Luigi Pirandello - I quaderni di Serafino Gubbio Operatore PDF

Title Luigi Pirandello - I quaderni di Serafino Gubbio Operatore
Author Marilù Vrenna
Course Letteratura italiana contemporanea
Institution Università degli Studi di Catania
Pages 6
File Size 135.1 KB
File Type PDF
Total Downloads 15
Total Views 121

Summary

Analisi de I quaderni di serafino gubbio operatore...


Description

LUIGI PIRANDELLO (1867-1936) Cinque periodi nella vita e formazione letteraria: 1. periodo di formazione 2. coscienza della crisi e primo relativismo 3. periodo della narrativa umoristica 4. periodo del teatro umoristico e del successo internazionale 5. stagione surrealista Ambienti che influiscono sulla sua formazione: 1. Sicilia → tessuto folklorico, suggestioni magico-popolari 2. Roma → vi abita alla fine degli anni Ottanta. Ambiente ancora provinciale che fa maturare, però, in lui, la vocazione letteraria. Si trasferisce nuovamente a Roma dopo il suo ritorno dalla Germania e inizia a dedicarsi alla letteratura e al teatro 3. Germania → abita a Bonn per un paio d’anni. Legge Goethe, Chamisso, Tieck. Inizia a percepire una crisi dei valori ottocenteschi e percepisce la modernità come relativa. In questa situazione scrive Il Fu Mattia Pascal (1904). Altri romanzi: I vecchi e i giovani (1909/13), Si Gira… (1915/1925), Uno, nessuno, centomila (1925), a partire dal quale utilizza la tematica surrealista dell’inconscio. A partire dal 1916 c’è la svolta teatrale con teatro ‘grottesco’: Pensaci Giacomino (1916), Così è (se vi pare) (1917), Il giuoco delle parti (1918). Dal 1921, con Sei personaggi in cerca d’autore ed Enrico IV (1922), il suo teatro ottiene un successo internazionale. FORMAZIONE Le prime opere sono influenzate dal pensiero positivista, assimilato nella variante pessimistica tipica del Verismo siciliano: scienza come potere demistificatorio. Inizia, successivamente, ad accostarsi al soggettivismo: il mondo oggettivo è solo una proiezione dei propri sentimenti e analizza la crisi intellettuale e morale della sua generazione, la quale è affetta da “egoismo” e “spossatezza morale”. Fra il 1904 e il 1908 elabora la teoria dell’umorismo, la quale inizia a formarsi da testi di Sterne e Cervantes. L’umorismo ha una duplicità: 1. come possibilità perenne dell’uomo e sua caratteristica ontologica → vede un limite ontologico dell’uomo che vive in un mondo privo di senso e, perciò, crea autoinganni e illusioni al fine di dare un senso alla sua esistenza 2. come fondazione storica che ha origine dalla fine dell’antropocentrismo tolemaico e dalla nascita del pensiero moderno (con il pensiero copernicano e galileiano). La modernità ha prodotto un malessere nell’uomo, la quale gli fa percepire come relativo qualunque tipo di fede, valore e ideologia e gli permette di capire che ogni fede, valore e ideologia rappresenta un autoinganno, utile per sopravvivere. Per continuare a vivere l’uomo ha bisogno di autoinganni, organizzando la sua esistenza secondo riti e convenzioni. Contrasto tra forma e vita: la forma blocca la spinta anarchica e le pulsioni vitali della vita e la cristallizzano la vita è una forza oscura che fermenta sotto la forma ed erompe piuttosto raramente, soprattutto nei momenti di stallo e di malattia o quando non si è coinvolti nel meccanismo dell’esistenza Contrasto tra persona e personaggio: l’individuo è costretto a vivere nella forma e si riduce a personaggio personaggio/maschera: parte recitata da un individuo e dettata da esigenze sociali e morali che gli vengono imposte o che lui stesso si impone - tutti gli uomini sono maschere e personaggi perché recitano una parte Contrasto tra maschera e maschera nuda: maschera: scelta di incoscienza, ipocrisia e adeguamento passivo alle forme maschera nuda: vivere consapevolmente e autoironicamente la scissione tra vita e forma. L’individuo è consapevole dei propri autoinganni e di quelli degli altri ma è impotente Contrasto tra comicità e umorismo: nella comicità non c’è riflessione: è un ‘avvertimento’ del contrario l’umorismo nasce dalla riflessione: è il ‘sentimento’ del contrario e al riso subentra il sentimento della pietà. Il relativismo filosofico mette in questione sia l’oggettività che la soggettività: è il concetto di verità ad essere messo in crisi.

