Mafia a nord - riassunto del pdf caricato dal professore sulle mafie al nord PDF

Title Mafia a nord - riassunto del pdf caricato dal professore sulle mafie al nord
Course Sociologia della criminalità organizzata
Institution Università degli Studi di Torino
Pages 9
File Size 195.3 KB
File Type PDF
Total Downloads 47
Total Views 134

Summary

riassunto del pdf caricato dal professore sulle mafie al nord...


Description

Le mafie in Piemonte l’origine delle mafie italiane si colloca nel mezzogiorno (cosa nostra Sicilia occidentale, ‘ndrangheta Calabria meridionale, camorra Napoli), sviluppandosi nella seconda metà del 1800 in arre circoscritte. Si estendono poi con diversi livelli di intensità nel territorio nazionale e internazionale. Va oltre alla semplice criminalità organizzata, poiché essa instaura anche legami con la politica, condiziona le istituzioni, interferisce con le attività economiche… operano quando sia in ambito legalo che non, svolgendo anche funzioni di protezione e controllo. capacità di espansione a lungo trascurata, es. cosa nostra USA, dove si pensava che essendo un territorio molto lontano e diverso, fosse a nata a causa delle ripetizioni dei fattori che l’anno originata al sud, non si pensava che il modello fosse stato esportato. Prevale ancora la lettura culturalista, secondo cui le mafie storiche non possano espandersi oltre ai territori di origine, maggiore esponente Gambetta, (studia cosa nostra come industria di protezione privata), si pensa quindi che solo in casi estremi potessero operare in luoghi differenti da quello di origine. “la mafia è un marchio difficile da esportare e come l’industria mineraria usa risorse difficili da esportare” non si nega che possa succedere, ma lo si attribuisce ad un caso particolare legato al contesto.

I mafiosi tendono ad organizzarsi in gruppi strutturati, nei quali sono netti i confini con il mondo esterno (rituali, cerimonie…). Caratteristiche necessarie per i mafiosi: l’uso specializzato della violenza e la capacità di manipolare le relazioni sociali (ottengono consenso dei non appartenenti all’organizzazione). Le mafie si estendono in altre zone a partire dal 1970, qui hanno un ruolo più rilevante i gruppi di ‘ndrangheta e camorra. La presenza della mafia nel centro nord è segnata da due tipi di reazione: • minimizzazione (idea che il problema sia poco rilevante), si pensa che il fenomeno abbia difficoltà ad adattarsi a contesti diversi rispetto a quello di origine • toni allarmistici, credendo che si diffonda altrove facilmente entrambi gli orientamenti non sono consigliabili per comprendere a pieno il fenomeno. Letture del fenomeno: • metafora contagio, le mafie hanno la capacità di trasformare a proprio vantaggio condizioni presenti in territori sani che in conseguenza del contagio diventano territori in cui il fenomeno mafioso può proliferare. I veicoli di diffusione si configurano come conseguenze inattese di fatti demografiche (soggetti provenienti da zone in origine mafiosi operano in altri territori) es. immigrazioni e misure coercitive (soggiorno obbligato, allontanamento di dimora…). Critica: non in tutte le aree interessate da intensi flussi migratori/ misure coercitive provenienti da questi territori, hanno delle organizzazioni di criminalità organizzata. Conclusione è un fattore rilevante, ma non decisivo. • Metafora dell’invasione, riflettendo strategie di espansione, nasce l’idea di conquista militare del territorio. Presupposto organizzazione criminale molto potente e capaci di mobilitare in massa dei soggetti e decisione strategica centralizzata. Legata alla tesi del complotto, espansione è una cospirazione contro l’ordine democratico, è un processo sovversivo. • Immagine della piovra, riconduce all’idea di un centro ed un insieme di tentacoli che agiscono in altre zone, ma comunque sotto il controllo del gruppo di appartenenza. (sovrastima la sua potenza)

