PDF - Schede archeologia romana PDF

Title PDF - Schede archeologia romana
Course Archeologia e storia dell’arte romana
Institution Università degli Studi di Milano
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Riassunto delle schede di archeologia romana "L'arte dell'antichità classica"...


Description

SCHEDA N. 37

POMPEI: TEATRO E ODEION Di origine ellenistica → l’edificio teatrale romano e italico si sviluppa nel corso del II sec. a.C. Alla città di Capua va attribuito il primo teatro non scavato nelle pendici di un colle → theatrum exaggeratum (su costruzioni) Pompei → fasi dal teatro di tipo ellenistico-orientale a quello di tipo ellenistico-italico: - orchestra semicircolare - parodoi coperte - due parascenii (versurae) Sorge sulle falde dell’acropoli attorno alla fine del III sec. a.C. Fine del II sec. interviene la prima grande trasformazione → parascenii obliqui con una scaenae frons rettilinea, dotata di cinque aperture; nell’orchestra veniva allocato un bacino per giochi d’acqua negli intervalli 82 a.C. → sopraelevato il logeion (2 m) e coperto con volte il passaggio delle parodoi, ampliando così la cavea fino ai parascenii Pichi anni dopo → definitivo assetto dell’edificio: avanzando il pulpitum e arretrando la frontescena; vennero posti gradini nella summa cavea Accanto al teteatro, i due magistrati C. Quinzio Valgo e M. Porcio costruirono un theatrum tectum → piccolo odeo dalla cavea iscritta dentro un quadrato destinato a sostenere la copertura Semplice frontescena con tre porte – parodoi coperte Modello ispiratore: bouleuteria ellenistici Presenza, fin dalla prima fase del teatro, di un porticus pone scaenam → passeggiare, riparo dalle intemperie durante gli spettacoli. Alla fine della vita di Pompei era divenuto sede di esercitazioni per gladiatori

SCHEDA N. 38

POMPEI: TERME STABIANE Sorte nel II secolo a.C. Sfruttano l’impianto di una palestra con stanze da bagno del secolo precedente Primitivo impianto prevedeva la suddivisione in due settori con ingressi distinti per gli uomini e per le donne (nella metà sud e nella metà nord del blocco ad oriente del cortilepalestra) Al centro → praefurnium, semisotteraneo comune ai due settori Spogliatoio – tepidarium – calidarium in ciascuno dei due settori Prima fase 150 a.C. Dopo la deduzione della colonia: generale ammodernamento delle strutture con il restringimento della palestra per la costruzione di un destrictarium, lunga sala aperta sul lato NE del portico ove era possibile detergersi il corpo dopo la palestra; e il laconicum, sala circolare con nicchie e copertura a cupola per le sudationes Tra quest’epoca e il 79 d.C. → creazione di una natatio al centro del lato O della palestra, la ristrutturazione del laconico e la costruzione di un’abside nel calidario maschile Epoca posteriore del terremoto → bella ma incompiuta decorazione a stucco Sono ben visibili le origini ellenistiche dell’edificio che presenta solo bagni caldi e ambienti destinati all’esercizio atletico strutturati come mera giustapposizione di ambienti (no architettonicamente)

SCHEDA N. 39

POMPEI: LA CASA DEL FAUNO

La ricchezza conquistata dalla classe dirigente nel corso del II sec. a.C. con i bottini asiatici e lo sfruttamento di enormi masse di manodopera servile, si manifesta anche a livello privato La più grande e nobile di tutte Appartenuta, nel periodo sannitico (120 a.C. ca.) ad una famiglia aristocratica locale (forse il nipote di Silla) Si svolge, nella sua parte anteriore, in due quartieri collegati fra loro, ma con ingressi distinti sulla via dove si aprono botteghe date poi in affitto A sinistra → quartiere principale con: un grande atrio toscanico (4) caratterizzato dall’impluvium, dai cubicula (3) sul lato sinistro, dalle alae (5) che prolungano a T l’atrio e sul fondo due triclini, uno autunnale (7) e uno estivo (8), e dall’esesdratabilno (6). Altro impianto comunicante → atrio tetrastilo (9) munito di piccole stanze sulla destra Attraverso il cubicolo autunnale si accedeva al primo peristilio (10) sul cui fondo erano la grande esedra con il mosaico di Alessandro (13) e un triclinio estivo (14). Sul lato destro si situavano i servizi, un bagno (11) e la culina (12). Uno stretto passaggio faceva accedere al secondo e più grande peristilio dorico (16) con un secondo ordine ionico verso la casa Sul fondo è il posticum (17), l’uscita secondaria Decorazione parietale → in stile ad incrostazione finissima Pavimenti → emblemata ellenistici a mosaico policromo Grande ricchezza nell’arredo e nella decorazione architettonica Grande dilatazione di spazi, dovuta alla presenza di peristili

