Riassunto letteratura francese 600 PDF

Title Riassunto letteratura francese 600
Course Letteratura francese 
Institution Università degli Studi di Salerno
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ASSOLUTISMO Alla fine della Fronda nel 1653 Luigi 14 si trova in possesso di un regno pacificato. Dopo la morte di Mazzarino, Luigi 14 decide di non volere più ministri. Si parla di assolutismo sia perché il potere del re diviene svincolato da ogni controllo (anche quello del primo ministro) sia per la scelta di accentramento del potere politico. Il vero assolutismo si ha tra il 1660 e il 1680 e corrisponde a quello che poi fu definito classicismo francese: si elabora una nuova estetica da contrapporre al gusto barocco. Le strategie dell’assolutismo del re furono quelle di esautorare la nobiltà trasferendo la corte a Versailles e di esercitare il potere sulla religione con l’Editto di Fontainebleau. Il re amava molto il teatro, da ricordare è la festa organizzata per la moglie ma in realtà per l’amante “plaisirs de l’ile enchantée”. Inoltre Luigi 14 fondò l’Académie Royale du Ballet e spesso prendeva parte agli spettacoli. CLASSICISMO La nascita del classicismo è legata alle due tendenze che lo precedono, cioè il preclassicismo e il barocco. “Art poetique” di Boileau è un’opera che vuole essere una sintesi delle principali idee del classicismo. Le regole da rispettare sono quelle delle tre unità di derivazione aristotelica: l’unità d’azione, cioè l’interesse deve essere concentrato su un solo fatto; è l’unità meno rispettata. L’unità di luogo prevede che l’azione si svolga in un solo luogo, questa regola si impone perché precedentemente sul palcoscenico erano presenti diversi sfondi in cui gli attori si muovevano a seconda dell’ambientazione. L’unità di tempo invece prevede che tutta l’azione si svolga in 24 ore. A causa di queste unità, l’azione spesso si concentra su una sola parte del fatto e ciò che è successo precedentemente viene narrato allo spettatore tramite il récit. L’argomento deve essere preso dalla leggenda, dalla storia o dalla bibbia. Deve esserci un rispetto delle bienséances, cioè non possono essere messe in scena violenza, intimità fisica o omicidi, il suicidio è l’unica cosa ammissibile in scena. Poi deve essere rispetto della vraisemblance, cioè si può modificare la realtà storica per conformarla agli schemi della società francese del tempo. ACADEMIE FRANCAISE L’académie Française viene fondata da Richelieu nel 1635 con il compito di vegliare sulla lingua e letteratura francese. Il primo compito che l’académie svolge è quello di redigere il primo dizionario ufficiale e nazionale della lingua francese. L’académie svolgerà un ruolo fondamentale non solo in ambito linguistico ma anche teatrale, sarà infatti chiamata da Richelieu stesso ad esprimere la sua opinione sulla querelle du cid con il documento “sentiments de l’académie sur le cid”. Secondo l’académie il modo corretto di pronunciare era quello di seguire il francese parlato a corte, mentre di scrivere era quello di imitare i grandi autori. FASI DEL TEATRO Inizialmente il teatro è sotto il monopolio della Confrérie della Passion, che fonda nel 1548 l’Hotel de Bourgogne. Passa poi sotto il controllo ministeriale con Mazzarino e Richelieu, e infine sotto il controllo del re. Con Richelieu (1628-42) il

