Lo sviluppo della competenza emotiva 2 PDF

Title Lo sviluppo della competenza emotiva 2
Author Ilaria Fuscà
Course Psicologia dello sviluppo i
Institution Università degli Studi di Torino
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LO SVILUPPO DELLA COMPETENZA EMOTIVA NELLA PRIMA INFANZIA DEFINIRE LA COMPETENZA EMOTIVA Perché occuparsi d competenza emotiva? L’attenzione alla competenza emotiva risale alla metà degli anni 80. Concetto di competenza: capacità di affrontare efficacemente le sfide del proprio ambiente sviluppando e incrementando il senso d padronanza. Competenza emotiva: rimanda all’idea delle emozioni come risorse x l’organizzaz mentale e comportamentale del sogg. Puù quindi essere intesa come l’insieme delle Abilità emotive che permettono all’individuo di gestire i cambiamenti dell’ambiente in modo consono sia alle richieste dell’ambiente stesso, sia ai propri bisogni ed obiettivi. È un’abilità con molte sfaccettature, che consente di essere consapevoli delle proprie e altrui emozioni. Presuppone la presenza sia di conoscenze ( delle proprie e altrui emozioni-del linguaggio emotivo- delle regole d esibizione) sia ad abilità comportamentali (capacità d esprimere e regolare le proprie emozioni). La competenza emotiva va declinata all’interno del contesto d appartenenza, in termini d norme culturali, valori, obiettivi d sviluppo, che determinano cosa c si aspetta dalle nuove generazioni e ne orientano l’apprendimento. La competenza emotiva è un aspetto fondamentale dell’adattamento : permette infatti agli individui d essere + resilienti d fronte ad eventi critici e stressanti e costituisce un fattore d protezione lungo tutto l’arco d sviluppo. Promuovere tale competenza risulta cruciale x garantire un sano sviluppo dei bambini. L’ OMS, l’organizzazione mondiale della salute, inserisce alcune abilità connesse alla competenza emotiva, cioè l’empatia e la gestione delle emozioni, da promuovere in bambini e adolescenti. Si parla di life skills: abilità psicosociali, che rendono capaci gli individui d affrontare efficacemente le sfide e i cambiamenti d ogni giorno. Questa life skills individuate dall’OMS sono: decision marketing, problem solving, pensiero creativo, pensieri critico, comunicazione efficace, capacità relazioni interpersonali, autoconsapevolezza, empatia, gestione delle emozioni, gestione dello stress.

prospettive teoriche sulla competenza emotiva Teoria di Gordon, Saarni e Denham.

La teoria della cultura emozionale di Steven GORDON

Sara Chiaramonte

È stato il primo ad individuare nella competenza emotiva 5 CONOSCENZE e ABILITA’ COMPORTAMENTALI: 1) Esprimere e manifestare le proprie emozioni 2) Interpretare comportamenti emotivi 3)Controllare l’espressione emozionale in modo consono al contesto 4)Far uso del vocabolario emotivo 5)Fronteggiare efficacemente le emozioni dolorose

Gordon sottolinea il legame tra emozione e cultura. I bambini apprendono conoscenze, teorie e norme, relative alle emozioni, all’interno del proprio contesto culturale. È l’acquisizione d questa cultura emozionale che costituisce la premessa x diventare emotivamente competenti.

