Letteratura francese II aperte pt 2 PDF

Title Letteratura francese II aperte pt 2
Course Letteratura Francese
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Domande e set d'esame...


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Racine

42-48. Jean Racine ovvero la tragedia al tempo del re Sole

65. Riassumere il percorso del genere tragedia dall'inizio del '600 fino all'imporsi della figura di Racine 1· 1600-1625 circa : predominio del modello della tragedia umanistica ; le tragedie di Alexandre Hardy contengono innovazioni importanti ma continuano a configurarsi come eredi della tragedia cinquecentesca. 2· 1625 - 1635 circa : crisi della tragedia umanista e trionfo di due generi nuovi e irregolari, la pastorale fondata sulla centralità del tema amoroso e la tragicommedia fondata sull'azione e la spettacolarità. 3· 1635 - 1665 circa : si assiste, accanto al persistente successo della tragicommedia a un rinnovamento della tragedia, una tragedia nuova che pur fondandosi sugli stessi principi di regolarità della tragedia umanistica si configura come estremamente diversa da essa. Negli anni Quaranta, i capolavori tragici soprattutto di Corneille fondano la cosiddetta tragedia regolare classica. 4· Si assiste all'imporsi della formula tragica di Racine. 66. Quali sono le due tragedie romane di Racine e di cosa parlano ? Con BRITANNICUS (1669) Racine sfida Corneille. Si ispira a uno degli episodi più cupi narrati da Tacito. Tema: crudeltà tirannica di Nerone in tensione politica con la madre Agrippina, arriva a far avvelenare il giovane fratello Britannico, innamorato ricambiato di Giunia, giovane amata da Nerone. Nerone personaggio complesso: crudele, sadico, tirannico, ma dotato di legittimità politica. La componente positiva del personaggio cattivo distingue il Nerone di Racine dal modello dei cattivi in tutto e per tutto di Corneille. Nuclei tematici: abuso di potere ; condizionamento e della predeterminazione dell'individuo. Sembra che quel che conta veramente non sono tanto le vicende politiche quanto piuttosto il gioco di passioni amorose e conseguenze disastrose. Vero solo in apparenza, la tematica politica non è affatto meno importante di quella sentimentale. Il piano politico e quello amoroso sono intimamente legati e il collante la tematica della tiranniaschiavitù, tematica riconducibile alla costante tra ideologica e d'immaginario di tutta l'opera di Racine. BÉRÉNICE (1670) da Svetonio. Culmine di concentrazione drammatica e economia di mezzi. Imperatore Tito, innamorato e ricambiato dalla regina della Giudea Berenice, è costretto a rinunciare al suo amore per non contravvenire a una legge non scritta: imperatore romano non può prendere in moglie regina straniera. R sfida Corneille. Rivendica come qualità essenziale della tragedia l'esiguità e semplicità della trama. È una tragedia in cui il dovere politico costringe l'individuo al sacrificio dei sentimenti. T&B si amano ma il rispetto del suo ruolo e della tradizione è più forte. Berenice capisce e approva la scelta di Tito, e la sua rinuncia al matrimonio è atto estremo d'amore e rispetto della legge. Ritroviamo dunque la drammaturgia del conflitto di origine corneliana : conflitto non superato con esaltazione del superamento eroico di sé, ma con la morte. R cerca di creare personaggi universali in un altro modo rispetto a C : i suoi personaggi sono esemplari non perché incarnazioni di un ideale dell'io lontano e sublime, ma perché partecipi di una natura e di una condizione umana, condivisa da tutti. La maestà (majesté) dei personaggi di R non li allontana dallo spettatore: maestà non significa mai superiorità etica, i personaggi sono partecipi di una fragilità umana, quella che vede l'uomo preda delle passioni e della propria natura corrotta. Bérénice è di solito considerata la tragedia la più intimista ed elegiaca di R. E in effetti le espressioni del dolore d'amore dei personaggi dà luogo versi che costituiscono vertici della poesia elegiaca in lingua francese. 67. Quali sono le due tragedie orientali di Racine e di cosa parlano ? BAJAZET (1672), tragedia in cinque atti. Il soggetto è per la prima volta contemporaneo, la tragedia è ambientata nell’Impero Ottomano. Nel 1635, il sultano Murad IV (Amurat in R) fece giustiziare i suoi fratelli e potenziali rivali Bajazet (Bayezit) e Orcan (Orhan). Racine sviluppa anche diverse sottotrame romantiche: il principe B è coinvolto in un triangolo amoroso con la Sultana Roxane. L'azione è particolarmente complessa e può essere risolta solo da una serie di morti e suicidi. Racine riattiva la moda di pièces francesi a soggetto turco e cambia radicalmente rispetto alla estetica meno cruenta della sua precedente tragedia Berenice, anche se le due pièces raffigurano lo stesso conflitto tra il potere politico e le passioni amorose. La violenza e la trama della complessità sono nuove: dopo molte colpi di scena, il pezzo si conclude con un "grande strage", secondo le parole di Madame de Sévigné, nel soffocante harem di Amurat. Bajazet, che dà il nome alla pièce, è assente dall’atto I al IV. Prevalgono Roxana, Amurat e Atalide Amurat assedia Babilonia. Bajazet è prigioniero nel Serraglio e sta per essere giustiziato per suo ordine. Roxane, favorita di Amurat e sultana, si innamora del giovane. Il gran visir Acomat favorisce il loro amore perché aspira a mettere sul trono Bajazet. 1

