L\'orientamento radicale - Freire PDF

Title L\'orientamento radicale - Freire
Course Psicologia della personalità
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Corso: Pedagogia. Appunti lezione...


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L’orientamento radicale (vedi file di Neill) Paulo FREIRE: Importante pedagogista brasiliano, riconosciuto in Italia, Europa e altre parti del mondo più che in Brasile e in Sud America dove ha comunque influenza su una parte delle pratiche educative. Per noi riferimento fondamentale per l’educazione degli adulti, per la critica ai sistemi scolastici, per la pedagogia maieutica e per la pedagogia della parola

Vita: Nasce a Recife nel 1921. Studia Legge e diventa insegnante di Portoghese. Diviene Direttore del Dipartimento di Educazione e Cultura del Servizio Sociale nello Stato del Pernambuco e in seguito direttore del Dipartimento per l'Espansione Culturale dell'Università di Recife. Il Brasile contava circa il 70% di persone analfabete. Ci furono diversi movimenti per garantire l’alfabetizzazione. Inizialmente Freire seguì alcuni di questi movimenti ma poi si accorse che erano troppo politicizzati o sindacalizzati, secondo lui. Nel 1962 inizia un’opera di alfabetizzazione dei contadini del nord-est brasiliano. Dopo il colpo di stato del 1964, il Brasile cade nella dittatura e il governo brasiliano vede Freire come una persona scomoda perché insegnava a leggere e scrivere alle persone e le aiutava a pensare e riflettere sulla loro condizione di oppressione (contadini sfruttati). Viene imprigionato e in seguito esiliato in Bolivia. Trasferitosi in Cile, dove continua il suo progetto di alfabetizzazione. Porta il suo progetto anche in alcune zone dell’Africa, per esempio in Angola, dove però fu poco efficacie, probabilmente per le differenze culturali molto forti tra paesi africani e sudamericani. Si trasferisce a Ginevra, dove è consigliere del Consiglio Ecumenico delle Chiese esperto in educazione degli adulti. Nel 1980 torna in Brasile quando la dittatura era ormai terminata. Muore nel 1997. Freire sostiene la tesi secondo cui vi è equivalenza tra discorso pedagogico e analisi-riflessionedecisione politica. L’antropologia di Freire è costituita da 3 affermazioni: 

“la vocazione dell’uomo è di essere soggetto e non oggetto”



la cultura è il contributo che l’uomo dà alla natura, è il risultato dell’attività umana, degli sforzi, del lavoro per stabilire e trasformare i rapporti con gli altri uomini



la storia corrisponde alla ricerca dell’uomo che cerca di essere sempre più uomo relazionandosi con gli altri. La capacità di conoscere-valutare-partecipare consente alla persona di fare veramente parte della storia.

La COSCIENZA è il filo conduttore della concezione antropologica, che si basa sull’esclusione dell’atteggiamento idealistico e oggettivistico a vantaggio dell’assunzione di una prospettiva interazionista e della contrapposizione tra coscienza transitiva e intransitiva.

La pedagogia degli oppressi, opera più importante di Freire. Inizia a scriverla nel 1967 mentre è in Cile. Pubblicata nel 1970. È uno dei libri di pedagogia più letti al mondo. La DOMINAZIONE è il problema da cui Freire inizia, era il tema centrale ni paesi in cui egli ha lavorato. Per Freire l’ideale educativo doveva essere quello che avrebbe garantito un processo di LIBERAZIONE. Questi sono il problema e l’ideale che Freire mette al centro de “La pedagogia degli oppressi”. PEDAGOGIA DOMINAZIONE

