parte 1 archeologia de vingo PDF

Title parte 1 archeologia de vingo
Author Sara Clemente
Course archeologia tardoantico e altomedievale
Institution Università degli Studi di Torino
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parte iniziale delle lezioni di De Vingo...


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ARCHEOLOGIA TARDOANTICA E ALTOMEDIEVALE Paolo de Vingo Aggiungi slide pdf

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Testi: Il professore passa un cd (gratuito) con tutti i PDF utili per l’esame. Normalmente si fanno due seminari, uno in autunno e l’altro in primavera, non obbligatori ma consigliati. Di Heather ci sono solo dei capitoli da seguire (li comunicherà lui). Possiamo partecipare anche agli scavi. Modalità d’esame: Discussione orale.

CAPITOLO 1. LA FINE DEL MONDO ROMANO E LA FORMAZIONE DELLA NUOVA SOCIETÀ ALTOMEDIEVALE Nonostante i romani si considerassero gli unici, in realtà esistono altri imperi coevi, ad esempio in Asia con i quali Roma realizza operazioni non tanto culturali, quanto commerciale, poiché ad esempio parti delle anfore romane antiche sono state ritrovate anche in India. Il mondo romano ha una duplice veste, terrestre e marittima sempre legato all’aspetto economico.

I TERRITORI CONTROLLATI DA ROMA DA TRAIANO A DIOCLEZIANO L’Impero Romano copre una parte dell’Europa Occidentale e Orientale, fino ad arrivare in Gibilterra, oltre il quale si pensava non ci fosse nulla. L’Impero Romano nonostante i rapporti economici con altri imperi è un Impero fondamentalmente mediterraneo, almeno fino alla scoperta dell’America, ed è sull’Europa che si fonda il baricentro storico. L’Impero romano parte dalla penisola italica e incomincia ad espandersi come se fosse un polmone che si espande e si ritrae; l’Italia è l’unica parte del cuore dell’Impero ed era nella politica Augustea suddivisa in regio, ed è l’unica ad avere questa suddivisione (non è un'unica provincia). Roma espande per motivi economici e non solo politici, il controllo delle aree sottoposte alla sua giurisdizione in Gallia, Britannia, Africa, Germania ecc. questo accade poiché sta aumentando la popolazione ed ha bisogno di spostare e di sviluppare altre parti del continente europeo. Roma per portare avanti questa politica inizia a fare una cosa fondamentale: costruire strade, primo passo che Roma compie per collegare i territori e facilitare l’espansione, poiché funzionali al passaggio delle legioni. Le strade erano funzionarie per trasportare dai territori conquistati tutto ciò che le serviva, una parte della produzione infatti restava in loco, ma la parte più rilevante veniva portata a Roma, ovviamente attraverso le rotte marittime e terrestri. La parte superiore dell’impero è caratterizzata da una linea di confine frastagliata. Roma ha un esercito formato dagli elementi migliori di tutti i reparti, non utilizza solo cavalieri romani, ma utilizza soprattutto coloro che sono più capaci acquistati da tutti i territori dell’Impero, diventando così multietnico e universale. Roma ha bisogno di uomini e di infoltire i suoi reparti militari. Il limes romano non è un muro, a parte in Bretagna con il muro di Antonino, esso è un indicazione per indicare fin dove Roma esercita il suo controllo, ma non vuol dire che non aveva rapporti con le popolazioni all’esterno di esso. Il limes segue l’andamento dei grandi fiumi europei. Roma utilizza le risorse locali, accumula terra formando un vallo sulle coste dei fiumi e crea una palizzata in legno, per difendere i propri confini. Quando il numero delle popolazioni all’esterno del limes (popolazioni germaniche e nomadi); Roma ebbe buoni rapporti con le popolazioni germaniche, diverso fu il rapporto con i popoli nomadi con cui avevano ben poco in comune. Questo vuol dire che il limes era semplicemente un indicazione e non un confine invalicabile. L’aumento di queste popolazioni con condizioni della vita buone, provoca una pressione sui confini romani, allora Roma li fa entrare e li immette (Goti, Franchi, Alemanni) nei reparti militari e nel lavoro agricolo. L’esercito romano dal V secolo in poi diventa multietnico, questo impone un cambiamento nelle tecniche e nei modi di combattere rispetto alla tradizione. I romani avevano una tecnica militare molto ordinata e ben organizzata, rispettavano gli ordini dei centurioni i quali dovevano spostarsi in tutto lo schieramento per mantenere l’ordine e incitare i soldati. L’immissioni di queste nuove fazioni che combattevano in un altro modo, cambia il modo di combattere dei reparti militari romani, adottando ad esempio lo scudo germanico. Se Roma non avesse adottato questa soluzione multietnica sarebbe scomparsa molto prima. I romani ebbero un debito con queste popolazioni anche per quanto riguardo le innovazioni tecniche, soprattutto in ambito agricolo.

