Lezione 2 Le 4 regole fondamentali del metodo di cartesio - Corso di storia della filosofia UNITS, triennale da 9 cfu - Corso completo. PDF

Title Lezione 2 Le 4 regole fondamentali del metodo di cartesio - Corso di storia della filosofia UNITS, triennale da 9 cfu - Corso completo.
Course Filologia romanza
Institution Università degli Studi di Trieste
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Appunti del corso completo di storia della filosofia UNITS, triennale da 9 cfu - Corso completo. Lezione seconda su Cartesio e le quattro regole fondamentali....


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Le 4 regole fondamentali del " metodo " di cartesio 1 L'EVIDENZA : QUALCOSA è EVIDENTE QUANDO SI DISTINGUE DA QUALCOSA DI ALTRO ed ha la caratteristica della DISTINZIONE e si distingue in maniera CHIARA E NETTA : chiarezza e distinzione. L'evidenza è la caratteristica dell'intuizione. Quando parliamo di " intuizione " : intendiamo una conoscenza immediata, diretta, senza ragionamento > il termine intuizione impiegato da CARTESIO rinvia alla sua etimologia " INTUSLEGERE " > OVVERO LEGGERE DENTRO ad una cosa > non è l'immediatezza ma quando leggo dentro qualcosa significa che ne ho una conoscenza ESAUSTIVA-COMPLETA > giambattista vico dice che ciò che noi conosciamo esaustivamente è ciò che noi facciamo > la matematica, il metodo di cartesio si struttura in maniera rigorosa perché le figure sono costruite dalla mente umana secondo definizioni precise 2 L'ANALISI : LA SCOMPOSIZIONI IN PARTI PIU SEMPLICI DI OGGETTI di questioni complesse 3 LA SINTESI : LA COMPOSIZIONE di parti più semplici in parti più complesse 4 LA ENUMERAZIONE : ripercorrere a riprova dei primi 3 passaggi, quindi evidenza analisi e sintesi > PER ABBRACCIARE CON UNO SGUARDO i legami, le connessioni stabilite con le prime tre regole

L'applicazione del metodo così ideato consente di AVERE CONOSCENZA RIGOROSA DI TUTTI GLI ASPETTI DELLA REALTA' : il metodo cartesiano, non è applicabile a una scienza piuttosto che a un'altra ma a TUTTE LE SCIENZE > tutte le forme di sapere > NELLA CONVINZIONE CHE LA REALTA' STESSA è STRUTTURATA SU RAPPORTI MATEMATICI il tutto richiede lunghi periodi e riguarda anche l'etica > le strutture e modalità di agire. Nella terza parte del discorso sul metodo, cartesio parla di MORALE PROVVISORIA ricorrendo ad una metafora " mentre inziiamo la costruzione di una nuova casa, abbiamo bisogno di un riparo provvisiorio dove sia possibile abitare durante i lavori del nuovo edificio" : la morale provvisoria si basa su POCHE MASSIME > POCHI PRINCIPI l'intento di cartesio è quello di liberarsi dalla tradizione precedente, dalle opinioni precedenti > con il nuovo metodo per le massime della morale provvisoria sono REGOLE DI COMPORTAMENTO in linea con le opinioni del tempo : 1 PRIMA MASSIMA : obbedire alle leggi, costumi del paese, credere alla religione 2 SECONDA MASSIMA : essere fermo e risoluto nelle azioni 3 TERZA MASSIMA : voler modificare piuttosto i miei desideri che l'ordine delle cose del mondo

Sono massime di buon senso > nel 1634 cartesio ebbe la notizia della condanna di Galileo dalla santa sede.

Adotta il " dubbio come metodo " > DUBBIO METODICO > le 4 regole sono l'applicazione di un DUBBIO, cioè del dubitare di tutto ciò che non si presenta con caratteri dell'evidenza a cui applicare le altre regole > analisi ed enumerazione. LA PRIMA DIMENSIONE DELLA REALTA' che deve essere messa in dubbio è LA REALTA' SENSIBILE > la percezione sensibile > Ciò CHE NOI PERCEPIAMO CON I SENSI PUO INGANNARE. LE FEDE : i contenuti della FEDE CRISTIANA sono ESCLUSI DAL DUBBIO > dal momento che vi è una differenza tra FEDE E SAPERE > l'obiettivo di cartesio è quello di rifondare l'edificio del sapere, della scienza e non quello della fede. Altri pensieri non messi in dubbio : GLI OGGETTI MATEMATICI > sia da svegli che nel sonno > le forme, i numeri > contenuto del pensiero ed oggetto matematico sono la stessa cosa > quindi sono EVIDENTI sia quando siamo desti che quando sognamo.

NELLA QUARTA PARTE DEL DISCORSO SUL METODO : " io penso, dunque sono " > cogito ergo sum > la certezza di pensare, non è frtto di ragionamento, di sillogismo > non è che se tutti pensano ed esistono, io penso ed esisto, ma è una certezza che mi appare nell'atto stesso di pensare. RICORDA la dimostrazione sui generis che da aristotele nel principio di non contraddizione : nell'atto stesso di negare il principio io lo affermo > quindi si attesta la impossibilità di negare del principio di non contraddizione

CARTESIO PARLA dell'INDUBITABILITA' DELL'ATTO DI PENSARE > l'indubitare è un atto del pensare. > non posso mettere in dubbio il mio dubitare perché penso > non posso dubitare del mio pensare perché sarebbe comunque un ATTO DI PENSIERO > quindi quando DUBITO non posso mettere in dubbio che io sto dubitando perché qualcosa esiste, esiste il mio dubitare ergo il mio pensare > SE DUBITO PENSO....


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