OPERE L’esclusa (1893) → struttura chiusa ripresa dalla tradizione naturalista e riflette l’esperienza siciliana dell’autore I vecchi e i giovani (1913) → tra romanzo storico e romanzo umoristico Il fu Mattia Pascal (1904) → romanzo della svolta. Romanzo umoristico con contributi teorici e rappresenta un romanzo di formazione ‘alla rovescia’. La novità è rappresentata dalla struttura e dalla narrazione retrospettiva in prima persona e ciò che colpisce è l’invito al lettore di non fidarsi totalmente delle parole proprie del protagonista. Può essere definito romanzo-soliloquio per le continue interiezioni, esclamazioni e domande retoriche. Come tipico tema modernista è presente la figura dell’inetto alla vita: il protagonista ha difficoltà a identificarsi con se stesso. Si gira… (1915/1925) → ripubblicato poi col titolo di I quaderni di Serafino Gubbio Operatore. L’opera ha la forma di diario, scritto dall’operatore Serafino, divenuto muto a causa di un’esperienza traumatica sul posto di lavoro. Ha una struttura aperta e sperimentale, con anticipazioni e racconti nel racconto. Serafino è un intellettuale degradato alla pura mansione tecnica, è operatore ma non ‘opera’, è impassibile: l’afasia è l’ultima possibilità di una condizione di salvezza perché si basa sull’indifferenza. Uno, nessuno, centomila (1925-26) → narrazione retrospettiva in prima persona. Ha una struttura aperta e umoristica seguita, però, da una conclusione chiusa e positiva: percorso di guarigione rappresentato dall’uscita dalla forma per entrare nella vita, dalla società alla natura. La natura come simbolo di positività e vita allo stato puro. Da quest’opera in poi il cambiamento dall’umorismo al surrealismo. Novelle per un anno (1934-37) → raccolta di novelle in cui il tema principale è quello del tempo e del carattere frammentato della realtà, caducità caotica e casuale della vita. Caratteristica principale è il linguaggio basso e quotidiano. TEATRO 1. fase del grottesco → viene ripreso e sovvertito allo stesso tempo il tema del triangolo borghese (maritomoglie-amante). Riprende il teatro borghese e lo strania dall’interno. 2. metateatro → svolta rappresentata dalla completa autonomia dei personaggi dall’autore e dalla dissacrazione del reale, rappresentata dalla messa a nudo degli artifici teatrali + idea di teatro nel teatro. Sei personaggi in cerca d’autore (1921): l’autore non può e non vuole svolgere la funzione tradizionale di mediatore ideologico e di autore e si rifiuta di dare unità e significato ai personaggi che lui stesso ha inventato ma che ormai sono autonomi da lui. Enrico IV (1922): richiama il modello della tragedia (spazio, tempo, azione, re che parla) ma, anche qui, la sovverte perché dimostra che è tutto una messa in scena 3. il surrealismo 4. miti teatrali → prevalenza di suggestioni irrazionali e mistiche I Quaderni di Serafino Gubbio Operatore (1915/1925) Romanzo inteso come un instant book/pamphlet sul cinema: 1911 primo lungometraggio in Italia 1912 fenomeno del divismo 1913 Pirandello inizia a scrivere un romanzo e nell’epilogo uno dei personaggi viene divorato da una tigre durante le riprese di un film 1914/5 Pirandello pubblica Si Gira… 1925 lo ristampa ed esegue alcune modifiche, cambia anche il titolo in I quaderni di Serafino Gubbio Operatore Struttura e trama: opera costituita da sette quaderni, composti da un numero variabile di capitoli, scritti fittiziamente dal protagonista-narratore Serafino Gubbio su fatti accaduti a breve e non, nella forma di diario. Ci sono prevalentemente più riflessioni che eventi e alcuni antefatti, uno dei quali, attraverso l’analessi, presenta Serafino come precettore di un giovane, Giorgio Mirelli, a Sorrento. La sorella Duccella sposerà il barone Aldo Nuti, nonché amico di Giorgio. Il giovane si reca a Capri, dove conosce Varia Nestoroff, una bellissima donna russa dalle origini non molto chiare e se ne innamora. L’amico Nuti, per convincere Giorgio della poca serietà della donna - così racconta successivamente - decide di sedurla ma se ne innamora anche lui. Giorgio Mirelli, scoperto il tradimento, si suicida.

