Archeologia egea - Appunti tutte PDF

Title Archeologia egea - Appunti tutte
Author Silvana Ruggeri
Course Archeologia classica
Institution Università degli Studi di Catania
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riassunto lezioni e approfondimento sui testi...


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Il paleolitico Abbiamo il Paleolitico, il Mesolitico e il Neolitico. Il Paleolitico occupa la stragrande maggioranza della storia dell’uomo fino alla fine dell’ultima glaciazione che inizia intorno a 18.000 anni fa per concludersi definitivamente 10.000 anni fa, succede che la temperatura assume valori normali, di conseguenza cominciano a crearsi le condizioni favorevoli per la nascita dell’agricoltura e quindi alla nascita del neolitico che si colloca intorno all’8.000 a.C. in oriente. Mentre in Europa il periodo intermedio (mesolitico) tra il paleolitico e il neolitico è più lungo, in quanto il neolitico inizia circa verso il 5.00/4.500, in oriente lo spazio è molto più breve. Nel caso particolare della Grecia, dividiamo il paleolitico in tre parti: il paleolitico inferiore che arriva fino al 118.000 a.C., una data che coincide con l’inizio dell’ultima glaciazione e che è caratterizzato dalla presenza dell’ homo erectus e l’homo abilis Dal 118.000 a.C. al 40.000 a.C. si colloca il paleolitico medio che è caratterizzato dalla predominanza, nell’area soprattutto europea, dell’uomo di Neanderthal, siamo in piena ultima glaciazione. Intorno al 40.000 a.C. c’è la definitiva affermazione dell’ homo sapiens sapiens, cioè della nostra specie e inizia il paleolitico superiore. In Grecia noi troviamo un cranio proveniente da Petraloma nella penisola Calcidica che viene collocato 50/60.000 anni fa, la testimonianza più antica. In un sito paleolitico possiamo trovare contenitori, che erano fatti di pietre scheggiate da cui bevevano acqua e probabilmente sangue di animali, e strumenti in pietra. Essendo popolazioni nomadi, non avevano degli abitati stabili, quindi non sono state trovate capanne, ma non perché non c’erano, una per esempio è stata trovata ed era fatta di ossa di mammut, ma perché i materiali non sono reperibili, infatti venivano fatte con pelle e legno, ma anche perché non c’era la continuità di vita nello stesso sito che di solito lascia sempre delle tracce, come materiale litico o focolai. Siamo quindi in quella fase iniziale che secondo Fergus, che è un antropologo degli anni ’50, è caratterizzata dalla banda, che è la prima dei quattro stadi secondo la teoria neo evoluzionistica(?), più legata all’antropologia, che abbandonava il diffusionismo e ritornava all’idea che l’uomo si evolve indipendentemente e in diversi posti secondo delle tappe precise. Dal punto di vista sociale, secondo Fergus, queste tappe erano quattro: banda, tribù, chiefdom e (?) . La banda è un gruppo di dieci o venti individui nomadi, all’interno del quale non esiste una forma di autorità stabile, quindi temporanea da parte di chi, in quel momento, sa prendere le redini della situazione. In qualsiasi momento l’autorità del capo è messa in pericolo da chi ambisce a occuparla. Non c’è quindi una differenziazione. Dal punto di vista religioso le pratiche non sono articolate, cioè non esiste un calendario delle attività religiose, esiste probabilmente una pratica di tipo sciamanica, cioè la capacità di alcune persone di entrare in contatto con gli spiriti della natura e quindi per esempio di favorire la caccia. Nell’ultimo periodo sembra che le popolazioni, prima nomadi, cominciano a diventare più stabili, probabilmente per la possibilità di integrare ciò che viene dal mare e ciò che viene dalla terra

