELL’AUTONOMIA E DELL’ETERONOMIA DELLA PEDAGOGIA DALLA POLITICA SU PIANO EPISTEMOLOGICO IL RAPPORTO SUL PIANO EPISTEMOLOGICO IL PIANO EPISTEMOLOGICO SI RIFERISCE ALL’ORGANIZZAZIONE INTERNA DI UNA DISCIPLINA e si esprime in UN’ONTOLOGIA REGIONALE= un sistema concettuale (insieme di strutture metodologiche, modi di pensare, assunti fondamentali, il linguaggio specifico) che una disciplina adopera per cogliere ed interpretare l’esperienza inerente al proprio campo di indagine. E’ l’ontologia regionale a fondare l’autonomia epistemologica di una disciplina (in questo caso la pedagogia e politica) Infatti la politologia come scienza della politica e la pedagogia come scienza dell’educazione sono dotate di una propria ontologia regionale.

La questione che si pone Baldacci è : le due ontologie regionali che rapporto hanno? sono INCOMMENSURABILI O TRADUCIBILI?

1) Secondo la tesi di INCOMMENSURABILITA’ (auto-confutante) non vi sono criteri di confronto tra le due teorie scientifiche rivali, ed in particolare tra i due linguaggi. Ma affermare di essere RIVALI fa auto-confutare questa tesi poiché per esserlo devono comunque essere commensurabili, si devono cioè paragonare su alcuni punti per metterle a confronto e giudicarle rivali. (Possono essere commensurati in virtù del fatto che si tratta infatti di due sistemi concettuali diversi che portano a prospettive diverse sul medesimo aspetto: IL FATTO SOCIALE DELL’EDUCAZIONE, dandone significati differenti ai suoi aspetti e alle sue dinamiche.) 2) Rimane il posto al più concreto problema di difficoltà di traduzione LA TESI DELLA TRADUCIBILITA’ essa poggia sull’assunto dell’intersoggettività dell’esperienza umana e della nostra capacità di traduzione linguistica che rende sempre possibile (anche se problematica) una comunicazione tra culture e comunità linguistiche diverse. secondo questa tesi tra il linguaggio della politologia e della pedagogia può sussistere una PARZIALE TRADUCIBILITA’ LIMITATA AD ALCUNE RETI CONCETTUALI.

LE CATEGORIE DELLA POLITICA Per identificare la parziale traducibilità tra le ontologie regionali bisogna identificare alcune CATEGORIE SIGNIFICATIVE DELLA POLITICA.  SCMITT 1972 la categoria reggente del politico sta nella coppia AMICO-NEMICO Un contrasto sociale diventa politico quando all’interno della società si raggiunge un grado di intensità tale da raggruppare gli individui in amici e nemici. questa posizione considera solo l’aspetto conflittuale e di forza della politica trascurando le modalità dell’accordo e della regolazione pacifica e negoziale dei contrasti.

Baldacci per i suoi scopi non prende in considerazione questa posizione ma quella di Gramsci  GRAMSCI  la categoria del politico si basa su una concezione conflittuale ma che oltre alla modalità della forza comprende anche le dimensioni dell’accordo e del consenso; ESSA E’ L’EGEMONIA. Gramsci afferma che vi sono governanti e governati, gruppi dirigenti e gruppi subordinati (si tratta di quello che Bobbio definisce fatto primordiale del potere politico come relazione sociale dell’uomo che domina l’uomo) il rapporto tra dirigenti e subordinati si concepisce alla luce del concetto di EGEMONIA CHE PER GRAMSCI E’ LA CATEGORIA REGGENTE DEL POLITICO (la relazione sociale è un dominio dell’uomo sull’uomo che si esprime poi nel predominio, l’egemonia, di un gruppo di uomini su un altro= governanti e subordinati; per questo motivo di parla di EGEMONIA COME CATEGORIA REGGENTE)