Anni dopo, Serafino incontra per caso a Roma l’amico filosofo Simone Pau, il quale ha deciso di vivere in un ospizio di mendicità. Qui Serafino, un giorno, durante le riprese ‘dal vivo’ dello ospizio da parte di una casa cinematografica, incontra un vecchio conoscente, Cocò Polacco, il quale gli offre un posto di lavoro come operatore alla Kosmograph. Casualmente Serafino nota che una delle attrici della casa è la Nestoroff e decide di accettare l’offerta di lavoro per scoprire la verità e per ‘studiarla meglio’. Mesi dopo Serafino incontra una giovane ragazza, Luisetta Cavalena, e inizia a provare affetto per lei ma questa, al ritorno di Aldo Nuti e al suo ingresso alla Kosmograph come attore, se ne innamora e Aldo diventa un rivale per Serafino. Dopo un colloquio con la Nestoroff, che gli promette di ‘fare qualcosa per lui’, Serafino decide di tornare a Sorrento per riportare Duccella indietro da Aldo ma qui scopre che la donna e la nonna hanno cambiato casa e che Duccella non è più così giovane e bella. Alla fine, durante il periodo di riprese del film La donna e la tigre, la Nestoroff fa sì che il suo amante Carlo Ferro ceda la sua parte da protagonista (pericolosa perché l’uomo dovrà sparare alla tigre) e Aldo Nuti si offre per la parte. Nell’ultimo quaderno (scritto per finta un mese dopo l’’atrocissimo fatto’), Serafino descrive l’accaduto: lui e Aldo entrano nella gabbia ma, al momento di sparare, l’attore punta la pistola verso la Nestoroff, ferendola a morte e, subito dopo, la tigre lo attacca e lo sbrana, mentre Serafino, paralizzato dallo shock, continua a girare e a riprendere la scena. Questo evento lo renderà muto, mentre il film avrà un enorme successo. I personaggi e la trama riprendono schemi e maschere della letteratura ottocentesca: casi fortuiti (incontri) topos suicidio per amore divisione tra personaggi positivi e negativi figura della femme fatale e la fine dei suoi tormenti solo grazie alla morte Tuttavia, l’opera è anche un romanzo-saggio: riflessioni>narrazioni e, soprattutto nel Quaderno III, sono presenti parti saggistiche e riflessioni sul cinema e sulle macchine come entità che divorano il reale per dar vita a qualcosa di fittizio, riflessioni sui limiti etici dell’arte e sul destino dell’attore, il quale si esilia e snatura la propria arte per questioni economiche. Appare come un romanzo “da fare” e costruito in “cerca d’autore”, poiché opposto alla struttura chiusa del paradigma ottocentesco, soprattutto per il suo carattere commentativo e riflessivo. Pornografia e rappresentazione → la Kosmograph è la trasposizione romanzesca della Cines e Pirandello, già incuriosito dall’ambiente, utilizza nell’opera molti termini tecnici: soggetto, macchina da presa, operatore, dal vero, negativo, positivo, imbibizione, cachet). C’è una collisione tra i dettagli e la precisione dei termini e alcune situazioni inverosimili che non sarebbero mai accadute nel mondo cinematografico: es. scena finale del film in cui viene ucciso un vero animale o completa nudità della Nestoroff durante la “danza dei pugnali”. Durante la scena della danza, Serafino pensa che la donna voglia davvero togliersi la vita e lui pensa che lei voglia fargli intendere questo → la realtà simulata come imitazione o previsione della realtà vera (ma non visibile) che Serafino ipotizza (finzione nella finzione e valore metanarrativo della scena). Il romanzo è un invito al lettore a guardare oltre la trama e a considerare l’opera come riflessione problematica sul senso della rappresentazione sul rapporto realtà-linguaggio. Danza dei pugnali: la Nestoroff entra in scena nuda, coperta solo da una fascia, e ciò che colpisce Serafino è il seno nudo e “anelante” della donna, mostrato dalla donna senza pudore. L’attrice inizia a danzare a muoversi, fissando Serafino (lui pensa) con occhi da “pazza” e, alla fine, lei si pugnala, cadendo a terra. Serafino, colpito dalla verosimiglianza dell’azione, sta per correre in suo soccorso ma continua a girare la manovella. 1. chiave di lettura: suicidio simulato come intenzione realmente autodistruttiva della donna. Solitamente è considerata una pessima attrice per i gesti e le espressioni troppo marcate, ma qui appare convincente e credibile perché una messa in scena così artificiosa potrebbe rivelare una verità nascosta, secondo Serafino. Questi ricollega l’azione anche ad alcune confessioni fatte dalla Nestoroff, secondo le quali, solo la morte potrebbe placare il rimorso provato per morte di Aldo Nuti. La prova dell’attrice non risulta falsa perché sta interpretando se stessa. 2. chiave di lettura: la Nestoroff è apprezzata soprattutto per la sua sensualità e, soprattutto in quel periodo, alle attrici non veniva richiesta la capacità di recitare, ma di liberare carica erotica dal proprio corpo (es. Lyda Borelli). La diva, perciò, interpreta solo se stessa, ipnotizza lo spettatore e lo priva dell'autonomia di giudizio. Pirandello riprende quindi il fenomeno del divismo e si rifà alla figura popolare della Borelli.

