Riassunto de \"La Letteratura Francese Medievale\" PDF

Title Riassunto de \"La Letteratura Francese Medievale\"
Author Alberto Alessi
Course Filologia romanza
Institution Università di Pisa
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Riassunto de "la letteratura francese medievale"...


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LETTERATURA FRANCESE NEL MEDIOEVO

La letteratura francese viene alla luce nel Medioevo : il medioevo è il momento in cui possiamo cogliere la nostra civiltà e la nostra letteratura nel loro stadio primitivo anche se la civiltà medievale è tutt’altro che primitiva. Il medioevo copre un arco di 1000 anni dal momento che gli storici lo fanno cominciare con la caduta dell’impero romano d’occidente nel 476 e collocano la sua fine nel XV secolo. La letteratura francese non vede apparire i suoi primi documenti prima della fine del IX secolo per poi raggiungere il pieno sviluppo nella fine del XI. CAP 1 = NASCITA DI UNA LINGUA GENESI DI UNA LETTERATURA All’epoca delle invasioni germaniche e crollo dell’impero romano solo la Chiesa come istituzione sopravvive e assicura la continuità del latino. Quindi le uniche scuole esistenti sono le sue (funzionari,i vescovi..) : è nei monasteri che sono conservati e ricopiati i manoscritti senza i quali la letteratura latina sarebbe andata perduta. Sotto l’influenza del monachesimo essa tende nei sec. VI e VII a ripiegarsi su se stessa a considerarsi una società autonoma,tutto ciò ha portato allo sviluppo di una poesia liturgica del tutto nuova per forma ,espressione e melodie: il canto gregoriano. Nella seconda metà del VIII con la rinascita carolingia invece si riporta in auge lo studio degli autori classici ma più o meno nella stessa epoca accade un fenomeno rilevante : la lingua parlata si evolve a tal punto che gli illetterati non comprendono più il latino. Non esistono più un latino letterario e un latino parlato ma due lingue diverse! Non si conosce bene la data di questo cambiamento ma lo si fa coincidere con l’813 quando un canone del Concilio di Tours invitano i sacerdoti a predicare in “rusticam romanam linguam aut thiotiscam” ,in lingua volgare “romanza” o “teutone” cioè in francese o in tedesco. Nell’842 nei Giuramenti di Strasburgo prestati in una delle loro riconciliazioni dei due figli di Ludovico il Pio e cioè Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico vengono pronunciati in tedesco e in lingua romanza dai 2 sovrani e dai loro eserciti e riportati dallo storico Nitardo nella sua “Storia dei figli di Ludovico il Pio”e questo testo non è più in latino ma in una lingua che diverrà francese poi. Il latino parlato appreso dai legionari che venivano da ogni parte del mondo e arricchito di apporti germanici non si è trasformato in maniera uniforme . Nel territorio corrispondente all’attuale Francia vedranno la luce 2 lingue (designate da Dante) : lingua d’oil (nord) e lingua d’oc(sud). Ma queste lingue si dividono in dialetti , e la letteratura svolgerà una funzione unificatrice : un dialetto che avrà la meglio potrà diffondersi e essere compreso da tutti! Essendo che il monopolio della cultura ce l ‘aveva la Chiesa imparare a leggere e scrivere significava imparare il latino e ancora negli ultimi anni del XIII secolo quando la letteratura francese era già fiorente da 200 anni ancora si raccomanda l’insegnamento del latino (Doctrina pueril > Raimondo Lullo).