IL RAPPORTO TRA I GRUPPI DI UOMINI CHE CERCANO L’UNO DI DOMINARE L’ALTRO E’ CONFLITTUALE=  



LA POLITICA E’ UNA LOTTA PER CONQUISTARE L’EGEMONIA E’ UNA LOTTA CHE SVOLGENDOSI TRA DUE GRUPPI (DOMINANTI E SUBORDINATI) SI CONFIGURA COME UNA LOTTA TRA IDEOLOGIE DEI DOMINANTI E DEI SUBORDINATI; si tratta di una battaglia culturale, competizione di idee volta alla formazione di un determinato senso comune che si pone come PREMESSA NECESSARIA ALLA COSTRUZIONE DEL CONSENSO verso una determinata concezione politica ALL’INTERNO DI QUESTA LOTTA L’EGEMONIA RAGGIUNTA DA UNO DEI DUE GRUPPI E’ UN PRODOTTO STORICO E NON UNA PREDESTINAZIONE SOCIALE; per se tutti fossero formati allo stesso modo la dirigenza sarebbe soggetta a circolazione.

Il rapporto egemonico tra i due gruppi si basa sempre su una miscela di DIREZIONE e di uso DI FORZA COERCITIVA. Maggiore è il consenso e minore è l’uso della forza. Minore è il consenso e maggiore è l’uso della forza. Ricerca del consenso con la persuasione o con la coercizione.

L’IPOTESI DELLA TRADUCIBILITA’ TRA POLITICA E PEDAGOGIA (TRADUCIBILITA’ RECIPROCA TRA DUE SISTEMI CONCETTUALI CONSIDERATI ALLA PARI) Gramsci sostiene la necessità di traducibilità tra filosofia e politica che è espressa in primo luogo nella XI tesi su Feuerbach  “i filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo, si tratta di trasformarlo”. Gramsci più che di traduzione tra linguaggi diversi parla di TRASPOSIZIONE IDOMATICA E CULTRUALE DELLE RETI LINGUISTICO-CONCETTUALI nel senso che la filosofia deve diventare politica. SI TRATTA DI UN TRASPORTO METAFORICO VICENDEVOLE CHE SI PROPAGA NELLE RISPETTIVE ONTOLOGIE REGIONALI, PRODUCENDO EFFETTI TEORICI E TEORICO-PRATICI Si tratta di una reciproca traduzione per cui la commensurabilità non diviene paradigma di subordinazione di uno o dell’altro elemento preso in considerazione. SECONDO GRAMSCI NON VI E’ SUBORDINAZIONE EPISTEMOLOGICA TRA POLITICA E PEDAGOGIA: seppure parziale la traduzione è reciproca, cioè corre in entrambi i sensi per cui vi è un rapporto di parità.  QUESTO SCIOGLIE IL RAPPORTO ANCILLARE TRA PEDAGOGIA E POLITICA ELIMINANDO LA SUBORDINAZIONE

UNA CATEGORIA FONDAMENTALE DELLA PEDAGOGIA  CATEGORIA FONDAMENTALE DELLA PEDAGOGIA RAPPORTO PEDAGOGICO o relazione educativa tra educatore ed educando È possibile darne una traduzione entro la struttura concettuale della politologia? Sì. Tra il rapporto pedagogico e il rapporto egemonico si istituisce una traducibilità imperfetta e parziale basata su: 

contenuto semantico grosso modo analogo espresso entro due universi discorsivi differenti che riguarda il fatto che “NEL RAPPORTO VI E’ UN DETERMINATO AGENTE CHE E’ PRINCIPIO DI CONDOTTA DI UN ALTRO”



in forma debole il rapporto può essere visto come una analogia tra la relazione dirigente : subordinato ed educatore : educando



in forma forte il rapporto può essere visto come una analogia tra i tratti caratterizzanti dei 2 rapporti: entrambi vogliono ottenere il consenso i dirigenti ricorrono per farlo alla persuasione o alla forza-coercizione gli educatori ricorrono all’affetto o al timore (secondo la visione di Piaget per cui il bambino rispetta l’educatore tramite una combinazione di affetto e timore)*