Il mondo romano non scompare, ma si evolve in qualcosa di diverso rispetto a prima, perché ammettendo il mondo germanico nel proprio impero il cambiamento viene imposto quasi automaticamente. Il mondo germanico nasce nelle aree scandinave e si spostano nelle aree germaniche secondo lo schema dell’etnogenesi; quando nascono nelle aree scandinave sono popolazioni agricole, ma quando si spostano nei territori germanici, caratterizzati da condizioni climatiche migliori, si trovano poi tutti concentrati in spazi ristretti (goti, longobardi ecc.) e nasce perciò il bisogno della messa a punto di un apparato militare per poter mantenere le proprie porzioni di territorio utili per la loro sopravvivenza. I Longobardi ad esempio si spostano nei territori dell’Europa Centrale per poi spostarsi in Italia, a differenza delle altre popolazioni. Come l’impero si espande dall’Italia anche le produzioni vascolari (prodotti come vasi) si espandono, facendo in modo che le popolazioni sottomesse siamo costretti in qualche modo ad usare i prodotti romani, e ad acquistarli. Anche le produzioni dei territori conquistati dovevano essere funzionali agli usi dei romani, come accade ad esempio con le ceramiche vascolari. L’alimentazione romana è fatta di zuppe e cereali che provenivano soprattutto dalla Sicilia e dall’Africa meridionale. Ma quando le spade adottate dal mondo germanico, molto più pesanti delle spade tradizionali, obbliga ad assumere cibi più proteici come la carne. Le ville costruite dai romani diventano delle unità produttive (inizialmente erano la residenza dell’imperatore). Anche le anfore sono importanti nell’ambito della manifattura romana, in esse ci viaggiava di tutto, non solo cibo ma anche materiali utili; sono dei contenitori da trasporto di olio e di vino principalmente. Nella dieta romana vediamo poca carne, molti cereali e olio e vino (annacquato). La differenza fondamentale è che le anfore da olio si potevano usare una volta sola, con il vino questo non accade; la produzione di olio avviene soprattutto nelle penisole iberiche ed è li che troviamo un particolare tipo di anfora. Le anfore erano all’inizio sigillate con tappi di sughero e fissate, all’arrivo il prodotto veniva poi utilizzato e le anfore ormai vuote venivano riutilizzate per altre ragioni (non si butta via nulla), ad esempio le anfore africane erano particolarmente grandi (le anfore che trasportano olio sono grandi), con una capienza di 120l. Le anfore potevano ospitare anche i corpi dei ragazzini. La quantità di relitti marittimi sono proporzionali alla domanda che partiva da Roma, e ci fa capire quanto era intenso i dialoghi tra Roma e i territori Africani e Ispanici.

LA CRISI DEL III SECOLO E LO SFONDAMENTO DEL CONFINE OCCIDENTALE I confini non vengono scelti casualmente, ma derivano dai confini fisici del territorio. I fiumi avevano si questo valore di confine, ma erano anche dei mezzi di comunicazione perciò avevano una valenza di comunicazione molto importante. Costruire delle difese lungo questi grandi fiumi era una soluzione pratica e logica. Era una divisione di tipo giuridico.

LE AREEE IMPERIALI ROMANE RIORDINATE DA DIOCLEZIANO TRA II E IV SECOLO

CAPITOLO 1.2. IL MONDO OCCIDENTALE NEL V E NEL VI SECOLO: I REGNI ROMANO-GERMANICI È molto importante la nascita di questi regni. Usare il termine goto ha una valenza molto ampia e non crea problemi di riconoscimenti etnici non ben definiti.

