Lezioni di Archeologia, Manacorda PDF

Title Lezioni di Archeologia, Manacorda
Course Introduzione allo studio delle discipline archeologiche
Institution Università degli Studi di Verona
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Lezioni di archeologia Manacorda. ...


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Riassunto Introduzione allo studio delle discipline archeologiche, prof. Fabio Saggioro, libro consigliato Lezioni di Archeologia, Manacorda.

A che cosa serve l’archeologia (introduzione): Per poter guardare al futuro è necessario conoscere il proprio passato, la storia in parte fa da magistra vitae per aiutare a non commettere gli stessi errori. Tradizione: trasmissione dell’eredità del passato. Con la globalizzazione e la tecnologia, la storia perde la sua importanza, anche se la mente non ha le stesse capacità della tecnologia. Giovanni Jervis: è necessario accettare il passato e riconoscerlo, per non avvelenare noi e il prossimo, perché influisce sul nostro pensiero. Non significa giustificare i fatti, ma comprenderli. Noi siamo il prodotto del passato così come il futuro sarà il prodotto del nostro presente. Archeologia: scavare nel tempo come azione mentale che diventa fisica, affiancata da teorie e metodi precisi. Eticità dell’archeologia: agire sul campo per arricchire le conoscenze, guardare il passato da lontano e anche in relazione al presente. Capitolo 1, Passato e Presente: 1.1, Anni Settanta: Ranuccio Bianchi Bandinelli (1925-1975), fondatore della rivista “Dialoghi di Archeologia”. Percepisce la vicinanza e la lontananza del tempo nei periodi storici, delle analogie e delle differenze che li legano. Negli anni ’60-’70 si sviluppa ancora la ricerca sul campo e in laboratorio, sono gli anni degli studenti rivoluzionari sessantottini, tra cui Andrea Carandini. Sono anni fondamentali nel cambiamento dell’archeologia perché uniscono diverse correnti di pensiero. Poco prima era nata la New Archeology, più archeografica. La rivista di Bandinelli nasce per mettere in accordo varie discipline e pensieri che si interessano all’arte e alla storia del mondo antico. All’Istituto Gramsci di Roma, con il Gruppo di antichistica, si scopre che con un approccio marxista depurato si può lavorare anche senza dogmatismi. L’archeologia diventa una disciplina che raggruppa: cultura artistica/materiale, topografia storica, storia istituzionale, storia dell’economia e del pensiero, analisi ambientale scientifica, antropologia dello sviluppo di natura e cultura, tutte nella loro finalità storica. 1.2, Scuola e archeologia: Vent’anni fa l’Editore Zanichelli pensò di invitare due archeologi per la stesura di testi scolastici per i licei, al fine di dare anche un’introduzione al metodo dell’archeologia moderna, per studiare i lavori e i prodotti dell’uomo e il suo rapporto con la natura. Esaminare dei luoghi prendendo atto del passato non aiuta a costruire il futuro, ma aiuta a capire il presente, essendo il prodotto storico di ciò che è avvenuto nel passato. La conoscenza del passato permette di fare continui paragoni con il presente, non al fine di giustificare uno o l’altro, ma al fine di comprendere. Il Novecento ha una notevole importanza per questo punto di vista, non va solo studiato ma capito, in relazione al suo passato e al nostro presente. 1.3, Beni culturali: Il Novecento ha prodotto il significato dei beni culturali, come prodotto del lavoro/pensiero umano capace di comprendere e trasmettere valori della nostra cultura, permettendo alle generazioni future di trasformarla in modo consapevole.

