LES Firmes Multinationales sintesi e traduzione PDF

Title LES Firmes Multinationales sintesi e traduzione
Author Alice Cucinotta
Course Lingua e Traduzione Francese
Institution Università degli Studi di Messina
Pages 3
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Summary

Documento utile per superare l'esame di francese (SCIPOG)...


Description

LES FIRMES MULTINATIONALES SINTESI

Les firmes multinationales sont des sociétés qui ont leur siège social dans un pays spécifique et qui exercent leurs activités dans un ou plusieurs pays par l'intermédiaire de filiales ou de succursales gérées par eux. La première multinationale remonte au XVIIe siècle: on parle de la compagnie maritime des Indes. Les sociétés multinationales se sont propagées surtout après 1945 avec l'augmentation des échanges due à la baisse des barrières douanières et au protectionnisme de moins en moins strict. Les multinationales, qui contrôlent 2/3 du commerce mondial, opèrent dans différents secteurs: automobile (Mercedez, Audi, Toyota), pétrole (Esso), chimie (Bayer), agroalimentaire (Nestlé), banque (crédit agricole, Unicredit) etc. . Ils en retirent d'importants avantages qui sont investis de différentes manières, par exemple sur le marché monétaire de l'État dans lequel ils opèrent, sur le marché de l'Eurodollar, c'est-à-dire des dollars américains achetés par des résidents non américains et investis à court terme en Europe. Et la plupart des États l'utilisent pour équilibrer leur balance des paiements. Les relations entre les États et les FMN varient selon qu'il s'agit de l'État de réception ou d'envoi. Pour le premier État, la multinationale est importante pour les nouveaux emplois (par exemple Eurodisneyland), le transfert de technologie, le equilibre de balance des paiements. Mais il y a souvent le risque, comme cela s'est produit dans la république bananière avec la United Fruit Company, de produire et d'utiliser ses ressources naturelles locales uniquement au profit de la multinationale. Enfin, pour l'Etat d'envoi, les FMN sont accusées de rendre le tissu national imparfait, d'exporter des emplois nationales. Le firme multinazionali sono società che hanno sede sociale in un paese preciso e che esercitano la loro attività in uno o più paesi attraverso filiali o succursali da esse gestite. La prima multinazionale risale al 17º secolo: stiamo parlando della compagnia di navigazione delle Indie. Le multinazionali si sono diffuse soprattutto dopo il 1945 con l’aumento degli scambi dovuto all’abbassamento delle barriere doganali e del protezionismo sempre meno stringente. Le multinazionali, che controllano i 2/3 del commercio mondiale, intervengono in diversi settori: automobilistico (Mercedez, Audi, Toyota), petrolifero (Esso), chimico (Bayer), agroalimentare (Nestlè), bancario (Credito agricolo, Unicredit) ecc. Esse traggono importanti benefici che vengono investiti in diversi modi, ad esempio sul mercato monetario dello Stato in cui operano, sul mercato degli eurodollari, cioè dollari americani acquistati dai non residenti americani e investiti a breve termine in Europa. E la maggior parte degli Stati vi ricorre per equilibrare la loro bilancia dei pagamenti. I rapporti tra Stati e FMNs variano a seconda si tratti dello Stato di accoglienza o di invio. Per il primo Stato, la multinazionale è importante per nuovi posti di lavoro (ad esempio Eurodisneyland), trasferimento di tecnologia, equilibrio della bilancia dei pagamenti. Ma spesso c’è il rischio, così come è successo nella repubblica delle Banane con la United Fruit Company, di produrre e utilizzare le proprie risorse naturali locali solo a vantaggio della multinazionale. Infine per lo Stato