*l’ombra del ricorso alla forza nel rapporto educativo non va rimosso o edulcorato come spesso avviene nel discorso pedagogico, ma va tematizzato e compreso per impostarlo correttamente, poiché il rapporto educativo non è un rapporto di libertà. Si tratta quindi di impostare la componente di potere in modo corretto e fecondo

LA COERCIZIONE NELL’EDUCAZIONE SECONDO RADICE E GRAMSCI  LOMBARDO RADICE AFFERMA: Qualunque espediente disciplinare si usi, il vero mezzo è sempre il consentimento dello scolaro” L’interiore conformarsi dell’alunno al maestro. quindi anche quando l’insegnante adotta la coercizione vi è bisogno di consenso per legittimarla  secondo GRAMSCI: il rapporto educativo ha un carattere dinamico per cui in una prima fase è necessaria una pressione coercitiva legata ad autorità affinché il bambino non sia trascinato dalle influenze sociali; poi quando è stato formato indipendentemente dalle influenze sociali la pressione lascia sempre più il posto alla persuasione e al consenso

RIASSUNTO TRA PEDAGOGIA E POLITICA VI E’ TRADUCIBILITA’ NEL SENSO NON DI TRADUZIONE LINGUISTICA MA DI TRASPORTO METAFORICO VICENDEVOLE CHE SI PROPAGA NELLE RISPETTIVE ONTOLOGIE REGIONALI, PRODUCENDO EFFETTI TEORICI E TEORICO-PRATICI. LA TRADUCIBILITA’ AVVIENE TRA DUE SISTEMI CONCETTUALI CONSIDERATI ALLA PARI (NON VI E’ RAPPORTO ANCILLARE), DOTATI CIASCUNO DI UN’AUTONOMIA EPISTEMOLOGICA GRAZIE ALLE PROPRIE ONTOLOGIE REGIONALI, PER CUI NON SUBORDINATE TRA LORO LA COMMENSURABILITA’ CHE SI CREA TRA LORO PARTE DALLA CONSIDERAZIONE DELLE DUE CATEGORIE PORTANTI DI CIASCUNA DISCIPLINA: RAPPORTO EGEMONICO E RAPPROTO PEDAGOGICO che permette di creare confronti, chiarimenti e trasposizioni reciproche di metafore e significati concernenti 3 PUNTI: IL CONTENUTO SEMANTICO IL RAPPORTO TRA D-S, E-E I TRATTI CARATTERIZZANTI IL RAPPORTO

IL SISTEMA SCOLASTICO E IL SISTEMA POLITICO: LA QUESTIONE DELL’AUTONOMIA E DELL’ETERONOMIA DELLA PEDAGOGIA DALLA POLITICA SUL PIANO DELLE STRUTTURE SOCIALI

QUALI SONO I VINCOLI E I GRADI DI LIBERTA’ DELLA PEDAGOGIA DALLA POLITICA? E’ INUTILE VOLER CADERE NELL’ILLUSORIA INDIPENDENZA DI ESSA O NELLA SUA TOTALE DIPENDENZA DALLA POLITICA.

Invece di utilizzare il termine sistema (politico-pedagogico) che inerendo alla teorizzazione dei sistemi caratterizzata da un’attitudine omeostatica rispetto alle perturbazioni dell’ambiente esterno (poco adeguata per spiegare la dinamica del mutamento.) Secondo Baldacci la società può essere pensata come un sistema ma non può essere ridotta ad esso; la teoria sistemica può dare un contributo positivo solo se assunta in forma limitata. Baldacci, per descrivere il rapporto fattuale tra politica e pedagogia, allora, si approccia al termine apparato(egemonico) utilizzato da Gramsci. In una prospettiva generale quindi di matrice gramsciana.

