Nord America- Economia PDF

Title Nord America- Economia
Author Claudia Albertario
Course Geografia
Institution Università degli Studi di Torino
Pages 5
File Size 159.9 KB
File Type PDF
Total Downloads 112
Total Views 134

Summary

settore primario, secondario e terziario completo...


Description

ECONOMIA: AMERICA SETTENTRIONALE Introduzione: L'economia dell'America Settentrionale viene spesso identificata con quella degli Stati Uniti, in quanto, certamente, questo Paese ne rappresenta il cuore e, dal punto di vista quantitativo, la massa determinante. Tuttavia, dal punto di vista geografico, vi partecipa anche uno dei più grandi Stati latino-americani, il Messico, la cui funzione, in passato, è stata soprattutto quella di fornitore di manodopera a basso costo. Le basi strutturali dell'economia nordamericana sono andate formandosi all'epoca della prima colonizzazione britannica, nella conquista e nello sfruttamento di vasti spazi continentali ricchi di risorse di ogni genere. A cominciare dai primi decenni dell'Ottocento, mentre le regioni meridionali, caratterizzate dalla grande proprietà latifondista e dallo schiavismo, conservavano il loro carattere essenzialmente agricolo, nelle regioni nordorientali, dove i traffici con l'Europa avevano comportato lo sviluppo di una società capitalistico-mercantile, vennero compiuti sensazionali progressi tecnologici favoriti dalla rilevante disponibilità di capitali e di materie prime. Da essenzialmente agricolo-commerciale, l'economia nordamericana andò trasformandosi in agricolo-industriale attraverso ingenti investimenti, soprattutto nel settore delle costruzioni meccaniche, in connessione con lo sviluppo delle ferrovie e con la meccanizzazione dell'agricoltura. In breve tempo la produzione poté competere con quella delle più avanzate industrie europee, e il successivo processo di trasformazione economica fu più rapido che in Europa, portando alla formazione di grandi patrimoni personali e alla creazione di gigantesche società monopolistiche ( trusts) tendenti ad assumere il controllo di interi settori produttivi, dalle materie prime alla lavorazione industriale e alla distribuzione commerciale. Ne conseguì uno sviluppo tale da comportare la ricerca e la conquista di nuovi mercati mondiali, in un fervore di iniziative che non tardarono a trasformare l'America Settentrionale, e in particolare gli Stati Uniti, nella parte del mondo economicamente più avanzata. Essa detiene tuttora questo primato, ma in misura meno rilevante che in passato. L'esplosione di una nuova crisi congiunturale nel 2008 (la cosiddetta crisi dei mutui subprime) ha dimostrato tutte le difficoltà del sistema economico statunitense nel sostenere i tassi di crescita del prodotto e l'occupazione, problema cruciale quest'ultimo, per cui anche l'America anglosassone vede allargarsi le fasce di povertà, e non più soltanto agli immigrati (soprattutto latino-americani) o ai gruppi neri e amerindi, ma anche alla popolazione bianca. Settore primario Nonostante la formidabile concentrazione industriale e terziaria, la solidità economica dell'America Settentrionale rimane legata alla grande disponibilità e ricchezza degli spazi destinati alle attività primarie, con prospettive di ulteriore valorizzazione in rapporto alle crescenti necessità alimentari della popolazione mondiale, di cui l'agricoltura nordamericana, con le proprie esportazioni, rappresenta, da sempre, una base fondamentale. Considerevole è la varietà delle colture consentita dalle diverse condizioni ambientali e climatiche del vasto territorio. La parte meridionale, indicata nell'Ottocento come il "regno del cotone", rappresenta ancor oggi, con l'ampia fascia subtropicale del Cotton Belt, una delle maggiori aree cotoniere del mondo, fornendo inoltre varie altre produzioni di tipo industriale, soprattutto oleifere. Più a nord si estende il Corn Belt, la grande area del mais, in cui è concentrata poco meno della metà della produzione mondiale di granoturco, destinato per gran parte agli allevamenti di bestiame e all'esportazione. L'area granaria si estende nella fascia compresa tra Canada e Stati Uniti, con una produzione destinata, per buona parte, ai mercati esteri, ma che si tende a ridurre per dare spazio a colture più redditizie, tra cui la soia (ca. il 30% della produzione mondiale), largamente impiegata negli allevamenti di animali da carne. La frutticoltura, e più in particolare l'agrumicoltura, è sviluppata soprattutto nelle aree irrigate della regione del Pacifico, dove notevole importanza ha anche l'orticoltura.

