Madame Bovary PDF

Title Madame Bovary
Author Francesco El Buitre Rescigno
Course Letteratura Francese 1
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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Summary

Riassunto Madame Bovary...


Description

MADAME BOVARY - GUSTAVE FLAUBERT Gustave Flaubert nacque in Francia nel 1821. Il 1821 è, tra l’altro, un anno fortunato per la letteratura perché nascono Flaubert, Baudelaire -autore di Les Fleurs du Mal- e Dostoievski – autore che raggiunge la sua fama con Les Dèmons et Les frères Karamazov-. Flaubert compie la sua produzione letteraria durante il periodo del secondo Impero, il regime bonapartista di Napoleone III che va dal 1852 al 1870 e che si colloca nel mezzo tra la Seconda e la Terza Repubblica francese. In questo contesto storico si sviluppa la corrente letteraria del realismo. Prima di prendere carattere e forma in letteratura, il realismo nasce in campo artistico grazie all’artista francese Gustave Courbet. Quest’ultimo concepì l’idea di un’arte che raccontasse la realtà sociale del suo tempo, in particolare in seguito ad un’insurrezione popolare nel 1848 generata dalla difficile situazione economica del paese. Courbet dedicó quadri di grandi dimensioni a soggetti fino ad allora esclusi dalla pittura tradizionale ufficiale: operai, contadini al lavoro, persone comuni colte in scene di vita quotidiana ma nelle condizioni più umili e precarie, come ad esempio “Gli spaccapietre” opera del 1849 dove ritrae due omini dediti al lavoro delle rocce. Questo movimento realistico influenzò poi la letteratura, in particolare grazie ad uno scrittore Jules Champfleury, amico di Courbet, il quale pubblicó nel 1857 “Le realisme” ovvero una raccolta percepita proprio come una sorta di manifesto della teoria del nuovo movimento, a cui i nuovi scrittori potevano ispirarsi. Nasce dunque l’idea di una letteratura come “specchio” metafora che indica che la realtà narrata è un’immagine esatta a fedele della realtà vissuta. Anche in ambito filosofico nasce infatti la corrente del positivismo,che non fonda più il pensiero solo sulla ragione, come avveniva nel 700, ma soprattutto sulla scienza. Il termine deriva infatti da positum, cioè posto= fondato su leggi scientifiche. I pensatori del tempo rifugiano nella scienza, considerata l’unico mezzo di conoscenza possibile. Ecco a cosa deve dunque servire anche la letteratura= mezzo di conoscenza della realtà. Si abbandona il sentimentalismo languido dei romantici, per studiare e analizzare la società. Il movimento del realismo sfocerà in maniera più evidente e cruda nel naturalismo, cui autore principale è Zola. L’intento di questa corrente è quindi quello di rappresentare la realtà in maniera fedele smascherandone le versioni ideali che il potere è interessato a dare. Il termine Realismo, quindi, all’origine ha una connotazione morale e politica, oltre che estetica. La produzione letteraria di Flaubert la possiamo inserire nella corrente che i critici hanno chiamato realismo estetico oppure realismo artistico; questa corrente si opponeva al realismo classico perché oltre ai contenuti, dava una grande attenzione alla forma e pretendeva che ci fosse un qualcosa di artistico nella scrittura anche quando erano trattati argomenti bassi. Ciò che differenziava, in particolare, le due tendenze, era innanzitutto l’estrazione sociale di chi ne faceva parte – i realisti erano di bassa estrazione sociale mentre i realisti artisti erano altolocati – e in secondo luogo lo stile, in quanto il realismo prediligeva uno stile semplice mentre il realismo artistico presentava uno stile variegato. Nonostante Flaubert sia considerato il padre del realismo letterario, allo stesso tempo vi era sempre una vena romantica a caratterizzarlo, che veniva fuori anche nel momento in cui egli trattava contenuti bassi e umili. Flaubert raggiunge l’apice del suo successo con il romanzo Madame Bovary, ma prima di pubblicare l’opera della sua vita ebbe alle spalle una carriera di scrittore inedito, in quanto scrisse molti manoscritti ma ne pubblicò solo una parte spesso su riviste provinciali.

