Archeologia PDF

Title Archeologia
Course Archeologia e Archeometria
Institution Politecnico di Milano
Pages 16
File Size 313.9 KB
File Type PDF
Total Downloads 56
Total Views 176

Summary

Appunti delle lezioni del corso di Archeologia e Archeometria - Polimi...


Description

ARCHEOLOGIA E ARCHEOMETRIA

23. 23.9.20 9.20

LEZIONE NUMERO 2: ANTICO EGITTO

Nascita

L’area di influenza egizia corrisponde perlopiù alla Valle del Nilo. A differenza dell’Egitto, la Grecia si sviluppa in maniera puntuale e poi si irradia con un sistema di colonie lungo le coste del Mediterraneo. Roma, nel giro di pochi secoli, crea un impero che comprende terre e mare (Egitto compreso). La durata della civiltà egizia è di 30 secoli, a partire dal 3000 a.C. (con la nascita della scrittura e dello stato egizio) sino al 400 d.C. (con la chiusura dei templi dedicati alle divinità e l’interruzione del sapere della casta sacerdotale). I periodi che caratterizzano la cultura egizia sono l’antico regno, il medio regno e il nuovo regno.

Acqua, isole e rinascita

L’Egitto viene convenzionalmente chiamato “dono del Nilo”. Annualmente il Nilo esondava, creando del terreno fertile. Tale livello veniva calcolato mediante i cubiti e veniva annotato mediante geroglifici. Un tempo, quando arrivava l’inondazione, la terra veniva coperta d’acqua e le città assumevano la forma di isole.

Il mito della rinascita di Osiride è direttamente collegato alle vicende di esondazione del Nilo, secondo una famosa leggenda.

Breve storia dell’antico Egitto

-

Nascita dello stato egizio (3000 a.C.) Periodi Predinastico e Protodinastico (3100-2750 a.C.) Medio Regno (2055-1069 a.C.) Nuovo Regno (1550- 1069 a.C.) Terzo Periodo Intermedio (1069-664) Periodo Tardo (664-332 a.C.) Imprese di Alessandro Magno (332-323 a.C.). Dopo la morta improvvisa di Alessandro Magno il territorio viene diviso in zone e ogni generale prende una zona per sé. Ne derivano dunque una serie di dinastie a sé stanti, tra cui il regno tolemaico.

30. 30.9.20 9.20

LEZIONE NUMERO 3: EGITTOLOGIA

L’egittologia nasce tradizionalmente con la spedizione di Napoleone in Egitto e Siria alla fine del ‘700 e inizi dell’800. Nel 1801 tuttavia i Francesi furono costretti a lasciare l’Egitto agli Ottomani, aiutati dai Britannici. Quando Napoleone organizzò la spedizione portò con sé scienziati, studiosi e artisti per studiare storia, flora e fauna dell’Egitto; non è chiaro se per precetti illuministici (tesi avvalorata dal manuale “Descrizione dell’Egitto” con mappe, riproduzioni di resti archeologici e di flora e fauna, etc.) o se fosse una scusa (avvalorata dalla fondazione dell’Istituto d’Egitto al Cairo con oggetti e campioni egiziani con ricostruzione di strumenti persi in battaglia).

Nelle Stele di Rosetta vennero identificati i nomi di Tolomeo e di Cleopatra.

Una figura fondamentale nello sviluppo dell’egittologia fu Amelia B. Edwards; nel 1873 viaggiò lungo il Nilo il cui racconto venne pubblicato nel 1877; nel 1882 fondò l’Egypt Exploration Fund.

L’800 è un periodo in cui vi sono grandi spedizioni senza controllo in Egitto; vengono poi introdotte delle leggi a riguardo. In ogni caso nel ‘900 trasportare un’ampia selezione di oggetti rinvenuti nel corso di uno scavo nel paese di appartenenza dell’istituzione che aveva effettuato lo scavo era legale. Tra il 1903 e il 1937 gli scavi archeologici condotti in Egitto portano al museo egizio di Torino circa 30.000 reperti. Il sistema di divisione dei reperti era noto come “Partage”. Tale pratica iniziò a vacillare con la scoperta del busto di Nefertiti.