LIBERAZIONE

Tema centrale della nostra epoca

Ideale da raggiungere

DEGLI OPPRESSI

La pedagogia di Freire:  Concetto centrale: la cultura, è ciò attraverso cui l’uomo dà il proprio apporto alla natura (se c’è una natura che è data c’è una cultura costruita dagli uomini. Es. l’acqua è un elemento della natura ma non il fatto che essa arrivi nelle nostre case, per far ciò l’uomo ha costruito degli strumenti, questo è un dato di cultura.). Solo se l’uomo «emerge» da essa, l’uomo può rendersi conto del fatto che il mondo è una costruzione a cui si può partecipare. “Se l’uomo riesce a capire la differenza tra natura e cultura, capisce che il mondo è una costruzione a cui tutti possiamo partecipare”. Per fare ciò l’uomo deve guardare la sua cultura da fuori. Deve iniziare a “problematizzare” il suo mondo, cioè a guadagnare una coscienza critica.  Freire elabora la sua pedagogia nei Paesi sudamericani, abituati alla «cultura del silenzio» (=non prendere parola nelle questioni), in cui i sistemi educativi sono impostati secondo un modello «depositario». Crede in un’educazione che aiuti le persone a «problematizzare», a guadagnare una coscienza critica. Freire crede che occorra dare alle persone gli strumenti critici per iniziare a partecipare alla loro cultura, mondo.  Il possesso della parola, saper dare un significato alle parole, sapere perché si utilizzano certe parole, è una precondizione di libertà. Permette di diventare interlocutori efficaci nel nostro mondo. Per Freire il dialogo è il luogo educativo per eccellenza.

L’oppressione e la coscientizzazione: L’educazione “depositaria” che Freire oppone a quella “problematizzante”. Secondo l’educazione “depositaria”: L’educando è un “vaso” da riempire. L’educatore è il “vaso” pieno, l’educando è quello vuoto. L’educatore deve travasare il suo sapere nell’educando. L’orientamento depositario: o sopprime il dialogo: l’educatore trasmette il suo sapere in modo unidirezionale o le nozioni vengono assimilate in modo meccanico e ripetitivo o occulta le competenze: è difficile accedere al sapere, è protetto da rituali o elimina la capacità critico-riflessiva: non fornisce problemi da analizzare ma da nozioni da memorizzare o rafforza l’individualismo: annulla le collaborazioni, pone l’alunno solo di fronte al solo problema del suo apprendimento o soddisfa le esigenze degli oppressori: rende a mantenere la situazione esistente giustificandola.

Freire: Non è sufficiente e opportuno perché l’educando può avere il diritto di imparare altre cose oltre quelle che ci sono nel “vaso” dell’educatore. Inoltre, il “vaso” dell’educando non è mai completamente vuoto, è pieno di esperienze, parole, vissuto, di cultura. Bisogna far dialogare i due “vasi”, non che uno imponga sull’altro.  L’educando allora non è un «vaso» da riempire, deve diventare un «ricercatore di senso», attraverso un processo di «coscientizzazione» che permetta il passaggio da una «coscienza intransitiva» a una «coscienza transitiva».  Freire lavorava in contesti in cui vedeva dinamiche di oppressione e riconosceva una dialettica tra oppresso e oppressore. L’oppresso (es. contadino del nord-est del Brasile) è colui che subisce i temi imposti, «prescritti» dall’oppressore che abita in lui e di cui tende a interiorizzare il modello. L’oppresso non si libera prendendo il posto dell’oppressore o annientandolo. Freire ritiene tutto questo negativo, è un modello negativo da cui non si riesce ad uscire, l’unica liberazione possibile è la scoperta di un modello nuovo basato sul dialogo. Per questo Freire immagina una pedagogia che non sia «per lui» ma «di lui» = che non guardi alle persone imponendo dei modelli e contenuti ma che guardi alle persone dialogando con i loro bisogni. Una pedagogia in cui il dialogo diventa lo strumento principale.  Il parlare per essere un atto dev’essere associato al diritto di autoesprimersi e di esprimere la realtà, di creare e ricreare, di decidere e di scegliere, di partecipare alla storia della società.

L’orientamento liberatorio: o mira, attraverso il dialogo a superare la contrapposizione alunno-insegnante o l’insegnamento come “esplorazione dell’universo tematico degli allievi” o atteggiamento rivoluzionario rispetto allo stato esistente delle cose o considera la realtà non come dato di fatto ma come un elemento di trasformazione migliorativa continua o prepara le persone ad appropriarsi delle situazioni per cambiarle.