Madame Bovary fu pubblicato per la prima volta a puntate sulla rivista “La Revue de Paris” nel 1856; esso ebbe subito un grande successo di pubblico soprattutto per lo scandalo che scatenò. Tutta la storia di Madame Bovary inizia nel 1948, quando Flaubert aveva appena finito di scrivere Le Tentazioni di Sant’Antonio, che fa leggere ai suoi amici; saranno proprio questi amici a definire l’opera troppo “importante” e gli consigliano, quindi, di scrivere un’opera più semplice, accessibile a tutti. Inizia così la stesura di Madame Bovary, che sarà l’opera di tutta una vita dell’autore. La protagonista assoluta dell’opera è Emma, Emma Roualt, che si sposa con Charles Bovary e prende quindi il nome di Madame Bovary. Ciò che caratterizza questo romanzo, è la perenne insoddisfazione della protagonista, la noia, l’inquietudine di vivere. Ma da cosa deriva questo stato? Deriva dal fatto che Emma, donna di provincia, appassionata di romanzi, ricerca nella vita reale lo stesso romanticismo che trova nei libri che legge, cosa impossibile o comunque abbastanza improbabile da realizzare, quindi, impossibilitata a raggiungere quello stato “ideale”, è perennemente insoddisfatta della sua vita. Da un lato, quindi, abbiamo questo romanticismo che possiamo definire ridicolo, e d’altra parte abbiamo il rifiuto e la rassegnazione, proprio perché Emma ad un certo punto si rassegna al fatto che probabilmente quel romanticismo che lei cerca non lo troverà mai. Ciò che contribuisce a rendere Emma infelice, inquieta, è il marito, Charles, un uomo mediocre, sempre compiaciuto, sempre soddisfatto. Ed è proprio questo che rammarica Emma, il fatto che il marito sia un inetto, un uomo che non punta in alto e che, di conseguenza, porterà alla moglie a vivere una vita mediocre insieme a lui. La mediocrità viene fuori praticamente sin da subito nell’opera. L’opera infatti inizia in medias res, cioè nel bel mezzo dell’azione. La frase che avvia l’opera è “ Nous étions à l’étude”; siamo in un contesto scolastico, e arriva Charles, che viene chiamato Le Novueau, appunto, il nuovo. Il modo in cui inizia l’opera è stato oggetto di critica per molti anni, ed è praticamente una parola chiave che ci rivela l’intera struttura del romanzo. Questo Nous, infatti, indica che la scena viene raccontata dagli occhi di coloro che assistono, quindi in questo caso dai compagni di classe di Charles, si parla in questo caso di focalizzazione interna. Ma il punto di vista sarà sempre differente, non resterà fisso in tutta l’opera; infatti, più avanti, vedremo che la narrazione continua privilegiando la visione di Charles, poi quella di Emma, e infine ci sarà anche una focalizzazione esterna. La prima parte inizia dunque con una presentazione di Charles nel momento in cui arriva in aula; Charles è goffo, dapprima fa cadere il suo berretto e successivamente non riesce a pronunciare il suo nome, quindi diciamo che questo suo rendersi ridicolo da subito rivela la mediocrità del personaggio. Dopo la scena dell’arrivo di Charles in aula, inizia la descrizione di Charles e della sua famiglia. Si racconta che la madre di Charles era una sorta di padrona, decideva tutto per lui, e dopo avergli trovato una professione, che era appunto quella di ufficiale sanitario, gli trova anche la moglie. Charles si sposa infatti con una donna più grande di lui, vedova, che diventa una sorta di nuova padrona. . Il secondo capitolo si apre così: “Una notte, saranno state le undici, vennero svegliati dallo scalpitio di un cavallo che si fermò proprio davanti alla loro porta” - Chiamano Charles perché vada a curare un signore che si è fratturato una gamba. Prima di andare Charles deve rivedere i libri poiché non è molto padrone della materia. Charles se la cava bene, il signor Rouault guarisce e gli viene detto che nessuno sarebbe stato in grado di curarlo come ha fatto lui. Questo caso del signor Rouault lo appassiona particolarmente, tant’è che anche dopo la guarigione dell’uomo, Charles continua a frequentare quella casa. È proprio qui che lui conosce Emma, la figlia del signor Rouault. Quando comincia a provar piacere nell’andare a trovarli così assiduamente, si chiede effettivamente da dove