Cause dell’espansione mafiosa (fattori di agenzia): • volontaria/ intenzionale (per allargare il proprio raggio di azione) • non intenzionale, es. guerra di mafia, sfuggire azione repressiva della magistratura… non è mai una decisione strategica in vista di un piano complessivo, nella realtà può riguardare sia singoli che gruppi. In molti casi, prende avvio tramite mercati illegali, accumulando denaro e allacciando relazioni sociali. Un importante passaggio è quando interferiscono con le attività legali (eco e pol) es. smaltimento rifiuti. Una possibile maturità del suo radicamento è la formazione dell’area grigia, rete dove interagiscono soggetti criminali e non facendo affari; es. si stipulano accordi con i politici per agevolare la competizione elettorale. Ampliamento dei traffici illeciti, non costituisce sempre un nuovo insediamento (solo favorito), le aree non tradizionali possono essere usate anche solo per il riciclaggio del denaro “sporco”. Negli ultimi anni è frequente che si instaurano direttamente nei mercati leciti (ingresso nuovi mercati). Fattori di contesto (agevolano/no la sua diffusione, prima si pensava fossero già presenti su un territorio, ora si crede sia la mafia stessa a crearseli):

➢ socio-economici: posizione geografica/ dimensione demografica (favorendo luoghi più sviluppati, prestare denaro, imprese…) alcuni settori sono più esposti di altri es. sanità servono competenze, più facile interferire con l’edilizia ➢ dimensione culturale, politica e istituzionale (es. più agevole dove la corruzione è più diffusa, mano quando le procedure sono trasparenti) ➢ qualità e caratteristiche della pubblica amministrazione e del ceto politico sociale, il quale frequentemente si è dimostrato disponibile a scambi occulti con mafiosi nelle competizioni elettorali ➢ grado di attenzione e reazione della società civile (presenza / no di associazioni antimafia…) No scambi a somma 0. nei territorio di nuova espansione, si instaurano giochi a somma positiva, dove la forza persuasiva non si basa sulla violenza, ma su accordi di reciproco vantaggio.

la riuscita delle strategie di espansione dipende quindi dal uso specializzato della violenza, capacità di manipolare/costruire le relazioni sociali, tradizionali funzione di protezione e mediazione, con cui sono finanziati i suoi servizi (leciti o no). Il loro insediamento può essere favorito dalla presenza di familiari o amici sul territorio. Al nord non si manifesta in concomitanza con le grandi migrazioni (‘50/’60), ma successivamente con l’importanza del traffico di stupefacenti, l’espansione del capitalismo di avventura (margine più ampio all’illegalità). In generale è possibile individuare diversi modelli di insediamento nelle aree delle mafie non originarie: 1. infiltrazione, segue la logica degli affari, soprattutto nei traffici illeciti, ma anche attività d’impresa in settori legali. (mafiosi si spostano in nuovi contesti) 2. Radicamento, la sua presenza da tempo nel mercato ha reso la sua posizione stabile, ottenendo complici nella sfera politica e economica (non sono esclusivi, possibile considerarlo come fasi) (mafisoi si spostano in nuovi contesti) 3. imitazione, si riferisce a forme di insediamento tendenzialmente autonome, rispetto ai contesti originari, preve l’utilizzo di modelli organizzativi e simbolici simili a quelli originali nelle nuove aree (anche senza legami solidi con il luogo d’origine) 4. ibridazione, tendenzialmente più autonomo, in cui un gruppo criminale si emancipa in modo graduale, fino ad una “nuova mafia”, dove pur mantenendo elementi di affinità con il modello originario, si distacca da questo in modo progressivo, diventando autonomo. Al nord- centro è diffuso il modello del radicamento, ma un insediamento mafioso raggiunge la sua massima quando si accompagna alla configurazione di un area grigia di complicità e collusioni (importanza delle relazioni esterne per ampliare la sua forza). Inchieste hanno dimostrato che il loro insediamneto, non è frutto di una mera esportazione, ma che le mafie nei territori sono state accolte a braccia aperte da soggetti disponibili ad accettare i loro servizi (visti come soci). Lo stato italiano ha incominciato dal 1982 a combattere la mafia con nuovi strumenti istituzionali: con l’approvazione della legge “ROGNONI LA TORRE” per la prima volta la mafia è stata identificata come un crimine specifico, punito dal art. 416 bis. Del codice penale. La mafia è definita come: un’organizzazione composta da almeno tre persone, che può essere impegnata sia in attività legali che non, caratterizzata in modo specifico per il metodo con cui agisce: la capacità di assoggettare i non mafiosi con la forza dell’intimidazione importante, per dare una definizione univoca del fenomeno. diventa una questione nazionale. Prima nel 1962 istituita la commissione parlamentare antimafia, istituita per le gge all’inizio di ogni legislature (no 76/82) è dotata di poteri di inchiesta che gli consentono di aprire indagini al pari dell’autorità giudiziaria. Tra i sui compiti: valutazione e applicazione leggi antimafia, formulazione proposte di indagine, indagine del fenomeno e aspetti specifici… tre anni dopo dall’istituzione dell’organo previsto per legge il soggiorno obbligatorio per i mafiosi (si pensava che fosse un problema legato alla cultura del sud e obbligandoli a vivere al nord si debellasse il problema), fu abrogata nel 2011. molti strumenti vennero creati negli anni novanta, dopo la morte di Giovanni Falcone, moglie e scorta (1992), tra questi ci sono:

➢ il carcere duro (41 bis. Prevede un regime carcerario molto severo, riduce la possibilità di comunicare dentro e fuori dal carcere fino all’annullamento), ➢ figura del collaboratore di giustizia, i “pentiti”lo stato incentiva la collaborazione con sconti/ di pena, migliore trattamento, servizio di protezione famigliari. Si distinguono i testimoni di giustizia, spettatori di fatti mafiosi, per i quali è previsto un sistema di protezione e talvolta nuove identità e trasferimento ➢ su idea di falcone, creata la direzione nazionale antimafia (DNA) composta da 26 direzioni distrettuali antimafia (DDA) distribuite nel paese è costituita da un gruppo di magistrati che nelle procure si occupano in modo specifico delle indagini sul tema. Le DDA, sono autonome, ma coordinata dal DNA, guidata da un procuratore nazionale affiancato da 20 magistrati. Oltre a questo, raccolgono i documenti giudiziari, compilano banche dati per tracciare il fenomeno. ➢ Normativa sullo scioglimento delle amministrazioni locali e aziende sanitarie ritenute infiltrate o condizionabili dalla mafia (scopo preventivo), organi sostituiti per almeno 18 mesi da una commissione straordinaria, che governa al posto del sindaco o consiglio comunale. si distinguono due prospettive allo studio della mafia: • interna, data da come si qualificano gli appartenenti • esterna, il modo in cui chi non lo è riconosce o no il mafioso (usata oggi) ne esistono diverse, tre livelli (che interagiscono luno con l’altro): 1. intersoggettivo, avviene in prossimità (hanno esperienza di vita diretta di contatto più o meno ravvicinato con i soggetti coinvolti) 2. riconoscimento specializzato, senza contatto diretto, più di tipo cognitivo, frutto di diversi campi del sapere (giudiziario, scientifico, giornalistico e politico// termini che si mischiano, le diverse discipline comunicano tra loro) 3. pubblico, l’arena nella quale tutte le immagine di mafia vengono diffuse e percepite da un pubblico generico che non ha relazione diretta con il fenomeno. Dimensioni in cui possono giungere controversie sulla definizione: ➢ i tratti caratteristici della mafia ➢ confini del gruppo mafioso, perimetro entro il quale si distingue l’esterno del gruppo mafioso (prima più semplice grazie ai riti di affiliazione, ora per lo più ‘ndrangheta ). creati diversi istituti giuridici es. concorrente esterno, chi concorre senza farne parte dell'organizzazione. Ora condannati. (colletti bianchi). Inoltre è difficile poiché non è un gruppo chiuso, poiché inserita nella società. Bisogno riconoscimento per esercitare il loro potere. Due modelli che spiegano: ◦ teoria dei gironi (dalla chiesa), immagina cerchi concentrici che si collocano al’ esterno della mafia più vicini ad essa più sono coinvolti ◦ gruppo mafioso come un ritaglio di una zona più ampia “zona grigia” comprende una serie di attori che coopera e condivide risorse, ma che possono avere anche un ampia libertà (possibilità di avere relazioni economiche esterne) analizziamo l’art. 416 bis. ✗ Associazione finalizzata a commettere delitti e anche a commettere attività legali. ✗ Necessario un gruppo di persone ✗ che la pressione intimidatoria non deve essere per forza esplicita ✗ astratta e generale, applicabile ai diversi fenomeni prima del riconoscimento teoria cultura-lista e credenza gruppi a se stanti. Riconosciuto come crimine organizzato dagli anni 70. commissione parlamentare antimafia: organo principale su questo tema, ce ne sono diverse e hanno cambiato il loro modo di agire con l’approvazione dell’art. es. manda un gruppo di sociologi in Sicilia per studiare che cos’è la mafia. (diversi saperi concorrono per definirla) quando introdotto come reato, svolta non è solo mentalità, ma anche un reato. Il dibattito non riguarda più se esiste o meno, ma che cos’è. La commissione attiva un certo monitoraggio per capire come e se il reato viene applicato. Dalla fine degli anni 90 l’antimafia diventa un emergenza istituzionalizzata, mentre prima aveva un appartenenza politica precisa. Diventando un questione etico morale ed assume una rilevanza nazionale. Arrivando anche a paradossi, commissione rinuncia ai poteri di inchiesta, mente la successiva quella bindi l’ha rivendicata, prendendo parte anche ad alcuni casi es. mafia capitale. A partire dal 2010 imponenti posizioni giudiziarie al nord sul ‘ndrangheta. Si pone il problema sul efficacia del art. rispetto alle nuove realtà emerse. Ipotesi di modificare la definizione. Incaricata commissione parlamentare