La zootecnia è presente in tutte le aree agricole, con un alto grado di specializzazione; nelle aree del Centro e dell'Ovest sono situati gli allevamenti estensivi per la produzione di carni destinate ai mercati di Chicago e delle città delle Grandi Pianure, mentre nella fascia atlantica e nella regione dei Grandi Laghi, sia in Canada sia negli Stati Uniti, sono localizzati gli allevamenti specializzati nella produzione lattiero-casearia, favoriti dalla vicinanza ai grandi centri di consumo. Alle cospicue risorse agricole si affiancano quelle forestali che alimentano, soprattutto nel Canada, importanti industrie del legno e della carta, costituendo la massima ricchezza di aree che, per le particolari condizioni ambientali e climatiche, risultano difficilmente sfruttabili in altro modo. Anche alla pesca è legata una rilevante attività industriale, potendo contare su navi e porti adeguatamente attrezzati. Notevole è la pescosità delle acque sia occidentali, dove abbondano i salmoni, sia orientali, dove è particolarmente sviluppata, presso i banchi di Terranova, la pesca del merluzzo, delle aringhe e delle aragoste. Lungo entrambe le coste (baia di Chesapeake, Long Island Sound, golfo di San Francisco ecc.) e nel golfo del Messico si trovano inoltre allevamenti di ostriche. Settore secondario Nonostante l'intenso sfruttamento al quale sono state sottoposte le risorse del sottosuolo, ricchissimo rimane il patrimonio minerario, costituito soprattutto da carbone, petrolio, ferro, rame, zinco, nichel, piombo, stagno, bauxite, molibdeno, argento, oro, platino, uranio, fosfati naturali ecc. Per gran parte di queste produzioni, a cominciare da quella petrolifera, il continente nordamericano detiene quote pari o superiori al 20-30% del totale mondiale: nonostante ciò, la domanda espressa dall'imponente settore industriale ha determinato l'esigenza di ricorrere ad importazioni, spesso motivate, invero, anche dall'opportunità di reperire, sui mercati internazionali, materie prime a costo più basso, senza impoverire ulteriormente le riserve accertate, già sottoposte a un lungo sfruttamento e, in alcuni casi, relativamente scarse. Così è accaduto per il petrolio, di cui pure gli Stati Uniti restano il terzo produttore mondiale, dopo l'Arabia Saudita e la Federazione Russa, con ca. 250 milioni di t annue: ai giacimenti di Texas, Louisiana e California, e a quelli ubicati sulla costa settentrionale dell' Alaska, di scoperta più recente (e collegati, dal 1977, con la costa pacifica mediante l'oleodotto Prudhoe-Valdez, lungo 1280 km), si aggiungono i giacimenti canadesi (quasi 130 milioni di t annue) e, soprattutto, messicani (ca. 140 milioni di t annue), in parte offshore (Golfo del Messico) e ricchi anche di gas naturale. Le centrali nucleari forniscono poco meno del 20% dell'elettricità prodotta attualmente da USA, ca. il 15% per quanto riguarda il Canada; per quanto riguarda le fonti energetiche tradizionali, quali il carbone e l'acqua, ca. la metà dell'energia statunitense è fornita da centrali a carbone e ben il 60% di quella canadese è di origine idrica. Il patrimonio idroelettrico del Canada, in particolare, è tuttora sottoutilizzato, ma gli stessi Stati Uniti dispongono di notevoli potenzialità grazie a bacini artificiali di grandi dimensioni (come quelli realizzati sui fiumi Missouri, Tennessee e Colorado), impiegati altresì per l'irrigazione di vaste aree agricole; anche il Messico ricava dalla fonte idrica circa il 20% della sua energia. L’industria è un altro settore dove gli USA sono estremamente competitivi. La “manufacturing belt” (la cintura manifatturiera), si estende in tutto il nord est, ma si sta espandendo anche verso sud ed ovest. L’industria americana è specializzata nella produzione di apparecchi high-tech come TV, computer e hi-fi. Gli USA sono secondi al mondo, dietro al Giappone per la produzione di automobili (Ford Motor Company , General Motors e Chrysler). Importanti sono anche le industrie della gomma, dell’alta moda (New York, Baltimora e Chicago con NIKE e REEBOK), chimica e petrolio (sud e soprattutto in Texas), cinema e ristorazione (fast-food e multinazionali come la Coca Cola). In America possiamo trovare la più avanzata industria elettronica e l’industria informatica (Facebook, Amazon, Google, Microsoft…) e l'industria del tabacco (famosi i marchi Camel, Philip Morris, Chesterfield e Marlboro), i laterizi e le armi.

Settore terziario Accentuata rispetto ad altre regioni del globo è la terziarizzazione dell'economia: il settore dei servizi assorbe infatti una quota di addetti pari a due terzi ca. della forza lavoro (negli Stati Uniti la percentuale arriva al 78%), contribuendo in misura analoga alla formazione del prodotto interno lordo (per gli USA, il 77%).