1

ARCHEOLOGIA E ARCHEOMETRIA

Quando fu esposta al pubblico dopo essere stata nascita si creò l’ira delle autorità egiziane. Il busto comunque è uno dei pezzi più importanti della collezione del Neues Museum di Berlino.

La scoperta più celebre è quella della tomba reale di Tutankhamon avvenuta nel 1922. Il tesoro della sua tomba è interamente conservato al Cairo.

L’egittologia si è evoluta insieme alla società. Un tempo l’egittologo sapeva tutto dell’antico Egitto; al giorno d’oggi gli egittologi si specializzano in gruppi di argomenti.

Lo scavo archeologico è una operazione distruttiva in quanto si distruggono gli strati archeologici rimuovendoli progressivamente; i reperti vengono separati dal loro contesto originario (distruzione e decontestualizzazione).

7.9. 7.9.20 20

LEZIONE NUMERO 4: MISURARE L’ANTICO

Quando misuriamo, raccogliamo tre tipi di dati:

1.

Informazioni che gli antichi egizi conoscevano (misure lineari di edifici ed elementi architettonici)

2.

Informazioni che gli antichi egizi non conoscevano, cioè informazioni di cui non erano coscienti (composizione chimica dei materiali usati nelle costruzioni) e informazioni che attribuiamo loro erroneamente (utilizzo simbolico di alcuni numeri e figure)

Le unità di misura degli antichi egizi erano i cubiti, i palmi e le dita. Gli antichi egizi conoscevano le progressioni aritmetiche, tuttavia è erroneo pensare che conoscessero la sequenza di Fibonacci e la sezione aurea.

Nel 1965 l’architetto Alexander Badawy suggerì che gli antichi egizi basassero il disegno dei loro templi sulla base di una serie di triangoli, il più importante era il triangolo 8:5, che rifletteva l’uso della sezione aurea.

La matematica antica egizia non contiene nessun riferimento alla sezione aurea; la presenza dei numeri di Fibonacci non implica necessariamente

l’uso

conscio

della

sezione

aurea.

Inoltre,

la

tendenza

verso

un numero

irrazionale

è

in marcato

contrasto

con

l’apprezzamento antico egizio per il concetto di completezza.

Bisogna fare una differenza tra calcoli e osservazioni: i calcoli sono operazioni matematiche effettuate ex ante che poi ci si aspetta trovino una corrispondenza nella realizzazione, mentre le osservazioni stabiliscono un nesso diretto tra elementi ex post. Il volume di una piramide, ad esempio, veniva calcolato in anticipo per organizzare l’approvvigionamento di materiali costruttivi; il suo orientamento veniva stabilito osservando il cielo dal luogo in cui la piramide sarebbe stata costruita.

In antico Egitto si sono notati tre tipi di orientamento astronomico:

1.

Inter – cardinale: gli angoli degli edifici puntano verso i punti cardinali (evidente nella prima necropoli reale di Abydos)

2.

Meridiano: i lati puntano verso i punti cardinali (tipico delle piramidi dell’Antico e Medio Regno)

3.

Punto da cui sorge il sole: l’asse principale è allineato al punto da cui sorge il sole (in molti casi, l’asse principale punta verso il solstizio d’inverno)

Karnak e molti altri templi sono orientati verso il solstizio d’inverno (21 dicembre); in altri invece il sole coincide con l’asse principale in coppie di giorni simmetriche rispetto al solstizio.

Nella maggior parte dei casi gli allineamenti astronomici possono essere implementati osservando la posizione del sole all’alba nei giorni reputati importanti. Ne consegue che un’analisi dell’orientamento degli edifici non può prescindere dall’orografia locale.

14. 14.9.20 9.20

2

ARCHEOLOGIA E ARCHEOMETRIA

LEZIONE NUMERO 5: MISURE E RIPRODUZIONI

Rappresentazione, riproduzione e misurazioni sono strettamente legate. Le copie però non sono tutte uguali: esse possono essere celebrative e dunque impossibili da confondere con l’originale; falsi, cioè copie tese a ingannare; infine le sostituzioni, ovvero copie intese per prendere posto delle originali.