La Grotta Franchthi Cominciano ad apparire insediamenti paleolitici a partire dal 28.000 a.C. di cui quello più importante perché presenta una stratigrafia ininterrotta che consente di seguire il passaggio dal paleolitico, al mesolitico e al neolitico è la grotta Franchthi che si trova in Argolide, quindi una sequenza ininterrotta dal 28.000 a.C. al 3.500 a.C. La maggior parte della documentazione è costituita dall’industria litica. Un fatto fondamentale che avviene nel passaggio fra il paleolitico e il mesolitico è che con il riscaldarsi della temperatura e il trasformarsi del paesaggio tendono a scomparire gli animali di grandi dimensioni e si diffondono gli animali di piccole dimensioni che devono essere cacciati con ermi diverse da quelle utilizzare per cacciare animali di grandi dimensioni, quindi, dal punto di vista degli strumenti, si assiste ad una diminuzione delle dimensioni medie delle punte, delle frecce, che prende il nome di microlitismo. Con la prima fase del mesolitico succede che quelle che erano ossa animali in minoranza, diventano una maggioranza, i cervi, ma anche suini e poi una serie di semi e noccioli che dimostrano la presenza di pistacchi, mandorle ed orzo selvatico. Tutto questo non dimostra ovviamente che ci fosse l’agricoltura, ma che per mille, mille e cinquecento anni queste persone continuavano a raccogliere dagli alberi, cominciando a distinguerli e a capire quando fioriscono, capiscono che un albero ripulito da ciò che gli sta attorno fa dei frutti più abbondanti, quindi inizia un rapporto di conoscenza con la natura. Nella seconda fase del mesolitico, quindi intorno al 7.000 a.C., un elemento nuovo è l’apparizione del pesce, naturalmente pesci vicini alla costa, come molluschi, patelle. Ciò significa che queste persona cominciano ad esplorare l’ambiente marino. Sono stati trovati anche resti di ossa di tonno, che sicuramente non sarà stato

cacciato, ma probabilmente sarà stato catturato un esemplare spiaggiato. In Sicilia, nella gotta dell’Uzzo, che è praticamente la fotocopia della grotta Franchthi, troviamo le ossa di balena, anche in questo caso probabilmente spiaggiata. Nella grotta troviamo anche ossidiana dell’isola di Melos, cosa significa? Che queste persone fossero nomadi e si spostassero è un dato di fatto, ma che andassero in mare (per prendere l’ossidiana sull’isola) è un po’ troppo. Tra l’altro in questo momento a Melos non c’è un commercio o una raccolta di ossidiana, quindi queste persone vanno a Melos, prendono da soli i nuclei di ossidiana e tornano indietro. Il tipo di occupazione che c’è nella grotta? Essendo una popolazione a carattere nomade, c’è la possibilità che questa gotta venisse occupata solo in parti del periodo dell’anno o soltanto per un certo periodo di tempo, poi lasciata disabitata per un periodo più o meno lungo e poi riabituata nel periodo successivo, magari seguendo lo spostamento degli animali che servono per la sussistenza. Tutto questo significa che posso trovare sia tracce di abitato, ma anche tombe, che può significare o che una persona muore dove nasce, oppure che una persona è stata seppellita e chi va ad abitare in quel sito non sa che lì c’è una tomba. Nella grotta sono stati trovati due livelli di sepoltura: una sepoltura quasi integra di una persona di 25 anni (l’età media in questa fase è di 30 anni) morto probabilmente a causa di una ferita nella fronte e dall’analisi della ossa sembra fosse stato colpito dalla malaria. Era all’interno di una fossa in posizione flessa, fetale, coperto da una serie di pietre. Questa sepoltura si trovava sopra una serie di livelli con delle ossa appartenenti a persone che era probabilmente una necropoli, un altro strato di inumazioni (cioè la sepoltura del defunto così com’è), che doveva essere stato distrutto. Uno di questi scheletri recava tracce di bruciato che può significare o che queste ossa sono capitate per caso in un incendio dopo la sepoltura, o che c’è stato un tentativo di cremazione, ma la cremazione per essere fatta bene richiede un’enorme quantità di legno e quindi probabilmente la cremazione non è andata a buon fine.

L’etno archeologia L’etnoarcheologia mescola assieme etnologia, che è lo studio delle popolazioni attualmente esistenti, e l’archeologia. L’etnologo si limita a vedere quali sono gli usi, le credenze, che tipo di materiali usano le popolazioni, l’etnoarcheologo studia queste popolazioni per acquisire un modello di comportamento diverso dal nostro e sta molto attento a come si depongono i rifiuti materiali di queste popolazioni. Quindi l’etnoarcheologo studia il modo in cui si forma il record archeologico, cioè la documentazione archeologica, per avere dei modelli che poi vengono applicati all’archeologia vera e propria. Studiando le popolazioni attuali si è capito per esempio che se in un sito paleolitico non trovo mai una carcassa intera di animale intero vuol dire che questo è un accampamento base, invece se lo trovo vuol dire che è un accampamento di caccia.