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Quindi ancora il fatto che esista una lingua volgare parlata non garantisce una cultura volgare scritta. SCRITTURA E ORALITA’ Nel momento in cui le lingue romanze appaiono il latino ha il monopolio della scrittura quindi le relazioni tra orale e scritto sono diverse. L’oralità il più delle volte ha il ruolo principale e lo scritto serve per ovviare i cedimenti della memoria anche nell’ambito giuridico e a maggior ragione quando si tratta di opere letterarie : l’opera letteraria è sempre chiamata a passare per il mezzo vocale ed esiste solo nell’esecuzione orale : l’essenziale della poesia latina e romanza è cantato e anche con la nascita del romanzo tutta la letteratura volgare è cantata. Quindi c’è una dimensione teatrale quindi il testo non è altro che una parte dell’opera è innanzitutto un aide-memoire. Quindi la scrittura non è tutto nella cultura medievale : i libri sono rari e comunque le opere latine sono più numerose anche se la loro circolazione è limitata. Ancora nel XIII secolo quando vengono fondate le Università il loro modo di funzionare testimonia il primato dell’oralità e il passaggio della letteratura attraverso il medium vocale : la lezione è una lettura ad alta voce accompagnata da un commento senza un testo sotto gli occhi. Quindi i testi latini sono stati scritti prima di quelli volgari ma l’oralità non è da sottovalutare anche se lo scritto si impone come fonte e autorità: l’autorità per eccellenza è la Bibbia. La performance orale è necessaria al compimento dell’opera ma la conservazione è affidata allo scritto e questo vale sia per il latino che lingua volgare. Dunque all’opposizione tra scritto&orale non corrisponde quella tra latino e volgare né tantomeno quella tra lingua colta e popolare. Le tracce di una cultura popolare sono più numerose nei testi latini che in quelli in volgare. = si tratta di letterati che non sanno leggere né scrivere quindi lo scritto è si un criterio di cultura ma non in modo esclusivo . Il suo uso infatti presuppone al contrario il passaggio per l’oralità ; il mondo medievale non è un mondo di pura oralità ma lo scritto non è di per sé sufficiente. CHIERICO E GIULLARE Le figure di chierico e giullare sono molto importanti: un chierico è un uomo di Chiesa che sa leggere e comprendere i testi,in lui sono unite intellettualità&spiritualità,la sua lingua è il Latino. Nel medioevo molti scrittori francesi sono chierici per non parlare dei copisti. Il giullare è un uomo condannato dalla chiesa,un uomo della performance orale. La parola “joculator” è attestata fino al VI sec (gioco). Può svolgere attività varie: acrobata,ammaestratore di animali, mimo,musicista,danzatore ,cantante e non tutti si dedicano alla recitazione o al canto di poesie ma quelli che lo hanno fatto hanno svolto un ruolo considerevole nella 2

diffusione di alcune forme poetiche in particolare le canzoni di gesta ma anche la poesia lirica. I giullari assicurano l’attualizzazione orale e vocale necessaria all’opera medievale per questo quando interviene la scrittura il loro ruolo perde importanza. A partire dal XIII secolo essi cercano di farsi impiegare a tempo pieno da un signore potente e di occupare nella sua corte uno status di menestrello ma i veri poeti funzionari saranno i grands rhetoriques del XV sec,ovvero uomini di studio. Chierico e giullare quindi sono i due promotori della letteratura francese all’esordio. CAPITOLO 2 = I PRIMI TESTI La Chiesa non si occupò di sua iniziativa di mettere di competenza dei chierici al servizio della giovane lingua romanza (Concilio di Tours 813 = la predicazione doveva essere fatta nella lingua popolare). Per il periodo anteriore al vero fiorire della letteratura francese è stata conservata solo una testimonianza scritta di questo sforzo di predicazione in volgare. Si tratta della minuta frammentaria di un sermone sul tema della conversione dei niniviti ad opera di Giona intorno al 950 che non è altro che la parafrasi di un commento di S.Gerolamo sul Libro di Giona è redatto parte in latino,parte in francese. Del resto le umili omelie nella lingua popolare non erano destinate ad essere scritte ,quindi la scelta del volgare non tende a farne una lingua scritta quindi non c’è attenzione all’estetica della scrittura ma non è così per le prime poesie francesi per la presenza di assonanze,concatenazione delle parole,rispetto della matrica. Tuttavia esse riflettono come i sermoni l’intento pastorale della Chiesa. Si tratta di trasposizioni in volgare di poesie religiose latine. S.EULALIA= è la più antica sequenza (881-882) si trova nel manoscritto di Valenciennes ed ha 29 versi e segue una poesia latina dedicata alla stessa santa. Il compito era far conoscere ai fedeli la santa quindi ha funzione pedagogica. La sequenza offre un breve racconto del suo martirio ,poesie cantae tra 2 giubili dell’alleluia e sulla stessa melodia (rime in –ia). Questi tratti si ritrovano in tutte le poesie romanze dalla fine del IX alla fine del XI sec. Solo l’inserimento liturgico scompare a poco a poco e le poesie si fanno più lunghe divise in strofe e si allontanano dal modello della sequenza però restano legate alla festività della Chiesa come per la VIE DE SAINT LEGER del X sec. Di un racconto della Passione della fine dello stesso secolo. Questi 2 componimenti possono essere stati integrati nella liturgia il giorno della festa del santo oppure come per la Passione la domenica delle Palme o la settimana santa ma è possibile che siano state cantate da giullari che si esibivano per conto proprio. TEATRO RELIGIOSO= Lo stesso tipo di sviluppo a partire dalla liturgia è osservabile in quello che diverrà il teatro religioso. I drammi liturgici sono parafrasi drammatizzate e musicate di vite di santi ed episodi biblici composte e rappresentate nei monasteri e nelle loro scuole per illustrare la solennità del giorno. Sono in LATINO ma fin dal XI secolo il volgare fa la comparsa in SPONSUS che mette in scena la parabola delle vergini savie e delle stolte e di cui 3

