Archeologia del Paleolitico riassunto PDF

Title Archeologia del Paleolitico riassunto
Author caterina megalli
Course Preistoria E Protostoria
Institution Università degli Studi di Siena
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Summary

Riassunto molto schematico per quanto riguarda le varie culture che si sono interconnesse durante il Paleolitico....


Description

ARCHEOLOGIA DEL PALEOLITICO La nostra storia viene fatta incominciare con la comparsa del genere Homo, il primo che dimostra di possedere la capacità non solo di utilizzare materiali naturali ma anche di trasformarli in utensili. Seguendo un progetto operativo che presuppone una capacità di astrazione. Ma la crescita dell'uomo come animale pensante non è legata solo alla fabbricazione di utensili ma anche all'articolazione del linguaggio, all'organizzazione sociale e all'interazione con l'ambiente. L'inizio dell'avventura umana è in un ampio intervallo di tempo compreso tra 3,5 e 2,5 milioni di anni. Il periodo delle origini, che va da 2 My fino a 150.000 anni or sono e che comprende le fasi geologiche del Villafranchiano e del Pleistocene inferiore e medio, costituisce un lunghissimo stadio culturale che include gli Astralopiteci e gli esemplari più arcaici dell'Uomo anatomicamente moderno. Fondamentale di questo periodo è la capacità dei gruppi umani di adattarsi alle modificazioni ambientali e di dilatarsi geograficamente sino a colonizzare interi continenti. La fase arcaica del Paleolitico, a partire da circa 2 My, e il successivo stadio detto “inferiore” vedono in Africa l'espansione dell'Homo Habilis e in seguito dell'ergaster: queste due specie rappresentano il più lungo stazio culturale nella storia dell'uomo, ciò significa che ci sono voluti 3 My di anni per raggiungere la capacità cranica moderna. Per questo periodo così antico si sono conservati quasi esclusivamente manufatti in pietra, localizzati per lo più in Africa orientale: sono strumenti ottenuti mediante la scheggiatura di ciottoli o piccoli blocchi di pietra lavorati con azioni di percussione al fine di modificare il supporto litico originario sino ad ottenere un bordo con uno spigolo acuto tagliente ( se viene lavoratrazione viene fatta su una faccia si chiama ciottolo unifacciale, su due invece ciottolo bifacciale). • OLDUVAIANO: con questo termine sono chiamate le più antiche industrie litiche africane il termine è derivato dal giacimento della Gola di Olduvai, in Tanzania, nel quale è possibile riconoscere un processo evolutivo da uno stadio antico ad uno stadio evoluto. Mentre con il termine Preolduvaiano si indica uno stadio formativo dove le tecnologie sono ancora approssimative e vi è uno scarso uso dei ciottoli e dei manufatti scheggiati e dieta vegetariana. La strategia di sussistenza dell'Olduvaiano è legata alla caccia di piccoli mammiferi, raccolta e sfruttamento di carogne. La dipendenza degli uomini ai gruppi faunistici determina il loro nomadismo dei gruppi umani. Questo fa pensare che i siti trovati fossero