teatro svolge un ruolo fondamentale e lui stesso crea nel 41 il Palais Royal. In questa fase ci sono essenzialmente due tipi di spettacoli: gli spettacoli parigini e il teatro di corte. Le sale principali del 600 sono il Palais-royal, l’Opéra, gli Italiens, il Marais e l’Hotel de Bourgogne. Poiché fra queste sale ci sono molti conflitti, il re fonda la Comédie Française nel 1680, costituendo il primo teatro nazionale. La comédie française è il luogo di conservazione del classicismo francese e ha un importante archivio. La comédie riunisce il Palais-Royal, il Marais e l’Hotel de Bourgogne. Dopo la cacciata degli Italiens nel 1697, rimarranno attive la comédie (monopolio tragedie e commedie) e l’opéra (monopolio pièces musicali). Questo fino al 1791, quando la legge Le Chapelier elimina il sistema dei monopoli e dei privilegi. ROMANZO Nella seconda parte del 600, in cui il gusto classico si è codificato e si è stabilita una gerarchia dei generi letterari, il romanzo è considerato un genere subalterno. Questo genere viene considerato troppo volgare e anche “femminile” poiché il pubblico di lettori e di autrici è più ampio. I romanzi si dividono principalmente in tre categorie: il romanzo pastorale, (L’astrée di Honorè d’Urfé) che ha come tema principale l’amore, discusso in tutte le sue forme. I personaggi sono tutti pastorelli e non c’è un tentativo di adesione alla realtà ma di conformità al genere pastorale. Abbiamo poi il romanzo prezioso, (Clelie, Histoire Romaine di Madeleine de Scudery) che tiene più in considerazione l’ambientazione storica delle vicende. Spesso dietro i personaggi dei romanzi sono presenti personalità dell’epoca contemporanea (gioco di riconoscere le persone). Infine c’è il romanzo del presente, che si interessa alla vita quotidiana e che talvolta prevede anche personaggi di bambini. Questo tipo di romanzo fa una parodia del romanzo pastorale e anche di quello prezioso. “Le princesse de Cleves” è l’esempio più noto di novella classica francese, forma intermedia tra il romanzo di storia e la novella classica, uno dei primi esempi di romanzo di analisi. TRAGICOMMEDIA La tragicommedia è tragedia per livello dei personaggi e drammaticità e commedia per il lieto fine. Il testo teorico di François Ogier funge da prefazione alla tragicomédie Tyr et Sidon e in questo testo Ogier insiste sull’autonomia del genere sia rispetto all’una che all’altra. La tragicommedia ha maggiore flessibilità rispetto alle unità aristoteliche, maggiore adesione alla realtà e meno alle bienséances. Prevede un mélange di lacrime e riso, perché non è dominata da una tonalità unica come la commedia o la tragedia. Inoltre è spesso in 3 e non in 5 atti. Le trame sono spesso complesse e piene di ostacoli; generalmente la storia viene messa in moto da un fatto falso e si scatenano vari intrighi complicati. Di solito la tragicommedia si basa sulla storia di due innamorati separati da un personaggio cattivo o potente che alla fine si ricongiungono grazie all’eroismo di lui e alla fedeltà di lei. ESTETICA BAROCCA La tragedia barocca del 600 tende a disprezzare le unità aristoteliche, a prediligere le sensazioni forti, che includono anche il senso di meraviglia. Uno dei

critici che si è interessato a questo fenomeno è Christian Biet. I caratteri di questa estetica sono dunque uno scarso rispetto delle unità, una struttura irregolare con trame oscure e scene violente. Non sono rispettate neanche le bienséances, perché la codificazione del gusto non è ancora avvenuta. ESTETICA DELLA CRUDELTÀ L’estetica della crudeltà segna la tragedia di primo 600. In queste tragedie è spesso frequente la figura del “moro crudele”, assetato di vendetta e furioso di gelosia. In questo tipo di tragedia non si ha rispetto delle bienséances, anzi si tendono a mettere in scena violenze ed omicidi. TRAGEDIE A MACHINE I primi spettacoli in cui vengono utilizzate le macchine vengono introdotti da Mazzarino, che prende ispirazione dall’Italia. La tragedia di macchine suscita meraviglia ed è spesso legata al deus ex machina. Viene considerata un genere inferiore perché infrange la regola della vraisemblance e perché riposa su elementi spettacolari e ornamenti. RECITAZIONE La recitazione nel 600 era di tipo declamatorio, l’alessandrino si declamava con foga ed erano anche consentiti grandi scarti sonori. Gli attori si ispiravano agli avvocati, infatti spesso le scene della tragedia e della tragicommedia avevano una struttura quasi processuale. I costumi non avevano scrupolo storico e l’abito serviva solo a rispettare il rango dell’attore. La scena era molto spoglia e gli oggetti di scena erano pochissimi. Con Molière si afferma un nuovo stile di recitazione e la recitazione enfatica viene sostituita da una più naturale. FRONDA (1648-1653) Dopo la morte di Luigi 13 nel 1643, si apre un periodo di forte instabilità che risulta in una guerra civile chiamata Fronda, in cui l’aristocrazia cerca di riconquistare il potere e gli spazi che gli furono sottratti da Richelieu e Mazzarino. La Fronda parlamentare deriva dall’attrito tra corte e parlamento, che voleva controllare il potere regio. La Fronda dei principi è invece quella in cui scendono in campo i nemici di Richelieu da una parte e dall’altra l’autorità monarchica difesa da Anna d’Austria e Mazzarino. GERARCHIA GENERI TEATRALI Si intende una sorta di organizzazione delle produzioni letterarie in modo gerarchico, cioè dal genere più elevato al genere più volgare e più basso. Tra i generi più bassi ci sono la narrativa, la prosa romanzesca e la novella. Ai livelli più alti della gerarchia troviamo il teatro tragico, la commedia riformata alla Molière in cinque atti e in alessandrini, e la poesia epica. Per quanta riguarda la gerarchia relativa ai generi teatrali, potremmo dire che spazia dalla tragedia e dalla commedia nobili fino alla farsa, che è il genere più basso. In questo contesto oltre ai soggetti e allo stile, è importante il numero degli atti: meno sono gli atti più si è vicini ad un genere basso. La gerarchia è 5, 3, 1 atto.

