Vivere-letnografia - Riassunto Vivere l\'etnografia PDF

Title Vivere-letnografia - Riassunto Vivere l\'etnografia
Author susanna Sansalone
Course Antropologia culturale
Institution Sapienza - Università di Roma
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StuDocu is not sponsored or endorsed by any college or universityVivere l’etnografiaAntropologia culturale (Università degli Studi di Bergamo)StuDocu is not sponsored or endorsed by any college or universityVivere l’etnografiaAntropologia culturale (Università degli Studi di Bergamo)CAPITOLOMETODI U...


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Vivere l’etnografia

Antropologia culturale (Università degli Studi di Bergamo)

StuDocu is not sponsored or endorsed by any college or university Scaricato da Federico Ciao ([email protected])

CAPITOLO1 METODI USATI PER RA RACCOGLIERE CCOGLIERE IL MATERI MATERIALE ALE ETNOGRAFIC ETNOGRAFICO O -I risultati della ricerca scientifica devono essere presentati in modo assolutamente imparziale e sincero (esposizione di tali dati senza pregiudizi) -Si deve fornire un resoconto dettagliato di tutti i preparativi degli esperimenti e una descrizione esatta degli strumenti adoperati e del modo e tempo con cui sono state condotte le osservazioni PRINCIPI METODOLOG METODOLOGICI ICI PER EFFETTUARE UNA BUONA ONA R CE CERCA RCA

1- lo studioso deve possedere reali obiettivi scientifici e conoscere i valori e i criteri della moderna etnografia. Avere una buona formazione in questo campo non significa però essere carichi di idee preconcette le quali possono essere dannose in un lavoro scientifico. L’etnografo deve essere capace di cambiare costantemente le sue opinioni e di modificarle davanti all’evidenza.

2- deve mettersi in condizioni buone per lavorare: vivere senza altri uomini bianchi, e restare a contatto più stretto possibile con gli indigeni, trasferendosi nei loro villaggi.Essere in stretto contatto con gli indigeni significa che la vita dell’etnografo nel villaggio, inizialmente spiacevole e vista come una strana avventura, presto prende un ritmo abbastanza naturale che è in piena armonia con l’ambiente circostante.

3-deve applicare un certo numero di metodi particolari per raccogliere, elaborare e definire le proprie testimonianze ·OBIETTIVI DEL LAVORO ETNOGRAFICO

1-Dare un profilo chiaro e solido della costituzione sociale e di individuare le leggi e le regolarità di tutti i fenomeni culturali Questo obiettivo impone l’obbligo di fornire un resoconto completo di tutti osservati non mettendo in rilievo solo quelli singolari o bizzarri. L’etnografo ha il compito di registrare tutte le regole e le regolarità della vita tribale e di descrivere la costituzione della loro società. Qui sorge il problema che qst cose non sono formulate, ovvero non vi è un codice di leggi scritte o espresse esplicitamente . L’intera struttura sociale è incorporato dentro all’essere umano. Gli indigeni obbediscono agli imperativi del codice tribale ma non li comprendono, allo stesso modo in cui obbediscono ai loro istinti e sono ancor meno in grado di fornire un resoconto della propria organizzazione. Per qst è inutile fargli domande astratte di carattere sociologico. Il mezzo per superare qst difficoltà consiste nel raccogliere i dati concreti offerti dall’esperienza e trarne da solo le conclusioni generali Uno dei punti metodologici fondamentali per il lavoro sul campo è la raccolta di dati concreti che coprano una vasta gamma di fatti. L’etmografo deve mostrare i dati in modo chiaro e coinciso e devono e essere disposti in una sorta di carta sinottica in modo tale da utilizzarli come strumenti di studio e per presentarli come documenti etnologici. à metodo della documentazione statistica mediante la prova concreta.