occupazioni temporanee legate strettamente ai movimenti degli animali che venivano cacciati, uccisi e consumati sul posto. Organizzazione delle comunità in piccoli gruppi. • ARCHEULEANO: questo stadio si fa iniziare introno a 1,7-1,5 My a la differenza tra questa fase e quella precedente sembrerebbe essenzialmente tecnologica, più elaborata con la scheggiatura bifacciale e l'introduzione della simmetria bilaterale. L'Archeuleano acquisisce il controllo delle sequenze di scheggiatura di valutare il rapporto delle materie prime. Il fossile guida di questa fase del Paleolitico inferiore è lo strumento litico denominato BIFACCIALE, o amigdala, ottenuto da un supporto naturale o da una grossa scheggia e caratterizzato da un'estremità più o meno appuntita o leggermente arrotondata. Si tratta di una fase di adattamento, che vede la compresenza in Africa di tipi umani diversi dei quali solo l 'ergaster sopravviverà. La dieta subisce dei cambiamenti assumendo un carattere più ampio verso l'alimentazione onnivora, l'organizzazione dello spazio abitato ora appare più articolata con aree specializzate per specifiche attività i sistemi di comunicazione diventano più efficaci e ciò è testimoniato dall'organizzazione della caccia di gruppo che supera lo stadio della caccia individuale. Vi è una fase antica ( 0,8 My circa), dove il bifacciale diventa lo strumento caratteristico, la sua lavorazione è più accurata, dei nuclei rivelano l'elaborazione saltuaria di una tecnica di scheggiatura predeterminata. La fase recente (0,5-0,4 My) vede una degressione del numero di bifacciali compensata dall'aumento dei manufatti su scheggia, riduzione delle dimensioni un po' ovunque si diffonde una tecnica predeterminata standardizzata ( LEVALLOISSIANA o TECNICA LEVALLOIS:La scheggiatura Levallois implica una preparazione specifica del nucleo: il blocco iniziale di pietra è preparato in modo da ottenere due superfici convesse e secanti. Una delle due superfici è il piano di percussione, l'altra è il piano di scheggiatura. Quest'ultimo è disposto in modo da presentare due convessità che determineranno la forma e le dimensioni delle schegge, le quali hanno un piano di frattura parallelo al piano di intersezione delle due superfici iniziali del nucleo. Consente di stabilire a priori dimensioni e morfologia del prodotto di scheggiatura e di ottenere anche supporti più regolari). Infine, un po' ovunque, è documentato uno stadio tardo dove viene adottata una tecnica di scheggiatura simile a quella levalloissiana: la tecnica discoide con nulcei piatti. Lo stadio archeuleano si caratterizza quindi per un'evoluzione sostanziale delle strategie di sfruttamento delle materie prime litiche, delle tecniche di scheggiatura tendenti ad una migliore predeterminazione dei supporti e della manifattura delle scheggie per ottenere strumenti ben definiti. L'Archeueano rappresenta lo satadio culturale con maggiore estensione cronologica in assoluto ( più di un milione di anni) e anche geografica ( Africa, Europa e Asia).