DEPOSITARIO atteggiamento ingenuo dominazione culturale trasmissione ricezione esclusione reciproca passività adattamento

LIBERATORIO atteggiamento critico intenzionalità attiva comunicazione ricerca dialogo interpersonale creatività trasformazione

COSCIENTIZZAZIONE = processo che permette di passare dall’una all’altra. Rappresenta il “segno” della conquista della piena autonomia ed energia della coscienza e anche della contrapposizione tra società libere società oppressive. Un uomo libero dall’oppressione socio-culturale è caratterizzato dal possesso della parola, giudizio critico e forza per agire. Freire usa questi termini perché:  per lui l’educazione e la coscientizzazione sono un modo per mettere un transito da una situazione di oppressione ad una possibilità di liberazione.  egli sosteneva che una persona libera è quella che permette un transito tra sé e il mondo, è quella aperta al mondo.  Alfabetizzazione e coscientizzazione sono inseparabili. Tutto l’apprendimento dev’essere strettamente legato alla presa di coscienza di una situazione reale e vissuta dall’alunno.

Freire divide il mondo in due:  La coscienza INTRANSITIVA  per es. quelle che incontrava tra i contadini brasiliani, persone: o tendevano a credere che il passato fosse migliore o molto inclini a fare quello che facevano gli altri (al gregarismo) o è impermeabile all’analisi ed inclina al gusto della fabulazione o non esercitavano razionalità, non conducevano analisi, tendevano a sviluppare argomentazioni fragili sul mondo in cui vivevano o molto emotive e inclini alla polemica, che non esercitavano il dialogo o credevano in spiegazioni di ordine magico e fatalistico.  La coscienza TRANSITIVA  erano quelle che Freire voleva cercare di educare. Erano quelle: o aperte al nuovo o non avevano pregiudizi e preconcetti o rifiuta le posizioni quietiste o capaci di analizzare i problemi in profondità o sostituisce alle spiegazioni magiche quelle causali o che praticavano il dialogo, non la polemica o che accettavano le responsabilità dirette o capaci di darsi gli strumenti per conoscere il mondo e la ragione del suo funzionamento, per dire e proporre il loro mondo e per cominciare a risolvere i problemi non aspettando che lo facessero gli altri ma cominciando a capire che diventando interlocutori efficaci avrebbero potuto cominciare a cambiarlo. Con i contadini del Sud America, Freire cercava di fare questo passaggio di COSCIENTIZZAZIONE, cioè passare da una coscienza transitiva a una intransitiva. Tutto ciò avveniva nei centri di cultura. Freire aveva una squadra di collaboratori che giravano per incontrare i contadini. Centri di cultura = è il termine pedagogico ma spesso erano luigi improvvisati, case, spazi aperti, in cui gli educatori potevano incontrare i contadini. In questi centri avveniva il processo di alfabetizzazione che portava a conoscere meglio il loro mondo, a essere più curiosi, uso di parole per diventare interlocutori nel proprio mondo.

