Libro- oltre le parole, Unni Wikan - Vivere l\'etnografia PDF

Title Libro- oltre le parole, Unni Wikan - Vivere l\'etnografia
Author Giada Tolomei
Course Antropologia Culturale
Institution Università degli Studi di Padova
Pages 6
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Summary

riassunto dell'estratto "oltre le parole" di Unni Wikan.
insegnamento di antropologia culturale, preso Unipd dell'anno accademico 2017/2018....


Description

OLTRE LE PAROLE. IL POTERE DELLA RISONANZA Si fa riferimento al popolo balinese per tutto il capitolo e nello specifico di un incontro tra una sua amica musulmana accanita e un balian indù. I balinesi credono nella magia nera, che si potesse parlare con le anime dei morti e così via.. ma ciò non toglie che a prima vista sembrano come noi.

TRADUZIONE Alcuni balinesi proposero una teoria della traduzione essa Wikan l’ha collegata ad un’altra teoria del linguaggio e della comunicazione di Davidson ed elaborata da Rorty. Non meno importante bisogna definire il concetto di cultura se si vuole contribuire a costruire un mondo basato su un’ampia comprensione fra i popoli. Le due teorie sopra citate hanno in comune il fatto di ANDARE OLTRE LE PAROLE, guardare al di là delle apparenze per giungere a ciò che vi è di comune nelle esperienze umane 1  capacità di pensare a persone estremamente diverse da noi comprendendole nella sfera del noi.

LA CONVERGENZA DELLE LINGUE “Lui dice Karma pala, io dico taqdir- è la stessa cosa!” Il karma pala è la dottrina della reincarnazione, secondo la quale ciascuno di noi in questa vita è determinato dalle aioni nelle vite precedenti. Per i musulmani invece c’è solo una vita, taqdir e si riferisce solo all’onnipotenza di Dio nel decidere quale corso quella vita dovrà prendere. Wikan non crede a quello che sta vedendo e ascoltando, pensava solo che la sua amica fosse alla ricerca di un sollievo e quindi desse ragione a ciò che il balian aveva detto, ma per i musulmani non può esistere nessun giuramento che gli antenati possano aver fatto che vada ad influenzare così tanto la vita presente, perché questo potere ce l’ha solo Dio. …. Ma, se le parole non hanno in realtà significati fissi e immutabili, ci dovranno pure essere dei limiti alla possibilità di manipolarle. Lei era andata oltre le parole, era Winkan a trovarsi in una condizione di svantaggio, perché rimane incollata al significato stretto delle parole.

RISONANZA E COMPRENSIONE 1 Una teoria dell’essere nel mondo e comprenderci l’un l’altro, non di linguaggio in quanto tale.

Creare una risonanza2 tra il lettore con il testo, però per prima cosa doveva creare la risonanza in se stessa. “senza risonanza non ci può essere comprensione, né vera conoscenza. La risonanza richiede sia il sentimento che il pensiero” I balinesi fanno distinzione fra feeling, il sentimento e il pensiero, ma sono considerati entrambi parte di un unico processo che traducono con feeling-pensiero. Per loro è impensabile pensare senza il cuore. L’idea principale è che sentimento e pensiero siano fusi tra di loro; “se uno non ha il cuore con cui pensare, i suoi occhi saranno ciechi”. Senza il sentimento è impossibile penetrare a fondo, secondo i balinesi, quando non si usa il sentimento si basa la conoscenza su fondamenta che si sgretolano da sole. La risonanza richiede qualcosa da entrambe le parti per comunicare sia dal lettore che dall’autore. Cercare di afferrare significati che non stanno nelle parole, ma sono evocate nell’incontro di un soggetto che fa esperienza con un altro/o testo.

IL LINGUAGGIO COME STRUMENTO PER RAGGIUNGERE SCOPI «Per capire come le persone vivono le loro vite, dobbiamo prestare attenzione non ai termini, ma ai concetti di cui si servono per sentire e pensare e vivere tutto ciò che gli si presenta» Davidson, secondo Rorty, dice che esiste qualcosa come un linguaggio inteso come medium capace di rappresentare o esprimere una relazione fra la nostra intima essenza e il mondo. Davidson afferma che le verità sono costruite e non scoperte dato che tutti i vocaboli sono fatti dall’uomo e non si adattano al mondo. Rorty: il mondo non parla. Siamo solo noi a farlo. Davidson suggerisce di usare il linguaggio come strumento che può funzionare più o meno bene a seconda dello scopo. Le parole si devono considerare come un modo di produrre effetti. Ciò comporta una critica sulla pragmatica linguistica, ciò porterebbe delle vaste implicazioni per l’antropologia, in modo particolare su come noi usiamo il linguaggio per comunicare con le persone sul campo. Attenzione!! Se le parole sono strumenti per produrre effetti, affidarsi troppo al significato delle parole rischia di farci affogare. L’ideale dell’antropologia con le parole potrebbe rivelarsi controproducente; potrebbe essere necessario superare le parole, prestando attenzione al parlante come anche alla sua condizione sociale. Quando due persone parlano è un miracolo che un significato riesca ad essere trasmesso, dato che ogni espressione può comunicare un numero di significati praticamente illimitato.