IL PALEOLITICO INFERIORE dall'Africa, culla dell'umanità, partono gruppi umani che raggiungono l'Asia e l'Europa già tra 1,8-1,3 milioni di anni or sono. Si tratta di migrazioni che probabilmente non hanno dato seguito a colonizzazioni durature. La colonizzazione stabile dell'Eurasia avviene a partire da circa un milione di anni or sono a opera dell'HOMO ERGASTER che si evolve in HOMO HEIDELBERGENIS in Europa e in HOMO ERECTUS in Asia. In EUROPA: i complessi litici di questa fase antica del popolamenti in Europa non sono omogenei, il tecnocomplesso standard è quello dei choppers più o meno abbondanti denominato “CULTURA DEL CIOTTOLO”. Il Paleolitico inferiore europeo comprende alcuni stadi glaciali intervallai da periodi di miglioramento climatico relativamente brevi. Caccia e raccolta costituiscono il regime di sussistenza primario, sembra aumentare il repertorio delle prede. L'abbattimento sistematico di prede di grossa taglia prevede un'organizzazione collettiva della caccia che è spiegabile solo pensando ad una buona struttura sociale e ad una buona conoscenza del territorio e del comportamento degli animali. Sembra vi sia una coesione di gruppo più forte attestata dall'ampiezza e dall'organizzazione delle abitazioni. La documentazione relativa alle armi è pressoché assente: lo strumentario di questo periodo è di dimensioni medio-piccole e quindi inadatto ad attività di caccia di grandi mammiferi, dobbiamo ipotizzare l'utilizzo di manufatti in legno o osso come armi da lancio oppure l'impiego di trappole. Gli abitati a durata stagionale e talora rioccupati periodicamente hanno una certa estensione, la costruzione di ricoveri coperti con materiali deperibili è attuata con l'erezione di sostegni lignei verticali dei quali restano solo fori di alloggiamento nel terreno. In alcuni siti sembra attestata la suddivisione dello spazio in funzione della lavorazione della pietra. I gruppi umani del Paleolitico inferiore non dovevano superare i 50 individui. Si ha il CONTROLLO DEL FUOCO, una fase importante che si data a circa 400.000 anni fa: le strutture di combustione sono molto semplici, si tratta di di piccole cavità scavate nel terreno dove viene alloggiato il combustibile oppure di focolari accesi direttamente sul piano d'uso circondati da pietre. Non sono attestate con certezza pratiche rituali nei confronti dei defunti, sembra attestata però la conservazione di reliquie tratte da defunti. Le produzioni litiche non sono omogenee su tutto il continente europeo, si registrano due principali filoni industriali: • ARCHEULEANO: è caratterizzato dalla produzione di strumenti bifaciali. L'articolazione e l'evoluzione dell'Archeuliano appare variabile regionalmente. Da ricordare la tecnica di scheggiatura Levallis. • CLACTONIANO e TAYAZIANO: questo filone si diffonde maggiormente in Occidente e sul Mediterraneo ed è caratterizzato da una scheggiatura elementare e non predeterminata, comprendente due aspetti originali. Il Claconiano con manufatti grandi, il Tayaziano con strumenti di dimensioni ridotte. I due aspetti sono omologati da una lavorazione sommaria che dà origine a ritocchi denticolati prevalenti. ITALIA: la cultura del ciottolo compare in Italia in epoca remota; le materie prime utilizzate sono varie, genericamente vengono sfruttati gli alvei fluviali o di spiagge marine ricche di ciottoli, eccezionale l'impiego di liste o di piccoli blocchi di selce di affioramento. Nella fase antica l'Archeuleano è documentato su tutta la penisola e lungo i due versanti: spesso l'estremità basale non è lavorata, aspetti comuni a tutte le industrie sono la presenza di choppers e l'assenza di una scheggiatura predeterminata. Il Tayaziano antico italiano è noto sulla base di tre sole evidenze, ma tutte in giacitura primaria che denotano un modello tecnologico di base omologabile a quello dell'Europa ocidentale. La cronologia del Tayaziano antico italiano risale generalmente al glaciale di Mindel in un'epoca in cui la penisola era ancora interessata dalla diffusione della Cultura del Ciottolo. Parallelamente si sviluppa nel medesimo stadio arcaico il filone del CLACTONIANO ANTICO: rispetto al Tayaziano si hanno manufatti più grandi e tipologicamente più generici con una certa predeterminazione del supporto. La fase recente dell'Archeuleano, Clactoniano e Tayaziano sono caratterizzati dall'adozione della tecnica Levallois con una lavorazione più accurata dei bifacciali e scomparsa dei choppers. Caratteri comuni sono la tecnica non predeterminata e l'introduzione, come nel Tayaziano, di un sistema di ritocco embricato più elaborato. All'uomo del Paleolitico inferiore si devono le prime esperienze di navigazione che hanno portato al popolamento dell'arcipelago indonesiano e, in ambito mediterraneo, della Sardegna ( Clactoniano) durante la regressione marina nelle fasi glaciali