SCHEDA N. 42

ROMA: “ARA DI DOMIZIANO” Parigi, Louvre – Monaco, Gliptoteca Dal tempio romano sul quale è sorta la ciesa di S. Salvatore in Campo e che è stato identificato con il Tempio di Marte o di Nettuno in Circo Flaminio, provengono 4 lastre che costituivano una base: Nettuno, Anfitrite, Achille e le Nereidi Secondo Plinio, opera di un certo Skopas Base con pilastrini angolari, reca sui tre lati un thiasos che celebra le nozze di divinità del mare: Nettuno e Anfitrite su di un carro trainato da Tritoni. Tritoni e Nereidi in corteo nuziale Tradizione ellenistica e neo attica Quarto lato → celebrazione di un lustrum censorio, ispirato alla mentalità celebrativa e narrativa romana Al centro la scena culminante: presso un altare, sono a sinistra il dio Marte e a destra il censore sacrificante assistito da tre camilli e due suonatori posti alle spalle di Marte. Da destra procedono le vittime: scrofa, pecora, bue; dietro

l’ultima vittima capite velato, procede un vexillum che apriva la processione Due soldati a sinistra e due soldati a destra → allusione al popolo in armi Altri due gruppi all’estrema sinistra Le scene illustrano tutti gli atti salienti del lustrum e la presenza e l’atteggiamento di ogni singolo personaggio sono studiati allo scopo di illustrare in maniera chiara e inequivocabile che quella può essere solo la cerimonia di lustrum Stilisticamente presenta diversità sostanziali dagli altri tre → prima rappresentazione della cerimonia in bassorilievo tradizione iconografica plurisecolare Datatzione → prima della riforma mariana dell’esercito (107 a.C.)

SCHEDA N. 43

ROMA (?): ACROLITO FEMMINILE Roma, Museo Capitolino (0,74 m) Probabile provenienza urbana, riadattata sul busto e fortemente lisciata in volto Buon esempio della scuola degli artisti neo attici attivi a Roma dalla metà del II sec. a.C. in poi Ispirata a modelli di età classica → produzione di Prassitele La dea, forse Giunone, ha il capo leggermente inclinato verso sinistra, le labbra socchiuse, i piani facciali interamente risolti nella superficie ovale e sfuggente, i grandi occhi con i cavi orbitali vuoti destinati ad ospitare l’occhio in pasta vitrea; sulla chioma, un basso diadema Testa cava all’interno Risulta tagliata dopo le orecchie Produzione di Polycles È possibile che l’acroterio capitolino sia la statua di culto di Giunone Regina che, insieme a Giove Statore, stavano nel portico di Ottavia, eretti e ricostruiti nel 146 a.C. da Metello Macedonico

SCHEDA N. 47

ROMA: RITRATTO DI POMPEO Copenaghen, Gliptoteca (0,26 m) Trovato nella tomba dei Licini È una copia di tarda età tiberiana di un archetipo degli anni 60-50 a.C. Appare solidamente costruita dal punto di vista plastico → contrasto tra la capigliatura a lunghe ciocche culminanti nella ciocca ribelle centrale e il resto delle fattezze del volto tutte trattate con morbidezza Nuova concezione del ritratto classicistico augusteo Artista: Pasitele (ma senza nessuno riscontro nelle fonti)

SCHEDA N. 49

ROMA, BASILICA EMILIA: FREGIO “STORICO” Roma, Antiquarium Farnese (0,74 m) Dagli scavi della Basilica Emilia nel Foro Romano provengono numerosi frammenti di un grande fregio che decorava l’architrave del primo ordine interno dell’edificio Alcune lastre → episodi delle origini di Roma: la gioventù di Romolo e Remo, la fondazione di Roma, le nozze di Romolo e la fondazione di una colonia romulea (forse Cameria) Qui si trovava la scena della punizione di Tarpea → al centro, da una parete rocciosa spunta l’eroina che subisce la lapidazione. La fanciulla è semisepolta dalle armi che tre Sabini recano o gettano sul tumulo. Sulla sinistra un personaggio barbuto (Marte / Tito Tazio) vestito di corazza, elmo e ampio mantello assiste alla scena.

