Legge di Say 5 - Appunti utili per l\'esame di storia del pensiero economico PDF

Title Legge di Say 5 - Appunti utili per l\'esame di storia del pensiero economico
Course Storia del pensiero economico
Institution Università di Pisa
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Appunti utili per l'esame di storia del pensiero economico...


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Legge di Say  LEGGE DEGLI SBOCCHI Il punto di partenza di Say è un postulato di Non sazietà: la domanda intesa come volontà di consumo era per definizione illimitata. L’unico vincolo poteva essere dato dal potere d’acquisto, cioè dalle risorse monetarie. Queste però traevano origine dalla vendita di altri prodotti o dalla remunerazione del contributo apportato all’attività produttiva, ma allora, scriveva Say, “se è con i prodotti che si comprano i prodotti”, ogni merce era destinata a trovare tanti più acquirenti quanto più aumentava la produzione. -In sostanza era l’offerta che creava la propria domanda. -Viene negata contestualmente la possibilità di crisi di sovrapproduzione generalizzata: cioè crisi settoriali. Legge che venne accettata da buona parte degli economisti classici e marginalisti, mentre Keynes la ripudia fermamente. La legge di Say parte dall’intuizione che un aumento della produzione genera un aumento dei redditi e quindi del potere d’acquisto dei soggetti, trovando così le condizioni affinché una maggiore offerta trovi sbocco in una maggiore domanda. Tuttavia, un conto è affermare ciò, e un conto è affermare che grazie a questo meccanismo appena descritto, la domanda complessiva non può essere mai insufficiente, e che quindi l’economia è sempre in grado di operare in condizioni di piena occupazione. (punto criticato da Keynes). Critiche : -non tutto ciò che viene percepito come reddito, viene consumato dagli agenti, una parte si trasforma in risparmio. Questo a sua volta è alla base di un’altra componente della domanda, l’investimento. Ora, nelle versioni più rigide della legge questa relazione viene presentata come un’identità contabile (I=S) economisti classici. Con gli economisti di fine 800 si prende atto del fatto che dato che risparmi e investimenti sono effettuati da tipologie differenti di operatori, la situazione di equilibrio non può essere assunta a priori, ma è frutto di un processo di convergenza sul mercato del capitale, il meccanismo che garantisce l’equilibrio è dato dal tasso di interesse reale. (r) (grafico pag 95) In questo modo un eccesso di offerta di risparmi rispetto alla domanda di investimenti, avrebbe dovuto tradursi in un abbassamento del tasso di interesse reale, tale da incoraggiare i consumi. In questo caso come è ovvio la legge di Say, non è più un’identità ma un’uguaglianza. -Un’ulteriore complicazione potrebbe essere quella per cui i soggetti hanno deciso di non consumare, non per destinare le proprie risorse agli imprenditori ma perché hanno deciso di posticipare le proprie decisioni di spesa. Questo è possibile perché nei sistemi economici moderni la moneta non svolge solo la funzione di mezzo di scambio ma anche riserva di valore. In altre parole in un’economia monetaria è possibile che si verifichi un eccesso di offerta generalizzato di beni: questo ha come corrispettivo un eccesso di domanda di moneta. Il fatto che i classici non abbiano colto questo punto dipende dalla loro visione della moneta che è un “velo” che non influenza le grandezze fondamentali. Questo equivale a dire che l’economia può essere divisa in 2 parti: una reale che è quella dove si determinano i prezzi relativi e una monetaria dove si fissano i prezzi assoluti. In questo contesto la moneta viene vista solo come un mezzo di scambio: viene cioè detenuta solo in quanto serve e detenere altri beni e solo il tempo necessario a questo scopo. Tuttavia come si è detto nell’economie di mercato questa è anche riserva di valore, gli attori possono rifiutarsi di effettuare scelte di investimento o di consumo e scegliere di detenere moneta. I classici definivano questo atteggiamento come “tesoreggiamento” e tendevano a liquidarlo come irrazionale, irrilevante.

In periodi di crisi economica, come è noto, gli operatori possono decidere di posticipare le proprie decisioni di consumo o di investimento. Accrescendo le proprie risorse liquide, in quanto hanno aspettative negative circa l’andamento futuro dell’economia. Così facendo essi causano quell’eccesso di offerta di beni che i classici avevano escluso e che tende a peggiorare la situazione congiunturale.

Prima della critica di Keynes anche Malthus la criticò, parlando di domanda effettiva, sottolineando la sua insufficienza rispetto all’offerta complessiva. Egli intuì che un maggior risparmio si traduceva da un lato in contrazione di consumi e dall’altro in un aumento delle capacità produttive e quindi dell’offerta futura di beni. A livelli elevati di risparmio e di accumulazione era possibile che si innescassero dinamiche insostenibili, ovvero una parte della produzione rimanesse inveduta. È proprio grazie a queste considerazioni che Malthus rivalutò i proprietari terrieri, i quali percepivano la rendita fondiaria e la consumavano, mantenendo un ampia schiera di lavoratori improduttivi e alimentando una consistente domanda di beni di lusso. La conseguenza sarebbe stata un rallentamento del tasso di crescita dell’economia ma per Malthus al contrario che per Smith questo era da considerarsi positivo. Per Malthus i sistemi economici erano caratterizzati da un’intrinseca tendenza al sottoconsumo....


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