I foederati sono germanici, molto più vicini alle tradizioni romane; mentre vediamo la distanza che Roma assume dalle popolazioni nomadi. Il lungo contatto tra il mondo romano e germanico porta inevitabilmente a far entrare il mondo germanico, attratto dal mondo romano. I Longobardi con L’editto di Rotari scritto in latino, mostra la volontà di avvicinarsi al mondo romano. La lunga esposizione dovette in qualche modo rendere implicito che cose viste da gli uni e dagli altri permeassero nelle rispettive usanze. I Longobardi erano pochi e riescono ad integrarsi con il mondo romano molto prima. Nel IV-V secolo tutti i comandanti supremi del mondo romano erano tutti Romani, tra cui Stilicone (dittico). Nei dittici in avorio vediamo molti elementi appartenenti anche al mondo germanico e non solo romano, lo vediamo anche dal cambiamento dell’uso dei colori, i germanici infatti erano molto legati al contrasto di colore. Lo sperone diventa simbolo di potere ed è per questo che ne si trova solo uno all’interno delle tombe, esso era un simbolo di status; nelle tombe longobarde infatti ne troviamo solo uno. La cintura è un altro accessorio molto importante per il mondo germanico e simboleggia l’appartenenza dell’individuo che lo possiede all’ambito militare. I regni romano-germanici sono organizzati secondo uno schema piramidale, invece il mondo romano è un mondo a strati, nel passaggio dal mondo tardo antico all’alto medioevo vediamo come cambia l’organizzazione politica stessa.

CAPITOLO 1.3. ECONOMIA E SOCIETÀ IN EUROPA OCCIDENTALE DAL VI AL X SECOLO Impero Occidentale- Goti & Franchi Il mondo Goto ha contatti più intensi con Roma e furono i primi ad integrarsi. Di loro non abbiamo una descrizione positiva da parte dei romani che si sentono usurpati di ciò che è loro. Quando Paolo Diacono scrive le storie longobarde fa un operazione non solo cultura, ma soprattutto politico poiché crede di dover fornire un supporto culturale perché i Longobardi possano affermarsi come una nuova potenza, cerca di dare un aspetto positivo al proprio popolo per poter diventare una monarchia regnante in Italia. Tutto il mondo germanico passa attraverso l’arianesimo per poi diventare cristiani; gli unici che hanno un passaggio diretto al cristianesimo sono i Franchi (Clodoveo), che verranno interpellati dalla chiesa per sconfiggere le popolazioni germaniche come appunto i Longobardi. Clodoveo (Clodovech nome franco) usa la morte di Teodorico per usare il funerale per costruire le basi del suo potere attraverso l’ostentazione di ricchezza e ottenendo così il titolo di re dei Franchi.

Impero Orientale-Goti & Avari La distinzione tra Impero d’Oriente e Occidente è un passaggio importante per capire l’evoluzione dei Romani. Dopo il VI secolo c’è un cambiamento che porta dalle autorità occidentali ad avere delle autorità bizantine. Il mondo bizantino riuscì ad interagire in particolar modo con i Goti, i quali sono utili nel svolgere compiti agricoli e militari, ma in modo diverso da Roma; l’impero bizantino deve rapportarsi anche con gli Avari. Questi due popoli nobili erano un problema per l’impero bizantino, inizialmente il problema con i Goti venne risolto attraverso delle attribuzioni monetarie, quando queste attribuzioni aumentarono però furono spostati dall’Oriente all’Occidente. I Goti non sono quindi conquistatori, i veri conquistatori saranno i Longobardi. Le autorità Orientali risolvono il problema goto spostandoli nella diocesi teodoriciana (area della Pannonia); Teodorico, il re dei Goti, non poteva più difendere il limes del Danubio e dovette lasciare le aree pannoniche restringendosi fino alla isola italiana. Teodorico era stato cresciuto alla corte di Costantinopoli da giovane e per le autorità orientali era una garanzia nella gestione dell’occidente, sostanzialmente egli è un romano a tutti gli effetti. Quando arriveranno i Longobardi introdurranno la loro