La scena è costruita con palese chiarezza esplicativa della narrazione, le figure paratatticamente disposte e con abbondanza di dettagli paesistici e ambientali Lo stile mostra una notevole dose di eclettismo La cronologia è molto controversa → oscilla tra età cesariana e epoca augustea, tiberiana e flavia Il fregio, nel retro ha tracce di un complesso lavoro di riadattamento Il marmo è greco, pentelico → avvicinabile ai resti della ricostruzione del tempio di Saturno di Planco della Regia di Calvino e dell’arco Partico di Augusto, pertanto da attribuire al rifacimento del 54-34 a.C. ma. È probabile che appartenesse alla ricostruzione dell’87 -78 a.C. che doveva aver interessato l’interno Una datazione in età sillana soddisfa i caratteri stilistici rilevati e i dati obiettivi delle fonti come del marmo Fu smontato e reinserito nella ricostruzione del 54-34 a.C. riadattando le lastre alle nuove dimensioni del fregio

SCHEDA N. 50

ERCOLANO, CASA “SANNITICA”: PARETE DI I STILE Prima metà del II sec. a.C. → diffondersi del lusso e dell’agiatezza tra l’aristocrazia dà l’avvio all’uso di dipingere le pareti anche delle case Tipo di decorazione → ornare gli interni e gli esterni con la riproduzione in stucco, policromo e non, di una muratura isodoma con anathyrosis su alto zoccolo e con cornici di coronamento in stucco scandita da pilastri partenti da terra Ampiamente diffuso anche a livello privato nel mondo ellenistico sin dal III sec. a.C. Attraverso Roma e Delos, la tradizione si diffonde in tutto il mondo italico più progredito A Pompei ed Ercolano → stile ad incrostazioni o strutturale ci è noto in bei esempi Cura nell’esecuzione dei bugnati e delle cornici a dentelli in stucco e nella ricca policromia imitante marmi rari e preziosi

SCHEDA N. 51

ROMA, CASA DEI GRIFI: PARETE Roma, Antiquarium Palatino Ultimo quarto del II sec. a.C. → progressiva sostituzione di imitazioni pittoriche dei sistemi decorativi “strutturali” alle più costose e complesse pareti in stucco Contemporaneamente a queste pareti di finto marmo vanno aggiungendosi avancorpi a colonne con propri architravi connessi con tradizioni architettoniche note in aule e ninfei pubblici e privati Inizio del II STILE o stile architettonico Parete nella Case dei Grifi sul Palatino si vedono le prime mosse di questo nuovo stile illusionistico Contro una parete chiusa riquadrata da alte lastre di onice, cipollino e porfido e conclusa da una fila di ortostati e da una cornice a dentelli, è un podio continuo decorato a cubi prospettici, dal quale sporgono prospettiche basi di colonne ornate da rombi su sfondo scuro Su queste basi poggiano colonne dai rocchi a bugne e dai capitelli composti ionico-corinzi che sorreggono l’architrave dalla quale è visibile prospetticamente la parte inferiore La cronologia della casa è controversa Tecnica edilizia: opus incertum Pavimenti in bianco e nero a mosaico finissimo Presenza in altre stanze di decorazioni a stile strutturale Ci inducono a collocare la decorazione della casa intorno al 120-110 a.C.

SCHEDA N. 53

POMPEI, VILLA DEI MISTERI: SALONE CON SCENE MISTICHE Grande villa suburbana Prende il nome dalla decorazione del grande salone aperto sul portico e comunicante con un cubicolo doppio Nella parte d’ingresso e sulla parete adiacente della parete destra → scena di toeletta nuziale di una giovane assistita da un’ancella e due eroti alla presenza di una matrona Una serie di scene ad argomento rituale e mitico che si svolgono secondo un ordine logico sulla lunga parete sinistra, su quella di fondo e su parte di quella destra