OPERA L’opera rappresenta il coronamento della tendenza allo spettacolo “totale” Luigi 14 fonda l’Académie Royale de Musique nel 1669, che viene affidata a Lully nel 1672. Lully può essere considerato il vero fondatore dell’opera francese, seppe unire brillantemente la sua provenienza italiana e la cultura francese. Ottenne dal re il monopolio della rappresentazione in musica o à machines nel 1672. Le caratteristiche principali erano la predilezione per i soggetti storici e mitologici, il lieto fine, il ricorso al meraviglioso con l’ausilio delle macchine. In queste opere viene spesso illustrata la superiorità del secolo di Luigi 14, anche se si predilige un gusto barocco. Lully elimina il verso alessandrino per adattare il canto alla prosodia francese. Successivamente l’opera perde il favore del re a causa dell’influsso di Mme de Maintenon, intorno agli anni 90. TRAGÉDIE DU COLLEGE La tragédie du college è un genere tipico delle scuole dei gesuiti, rappresentato come strumento pedagogico. Ha finalità spesso didattiche e edificanti. Sia Corneille che Voltaire, avendo entrambi frequentato le scuole dei gesuiti, avranno familiarità con questo tipo di rappresentazioni, che si affiancavano a quelle dell’Hotel de Bourgogne e della sala del Marais. Il pubblico era fatto da parenti degli allievi e lo spettacolo si svolgeva nel cortile del collegio. La peculiarità di questo genere era di saper mescolare la cultura classica a quella cristiana, di fatti i gesuiti costituiranno l’unica eccezione in campo religioso rispetto ai rapporti tra chiesa e teatro. LE CID E LA QUERELLE DU CID “Le Cid” è una delle tragicommedie più famose, scritta da Pierre Corneille nel 1637. Questa pièce subisce numerose critiche per i motivi più svariati, talvolta anche considerati ingiusti. I cambiamenti che Corneille apporta alla pièce sono indicativi del cambiamento di gusto in questo periodo e dell’evoluzione dei generi tragici nel 600. La versione definitiva, quella del 1682, risale a quando ormai l’ideale classico si era ufficialmente imposto e ciò spinge Corneille a passare da una forma tragicomica a una tragica. Tutti gli attacchi che Corneille riceve sono riassunti in un testo critico pubblicato dall’Académie Française: “Sentiments de l’Académie sur le Cid”. Per criticare questa pièce ci si appoggiava soprattutto al mancato rispetto delle unità aristoteliche, delle regole delle bienséances e della vraisemblance. Inoltre, il Cid venne considerato un plagio dei modelli spagnoli, benché in quel periodo fosse considerato normale ispirarsi ad un’altra pièce. I temi principali di questa pièce sono propri del teatro corneliano: l’eroismo e la magnanimità sono già presenti nei personaggi, che devono compiere grandi azioni e nobilitarsi per ottenere la gloria. Il dovere in Corneille vince sempre sulle passioni: l’amore può, da un lato, entrare in conflitto con il dovere, ma può anche nobilitare il personaggio. Il personaggio è in grado di avere un controllo totale, sia sul suo microcosmo interiore che sul macrocosmo (esemplare Augusto in Cinna, sono padrone di me stesso come dell’universo) è importante recuperare sempre l’onore, se pubblico con gesta eroiche, se privato con il matrimonio. Essendo nel 1637 e dunque ancora lontani dal ventennio assolutista, la nobiltà ha ancora un grande peso nella società, ed è anche per