La teoria della competenza emotiva di Carolyn SAARNI La Saarni definisce la competenza emotiva come quell’Insieme d capacità emotive che consentono d ricavare un senso d efficacia nelle interazioni sociali. Emozioni e relazioni interpersonali si influenzano reciprocamente. Le persone, negli scambi relazionali, rispondono emotivamente alle emozioni altrui e applicano strategicamente la propria conoscenza sulle emozioni. La competenza emotiva, implica la capacità di far fronte ad un ambiente in continuo cambiamento. Secondo la Saarni, perchè il funzionamento emotivo possa dirsi adattivo, l’individuo deve vivere in accordo con le sue disposizioni morali. Ha inoltre individuato alcuni elementi che servono a definire la competenza emotiva: - senso di sé - senso morale - propria storia evolutiva Ha inoltre individuato 8 principali abilità nella competenza emotiva: 1. Consapevolezza dei propri stati emotivi. (bimbo capisce se sta provando tristezza o rabbia) 2. Capacità d riconoscere le emozioni degli altri. (bimbo comprende se la mamma è triste o arrabbiata) 3. Conoscenza e utilizzo del lessico emozionale (il bambino riesce a spiegare verbalmente che emozione sta provando) 4. Capacità d partecipare empaticamente alle emozioni degli altri ( d fronte ad un amico che piange il bambino avrà un’espressione triste e cerca d consolarlo). [ L’empatia è una delle componenti +significative della compet.emotiva xchè promuove i legami e favorisce i comportamenti prosociali.] 5. Comprensione della differenziazione tra stato emotivo interno ed espressione esterna sia riguardo se stessi sia riguardo ad altri (il bambino durante il gioco simbolico può avere un’espressione d rabbia perchè finge d essere un mostro cattivo oppure

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anche se molto arrabbiato con la sua mamma, può riuscire ad attenuare la sua espressione d rabbia, in modo da apparire +calmo e non incorrere in punizioni). Queste regole di “esibizione” o “display rules” permettono d riconoscere quando si possono esprimere le proprie emozioni in modo spontaneo e quando è meglio modificarle o sopprimerle, in base a circostanze d tipo sociale. 6. Capacità d mettere in atto strategie d coping adattive rispetto alle emozioni negative e circostanze stressanti (x modulare uno stato d tensione paura il bambino può cercare d distrarsi con un’attività rilassante cm il gioco) sono strategie d autoregolazione che modificano l’intensità e durata degli stati emotivi negativi. In situazioni d pericolo è essenziale non farsi sopraffare dalle emozioni, ma mantenere il controllo delle situazioni. 7. Consapevolezza della comunicazione emotiva all’interno delle relazioni ( il bambino capisce che esprimere rabbia vs un amico può essere rischioso x il mantenimento d un rapporto armonioso). Significa essere in grado d capire che la propria manifestazione emotiva può avere effetti sugli altri, arrivando a modellare il proprio comportamento. 8. Capacità d essere emotivamente auto-efficaci (un bambino può sentirsi in grado d accettare e padroneggiare la propria emozione d paura). Essere autoefficaci a livello emotivo significa accettare la propria esperienza emozionale, senza sentire l’esigenza d reprimere o negare alcun tipo d emozione. Le prime 6 abilità provengono da studi da studi sullo sviluppo emotivo. Le ultime 2, sono meno tangibili e meno definibili e riflettono il fatto che viviamo in sistemi socio emotivi, e che la competenza emotiva dovrebbe produrre saggezza.

La teoria della competenza emotiva di Susan DENHAM La Denham riorganizza le teorie precedenti proponendo le varie abilità in 3 macro-categorie: 1) Espressione emozionale: cioè capacità di utilizzare le espressioni facciali, vocali e gestuali per esprimere messaggi emotivi e manifestare empatia. 2) Comprensione delle emozioni: capacità di interpretare correttamente i propri stati emotivi e quelli altrui, e di utilizzare il lessico emotivo. 3) Regolazione delle emozioni: capacità d fronteggiare le emozioni sia negative sia positive e le situazioni che le provocano. Ognuno d questi 3 aspetti contribuisce all’adattamento e al funzionamento delle transizioni sociali. Al fine d evidenziare le connessioni tra competenza emotiva e sociale si è preferito usare il termine competenza socio affettiva.

Competenza emotiva e intelligenza emotiva : similarità e differenze Salovey e Mayer sono stati i primi a utilizzare il termine intelligenza emotiva e ne indicano come tratto distintivo capacità d ragionare con le emozioni. Considerano la Competenza emotiva connessa ad abilità spendibili negli scambi sociali. L’intelligenza emotiva comprende 2 accezioni:

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1) Intelligenza intrapersonale: cioè la capacità di accedere alla propria vita affettiva, di avere un modello accurato di sé. 2) Intelligenza interpersonale: cioè la capacità di comprendere gli altri, rispondendo in modo appropriato ai loro stati d’animo. L’intelligenza emotiva è una meta-abilità che permette d utilizzare al meglio le proprie capacità. Essi hanno individuato 4 tipi di capacità: • • • •