IL PALEOLITICO MEDIO Il Paleolitico medio ha visto la diffusione dell'UOMO DI NEANDERTHAL, considerato l'autore del filone detto MUSTERIANO il cui segmento storico si estende tra 130.000 e 40.000 anni fa circa. In termini di cronologia alpina il paleolitico medio si fa coincidere con LA PRIMA PARTE DELLA GLACIAZIONE WURMIANA ( evento climatico fondamentale avvenuto nel corso del Pleistocene superiore) che comprende due picchi freddi principali: il così detto PRIMO PLENIGLACIALE, intorno a 70.000 anni or sono che cade nel Paleolitico medio e il SECONDO PLENIGLACIALE, intorno ai 24.20.000 anni fa, durante il Paleolitico superiore. La prima fase interessa la diffusione dell'Homo neanderthaliano in Europa. • MUSTERIANO: si presenta come un insieme articolato di aspetti culturali regionalmente differenziati. La fase climatica interglaciale porta un clima molto mite e notevoli cambiamenti: il livello del mare sale sensibilmente e si sviluppano in tutta Europa aumentano gli spazi forestali e nuovi spazi si aprano laddove l'aumento della temperatura porta alla diminuzione delle aree glacializzate. Esaurita questa fase climatica favorevole durante la quale i Neanderthal si diffondono nel Vecchio Mondo inizia una serie di oscillazioni climatiche che culminerà con il Primo Pleniglaciale. Le foreste si trasformano in un habitat principalmente steppico con l'ampliamento della calotta artica fino all'Europa centrale e i livello del mare si abbassa notevolmente. I Neanderthaliani europei appaiono come una specie che è riuscita ad adattarsi ad un lungo periodo di forte rigidità climatica ma il clima avverso non ha limitato la capacità di espansione che hanno lasciato la loro traccia dal Vicino Oriente sino alle coste atlantiche, sino alle regioni occidentali dell'asia ma anche dellAfrica. I Neanderthal sono cacciatori di animali di grande e piccola taglia, si muovono in gruppo con strategie non troppo diverse dal Paleolitico Inferiore. Le armi erano da lancio con strumenti funzionali in pietra, ma ipoteticamente anche in osso o legno come giavellotti e faceva uso di trappole, l'attività di pesca non è documentata ma forse per carenze archeologiche. Vi è attestato l'uso dei molluschi per creare strumenti. Dal punto di vista della società essa è più complessa rispetto al passato e la presenza di siti specializzati nella lavorazione delle materie litiche potrebbe essere connessa ad una suddivisione dei ruoli del lavoro. La GROTTA è un prezioso luogo di ricovero in quanto il microclima interno è certamente più accogliente di quello esterno; questi spazi riparati, contesi spesso con felini e orsi, sono stati strutturati con aree di combustione, zone destinate alla scheggiatura o altre attività. Fori di palo o allineamenti di pietre sembrano indicare una strutturazione capillare dello spazio in grotta. Il FUOCO, ormai facente parte delle risorse abituali, è acceso in strutture di combustione di solito molto semplici, poste direttamente sul suolo o in piccole fossette poco profonde talora circondate da pietre. Per quanto riguarda le produzioni litiche si coglie una sorta di passaggio graduale da alcuni aspetti tardotayaziani a nuovi assetti industriali; non è l'introduzione di nuovi strumenti ma l'enfatizzazione di conoscenze già acquisite e l'adozione privilegiata di alcuni manufatti a scapito di altri, fatto che porta a variazioni quantitative di tipologie già in uso piuttosto che a trasformazioni qualitative. Aggiunta di stili di lavorazione dei bordi mediante ritocco che sembrano avere valenza geografica. Per quanto riguarda la spiritualità le informazioni disponibili sono rare e limitate ad alcune esperienze grafiche su oggetti mobili ma soprattutto all'avvio di pratiche funerarie. ITALIA: la nostra penisola ha accolto i Neandertaliani in espansione verso l'Europa sin dai primi episodi delle loro migrazioni nel continente e quando ancora il territorio era abitato dalle ultime comunità di heidelbergensis. Si diffondono su tutta la penisola senza però raggiunger gli ambienti insulari spingendosi in zone montane appenniniche, alpine e prealpine; la grotta diventa lo spazio abitativo preferito, in essa si rifugiano gruppi non numerosi sia con stanziamenti di lunga durata o con bivacchi legati alle battute di caccia. I Neanderthaliani italiani sono molto legati al territorio e quindi alla scarsa mobilità, spostamenti maggiori sono documentati in aree prossime ad affioramenti di selce di buona qualità. Le due grandi macroaree della penisola, quella centrosettentrionale e quella centromeridionale mostrano alcune tendenze particolari a carattere regionale. Toscana, Liguria e Veneto da un lato, Marche e Abruzzo; l'area laziale come zona di diffusione di una tendenza particolare dello CHARENZIANO; Campania e Calabria; tre zone distinte della Puglia. Il Musteriano di queste due ampie province mantiene caratteri peculiari e originali durante la prima fase ed è solo nel Musteriano recente che si registra una diffusione della tecnica Levallois da nord, dove era caratterizzante, verso sud e la sua adozione pressoché ovunque. LA PRATICA FIGURATIVA dei neanderthaliani: si tratta d semplici segni geometrico-lineari incisi su frammenti ossei di gruppi di linee ravvicinate e blocchetto di ocra chiaramente grattato per ricavare la polvere colorante. Le dimensioni degli oggetti incisi sono ridotte, comprese tra i 2 e i 7 cm, vi sono tre motivi principali: il MOTIVO LINEARE, i MOTIVI SPECIALIZZATI e quelli A SCANSIONE. E' difficile dire se queste incisioni avevano carattere simbolico o utilitaristico. IL RITO FUNERARIO: i Neanderthaliani introducono l'INUMAZIONE che poi viene proseguita dai sapiens con una maggiore complessità, veniva praticata nei medesimi siti dove si svolgevano le attività quotidiane e al di