questo motivo che c’è un’esaltazione dei valori eroico cavallereschi ed aristocratici. COMPOSITION REGRESSIVE Georges Forestier Georges Forestier parla di “composition regressive” perché Corneille componeva le sue opere a partire dallo scioglimento e poi ricostruiva all’indietro tutti i passaggi che conducevano alla fine. Grazie a questa tecnica riusciva a gestire trame intricate e intrecci complessi, che sono spesso propri delle sue opere. SUPERBE DÉCHIRURE (chimène) Christian Biet Chimène è bloccata nella lacerazione superba: ama chi ha ucciso suo padre. Essendo una donna, non può nobilitarsi attraverso gesta eroiche come Rodrigue ed è per questo che è tratta dal suo dubbio lacerante solo tramite l’intervento del re come deus ex machina. INFANTA DI SPAGNA L’infanta di Spagna è un personaggio che incarna i valori dell’eroe corneliano, infatti è perfettamente cosciente del suo rango e della sua grandezza e ha un dominio totale delle sue passioni e del mondo intorno a lei. Riesce infatti ad orchestrare l’amore tra Chimène e Rodrigue in modo da spegnere in lei ogni speranza. è esattamente come Augusto di Cinna, l’unione con Chimène e l’allontanamento da Rodrigue sono necessari per far spegnere in lei la passione. A differenza di Rodrigue, che viene richiamato a dovere dal padre, nell’infanta è un imperativo del tutto interiore. è lei stessa a imporsi di prediligere il proprio rango, per lei i valori cavallereschi sono estremamente importanti e vengono tramandati di generazione in generazione. L’infanta riesce a trovare “repos” perché è in grado di gestire razionalmente le proprie passioni. PESSIMISMO All’ordine classico corrisponde un profondo pessimismo storico legato all’esperienza della Fronda. Espressione di questo pessimismo è l’opera di Pascal, “Pensés”. Alla base del pessimismo giansenista che si trova anche in Pascal e successivamente in Racine, è l’idea del peccato originale. La natura umana è così corrotta da non riuscirsi a riscattare da sola. L’unico modo di salvarsi è con la “grace efficace”, cioè un piano della divinità che ha già scelto chi è destinato alla salvezza e chi alla perdizione. Da ciò deriva l’assenza di libero arbitrio nell’uomo. In quest’ottica i valori eroici di nobilità e cavalleria sono percepiti come disvalori ed è per questo che si parla di “démolition du héros”.

ASPETTI FORMALI RACINE Il teatro di Racine è paradigma del classicismo francese sul quale misurare le tragedie che sono state composte dopo. C’è rispetto delle unità, talvolta esasperate (es. unità di luogo in Bajazet), rispetto della vraisemblance e delle bienséances. In Racine, a differenza di Corneille, ci sono intrecci molto lineari, la condanna dei personaggi è formulata già dall’inizio. L’esasperazione delle regole delle unità e quindi di creare una gabbia permette a Racine di amplificare l’effetto della passione dei personaggi sullo spettatore.