Il Neolitico Il neolitico è quel momento caratterizzato dall’introduzione dell’agricoltura e dell’allevamento. Hammerman ha elaborato la teoria della Wave of Advance, cioè la teoria dell’onda d’avanzamento, secondo cui il neolitico si sarebbe diffuso ogni dieci anni con una espansione di circo venti Km perché le popolazioni, sfruttato al massimo un terreno, si spostavano sia verso est, sia verso ovest. Ecco il motivo per cui il neolitico nasce nell’8.000 a.C. e poi però arriva in Grecia nel 6.500 a.C. In varie parti del mondo possiamo individuare varie tappe intermedie tra il mesolitico e il neolitico, in Grecia il neolitico arriva bello e pronto, cioè arrivano delle popolazioni con gli animali addomesticati nella scialuppa e il pacchetto di semi che poi avrebbero utilizzato. Significa anche che ci sarebbe stato probabilmente un incontro tra le popolazioni locali a livello mesolitico e questi nuovi arrivati, ma di questo non abbiamo traccia. La periodizzazione del neolitico greco si è costruito a poco a poco. In origine, Ozzundam (?), uno dei primi archeologi che ha indagato sul neolitico greco, aveva distinto sono due periodi: la Fase di Festo(?), o neolitico A e la Fase di Dimini, o neolitico B, distinte tra di loro dal tipo di decorazione ceramica e che prendevano il nome dalle due località Festo e Dimini, in Tessaglia. Il neolitico aceramico è quella parte in cui la cultura conosce l’allevamento e l’agricoltura, ma ancora non ha l’abitudine di cuocere i vasi, quindi non si ha della ceramica cotte bene, al massimo della ceramica semi cotta e recipienti in pietra. E’ una fase piuttosto breve, indicata solo in alcuni livelli della città di Festo e di altre due città della Tessaglia. Nei livelli più profondi dei Tend (?),monti artificiali che si creano con la progressiva sovrapposizione degli insediamenti, quindi nel momento in cui si passa da un nomadismo ad un insediamento stabile e nel