proviene tanto piacere, quindi diciamo che Emma viene messa al pari di altri, non rappresenta qualcosa di speciale che spiega quel così forte interesse. La moglie di Charles, venuta a conoscenza del fatto che vi era di mezzo una donna, si informa; e qui vi è una breve presentazione di Emma si accenna all’educazione ricevuta, quindi si fa riferimento al suo insegnamento religioso presso il convento e dei suoi studi di danza, geografia, ricamo e pianoforte. La moglie di Charles, resasi conto che si trattasse di una donna molto diverso dal marito che probabilmente poteva attrarlo per la sua diversità, comincia ad esserne gelosa. Questa moglie che man mano diventa sempre più gelosa, si scopre ben presto non essere un buon partito come si pensava, che era il motivo per cui la vecchia Bovary la volesse come moglie di Charles. Ma a questa donna non viene dato molto spazio nel romanzo, perché solo alla fine del secondo capitolo lei muore. È a partire dal terzo capitolo che Charles comincia a frequentare più assiduamente la famiglia Rouault, che lo aiuta a consumare il lutto; ma non è nemmeno trascorso un anno dalla morte della moglie di Charles, che lui si innamora di Emma e decide di chiedere la mano a signor Rouault. Dal momento in cui Charles prende questa decisione, viene fuori gradualmente sempre più la sua mediocrità, perché ogni volta si promette di fare ad Emma la proposta ma puntualmente non ci riesce. Alla fine egli parla con papà Roualt, o meglio, prova a dirgli qualcosa, ma l’uomo capisce ancor prima che lui glielo dica ciò che avrebbe voluto dire, e quindi gli da il suo consenso per sposare la figlia. Iniziano i preparativi, con questa parte si conclude il capitolo terzo. - “In verità, Emma avrebbe desiderato sposarsi a mezzanotte, alla luce delle torce; ma una simile idea non poteva certo essere capita da papà Rouault.” - Era un’idea lontana dalla realtà e dalla cultura di cui fa parte, quello che lei desidera è inconcepibile per il padre. Già da qui possiamo notare l’insoddisfazione di Emma, che è presente anche in un avvenimento così bello. Il capitolo quarto è quello delle nozze. Qui troviamo molte descrizioni che trapelano chiaramente il pensiero di Flaubert; in particolare quando troviamo commenti sulla società, quei commenti sono chiaramente ironici nei confronti della società borghese. (“ le signore invitate ostentavano cuffiette, vestiti alla cittadina”). Nella descrizione del matrimonio, una particolare attenzione viene rivolta alla torta, la quale fu realizzata da un noto pasticciere di Yvetot. Questa torta era molto pacchiana, era chiaramente l’emblema delle ambizioni di Emma. Oltre alla torta, vi sono più volte riferimenti al cibo in tutta l’opera; ciò in realtà non è un caso, ma ha un valore metaforico. Il cibo, infatti, rappresenta il rapporto dell’individuo con l’esistenza; nelle scene in cui c’è dell’appetito, sappiamo che l’individuo non è soddisfatto della sua esistenza; in caso contrario, quando l’individuo è sazio, possiamo intendere che egli è soddisfatto della sua vita. Non a caso, durante la vita coniugale con Emma, Charles è sempre soddisfatto del suo cibo, e questo sta a significare che è pienamente soddisfatto della sua vita e del suo matrimonio con lei. Nel capitolo quinto viene presentata la casa e descritta la felicità coniugale dei Bovary, almeno in parte. In parte perché in realtà Charles è soddisfatto, è felice, ha raggiunto il suo ideale, mentre Emma, d’altra parte, comincia a rendersi conto che in realtà la vita coniugale non rispecchia le sue aspettative e quindi capisce di non amare Charles, perché stare con lui non le dava felicità. Un elemento che rappresenta una sorta di presagio negativo per Emma, è il bouqet della prima moglie di Charles che trova appena arriva, che già la rende nervosa. È a partire da qui che possiamo capire realmente che Emma cercava nella sua vita ciò che aveva letto nei libri, infatti la frase che chiude il quinto capitolo dice “Emma cercava d’immaginare cosa esattamente s’intendesse nella vita con quelle parole, felicità, passione, ebbrezza che le erano apparse tanto belle nei libri” .