L’ordine prevede la lettura del rituale da parte di un fanciulletto ignudo alla presenza di due matrone, un sacrificio effettuato da una donna seduta assistita da tre inservienti e una parte mitico-estatica in cui figurano al centro Dioniso e Arianna, attorniati da sileni, satiri, Panische e Menadi Sequenza temporale / ipotesi che tutto l’insieme sia contemporaneo con la sola distinzione tra la prima parte (la toeletta) e la seconda (i misteri) Tutte le scene sono immaginate in svolgimento su di una specie di podio ed hanno come sfondo la parete a finta incrostazione marmorea Figure concepite con notevole monumentalità e sobrietà chiaroscurale e cromatica Formazione del pittore → pittore eclettico, incline al classicismo, ma sempre operante nella scia della tradizione dell’ellenismo tardo

SCHEDA N. 54

BOSCOREALE, VILLA: CUBICOLO New York, Metropolitan Museum Villa campana di Fannio Sinistore a Boscoreale II STILE POMPEIANO Cubicolo → la decorazione si articola in tre parti, due simili per ciascuno dei lati lunghi ed una su quello breve Lato lungo → prospetto scenografico tripartito: -

Nella parte centrale compare una prospettiva terminante in naiskos da giardino cui si accede da un cancello raffigurato chiuso

-

Nelle due laterali, un prospetto di casa avanti alla quale sono piccoli altari e un simulacro su colonna

-

Nella parte restante è un prospetto sfondato di colonne e timpano, oltre i quali si apre un cortile porticato con una tholos centrale

Parete di fondo → tripartita; visione di giardini con fontane, pergolati e grotte fra la verzura Pareti laterali → scena comica e una scena tragica, mentre su quella di fondo sarebbe una scena di dramma satiresco Tentativi di identificazione non sono fondati Notevole contaminazione nell’impiego di scenografie diverse e non omogenee, senza un particolare rigore logistico e compositivo, nell’ansia di rendere sempre più fastoso e arioso l’ambiente Sviluppo → progressivo sfondamento della parete, ma a danno della coerenza decorativa Collocata uno o due decenni dopo la Villa di Misteri, intorno al 60 a.C.

SCHEDA N. 57

ROMA: FORO DI CESARE Progettato nel 54 a.C. e forse iniziato nel 51 a.C.; inaugurato durante il grande trionfo del 46 a.C. dopo che a Farsalo Cesare aveva fatto voto di dedicare a Venere il tempio del nuovo foro Completamento dell’opera in epoca augustea Costruito presso l’angolo N-E del vecchio foro romano Grande piazza (75 x 160 m) colonnata su tre lati, conchiusa da un alto muro perimetrale a blocchi di peperino Alle spalle del colonnato si disponevano una serie di botteghe di pianta irregolare a tre piani con copertura in legno Al centro del foro ea una grande statua equestre di Cesare Nel fondo del foro sorgeva il grande tempio in marmo di Venere Genitrice → periptero sine postico esastilo corinzio su alto podio con scale laterali e fronte decorata da due bacini quadrati di una fontana Nella cella absidata: statua di culto opera dell’artista neoattico Arkesilas Dell’originale struttura rimangono: l’impianto generale del foro e le botteghe, del tutto rifatti sono il tempio e il colonnato, con l’aggiunta nell’angolo occidentale, di un portico a pilastri voltati adibito a basilica Argetaria

Restauro venne inaugurato nel 113 d.C. da Traiano, opera forse iniziata da Domiziano. Incendio nel 284 d.C. portò ulteriori restauri ed all’erezione di due grandi archi laterizi onorari all’estremità del colonnato del pronao Il primo dei fori imperiali di Roma costituì il modello dei successivi → impianto a piazza colonnata conclusa nel alto minore da un tempio: la sollecitazione in profondità con la fuga assiale dell’architettura è una ricerca di tipo prospettico che proprio nella pittura decorativa di quest’epoca trova il suo culmine; anche questa esperienza va ricondotta ad esigenze di tipo ellenistico