ASPETTI TEMATICI RACINE Per Racine la tragedia è il luogo privilegiato dell’analisi psicologica sui personaggi, continuamente frustrati dai propri desideri e dalle proprie aspirazioni di grandezza. In Racine c’è una grande differenza tra la generazione precedente che rappresenta il grande passato e il presente di miseria umana. I personaggi sono completamente travolti dalle passioni ma rimangono costantemente lucidi, anche nei momenti di maggiore intensità. Sono capaci di autoanalizzarsi ma non possono opporsi al loro destino, di opporsi alla passione. I suoi eroi non sono né del tutto buoni né del tutto cattivi, né innocenti né colpevoli; ciò li rende particolarmente umani perché corrotti dal peccato originale DIEU CACHE Goldmann Si parla di dieu caché perché ci sono degli aspetti tratti dal pensiero giansenista che si ritrovano nelle opere raciniane, nonostante la rottura con port-royal. la rottura avviene nel 1666, legata alla condanna del teatro; mentre la riconciliazione ci sarà intorno al 1677 INVASION DU SACRE Sellier I riferimenti al sacro e al religioso sono presenti in tutto il teatro di Racine (esempio venere in phèdre, diana in iphigénie). Oppure ancora, Bajazet è rappresentato nel récit che ne narra la morte, come il giudice Sansone nel tempo. Nella lettera che invece Amurat invia a Roxane è assimilato a Giovanni Battista. EFFET DE SOURDINE/ESTETICA DELLA RETICENZA Spitzer/Macchia Questi termini sono riferiti allo stile di Racine: è come se la sua lingua fosse trattenuta, si crea un effetto di allontanamento dal referente. Racine crea questo effetto sia grazie a figure di stile che a scelte lessicali; il suo lessico infatti è complessivamente semplice. Usa spesso la perifrasi e elementi in rapporto metonimico con quello che si vuole dire. Inoltre, Spitzer in particolare ha analizzato come i dimostrativi in Racine abbiano quasi sempre valore distale, proprio per allontanare il referente. Essendo poi Racine l’autore emblematico del classicismo francese, per una questione di rispetto delle regole, elimina dal registro linguistico ogni riferimento alla vita quotidiana. PASSIONE IN RACINE Il passo della confessione di Phèdre è uno dei più emblematici del teatro raciniano perché mostra tutte le caratteristiche distruttrici dell’amore. L’amore è sempre suscitato dalla vista, sono fondamentali le scene di primo incontro, ha un effetto istantaneo sulla persona colpita. L’amore è sempre colpevole, non nobilita mai il personaggio, ma lo squalifica. La passione in Racine è sempre intesa nel senso di sofferenza, infatti viene paragonata ad una malattia. Phèdre in questo caso è completamente preda di Venere e non può sottrarsi alla passione, anche se cerca di curare la sua malattia con l’allontanamento. Il suicidio è presentato come una cura estrema per la malattia d’amore. SEGRAIS le “Nouvelles françaises” ou “les Divertissements de la princesse Aurélie” di Segrais sono in una fase intermedia tra il romanzo prezioso e la narrativa

classica. la prefazione di queste novelle è una delle più importanti riflessioni teoriche sul romanzo, ma soprattutto una teorizzazione delle possibilità di rinnovamento del genere. Questa raccolta è in 2 volumi e prende la forma del Decameron, la cornice narrativa ha luogo nel Castello delle Sei torri in cui incontriamo personaggi che Segrais conosceva. PREFACE Bajazet viene presentato per la prima volta nel 1672 all’Hotel de Bourgogne. Le critiche che riceve Racine riguardano la scarsa adesIone ai costumi orientali. Corneille gli rimprovera di essere lontano dagli usi e costumi orientali nello stile e nel linguaggio. Madame de Sevignè rimprovera a Racine una freddezza del testo, riscaldato solo dalla presenza dell’attrice Champmeslè. Nella prima preface (1672) Racine finge di non aver nessuna fonte oltre alle testimonianze dirette della vicenda avvenuta in turchia trent’anni prima. Poiché le critiche persistono, Racine scrive una seconda preface (1675) in cui giustifica il soggetto contemporaneo prima attraverso Tacito e poi attraverso Eschilo. La tragedia impone che i personaggi siano lontani da noi socialmente e distanti da noi cronologicamente, cioè devono essere personaggi tratti o dalla storia antica o dal mito. Tacito però dice che più sono lontani geograficamente, più questa lontananza geografica compensa la vicinanza cronologica. In virtù del principio di Tacito che pone la distanza geografica sullo stesso piano di quella cronologica, Racine tratta un argomento tratto dalla cronaca come se fosse tratto dalla storia o dal mito. Utilizza poi un esempio pratico di un’autorità del teatro antico per dimostrare che i fatti di cronaca recente talvolta rientrano comunque nella drammaturgia classica, cioè “i persiani” di Eschilo. Alcuni personaggi vicini ai personaggi della tragedia e forse alcuni personaggi della tragedia stessa erano ancora vivi quando Eschilo ha deciso di rappresentarla. BAJAZET novella→ descritto in primo luogo per il suo...


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