L’attenzione rivolta ai beni culturali (musei, archivi, scavi, biblioteche, restauri) è data dalla consapevolezza della concatenazione del tempo tra passato, presente e futuro. Lo studio dei beni culturali è specifico, ma deve partire dalle superiori con l’aiuto di insegnanti preparati e che trasmettano passione non solo per Ovido/Virgilio ma anche per i prodotti umani anche meno conosciuti. I libri di testo non mancano, e sono anche le opere stesse. Hayden White: il passato è tutto quello che abbiamo per conoscere la nostra natura di esseri umani. Il passato è parte anche del nostro essere biologico (es: DNA), e sociale. Il passato sono le nostre radici per costruire il futuro e vivere il presente. Capitolo 2, Il paniere dell’archeologo: 2.1, I fossili del comportamento umano: Archeologia e storia si occupano delle stesse epoche, civiltà. Ciò che le distingue sono il tipo di documenti che è oggetto dei loro studi e quindi i loro metodi. L’archeologo usa dei documenti sotto forma di manufatti ed ecofatti. Ogni reperto presuppone il reperimento, e quindi un metodo di ricerca: tramite un metodo di analisi e di interpretazione dell’oggetto. Non tutte le tracce sono volontarie, ma anche nelle tracce volontarie (destinate a durare nel tempo) sono presenti informazioni involontarie. Anche le parole hanno un senso e una storia che vanno interpretati. Riguardo ai reperti, le domande riguardano l’autore, il contenuto, gli aspetti materiali dell’opera, il pubblico a cui era rivolta l’opera e i dati presenti/le finalità. L’archeologo è come un traduttore, quindi deve conoscere i significati del linguaggio utilizzato e il contesto. Ogni componente del contesto ha un senso per sé stessa, e un senso acquisito (valore aggiunto), in base alle relazioni contestuali. Valore intrinseco: insieme delle caratteristiche proprie delle componenti. Valore estrinseco: in funzione alle relazioni contestuali. L’archeologo opera sulle stratificazioni. Stratificazioni: depositi tridimensionali che il tempo (quarta dimensione) ordina con una sequenza stratigrafica. Questa sequenza va ricostruita distinguendo le varie componenti (materiali e immateriali). La sottrazione di materiale (una buca, un morso) è comunque una componente utile per l’archeologo, e viene chiamata sottrazione di materia, e quindi componente negativa e immateriale. Questo concetto è alla base della stratigrafia archeologica. I resti di cui si occupa l’archeologia sono i fossili del comportamento umano, delle sue azioni compiute su questo pianeta. 2.2, Un’archeologia planetaria: Archeologia: si occupa delle società passate, delle loro relazioni tra loro e l’ambiente tramite le tracce che hanno lasciato. Archeologo: colui che riconosce, acquisisce, classifica, interpreta e comunica i dati che provengono dalle analisi (storico-culturali, stratigrafiche, tipologiche, tecnologiche) dei resti materiali mobili e immobili lasciati, ricostruendo modi di vita ed evoluzione.

All’inizio del XX secolo l’archeologia era intesa diversamente, prevedeva la ricostruzione su basi storiche dell’arte antica. Questo ha dato le basi per iniziare a vedere questa disciplina diversamente, anche con l’aiuto di altre materie (es.: antropologia), per favorire l’attenzione anche dal punto di vista ecologico.

La nuova archeologia passa: 1. 2. 3. 4. 5. 6.

Da antico come privilegiato, a intero arco di tempo dell’esperienza umana; Dal vecchio continente all’intero pianeta; Da solo aspetti culturali ad aspetti anche ambientali; Dall’evoluzione storica ad aggiungere anche quella antropologica; Dallo studio della forma a quello della materia; Dal privilegiare l’arte a preferire i prodotti del lavoro.

2.3, Archeologia storica: Archeologia storica: archeologia delle civiltà che hanno un patrimonio di fonti scritte, oltre che materiali, a differenza delle culture preistoriche. La scrittura non è unica e universale, ha usi molteplici e muta nello spazio e nel tempo. Historical Archaeology: in America Latina e Stati uniti, si riferisce al periodo post-preistorico. Si lega ad antropologia e storia. Non si riferisce alla nostra archeologia storica. 2.4, Archeologia moderna e contemporanea: Archeologia industriale: delle società che si sono trasformate in seguito alla rivoluzione industriale, sia per quanto riguarda il settore produttivo che le merci. Archeologia moderna e contemporanea: legata a quella medievale e alla nuova archeologia urbana, tratta dello studio dei comportamenti delle società moderne. Fonte archeologica: ciò che può essere recuperato tramite una tecnica archeologica (scavo) e ciò che può essere studiato con metodo archeologico (in una stratificazione, paesaggio, opera d’arte…). Le fonti scritte e materiali non comunicano con lo stesso linguaggio, quindi hanno bisogno di essere incrociate ed integrate tra loro per rendere più informazioni. 2.5, Materialità-testualità-oralità: Esistono diversi tipi di fonti: materiali, scritte, orali. È importante anche quello che le fonti non dicono. La storia contemporanea utilizza molto anche le fonti orali. Le fonti materiali ed orali dicono cose diverse, che colpiscono gradi differenti della nostra immaginazione. 2.6, I metodi-minimo comun denominatore: Indagine sui resti materiali: prevede tappe di individuazione, raccolta, descrizione, organizzazione dei dati e raggiungimento di un’interpretazione valida. Esistono molti metodi con differenti procedure: 1. Metodo della ricognizione topografica: insieme di procedure/tecniche che registrano quantità/qualità delle tracce visibili in superficie e nel sottosuolo, ordinandole nel tempo.