Percepire ed esprimere emozioni Usare le emozioni x facilitare il pensiero Comprendere e conoscere le emozioni Regolare le emozioni

Nonostante 2 decenni d ricerca sull’intelligenza emotiva in ambito scientifico è ancora fragile il consenso su come essa debba essere definita, concettualizzata e valutata. Spesso intelligenza emotiva e competenza emotiva vengono a volte usati come sinonimi, ecco alcuni aspetti però che li differenziano: 1° aspetto: - Gli studiosi dell’intelligenza emotiva si sono focalizzati sul raggiungimento d misure quantitative di tali abilità. - Gli studiosi della competenza emotiva Si sono focalizzati sugli elementi che influenzano i processi d acquisizione delle abilità. 2°aspetto: - Per gli studiosi dell’intelligenza emotiva, l’interesse è volto principalmente a come l’intelligenza emotiva incrementi le capacità personali di riflettere sulle emozioni. - Per gli studiosi della competenza emotiva, l’interesse è volto a come quest’ultima influenza le relazioni e gli scambi intersoggettivi.

Il ruolo dello sviluppo cognitivo e sociale Le varie componenti che rientrano nella + generale competenza emotiva si sviluppano lungo un percorso che prevede l’interazione con altre abilità, principalm di tipo cognitivo e sociale. Esempi : - La consapevolezza delle proprie emozioni: è dipendente dallo sviluppo del senso d sé. - La comprensione della natura e delle cause degli stati emotivi: è legata alla comprensione della mente.(ruolo impo lo sviluppo del linguaggio e i legami di attaccamento). - L’acquisizione delle strategie d regolazione delle emozioni: dipende dalla capacità riflessiva e della meta cognizione. - L’espressione o la regolazione delle emozioni: sono all’interno di scambi intersoggettivi con i caregiver, in cui le emozioni acquistano forma e significato. Vi è uno stretto legame anche tra competenza emotiva e competenza sociale: il modo di esprimere le proprie emozioni ha effetti sul modo di stare con gli altri, e la capacità di comprendere le emozioni altrui si associa ad una max competenza sociale. Sono le relazioni interpersonali che permettono lo svilupparsi della competenza emotiva, e questa, condiziona la qualità delle successive relazioni.

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La competenza emotiva nella prima infanzia L’attenzione x la competenza emotiva nella prima infanzia è nuova, ed è stata alimentata dalle scoperte riguardanti l’intersoggettività e la capacità di bambini piccolissimi di riconoscere – comunicare – condividere emozioni. Oggi si considera il bambino, sin dalle prime fasi di sviluppo, un soggetto attivo, organizzato, emotivamente competente e capace di usare i segnali comunicativi x condividere gli stati interni. Spesso in letteratura si fissa attorno ai 2anni la soglia critica x poter parlare di competenza emotiva perchè è in tale periodo che il bimbo comincia ad utilizzare un, seppur rudimentale, lessico emotivo e si può parlare d intuizione. (ad es. bimbo di 2 anni e 5 mesi perfettamente autonomo nel controllo della pipì, ma fa pipì addosso perchè è stato messo in castigo..x protesta quindi). È importante sottolineare però che anche bimbi + piccoli mettono in atto capacità specifiche della competenza emotiva x dare significato agli eventi, è importate osservare quello che il bimbo fa con le emozioni x fare delle deduzioni sulle sue conoscenze tacite o implicite. La necessità di rivolgere un’attenzione particolare alla 1^ infanzia nasce dalla considerazione che è proprio in questa fase dello sviluppo che si costruiscono le basi di quelle abilità che saranno poi completamente manifestate nelle età successive. In questa fase la relazione affettiva, la comunicazione affettiva, le pratiche educative gettano le fondamenta x il futuro repertorio della competenza emotiva. Promuovere precocemente la competenza emotiva significa consentire di gestire efficacemente le proprie emozioni, permettendo agli individui di essere maggiormente resilienti di fronte ad eventi critici e stressanti ed ha effetti positivi anche sulle proprie relazioni interpersonali.