Bajazet in realtà ama l'ottomana Atalide che invece Acomat bramava per sé. Roxane desidera sposare Bajazet, ma egli esita; Atalide lo induce a fingere. Atalide è decisa a rinunciare a Bajazet purché viva, ma Rosane comprende che Bajazet la ricusa e lo fa impiccare, obbedendo all'ordine del sultano assente: invano aveva ancora chiesto di sposarla. A sua volta Roxane è assassinata dal messo del sultano. Atalide si uccide e Acomat si prepara a difendersi dal sultano ormai sulla via del ritorno.

MITHRIDATE (1673). Racine torna all'antichità romana ma resta in Oriente. La più corneliana delle tragedie. R giustappone una tragedia politica e una amorosa: la morte sublime e generosa del grande re del Ponto Mitridate, a cui s'intreccia la vicenda sentimentale e familiare dell'amore multiplo per Monime, la bella greca, la moglie designata di Mitridate, di cui sono anche innamorati i due figli del re, Xipharès e Pharnace. Padre contro figli, fratello contro fratello; il re, sconfitto ancora una volta dai Romani, concepisce il piano temerario di far guerra in Italia. Importante osservare che in Mithridate R riprende un tema già sperimentato in Bajazet e che sarà fondamentale per la Phèdre. L'assenza della figura paterna crea una situazione in cui le passioni prima represse sono incoraggiate ad esprimersi. In Mithridate, come poi in Phèdre, il padre è creduto morto a causa di una falsa notizia. Il suo ritorno provoca il precipitare della situazione e conduce alla catastrofe. 68. Quali sono le due tragedie greche di Racine e di cosa parlano ? IPHIGÉNIE (1674). torna al mito greco dopo 4 tragedie di argomento storico. Si ispira al prediletto Euripide. La vicenda è quella del sacrificio di Ifigenia richiesto dagli dèi al padre Agamennone, perché possa ottenere che gli dèi sollevino un vento favorevole alle flotte greche che, bloccate sulle rive della regione dell'Aulide, si apprestano a salpare per assediare Troia. Di nuovo siamo in presenza di una drammaturgia del conflitto, Agamennone è diviso tra ambizione e amore paterno, Ifigenia tra dovere filiale e politico dell'obbedienza e l’amore per Achille. È la tragedia più lunga e ricca di avvenimenti, che si allontana di più dall’essenzialità ed esiguità dell'azione espressi nella prefaz. a Bérénice. L'aspetto più importante è il trattamento che R riserva al soprannaturale politeistico presente nel mito. Euripide riesce a evitare il sacrificio con l’intervento della dea Artemide, che sostituisce una cerbiatta alla ragazza. Consapevole che il razionalismo honnête del pubblico e il dogma del vraisemblable su cui si fonda l'estetica classica non rendevano possibile un simile ricorso al soprannaturale, R razionalizza il mito inventandosi un personaggio, Euriphile, sorellastra di Ifigenia e gelosa rivale in amore, sacrificata al suo posto. + PHÈDRE (1677)→ 69. Phèdre : che cos'è, chi ne è l’autore, qual è il periodo in cui si colloca, di cosa tratta? Da molti considerata la pièce in cui la formula raciniana raggiunge il suo massimo grado di perfezione. La vicenda è ispirata alla mitologia greca e i tragediografi cui si ispira sono Euripide e Seneca. Il tema è scabroso: l’incesto di Fedra, innamorata del figliastro