2. Metodo della stratigrafia: tecnica di scavo che studia la stratificazione del terreno a seguito di agenti umani e naturali. 3. Metodo della crono-tipologia: analizza manufatti in base alle loro caratteristiche. 4. Metodo dell’iconografia: studia le immagini (eikones) interpretandole in base alle loro caratteristiche. 5. Metodo stilistico: analizza il modo tecnico ed estetico con cui son state realizzate le forme. 6. Metodi delle scienze naturali: elaborano classificazioni botaniche, zoologiche, antropologiche, analizzano le componenti geologiche di manufatti e paesaggi. 7. Metodi archeometrici: indagini fisiche e chimiche della materia nel suo interno. Ogni volta che parte un’indagine è probabile che nel suo corso si debba cambiare più volte metodo in base alle domande che ci si pone. Ogni volta che una domanda ha un esito negativo, si restringe il campo. Archeografia: momento dell’osservazione, fase descrittiva. Archeometria: si basa su dati quantitativi, misurabili. Archeologia: raggiunge un obiettivo con la loro interpretazione. Tutti i metodi operano in ogni contesto storico e culturale, sono quindi il minimo comune denominatore. I metodi son di tutti e le tipologie comuni, non c’è progresso storico se non c’è continua riflessione metodologica. 2.7, Archeologia e antiquaria-alla ricerca della totalità: L’archeologia classica non nasce dalla storia ma dall’antiquaria e dalla storia dell’arte. Tucidide: analizzando le tombe di Delo con criteri comparativi ricostruiva la storia più antica. Platone: incontriamo per la prima volta la parola “archaiologia” in un suo dialogo per indicare le genealogie degli eroi e la loro discendenza umana, con le relative storie di fondazioni delle città e racconti antichi. Strabone: nella sua Geografia descrive le coste adriatiche dell’Illiria Teopompo, affermando che ci sia un passaggio che collega sottoterra l’Adriatico e l’Egeo, provandolo attraverso il rinvenimento del fiume Naro attraverso la ceramica egea. L’antiquaria con il tempo prende maggiore coscienza dell’approccio con materiali antichi. Antonio Agostino: XVI secolo, dichiara di avere più fiducia nelle fonti materiali che in qualsiasi fonte scritta. Con lui si pongono le premesse per migliorare i metodi d’indagine e gli aspetti della ricerca. Jaques Spon: antiquario di religione protestante, costretto all’esilio dal Re Sole. Introduce il termine archeologia, che doveva andare a cercare i testi diversi da quelli tramandati dai codici, per leggerli e tradurli. Carandini: afferma che l’antiquario vede l’intreccio tra arte e vita, ama l’antichità ed è intuitivo. Studia attraverso rilievi e descrizioni, valuta le condizioni. Si serve anche di topografia, storia dell’arte ed epigrafia. 2.8, Archeologia e diplomatica:

Luigi Schiaparelli nel 1909 dedica un discorso al rapporto tra Diplomatica e storia. Spiega anche che ogni documento è un prodotto proprio di un’epoca e di un territorio, sia nel contenuto che nella struttura, e sono quindi in relazione con le condizioni giuridico-storiche di quel momento. Luigi Savignoni, Università di Messina 1901, spiega che in archeologia tutto è argomento di studio, dalle cose artistiche a quelle umili. 2.9, Originale-falso-copia: Falso: ha origine dolosa, può avere le caratteristiche di una copia, ma può fare a meno dell’originale. Copia: prodotto di lavorazione in serie. Sono entrambi trattati dall’archeologo come documenti, con gli stessi metodi interpretativi usati per oggetti e contesti autentici. Es: statua Marco Aurelio al Campidoglio; restauro della vela di San Matteo dipinta da Cimabue ad Assisi. Quando l’approccio morboso con l’originale si riversa sulla copia potrebbe capitare come nel caso della Crypta Balbi a Roma, in cui delle copie colorate di rosso per uso didattico furono criticate. Theme parks: inventati per rendere visibile la storia dove non ha lasciato tracce (es: ricostruzione del Pilgrim Village in Massachusetts). Museo dei Cloisters, New York, un enorme falso allestito con un patchwork di originali. 2.10, Un triangolo virtuoso: tipologia-tecnologia-stratigrafia: La nascita dell’archeologia moderna è stata influenzata dal paesaggio storico del Settecento/Ottocento. Il triangolo di analisi tipologica, tecnologica e stratigrafica nacque allora, e tuttora sostiene l’archeologia supportando e guidando l’interpretazione di oggetti/contesti, in base alle condizioni del loro seppellimento e recupero attraverso lo scavo (pilastro della costruzione della fonte archeologica). Conte Caylus, XVIII: sviluppa un metodo di classificazione dei materiali antichi, con la pratica del confronto. Restaurazione: prima cattedra di archeologia classica/preistorica in Olanda (1818), prima cattedra di archeologia classica a Berlino (1823). Il mondo scandinavo risulta capace di instaurare confronti validi con la classificazione della collezione di antichità danesi del Museo di Copenhagen a opera di C.J. Thomsen. Nel 1819 nasce la successione delle culture come la conosciamo noi oggi. Ordine tipologico e tecnologico assegnato da Thomsen ai manufatti, non descriveva singoli oggetti ma complessi unitari. Secondo Boucher de Perthes, uno dei padri della paletnologia, forma e materia servono a dire quanto è antico un oggetto, ma sono molto importanti anche il luogo di ritrovamento e la distanza dalla superficie. Capitolo 3: Arte, Storia, Archeologia 3.1, Storia dell’arte e cultura materiale: Winckelmann: identifica l’archeologia classica con la storia dell’arte antica. La nuova archeologia dell’arte aveva due basi fragili: -La speculazione critica si basava su opere che erano solo copie -Le concezioni estetiche per quel ragionamento erano estranee alla cultura che le aveva prodotte Nelle società antiche l’arte non era una sfera autonoma, come lo era la religione.