RISONANZA, ESPERIENZA E SOMIGLIANZA Pericolo nell’applicare la carità interpretativa (vedi appunti) fra culture diverse si corre il rischio di accomunare le nostre esperienze con le loro. L’idea che l’esperienza sia costruita culturalmente è un’acquisizione fondamentale per l’antropologia. 2 Senso del ritmo, equilibrio

Cos’è la risonanza e come la si induce? Rosaldo pone l’accendo sull’utilizzo della propria esperienza di vita, sapendo che essa può rappresentare un punto di forza, una risorsa che contribuisce a far comprendere meglio certi fenomeni. Senza la risonanza, le idee e la comprensione non vedranno mai la luce. La risonanza è: «è un termine usato in modo diverso dalle diverse persone. Non esiste una traduzione in tutte le lingue umane. Ha un’importante proprietà psicologica con i processi mentali» La somiglianza: il buon esito interpretativo di ciò che ci viene detto non necessita per forza che le culture siano uguali. Il successo dell’antropologo nel tradurre e riportare credenze implica che esista uno spazio condiviso fra le due parti. il progetto antropologico di traduzione di culture tende a massimizzare la carità interpretativa che ci impegna a trattare tutto l nostro essere passato, inteso come cultura e antenati.

OLTRE LE PAROLE Quello che conta è porre attenzione a quello che la gente ha da dire e all’intenzione che cerca di trasmettere e non a cercare particolari o risposte ampie che le parole non hanno pronunciato. Questo “oltre”  ampia applicazione del discorso, come modello o come metafora per rappresentare tutte le interazioni sociali.

IL FASCINO DEL CONTESTO La contestualizzazione non è sufficiente per assicurare una resa adeguata di quanto viene detto o compreso. Affidarsi ad un contesto può portare ad un falso senso di sicurezza, quando invece non spiega nulla. Quando racconta dell’episodio tra il balian e la sua amica, si focalizza molto sul contesto che per le era rilevante, in questo caso le differenze religiose. Si tende a preferire il contesto che appoggi le nostre teorie. Il contesto è importante, ma non fondamentale, nella vita reale il contesto è in continuo mutamento, a volte nelle analisi esso viene prima dell’evento stesso, ma non è giusto, perché? Ogni nuova enunciazione richiede un contesto diverso. Invece di contestualizzare, bisognerebbe comprendere ciò a cui la gente mira, quello che è veramente in gioco per loro. La teoria della pertinenza (Sperber-Wilson) ci aiuta a comprendere come viene selezionato il contesto di vita di tutti i giorni. Questo approccio presta attenzione agli effetti che le persone cercano di ottenere e alla pertinenza3 delle loro parole in riferimento al posizionamento di ciascuno nello spazio sociale e quali sono gli obiettivi più che al messaggio che le loro parole sembrano racchiudere. 3 Che appartiene, che si riferisce, che spetta

PASSING THEORIES Se incontriamo una persona che appartiene ad una cultura diversa dalla nostra, che famo? Si cercherà di elaborare un vocabolario adatto allo scopo. Per non trovarci impreparati ci prepariamo mentalmente una serie di congetture su cosa potrà fare l’altra persona. Questo gioco di supposizioni si chiama “passing theory”  teoria provvisoria, si rimodella continuamente. Se le due parti riescono a parlare facilmente e felicemente significa che convergono nelle passing theories, cioè che le supposizioni che le fazioni fanno vengono a coincidere. Da tenere a mente che non esistono regole che facciano funzionare le passing theories.

UNA GARANZIA DI PERTINENZA Un’informazione sarà tanto più pertinente quanto più genera nell’ambiente cognitivo di un individuo una serie di mutamenti nella sua rappresentazione del mondo esterno. Per ogni nuova informazione possono essere selezionati come contesto diversi insieme di ipotesi (MLT, MBT, percezione). Ora la domanda per scegliere il contesto è  quale sottoinsieme del mio ambiente cognitivo che insieme e alla mia nuova informazione costruisce il contesto che massimizza gli effetti cognitivi, cioè la pertinenza? Il balian ha cercato di stabilire con lei un contatto servendosi dei suoi modi indù, il balian esperto di comunicazione è in grado di modellare e ri-modellare le teorie provvisorie.