presieduta da …. riconosciuta l’inadeguatezza, ma si è deciso di non rimandare la questione del parlamento, ma di delegare la giurisprudenza, nell’interpretazione. Percorso già avvito per le mafie straniere. si evolve in 4 dimensioni: • tradizionale/ non, centro modello di cosa nostra emersa dal maxi processo di Palermo. Tradizionale, fortemente strutturata, saldata al territorio e violenta. Spostandosi ci si può trovare, come si configurano in altre aree e le mafie straniere. • Gerarchico e non, spostandosi a gruppi sempre più fluidi. Es. mafia capitale definita “rete di reti” vi erano due capi dove si raccoglievano due soggetti molto eterogenei • territoriale/ non, es. uso pizzo per controllo territorio diffuso, man mano si passa ad un monopolio del territorio ad gruppi sempre più focalizzati alla gestione di det. Economici e sociali (es. Firenze criminali cinesi che gestivano immigrazione cinese nel territorio e la loro collocazione al loro arrivo; anche per mafia capitale che controllava un settore economico ben preciso, il welfare) • violento/ non, mai completamente senza violenza e corruzione, importante l’intensità o mai ricorso per capitale talmente forte che gli permette di non averne bisogno grazie alla forte intimidazione che provocano. In mafia capitale si è riconosciuta la corruzione sistemica, basata sul fatto che le persone sono capaci di estromettere alcuni dal mercato del lavoro.