4 strofe oltre al ritornello sono in francese. Durante tutto questo periodo non si trova alcuna traccia di una letteratura profana vernacolare mentre ne esiste una in latino=Alba bilingue di Fleury. Un’alba è una composizione che evoca la dolorosa separazione degli amanti al mattino.Questa è in latino ma ogni strofa è seguita da un ritornello di 2 versi in lingua romanza (incerta quale lingua romanza). Ma questo componimento resta un’eccezione. Mentre il punto estremo di deriva dell’evoluzione dei testi si raggiunge con BOECI (prima metà del XI sec che è un frammento di una parafrasi del De Consolatione philosophie =278 versi) e la VIE DE SAINT ALEXIS poco più antica ha una rilevanza maggiore=ben 625 versi (lungo per quel tempo) con una versificazione elaborata e padronanza della tecnica letteraria , a tratti si avverte il tono ,la maniera delle canzoni di gesta e le strofe sono composte da 5 decasillabi assonanzati che annunciano la lassa epica. L’opera conoscerà un successo duraturo(abbiamo 5 manoscritti copiati tra il XII e XIV sec.). Questa letteratura sotto forma di santi resterà abbondante per tutto il Medioevo,racconti di miracoli,trattati edificanti ma fondamentalmente non è altro che la trasposizione volgare di una letteratura latina. CAPITOLO 3 : LA CHANSON DE GESTE Negli ultimi anni del XI secolo compaiono 2 forme letterarie molto diverse: 1. la chanson de geste in lingua d’oil 2. la poesia dei trovatori in lingua d’oc La più antica canzone di gesta è la Chanson de Roland (manoscritto Qford) che risale al 1098 e il primo trovatore Guglielmo IX visse dal 1071-1127. DEFINIZIONE = le canzoni di gesta sono poemi epici,poemi narrativi cantati che trattano di imprese del passato. Il termine “geste” corrisponde al nominativo femm.sing. di gesta “cose compiute,gesta,imprese”. Questi poemi hanno una forma particolare e anche contenuto. Sono composte da lasse (strofe di lunghezza irregolare) cui tutti i versi hanno la stessa assonanza. Il metro usato è il decasillabo a cesura minore (4/6) oppure meno spesso maggiore (6/4) . Nel XII poi ci sarà il verso alessandrino a fare concorrenza ma nel XVI il decasillabo è il verso per eccellenza (Ronsard =Franciade). Il termine lassa deriva da “laissier”(laxare,lat) = “ciò che si lascia” (lascito o escremento). In ambito letterario designa un pezzo,un paragrafo,una tirata di un testo o di una poesia che è recitato tutto d’un fiato. Non c’è pura narratività ,né linearità del racconto,piena di echi e ripetizioni con un uso ipnotico della ripetizione,la vertigine dell’assonanza,melodia semplice ripetuta. Lo stile è frasi brevi e cadenzate spesso delimitate dal verso con un tempo regolare e disuguale del decasillabo con emistichi assi metrici,avversione per la subordinazione. Sembra che il pubblico medievale non abbia apprezzato le canzoni di gesta soltanto per i fatti che narrano ma per l’impressione affettiva che esse producono. L’altra caratteristica è il contenuto = trattano di soggetti guerreschi che hanno la particolarità di collocarsi sempre in epoca carolingia (epoca di Carlo Magno o del 4