LA SOCIALIZZAZIONE EMOTIVA Il ruolo della famiglia e del contesto culturale Definire la socializzazione emotiva Darwin sosteneva che gli esseri umani sono creature biologicamente emotive: l’espressione e la comunicazione delle emozioni dipendono da fattori universali, innati e a base evoluzionistica.

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Le esperienze emotive sono diverse da individuo a individuo perchè sono determinate da fattori relazionali e culturali e acquisiscono significato nelle relazioni e negli scambi comunicativi. La relazione tra competenza emotiva e contesto ha portato alcuni autori a parlare di socializzazione emotiva, sottolineando il fatto che le emozioni provate, e il modo di esprimerle sono apprese nel corso delle interazioni con gli altri. Il modo in cui il caregiver tratta le emozioni all’interno della relazione influisce sulla competenza emotiva del bimbo. La socializzazione emotiva non avviene solo in famiglia, ma anche nel mondo dei pari, educatrici e insegnanti.. Nella socializzazione emotiva è bene considerare : - COSA viene trasmesso - COME viene trasmesso

Il contributo genitoriale 4 MODELLI sui meccanismi della socializzazione emotiva genitoriale. 1- Il modello di HALBERSTADT –ripreso e ampliato da Denham. Individua 3 meccanismi di socializzaz emotiva.: • Modellamento(modelling) : il bambino impara attraverso l’osservazione e l’imitazione del comportamento genitoriale, osservando cm i genitori esprimono le loro emozioni verbalmente e non. • Apprendimento contingente(contingency) : il bambino impara attraverso i rinforzi e le reazioni che i genitori hanno in risposta alle sue emozioni. • Addestramento esplicito(coaching) : il bambino impara attraverso insegnamenti espliciti, soprattutto verbali, che i genitori gli rivolgono sulle emozioni. 2- Il modello di EISENBERG (4 meccanismi): i• Reazioni alle emozioni dei bambini • Espressione delle emozioni dei bambini • Discussione sulle emozioni • Selezione delle situazioni occasioni di apprendimento emotivo. Considerata un meccanismo con funzione emotiva anticipatoria guidata dal genitore, il quale seleziona i contesti adatti alle caratteristiche del bambino(il genitore non porta il bimbo in un posto numeroso perchè sa che ciò sarebbe una fonte poco gestibile). Secondo E. i processi d socializzazione emotiva sono influenzati da alcune variabili : - Genitore : il genere, la sua personalità, le sue credenze, stile parentale. - Bambino : genere, età, temperamento - Cultura : stereotipi, norme..

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3- Modello di SAARNI I processi di social.emotiva possono essere: DIRETTI Modalità verbali e non verbali che sono finalizzate alla regolazione emotiva dei bimbi. INDIRETTI E’ un insegnamento non intenzionale. Comprendono i processi di modeling, il fenomeno del riferimento sociale e l’identificazione. 3 PROCESSI DI SOCIALIZZAZIONE: 1. Modellamento 2. Rinforzo genitoriale(positivo o negativo) di comportamenti specifici del bimbo. 3. interiorizzazione d credenze, sentimenti, comportamenti attraverso processi inconsci di identificazione. Per la S. grande importanza ha la scelta genitoriale rispetto ai contesti in cui possono o no fare esperienza i bambini. Il processo d socializzazione è influenzato anche dalle caratteristiche del bambino, come il suo sviluppo, il temperamento e il genere. Altre variabili sono: ruolo della struttura familiare, presenza d fratelli, livello socio culturale dei genitori, credenze genitoriali.

4- MODELLO DI MORRIS , da grande importanza alla regolazione emotiva 3 PROCESSI SOCIALIZZAZIONE: 1. Processi osservativi. Apprendimento x osservazione e modellamento 2. Pratiche genitoriali. le reazioni alle emozioni dei bambini e l’addestramento esplicito 3. Clima emotivo familiare. Viene così data importanza alla qualità delle relazioni familiari, stile di attaccamento, comunicazione affettiva..