Elemento del sesso → non viene mai espresso esplicitamente dal narratore. Durante la danza dei pugnali, Serafino appare non più impassibile e distaccato: ipotizza la volontà di togliersi la vita della donna ma è anche presente una forte tensione erotica provata dal protagonista ed è coinvolto emotivamente, viene distratto dalla goccia di sudore che scende sul seno della Nestoroff e scioglie il trucco. Serafino pensa che la donna ricambi il suo sguardo, soprattutto a causa della postura tipica assunta dagli operatori, poiché non potevano guardare solo nel mirino della macchina perché questi non gli permetteva di controllare esattamente ciò che stava accadendo sulla scena, quindi, dovevano osservarla direttamente con i loro occhi e questo dà l’illusione che la donna stia guardando lui. Serafino ha, quindi, una doppia funzione e doppia passività: 1. coopera alla produzione del film mentre gira la manovella 2. prefigura la fruizione da parte del pubblico - incarna, così, lo spettatore di una visione pornografica, poiché, all’epoca, l’unico modo per osservare delle donne completamente nude era attraverso il cortometraggio erotico. L’esibizione della Nestoroff è pornografica anche perché, Serafino, riprende la fino alla sfinimento, stancando la mano a causa del movimento rapido e prolungato sulla manovella; si stanca anche per la forte eccitazione provocata dalla scena (sottinteso autoerotismo). A differenza dell’erotismo, la pornografia riduce la sessualità a mero godimento organico e all’esaurimento del desiderio nell’atto del guardare. Nella scena finale, la realtà (tigre) divora la finzione e, durante la danza, l’istintività animale e arcaica del sesso vince sulla macchina antropofaga del cinema. Perché si parla di realismo? 1. nel romanzo Pirandello usa il cinema come sineddoche di un cambiamento storico (una parte dell’intera crisi moderna). Il film crea un nuovo tipo di pubblico, passivo e rinunciatario, e perché l’industria cinematografica stessa è contraddittoria: Serafino è un intellettuale inutile, riconvertito ad una funzione tecnica e può esprimersi solo attraverso il silenzio. 2. questo motivo riguarda con il realismo inteso dall’autore: non offre un quadro attendibile e naturalista dell’industria cinematografica, bensì un quadro della funzione cinematografica come processo e prospettiva straniante. La passività dello spettatore viene prefigurata dalla passività dell’operatore che, in realtà, “non opera nulla”. Narratore debole → caratteristica tipica del modernismo: il narratore vede solo una parte del reale ed è costretto a colmare il resto con le proprie interpretazioni ed ipotesi. L’idea di romanzo-saggio riduce gli eventi a mero pretesto per il commento, mentre quella del narratore debole mina l’autorità della voce narrante. Serafino non esprime mai esplicitamente l’interesse fisico nei confronti della Nestoroff, anzi, lo nega più volte, anche in modo sospetto, spinto anche dal pensiero e da principi etici in merito all’amico Giorgio, il quale si è ucciso per la donna in questione = autocensura. Il parallelismo tra la donna e la tigre e il coinvolgimento emotivo di Serafino nei confronti dell’animale, mentre questa si trova in gabbia, mostrano un desiderio inconscio dell’uomo. L’autocensura è presente anche nell’affetto che Serafino prova per Luisetta, anche quando lei cambia atteggiamento. Quando interagisce con figure femminili, il narratore esercita sempre delle forme di rimozione. Il narratore è debole perché reprime le proprie pulsioni e anche per una questione tecnica (rapporto tra focalizzazione e voce narrante). Luisetta vs Varia (dualismo melodrammatico e tipico dell’immaginario ottocentesco): L → ingenua, dolce, premurosa, bellezza pura e verginale V → cinica, indifferente, divoratrice di uomini e donna-vampiro Il narratore è debole perché: 1. reprime le proprie pulsioni 2. per una questione tecnica (rapporto tra focalizzazione e voce narrante): scrive per sfogarsi. E’ presente il solito schema del diario, con allontanamento verso il passato e ricongiungimento al presente. Tuttavia, la struttura è più complessa a causa dell’ampio uso di anacronie; es. analessi esterna del Quaderno II che rinvia alla giovinezza di Giorgio e Duccella, al fidanzamento con la Nestoroff. Il quaderno appare come un espansione narrativa: le analessi sono giustificate e originate dall’incontro della Nestoroff sul set dell’ospizio In Serafino è assente la “onniscienza retrospettiva”, caratteristica dei narratori delle autobiografie: non immagina neanche che la Nestoroff ha convinto il Nuti a sostituire il Ferro con l’intento di farlo sbranare dalla tigre.