Ippolito, figlio di Teseo. L’audacia di R consiste nel proporre all'identificazione dello spettatore un personaggio attraversato da desideri incestuosi. Fedra ispira compassione, perché è consapevole della colpevolezza della sua passione perché lotta essa stessa contro Venere. Riprendendo Bajazet, Mithridate pone all'origine dell'azione un dato di fatto falso: la falsa notizia della morte di Teseo. L'assenza del padre, con il vuoto d'autorità che ne deriva, costituisce per i desideri dei personaggi un invito ad esprimersi. Fedra è tormentata dai sensi di colpa. Arriva a confessare con la complicità della sua confidente Enone la sua passione incestuosa per il giovane Ippolito. Ippolito arriva a esprimere il suo desiderio amoroso, proibito ma meno scabroso, più perdonabile: l’amore per Aricia, discendente da stirpe nemica. Non è Fedra ma Enone a condurre l'azione favorendo il desiderio represso della sua padrona. Col ritorno di Teseo gli eventi precipitano. Enone per proteggere Fedra accusa ingiustamente Ippolito di avere cercato di conquistare la matrigna. Fedra nel frattempo ha preso dell'amore di Ippolito per Aricia,e non riesce a discolparlo, prima per pudore poi per vendetta di gelosia. L'ira di Teseo si scaglia contro il figlio e invoca la vendetta del dio Nettuno. Pur sconfiggendo il mostro apparso di fronte al suo occhio ne è sfigurato è ucciso. Fedra disperata confessa, si dà la morte in scena ingurgitando una dose di veleno. Uno degli elementi di > originalità è la vitalità conferita al soprannaturale mitologico greco. Argina il freno razionalistico della sua cultura rendendo i suoi mostri mitologici concreti e credibili, operando una sovrapposizione tra mostruosità morale e mostruosità mitologica. I mostri poco credibili del mito diventano la metafora credibile di ogni desiderio colpevole. Nella tematica della mostruosità Racine sembra proiettare la sua concezione giansenista della natura umana. Torna tema predestinazione genetica: Fedra è imparentata con mostri che l'eroe civilizzatore Teseo ha sconfitto, la cui assenza dà luogo al ritorno rovinoso di quei mostri. Il mostro che uccide Ippolito è proiezione del desiderio colpevole di Fedra, è giustiziere rappresentante di Teseo. La tragedia si chiude con il riassorbimento altrettanto miracoloso del mostro e con la morte di Fedra.

70. Chi era Racine e cosa ha scritto? Collocare la sua figura sulla scena letteraria del tempo, illustrando i motivi della sua importanza nella storia della letteratura. Il successo di Racine è legato al declino del maggiore drammaturgo del secolo. La nuova formula tragica di Racine trova il favore di un pubblico stanco della tragedia corneliana. La formazione è di stampo umanistico, fondata sullo studio delle lingue antiche. Racine si è formato presso il centro più fervente del giansenismo. Alla fede gesuitica nella redimibilità della natura umana, ottimismo etico su cui si fonda la concezione corneliana del superamento eroico di sé, si oppone il più austero pessimismo giansenista, di ascendenza agostiniana, per cui la debolezza dell’uomo e la sua corruzione sono irrimediabili. Su questo pessimismo si fonderà il teatro raciniano della fatalità inesorabile.