SCHEDA N. 58

ROMA: FORO ROMANO NELL’ETÀ DI AUGUSTO Anno: 12d.C. (disegno augusteo di ristrutturazione) Funzione: esaltazione e propaganda della Gens Iulia Descrizione: Il lato SE vede la creazione della aedes Divii Iulii, tempio ionico esastilo su alto podio, dell’arco di Augusto e di un portichetto di raccordo con la basilica Emilia intitolato a Gaio e Lucio Cesare A SO vediamo la basilica di Gaio e Lucio Cesare che, sorta al posto dell’antica basilica sempronia e delle Tabernae Veteres, aveva la forma di una grande aula a due piani ed era circondata da due file di portici ad archi su due ordini inquadrati da semicolonne e l’arco aziaco ad un solo fornice, sostituito da quello partico a 3 fornici. Questo lato, che veniva ad essere il vero lato di fondo del foro, escludeva dalla vista i monumenti della Roma arcaica (Regia, tempio di Vesta); nel 7 a.C. Tiberio ricostruisce il tempio dei Castori (grandioso edificio di 8x11 colonne corinzie su altissimo podio) Il lato corto opposto (NO) comportava la risistemazione del comizio: fu ricostruita la curia hostilia attaccata all’angolo SO del foro di Cesare con il nuovo nome di curia Iulia, mentre Tiberio nel 10 a.C. ricostruisce il tempio della Concordia Il lato NE comprendeva la basilica Emilia , ricostruita sì nel nome degli Emilii, ma con il denaro degli Iulii.

SCHEDA N. 60

ROMA: FORO DI AUGUSTO Dopo la morte di Cesare, inizia il cantiere del Foro di Augusto. La conoscenza dello sviluppo del foro è parziale, poiché la parte meridionale della piazza è fortemente incerto riguardo la sua ricostruzione e ciò comporta anche l’ignoranza della posizione degli accessi alla piazza. È un monumento di carattere privato, poiché il terreno venne acquistato regolarmente. Il Foro si trova perpendicolarmente (ruotato di 90°) rispetto al Foro di Cesare, al fine di sfruttare al meglio lo spazio, delimitato dalle pendici dei colli e dalla strada dell’Argileto. Ciò permette anche di avere una superficie più larga ma meno profonda rispetto a quello di Cesare. Non sappiamo come furono disposti gli ingressi, si suppone che per accedere alla piazza bisognasse entrare dal foro di Cesare oppure che il foro fosse un pochino più corto, da permette la costruzione di una piccola strada per accedervi direttamente senza passare da quello di Cesare.

La piazza è più larga e ulteriormente dilatata da due enormi esedre, enormi ambienti semi circolari. La piazza è rettangolare e sui due lati lunghi presenta portici corinzi sormontati da un alto attico. Alle spalle dei portici sono due esedre adorne di nicchie inquadrate da semicolonne Esedra NO → statua di Enea; gruppo che raffigurava l'inizio della storia della fondazione di Roma con Enea Nell'esedra sinistra c'erano i re di Albalonga e i membri della famiglia Iulia tranne Cesare Nell' esedra destra c’era una statua di Romolo, in abiti da vincitore, affiancato dai Summi Viri ovvero i grandi romani del passato. Al centro di tutto programma iconografico c'è Augusto, come se la storia romana, inevitabilmente portasse a lui, come se fosse l'erede di entrambe le linee. Ulteriormente ribadito dal fatto che nel frontone si trovavano praticamente gli stessi personaggi, come a completare il programma. Nel fondo del portico di NO è un’aula sfarzosamente decorata di marmi e con gli incassi nelle pareti per due celebri tavole di Apelle poste da Claudio Alle spalle dell’aula, è un complesso di piccole stanze di servizio attorno ad una corte porticata In fondo alla piazza → Tempio periptero sine postico di 8x8 colonne corinzie, su altissimo podio dalla scalinata frontale racchiudente l’altare All'interno del tempio la statua di Marte è affiancata da Venere genitrice (madre di Enea) e il Divo Giulio. Dal punto di vista architettonico, i resti del foro sono grandiosi, rimane il gigantesco muro di fondo alto oltre 20m in tufo refrattario al fuoco e bande in travertino. Isolava la piazza dalla suburra (quartiere popolare, affollato di case facilmente incendiabili). La superficie del tempio dedicato a Marte Ultore (Vendicatore sugli assassini di Cesare) è tutto all’interno della piazza, facendo diminuire lo spazio del foro stesso. I lavori del foro iniziarono nel 42 a.C. perché Augusto promise la dedica del tempio a Marte Ultore, al quale aveva promesso, in caso avesse vinto contro i traditori di Cesare (battaglia di Filippi: Ottaviano, che diventerà Augusto, e Antonio, contro Bruto e Cassio), avrebbe costruito un tempio a suo nome. Il complesso venne inaugurato nel 2 a.C., ovvero 40 anni dopo, e al momento dell’...


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