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Il lavoro di ricerca dell’etnografo deve concentrarsi sia sull’aspetto comunitario che su quello privato della vita dell’indigeno. Importante è l’annotamento di piccoli avvenimenti che si verificano più volte nella vita quotidiana del villaggio. Qst perché certi piccoli particolari che impressione finchè costituiscono una novità per l’etnografo, non si notano più appena diventano familiari. Molto importante per qst motivo è il DIARIO ETNOGRAFICO tenuto sistematicamente per tutto il corso del lavoro in un distretto. 3- Affianco allo studio della costituzione sociale della società tribale è necessaria la registrazione dello spirito, cioè dei giudizi, opinioni ed espressione degli indigeni: in ogni azione della vita familiare vi è la routine prescritta dal costume e dalla tradizione, quindi il modo in cui viene compiuta

CAPITOLO 2: JEAN-PIERRE OLIVIER DE SARDEN , LA POLITICA D L CAMPO,SULLA PRODUZIONE D DATI N ANTROPOLOGIA L'inchiesta di tipo antropologico vuole avvicinarsi il più possibile alle situazioni naturali dei soggetti (vita quotidiana, conversazioni) attraverso un interazione prolungata tra il ricercatore stesso e la popolazione locale. Questo tipo di ricerca richiede formazione e competenza le quali si acquisiscono nell'apprendistato: non ci sono procedure standard da poter seguire, la ricerca sul campo richiede abilità e procede a colpi di intuizione.

PRINCIPALI MODI DII PRODUZIONE DEI DATI PROPRI DEL ELLA LA RICERC ICERCA A SUL CAMPO: •

- Osservazione partecipante (permanenza prolungata nel luogo di residenza delle persone oggetto della sua ricerca) - l colloquio io (le interazioni discorsive deliberatamente sollecitate dal ricercatore) - Le procedure di censimento (strumenti utilizzati per fare un indagine sistematica) - La raccolta di fonti scritte L'OSSERVEAZIONE PARTECIPANTE

L'antropologo si scontra con la realtà che intende studiare. Questa situazione di base si scompone in due situazioni distinte le quali rientrano in due campi differenti: a- CAMPO DELL'OSSE DELL'OSSERVAZIONE RVAZIONE: il ricercatore è testimone b- CAMPO DELL'INTERAZIONE: il ricercatore è coattore In entrambi i casi, le informazioni acquisite possono: -essere registrate dal ricercatore stematicamente trasformandosi in dati e corpus

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-oppure rimanere informali o latenti ---> impegnazione

I dati e corpus (raccolta e registrazione delle informazioni)



Il ricercatore prende appunti attaverso un taccuino, strumento professionale di base molto importante poiché solo quello che viene scritto continuerà a esistere sotto forma di dati, e farà funzione di corpus. I dati non sono pezzi di realtà riportati tali e quali come sono realmente, ma sono la trasformazione di pezzi di realtà riportati come sono stati percepiti e e selezionati dal ricercatore. Tali informazioni godono comunque di una validità scientifica poiché il desiderio di conoscenza del ricercatore e la sua formazione alla ricerca possono parzialmente avere la meglio su emozioni e pregiudizi. . L'interazione può modificare i fenomeni osservati: - una parte dei comportamenti è modificata solo in minima parte dalla presenza dell'antropologo poiché la sua presenza prolungata riduce i fattori di disturbo indotti dalla sua presenza: ci si abitua a lui. - quando uando la sua presenza modifica i comportamenti ci so no 2 soluzioni radicali: 1. Idigenizzazione: il ricercatore cerca di assimilarsi ad un indigeno non distinguibile dagli altri 2. il ricercatore ne trae profitto: il processo stesso di qst modificazione diventa oggetto di ricerca. La posizione adottata di solito è a metà strada tra questi due atteggiamenti estremi. •

L'impregnazione (conoscenza sensibile)

Il ricercatore non si sente sempre in servizio e vivendo osserva e tali osservazioni vengono registrate nel suo inconscio. Non si trasformano in corpus (in dati) poichè nn vengono registrate nel quaderno di campo. Il ricercatore sul campo acquisisce così una conoscenza sensibile (per impregnazione). I COLLOQUI Sono la produzione di dati da parte del ricercatore sulla base di discorsi autoctoni che lui stesso avrà sollecitati. Affermare il p.d.v. dell'indigeno è l'obiettivo principale dell'antropologia, e il colloquio resta il mezzo privilegiato per produrre dati che danno accesso alle rappresentazioni locali/indigene. Assi portanti della politica del colloquio:



Consulenza e racconto

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Il colloquio oscilla tra qst due poli.