Agency: parola inglese che indica capacità di esercitare un potere. In archeologia si parla di agency degli oggetti in riferimento alla loro capacità di stimolare una reazione negli individui o nella società evocando l’azione di coloro che li crearono; sapere di essere davanti ad un originale dà emozioni diverse rispetto che essere davanti a una copia.

Le copie celebrative e impossibili da confondere con l’originale presentano un legame indiretto con l’agency; nel caso dei falsi l’agency è indotta e falsata; nel caso delle sostituzioni, se si tratta di ricostruzioni l’agency è riprodotta, mentre nel caso delle imitazioni, l’agency è volutamente assente.

La distruzione di un monumento lascia un vuoto e ci sono modi diversi per lasciare un vuoto: a volte lo si lascia come memoria e monito (come nel caso delle Torri Gemelle); in altri casi si decide di ricostruire il monumento come e dov’era (come nel caso di Dresda, quando fu bombardata nel 1945 e successivamente ricostruita imitando il suo centro storico originale; uno dei monumenti fondamentali era la Frauenkirke che prese fuoco e crollò. Mentre tutto il resto è stato ricostruito, la Frauenkirke fu lasciata in rovina fino agli anni ’80. In seguito i resti furono catalogati e si iniziò la ricostruzione della chiesa intorno agli anni ’90-2000. Fu completata nel 2010, ricostruendola dov’era e com’era).

Per ciò che concerne le imitazioni, le nuove tecniche archeometriche permettono di riprodurre un oggetto in maniera molto fedele. Tuttavia ne riproducono la forma, non la sostanza.

La replica della tomba di Tutankhamon



Nel 2014 è stata realizzata una replica precisa della tomba di Tutankhamon a Luxor, a una

certa distanza dalla Valle dei Re, sulla base di una scansione millimetrica tridimensionale. L’ideatore di quest’opera è stato il restauratore Adam Lowe, che ha dichiarato che “in un mondo ideale ci sarebbe accesso illimitato a tombe come quella di Tutankhamon, ma la realtà è che queste camere sepolcrali, consumate da milioni di turisti, rischiano di deteriorarsi e diventare irriconoscibili. La maggioranza infatti sono già chiuse e la più impressionante, quella di Seti I è ormai troppo fragile per ospitare visitatori”.



Tentativo di rendere il patrimonio culturale accessibile a tutti

Il sarcofago di Seti I



fu rinvenuto nel 1817 dall’esploratore Giovanni Belzoni che pensò di venderlo al British Museum. Il collezionista

Sir John Soane si assicurò invece l’oggetto e lo sistemò nei sotterranei della sua casa londinese divenuta poi museo. Nel 2017 il sarcofago è stato oggetto di un dettagliato rilievo con laser scanner e poi ne è stata realizzata una copia esatta rifinita a mano.

Digital Epigraphy afferma: i facsimile potrebbero giocare un ruolo centrale nella conservazione futura di monumenti che si stanno deteriorando a causa del turismo o per cause naturali; inoltre è quasi impossibile distinguere tra originali e copie grazie alle tecnologie avanzate e dunque l’esperienza è autentica sia per studiosi che per turisti; poiché il facsimile, ricreando ogni piega e incisione dell’artefatto, sembra originale sia alla vista che al tatto, potrebbe permettere agli esperti di studiare il monumento senza interagire con l’oggetto originale.



Tentativo di rendere un reperto più accessibile

I bassorilievi di Horemheb



la tomba a Saqqara fu individuata nella prima metà dell’800. Gli scavi condotti all’epoca, in cerca

principalmente di oggetti, portarono alla scoperta di numerosi ortostati coperti di bassorilievi, che furono venduti a collezionisti e musei occidentali. La tomba fu rinvenuta nel 1975 da una spedizione congiunta britannica e olandese, che cercava il luogo d’origine nei pezzi conservati al British Museum e al Rijksmuseum van Oudheden. Nel 2013 è stata realizzata la riproduzione tridimensionale del rilievo che rappresenta un gruppo di prigionieri nibiani, conservato al museo civico di Bologna ed è stata riposizionata in Egitto nella tomba, al posto

3

ARCHEOLOGIA E ARCHEOMETRIA

dell’originale. L’operazione non è stata ben accolta poiché vista come una copia; per questo è stato richiesto di apporre una targhetta che identificasse il pezzo come un falso, in caso qualcuno avesse provato a rubarlo.