Il metodo di alfabetizzazione di Freire: Prima parte: I primi 4 stadi più interessanti. Seconda parte: Gli ultimi 3 appartengono al processo di alfabetizzazione più tecnico, in cui le persone imparavano a leggere e a scrivere. Però oggi è superato perché era adatto alla cultura di quel tempo, in Sudamerica. 1. Analisi dell’universo verbale  educatori andavano in giro a parlare con le persone, con l’obiettivo di capire quali fossero le parole più utilizzate dalle persone. 2. Scelta delle parole generatrici  sceglievano alcune parole generatrici che sarebbero state messe al centro del processo di alfabetizzazione. Parole generatrici = erano le parole calde, molto utilizzate, di uso quotidiano, dense di significato, emotività e che dessero la possibilità di essere scomposte in sillabe per la seconda parte del percorso. Freire racconta che una delle parole generatrici più utilizzata era “mattone”. 3. Processo di codificazione  educatori codificavano queste parole attraverso delle immagini o storie, con diversi tipi di rappresentazioni, spesso immagini o disegni. Per esempio, la parola “mattone” veniva inserita in una storia quotidiana, rappresentata e poi portata nei centri di cultura. E qui aveva inizio il vero e proprio lavoro con le persone. Gli educatori, per avviare un processo di liberazione, hanno scelto l’immagine perché era un modo di rappresentare un dato quotidiano della loro cultura ma guardarlo da fuori. 4. Processo di decodificazione  si cominciava a discutere l’immagine, la parola in essa contenuta e si iniziava a capire cosa significasse davvero nel loro mondo, si iniziava il famoso DIALOGO FREIRIANO, guidato dall’educatore che poneva le giuste domande per far diventare le persone sempre più critiche verso le parole che usavano normalmente nel loro mondo. Attraverso questo processo le persone iniziavano a capire non solo che il mondo era fatto in un modo ma che poteva anche essere fatto in un altro, non solo che c’erano delle ingiustizie ma cominciavano a darsi anche strumenti e impegni per cambiare il mondo e nel frattempo imparavano a leggere e scrivere. 5. Visualizzazione della parola generatrice e scomposizione sillabica 6. Identificazione delle famiglie vocaliche 7. Composizione-riconoscimento di vocaboli/parole  gli alfabetizzanti riconoscono, accostando sillabe, vocaboli noti (leggere) o compongono vocaboli (scrivere)

Riflessioni: Freire fu un riferimento per l’educazione degli adulti. Lavora con gli adulti analfabeti, metteva al centro la parola e dall’universo semantico di una certa popolazione lavorava sulle parole generatrici che potevano essere messe al centro di un processo di coscientizzazione. Temi centrali: alfabetizzazione come pratica di crescita e di sviluppo dialogo all’interno della relazione educativa. Pedagogia a carattere congiunturale?  Critica si divide: o per alcuni Freire fu un grande autore e pedagogista che però ha senso leggere solo guardando al contesto in cui ha lavorato o altri invece ritengono che Freire non abbia proposto una pedagogia a carattere congiunturale ma universale. Scurati: riconoscono a Freire di aver riscoperto le grandi regole del metodo naturale per l’apprendimento della lettura e della scrittura. Approcci critici:  Vasiloff: dice che Freire ignora la situazione pedagogico-scolastica normale, troppo concentrato sull’alfabetizzazione.  Ruiz Olabuenaga: gli attribuisce un errore antropologico, cioè di identificare la povertà con la carenza culturale.

I messaggi di Freire:  La pedagogia e la volontà di educare nascono dallo sdegno, cioè spesso la pedagogia, che è prima di tutto riflessione sull’educazione, nasce nel memento in cui l’osservazione del mondo in cui viviamo ci fa dire che c’è qualcosa che non va dal punto di vista di tutela dell’essere umano. Allora la pedagogia propone una rappresentazione nuove (un’utopia) in cui si descrive un mondo migliore di questo. L’educazione è quello strumento che ci permette di avvicinarci a questo mondo utopistico. Questa idea viene incarnata bene da Freire.  Il dialogo è pedagogico in sé. Freire aveva posto il dialogo come elemento centrale della sua pedagogia.  Occorre educare agli alfabeti. Freire infatti pone al centro della sua pedagogia la PAROLA. Il possesso della parola e degli strumenti della comunicazione è una precondizione della libertà, perché è ciò che ci permette di relazionarci con gli altri, di avere una vita sociale, di capire cosa ci dicono gli altri, di scegliere per esempio cosa votare. (Oggi, non si comunica solo attraverso il linguaggio tradizionale della letto-scrittura ma c’è anche quello della tv, di internet. Ognuno con le sue logiche. È importante conoscere gli strumenti della comunicazione, possederli e conoscere il mondo in cui viviamo per andare verso la nostra liberazione).

 Si progredisce nella differenza. Non è mai nell’omologazione, nell’imposizione di idee che si cresce ma nel confronto e nel rispetto di più posizioni e dell’unicità di ciascuno. Freire sosteneva una logica di adeguazione ai bisogni di una certa realtà, per questo si progredisce nella differenza....


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