A- consulenza: si consulta l'interlocutore, il quale viene invitato a dire ciò che pensa rispetto a un determinato argomento. È la sua competenza sulla società locale a essre sollecitata.

B- racconto: l'interlocutore viene sollecitato riguardo alla sua esperienza personale. In qst occasione viene privilegiato il registro del racconto in prima persona. •

il colloquio come interazione

il colloquio di ricerca come interazione poiché non può essere inteso come una miniera per l'estrazione di informazioni. Briggs sottolinea che il colloquio è un incontro intercilturale imposto dal ricercatore, dove il dialogo avviene su norme metacomunicative diversi e talvolta incompatibili. •

il colloquio come conversazione

Il ricercatore mira a ridurre al massimol'arificialità della situazione di colloquio avviando il colloquio guidato in una situazione di banale interazione quotidiana, cioè di conversazione. L'informatore dell'antropologo può disporre così di una reale libertà di parola senza sentirsi in una situazione di interrogatorio. a- guida al colloquio: le domande vengono preparate in anticipo b- canovaccio di colloquio: si fa ricorso a un promemoria personale che permette di non dimenticare gli argomenti importanti •

la ricorsività del colloquio

si tratta di basarsi su ciò che è stato detto per produrre nuove domande •

il colloquio come negoziazione invi invisibile sibile

l'antropologo e l'interlocutore non hanno gli stessi interessi e né le stesse rappresentazioni di quel che è il colloquio. Ciascuno cerca di manipolare l'altro. L'informatore utilizza startegie miranti a trarre profitto dal colloquio o di difesa miranti a ridurre al minimo i rischi della parola. Il ricercatore dve mantenere il controllo del colloquio e allo stesx tempo lasciare che l'interlocutore si esprima a modo suo. •

il realismo simbolico nel colloquio

il ricercatore è professionalmente tenuto ad accordare credito ai discorsi del suo interlocutore, ed è partendo da ciò che potrà combattere i propri pregiudizi e preconcetti. Il concetto del realismo simbolico afferma che la realà che si deve accordare alle parole degli

informatori è nel significato che costoro ci mettono. Il ricercatore deve stare però attento a non confondere i discorsi del suo interlocutore sulla realtà con la realtà stessa. Bisogna dunque partire da un pregiudizio favorelvole riguardo a ciò che l'interlocutore dice e successivamente effettuare una decifrazione critica sulle affermazioni da lui espresse.

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il colloquio e la durata

Un colloquio è sempre l'inizio di un ulteriore serei di colloqui poiché è una pratica aperta che si può sempre arricchire. In ciascun nuovo colloquio importante per il ricercatore è il riconoscimento delle sue competenze da parte dell'indigeno, in modo tale che quest'ultimo sia scoraggiato dal racconatre aneddoti inventati.

3. I PROCEDIMENTI EDIMENTI D CENSIMENTO Permettono di produrre sistematicamente dei dati intensivi in numero finito (conteggi, inventari, genealogie ecc..) E' grazie a questa ricerca di dati empiri che il ricercatore assume il distacco necessario rispetto ai discorsi degli altri e alle proprie impressioni. In qst modo avviene la combinazioni tra la raccolta

di dati emici (rappresentazioni autoctone) e quella di dati etici ( interpretazine dello studioso / dati costruiti sulla base dell'osservazione). La ricerca diventa qualitativa e non più qualitativa 4. LE FONTI SCRITTE ITTE Alcune di qst fonti sn raccolte prima della ricerca sul campo, e permettono l'elaborazione di ipotesi e domande particolari. Altre sono raccolte sul campo e sono ad esse integrate. LA COMBINAZIONE DI QUESTI DIVERSI T PI D DATI •