Trasporti Al servizio delle complesse attività che sostengono l'economia nordamericana vi è una rete di comunicazioni fortemente integrata ed efficiente. Per la storia stessa del popolamento e della struttura urbano-industriale, essa fa capo alla regione nordorientale estesa fra la “megalopoli” atlantica e i Grandi Laghi, con le principali città di New York (massimo centro portuale), Montréal e Chicago (principale nodo aereo). La sezione orientale del subcontinente è attraversata da una rete di vie d'acqua che nelle Grandi Pianure ha il suo asse nel Mississippi; il fiume è anche legato ai Grandi Laghi, a loro volta collegati all'Atlantico dalla Saint Lawrence Seaway, via d'acqua accessibile anche a navi oceaniche che trasportano soprattutto prodotti granari e minerali. Il tessuto delle strade e delle ferrovie è particolarmente fitto nella regione industriale e urbanizzata dell'Est, mentre si dirada verso l'Ovest e verso il Nord. Le più importanti sono la Panamerica che attraversa le due Americhe e l’autostrada americana (Interstate Higway System). In Canada viceversa tutte le grandi compagnie si estendono fra i due oceani e attraversano il Continental Divide. L'America Settentrionale ha infine una rete aerea fittissima, più che mai importante in un subcontinente così vasto. Essa è sostenuta dalla poderosa industria aeronautica e da un'organizzazione che gradatamente ha fatto dell'aereo un mezzo di trasporto in concorrenza con la ferrovia, assorbendo oltre la metà del traffico mondiale. Tra gli aeroporti: Il primo per volume di persone in transito è il terminal di Atlanta in Georgia, con un totale di 85 milioni di persone, che distanza di ben sette milioni l' O'Hare Airport di Chicago. Negli USA è situato anche il più grande aeroporto per superficie, Denver in Colorado la cui area copre centoquaranta chilometri quadrati. Di contro alcuni scali più piccoli sono classificati come internazionali anche se ospitano solo qualche volo per il Messico o il Canada. Altri aeroporti: Los Angeles; Miami; Chicago; San Francisco; Washington Dulles; Atlanta; Boston Gli scambi di merci con l'esterno sono assicurati dai grandi porti atlantici e pacifici, le cui attività danno la misura delle aperture del continente nordamericano che, posto tra due oceani, è divenuto perno fondamentale della geografia mondiale, con i suoi giganteschi apparati produttivi e con la sua potenza finanziaria. Sud della Louisiana l più grande porto nell'emisfero occidentale – Stati Uniti Houston il porto più trafficato d'America in termini di tonnellaggio straniero – Stati Uniti Metro Vancouver il porto più grande e più trafficato - Canada New York e New Jersey - Stati Uniti Lazaro Cardenas porto più trafficato – Messico Un altro settore del terziario molto efficiente è la scuola privata: essa offre un elevato grado di insegnamento e di sicurezza, mentre le scuole pubbliche sono tuttora alle prese con vari problemi, come l'analfabetismo di ritorno e le sparatorie; sono presenti anche i servizi accessori alle imprese, come gli studi di assistenza legale, marketing e pubblicità. Importante è anche il turismo: ogni anno gli USA accolgono 30 milioni di visitatori.