amministrazione. I Goti quindi hanno dispositivi amministrativi che sono in continuità con il mondo romano, i Goti si considerano romani. Le autorità Orientali avevano una grande attrattiva economica che fece si che i Longobardi combattessero al loro fianco. Un altro problema in Oriente era l’incontro/scontro con gli Avari, i quali erano un popolo meno nomade rispetto agli altri; gli Avari non sono slavi, ma partono dalla Finlandia passando per la Russia per poi finire nell’area Ungherese. Il problema fondamentale che le autorità orientali hanno è quella di gestire questo rapporto con gli Avari, risolti inizialmente con un tributo economico. I nomadi introdussero delle lame che avevano due qualità fondamentali: resistenza e leggerezza; questo ci fa capire il livello avanzato dal punto di vista tecnologico militare. Gli Avari avevano i cavalli (che nell’impero Orientale scarseggiavano) essi avevano mutuato dalle aree Asiatiche l’uso della staffa, che cambia il rapporto di forza perché la staffa permette una maggiore manovrabilità e permette di guidare il cavallo senza le staffe avendo così le mani libere per usare la lancia ad esempio. Gli Avari diventano una forza d’urto incontrastabile. L’altra arma importante che gli Avari hanno è l’arco, ma non l’arco tradizionalmente conosciuto a curvatura semplice, esso era un arco a doppia curvatura, più piccolo del solito ed è un arco composito; creando l’arco composito, fatto di strati di legno e tendini animali, diventa molto più flessibile e facilmente ripiegabile ed era perciò molto comodo da portare a cavallo. L’arco era anche funzionale a creare uno stato di caos e disordine, per poi colpire con i cavalieri. Le autorità Orientali non riescono ad opporsi a questa strategia di combattimento, allora il motivo per cui continuano a pagare gli Avari, fino a che non decidono di spostare gli Avari in Pannonia dopo la scomparsa dei Goti; lì gli Avari trovano i Longobardi che decidono quindi di partire, poiché non hanno una pari forza di combattimento. I Bizantini decidono di mandare pochi uomini, soprattutto ufficiali, dotati di una riserva economica per operare sul territorio costruendo delle fortificazioni; il loro errore fu quello di ragionare come avevano fatto in Africa, pensando che sarebbe bastato creare delle strutture difensive potenti sulle vie di comunicazione; i Longobardi conoscendo il territorio fanno un operazione militare a lungo termine passando da altre vie lungo il confine naturale, arrivando fino in Padana. Nel territorio ligure i Bizantini costruiscono un grande castrum (fortezza di Antonino) sulle vie principali, ma i Longobardi aggirano le fortificazioni attraverso seconde vie. I Bizantini non avevano preso in considerazione la forma morfologica del territorio ligure, che è molto più complesso rispetto al terreno pianeggiante dell’Africa.

CAPITOLO 2. VITA ECONOMICO-SOCIALE EUROPA OCCIDENTALE DAL VI AL X SEOCLO Il mondo romano deve disboscare in modo sostanziale per mettere più terre a cultura, usando anche le culture incrociate per riuscire a dissodare il terreno in modo più produttiva, altrimenti avrebbero avuto una rendita agricola molto bassa. Quando introducono l’aratro a carrello, input forse dei popoli Germanici, le condizioni di vita migliorano. Dal mondo germanico mutuano anche l’uso della concimazione del terreno. Ci sono dei cambiamenti significativi tra questi secoli, soprattutto in campo agricolo.

Anche la dieta romana si differenzia, si passa da una dieta ricca di zuppe di legumi, con un basso apporto di proteine poiché gli animali erano fondamentali nelle culture, essi producevano anche latte e formaggio che era un importante alimento per i romani. Nel mondo romano la cottura degli alimenti avviene in maniera indiretta, non si poteva cuocere su fuoco vivo poiché la ceramica grezza poteva essere posta vicino al fuoco.