L'eclettismo dei dati

Permette di tener conto dei molteplici registri e della stratificazione della realtà studiata dal ricercatore: l'osservazione partecipante permette di scegliere gli interlocutori appropriati; i colloqui permettono di inserire meglio il ricercatore nella cultura locale e sono una buona forma di interazione; i procedimento di censimento passano dal parlato(colloquio) al visuale (osservazione). •

Lo studio di casi

intorno a una situazione sociale particolare l'antropologo farà un confronto incrociato delle varie fonti. LA POLITICA D L CAMPO •

La triangolazione:

principi o di base di ogni inchiesta: le informazioni danno avere dei riscontri a- triangolazione semplice: il ricercatore fa un confronto incrociato tra le varie fonti per non essere prigioniero di un unica fonte. b- triangolazione complessa: intende far variare gli informatori in funzione del loro rapporto con

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il problema trattato:. Vuole incrociare i punti di vista quando ritiene che la loro differenza produca senso. Ricerca le differenze significative. Concetto di gruppo strategico: aggregazione di individui che hanno globalmente di fronte a uno stesso problema uno stesso atteggiamento, determinato da un rapporto sociale/politico/culturale/economico simile rispetto a questo problema.



L'interazione

Le interpretazioni e le riformulazioni dell'oggetto di ricerca si operano durante la produzione dei dati. Ricorda i va e vieni di un ricercatore sul campo: la ricerca sul campo non è lineare poiché si adegua ai diversi circuiti sociali locali, alla loro complessità e ai loro intrecci. Ad esempio la scelte degli interlocutori si opera per ramificazioni: ad ogni colloquio nascono nove piste e nuovi interlocutori possibili. Si crea così la dinamica dell'inchiesta, all'inizio imprevedivile ma dove si riflettono le reti reali dell'ambiente studiato. •

L'esplicitazione interpretativa

Il campo prolungato presuppone una verbalizzazione, concettualizzazione e autovalutazione continua. Problema: per il ricercatore : lavoro solitario, dialogo con se stesso il quale non favorisce la verbalizzazione e la concettualizzazione stessa. Possibili soluzioni: -Il diario del campo ha un ruolo imp. Poiché permette di fare il punto relolarmente . E' anche un supporto dei processi di interpretazione legata alla produzione dei dati e un metodo di

esplicazione solitaria. -dialogo con assistente di ricerca: persona sitruita proveniente dall'ambiente locale può essere molto importate nella traduzione semiologica ovvero il passaggio tra il sistema li senso locale a quello del ricercatore - lavoro di squadra: la verbalizzazione e l'oggetivizzazione sono assicurate dalla presenza di un dibattito nel cuore stesso di ricerca empirica •

La costruzione di descrittori

è un altro modo per praticare l'esplicazione attra verso la ricerca di dati ad hoc che trasformano sformano le interpretazioni rendendole osservabili. Tali dati permettono mettono di smentire , verificare o modificare un potesi •

La saturazione

Ci si accorge che l'inchiesta si sta dirigendo verso la fine quando decresce la produttività delle osservazioni e dei colloqui.

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Saturazione significa che non vengono trovati dati aggiuntivi con i quali il sociologico possa sviluppare la sua ricerca. Quando vede e rivede casi simili il ricercatore acquisisce la sicurezza

empirica che una categoria è satura. •

Il gruppo sociale testimone

luogo intensivo di ricerca.: può essere di dimensioni diverse ma sempre ridotte (una famiglia, un villaggio, un città) . In qst spazio sociale si adopereranno tutti i metodi di raccolta dati. L'intensività permette anche di effettuare in continuazione confronti tra le diverse fonti di informazioni. Il problema di molti è quello di rinchiudersi in qst gruppo testimone. Necessario è il passaggio a una ricerca più intensiva. •