IL PUNTO DI VISTA DEL SISTEMA POLITICO IL RAPPORTO CON LA PEDAGOGIA DAL PUNTO DI VISTA DEL SISTEMA POLITICO (DISTRIBUISCE, TRAMITE DECISIONI IMPERATIVE, RISORSE DI VARIO GENERE, TRA CUI ANCHE IL SISTEMA EDUCATIVO)

Easton è uno studioso per il quale la questione fondamentale dell’analisi sistemica consiste nell’individuazione del confine che separa e distingue un sistema dal suo ambiente; nel caso del sistema politico, quindi, per Easton consiste nel distinguere il sistema politico (le interazioni politiche) dal più ampio e comprensivo ambiente sociale che comprende globalmente tutte le interazioni sociali tra gli individui.

LE CARATTERISTICHE CHE PERMETTONO DI DISTINGUERE carattere distintivo delle interazioni politiche SULLA BASE DELLE FUNZIONI CHE ESSE SVOLGONO: 1) esse riguardano le assegnazioni imperative dei valori per una società, e poiché i valori sono solitamente scarsi, il sistema politico rappresenta il luogo delle decisioni autoritative circa la distribuzione di tali beni tra i diversi pretendenti sociali; 2) detenere una potestà decisionale legittima; 3) la capacità di pervenire veramente a decidere; 4) l’effettiva capacità di rendere autoritative tali decisioni tra i pretendenti sociali che sono soggetti alle decisioni imperative a alle distribuzioni dei beni e valori di vario genere della politica vi è il sistema educativo, quindi la scuola.

FUNZIONE DEL SISTEMA POLITICO= L’ASSEGNAZIONE TRAMITE DECISIONI IMPERATIVE riguarda risorse, beni, valori, finanziamenti statali, sistema sanitario, anche il sistema educativo (quindi la scuola, ecco qui il rapporto POLITICA-SCUOLA). per cui il sistema educativo è sia soggetto che esprime richieste al sistema politico, sia oggetto di decisioni imperative da parte della politica.

FUNZIONE DEL SISTEMA EDUCATIVO= AUTONOMIA RESIDUALE nell’esprimere una richiesta connotata pedagogicamente nel quadro della pedagogia

PER RACCORDARE LA VISIONE DI EASTON (le caratteristiche distintive delle interazioni politiche) con la categoria portante della politica (l’egemonia) per GRAMSCI: possiamo dire che la prima e la terza caratteristica del sistema politico per E. sono connesse al concetto di egemonia, poiché sebbene sia il sistema politico a detenere la capacità decisionale, tali decisioni per essere fattizie hanno bisogno del consenso. LA POLITICA PRENDE DECISIONI MA LA PEDAGOGIA DEVE DARE IL SUO CONSENSO.

IL PUNTO DI VISTA DEL SISTEMA EDUCATIVO SISTEMA EDUCATIVO (insieme di sotto-sistemi nato da un processo storico di differenziazione funzionale che secondo Luhmann ha portato la società ad articolarsi in una serie di sistemi parziali  



SOTTOSISTEMA FORMALE SCUOLA funzione educativa in modo intenzionale SOTTOSISTEMA NON FORMALE AGENZIE COME FAMIGLIA, CHIESA, ASSOCIAZIONISMO la cui funzione non è principalmente o solo formativa, ma che sono connotate da un certo grado si intenzionalità o consapevolezza del proprio portato formativo SOTTOSISTEMA INFORMALE MASS MEDIA, PERSONAL MEDIA, GRUPPO DEI PARI non hanno funzione direttamente formativa, tendono a produrre effetti formativi senza una vera intenzionalità o con scarsa consapevolezza.