49. Vita teatrale parigina tra la fine del regno di Luigi XIV e la Reggenza 71. Quali novità interessano il mondo del teatro all'inizio del Settecento? Gli ultimi anni del regno di Luigi XIV sono contrassegnati da un declino della vita teatrale parigina. Le ragioni furono molteplici e ascrivibili al dilagare di un moralismo in vari ambiti. - venne meno il sostegno del sovrano che, invecchiando, era diventato bigotto. - riprese piede il radicalismo giansenista, ostile al teatro. - l’opinione pubblica esprimeva nei confronti del teatro una critica severa: si accusava la satira sboccata e le posture indecenti degli italiani, le pièces di gusto popolare rappresentate nelle fiere. Persino la tragedia, veniva considerata sconveniente poiché mette in scena passioni pericolose per la rettitudine degli animi degli spettatori. - 1701, introdotta la censura: opere teatrali esaminate per epurarle all’origine da contenuti contrari alla morale. - 1697, compagnia degli attori italiani cacciata da Parigi per aver messo in scena una commedia La fausse prude (La falsa devota) in cui era presa di mira Madame de Maintenon, moglie del re La fase involutiva del regno di Luigi frena i teatranti. Due fattori determinano ripresa della vita teatrale parigina: - venuto meno il rapporto privilegiato con Versailles, quello con la città si fa più stretto - la cacciata degli italiani da Parigi e il loro ritorno alle forme precarie del teatro di strada diede nuovo slancio agli spettacoli popolari del boulevard, la zona immediatamente fuori le mura. La corte non è più il committente principale delle compagnie, il gusto del pubblico comincia a contare di più nelle scelte di testi e autori, nasce uno spirito di concorrenza a tutto vantaggio della sperimentazione teatrale. Il primo ventennio del secolo è caratterizzato da un lato dalla sopravvivenza delle istituzioni teatrali di stato (l’Académie Royale de Musique, o Opéra, e la Comédie Française), dall’altro dalla nascita tumultuosa e disordinata di piccoli teatri privati e popolari, allestiti in occasione delle fiere

52. La commedia alla Comédie-Française 72. Chi era Lesage e cosa ha scritto? Collocare la sua figura sulla scena letteraria del tempo, illustrando i motivi della sua importanza nella storia della letteratura. Alain-René Lesage fu un romanziere e commediografo attivo nel primo ventennio del Settecento, più importante rappresentante della commedia di costume, che alla Comédie-Française aveva preso il posto della commedia di carattere. La commedia di costume è un tipo di commedia che mette in scena con in tento polemico i nuovi costumi: mode, manie, snobismo, vizio, corruzione. I costumi dell’epoca precedente non erano certo meno corrotti, ma il pubblico era cambiato (da aristocratico a borghese): bisognava compiacere un gusto più incline allo scandalo morale, alla satira e alla condanna del vizio. Si ride della decadenza dell’aristocrazia, dedita al gioco, al libertinaggio, al parassitismo, e si ridicolizzano i borghesi che cercano di nobilitarsi imitandola. Tra le sue opere: Crispin rival de son maître (Crispin rivale del suo padrone, 1707) e Turcaret (1709). Valère, giovane spiantato, chiede al servo Crispin di escogitare uno stratagemma per avvicinare Angélique. Decide di imbrogliarlo. È quasi sul punto di sposarsi al posto del padrone, ma è fermato dal padre di Angélique. Chiede pietà e la ottiene, insieme a un nuovo lavoro che gli consente avanzamento sociale: l’onestà degli uomini è proporzionale alla posizione occupata nella gerarchia sociale e la disonestà di conseguenza, un male inevitabile per chi è invece costretto a servire. Il finale rimette tutti al loro posto. Due padri saggi e buoni hanno salvato l’amore, il patrimonio e l’ordine sociale sul punto di venir meno a causa di un servo individualista. Il

tradizionale equilibrio della commedia si scardina. Gli uni valgono, moralmente e socialmente, quanto gli altri, e i servi si sentono autorizzati a mettersi al posto dei padroni. Turcaret finanziere, innamorato di una contessa. Per far colpo la copre di ricchi doni che finiscono nelle tasche di un cavaliere amato dalla contessa. Il cavaliere, per trarre vantaggio, mette Lisette e Frontin al servizio rispett della contessa e di Turcaret. La nobildonna scopre che Turcaret è un arrivista. Viene arrestato per la bancarotta di un finanziere cui aveva fatto credito. Frontin tiene per sé due assegni a favore del padrone per mettere su famiglia. La commedia si chiude sulle parole ambigue e profetiche: “Ecco tramontato il regno di Turcaret; il mio sta per cominciare.” Benché il finale sia debole e le situazioni scontate, la presenza di un personaggio come Turcaret le conferisce un valore di novità. Ma fu proprio questo personaggio a causare problemi a L: la lobby dei finanzieri esercitò pressioni sugli attori perché non rappresentassero la commedia. Ebbe solo sette repliche e fu poi ritirata. Lesage abbandonò la