Gli informatori privilegiati ivilegiati

Questa strategia fa di un solo individuo considerato esperto, il depositario di un intera cutura-->

strategia di ricerca pigra. Tipi di informatori privilegiati: -g eneralisti: danno comodamente accesso alle rappresentazioni usuali. - mediatori: aprono la strata ad altri informatori-chiave o verso scene culturali di difficle accesso. - esperti: ruolo di consulenza LA GESTIONE DEI FATTORI D D STURBO •

L' inclinaggio

l'inserimento del ricercatore si fa attraverso dei gruppi particolari.--> problemi: 1. rischio di vedere solo il punto di vista del gruppo d' adozione. 2. vengono chiuse le porte ad altri gruppi. •

il monopolio delle fonti

monopolio che il ricercatore esercita sui dati da lui prodotti può chiudere l'accesso ad altri studiosi su tali informazioni. Due soluzioni: 1. più antropologi lavorano su campi vicini o =. 2. permettere un accesso almeno relativo alle proprie fonti •

rappresentazione e rappresentatività

Non si deve far dire all'inchiesta più di quanto essa possa dire. Non si deve parlare indebitamente il linguaggio della rappresentatività: le testimonianze di alcune persone sono presentate come se riflettesero una cultura. Bisogna parlre solo delle rappresntazioni dei gruppi. •

la soggettività del ricercatore

I dati raccolti incorporano inevitabilmente un fattore individuale: l'interpretazione soggettiva del ricercatore. Qst fattore di disturbo è inevitabile ma può essere controllato: - ad esempio attraverso il diario sul campo che può aiutare il ricercatore a gestire le le sue

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impressioni soggettive., - con il lavoro di squadra: la collaborazione vale anche come controllo reciproco della soggettività.



CONCLUSIONE CONCLUSIONE:: PLAUSIBILI PLAUSIBILITA' TA' E VALID VALIDITA' ITA'

Criteri per verificare la validità in etnografia: (in generale: verificare la validità dei dati) 1- in che misura le teorizzazioni dell'antropologo si fondano sui dati di campo forniti come prove? 2- siamo informati sul “percorso del campo”, cioè su chi sono gli informatori e su come sono state raccolte le loro informazioni? 3- le decisioni interpretative effettuate a mano a mano sul campo sono esplicate? (esplicare le decisioni teoriche che strutturano il lavoro sul campo) Bisogna verificare che le affermazioni interpretative dell'antropologo siano fondate su dati affidabili e pertinenti prodotti nel corso della ricerca. sla plausibilità è in parte assicurata dalla presenza finale di dati nel prodotto scritto del ricercatore: la presenza simultanea di descrizioni, citazioni, censimenti e casi riflette sul prodotto finale dell'antropologo il lavoro empirico sul campo, ne garantisce la validità e ne consente la critica.

CAPITOLO 3:: LEONA LEONARDO RDO PIASERE, L'ETNOGRA 'ETNOGRAFIA FIA COME EESPERIENZA SPERIENZA •

Differenze tra i principali ap pprocci antropo ntropo ntropologici: logici:

Sguardo dall'alto

Visione attraverso gli occhi del Fusione degli orizzonti nativo

Questi 3 approcci non si distinguono per il contenuto delle conoscenze indagate ma per la posizione diversa che ognuna attribuisce all'osservatore in relazione

----> Questa relazione cambia i ---> risultati finali dell'indagine.

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all'osservato. Rappresenta l'approccio oggettivista.

È strettamente imparentata con lo strutturalismo ma ciò che la distingue da esso è il fatto che opera un “abbassamento” dell'osservatore il quale cerca di mettersi allo stesso livello dell'osservato e cerca di vedere il mondo dai suoi occhi.

Prende in considerazione gli orizzonti di entrambi, osservatore ed osservato, cioè la visione plasmata dalla propria cultura e da quella dell'altro. Attraverso l'analisi della parte condivisa si cerca di instaurare il dialogo interculturale.

-Per definirla oggi viene usato il Vari tipi di antropologie nome di ant...


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