momento in cui questo insediamento stabile diventa molto stabile, gli strati formeranno un vero e proprio monte artificiale, la collina di Troia per esempio è un tend, una collina di 2500 anni di vita di Troia. Secondo Fergus noi ci troviamo, in questo punto, al livello delle tribù che è un gruppo umano di un centinaio di individui che vive in insediamenti stabili e comincia ad elaborare una gerarchia interna che non si basa soltanto sulla maggiore o minore forza della persona, ma anche su un rapporto di parentela e discendenza, quindi l’anziano anche se debole, ma discendente da famiglia importante, ha la sua autorità, cosa che nella banda invece non poteva succedere. Nell’ambito della religione c’è la nascita di un calendari legato ai cicli agricoli, perché essendoci l’agricoltura ci saranno dei riti per propiziare la semina, il raccolto e comincia a formarsi la figura del sacerdote che ha il compito di tenere il compito di tutto questo. L’economia quindi è basata sull’agricoltura e sull’allevamento e i villaggi sono sedentari per un periodo di tempo abbastanza ampio tale da lasciare delle tracce. La cellula familiare è varia, c’è la famiglia piccola, ma anche quella allargata, tutto cambia in base al periodo e alle zone. Per quanto riguarda la donna non sappiamo che tipo di ruolo avesse, secondo alcuni l’affermazione del partriarcato si avrà solo nell’età dei metalli, in quanto si afferma la figura del metallurgo, del maschio che ha la forza per poter viaggiare, quindi nel neolitico abbiamo una sorta di equiparazione. Di fatto la donna era quella che lavorava in campagna, quindi un’importanza notevole. Per quanto riguarda la comunicazione, l’homo sapiens sapiens ha già ciò che gli serve per parlare, quindi sicuramente la comunicazione linguistica elaborata c’è dal 30.000 a.C. Non sappiamo che tipo di linguaggio ci fosse perché sembra che il tipo di struttura fisica non desse abbastanza spazio all’ homo erectus alle corde vocali per poter avere quella ricchezza di suoni che possediamo noi, ma per l’homo sapiens sapiens il linguaggio c’è quindi la comunicazione avveniva a livello verbale, ma sicuramente anche non verbale. Un dato molto importante è quello della comunicazione tra gruppi diversi. All’inizio i gruppi erano pochi e i terreni abbastanza ampi, quindi non c’erano molti conflitti e c’erano delle forme di reciproca considerazione nella quale bisogna spiegare alcuni oggetti di prestigio, cioè una specie di rapporto di coni, di scambio, con cui si creavano forme di alleanza e che possono spiegare la presenza di oggetti particolarmente belli che altrimenti non avrebbero motivo di esserci. I vasi del neolitico antico sono globulari e caratterizzati dalla pittura monocroma, cioè non sono dipinti. I vasi sono panciuti, in quanto è la forma più semplice che si ottiene, spesso hanno un piede ad anello, cioè cilindro che serve per reggerli. Al patrimonio del neolitico antico appartengono degli ami in terracotta. Non sappiamo precisamente a cosa potessero servire, potevano essere oggetti di decorazione personale. Il materiale litico è scheggiato e non levigato, ma la differenza con il periodo precedente è, a parte la raffinatezza della lavorazione, molti di questi oggetti sono fatti con una serie di ossidiane che poi venivano messi in una immanicatura circolare che poi serviva per falciare, chiaramente un falcetto può esistere soltanto in età neolitica, ma la lavorazione della pietra scheggiata non scompare con la fine del neolitico, continua fino all’età del bronzo. Un altro tipo di oggetti strani erano dei tappi per orecchie in argilla, se ne trovano parecchi, ma non sappiamo a che cosa potessero servire. Troviamo anche un inizio di decorazione con rappresentazioni di figure. E’ chiaro che un vaso con una rappresentazione di una figura umana, in questo caso danzante, deve avere una valenza particolare, come per esempio legata ad un rituale e usato per bere bevande.

L’abitato di Nea Nikomedia Uno dei villaggio più antichi del neolitico antico. Nella leggenda notiamo diverse fasi costruttive. Notiamo un edificio con più vani molto ampi e altri edifici più piccoli attorno. Sull’edificio più grande vediamo scritto ieron, cioè santuario. Lì sono stati trovati una serie di resti, come diverse statuine di pietra verde, molte rappresentanti animali, altre rappresentanti figure maschili, ma ancora alcuni strumenti in pietra, quindi mescolati insieme strumenti legati alla sfera del sacro e altri relativi alla sfera della produzione. Per cui l’edificio poteva essere un santuario con a capo un privato. La maggior parte delle statuine trovate sono figure femminili a sottolineare l’importanza della donna, ma nell’ambito della rappresentazione, non sempre ciò che rappresenta è lo specchio di quella che è la realtà. Nella mappa abbiamo una scala metrica che ci dice qual è la dimensione degli edifici e quindi vediamo edifici di 10 m x 10 m, tranne quello centrale che è più grande, quindi abitazioni abbastanza ampie che servivano principalmente per dormire visto che la vita era svolta fuori, dove sicuramente si cucinava anche, quindi un nucleo familiare esteso che sicuramente aveva una certa importanza vista l’attenzione che veniva

dato allo spazio. Il rapporto tra le diverse famiglie era sicuramente di interazione e cooperazione, anche se sono presenti delle barriere tra le abitazioni a sottolineare la privacy. Nella scala sociale si alternano due cose apparentemente contrapposte: da una parte esiste una organizzazione sociale, perché c’è una struttura più importante e altre meno importanti, dall’altra parte però c’è esattamente l’opposto e cioè che siamo ancora ad un livello piuttosto semplice. Questo perché l’archeologo, a seconda di quello che conviene, tende ad enfatizzare un aspetto oppure un altro. Nella ricostruzione di una delle abitazioni vediamo che la casa è realizzata con argilla, o mattoni crudi e in questo caso si vede lo zoccolo in pietra, quindi c’era la base in pietra e l’elevato in mattoni, il tetto spiovente in paglia.