Il sesto capitolo si apre con un’analessi sull’educazione di Emma, che d’un lato spezza un po’ la narrazione, ma d’altra parte colma una lacuna perché fino a quel momento sapevamo dell’educazione di Charles ma non della sua. Emma si è formata sui romanzi sentimentali, per lei la lettura sostituisce l’esperienza, per questo ambisce a ritrovare nella vita quello che ha letto nei libri. Emma appartiene ad una classe che è arrivata alla cultura per la prima volta. La sua educazione la innalza al di sopra di quello che offriva la sua classe di appartenenza, quindi quando improvvisamene si rende conto della realtà, quando ritrova quella vita piccolo-borghese da cui voleva allontanarsi, Emma si sente declassata e da qui nasce la sua sofferenza. Dal settimo capitolo abbiamo un passaggio di prospettiva; fino a quel momento, infatti, abbiamo visto l’educazione di Charles, il matrimonio, l’educazione di Emma. A partire da qui invece, ci si comincia a focalizzare sull’interiorità di Emma, sulla sua delusione. Emma è delusa perché la realtà non corrisponde alle sue aspettative, che derivano da ciò che leggeva. La realtà quindi appare meschina ai suoi occhi. Emma da un punto di vista di emancipazione, non è davvero emancipata. Lei, infondo, non è così coraggiosa nelle sue scelte. Non compie delle scelte che sono veramente coraggiose, ansi, la sua immaginazione, i suoi desideri, sono veicolati da altri, quindi Emma non è emblema di libertà, lei desidera di rivivere quello che ha letto. A un certo punto, Emma si guarda allo specchio e dice “Ho un amante!”, quasi soddisfatta perché si riconosce nell’universo che lei aveva desiderato. Se vogliamo fare una differenza con altri romanzi che abbiamo letto, ad esempio, possiamo dire che Emma e Principessa di Clèves sono praticamente agli antipodi: Principessa di Clèves, confessando di essere innamorata di un altro uomo pur non avendo tradito il marito, fa qualcosa di unico, mai fatto prima d’allora da nessuno, è unica nel suo genere e questo è ciò che la rende straordinaria; e il fatto che lei doveva seguire, prima della confessione, le regole imposte dalla corte, la faceva soffrire. Emma invece è praticamente il contrario; di tutto ciò che lei fa nulla è dettato dalla sua immaginazione, dalla sua volontà; è qualcosa scaturito dai libri che lei ha letto, quindi in un certo senso lei vuole essere un’imitazione dei personaggi che ha letto nei suoi romanzi. Una cosa che vedremo più avanti, quando i coniugi si trasferiscono a Yonville, è il fatto che Emma, insoddisfatta della sua vita, acquista ossessivamente, quasi come se ciò che acquista potesse renderla felice; ma in realtà non è così, perché Emma non è mai soddisfatta. Da questo punto di vista, quindi, possiamo dire che Emma non è emancipata ma è una donna moderna, perché è legata al consumismo. Flaubert ci fa entrare nel punto di vista di Emma attraverso lo stile indiretto libero. Il discorso indiretto libero è una variante del discorso diretto che unisce caratteristiche del discorso diretto a quelle dell’indiretto; esso consiste, prat icamente, nel riportare minuziosamente le stesse parole del personaggio, ma senza essere introdotte dai verbi dichiarativi o dalle virgolette, quasi come se il pensiero fosse del narratore. Nel settimo capitolo i coniugi Bovary vengono invitati a un ballo da un certo visconte. A partire dall’ottavo capitolo quindi viene descritto il castello e la scena del ballo. Questo evento ci porta in un ambiente più elevato rispetto a quello in cui vivono Charles ed Emma e il modo in cui i due vivono questo episodio ci fa capire molto sui due personaggi. Charles, infatti, è profondamente annoiato e stanco, infatti non si regge neanche in piedi; Emma, invece, è affascinata da tutto ciò che c’è in questo castello. A un certo punto della scena vediamo che Emma apre la finestra e resta lì affacciata; secondo i critici, a partire da questo momento si apre una nuova vita interiore per Emma, la vita sognante; Emma, infatti, dopo il ballo, torna alla realtà. In realtà, però, lei torna alla realtà solo fisicamente, perché mentalmente trascorre tutto il suo tempo a ripensare a quel ballo, quindi la riflessione di quel ballo diventa quasi un’occupazione per questa donna. La mediocrità di Charles, la sua goffaggine, viene fuori ancora una volta: dopo il ballo, infatti, Charles ed Emma tornano a casa a cavallo, e il modo errato in cui Charles guida questo cavallo lo rende