Ranuccio Bianchi Bandinelli: l’archeologia prende una piega più storica a metà Novecento, sul versante della storia dell’arte grazie all’opera di Ranuccio Bianchi Bandinelli, cercando di ridefinire il ruolo artistico nell’archeologia inserendolo nella società che aveva prodotto le opere. Si recupera la ricostruzione storica utilizzando le fonti scritte, se presenti, e i dati materiali prodotti e accumulati dalla civiltà. Così Bandinelli apre la disciplina a una visione più moderna. Storia sociale dell’arte: più attenta alle condizioni in cui viene prodotta l’opera, alla vita dell’artista nella comunità, agli aspetti pubblici/privati della committenza, alle motivazioni che producono l’opera. Acropoli di Atene: in un incendio persiano (480 a.C.) vengono seppellite con i resti anche delle statue del santuario creando una cronologia importante per l’interpretazione stilistica delle stesse. C’è un approccio stratigrafico anche per il manufatto artistico, che riconosce la sequenza delle giornate di stesura di un affresco, o i ripensamenti dell’artista in un’opera. L’archeologia vede l’arte come il prodotto del lavoro, quindi anche il restauro è un’attività di conoscenza anche archeologica. La cultura materiale non va separata o opposta a quella artistica o figurativa. C’è un rapporto intrecciato tra analisi materiale (archeologica) e formale (stilistica) dell’opera d’arte. La qualità della materia dà soluzioni allo stile e indica l’invenzione, ma lo stile e la forma consentono di esprimere messaggi che vanno al di là del materiale stesso. 3.2, Archeologia e storia: L’archeologia è sia storica che umanistica, al centro del suo interesse ci sono conoscenza del passato e umanità, e consegue le sue scoperte a partire da testimonianze materiali. Andrea Carandini: l’errore più frequente è pensare che quando c’è continuità di testimonianze materiali significhi che c’è tra esse una continuità di cultura e vita in quella comunità. La certezza di un dato storico non significa che ci sia visibilità archeologica, e l’oggettività di un dato archeologico non corrisponde una certa spiegazione di esso. Lucien Febvre: la storia si fa con documenti scritti, quando ci sono. Se non sono disponibili si può fare con altre testimonianze materiali (campi, reperti, eclissi, carri…) cercando di far parlare da sé le cose cercando di colmare l’assenza di una fonte scritta. L’archeologia non copre alcuni aspetti della ricerca storica, ma anche alla storia le testimonianze materiali e letterarie forniscono a volte informazioni parziali. Dalle fonti materiali si possono scoprire, dal più al meno facile: -Tecnologia/sussistenza/scambio -Organizzazione politica e sociale -Mentalità, ideologie Quando sono disponibili le fonti scritte è possibile analizzare anche: 1. Rapporti gerarchici: centri dominanti, aree controllate, rapporti tra città e campagna. 2. Modelli di insediamento: stratificazione sociale, studio delle residenze, architetture edili, qualità dei materiali. 3. Strutture produttive/reti di scambio: impianti di produzione, merci sopravvissute (presenza e assenza di esse), distribuzione, forme di interazione economica-politica-militare. 4. Articolazione degli status sociali: tipologie di residenze, qualità degli arredi, consumi (dagli scarti), sepolture e corredi.

Oggi esiste la specializzazione di archeologia funeraria o archeologia della morte. Dall’analisi antropologica degli scheletri si può capire il genere, la gerarchia sociale, lo stato di salute, le cause della morte, la forma di vita e l’alimentazione. 3.3, Archeologi, storici, antropologi:   

Storici: dovrebbero integrare la ricerca archeologica nelle ricostruzioni storiche, cioè informarsi sui risultati della ricerca, sulle modalità conoscitive, sulla portata e i limiti delle ricostruzioni. Archeologi: i dati della documentazione devono estrarre conoscenze autonome ed originali, da confrontare con le conoscenze dell’indagine storica. Antropologi: consente di distinguere le società in base ai diversi comportamenti.

L’archeologia è stata definita il passato storico dell’antropologia culturale. 3.4, Archeologia, archeologie, classicità: Esistono diverse specializzazioni della disciplina archeologica:           

Archeologia della preistoria (da paleolitico a neolitico) Archeologia della protostoria Archeologia classica (greca e romana) Archeologia della tarda antichità (con archeologia cristiana e sacra) Archeologia medievale (con archeologia bizantina e islamica) Archeologia moderna Archeologia contemporanea Archeologia dei grandi Stati del Vicino e Medio Oriente (con egittologia, assiriologia, area fenicia) Archeologia del subcontinente indiano e dell’Estremo Oriente Archeologia dell’Africa Archeologia delle Americhe (dalle civiltà inca/azteche alle culture statunitensi)

Quattro grandi fiumi dell’archeologia moderna: 1) 2) 3) 4)

Preistoria, che si origina dalle scienze naturali Classica e delle civiltà antiche, che si origina da storia dell’arte e filologia Post-Classica, che si origina dalla storia Dei nuovi mondi, che si origina dall’antropologia

L’archeologia classica soffre di un complesso di perdita della supremazia, non essendo più il centro intorno a cui ruotano le altre archeologie. Capitolo 4: Una metafora biologica 4.1, Le domande dell’archeologo: Marc Bloch: storico, introduce al sentiero dove l’uomo ha lasciato i segni del passato in cui non rimangono le parole o le idee, ma solo tracce materiali della loro esistenza. Le tracce sono “vestigia immobili” che si presentano sotto forma di “reperti mobili” cioè oggetti, ma metodologicamente non c’è differenza. A ognuno di essi è poss...


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