figlio Ludovico il Pio). I personaggi sono baroni che combattono contro i saraceni o difendono i loro diritti contro l’imperatore e il debole figlio. Esse si raggruppano in cicli dividendosi in 3 rami:  la gesta del re  la gesta dei baroni  la gesta di Garin de Monglane. A partire da una prima canzone che sviluppa un episodio eccezionale poi vengono composte altre canzoni che risalgono indietro nel passato raccontando le enfances e le prime imprese del protagonista, poi del padre,del nonno etc o che proseguono verso il futuro ,parlando della vecchiaia (Moniage Guilleume es). Tutte le canzoni di gesta collocano l’azione in epoca carolingia ma la più antica che ci sia stata conservata risale alla fine del XI quindi sono avvenimenti successi 3sec prima. L’ESEMPIO DELLA CHANSON DE ROLAND La Chanson de Roland racconta come al ritorno dalla spedizione vittoriosa in Spagna la retroguardia dell’esercito comandato da suo nipote Rolando attorniato da 12 pari,viene attaccata dai saraceni a Roncisvalle in seguito al tradimento di Gano (patrigno di R.). L’eroe e compagni moriranno ma saranno vendicati dall’imperatore. Il poema è stato conservato da 7 manoscritti tuttavia non ce ne sono 2 identici: il metro è a volte il decasillabo, a volte l’alessandrino ,talvolta si passa dall’assonanza alla rima e per quanto riguarda la lunghezza a volte è di 4000 versi a volte 9000. Si privilegia per lo studio la versione più antica : quella del manoscritto Digby 23 della Biblioteca Bodeliana di Oxford . La canzone è stata scritta intorno al 1100 ma l’episodio avvenne il 15/8/778. Gli Annali parlano di quest’anno di una spedizione vittoriosa di Carlo Magno in Spagna (altra versione = baschi) = VITA KAROLI-VITA HLUDOVICI IMPERATIONES. Dalle testimonianze si arriva che la Chanson de Rolande sia libera dalla storia dando a Rolando un rilievo che non ha mai avuto e sostituendo i saraceni con i baschi. Gli storici arabi danno una versione diversa = Carlo Magno era andato in Spagna su richiesta del governatore di Saragozza Ben Al-Arabi ma arrivato lì si vide chiudere le porte di Saragozza e quindi lo cattura per portarlo in Francia come prigioniero e fu così che i figli aiutati dai baschi a Roncisvalle attaccano l’esercito francese. E quindi fu una sconfitta dura da parte di Carlo Magno dai saraceni. Si trovano delle tracce anteriori al manoscritto di Oxford : durante la battaglia di Hasting un giullare aveva intonato la “cantilena Rollandi” per incitare i normanni al combattimento. Poi abbiamo la Nota emilianense copiata verso il 1065-1070 in un manoscritto spagnolo che dà un riassunto della Chanson de Roland. Nasce una questione sull’interpretazione delle diverse testimonianze.