Comédie-Française e cercò spazi alternativi, nelle più libere scene delle Foires dove si conquisterà il lusinghiero titolo di “Molière della Foire”. 56. La Foire 73. Chi era Piron e cosa ha scritto? Collocare la sua figura sulla scena letteraria del tempo, illustrando i motivi della sua importanza nella storia della letteratura. Poeta e autore drammatico francese; esordì presso il Théâtre de la Foire con la commedia Arlequin Deucalion (1722), rendendosi famoso per le arguzie e lo spirito caustico. La sua opera più famosa è La Métromanie (1738) in cui deride coloro che, privi di vero talento, alimentano velleità poetiche anche a costo di cadere nel ridicolo. Personaggio di primo piano nell'ambiente teatrale e letterario, s'inimicò quasi tutti gli scrittori del suo tempo, primo fra tutti Voltaire, contro cui diresse molti dei suoi arguti epigrammi. La più grande e originale testimonianza della moda che ha fatto definire il Settecento “il secolo del teatro” è la Métromanie. Commedia che mette in scena due maniaci degni della tradizione molieresca: un dilettante, Francaleu, e un professionista, Damis che appare un Cyrano ante litteram: poeta e drammaturgo, compone versi galanti per un amico sprovvisto di talento. Ma, diversamente da Cyrano, Damis non deve difendere l’amore per una donna, ma quello per il teatro, ostacolato da uno zio che lo vorrebbe avvocato. Il personaggio sembra provenire dalla genealogia molieresca di maniaci che hanno fatto ridere il pubblico secentesco, ma D ha una dignità nuova: ingenuo, non ridicolo. Riscatta la condizione di artista poiché possiede una superiorità morale. 74. Chi era Voltaire e cosa ha scritto? Collocare la sua figura sulla scena letteraria del tempo, illustrando i motivi della sua importanza nella storia della letteratura. è stato un filosofo, drammaturgo, storico, scrittore, poeta, aforista, enciclopedista, autore di fiabe, romanziere e saggista francese. Il suonome è legato al movimento culturale dell'illuminismo, di cui fu uno degli animatori e degli esponenti principali. La vasta produzione letteraria di Voltaire si caratterizza per l'ironia, la chiarezza dello stile, la vivacità dei toni e la polemica contro le ingiustizie e le superstizioni. Per quanto riguarda la produzione teatrale fu il più importante tragediografo dei primi decenni del Settecento. Se da un lato restò fedele al codice della tragedia classica raciniana rispettando le regole aristoteliche del decoro, dell'uso della verso Alessandrino; dall'altro il contatto con il teatro shakespeariano dopo un lungo soggiorno inglese lo spinse ad apportare alla sua estetica teatrale novità significative: sceglie soggetti tragici attenti dalla storia nazionale, soprattutto medievale, non mitologica; porta in scena di figure del soprannaturale, cadaveri, morti violente considerate sconvenienti nel teatro classico francese; inaugurò lo stile “troubadour” che trionferà in epoca romantica con il dramma storico di Dumas e Hugo. Buoni esempi di tragedie in stile “troubadour” sono Zaïre; Adéalïde de Guesclin; Tancrède.

Zaïre,1732 è una tragedia dell’amore. Reminiscenze Shakespeare: Othello a cui il musulmano Orosmane somiglia per grandezza d’animo + barbarica gelosia, assassinio della moglie amata, suicidio che lo redime. Zaïre giudicata dai contemporanei tragedia cristiana. In effetti, Voltaire mostra eroismo delle crociate, cavalleria dei soldati francesi, missione civilizzatrice della Francia, barbarie di istituzioni come l’harem. Non è però un trionfo della fede. Zaïre, oscillante Islam e cristianesimo, afferma che la religione di ognuno è quella in cui si è stati educati, che la virtù di Orosmane è pari a quella di un guerriero cristiano, che è il cielo a condannarla richiedendole un sacrificio che sarà causa di una morte priva di senso per sé e per l’uomo che ama. Le fanatisme, ou Mahomet le prophète, r...


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