Commercio In questo, come in altri settori, è fortemente aumentata, negli ultimi decenni, la concorrenza delle industrie europee ed asiatiche, con in testa il Giappone e, in anni più recenti, la Cina; ma ha avuto peso anche l'accennata politica di decentramento geografico dei segmenti produttivi più “maturi” da parte sia delle grandi multinazionali, quali IITT, Ford, General Motors, IBM ecc., sia di società relativamente modeste, allo scopo di accedere direttamente ai mercati di vendita, come nel caso delle industrie americane installate in Europa, o di trasformare sul posto le materie prime, di cui sono produttori vari Paesi del Terzo Mondo, o di impiegare manodopera a basso costo, reperibile soprattutto in alcune aree latino-americane e asiatiche. Fatto saliente dell'economia nordamericana è stato, alla metà degli anni Novanta, la formale entrata in vigore, del NAFTA (North American Free Trade Agreement), accordo di libero scambio già avviato, nel 1989, fra Canada e Stati Uniti, e in seguito esteso anche al Messico. Obiettivo dell'accordo è l'eliminazione, della quasi totalità delle tariffe doganali esistenti fra i tre Stati, con particolare riferimento ai prodotti agricoli, tessili e meccanici; i soli comparti in cui permarrebbero forme di protezione sono le industrie statunitensi di materiale aeronautico e per radiocomunicazioni, quelle messicane dei settori energetico e ferroviario, nonché le attività culturali canadesi. Particolare rilevanza assumono la liberalizzazione dei trasporti su gomma, dei settori finanziario e assicurativo, degli investimenti statunitensi in Messico. Con una popolazione che sfiora i 450 milioni di ab. e un prodotto interno lordo secondo solo a quello dell'Unione Europea dei 27 Paesi, la nuova comunità rappresenta un formidabile potenziale demo-economico e, attraverso la “cerniera” della partecipazione messicana, la possibile base per la futura coesione dell'intero continente americano. Punto debole è, certamente, il grande divario fra i partner: il Messico, con un terzo della popolazione, presenta un valore del PIL pro capite quattro volte e mezza inferiore rispetto agli altri due Paesi. Inoltre, poiché la struttura industriale messicana è basata per lo più su impianti di assemblaggio, i cui prodotti vengono già ora esportati negli USA in regime di esenzione daziaria, si è ingenerata la preoccupazione che le parti componenti di provenienza europea o asiatica possano così trovare una "via di transito" per conquistare i mercati nordamericani. Per questo motivo, per esempio, è stata fissata una quota di componenti americane nell'industria automobilistica; mentre per tessili e abbigliamento è previsto l'impiego di materie prime e semilavorati statunitensi, con il ricorso al mercato messicano qualora essi non fossero disponibili sul mercato interno. In altri casi, le regole sono meno rigide e, comunque, tali da non configurare forme larvate di protezionismo. Sono state stabilite anche forme di convenzione finalizzate alla protezione ambientale, con particolare riferimento alla fascia di confine fra Stati Uniti e Messico, dove è atteso un più forte impatto della localizzazione industriale. Inoltre sono state previste sanzioni per eventuali violazioni, da parte degli Stati membri, degli accordi sulla protezione dei diritti dei lavoratori, specie per quanto concerne la protezione del lavoro minorile. I principali partner commerciali degli USA sono Canada, Messico, Cina, Giappone, Germania, Gran Bretagna ed Arabia Saudita. Il commercio interno è guidato da vaste e potenti reti di distribuzione, che in gran parte vendono tramite centri commerciali (department stores) e sono diffusi in tutto il territorio. Il settore dove gli USA hanno minore competizione a livello internazionale è quello delle telecomunicazioni, nonostante gli incentivi anche statali. Quasi tutti hanno accesso alla TV satellitare e via cavo, così come alle connessioni Internet anche ad alta velocità.

Servizi finanziari l settore finanziario è il pilastro dell’economia americana e delle operazioni commerciali quotidiane. Le banche, le compagnie assicurative e dei servizi finanziari alimentano le principali attività finanziarie, soluzioni di pagamento o di risparmio, disponibilità di credito o capitale, mitigazione del rischio e accuratezza delle informazioni finanziarie. La Borsa di New York e il Nasdaq sono le borse valori più grandi del mondo per capitalizzazione di mercato e volume degli scambi . Già molto grande e sviluppata sul finire dell'Ottocento, l'economia USA ha cominciato a decollare davvero solo dopo la seconda guerra mondiale. Cresciuta a grandi passi negli anni cinquanta e sessanta, a partire dal 1965 cominciarono a manifestarsi i problemi strutturali del sistema economico internazionale istituito a Bretton Woods. Negli USA gli squilibri macroeconomici e l'inflazione furono dovuti dall'aumento del costo delle materie prime a causa della svalutazione del dollaro e in questo decennio iniziarono anche problemi di deficit commerciale a causa della costosa guerra del Vietnam. Il ruolo del dollaro negli scambi commerciali internazionali determinò l'aumento dell'inflazione e il deflusso di capitali in valuta pregiata verso l'estero. Di recente gli sforzi economici del Paese si sono concentrati su debito pubblico (9 000 miliardi di dollari), debiti aziendali (9 000 miliardi), ridotta solvibilità delle obbligazioni, debiti del servizio sanitario (34 000 miliardi), difficoltà finanziarie dei servizi sociali (12 000 miliardi), debito estero (calcolato da istituti fuori degli USA)[2], deficit commerciale ed aumento dell'immigrazione clandestina. Nel 2006 il debito nazionale è ammontato a circa 9 000 miliardi di dollari USA, quota pari a quasi il 64% del PIL. Ciò comprende anche i vari deficit e problemi d'interesse del governo. L'importanza del dollaro Uno dei punti di forza degli USA è rappresentato dal metro di valuta monetaria: il dollaro statunitense è la moneta di riferimento a livello mondiale, in dollari sono quotate le materie prime ed alcuni paesi adottano il dollaro americano come valuta nazionale. Questo vuol dire che gli Stati Uniti possono emettere più moneta di quella necessaria per soddisfare il bisogno nazionale con conseguente aumento del signoraggio incamerato dalla banca centrale. Il vero vantaggio consiste nell'avere una maggiore libertà di usare gli strumenti di politica monetaria per la stabilizzazione interna....


Similar Free PDFs