Il ruolo dei processi osservativi L’espressione emotiva del genitore, anche quando il figlio ne è solo spettatore, orienta il bambino nel comprendere le modalità appropriate x esprimere le emozioni e nell’interpretare le connessioni tra situazioni e stati emotivi. Se il genitore esprime un’ampia varietà d emozioni in modo autentico e adeguato al contesto, il bambino imparerà che è legittimo poter manifestare tutte le sue emozioni, senza reprimerle. Se invece il gen non riesce a modulare le emozioni di segno negativo, mostrando ad es eccessiva rabbia, il bimbo non avrà a disposizione modelli appropriati di regolazione delle emozioni negative. Morris parla di contagio emotivo:

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fin dalla nascita le emozioni dei genitori possono influire direttamente sullo stato emotivo dei bambini (un genitore sempre negativo trasmetterà inconsapevolmente tale tonalità emotiva al proprio bambino). Anche il riferimento sociale (o social referencing)è un esempio per il bambino: l’adulto rappresenta il modello espressivo sui cui il bambino poggia la propria capacità di attribuire significato agli eventi emotivi e regolare le sue emozioni. Il bambino d 8-9 mesi usa l’adulto(spesso la madre) come informatore affettivo x interpretare stimoli nuovi o ambigui. Se il bimbo è in una situazione sconosciuta rivolgerà il suo sguardo al caregiver il quale, se avrà un’espressione facciale serena e tranquilla allora il bambino codifica l’emozione provata e probabilmente non piangerà e si dedicherà all’esplorazione.

Il ruolo delle pratiche parentali Intese come: • REAZIONI ALLE EMOZIONI DEI BAMBINI Il modo in cui il bambino fronteggia le proprie emozioni dipende maggiormente da come il genitore vi risponde. Diversi tipi di risposte genitoriali alle emozioni dei bambini: - Accettazione e supporto: stimolano il bambino ad esprimere e condividere i propri stati emotivi, sarà possibile un coping adattivo. - Reazioni punitive : caratterizzata da sanzioni rigide. I genitori pretendono che i loro figli soffochino le loro emozioni, così aumenta la possibilità che i bambini non esprimano le loro emozioni. - Minimizzazione dell’emozione : svalutazione delle manifestazioni emotive. • ADDESTRAMENTO Situazioni in cui il genitore esplicitamente trasmette conoscenza sulle emozioni. I gen possono agire connettendo le emozioni alle sue cause(quando il cane ti è venuto vicino ti sei spaventato); o suggerendo strategie di regolazione emotiva(tranquillizzati, fai un bel respiro).

●ALLENAMENTO EMOTIVO DI GOTTMAN Gottman sostiene che una funzione fondamentale dei genitori per promuovere lo sviluppo emotivo, sia quello di fornire uno scaffolding supportivo. Secondo Gottman ci sono 4 stili genitoriali: 1. Non curante : si disinteressa delle emozioni del figlio o le mette in ridicolo, le svaluta e utilizza la distrazione come mezzo x farle scomparire velocemente. È infastidito-impaurito dalle emozioni ed è convinto che le emozioni negative siano nocive. Poco consapevole delle proprie e altrui emozioni.

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2. Censore : disapprova e punisce le manifestazioni emotive. È convinto che le emozioni siano espressione di debolezza, e che siano utilizzate dal bimbo come strumento di ricatto. I bimbi non sviluppano fiducia nel loro mondo emotivo. 3. Lassista : accetta ogni manifestazione emotiva, offre consolazione e conforto, ma non dà nessuna indicazione su come superare le emozioni negative perchè è convinto che non si possa fare nulla a proposito tranne che lasciar sfogare. 4. Allenatore emotivo : è empatico verso le emozioni del bambino, le interpreta come opportunità di apprendimento e di intimità. Lo aiuta a dare un nome alle emozioni, a verbalizzarle e lo assiste nel fronteggiare situazioni stressanti, ponendo limiti a comportamenti inadeguati insegnandoli modi accettabili x manifestare le emozioni, riconosce una funzione positiva anche alle emozioni negative. L’allenamento emotivo implica : conforto – distrazione – etichettamento delle emozioni – problem solving x sostenere la regolazione emotiva dei bambini. I figli dei genitori allenatori acquistano fiducia nelle proprie emozioni e hanno un alta autostima, imparano metodi efficaci x conoscere e gestire il proprio mondo emotivo, sono più competenti soc...


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