3.

è debole anche per la sua posizione ideologica: critica l’industria cinematografica ma ne fa parte e ne trae vantaggi economici. Serafino odia la modernità ma non ha alternativa.

Romanzo di “metamorfosi” e di metabolizzazioni, le quali vengono prodotte dal mercato, inteso come grande apparato digerente, e che si ciba della realtà (passioni, istinti, memoria), trasformandola in merce attraverso le macchine, simbolo dell’era industriale. La metafora del processo fagocitosi è costante nel romanzo. Serafino è consapevole della natura mostruosa della cinepresa. È una belva al servizio dell’industria, perennemente affamata della vita di cui si nutre tramite l’obiettivo e che riporta all’interno delle pellicole. Queste ultime, contenute all’interno delle macchine, vengono poi svuotate nei “reparti del negativo” della Kosmograph, per essere rimaneggiate. Il suo posto di lavoro viene definito un ‘ventre’, nel quale si sta creando una ‘mostruosa gestazione meccanica’: la macchina si ciba della vita e restituisce finzione e simulazione di vita. Questo può essere definito meglio come romanzo di anamorfosi, poiché produce una sostituzione della realtà naturale con una realtà artificiale (ogni elemento di vita è sostituito in “cosa”). Il processo di sostituzione o anamorfosi è presente sin dall’inizio, da quando il personaggio entra in scena (io sono operatore) e quando, alla fine, si identifica con il mezzo, questo rappresenta solo il completamento del processo. Analogia Serafino-macchina: il suo occhio coincide con quello della macchina, assorbe e imprigiona impassibili ciò che vede così come fa la macchina. Nel Quaderno I, Serafino si concentra sulla perdita di identità attraverso e a causa della macchina: essa è un oggetto e si nutre della realtà, ma anche lo stesso Serafino si è trasformato in un oggetto, in un parassita, il quale causa lo smarrimento delle identità altrui (gli attori provano antipatia nei suoi confronti a causa della macchina) perché lui stesso ha perso la sua forma, nel momento in cui si è trasferito in città e nel passaggio dalle scienze umane e dalla letteratura all’industria (temi principali della poetica di fin de siécl tedesca). Costruzione di Serafino come personaggio/macchina: alla fine del primo paragrafo del Quaderno I è presente una sorta di controfigura dello stesso Pirandello, il quale interpreta un voyeur dei teatri di posa e chiede a Serafino se lui è proprio necessario. Varianti tra la prima e la seconda edizione → sono poche ma significative e riguardano per la maggior parte un fenomeno di sottrazione e soppressione poiché sono stati eliminati segni di vita attiva da parte del protagonista, indirizzato ora verso un’esistenza più passiva, fino a...


Similar Free PDFs