L’abitato di Seskro Un abitato importante per quanto riguarda il neolitico medio è Seskro in Tessaglia. Abbiamo una struttura molto più ampia. Nella prima fase abbiamo delle strutture rettangolari, in cui notiamo una specie di portichetto, è tripartita (è il primo esempio di quello che sarà il megaron , e cioè la casa con il portico e la stanza centrale), mentre in un’altra casa la terza stanza è stata aggiunta dopo. Le altre case invece sono composte da un unico vano e un muro che potrebbe indicare due aree in cui in una ci sono abitazioni di diverse dimensioni(?). Poi ad un certo punto, con la fase bianca (colore della linea del disegno) vediamo una casa molto grande circondata da muri di fortificazione, quindi ci troviamo di fronte ad un salto qualitativo. Notiamo che un abitato è stato tagliato a metà, nel tagliarlo una parte è stata completamente asportata. Ad un’altra fase appartiene invece il recinto che va sopra la casa rettangolare, tant’è vero che hanno segnato a tratteggio i muri della casa rettangolare in quanto, stando sotto il recinto, non la vediamo. La prima fase appartiene al neolitico medio, detto di Seskro, la seconda appartiene invece al neolitico tardo, detto di Dimini. Il nome indica un tipo di ceramica di un certo periodo, quindi nello stesso sito si possono trovare stili differenti, posso infatti trovare ceramica di Dimini, cioè di quello stile, a Seskro. In una casa del villaggio è stata trovata un’abbondanza di vasi, si tratta di olle. Questa casa, appunto per questa ricchezza di vasi e perché è stato trovato dentro una specie di fornetto, è stata identificata come casa del vasaio, spunto per affermare che c’è qualcuno che si specializza per fare delle cose. La pianta della casa mostra lo zoccolo di pietra, l’elevato in mattoni, delle istallazioni con una specie di fornace e poi quella che si può definire la zona notte in una specie di ammezzato. Si nota una porta che è stata chiusa, quindi c’è stato un cambiamento degli accessi. Il termine specializzazione può avere diversi significati, perché può esserci specializzazione a livello tecnologico, cioè esistono persone che hanno delle capacità tecnologiche maggiori rispetto agli altri o delle capacità artistiche migliori rispetto agli altri, una specializzazione che riguarda solo il fatto che sono più bravi a fare determinate cose. Poi c’è la specializzazione in senso economico, cioè quella per cui c’è una persona che si dedica full-time o part-time a fare quel lavoro avendo in cambio la vendita degli oggetti. La ceramica è dipinta, rosso su fondo nero, rosso e giallo su fondo chiaro o nero su fondo chiaro, motivi lineari. Altre statuine tipiche del neolitico medio hanno gli occhi detti a chicco di caffè

L’Età del Bronzo nel continente Contemporaneamente nel continente l’età del bronzo prende il nome di civiltà elladica e si divide in antico elladico, meso elladico, tardo elladico. Spiegazione materiale iconografico: Nella fase antico elladico c’è una fase iniziale piuttosto lunga (3500 – 2800) che è poco documentata archeologicamente, abbiamo soprattutto resti ceramici, dopo di che c’è un explua che si manifesta con un miglioramento della cultura materiale, sia dal punto di vista della ceramica con la nascita della cosiddetta Salsiera: Vaso tipico dell’antico elladico II. E’ un vaso tondo con una sopraelevazione che termina con un’imboccatura spesso verniciata, per cui si pensa che fosse la parte che veniva posta verso la bocca.

La produzione di questo vaso indica sicuramente che è stato introdotto un prodotto per cui è stato fatto l’oggetto. In questo caso la produzione della salsiera è stata creata in risposta all’introduzione di una bevanda, certamente non acqua. Avendone trovate anche in oro e argento se ne deduce che era il vaso per eccellenza, uno status symbol. Brocca becco rovesciato: L’imboccatura si trova anche nelle brocche, in questo caso la brocca a becco rovesciato che ha un becco molto prolungato verso l’alto. Salsiera panciuta: E’ una delle prime salsiere. E’ un po’ più panciuta, non ha un...


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