Per comprendere quale sia il RAPPORTO DELLA PEDAGOGIA CON LA POLITICA bisogna comprendere 2 rapporti del sottoinsieme scolastico, ovvero la FUNZIONE E LA PRESTAZIONE. o

o

LA FUNZIONE =IL SOTTOINSIEME SCOLASTICO svolge una funzione EDUCATIVA in relazione al sistema sociale complessivo cioè la società, MEDIATA DA UNA FORMULA PEDAGOGICA, frutto di una riflessione interna del sistema educativo LA PRESTAZIONE= IL SOTTOINSIEME SCOLASTICO è in relazione agli altri sottoinsiemi che POSSONO TRA LORO FORNIRE O RICHIEDERE PRESTAZIONI

MA se per esempio il sistema economico (sistema parziale) chiede al sistema scolastico di farsi carico della formazione del produttore utile ai processi economici; E questa richiesta non coincide con la FUNZIONE EDUCATIVA E LA FORMULA PEDAGOGICA SCELTI RISULTA IN CONTRASTO CON IL SISTEMA PARZIALE: COME PUO’ REAGIRE IL SOTTOSISTEMA SCOLASTICO? 1) Ribadire la formula pedagogica e porsi in atteggiamento di chiusura e resistenza verso la prestazione richiesta 2) Condurre e riaggiustare la formula verso la prestazione richiesta per conciliarla con essa 3) Indurre a sviluppare una nuova formula pedagogica di legittimazione QUINDI IL RAPPORTO DELLA PEDAGOGICA CON LA POLITICA PREVEDE UN CERTO GRADO DI AUTONOMIA CHE SI ESPRIME NELLE TRE FORME DI RISPOSTA APPENA DESCRITTE.

il sistema politico dinanzi alle richieste del sistema educativo, può limitarne i gradi libertà ma non annullarli completamente, poiché non può porsi solo con forza ed imposizione altrimenti risulterebbe fallimentare ottenendo una resistenza passiva che renderebbe inefficace lo svolgimento della prestazione richiesta, il sistema politico necessita infatti anche di consenso e deve persuadere gli attori del sistema della bontà e della legittimità etica e culturale della prestazione, infine deve raggiungere un’egemonia culturale tale da indurre una trasformazione della cultura pedagogica dei docenti e del senso comune didattico.

IL PUNTO DI VISTA META-STRUTTURALE Rapporto tra pedagogia e politica a livello allargato= l’intera trama dei rapporti del politico e dell’educativo lo chiameremo meta-struttura relazionale.

a) Sistema politico in senso stretto (società politica) e Sistema formativo in senso stretto (agenzie intenzionalmente educative: scuola, famiglia, chiesa) Si tratta del rapporto finora descritto. Riassumendo, se il sistema politico intende ottenere consenso verso una riforma educativa, deve rinunciare ad un’impostazione impositiva ed impegnarsi in una campagna egemonica persuasiva; se alcune parti del sistema educativo scolastico non sono d’accordo con l’attuazione della riforma, ne impediranno la realizzazione. (consenso, persuasione, egemonia culturale prima di poter ottenere una prestazione richiesta; per cui la pedagogia mantiene certi gradi di autonomia potendosi opporre ad imposizioni da parte della politica).

b) Sistema politico in senso stretto (società politica) e Sistema formativo allargato (tutte le agenzie sociali che determinano in qualche modo effetti formativi, intenzionali e non: scuola, famiglia, associazionismo culturale, mass media). Il sistema formativo allargato tende a coincidere con l’intera società civile, quindi il rapporto in questione potrebbe essere considerato tra sistema politico e società civile. Tuttavia, come suggerito da Marx, la società non deve essere divisa in due parti (società politica e società civile); inoltre il rapporto tra esse non va inteso nei termini di un rapporto pedagogico operato da parte della società politica sulla società civile, come potrebbe sembrare. Infatti come diceva Gramsci, il rapporto pedagogico non è mai unilaterale, educando ed educato si inter scambiano. Pertanto, lo Stato integrale (società politica + società civile), include una funzione di autoformazione. Per cui se il processo egemonico è regolato dalla lotta egemonica, allora appare chiaro che all’interno dello Stato integrale sorgono lotte per l’egemonia, in cui si hanno più educatori sociali, ciascuno intento ad influenzare gli altri.