Tentativo di ricomporre una separazione

I reperti di Daesh



tra il 2014 e il 2015 l’ISIS ha operato saccheggi e distruzioni a tappeto del patrimonio culturale siriano. I miliziani

hanno fatto esplodere edifici, picconato statue e venduto reperti per finanziare le loro attività. Khaled al -Asaad, archeologo siriano e direttore del museo e del sito archeologico di Palmira, all’arrivo delle milizie di Daesh, si rifiutò di rivelare dove avesse nascosto i tesori archeologici più importanti e per questo fu ucciso.

Su questa linea, l’artista Morehshin Allahyari con il progetto

“Material Speculation: ISIS

2015-2016”

ha

realizzato

riproduzioni

tridimensionali di oggetti distrutti da Daesh in materiale trasparente, attraverso cui si può vedere una chiavetta USB che contiene tutte le informazioni su quell’oggetto perduto.



Materializzazione della memoria attraverso la sua forma senza tentare una sostituzione.

È lecito e/o eticamente accessibile realizzare delle copie di reperti archeologici? Gli strumenti tecnici e tecnologici attuali permettono di realizzare repliche perfette di reperti archeologici piccoli, medi e grandi. Escludendo i casi di distruzione deliberata del patrimonio culturale, domandiamoci se una copia fedele aiuti a sottolineare e svaluti l’unicità del reperto. Realizzare una copia perfetta della tomba di Tutankhamon per farci entrare migliaia di turisti rende l’arte democraticamente accessibile a tutti o incita un turismo di massa bulimico nonché cieco e sordo alla fragilità del patrimonio archeologico?

21. 21.10.20 10.20

LEZIONE NUMERO 6: LE MUMMIE EGIZIE

Le mummie fanno parte del nostro immaginario come “morto che ritorna”, dunque come un personaggio negativo. Esse hanno sempre suscitato un fascino particolare, che si rispecchia anche nella cinematografia.

“Mumia” è il nome di una serie di medicinali a base di bitume, chiamato dagli arabi “mumiya”. Dal XII secolo, il nome venne associato alle essudazioni scure che fuoriuscivano dalle bende delle mummie egizie, e infine confuso con le mummie stesse. Nacque un commercio di mummie che durò secoli, anche dopo il bando dell’esportazione di mummie imposto dall’Egitto nel XVI secolo. La polvere di Mumia Vera veniva ingoiata in pillole, mangiata, mescolata a tonici o inalata fino alla fine del XIX secolo. Un altro uso delle mummie era realizzare un colore marrone intenso (bruno di mummia), talvolta chiamato anche caput mortuum. Era composto da una mistura di pece, mirra e resti macinati di mummie umane o di gatto. Nel periodo d’oro di utilizzo di questo pigmento, non si riusciva ad importare abbastanza mummie dall’Egitto e venivano utilizzati i corpi di schiavi e criminali. Il successo di questo colore declinò verso la fine del XIX secolo quando i pittori si resero conto delle provenienze di questo colore. Questo fascino ambiguo della morte ha suscitato varie discussioni; tale fascino si riflette in maniera chiara nel modo in cui le mummie vengono esibite. Ad esempio, al Museo Egizio del Cairo è esposta la mummia del principe Pentawer (giustiziato o costretto ad avvelenarsi), la “screaming mummy”. Altra mummia è la “younger lady”; mentre il danno al petto è dovuto all’azione di ladri alla ricerca di gioielli, il danno al volto potrebbe essere stato inflitto ante-mortem. Il Museo delle mummie di Guanajuato, Messico, espone i resti di persone morte durante un’epidemia di colera nel 1833, riesumati per riutilizzare i lotti del cimitero.