Civiltà del legno- società altomedievali Poi nel periodo altomedievale c’è un cambiamento importante per cui si passa di fitto disboscamento alla presenza predominante di boschi e foreste perché non ci sono più interessi nel disboscare in maniera così intensa; ritorna il discorso dei bovini e dei cinghiali i quali potevano vivere comodamente nel bosco, non ha bisogno di essere stabulato, questo comporta che il motivo per cui vediamo il passaggio alla carne di maiale è la necessità di cibi molto proteici per sostenere un certo grado di forza. C’è un problema: la carne di maiale non si può non cuocerla a lungo, ecco perché dopo c’è l’introduzione della pietra ollare, che era già conosciuta nell’antica Roma, ma non veniva usata, la quale aveva la capacità di scaldarsi in modo lento ma fornisce un calore costante perfetto per cuocere la carne di maiale appunto. Cambia quindi il modus di vita delle popolazioni. I popoli alto medievali prendono il nome ci civiltà del legno, il quale veniva ampiamente utilizzato, diminuendo la circolazione delle ceramiche. Con il legno si costruiscono le strutture abitative, combinate con parti in muratura, con un basamento che isola il piano di calpestio dal terreno utilizzando i materiali dai luoghi della città non più sfruttati come il foro, le terme e i teatri. Il passaggio è anche la capacità delle popolazioni di sapersi adattare a questo cambiamento, che avviene prima quando il mondo germanico entra in contatto con le varie realtà sociali della penisola italiana (processo lungo, non avviene con la conquista germanica); questo ci fa capire come il problema della caduta di roma sia in realtà un cambiamento. Quando le autorità politica si riformano, durante la nascita dei comuni, il legno viene ridimensionato e perde della sua importanza, almeno dal XII secolo in poi in cui le città diventano di pietra. Le società altomedievali dovevano adattarsi alle risorse a loro limitrofe in mancanza di un autorità centrale, depredando anche le strutture come il foro che perdono la loro funzione, comportandone un riutilizzo.

La struttura delle proprietà: le Ville Le Ville sono le uniche strutture rurali, che nel periodo romano erano luogo di ritiro di personaggi di elitè; ora diventa un luogo in cui un certo numero di persone lavorava per il proprio sostentamento. Le ville erano delle piccole attività che producevano molto e importavano ciò che non riuscivano a produrre (piccole unità produttive).

CAPITOLO 2.1.- LA PENISOLA ITALIANA E LE AREE BALCANICHE OCCUPATE DAI LONGOBARDI E DAI BIZANTINI NEL VI SECOLO Quando si parla dei Longobardi si parla di Ducato, ma attenzione perché i longobardi in area pannonica non conoscono il ducato. In Italia loro si rendono conto che la popolazione locale riconosce le autorità militare e producono i dux, capi amministrativi e militari utili per i Longobardi a farsi capire in ambito locale e per evitare eventuali scontri causati da un incomprensione. Si organizzano in due grandi ducati: il ducato di Spoleto e il ducato di Benevento, due amministrazioni distinte; perciò il vero regno longobardo è quello

presente al centro nord con la capitale Pavia, cuore della cultura Longobardo, e Paolo Diacono ricorda qui furono sepolti molti personaggi importanti della dinastia longobarda. I Longobardi utilizzano chiese cristiane, perché capiscono l’importanza che hanno questi centri di culto e conseguentemente usano quei contesti molto cari alla popolazione locale per ottenere il consenso. Tutta l’elite aristocratica usa lo stesso modello perché si rendono conto della necessità di adottare una forma uguale per tutti. La scelta di deposizione all’interno o all’esterno dei complessi di culto è una scelta voluta, più un personaggio conta più è importante la sepoltura del suddetto uomo accanto ai luoghi di sacrificio e di comunicazione tra l’uomo e Dio. Dall’VIII secolo in poi l’atto sepolcrale è un atto religioso, anche il mondo dell’aldilà appartiene all’ambito religioso che introduce l’inferno, il paradiso e solo nel medioevo il purgatorio; in questo contesto i morti diventano una fonte di ricchezza (le indulgenze). Il regno longobardo si dividerà in minor e major; il regno del minor non è un vero e proprio regno poiché era il territorio meno coeso. Saranno i Franchi a mettere fine ai Longobardi, con l’ultimo re longobardo Desiderio. Il mondo goto non ha leggi proprie, nonostante Teodorico sia stato cresciuto a Costantinopoli e viene utilizzato dai Bizantini rimanendo fedeli alla mentalità romana. Le leggi longobarde invece sono diverse alle leggi romane, e Rot...


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