ancora più ridicolo agli occhi di Emma proprio perché lui guidava questo calesse con braccia spalancate. Durante il tragitto Emma guardava tristemente le ruote che giravano; a un certo punto si dovettero fermare per aggiustare il baule legato con lo spago, e proprio in quel momento Charles trova un portasigari orlato di seta verde, con al centro un blasone che rappresentava il castello. Questo portasigari apparteneva chiaramente al visconte, perché si capiva che era un oggetto appartenente a una classe elevata, e da quel momento diventa un oggetto del desiderio per Emma, o meglio un oggetto che veicola il suo desiderio di appartenere a una classe elevata. Nei giorni successivi al ballo, quindi, abbiamo detto che Emma pensa e ripensa a quella sera, e spera di essere nuovamente invitata. Quando, però, trascorse molto tempo e questo invito non si ripresentava, Emma si rassegnò e ricadde nella disperazione e depressione più assoluta. La prima parte termina proprio con il fatto che Charles scopre che la moglie è gravemente depressa, e decidono di trasferirsi a Yonville. La prima parte quindi conclude che Charles ed Emma, che tra l’altro era rimasta incinta, si trasferiscono in questa nuova cittadina. Nella seconda parte dell’opera entrano in scena personaggi e luoghi nuovi, che appunto facevano parte di Yonville. Questa parte si apre quindi con una descrizione minuziosa dei luoghi, in particolare di due luoghi che poi saranno due luoghi fondamentali per le tappe della vita di Emma: la farmacia, del farmacista Homais, e il cimitero. La farmacia, ad esempio viene descritta minuziosamente, e questa descrizione rivela in parte anche l’essere di Homais. Nell’opera infatti vediamo che sulle pareti di questa farmacia è scritto con caratteri oro molto grandi il nome di Homais; da questo capiamo quindi che Homais è un megalomane, un uomo che pecca di presunzione, di grandezza. Per quanto riguarda il cimitero, invece, sappiamo che il sagrestano della chiesa, nonché becchino di Yonville, Lestiboudois, utilizza il terreno per coltivare patate. Questo terreno a mano a mano però si restringe, perché ovviamente muoiono più persone, e quando sopraggiunge un’epidemia lui non sa se essere felice per i decessi o triste per il terreno. Quindi ci troviamo avanti a due personaggi mediocri: Homais, uomo megalomane, e Lestiboudois, che incarna l’avidità della vita borghese che non si ferma nemmeno avanti alla morte. Un altro personaggio fondamentale che entra in scena in questa seconda parte, è Lheureux, che può essere considerato il motore della storia perché senza di lui l'esito di questa vicenda non sarebbe stato lo stesso. Lui, infatti, essendo uno scaltro manipolatore e commerciante, riuscirà a convincere Emma a comprare cose di alto lusso, portandola a riempirsi di molti debiti, motivo per cui Emma si suiciderà. Un altro luogo importante presentato all’inizio della seconda parte è la locanda del Léon D’oro gestita dalla signora Lefrançois; la locanda rappresenta un luogo importante, è uno spazio a metà tra pubblico e privato in cui si incrociano le esistenze. Appena si parla di questa locanda, vediamo il farmacista Homais consigliare alla signora Lefrançois di acquistare un nuovo biliardo; questa ricerca del nuovo è qualcosa che caratterizza Homais per due aspetti: in primis, perché egli ha una grande fiducia nel progresso, infatti più volte vedremo che egli si lancia in cose nuove; d’altro canto, è segno di consumismo, tipico della classe borghese. Sarà in questa locanda, poco dopo. che i coniugi conoscono il giovane Léon, praticante notaio, con il quale si entra nel vivo del tema centrale dell’opera: l’adulterio. Léon, infatti, sarà il primo amante di Emma. Emma trova subito una certa affinità con Lèon, infatti fin da subito si avvia tra loro una conve...


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