Mummia del Similaun (ca 3300- 3100 BC)



rinvenuta accanto al ghiacciaio Similaun, è anche nota con il nomignolo di Otzi, dal nome

della valle limitrofa Otztal. Inizialmente si pensò fosse un alpinista di epoca moderna e il corpo fu danneggiato durante le operazioni di recupero e trasporto a Innsbruck. Una volta compresa l’importanza del ritrovamento, la mummia fu contesa tra Italia e Austria. Dopo attente misurazioni fu stabilito che era stata rinvenuta a pochi metri dal confine in territorio italiano. Fu dunque spostata n Italia dove è conservata presso il Museo archeologico dell’Alto Adige a Bolzano. L’installazione museale è basata sulla ricostruzione dell’aspetto della persona e della sua cultura di appartenenza, analizzata attraverso gli oggetti rivenuti insieme al corpo, che è conservato in una stanza climatizzata,

4

ARCHEOLOGIA E ARCHEOMETRIA

visibile solo attraverso una finestrina. Guardarci o non guardarci dentro non modifica l’esperienza del visitatore che può scegliere se farlo o no e mantiene comunque una certa dignità del corpo. Un sistema analogo è quello utilizzato dal Museo Egizio di Torino. Il corpo e gli oggetti funerari della mummia predinastica sono conservati in una teca con i lati opachi; i bambini possono vedere l’interno solo se sollevati da un adulto. Un metodo analogo è stato utilizzato per le mummie delle Tre Sorelle; le mummie intatte sono delle sorelle Tamit, Tapeni e Neferrenepet. L’unica mummia di cui è stato esposto il volto è posizionata al centro in posizione defilata. Può essere solo intravista.

La mummificazione in Egitto divenne un’arte complessa. La mummificazione parte dall’origine dell’osservazione dei corpi; se seppelliti in terreno secco e sabbioso si trasformano in mummie naturali. L’ispirazione della conservazione del corpo nasce dunque dall’osservazione dei corpi sepolti in natura. Venivano utilizzate sostanze applicate sui corpi. Nell’Antico Regno il corpo veniva probabilmente disseccato nel natron (sale), trattato in superficie con sostanze conservanti e poi, grazie a bende e riempimenti, si cercava di mantenere la forma originaria. Gli organi interni venivano lasciati in situ.

Nel Medio Regno, la tecnica di mummificazione andò sviluppandosi: iniziò la tradizione di rimuovere le viscere, probabilmente dall’ano, e talvolta anche il cervello. Il corpo veniva seccato nel natron.

Nel Nuovo Regno la rimozione del cervello divenne standard attraverso il naso e delle viscere attraverso un taglio nell’addome. Il corpo veniva seccato nel natron e accuratamente bendato. I visceri venivano seppelliti in quattro vasi, chiamati vasi canopi che avevano le f attezze dei quattro figli di Horus. Il cuore veniva lasciato nel corpo, il cervello veniva buttato via. Il risultato di questa mummificazione precisa ha dato come frutti delle conservazioni impressionanti che possiamo vedere al giorno d’oggi (come quelle dei faraoni Ramses II e Seti I).

Nella Ventunesima Dinastia, l’arte della mummificazione raggiunse l’apice: il corpo veniva anche imbottito in modo da recuperare il più possibile il suo aspetto originario, grazie anche all’aggiunta di occhi di vetro. I visceri venivano essiccati, impacchettati e rimessi nel corpo.

Nel periodo greco- romano la mummificazione subisce alti e bassi, ma la tecnica del bendaggio raggiunge notevoli vette, con l’uso di intrecci geometrici, bende colorate e fermagli preziosi.

Ciò che veniva fatto al corpo era una parte di un processo più complesso: venivano infatti aggiunti al corpo degli amuleti (che i ladri rubavano dalle tombe delle mummie). Nel Medio Regno compaiono i sarcofagi atropoidi, intesi per associare il morto al dio Osiride. Il set ideale prevedeva un sarcofago atropoide dentro un sarcofago a cassa. Il sarcofago atropoide veniva adagiato su un fianco all’interno della cassa. Il sarcofago a cassa era dotato di occhi wedjat e di falsa porta, per permettere al morto di avere un contatto con il mondo esterno atraverso la parte di sarcofago davanti al suo volto. La falsa porta rappresentava il punto di contatto tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. Dopo i sarcofagi a bande, compaiono i sarcofagi “r...


Similar Free PDFs