c) Sistema politico in senso allargato (unità dialettica tra società civile e società politica) e Sistema formativo in senso stretto (agenzie intenzionalmente educative: scuola, famiglia, chiesa). Lo stato integrale comprende sia la società politica che la società civile e quindi anche il sistema scolastico. Questo significa che il sistema scolastico è accerchiato dalle strutture della società civile e da quelle dello stato in senso stretto (società politica). Pertanto, lo Stato integrale può influenzare tranquillamente il sistema scolastico per far sì che esso adotti la forma pedagogica desiderata. Ma visto che società politica e società civile sono il teatro di una lotta egemonica che dunque si estende anche al sistema scolastico, si crea una situazione di conflitto, che coincide con l’autonomia del sistema scolastico che avrà sempre l’ultima parola sull’effettiva attuazione della riforma.

Il sistema scolastico è accerchiato dalla società civile e politica, ma partecipa al teatro di lotta egemonica che caratterizza lo stato integrale.

d) Sistema politico allargato o Stato integrale (unità dialettica tra società civile e società politica) e Sistema formativo allargato (tutte le agenzie sociali che determinano in qualche modo effetti formativi, intenzionali e non: scuola, famiglia, associazionismo culturale, mass media). Ci troviamo di fronte al rapporto tra Stato integrale e Società civile, quindi rapporto tra una totalità e una propria parte; di conseguenza, le agenzie che costituiscono il sistema formativo, sono al tempo stesso agenzie dell’apparato egemonico. Processo egemonico e processo formativo si fondono. Parliamo dunque di processo educativo intrinsecamente politico poiché in ultima analisi contribuisce a consolidare la realtà esistente oppure a trasformarla.

 QUINDI FINORA ABBIAMO VISTO IL CASO DI RICHIESTA DIRETTA DA PARTE DEL SISTEMA POLITICO AL SOTTO SISTEMA PEDAGOGICO

LA SCUOLA TRA CONCEZIONI POLITICHE E CONCEZIONI PEDAGOGICHE LA FUNZIONE DI MEDIAZIONE DEL PIANO CULTURALE LE ONTOLOGIE REGIONALI NON HANNO RICADUTE DIRETTE RISPETTIVAMENTE SULLA PEDAGOGIA E SULLA POLITICA, viceversa le dinamiche tra tali sistemi non si riflettono direttamente in riconfigurazioni delle strutture concettuali inerenti alle loro discipline di riferimento. I RAPPORTI TRA ONTOLOGIA REGIONALE POLITICA E ONTOLOGIA REGIONALE PEDAGOGICA, DINAMICHE DEL SISTEMA EDUCATIVO E DINAMICHE DEL SISTEMA POLITICO E I RAPPORTI DI ONTOLOGIE E DINAMICHE SONO MEDIATI DA FILTRI CULTURALI (il senso comune) Dopo aver analizzato il caso di richiesta diretta da parte del sistema politico al sotto sistema pedagogico (per ottenere indirettamente una certa prestazione dal sistema scolastico), esaminiamo le INFLUENZE INDIRETTE ED IMPLICITE TRA LE CONCEZIONI CULTURALI POLITICHE E PEDAGOGICHE. Le prime (CONCEZIONI CULTURALI-POLITICHE) trovano espressione nell’ideologia, le seconde (CONCEZIONI CULTURALI PEDAGOGICHE) nella formula pedagogica. In altre parole, sul piano culturale, il rapporto tra politica e pedagogia assume la forma della relazione tra ideologie e formula pedagogica. FORMULA PEDAGOGICA: concezione della funzione educativa propria di una certa agenzia formativa; concezione largam...


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