di invio le FMNs sono accusate di rendere imperfetto il tessuto nazionale, esportando lavori nazionali. TRADUZIONE BRANO Le firme multinazionali sono società la cui sede sociale è situata in un paese preciso e che esercitano le loro attività in uno o diversi stati attraverso l'intermediario di filiali o di succursali che esse coordinano. Meccanismo importante dell'economia, le multinazionali influenzano il commercio mondiale. La prima firma multinazionale è datata nel 17esimo secolo (la compagnia di navigazione delle Indie). Le società transnazionali hanno conosciuto uno straordinario sviluppo dopo il 1945 in ragione (a causa) della moltiplicazione degli scambi (delle compravendite) resi possibili dall’abbassamento delle barriere doganali e la soppressione progressiva del protezionismo. Tra le 100 più grandi entità economiche mondiali, la maggior parte sono multinazionali secondo il criterio del volume d’affari e 49 Stati secondo il prodotto interno lordo (PNB, PIL). Talvolta più potenti economicamente degli Stati (Esso o General Motors Corp. figurano tra le prime 20 entità), le firme controllano circa i 2/3 del commercio mondiale. Questo commercio, detto “prigioniero”, permette loro di orientare il loro flusso di produzione a loro piacimento approfittando delle legislazioni nazionali più negligenti, soprattutto in materia fiscale, come lo enfatizzano le nozioni di bandiere di comodo e di paradiso fiscale (Panama, Liberia, Lussemburgo, Bermuda, Bahamas, Liechtenstein ecc..). Le multinazionali intervengono in settori precisi come: l’automobile (GMC, Ford Motor, Toyota, Mercedez, Audi) ; il petrolio (Esso, Mobil, Texaco, BP); l’agroalimentare (Nestlè, Nabisco, BSN); chimica (Bayer); la banca (banche giapponesi, Credito agricolo, BNP) (Unicredit). Queste multinazionali traggono benefici considerevoli che sono investiti in due modi: sul mercato monetario dello stato in funzione degli interessi serviti (stiamo parlando dell’hot money o capitale febbrile) e sul mercato degli Eurodollari (creati nel 1960, gli euro dollari sono dollari americani acquistati dai non residenti americani e investiti a breve termine in Europa), sul quale gli Stati si stanno alimentando in vista di equilibrare la loro bilancia dei pagamenti. Tutti gli Stati vi fanno ricorso. I rapporti sono complessi. Per lo Stato d’accoglienza, la multinazionale è interessante per più di un titolo: la creazione di posti di lavoro (esempio: Eurodisneyland), trasferimento di tecnologia e abilità di distribuzione dei redditi, equilibrio della bilancia dei pagamenti. Ma il danno alle risorse naturali è un pericolo che alcuni paesi nello sviluppo hanno affrontato (esempio: gli Stati dell’America centrale, la repubblica delle Banane, che negli anni Cinquanta hanno dovuto produrre le banane da solo profitto di una multinazionale nordamericana, la United Fruit Company). Per lo Stato d’invio, la firma è accusata di esportare lavoro nazionale e di rendere così imperfetto il tessuto nazionale. Verse une reglementation des FMN Se gli Stati sviluppano una economia di mercato sono favorevoli alle multinazionali e hanno anche incoraggiato la loro costituzione, i paesi del terzo mondo hanno un imperioso bisogno di multinazionali per svilupparsi. Essi non sono in grado quindi di discuterne la fondatezza. Gli altri Stati, come l’ex URSS, Gli Emirati del Golfo Persico o il Giappone, accettano solo con la più grande prudenza le firme sul loro territorio, soprattutto attraverso lo stratagemma delle società nazionali in seno ad una società mista. Il Consiglio Economico e sociale dell’ONU studia da

vent’anni la messa in opera di uno statuto internazionale delle multinazionali universalmente accettato, poichè il Trattato di Roma non affronta esplicitamente il problema (articoli 85 e 86 sulle Intese tra società). Per le multinazionali, si tratta di instaurare un clima propizio agli investimenti e di comportarsi come “buoni cittadini”. Quindi a queste si applica il Codice degli investimenti internazionali elaborato nel 1972 dalla Camera di commercio internazionale di Parigi i cui principi direttori non costrittivi sembrano essere seguiti da queste firme (ad esempio, il rispetto della legislazione sul lavoro)....


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