Oltre alle istituzioni antimafia istituzionale, esistono quelle civili costituita da associazioni e civili es. libera (proposta legge riassegnamento beni confiscati). Nel piemonte si insediano dagli anni ‘60, inizialmente soprattutto nelle aree di Torino e nel conteso metropolitano, ma ben presto esteso anche nelle vallate più periferiche. La diffusione è favorita da: 1. provvedimenti di soggiorno obbligato (1961/1972) riferiti a 54 indiziati (11% del tot. Nazionale) 2. immigrazione dalle aree di tradizionale insediamento mafioso (anni ‘80, circa 10%) la presenza non è solamente influenzata da fattori demografici, ma anche grazie alla costruzione di una rete di interessi condivisi con la classe politica locale, tramite scambi vantaggiosi, quindi le migrazioni hanno influenzato la loro presenza solo in arre circoscritte, ma non ne sono l’unica causa. Di vicende contrassegnano la storia criminale del Piemonte e la divisione tra area metropolitana e extraurbano. ➢ Attacco diretto a un rappresentante delle istituzioni (vertice magistratura al nord), cioè l’omicidio del procuratore di Torino BRUNO CACCIA (1983), da parte di due killer mandati dal ’ndrangheta per molto tempo uno degli omicidi eccellenti, oggi riaperte le indagini. È uno dei primi omicidi per mafia fuori dai territori di origine, avvenuto a causa delle indagini su riciclaggio di denaro ➢ 1995, scioglimento del comune per infiltrazione mafiosa a Bardonecchia, in particolare ha come oggetto la speculazione immobiliare dell’area denominata “campo smith”, si era insediata un associazione mafiosa, con a capo ROCCO LO PRESTI (da tempo esercitava un controllo sull’edilizia in queste aree e del mercato meridionale, obbligato al soggiorno lontano). Inoltre vi si era sviluppato: racket, controllo cantieri, manodopera edilizia (mercato chiuso) nel Piemonte l'organizzazione prevalente è l’ndrancgheta (circoscritta mafia siciliana e quasi nulla camorra). Crescono nel decennio successivo (‘70) stupefacienti, usura, estorsioni, gioco d’azzardo, sequestri di persona, poi custoditi in Calabria, testimone di come l'organizzazione si sia ben radicata. Anni ‘80 prevalente traffico di stupefacenti . 1983, per la prima volta applicata la legge “rognoni-la torre” in Piemonte (indagato su estorsioni nei mercati generali di Torino) rilevando l’esistenza del fenomeno nella città. Rilevando la presenza di due gruppi criminali (in competizione): • “clan dei calabresi”/ ‘ndrangheta, ma all’epoca non si parla ancora di essa, sottovalutando il fenomeno. • “clan dei catanesi” dove si distinguono i “fratelli milano” originari della Sicilia orientale (autonomi da cosanostra), riconducibili a “Cursoti”, organizzazione attiva nell’area di Catania, insediata negli anni ‘70 in Piemonte, prima commettendo solo reati minori, poi si costituisce un organizzazione capace di operare nel campo dei traffici illeciti tra Catania, Torino e Milano. (centro rimane Catania, dove si prendono le decisioni).

Solo durante la metà degli anni ‘80si assiste ad una prima operazione di contrasto della magistratura torinese che colpisce il clan dei catensi (1988), dopo 19 mesi di conclude un maxi-processo, dove grazie alla collaborazione di pentiti e collaboratori di giustizia, tra i quali i fratelli Milano e Salvatore Parisi, nel quale si emettono 130 condanne, di cui 25 ergastoli, riconoscendo agli imputanti il controllo del mercato della droga, racket dei negozi, prostituzione, contrabbando tabacco, rapimenti, rapine o intimidazioni presenti da anni nel territorio (contro clan Catalesi, che indebolito perde il controllo della zona). A seguito della condanna il clan scopare dall’area, declino ricondotto al regolamento dei conti interno sopratutto in seguito alla scelta di collaborare. Una conseguenza non voluta fu il campo libero al clan dei calabresi, i quali passano da una difficile convivenza a una posizione di predominio della criminalità torinese, egemonia comprovata da attività di estorsioni, usura, gioco azzardo e stupefacenti. all’epoca le modalità di questi soggetti aveva già assunto le caratteristiche tipiche di un organizzazione criminale (lo si scopre solo in seguito), possedeva una specifica struttura organizzativa e gerarchizzata articolata sul piano territoriale, composto da diverse cosche (concordano regole e strategie comuni, mantenendo comunque un ampia autonomia); inoltre si alleano con altri gruppi dai quali ottengono riconoscimento e cooperazione (passano da un unica locale -cosca- a diverse dislocate nel territorio). Oltre che in Piemonte si diffonde in Lombardia e svizzera, dove si è creata una società fittizia (importa cocaina dal Venezuela). Le attività svolte dai mafiosi, in questo periodo sono prevalentemente illegali e orientata a massimizzare i proventi, sviluppandosi senza essere troppo visibile, al contempo si consolidano settori del crimine, es. droga, estorsione, tentativi di infiltrazioni delle amministrazioni locali (per lo più nei comuni di piccole dimensioni). Come nel caso di Bardonecchia, si rivela che nei piccoli comuni la mafia si infiltra inizialmente sopratutto nel controllo del settore dell’edilizia, settore in espansione che richiama nuova manodopera trovata sopratutto negli immigrati meridionali e si affermano nuovi imprenditori come: Rocco lo Presti e suo cugino Francesco Mazzaferro. Questi si affermano sopratutto nel controllo del mercato del lavoro loc...


Similar Free PDFs