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LA QUESTIONE DELLE ORIGINI Bisognava fare luce sulle origini della canzone di gesta e con questo spirito Gaston Paris elaborava in un primo momento nel 1865 la teoria delle cantilene : dopo le grandi invasioni sarebbe venuta fuori la coscienza di una nuova nazionalità. Questa poesia lirica si sarebbe tradotta in cantilene incentrate su avvenimenti storici. Come si pensava per i poemi omerici,Gaston Paris pensava che le cantilene brevi fossero state cucite tra loro per formare la chanson de geste. Tuttavia si osservò che le canzoni non avevano niente di popolare ma anzi esaltano l’aristocrazia guerriera. Ciò di cui siamo certi è che allora doveva esistere l’epopea germanica e quindi la canzoni di gesta devono molto ad essa. Nel 1888 Paris dovette accettare l’ipotesi dell’origine germanica delle chanson de geste. Ma c’era un dibattito franco-tedesco e quindi se si facevano risalire all’epoca carolingia si doveva ammettere l’origine germanica,se le si ambientavano nell’XI sec.significava che erano totalmente francesi e questa è la posizione di Joseph Bédier (Legendes epiques,4 vol. 1908/1913) che vede le canzoni di gesta fondate su temi poetici piuttosto che memorie storiche. Ma quello che c ‘è di originale nella sua teoria è che prima della chanson de geste doveva esserci la leggenda di Chiesa. Egli vedeva in questo sforzo una propaganda da parte dei chierici a favore dei diversi santuari. Nella Chanson de Roland i monaci hanno proposto il personaggio di Guillaume d’Orange. Prima della Chanson abbiamo un abbozzo rudimentale “Il Roland “di Oxford composto da Turoldo 3 sec dopo l’avvenimento di Roncisvalle. Quindi la teoria di Bèdier è imposta per decenni : “Non bisogna più parlare di canti epici contemporanei a C.Magno né di poesia popolare,spontanea,anonima nata dagli avvenimenti”. Contro questa posizione individualista Ferdinand Lot difendeva la pozione del “tradizionalismo” ovvero il culto di eroi epici legati ai santuari sulle vie dei pellegrini è posteriore alla canzoni di gesta. Ma la tesi tradizionalista fu sostenuta instancabilmente da Pidal (1959) che si sentiva (a torto) obbligato a denigrare la versione di Oxford a vantaggio delle altre in particolare della V4 (prima versione di Venezia). L’idea è che il testo medievale non nasce definitivo ,perfetto ma che esso vive di varianti e quindi non esiste un testo autentico e corretto e ogni stadio di un testo è degno di importanza. Tutti nel caso di canzone di gesta riflettono una PERFORMANCE. DALLA PERFORMANCE ORALE ALLA SUA TRACCIA SCRITTA Le canzoni di gesta presuppongono una diffusione orale ad opera dei giullari. Affermando che la canzone di gesta vive delle sue varanti Pidal dice che i lievi cambiamenti introdotti da ogni interprete la mantengono in uno stato di rielaborazione. Altri invece considerano ogni esecuzione una nuova creazione del poema : lo stile formulare si trova ovunque è non è peculiare della letteratura orale. 6

Queste canzoni che hanno beneficiato di una diffusione e circolazione orale noi le conosciamo solo in quanto scritte. I tratti teorici orali sono stati conservati nel testo scritto. Anche se concepiti in funzione orale,la forma e i tratti stilistici del poema hanno potuto sopravvivere a lungo pur non essendo necessari nel poema scritto.

L’EVOLUZIONE DELLE CHANSONS DE GESTE L’interesse che suscitano le canzoni di gesta permane per tutto il Medioevo. I poemi diventano più lunghi,gli intrecci più complessi e fanno più spazio all’amore e al meraviglioso: si avvicinano sempre di più al ROMANZO. Alla fine del XIII sec. e all’inizio del XIV si vede comparire un certo numero di opere ibride sulla forma della lassa omofona e in endecasillabi. Al momento di massimo sviluppo delle canzoni di gesta alla fine del XII sec. essa si pone al servizio delle CROCIATE. Nasce un ciclo della crociata che si rifaranno alla leggenda del Cavaliere del Cigno e a Goffredo i Buglione (signore feudale della 1 crociata). CAPITOLO 4 : TROVATORI E TROVIERI NASCITA PARADOSSALE Prima che lingue romanze si formassero circolavano delle canzoni d’amore interpretate da donne e destavano la preoccupazione della Chiesa. Le prime poesie liriche in lingua d’oc e non hanno niente di popolare. Sono complesse,raffinate,ermetiche,aristocratiche. Il primo poeta di cui ci è pervenuta l’opera fu Guglielmo IX (settimo conte di Poitiers e nono duca di Aquitania 1071). In pochi anni i suoi successori trovatori si moltiplicarono in tutte le corti meridionali per poi essere imitati nella Francia del nord,nella seconda metà del XII sec. dai trovieri. Una poesia di corte che è detta cortese e celebra l’amore con una concezione nuova e provocatoria. CORTESIA E FIN AMOR Cortesia e amore cortese non costituiscono una dottrina autonoma. La cortesia è una concezione della vita e dell’amore allo stesso tempo e esige la nobiltà di cuore se non di nascita,altruismo,liberalità,buona educazione. Essere cortesi implica che si conoscono le usanze,che ci si comporti con disinvoltura,che si sia abili nella caccia e guerra e agile nella mente per le conversazioni e poesia. Chi non è cortese è villano! (prima contadino poi connotazione morale). Nessuno può essere perfettamente cortese se non ama perché l’amore moltiplica le qualità. L’originalità della cortesia sta nell’assegnare un ruolo 7

essenziale alla donna e all’amore. L’amante cortese da di colei che ama la sua signora nel senso feudale e si piega ai suoi capricci. L’amore cortese o fin amor “amore perfetto” si ...


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