AL DI QUA DELLE PAROLE E DEI CONCETTI Si pensa che il materiale dovesse per forza essere composto da parole, enunciati, concetti. Ma anche vivere l’esperienza nel silenzio risulta produttiva, uno spazio pieno di significati. Ciò non per sminuire l’importanza che si dà ad una lingua, ma per ridimensionare l’importanza che le se attribuisce.

IMPARARE AD INTERESSARSI Cercare di interessarsi agli aspetti mutevoli dell’essere nel mondo e dell’agire sul mondo dai quali unicamente i concetti prendono vita. Trascendere il proprio contesto in modo da difendersi dalle ”false risonanze”  possibilità di misresonance, incomprensioni fra le culture o all’interno della stessa, nascono da una troppo facile attribuzione ad altri di cose che noi stessi pensiamo-sentiamo. Ci sono due tecniche per evitare false risonanze: 1. Impegno attivo con la gente, l’essere-con è fondamentale per capire cosa è davvero importante per le persone. 2. Cercare di non esagerare nel nostro ruolo di partecipanti, ma esporre le reazioni in un modo che non si possa offendere nessuno.

Per correggere una falsa risonanza non c’è modo migliore che esporla senza pretese dando la possibilità ad altri di segnalare se siamo fuori strada. Condividere un modo con gli altri, significa imparare a occuparsene nello stesso modo, non è necessario avere la stessa esperienza per farlo, dobbiamo immergerci in noi stessi in cerca di qualcosa da usare come ponte fra noi e gli altri. Per ottenere ciò dobbiamo liberarci dai preconcetti soffocanti.

CULTURA E NATIVI La rivelazione di mondi diversi è possibile, ma fino ad un certo punto, purchè si sia disposti a comprendere. (coraggio sufficiente per comprendere), esso ci vuole per liberarci dai preconcetti su cosa sia comprendere. I balinesi ci vogliono avvertire sul fatto che la ricerca di significato ci rende facilmente ciechi a ciò che vivere significa realmente. Per tradurre da una cultura all’altra dobbiamo essere è pronti a rinunciare a un po’ di rigore logico. Il concetto di CULTURA è cruciale, alcuni significati ci rendono ciechi alle situazioni vissute dalla gente. Secondo i balinesi il problema degli occidentali per il fatto per cui non abbiamo risonanza con loro non è perché non parliamo la loro lingua, il fatto è che vedono è un’incapacità di usare mezzi di cui disporremmo se solo permettessimo alle loro preoccupazioni di risuonare con noi.

VERITA’ VERSUS FEELING-PENSIERO “quello che dici è giusto, ma non è quello a cui stiamo pensando noi” Comunicazione tacita: far entrare in gioco il cuore come vera e propria formula per vivere che permette poi di fare attenzione anche alle comunicazioni silenziose. Parole: “è una brutta cosa se tu sei triste e gli altri ridono, ecco perché nascondiamo i nostri sentimenti”. I balinesi interpretano le parole sapendo che sono pronunciate per ottenere un effetto. Metafore: Davidson, contesta l’idea che le metafore esprimano semplicemente in un modo più profondo e significativo un aspetto dell’esperienza per mezzo di un altro. Keesing: attenzione ad una lettura troppo approfondita delle metafore.

SIGNIFICATO E POTERE Migliorare la padronanza di una lingua non migliora necessariamente anche i nostri resoconti o la nostra comprensione. Il modo per sviluppare una maggiore risonanza comporterebbe il coinvolgimento attivo ed emotivo di noi stessi nel mondo dell’altro. Tambiah, la traduzione dovrebbe essere l’ultimo passo e non il primo.

CULTURA VERSUS RISONANZA Risonanza e cultura sembrano indicare direzioni diverse: la prima evoca somiglianza, la seconda l’esotico e l’alieno. RISONANZA connota una capacità di attivazione di feeling-pensiero. CULTURA è un’astrazione, una nota di esperienza, o un modello di vita: attraverso il quale vediamo. Assumendo l’approccio davidsoniano i due termini possono essere accostati, perché entrambi i termini voltano a produrre un effetto; sono incorporati in linguaggi adeguati al risultato da conseguire. La risonanza evoca l’esperienza umana condivisa, qualcosa che le persone possono avere in comune in ogni spazio e tempo. Dove la cultura separa, la risonanza unisce. La risonanza nega le differenze, le rende non significative di fronte al comune potenziale umano.

CHIUDERE IL CERCHIO Andare oltre le parole e le espressioni: nel senso di prestare attenzione alle preoccupazioni e alle intenzioni delle persone da cui quei significati provengono. La risonanza è il modo migliore per raggiungere l’altra faccia delle parole e dei concetti e per riuscire ad apprezzare la loro rilevanza pan4-umana.

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