sopra delle fosse funerarie continuava la vita della comunità. In epoca paleolitica vi è una sola pratica funeraria è cioè la conservazione del cadavere in fossa. Convivenza con la morte. Per i neanderthaliani non esiste un canone unico di deposizione del defunto all'interno della fossa; il corpo veniva disteso rannicchiato sul fianco con braccia e gambe piegate, disteso sul fianco con gli arti fortemente flessi, una valenza forse simbolica potrebbero essere delle pietre presenti in alcune fosse, sia singoli blocchi sia un discreto numero, a meno che queste pietre non servissero per difendere il corpo da possibili predatori, sembrano però presenti delle rare offerte di parti di animali. Non è stato rilevato un criterio di inumazione né legato al sesso ne all'età. Forme di cannibalismo sono ascritte acune documentazioni musteriane comprendenti resti umani frammentati e recanti tracce di colpi e di bruciature.

IL PALEOLITICO SUPERIORE: LA FASE ARCAICA Il Paleolitico superiore corrisponde all'arrivo in Europa della specie Homo sapiens intorno ai 40.000 anni fa e alla sua evoluzione culturale sino alla fine del Pleistocene. L'arrivo dell'uomo anatomicamente moderno diede avvio nella fase arcaica del paleolitico superiore ad un processo di profonde trasformazioni sia nella attività utilitaristiche che simboliche. Dopo il Primo Pleniglaciale si hanno delle oscillazioni temperate ( INTERSTADI) alternati a periodi più rigidi con una tendenza dell'abbassamento delle temperature che trova il suo apice con il Secondo Pleniglaciale wurmiano. Tra 40-35.000 mila anni fa ( INTERSTADIO DI HENGELO) gli habitat sono alquanto variabili ma ovunque vi è un paesaggio scarsamente forestato. Dopo l'Interstadio di Hengelo arriva un picco colimatico freddo seguito a sua volta da un nuovo interstadio temperato tra 32-30.000 anni or sono, da una nuova fase fredda durata circa mille anni e infine da un'interstadio detto di KESSELT. Dopo diecimila anni dall'arrivo dei sapiens in Europa i Neanderthaliani subiscono la completa estinsione. I sapiens hanno gruppi più ami e articolati, migliori sistemi di comunicazione tra gruppi e tra comunità, capacità di aggregazione sociale, decisamente più produttive le strategie di lavorazione delle materie prime. Il primo filone di sapiens apparso in europa prende il nome di AURIGNAZIANO. Possiamo individuare nel paleolitico superiore arcaico due fasi: una iniziale nella quale in Europa sotto il dominio delle culture neanderthaliane fanno la loro comparsa precoci innovazioni dei sapien; un secondo momento, nel quale avviene la totale sostituzione delle specie Neanderthal e la diffusione della nuova cultura aurignaziana....


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